Buon Natale a tutti^^



Notte di verità

di Hymeko

L’aria era ancora tiepida, anche se il calendario segnava il dieci di dicembre. Le strade erano affollate di persone che si impegnavano a cercare i regali giusti per le persone cui tenevano…oggetti semplici o costosi non faceva differenza, l’importante era che fossero quelli fatti apposta per lui/lei.
E questa consapevolezza rendeva tutto più difficile.
Sospirando, il Faraone si fermò davanti a una vetrina addobbata. Un albero di Natale, delle sfere di vetro, pacchetti scintillanti e neve finta. Tantissima, abbondantissima neve finta.
Lui adorava la neve, e non vedeva l’ora che arrivasse. Aveva una vera e propria mania per l’acqua gelata, bianca e soffice, dispensatrice di pace, sogni e illusioni…
”Allora, Yugi. Di cosa volevi parlare?”
L’altro sospirò, guardando il riflesso del minore dei fratelli Kaiba. Anche lui sembrava soprapensiero, ma il lavoro alla loro ditta l’aveva abituato a tornare in fretta nel mondo reale.
”Io…si avvicina il Natale”
”…non ricordarmelo”
I due fratelli gli facevano un po’ pena. Non facevano altro che lavorare, e le feste per loro erano praticamente un massacro. Dirimere ordini, controllare le consegne, risolvere problemi…mentre le persone normali si rilassavano, la loro esistenza si concentrava sui monitor dei computer.
Anche se, secondo Mokuba, da quando lui stava col fratello, Kaiba aveva diradato i suoi impegni. In verità il Faraone non ne era tanto sicuro, dato che spesso dovevano fare mezzi salti mortali per un bacio, ma per ora gli bastava. Si era ripromesso di non pensare a nulla di negativo…avrebbe improntato la sua esistenza alla felicità.
’Trovare quel che mi serve sarebbe un buon inizio…’
”Mokuba…cosa si regala a uno che ha, e può avere, tutto e anche di più?”
Il riflesso del ragazzino lo fissò:
”Quando hai trovato la risposta fammela sapere. Sono anni che finisco sempre per regalargli delle carte ultrarare…ci potrebbe costruire un castello vero, ormai”
Il Faraone sospirò, abbassando le spalle. Aveva sperato che Mokuba potesse dargli una buona idea, ma a quanto pare era sulla sua stessa barca.
”Non puoi chiedere ad Anzu-san di darti una mano? E magari anche un’idea per me…”
”…ha detto di non conoscere abbastanza i gusti di tuo fratello”
Non gli disse che aveva anche aggiunto che un completino di seta nera stava bene a chiunque…anche perché quello se l’era già comprato per Capodanno.
”Uhm…agli altri non hai ancora detto nulla?”
”…non ne ho avuto il coraggio”
Mokuba si voltò, appoggiando la schiena alla vetrina:
”Sai che sei strano? Cioè, senza offesa…hai avuto il coraggio di dichiararti a uno col carattere di mio fratello…e ti fai tanti problemi coi tuoi amici?”
”…non rigirare anche tu il coltello nella piaga, per favore. Ci pensa già il tuo adorato fratello maggiore”
”Perché?”
Lo Spirito osservò lo scintillio sulle bocce di vetro, chiedendosi se un gioiello potesse essere di suo gradimento:
”Perché Kaiba vorrebbe che glielo dicessimo al più presto. Mi ha assicurato che sarà al mio fianco, che mi sosterrà e che non insulterà Jono più del necessario, se questi non farà scene…basta che la smettiamo di vederci al volo mentre giriamo l’angolo, e di lasciarci le mani ogni volta che si avvicinano”
Il sospiro di Mokuba si unì al suo, in totale sincronia con la sua frustrazione:
”Lo so, lo conosco da più tempo di te. E non sopporta queste cose…preferisce mettere in chiaro subito la verità”
”La fa facile lui. Non li sopporta, anche se ci dovessimo litigare a lui non cambierebbe molto”
”Per me ti sbagli, su questo”
”Eh?”
Il Faraone lo guardò. Sembrava davvero sicuro della sua affermazione.
”Prima di mettersi con te, non gli sarebbe importato nulla. Ma ora…tu sei il suo ragazzo, e mio fratello tiene molto alla tua felicità. Un litigio coi tuoi amici comporterebbe la tua pena, e lui lo sa bene. E non vuole che accada”
Lo Spirito del Puzzle si sentì uno stupido, per non esserci arrivato:
”…hai ragione. Anche per questo voglio trovare qualcosa di speciale…”
”…e sei nei guai esattamente come me”
Uno sbuffo in coro li accomunò, convincendoli a trascinarsi verso il grande magazzino successivo, pieno di pupazzi e di cose carinissime. Per delle ragazze, ovviamente.
”Se gli regalassi un pupazzo non ne sarebbe contento, vero?”
”Bah…se è a forma di Jono-uchi e lo può prendere a pugni…potresti aver fatto centro”
”Mokuba…”
L’altro soppesò un pupazzo, saggiandone la consistenza:
”Non ti ve bene come idea? No? Allora la sfrutto io, se non ti spiace”
”Ma Mokuba!”
”Che c’è?! In fondo, per fare un regalo, bisogna pensare a ciò che chi riceve vorrebbe! E a mio fratello una cosa simile piacerebbe di certo!”
”… ciò che chi riceve vorrebbe…”
Quella frase lo accompagnò per tutto il ritorno verso casa. Si era rimesso il Puzzle attorno al collo, e aveva lasciato a Yugi il compito di fare attenzione alla strada. Cosa Seto Kaiba desiderava veramente, da lui? Cosa non gli aveva ancora dato? Come avrebbe potuto sorprenderlo?
Camminando nei corridoio bui del labirinto all’interno del Puzzle, il Faraone pensava alla loro intensa storia. Benché stessero insieme da poco meno di un anno, era una relazione densa e viva. Il desiderio non svaniva col passare dei giorni, né il sentimento scemava in qualcosa di felpato e superficiale. Era tutto come la prima volta…o come quando ancora non si erano dichiarati, un gioco di attese e sguardi carichi di significato.
Le mani ancora tremavano quando arrivavano a toccare la pelle nuda, e un gemito sempre nuovo sfuggiva alle labbra di entrambi, nel momento appena precedente la loro unione.
Passione e bramosia erano loro sorelle, beatitudine e stanchezza le compagne dopo la furia dell’amplesso.
Si appoggiò a uno dei muri del labirinto. Non voleva donargli una notte di sesso sfrenato e senza regole. Anche se l’avrebbe gradita, era qualcosa che avrebbero potuto fare sempre. Non ci sarebbe stato nulla di originale…mentre lui voleva assolutamente che quel giorno Kaiba ricevesse un dono in grado di fargli dire, con ancora più forza, che…sì, si era innamorato della persona giusta.
”Cosa devo fare…”
Faraone?
Mio alter ego
Hai bisogno di aiuto?
Io…
Yugi si spogliò e si infilò sotto la doccia, respirando le volute di vapore profumato.
È ancora per il regalo di Kaiba-kun?
Già
Non hai proprio nessuna idea?
…è difficile. Mokuba mi ha suggerito di pensare a cosa lui vorrebbe ricevere, ma non ho spunti
Lo shampoo ammorbidì i capelli del ragazzo, rendendoli lucenti. Da quando il suo alter ego stava con Kaiba, era particolarmente attento al proprio aspetto. Voleva che tutto fosse perfetto, per loro. Per il suo amico più caro, per l’altra metà del suo essere. Era un minuscolo ringraziamento, per tutto ciò che aveva fatto per lui.
In effetti Kaiba-kun non dev’essere facile da soddisfare
Vorrei dargli qualcosa che non si possa comprare, ma la lista dei possibili regali è sempre più sottile
…non avrei nulla da ridire, se volessi passare con lui qualche giorno
………
Faraone?
Era avvampato…lo vedeva anche fra la schiuma che gli colava negli occhi.
Ci ho pensato, ma non voglio che sia una notte di lussuria. Quella…
…non sarebbe unica, giusto?
Già
Allora…
Che si fa?
Non ne ho idea
Yugi chiuse l’acqua e si asciugò. Doveva assolutamente aiutare il suo amico!

Adorava la scuola. Le ore passate fra i banchi, a camminare accanto ai suoi amici. Fermandosi vicino al suo ragazzo, osservando gli occhi blu percorrere veloce il quaderno, un po’ annoiati. Per lui il normale liceo era una sciocchezza…era contento che avesse deciso di non andare all’università, così poteva continuare a vederlo.
Kaiba probabilmente lo sapeva, avrebbe potuto giurare che molte volte avesse incrociato il suo sguardo. Non ne aveva la certezza, dato che oltretutto lui faceva finta di niente.
Ma gli andava bene comunque. Era divertente.
Anche se, ultimamente, Kaiba pareva non accorgersi più di lui. O forse si dimenticava che era lì, accoccolato accanto al suo banco. Il suo sguardo era assente, i pensieri distanti. I primi giorni aveva sofferto per questo, chiedendosi chi o cosa avesse potuto scalzarlo dalla cima della sua mente. Poi aveva capito, seguendo i suoi occhi.
Kaiba fissava Jono-uchi. L’ostacolo da superare, il prossimo scoglio, e probabilmente il più duro.
Si sedette su un banco vuoto, fra i due.
Lo sguardo blu lo trapassava, conficcandosi nella schiena del biondino. Se avesse rifiutato la loro relazione…se gli avesse chiesto di scegliere, fra la sua amicizia e Kaiba…cosa avrebbe fatto?
Sapeva già la risposta, ma non voleva pensarci. Ora che aveva trovato il regalo giusto, doveva solo sperare in bene.

”Mokuba…per favore, lasciaci andare”
Il ragazzino strinse i pugni. Suo fratello e Yugi erano assieme, in piscina. Sapeva che Yugi aveva detto loro che era il ragazzo di suo fratello, ma non aveva capito bene come l’avessero presa. Anzu non aveva avuto problemi ad accettarlo, a quanto pareva, ma su questo non aveva mai avuto molti dubbi.
Gli altri…Honda si stava fissando le punte dei piedi. Bakura sembrava ringhiasse o ridacchiasse, non era chiaro. Jono-uchi…Anzu era accanto a lui, a tentare di frenare la sua carica ostile.
”Dipende. Cosa hai intenzione di fare?”
Il biondino sospirò, allontanando la ragazza:
”Voglio solo parlare con loro, te lo giuro”
Mokuba soppesò la situazione. Suo fratello non sarebbe stato contento, se li avesse fatti passare. Ma dopotutto Yugi aveva detto tutto…avevano diritto a un confronto.
Strinse i denti. Doveva fare la cosa giusta. Doveva proteggere suo fratello e Yugi.
”Va bene, ma a due condizioni. Primo, andrete solo tu e Honda. Siete tanti, e lo conoscete mio fratello. Con troppa confusione si inacidisce. Secondo, sappiate che vi controllerò tutto il tempo. Terrò accesi i microfoni disseminati nella sala. Se oserete essere sgarbati con loro, o peggio…manderò le guardie e vi farò pestare. Chiaro?”
”Limpido. Kaiba sarà contento di come stai crescendo, eh?”
”Jono-uchi!”
Anzu sperò che la scortesia dell’amico non rovinasse tutto, ma Mokuba era davvero un ottimo industriale:
”…è estasiato”
commentò gelido.
Con un cenno, li invitò a seguirlo, lungo i corridoi imponenti del loro palazzo. I segni dell’esistenza di Kosaburo erano svaniti, i due fratelli avevano cancellato quel triste passato, rendendo la villa accogliente e fatta su misura per loro. Anche se alcune cose erano rimaste, poche idee del loro patrigno che avevano suscitato il loro interesse…
”Ecco, sono in fondo a questo corridoio. Spero per voi che vada tutto bene”
mormorò, ripercorrendo i propri passi, leggero e dritto nel suo incedere, senza un accenno di tentennamento.
Honda e Jono-uchi si guardarono. Erano rimasti soli…alla fine di quel corridoio in lieve pendenza, una volta incontrati Yugi e Kaiba, cosa sarebbe accaduto?
”Andiamo”
mormorò il biondino, avanzando verso la luce che proveniva dal fondo.
”Hai pensato a cosa fare? Cosa dirai loro?”
”…no. Ma ho tanta voglia di spaccare il muso a Kaiba”
Jono…”
”Stai tranquillo. Non sono così schiavo dei miei istinti”
Honda lo fissò, scuotendo la testa:
”Speriamo in bene…”
Il lungo corridoio terminò, e una meraviglia li accolse. Una selva di colonne, probabilmente quelle su cui si appoggiava la casa, e molte di semplice decoro, si innalzava sull’acqua.
I due ragazzi si guardarono, per poi strofinarsi gli occhi. I fusti dei pilastri, il pavimento che si inabissava sotto l’acqua, i bordi delle pareti, erano tutti piastrellati con minuscoli tasselli di ceramica, ondate di colore in cui si susseguivano il dorato della sabbia delle spiagge dell’Australia, il blu profondo dei mari oceanici, l’acquamarina dei bassi fondali delle limpide cale greche, e il verde delle alture delle isole delle Antille, che si specchiavano nel mare ricco di storia, fascino e leggenda…acqua a perdita d’occhio, onde finte che si infrangevano su un gruppo di scogli, stelle marine e conchiglie sparse sul fondale, fra pepite d’oro. Un intero piano di quella mega villa era stato trasformato in una piscina…
”Santi…nubi”
Honda annuì. Erano davvero ancora in una casa?
Jon…”
Sssshhh!!! C’è qualcuno là!”
L’amico lo tirò a terra, facendolo nascondere dietro un grosso cespuglio in vaso.
”Ma sei cretino?! Ma certo che c’è qualcuno, Yugi e Kaiba! Ti sei scordato che siamo qua per loro?”
”…ehm…scusa”
Si fissarono. Non avevano idea di cosa fare. Una cosa era stata arrivare fin lì, ma l’idea di affrontarli entrambi, assieme, stava smontando i loro ardenti spiriti.
Jono…che si fa?”
”…non ne ho idea”
”Che cretino che sei! Non eri tu quello tutto baldanzoso all’idea di confrontarti con quei due?”
”Sì…ma…”
Il ragazzo si succhiò un pollice, le lacrime agli occhi. Nei suoi sogni, gli bastavano due parole per umiliare Kaiba, e accogliere Yugi di nuovo nel loro gruppo, finalmente risvegliatosi dall’incantesino che il malvagio stregone, signore dei Draghi Bianchi Occhi Blu, gli aveva gettato.
Ma la realtà era un’altra…bastava sbirciarla fra le foglie degli arbusti che attorniavano la piscina.
”Ma un corno! Vogliamo tornarcene indietro con la coda fra le gambe?”
”…non so”
Honda si grattò la testa, il sangue che gli ribolliva nelle vene. Certe volte il suo amico proprio non lo sopportava!
”Ascolta Jono! Non riesco a capire cosa il Faraone ci trovi in Kaiba, ma mi fido ciecamente del suo giudizio. In più, dato tutto ciò che ha fatto per noi, non ho intenzione di fare domande o litigarci. Se per lui è importante…a me va bene”
Il biondino non aveva afferrato tutte le parole di quel sussurro un po’ alterato, ma il senso era chiaro: era rimasto solo. Nessuno degli altri avrebbe obbiettato. Avrebbero lasciato il loro più prezioso amico nelle grinfie di quel maledetto Kaiba. Poteva capire che Anzu, yaoista dichiarata, facesse il tifo per loro. Ma non comprendeva l’atteggiamento di Honda…anche lui aveva assaggiato il Death-T, perché accettava che il Faraone si affidasse a…Kaiba?
Bakura, poi, aveva avuto la reazione più strana. Aveva semplicemente ridacchiato, mentre un lampo soddisfatto gli attraversava lo sguardo.
”Sì…però…è pur sempre Kaiba…”
”E allora???!!! È lui che deve starci assieme!”
Honda aveva ragione, e Jono-uchi lo sapeva. Però…però…era difficile da mandare giù. Proprio Kaiba…
”Io…non posso non accertarmi che lui sia felice!”
”Aspettami!!!”
Il biondino gattonò dietro le piante, avvicinandosi in silenzio alla fonte del mormorio. Honda caracollava basso dietro di lui, maledicendo il momento in cui aveva accettato di accompagnarlo lì. Magari Anzu sarebbe riuscita a farlo ragionare meglio…
Le voci si avvicinavano sempre di più…Jono-uchi strinse i denti. Kaiba non sarebbe stato felice di vederli lì, poco ma sicuro.
’Non ha altra scelta!’
tentò di convincersi che avrebbe avuto successo, che non sarebbe stato cacciato a calci da quella casa, che il Faraone lo avrebbe difeso…
…o forse no.
Honda si scontrò con l’amico, che s’era bloccato dietro un vaso. Non tentò nemmeno di parlare, dalla sua espressione violacea aveva compreso abbastanza. I due piccioncini erano vicini, e impegnati in tenere effusioni. Sbirciò fra le fronde, e comprese il motivo del colore del suo compagno. Una cascatella fumante riforniva la piscina di acqua sempre calda, e su uno degli ultimi gradini era seduto il Faraone. Il torrentello gli cadeva sulla schiena, scivolando sulle braccia fino al corpo del ragazzo inginocchiato fra le sue cosce, la testa all’altezza delle spalle.
Stavano amoreggiando…i gemiti che sentivano erano quelli dello Spirito del Puzzle, la bocca del presidente gli stava seviziando la pelle del collo…
”S-Santo cielo…”
Honda quasi si soffocò, per non dirlo ad alta voce…
”K-Kaiba…”
Jono-uchi strinse i pugni: il suo amico stava soffrendo? Quel bastardo stava forse esagerando?
”…di…più…t-ti…pre-g-go
’No…forse no’
Jono…dobbiamo dare il beneficio del dubbio a Kaiba”
”…lo so”
Era una fortuna che i due nella vasca fossero tanto occupati, non si sarebbero mai accorti di loro.
I ragazzi si guardarono, facendosi forza a vicenda. Quella non era certo la situazione ideale. Avevano il dovere di assistere senza intervenire. In entrambi regnava l’impressione che non solo il presidente, ma anche il loro amico, si sarebbero ferocemente arrabbiati, in caso di disturbo.
Kaibaaaahhhhhh
”Ti piace?”
Si tapparono le orecchie. I due amanti stavano andando troppo oltre.
”…sì. E questi posto è…meraviglioso”
Gli occhi viola erano spalancati, resi liquidi dal piacere che provava. Anche per loro, a quasi tre metri di distanza, era evidente.
”…passi il resto della notte con me?”
”Sì”
Jono-uchi e Honda si scambiarono un’occhiata: c’era un party a Shibuya, quella sera. E loro avevano in programma di andarci, tutti assieme.
”Yugi…”
Mmmhhhh?”
Il biondo si strofinò gli occhi, incredulo. Kaiba stava leccando i capezzoli del suo amico, che a sua volta lo teneva strettamente premuto contro di sé, le braccia che gli abbracciavano il capo, le gambe allacciate al suo torace.
Sembrava semplicemente in estasi…
”…pensi di poter ottenere un paio di settimane, per noi?”
Mentre il ragazzo accanto a lui riprendeva fiato, Honda vide Kaiba staccarsi dal petto dell’amante, e sollevare il viso, sbirciandolo dal basso verso l’alto. Non c’era la solita rabbia nel suo sguardo, i tratti erano rilassati e leggermente mitigati. Probabilmente solo Mokuba l’aveva mai visto così, prima dell’ingresso del Faraone nel suo cuore.
Hhhmm…credo siano troppe. Una…ssssììììì!!!!!!”
Gli imboscati non avevano idea di cosa il presidente gli avesse fatto, ma non desideravano andare oltre…
”Per Capodanno vorrei portarti via…non mi va di passarlo qui”
”F-Farò quello chep-possssooooooo
Jono-uchi si avvicinò all’orecchio dell’amico:
”Dobbiamo organizzare un veglione, e far di tutto perché lui accetti di partecipare!”
Ma l’altro scosse la testa, rabbuiato:
”Non parteciperò a un’azione di sabotaggio. Se vuole andare con lui, è suo diritto farlo”
La rispostaccia del primo fu soppressa dalla risata del Faraone, che stava tenendo la testa del suo ragazzo fra le mani, fronte contro fronte:
”Davvero?”
”…sì. È il tuo regalo di Natale”
”…sei meraviglioso”
Si baciarono, di fronte agli occhi sempre più increduli degli altri. Non avevano capito cosa Kaiba gli avesse regalato, ma l’aveva reso davvero felice. Nell’abbraccio che li teneva stretti c’era un sentimento dolce e possente allo stesso tempo, desiderio stemperato nell’amore più puro e chiaro.
”Ehi…tu hai mai visto il Faraone tanto felice?”
Jono-uchi non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo dal pavimento. Sapeva benissimo la risposta.
Il Faraone con loro non era mai stato tanto raggiante. Lo avevano a malapena visto sorridere. Mentre fra le braccia di Kaiba lui rideva. Proprio come in quel momento.
”Sei pazzo”
stava esclamando, colmo di felicità.
”…di te”
fu la risposta di Kaiba, ricolma di sentimenti tanto forti da essere quasi disperati. E se lo avvertivano loro, a quella distanza e senza esserne direttamente coinvolti, cosa provava lo Spirito del Puzzle, a sentirlo parlare così?
’Faraone…cosa devo fare?’
Ma quella volta non sarebbe stato lì per lui, a condurlo per mano verso la vittoria. Non era un duello, non c’era alcuna posta in gioco. Solo il Faraone incredibilmente felice.
Jono…ora finalmente capisco”
Gli occhi chiari si posarono in quelli dell’altro, in cerca di una spiegazione.
”L’atteggiamento del Faraone quando Kaiba è stato trafitto, per quel terremoto…e le parole di Mokuba. Loro stavano già assieme…”
”…già. Hai ragione. Ora tutto ha più senso…”
”Chissà cosa avrà provato vedendo il proprio ragazzo in quello stato…”
Fissarono entrambi il loro amico. La pelle di Kaiba non recava tracce di quell’esperienza. E nemmeno negli occhi d’ametista c’era ricordo di quel dolore. Vi vedevano solo una punta di impazienza e un velo di timore…
”Anch’io ti ho fatto un regalo…spero solo che…”
Kaiba gli posò una miriade di piccoli bacetti su uno zigomo, interrompendo quella confessione tremolante:
”Dimmi solo che non è una carta rara…”
Una nuova, rara risata dall’antico Re:
”No…quelle sono esclusiva del tuo fratellino”
Il presidente sbuffò, mentre il suo ragazzo gli vezzeggiava una ciocca:
”A dire la verità sono due…ma dato che per Capodanno mi porti a Parigi…l’altro lo vedrai là”
’Parigi????!!!!’
”Sei crudele. Il mio l’hai avuto subito, però”
”Il primo lo avrai…io…”
Honda e Jono-uchi si fissarono. Il Faraone s’era lievemente incupito, quasi impaurito. Anche Kaiba doveva averlo notato, perché s’era affrettato a posargli le labbra sulla bocca, rubandogli un bacio tenero.
”…lo sapevo che desideravi mettere le cose in chiaro, così…gliel’ho…detto. Di noi. Ai miei amici”
L’intero piano piombò in un silenzio rotto solo dallo sciabordio dell’acqua. Il presidente lo stava fissando ad occhi spalancati, mentre l’altro si mordicchiava l’angolo di un labbro.
Jono-uchi strinse i pugni. Il loro amico si era fatto coraggio e li aveva affrontati senza timore…se quel maledetto avesse osato non apprezzare il suo sforzo…se l’avesse trattato male…se l’avesse ferito con una delle sue frasi acide…lo avrebbe ammazzato. Senza curarsi del Faraone, avrebbe spaccato il muso a Kaiba. Mai e poi mai gli avrebbe permesso di fargli del male.
”…tu…stai bene?”
Si stavano semplicemente guardando…Honda appoggiò una mano sulla spalla dell’amico. Anche lui aveva tremato, al pensiero della possibile risposta. Ma non potevano saltare alle conclusioni…quella era una prova, per il presidente. Da come gli avrebbe risposto, sarebbe dipesa la sua benedizione.
”I-Io?”
”Sì. Ti hanno detto qualcosa? Tipo…”
”Sul fatto che sto con un ragazzo?”
”…sì”
”No…erano scioccati, ma…pensavo l’avrebbero presa peggio”
I ragazzi nascosti si grattarono la testa, un po’ delusi. Cosa credeva? Erano amici in fondo! Non l’avrebbero abbandonato per quel motivo!
”…e quando hanno saputo che sono io, l’altro?”
Il Faraone ridacchiò, giocando con una delle ciocche:
”Ehm…Jono-uchi ci è rimasto un po’ di sasso…”
’Parecchio di sasso…’
”…ma nel complesso non è andata male. Non ha detto nulla”
”…quindi a loro va bene?”
L’altro alzò le spalle:
”Non mi hanno detto niente, quindi…”
Per Jono-uchi quel dialogo stava prendendo una brutta piega: non solo Kaiba non aveva ancora detto nulla di dolce al suo ragazzo, ma si stava limitando a fissargli con occhi vuoti la fossetta alla base del collo.
’Insomma, dì qualcosa! Il Faraone ha fatto tutto questo per te, e tu non fai nulla?!’
Quanto lo stava odiando…tese i muscoli, pronto allo scatto. Se si fosse azzardato a dirgli qualcosa…lo voleva pestare…lo odiava a morte…metteva le mani addosso al loro amico e non gli diceva nulla…quel maledetto, di certo usava il Faraone solo per soddisfarsi…lo voleva distruggere, lui e quello sguardo indecifrabile con cui fissava l’alter ego di Yugi…
”Io…ti avrei sostenuto”
Honda trattenne l’irascibile compagno di classe. Anche lui era irritato per quel silenzio, ma Kaiba aveva finalmente iniziato a parlare…
”Lo so. Ma…non volevo che tu avessi anche questa preoccupazione”
”…se loro ti avessero ferito…”
Ssshhhh…non è successo nulla”
”…non l’avrei mai sopportato”
”Non ti preoccupare…è tutto a posto”
”Nessuno…nessuno deve osare sfiorarti”
Jono-uchi rilassò i muscoli. La fronte di Kaiba era appoggiata al suo sterno, con le braccia si teneva abbracciato stretto a lui. Aggrappato al suo ragazzo, alla sua nuova vita.
”Non mi succederà mai nulla…niente mi sfiorerà, finché sarei con me”
”…ti amo”
Quelle due parole e il bacio successivo furono il colpo di grazia, per Jono-uchi. Aveva perso ancor prima di iniziare a lottare. Non era in grado di dividerli. Kaiba l’aveva nuovamente sconfitto. Oltre a esser un duellante migliore di lui, si era preso anche i sentimenti del suo miglior amico.
’Maledetto…’
Una lacrima di rabbia scese sulla sua guancia, subito cancellata. Perché non era mai in grado di batterlo?
”…Jono
”Andiamo via”
Un’occhiata ai due convinse Honda ad annuire. Stavano iniziando ad amoreggiare…già i costumi galleggiavano sull’acqua…e il Faraone si stava girando di spalle…
”Sì, è meglio”
Sgattaiolarono via in silenzio, accompagnati dai mugoli di piacere di entrambi. Era inutile pensare alla festa di quella sera, ormai era chiaro che il Faraone avrebbe passato la notte col suo ragazzo.
Si infilarono nel corridoio e lo percorsero verso l’uscita, rimuginando fra sé. Gli altri li stavano aspettando.
Jono…cosa diremo?”
”…Mokuba sicuramente sa che non li abbiamo incontrati. Quindi…direi la verità: che non abbiamo detto nulla e che ci siamo tenuti lontani da loro”
L’amico lo guardò. Non aveva una bella cera…
”Stai bene?”
”Io…non riesco ancora a credere che…proprio con lui, con quello…”
”Eppure sembra che assieme siano davvero felici…”
”Io…”
”Ascoltami”
Honda lo prese per le spalle e lo bloccò contro il muro:
”Il Faraone non è mai stato tanto felice. L’hai visto anche tu. Era la materializzazione stessa della beatitudine. Non l’abbiamo mai visto così, e tu lo sai. Né siamo in grado di donargli simili sentimenti. Io non andrò contro la sua decisione, se quello è il risultato”
Jono-uchi abbassò gli occhi. L’altro aveva ragione, e lo sapeva benissimo…
”Honda…promettimi che se Kaiba dovesse fargli del male, mi aiuterai…”
”Stanne certo! Ma non prima!”
”…sì”
Ripresero il cammino, e tornarono nell’ingresso, dove furono raggiunti dagli altri.

Qualche tempo dopo, in classe…
”Allora, racconta! Com’è Parigi?”
Il Faraone socchiuse le labbra, senza emettere suono. Di fronte a lui, i suoi amici, branco di iene affamate, aspettavano impazienti una descrizione dettagliata della città dell’amore.
”Ehm…io…”
Come poteva dirglielo? Non è che l’avesse vista molto…
”...vista di sera, dall’aereo, è meravigliosa”
Gli altri annuirono, in attesa di un altro boccone, molto più sostanzioso di quello.
Mio alter ego, dici che non sono sazi?
Decisamente no…
Lo Spirito gettò un’occhiata a Kaiba, che continuava imperterrito a leggere un libro, auricolari nelle orecchie. Ma avrebbe scommesso il suo Puzzle che stava ascoltando loro, in realtà…
Non mi verrà ad aiutare, vero?
Non credo…
Sospirò, in cerca di una soluzione. Quelli davanti a lui volevano dettagli!!!
”Ehm…è bellissima…tutta addobbata…”
”Mostraci le foto!”
Il Faraone fissò Anzu, maledicendola in tutti le lingue che conosceva:
”Noi…”
”Non ne abbiamo fatte. Non ce n’è stato il tempo”
Di scatto si voltarono verso Kaiba: era intervenuto in una loro discussione! Era incredibile!
”Eh? Ma perché? Che avete fatto tutta la settimana?”
Jono-uchi si trovò addosso tutti gli sguardi furenti dei suoi compagni…
’Ma che ho fatto?’
Kaiba si alzò, sistemandosi dietro al suo ragazzo, ed abbracciandolo:
”Siamo stati chiusi in albergo. A giocare con della lingerie nera”
mormorò, con un ghigno a metà strada fra il divertito e il sadico.
KAIBAAAAAA!!!!!!!!!!!”
SSSBBBBBAAAM!!!
Così, mentre la pelle del biondino si tingeva di rosso rubino e gli altri scuotevano sconsolati la testa, il Faraone seguitava a colpire violentemente, con la cartella di Yugi, la testa del suo ragazzo…tanto sapeva che era di granito…

Fine


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