Questa storia si può considerare come il seguito de “L’anello e la macchinina”.

Tornano Marzio e Antonio,:durante un periodo di vacanza in Spagna viene fuori il triste passato di Anto…



 


 

Notti d'estate

di Puma

 


UN BRAVO NONNO

Sulla spiaggia è l’ora più bella,quando “si gira il vento” e il caldo del giorno cede il posto alla fresca brezza della sera.

Antonio,sfinito dai bagni in mare e in piscina,dorme seduto dentro un grosso salvagente,con la testa appoggiata sul bordo.

Respira lentamente e una leggera brezza smuove i suoi lucidi capelli corvini un po’ lunghi e lisci.

Marzio seduto su una sdraio,ammira il viso dolcissimo di Antonio addormentato:il sole lo ha abbronzato rendendo la sua pelle colore del cioccolato.

Al contrario, lui è scottato e deve stare sempre all’ombra indossando la t-shirt anche sulla spiaggia per non scottarsi di più.

Si spalma una manciata di crema super protettiva sul viso lentigginoso e sulle braccia,si fotografa col cellulare e invia a sua padre un mms con scritto:

 

-Saluti da Ibiza!Ti ricordi l’estate del ’94?-

 

In quella lontana estate aveva più o meno l’età di Antonio.

Era stato a Ibiza con alcuni amici in una casa presa in affitto dai pescatori;avevano bevuto qualsiasi cosa,fumato di tutto,fatto sesso praticamente sempre.

Giravano per casa tutti nudi,si vestivano e uscivano solo per andare in discoteca.

Era tornato da quei quindici giorni di eccessi bianco,dimagrito,con le occhiaie,una fame da lupo e uno zaino pieno di roba sporca.

Il padre,a vederselo tornare così aveva esclamato:”Marzio,sembri uno scheletro!”

Durante  quella vacanza estenuante aveva conosciuto Roby,al ritorno si erano messi insieme.

Marzio con il padre non ne aveva mai parlato,gli aveva semplicemente detto che voleva andare a vivere a Genova con un amico,così potevano dividere le spese dell’affitto.

Il padre probabilmente ha capito,in tanti anni non gli ha mai chiesto niente sulla sua vita sentimentale e Marzio ha sempre preferito non parlarne.

 

Sul cellulare di Marzio arriva la fotografia di un teschio con scritto:

 

-Saluti da Firenze!Cerca di ridurti ancora come quella volta!-

 

Marzio ride.

Osserva il nonno di due nipoti gemelli,maschio e femmina che avranno una decina d’anni.

Un uomo ancora giovane,con baffi e capelli bianchi e il portamento elegante.

Il nonno scherza con i due bambini che non vogliono saperne di uscire dall’immensa piscina:fingono di obbedire alla nonna che li chiama e poi, svelti, si tuffano ancora ridendo.

La nonna brontola,il nonno ride,li schizza,si tuffa dietro di loro cercando di catturarli.

Parlano in spagnolo.

Il nonno li sfida a una gara di nuoto:se perdono escono dall’acqua.

Marzio sorride:

 

-Che bravo nonno!-

 

                                               * * * * * * * * * * * * * * *

 

Antonio si stropiccia gli occhi e si stira pigramente restando dentro il salvagente.

Fa un sorriso a Marzio che striscia giù dalla sdraio andando ad abbracciarlo.

Anto profuma di mare,di sole,di crema al cocco…le loro labbra si sfiorano in un bacio furtivo.

 

-Sei salato…-

 

Restano un po’ fermi a guardarsi,Marzio accarezza i capelli di Anto,tiene la sua mano.

Bacia le sue dita:è come un gattino in cerca di affetto.

 

-Marzio,vado a prendere una granita,ti va?-

 

-…al melone…-

 

Antonio si alza diretto al bar della spiaggia;una capanna col tetto di paglia in fondo a un grande spiazzo occupato da tavolini e ombrelloni bianchi,che di sera si trasforma in pista da ballo.

La radio suona il “tormentone” dell’estate.

I due gemellini hanno perso la gara di nuoto e sono seduti a un tavolino avvolti nell’accappatoio,con la nonna che brontola in spagnolo,ma si capisce che dice che sono stati troppo in acqua e hanno le dita tutte a righe.

Il nonno sta discorrendo con la barista:una ragazza di colore dai capelli tutti a trecce,vestita pochissimo.

Sta preparando due coppe di gelato.

I suoi occhi incontrano quelli di Antonio che chiede:

 

-Due granite…-

 

Lei le prepara in fretta,muovendosi al ritmo della musica e parlando sempre col nonno ,che ha smesso di ascoltarla e fissa lo sguardo sulla guancia scura di Antonio con la cicatrice bianca.

Un taglio lungo e irregolare,attraversato dal segno dei punti dati malamente,bianco anche quello.

Il suo sguardo,che quando è rivolto agli adorati nipoti è dolcissimo,è diventato torvo,i suoi occhi grigi hanno assunto una freddezza che spaventa.

Antonio si accorge che lo sta guardando e gli fa un accenno di sorriso.

La canzone è finita.

Il dj introduce il prossimo brano pronunciando un fiume di parole incomprensibili.

La moretta ha smesso di ballare,consegna al nonno un vassoio con due coppe di gelato e  le due granite ad Antonio che si allontana con addosso gli occhi gelidi del vecchio signore.

Comincia una nuova canzone.

La barista riprende a ballare mentre prepara il caffè shakerato per un gruppetto di ragazzi.

Il nonno si accomoda al tavolino con i nipoti e la moglie.

Fissa ancora la sagoma esile del ragazzo che sparisce tra gli ombrelloni.

La nonna se ne accorge:

 

-Bel ragazzino…

Quello sì che è abbronzato!

Anche voi due dovreste stare un po’ di più al sole e un po’ meno in acqua!-

 

I bambini parlano tutti e due insieme e lo sguardo del nonno ritorna dolce e affettuoso.

I gemellini insistono di voler andare sulla scogliera e poco dopo Marzio li vede muniti di secchiello,col nonno che li aiuta a staccare patelle.

Traffica con le mani immerse nell’acqua,i bambini gridano:ha pescato un grosso granchio.

Lo porta a vedere alla nonna che si volta dall’altra parte.

I gemellini ridono come matti.

 

-Che nonno simpatico!-

 

FALSITÀ

 

Durante la cena nell’elegante salone dell’albergo,il nonno taglia la carne ai nipoti,versa il vino alla nonna ingioiellata,discorre allegramente;ma ogni tanto si irrigidisce e fissa con occhi cattivi Antonio che parla e ride con Marzio qualche tavolo più in là.

Dopo il tramonto al bar della spiaggia si esibiscono sempre cantanti e musicisti,si beve,si balla,si scherza;in vacanza si dimenticano tutti i problemi e i la musica sembra portarsi via i pensieri tristi.

Stasera tocca al gruppo che suona musica anni ’80.

C’è gente che balla,altri sono seduti al bancone del bar o ai tavolini.

Diversi uomini sono soli e si guardano intorno in cerca di qualcuno che li aiuti a dimenticare la loro solitudine almeno per una notte.

Anche Marzio quando ha perso Roby è stato come loro.

Ora vicino a lui c’è l’amato Anto.

Beve un sorso di un cocktail tropicale pensando:

-Auguro a tutti di trovare un compagno per la vita!

 

I due gemellini,pettinati e vestiti uguali,sbadigliano stanchi.

La nonna dice che li porta in camera a dormire.

Il nonno la prende per mano e la porta in mezzo alla pista da ballo.

Dopo un lento sulle note di “Reality” può occuparsi dei bambini.

Il nonno li accarezza,li bacia,bacia la nonna e fa segno che resta ancora un po’ lì fuori a finire la sigaretta.

Marzio ha visto la scena tenerissima e sorride:

 

-Che bravo nonno!-

 

Da quando è rimasto lì solo,il vecchio signore non ha fatto altro che fissare Antonio che mangia un gelato seduto vicino a Marzio.

Tra la gente che affolla il bar all’aperto si fa largo un uomo elegante,ma fuori moda,volgare,con un completo gessato sul blu,la camicia sbottonata,un vistoso anello al mignolo,la faccia truce e i capelli impomatati.

Conduce per mano una bambina truccata e vestita da gitana,con delle minuscole scarpine col tacco a spillo.

Il nonno gli va incontro,lo aspettava.

Gli porge una busta;l’uomo conta i soldi leccandosi il dito,la bambina va col vecchio signore che la trascina per un braccio fino ai bagni della spiaggia.

La scena si è svolta in una manciata di secondi.

Nessuno si è accorto di niente.

Marzio ha visto e pensa:

 

-Un bravo nonno?

Un maniaco schifoso!-

 

E pensa a quella povera bambina più piccola dei suoi nipoti:un’infanzia spezzata come quella di Anto…come può esistere gente simile?

E i gestori dell’albergo non lo sanno?

A Marzio torna in mente un famoso detto:

“Basta che paghi”

-Quel vecchiaccio rivoltante ha pagato…i soldi non devono mancargli.-

 

Antonio ha finito il gelato.

Non si è accorto di niente.

Marzio lo stringe contro di sé:si sente male al pensiero di quanto sta succedendo nel bagno della spiaggia.

 

-Andiamo a fare un giro sugli scogli,Anto…-

 

La luna nuova si riflette sul mare calmissimo.

La leggera brezza serale porta la musica della festa:canzoni da discoteca degli anni ’80,di quando Marzio era un bambino e Anto non c’era ancora,canzoni orecchiabili,che a loro due non dicono niente.

Raggiungono una roccia che di giorno è rosa,alla luce lunare diventa grigio perla.

L’acqua del mare di notte è tiepida.

Anto si è tolto le scarpe,tirato un po’ su i pantaloni e immerge i piedi nel mare.

Marzio non pensa più alla scena triste di cui è stato involontario spettatore:si toglie la camicia ridendo:

 

-La luna non mi scotta:posso starmene libero come voglio!

E senza crema!-

 

Scende nell’acqua dove c’è Anto che gli sbottona i pantaloni.

Marzio sfila la maglietta di Anto e si abbracciano sotto la luna,con la musica e il lieve rumore delle onde in sottofondo.

I vestiti volano lontano,sulle rocce asciutte.

Nell’acqua tiepida e salata Marzio e Anto si baciano,si accarezzano,si abbracciano,poi tornano a baciarsi.

Antonio non è più timido come il primo giorno:l’amore lo ha reso sicuro.

La sua forma sottile illuminata dalla luce bianca della luna è estremamente sensuale.

Marzio,appoggiato a una roccia che affiora dal mare, gli volta le spalle con le ali di angelo tatuate e Anto lo fa suo muovendosi lentamente,con l’eleganza di un felino.

Marzio ansima,geme,si aggrappa alla roccia.

L’acqua del mare copre e scopre i loro corpi uniti,uno chiarissimo e l’altro scuro.

Il vento porta la musica della festa anni ’80.

Il vecchio li ha seguiti furtivo e li sta guardando con i suoi occhi di ghiaccio.

Li osserva freddamente:non è un guardone in cerca di un piacere rubato e segreto;fissa Antonio,ma non sembra provare alcuna emozione.

Marzio si stende su una roccia piatta,si impadronisce di Anto inginocchiato su di lui.

Il vecchio guarda impassibile quel corpo sinuoso e perfetto sussultare d’amore,le gocce d’acqua e le mani vogliose di Marzio scorrere su quella pelle ambrata illuminata dalla luce della luna.

Li guarda esausti abbracciarsi bagnati dal mare.

Restare lì stretti a sussurrarsi parole dolcissime che non può sentire.

Ritornare stanchi verso l’albergo.

I cantanti se ne sono andati.

Nel bar non c’è quasi più nessuno.

Marzio e Antonio passano attraverso i saloni ormai deserti dell’albergo e in ascensore si scambiano qualche bacio.

Non si sono accori dei due occhi gelidi che li hanno osservati per tutto il tempo.

 

                                             * * * * * * * * * * * * * * *

 

Alla mattina Antonio è ancora addormentato.

Marzio apre la tenda ed esce sul terrazzino fiorito della loro camera:i gemellini sono già sulla spiaggia col nonno che distribuiscono pezzetti di pane ai pesci.

Li sente ridere.

Rientra pensando:

 

-Che schifo!-

 

In tutti quei giorni di mare il nonno li porta in giro col pedalò,si tuffa con loro;li porta a pescare,al parco acquatico;sempre col sorriso,sempre con i modi premurosi e affettuosi.

A cena la nonna sfoggia ogni volta gioielli nuovi;lui la fa passare per prima,quando deve scendere dalla macchina le apre la portiera ,alle feste dopo cena la invita a ballare…poi come da copione,lei porta a nanna gli adorati nipoti e l’orribile vecchio,all’insaputa della famiglia distrugge l’infanzia di bambini innocenti.

Antonio è troppo preso dai bagni in mare,da osservare i pesci con la maschera ,da fare l’amore con Marzio per accorgersi del marciume che c’è intorno.

Come tutti i bagnanti della spiaggia ha notato solo il nonno giovanile e simpatico che fa divertire i nipoti.

 

La luce della finestra aperta lo sta svegliando.

Si copre gli occhi col dorso della mano,il suo cuore batte forte,il suo respiro è affannoso,la sua schiena si inarca per la sensazione di piacere ,come se stesse facendo un sogno erotico,come quando viveva con le suore e sognava Marzio.

Apre gli occhi:tra le sue gambe c’è la testa rossa di Marzio.

Gli passa una mano tra i capelli,allarga le gambe strofinandosi contro le spalle di Marzio che alza la testa:

 

-Bene svegliato,Anto…-

 

E riprende a leccarlo e accarezzarlo regalandogli un piacere profondo,che lo fa gridare,che lo lascia esausto sul letto con Marzio che lo abbraccia e lo coccola dolcemente.

Marzio sfiora con un dito i suoi capezzoli neri,le sue labbra:

 

-Sei felice,Anto?-

 

-Tu,Marzio?-

 

-Al cento per cento…-

 

-Io di più!-

 

Le mani bianche di Marzio accarezzano la schiena scura di Antonio.

Non era mai stato al mare nè in vacanza:le suore mandavano i bambini ospiti della loro comunità alle colonie del comune,ma lui non aveva mai voluto andarci.

Marzio bacia il suo collo,le sue spalle.

Il suo unico desiderio è renderlo felice.

 

MAREGGIATA

 

La sera delle danze gitane si esibiscono delle ballerine dai volti sensuali e i costumi variopinti.

Il nonno,rimasto solo alla festa le guarda distrattamente:è Antonio che gli interessa,stasera più che mai.

Lo vede alzarsi diretto al bagno e lo segue,intrufolandosi tra gli spettatori del balletto gitano.

Antonio si sta lavando le mani.

 

-Allora,non si salutano i vecchi amici?-

 

Parla benissimo in italiano.

-Ti diverti molto con quel culattone rosso,eh?-

 

Di colpo strizza le guance al ragazzo dicendo:

 

-Sono stato io a lasciarti questa cicatrice,non ti ricordi più?-

 

Antonio spinge via con forza la mano del vecchio che si infila sotto la sua t-shirt strappandogliela di dosso e,in un attimo, lo scaraventa contro il muro cercando di strappargli i pantaloni.

La cerniera dei jeans si rompe e il bottone rimbalza sul pavimento bagnato e sporco di sabbia.

Antonio trema di spavento e non riesce a muoversi.

Una mano del vecchio sta stringendo il suo sesso e gli ha infilato l’altra tra le natiche.

 

-Lascialo andare o ti spacco la testa!-

 

Il vecchio si volta di scatto.

Antonio cade in ginocchio sul pavimento tremando.

Marzio tiene tra le mani la spranga di ferro che serve a chiudere la porta dei bagni durante la notte.

 

-Guarda che non scherzo!

Vivo nei vicoli,sono abituato a difendermi!-

 

Gli occhi grigi del vecchio fissano a lungo quelli azzurri di Marzio.

Si rende conto che non scherza,allora scoppia in una risata folle:

 

-Difendilo il tuo moccioso!-

 

Si tocca la guancia come per indicare la cicatrice di Antonio:

 

-Gliel’ho fatto io quel taglio!-

 

Marzio ha sempre la spranga in mano.

 

-Con una bottiglia rotta,se ti fa piacere saperlo!-

 

Marzio si sente ribollire il sangue dalla rabbia,ma riesce a mostrarsi indifferente,fermo, con la spranga stretta tra le mani, guarda negli occhi il vecchio che ride e continua a dire oscenità.

Antonio è in ginocchio sul pavimento con i pantaloni mezzi calati,che si copre con la sua maglietta,gli occhi sbarrati fissi nel vuoto.

Nella sua mente stanno tornando ricordi mai cancellati,che erano rimasti nascosti in qualche angolo per tutti questi anni e ora l’incontro con l’odioso vecchio sta riportando alla luce come un fiume in piena.

Ricordi fatti di buio,di parole incomprensibili;botte,facce spaventose,risate sguaiate,sigarette che si accendono e si spengono su di lui.

 

-Come dite voi?

Me lo sono scopato!

Non è stato mica facile:scalciava come un mulo:ho dovuto riempirlo di botte per domarlo!

Gridava,gridava…io gli sbattevo la testa dappertutto fino a che non è stato zitto.

Per scoprire poi che cosa?

Che non ero io il primo,che in quel suo culo ce lo aveva già messo qualcun altro!

E me lo avevano fatto pagare come nuovo!

Eravamo in un cesso più sporco di questo.

Per la rabbia ho rotto una bottiglia che c’era lì per terra e gli ho tagliato la faccia,così che non lo volesse più nessuno!

Io li cercavo biondi,carini,che ci stanno,con gli occhi azzurri,questo qui così nero mi faceva anche un po’ schifo!-

 

Si accende una sigaretta voltandosi verso Antonio:

 

-Credevo che a forza di picchiarti fossi crepato,ti ho lasciato al tuo posto,in un cassonetto dell’immondizia!-

 

Il vecchio manda giù con una mano la spranga di Marzio.

Ride sarcastico:

 

-Difendilo,difendilo!

…è vecchio,usato e brutto.

Se lo saranno scopato chissà quanti.-

 

Sparisce nella notte illuminata dalle luci artificiali della discoteca e dal chiarore viola dei fulmini che si abbattono sul mare.

La spranga cade in un angolo.

Marzio aiuta Antonio a rialzarsi,a vestirsi,lo porta via abbracciandolo stretto e guardandosi intorno in cerca del vecchio che non si vede più.

Nella mente mille domande che avrebbe voluto porgli:dov’era quando ha fatto del male al suo Anto?

E che gliel’ha portato?

Aveva una famiglia?

E se l’aveva ,ora dove sono?

Domande che resteranno per sempre senza risposta.

 

                                                          * * * * * * * * * * * * * * *

 

È scoppiato un violento temporale.

Steso sul letto Marzio sente lo scrosciare della pioggia, stringe Anto contro di sé.

La tenda sventola fino a rischiare di strapparsi per il vento impetuoso che entra dalla finestra aperta.

Una sofferenza così ingiusta è difficile da consolare.

Marzio vorrebbe dire qualcosa,ma non gli viene in mente niente.

Se ci fosse suor Cherubina!

Lei saprebbe trovare le parole.

Com’è crudele la vita.

Marzio pensa all’amica suora,gli sembra di sentire il profumo di cera della comunità…rivede Antonio vestito da paggio medievale…Antonio sopraffatto dall’emozione il loro primo incontro…Antonio che si tuffa in mare e ride…

I suoi pensieri si confondono.

Prova una sensazione di freddo.

Apre gli occhi e la luce del sole glieli fa subito richiudere.

Si sente distrutto.

Deve essersi addormentato e Anto non è più sul letto.

È seduto sul terrazzino a guardare la mareggiata.

Sente Marzio muoversi,si alza ed entra.

Gli occhi gonfi e pesti,le braccia abbandonate lungo i fianchi.

Marzio gli va incontro.

 

-Anto,scusami,io…dormivo…-

 

Lo abbraccia:

 

-Andiamo giù a mangiare qualcosa,vieni,facciamo prima una doccia …-

 

Marzio insapona a lungo i capelli di Anto e restano abbracciati sotto il getto caldo della doccia fino a che non sono completamente risciacquati.

Quando sono pronti per uscire notano una busta che è stata infilata sotto la porta.

Antonio la prende,la strappa per aprirla:ci sono diversi biglietti da 500 euro e un biglietto scritto a mano con una calligrafia regolare ed elegante:

 

                                     “Le puttane si pagano.

                                                  Io non ti avevo pagato perché credevo che

                                                  Avessi tirato le cuoia.

                                                  Sono stato in debito con te per tanti anni.

                                                  Sono pochi soldi.

                                                  Tu chissà di quanti uomini eri stato

                                                  E valevi poco.

                                                  Sei uno sporco negro.”

 

Marzio maledice di non essersene accorto:avrebbe dovuto prenderla lui quella busta,leggere solo lui il biglietto e risparmiare ad Anto questa nuova umiliazione.

Si mette in tasca biglietto e soldi e fa segno al ragazzo di seguirlo.

 

                                                        * * * * * * * * * * * * * * *

 

Nel corridoio del secondo piano,dove c’è la camera del vecchio le cameriere sono al lavoro per riassettare le stanze.

Si stanno dividendo dei soldi:la mancia lasciata dal vecchio signore che se n’è andato:la suite dove alloggiava con la moglie e i nipoti è tutta sottosopra per le pulizie.

È tornato a casa,meglio non sapere dove.

Marzio si tira fuori di tasca la busta,estrae il biglietto e lo rilegge:non è facile entrare nel cervello malato di un maniaco come quello.

Maniaco ma non assassino.

Forse anche lui ha una sua logica,forse bisogna leggere tra le righe e invece degli insulti interpretarlo così:

 

         “Per anni ho vissuto col rimorso di averti ucciso.

             Ti lascio questi soldi,

             non posso comprare

             il tuo perdono,

             ma ti prego di

             accettarli.

             Sei un bravo ragazzo.”

 

Mette il biglietto nel portafoglio pensando di mostrarlo a suor Cherubina.

 

* * * * * * * * * * * * * *

 

Con la mareggiata di stamattina la spiaggia è il regno dei surfisti.

Gli ombrelloni sono chiusi,lo spiazzo del bar pieno di tavole da surf.

 Marzio prende Anto per mano e vanno a fare un giro in città.

Nel mercato sventolano teli da mare,camice hawaiane,l’odore del pesce si mescola con il profumo della frutta.

Girano così,tra tutta quella gente,senza parlare.

Sulla soglia di una piccola chiesa un frate sta pulendo con la scopa il riso lanciato a un matrimonio.

Antonio lo indica a Marzio che gli va vicino,si tira fuori la busta dalla tasca e gliela mette in mano:

 

-Padre,faccia dire una messa per noi…-

 

Il frate non ha capito.

Marzio congiunge le mani:

 

-Ora pro nobis…-

 

Il frate ha capito,sorride:

 

-Sì,sì,sì…-

 

Marzio e Antonio si allontanano.

Il frate sbircia curioso dentro la busta.

Alza gli occhi incredulo:cerca i due turisti per ringraziarli,ma sono già spariti nella confusione del mercato.

 

                                                                       FINE