parte II di Linras
Sono stanchissimo: per tutta la notte non ho fatto altro che rigirarmi nel letto, pensando ad Hana. Cosa mi deve dire di così importante da anticiparmelo per telefono? Purtroppo temo che riguardi Haruko. Domani è San Valentino e sicuramente vorrà qualche consiglio su come invitarla e come dichiararsi. E io che avevo progettato di rimanere in casa per qualche giorno: invece sono costretto a venire a scuola e soprattutto a indossare nuovamente la mia maschera. Ma arriverà il giorno in cui potrò gettarla lontano e dimenticarla per sempre? Non lo so e ho paura di rispondermi. Ecco, finalmente sono arrivato a scuola…e Hana è già lì ad aspettarmi. Hanamichi puntuale?! Sono sempre più preoccupato! Mi avvicino lentamente regalandomi questi istanti in cui posso osservarlo tranquillamente: come è bello! Adoro tutto di lui, dal suo corpo, temprato da anni di risse e dal basket, alla sua pelle, leggermente dorata. Ma quello che amo più di ogni altra cosa sono i suoi occhi, così limpidi, profondi, su cui si riflettono tutti i suoi pensieri, in cui si può scorgere quella fragilità che tenta invano di nascondere ma che ha concesso a me di vedere. In quegli occhi posso leggere il desiderio di essere accettato per quello che realmente è, un ragazzo dolce e affettuoso, con un gran bisogno di affetto dopo la morte del padre. Un affetto che vorrei tanto essere io a donargli. E che dire poi dei suoi capelli: rossi come il fuoco, l’elemento che più assomiglia al mio Hana, passionale e pieno di vita. Una volta sono riuscito ad accarezzarli e non potrò mai dimenticare la loro morbidezza. Sigh! Ormai sono arrivato. Forza Yohei, è ora di tornare a essere il suo migliore amico.
“Ciao Yohei!” “Ma sei proprio te?” “??” “Secondo me sei un clone di Hanamichi! Lui non sarebbe mai arrivato puntuale a scuola!” Hanamichi arrossì leggermente e rilassò il pugno, già pronto a punire l’irriverenza del suo amico. Poi, senza dire nulla, lo prese per un braccio e lo trascinò in palestra, a quell’ora deserta. “Uhm, per fortuna che Rukawa non è ancora arrivato.” Yohei si liberò della presa del rossino e lo guardò leggermente irritato. “Insomma mi vuoi dire che ti prende?” Hana si lasciò cadere per terra, schiena alla parete, con un’espressione abbattuta. Yohei, dopo un attimo, si sedette al suo fianco, sospirando. “Avanti, sai che ti puoi fidare di me. Cosa è successo?” “…non viene..” Non ci fu bisogno di aggiungere altro: il ragazzo aveva già capito cosa era successo, Hanamichi era stato rifiutato un’altra volta. Con affetto gli poggiò una mano sulla spalla, senza dire niente. Cos’altro avrebbe potuto fare? In quel momento era combattuto da due sentimenti contrasti: la tristezza per Hana e la speranza per se stesso. Per un attimo esultò, per la scomparsa di questa nuova rivale. Ma fu solo un attimo: quando posò gli occhi su Hana capì che in quel momento aveva bisogno di lui, come amico. Il ragazzo infatti sedeva a capo chino, il corpo scosso da leggeri tremiti, gli occhi chiusi. Velocemente accantonò tutte le sue speranze, per dedicarsi a lui: lo abbracciò dolcemente, accarezzandogli la schiena per tranquillizzarlo. “Ascoltami Hana.” Il rossino alzò il volto, guardandolo con occhi tristi. “E’ tanto che non dedichiamo un giorno a noi due, senza gli altri della Gundan. Domani potremmo saltare la scuola e andare a Tokyo, è da tanto tempo che ne parliamo. E poi, al ritorno, vieni a cenare a casa mia: una pizza e un buon film. Ti va?” Hanamichi sorrise leggermente. “Dimentichiamoci che giorno sia domani e pensiamo solo a divertirci. Vedrai, un giorno troverai la ragazza giusta, che saprà apprezzarti. Avanti, tensai, non bisogna mai disperare!” Hana annuì e un bel sorriso illuminò il suo viso. Lo abbracciò di slancio mentre esclamava: “Sei veramente un amico!” Yohei scoppiò a ridere, sciogliendosi dal suo abbraccio. “Forza, è suonata la campanella. Ti raggiungo subito, intanto vai avanti!” Hana annuì e lo lasciò solo con i suoi pensieri.
Lo guardo mentre si allontana e non posso fare a meno di rattristarmi: un amico….Lui vedrà solo questo in me. Non ho speranze di essere ricambiato, né ora, né mai. Lo sapevo ma fa male lo stesso: decisamente molto male. Soprattutto sapendo che domani passerò tutta la giornata a consolarlo del rifiuto di Haruko, magari convincendolo a puntare la sua attenzione su qualche altra ragazza. Un autentico suicidio, insomma! E ancora una volta mi domando: perché mi sono innamorato proprio di lui? Perché quando me ne sono accorto non ho cercato di distruggere questo sentimento, ma invece l’ho coltivato rendendolo talmente profondo e assoluto da oscurare tutti gli altri? E la risposta non tarda ad arrivare: perché è la cosa più bella che io abbia mai provato, e neppure il dolore che mi provoca mi può convincere ad abbandonarla. Non ho speranze, lo amo troppo per rinunciare a lui; e allo stesso tempo so che sarà proprio il mio amore a darmi la forza di lasciarlo libero di vivere la sua vita senza di me.
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