parte III di Linras
Sapevo che sarebbe successo, alla fine sei crollato. Per tutto il giorno hai fatto finta di niente, comportandoti come il solito Hanamichi, ma ormai so riconoscere la tua maschera, i tuoi sorrisi falsi. Eppure abbiamo continuato a recitare, ognuno la sua parte: te il buffone megalomane e io l’amico sorridente e paziente. Abbiamo girovagato per Tokyo, tra un negozio di dischi e uno di articoli sportivi; abbiamo mangiato in un parco e poi il pomeriggio l’abbiamo trascorso in una maxi sala giochi appena inaugurata. Insomma, la classica giornata passata fra amici. La sera, come ti avevo promesso, siamo venuti in casa mia e, approfittando dell’assenza dei miei genitori, abbiamo guardato un film mentre cenavamo. Finito il film, siamo andati in camera mia, per parlare: ormai questa è anche un po’ camera tua, tante sono le volte che hai dormito da me o che sei venuto a trovarmi. In questa camera si è sviluppata la nostra amicizia, fatta di giochi, piccoli segreti. Qui hai cercato il mio conforto quando è morto tuo padre, hai ascoltato i miei consigli. Forse è l’unico posto dove ti senti libero di gettare via la tua maschera e mostrare il vero Hanamichi. Come stasera: adesso sei qui, seduto davanti a me, a testa china, il volto bagnato di lacrime trattenute a lungo, il corpo scosso da violenti singhiozzi. Nel silenzio della stanza risuonano ancora le tue parole, denuncia a un mondo che non ha voluto comprenderti, limitandosi a considerarti un teppista sbruffone. Ma io ho raccolto il tuo grido di aiuto e adesso e per sempre sarò al tuo fianco a consolarti. Piano, allungo una mano per asciugare le tue guance umide mentre con l’altra ti attiro a me: nascondi il tuo viso contro il mio collo e presto sento le tue lacrime bagnarmi la pelle, facendomi istintivamente rabbrividire. E’ difficile mantenere il controllo: il tuo corpo caldo contro il mio, il tuo respiro affannoso che mi solletica l’orecchio. Quasi non mi accorgo nemmeno di aver cominciato ad accarezzarti la schiena. “Neanche lei…ha saputo accettarmi….sono solo…una nullità…” “Shh. Vedrai che un giorno arriverà la persona giusta.” “Non è vero, tutti mi guardano e vedono in me solo un buono a nulla, un…” “Io non vedo questo guardandoti. Vedo un ragazzo pieno di vita, leale, generoso, coraggioso..” Mentre parlo lo faccio sdraiare per terra: adesso lui è sotto di me, tremante, con occhi luminosi che mi guardano stupiti per ciò che sto dicendo. Lo sento, sto perdendo il controllo….e un unico pensiero occupa la mia mente: se non posso amarti, permettimi almeno di asciugare le tue lacrime. Dolcemente gli bacio le guance, una mano che si infila sotto la sua maglia, accarezzando la sua pelle. Hana sembra interdetto, ma non si tira indietro, anzi, lo sento rilassarsi sotto i miei tocchi. Quando la mia mano raggiunge un suo capezzolo, un debole gemito fuoriesce dalle sue labbra, come un invito a proseguire. Ti sfilo la maglia guardandoti in volto: tieni gli occhi chiusi, immerso nelle sensazioni che ti sto donando. Lo so che ne hai bisogno: per la prima volta qualcuno ti sta dimostrando di desiderarti, poco importa se è il tuo migliore amico. Forse domani mi odierai per quello che ti ho fatto, ma ora non riuscirei a fermarmi. E so che nemmeno tu lo vorresti. La mia bocca si chiude su un tuo capezzolo, facendoti inarcare per il piacere. Le mie mani stanno accarezzando i fianchi e le cosce, protette dai jeans, in una lenta tortura. Scendo con la bocca lungo il tuo corpo, senza mai distogliere gli occhi dal tuo viso. Lo sai a cosa ci condurrà tutto questo? E’ così grande il tuo bisogno di affetto da offrirti così totalmente? Ti privo dei pantaloni e dei boxer. Vuoi tirarti indietro ora? Fra poco non lo potrai più fare. Sei sicuro? Comincio a leccare il tuo pene, incitato dai tuoi gemiti; come è buono il tuo sapore. E questa è l’unica volta che potrò assaggiarti. Il mio cuore sanguina mentre ti prendo in bocca, succhiandoti sempre più velocemente finché, con un urlo, non vieni permettendomi di assaporare il tuo seme. Mi allontano da te e ti osservo: probabilmente non ti sei nemmeno reso conto di cosa sta succedendo. Stiamo facendo l’amore, ma tu, forse, stai pensando a lei: forse stai immaginando che sia lei a darti tutto questo piacere. Ma qui ci sono io, osservami! Non mi vedi? Mi spoglio velocemente e mi stendo su di te: il tocco fra le nostre virilità ci fa gemere entrambi. Sei ancora inerte fra le mie braccia: potrei abusare di te senza che tu reagisca. Ma non è questo che voglio: per una sola volta voglio sentirti parte di me, farti urlare per il piacere che ti provoco con il mio corpo. E’ questo che penso mentre scendo sulla tua virilità pulsante. Un urlo esce dalle tue labbra mentre ti inarchi per affondare ancora di più dentro di me, e nemmeno il dolore che provo, mi distoglie dall’osservare la tua espressione stravolta dal piacere. Come sei bello in questo momento Hanamichi. E io ti amo. Lo ripeto dentro di me ad ogni mio movimento, cancellando il dolore che mi stai provocando. Ti ho donato la mia verginità Hana, te ne sei reso conto? Sai cosa significa? Che per me sei così importante da non desiderare nient’altro in cambio del tuo appagamento. Ed è questo quello che vedo sul tuo volto, subito dopo l’orgasmo; ed anch’io, nonostante non abbia provato altro che dolore, mi sento soddisfatto perché sono riuscito a donarti un attimo di felicità. Velocemente scivoli nel sonno e io non posso fare a meno di baciarti sulla fronte e sussurrarti un “ti amo” che non puoi sentire.
Hanamichi si svegliò con uno sgradevole senso di solitudine: dove era quel calore che lo aveva avvolto fino a poco prima, dove quella sensazione di dolcezza e affetto? Lentamente si guardò intorno ma la stanza era immersa nel buio: dov’era finito Yohei? Perché non era al suo fianco, addormentato? Un’amara consapevolezza colpì la sua mente: se ne era andato, anche lui l’aveva abbandonato! Eppure poteva ancora sentire quelle parole sussurrate nell’oscurità: erano sincere, lo sapeva. Yohei non sarebbe mai stato capace di mentirgli; e poi per quale motivo avrebbe dovuto farlo? Non capiva. A tentoni riuscì ad accendere la luce di una lampada; la prima cosa che vide fu il sangue: il pavimento e il suo inguine ne portavano traccia. Sconvolto alzò la testa e solo allora noto Yohei: il ragazzo gli dava le spalle, seduto sul pavimento a gambe incrociate, ancora nudo. “Yohei” Voltò il capo nella sua direzione, mostrando due occhi tristi e malinconici. Hanamichi gli si avvicinò, spaventato dal suo comportamento che non riusciva a spiegare. Sembrava come se si fosse pentito di quello che aveva fatto. E lui non voleva: aveva atteso questo momento da così tanto tempo che adesso gli sembrava di vivere in un sogno. Da quando si era accorto di essere irrimediabilmente attratto dal suo migliore amico, sapendo di non poter essere ricambiato, aveva cercato disperatamente di convogliare i suoi sentimenti sulle ragazze, con risultati a dir poco catastrofici. Ma ora… “Perdonami per quello che è successo. E’ stato un errore.” Le parole di Yohei risvegliarono Hana dai suoi pensieri. “Cosa?!” “Non ti preoccupare, so che pensavi a lei. Non …” “Shh” Hana abbracciò Yohei bruscamente, facendogli appoggiare la schiena sul suo torace. Non doveva dire niente, adesso era il suo turno di svelare i suoi sentimenti. “Non pensavo a lei...” Sentì Yohei trasalire tra le sue braccia. Piano, lasciò scivolare una mano sul torace del ragazzo facendolo rabbrividire. “stavo pensando a te...” La mano si insinuò fra le gambe di Yohei, sfiorandogli il pene. “è da tanto tempo che ci sei solo te nei miei pensieri…” Cominciò ad accarezzarlo lentamente. “Hana…aah” “le altre non sono nulla per me...” Con un dito stuzzicò la punta del suo pene, mentre Yohei si inarcava aprendo le gambe e offrendosi totalmente alle sue carezze. “non mi importa niente di Haruko…” Velocizzò le sue carezze, osservando il capo reclinato del ragazzo, gli occhi spalancati dal piacere, le labbra socchiuse da cui fuoriuscivano alti gemiti, le gote leggermente arrossate. “sei tu la persona più importante per me…” Con l’altra mano cominciò ad accarezzargli i testicoli. “perché ti amo.” Con un urlo Yohei venne nella mano di Hanamichi, rilassandosi fra le sue braccia. “Davvero?” “Ti amo!” “Anch’io!” Con le lacrime agli occhi, Yohei lo baciò dolcemente gustando per la prima volta il sapore delle sue labbra. Hana ricambiò con passione, mentre lo faceva sdraiare per terra. Con una mano scese a prepararlo, continuando a baciarlo per distrarlo. Poi entrò dentro di lui, lentamente. Yohei gemette di sorpresa: non era la stessa sensazione di prima; quasi non avvertiva dolore, solo calore. Hana si mosse dentro di lui e il ragazzo non poté fare a meno di allacciare le gambe intorno alla vita del rossino, andando incontro alle sue spinte. Quando Hana arrivò a un punto particolare dentro di lui, urlò con tutte le sue forse, venendo per la seconda volta, subito seguito dal suo amante. Stanchi, si abbracciarono, mentre Hana attirava sul suo petto il suo migliore amico. “Vorrei che questa notte non finisse mai” sussurrò Yohei. “Non finirà. In questa notte infinita, ti amerò per l’eternità.” FINE
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