Eccovi il seguito di “Mughetti”…credo però che chi non abbia letto PSME ci capirà ancora meno che nella prima ff. "Proteggi" è ambientato a Tokyo nel 1991, la protagonista, Arisu, ha 16 anni.
La prima fic era incentrata sulla tristezza, questa ruota attorno all'insicurezza; Rukawa m'è venuto un po' OOC (parecchio, n.d.Ru), non fa altro che parlare…
Buona lettura (anche se personalmente penso che faccia schifo, come ff…)

 

 


Non ti scordar di me

di Hymeko


Ma proprio lui dovevo trovarmi qui? Che palle!
Noto che è altrettanto scocciato, però poi mi indica una sedia davanti a sé:
“Avanti volpino siediti”
Inarco un sopracciglio: da quando quest’idiota è tanto gentile nei miei confronti?
La mia curiosità viene subito soddisfatta.
“Non mi fraintendere, non sto cercando di fare amicizia con te. Però il Gorilla sta per arrivare, e non ho certo la mania di prendermi un’altra sfuriata solo perché tu hai voglia di fare l’asociale”
Mi sfugge un sospiro desolato, e mi siedo di fronte a lui, appoggiando la mano sul mento. Spero solo che non abbia intenzione di fingere una conversazione, perché altrimenti mi alzo e me ne vado, Gorilla o no.
Per fortuna lui pare pensarla come me, e si concentra sul suo bicchiere d’acqua.
Nonostante tutte le prediche del coach, del capitano e di Kogure, la distanza tra noi è stranamente aumentata.
Il che è stato una sorpresa per me, soprattutto considerando quella volta alla fine degli allenamenti, quando gli ho disegnato i quattro puntini rossi sulla fronte e lui mi ha detto quella cosa sul mio spray. Lì…bè, credo che abbiamo sfiorato quella che viene comunemente definita amicizia. O reciproca sopportazione, almeno.
Però dal pomeriggio seguente tutto è peggiorato. Ora non ci picchiamo neppure più, non ci copriamo d’insulti. Intendiamoci, è stato lui a iniziare. Ha smesso di guardarmi con odio, di tentare di denigrami. Da un giorno all’altro, come se non gli importassi più. Io gli sono andato dietro, figuriamoci se mi perdevo l’occasione per togliermelo dalle palle.
Ora siamo indifferenti l’uno all’altro, ci comportiamo come se l’altro non esistesse.
In poche parole, ci ignoriamo totalmente…a parte quando siamo costretti, come adesso.
Il Gorilla non ne è contento. Penso abbia sempre coltivato la speranza di vederci buoni amici.
Io credo sia un illuso. Noi due non siamo fatti per esserlo. Il che non è nemmeno strano: l’amicizia di tutti con tutti è solo una bugia, un’utopia di qualche sognatore.
Non ho intenzione di rovinarmi la vita per diventare a tutti i costi suo amico.
Non ci sopportiamo. Perché non riescono ad accettarlo?
Una cameriera appoggia un bicchiere d’acqua per me.
Lui lo guarda, poi ridacchia soddisfatto:
“Non ti hanno messo le tue foglioline di menta”
Le sue parole ci mettono qualche secondo ad arrivarmi nel cervello, probabilmente sono talmente abituato alle sue scemenze che mi viene naturale non ascoltarlo. Poi però sussulto, e lo fisso apertamente:
“Come fai a saperlo?”
Lui mi guarda perplesso:
“Cosa?”
“Non fare il finto tonto”
“Che diavolo vuoi dire volpino?”
Sembra confuso sul serio.
“Come fai a sapere che io metto la menta nell’acqua?”
Fa per parlare, poi si blocca.
Mi guarda, poi sposta lo sguardo sul bicchiere, poi di nuovo a me.
Apre le labbra, ma non dice nulla.
Mi guarda, e basta.
Stringo gli occhi, inizio ad arrabbiarmi:
“Non è che mi spii?”
La sua reazione è quella che mi aspetto, da tempo conosciamo tutti i segreti per stuzzicarci:
“Stupidissima volpe, ho molti modi migliori per sprecare il mio tempo! Chi diavolo ti credi di essere? Non sei così importante, anche se ti dai un sacco di arie!”
Non riuscirò mai a capire come ogni sua parola riesca ad irritarmi tanto.
“Allora come sapevi della menta? Io non l’ho mai detto a nessuno”
Lui deglutisce, incassando.
La stessa cameriera gli porta un gelato, e questo gli dà modo di assorbire il colpo. Io lo attacco di nuovo: adesso ho proprio voglia di trattarlo male.
Gli sbatto in faccia la prima cosa che mi passa per la mente:
“A me non hanno dato la menta, però sul tuo gelato non mi sembra di vedere la tua adorata cannella”
Mi guarda più scioccato di prima:
“E tu come lo sai?”
Sbatto le palpebre: che ho detto di strano?
“Solo Yohei e gli altri sanno che la cannella sul gelato mi piace da impazzire…”
Sono ammutolito. Da dove ho pescato quelle parole?
I suoi occhi sono diventati due fessure:
“Dì un po’, non è che sei tu a spiare me, in realtà? Hai capito che l’unico modo per diventare un vero basketman è imitare il Tensai?”
Sbuffo. Mi dà proprio sui nervi.
“Sei davvero un gran idiota”
“Rukawa…”
Alla sua espressione fremente contrappongo la mia calma glaciale.
“Tu o uno degli idioti dei tuoi amici ve lo sarete lasciato sfuggire, e data la voce che vi ritrovate l’avrò sentito per forza”
Con la coda dell’occhio vedo la sua mano sbiancare.
“Non osare parlare male dei miei amici, chiaro? Non mi sembra tu sia la persona giusta per sputare sentenze, dato che sei sempre solo come un randagio. Tu non sei degno nemmeno di leccare la loro ombra, pezzo di stronzo che non sei altro”
Sento una gran rabbia salire dentro di me. Non ho amici, è vero, ma lui non ha nessun diritto di giudicarmi! Irrigidisco il viso, mentre vedo sulla sua faccia una smorfia di vittoria. Non gli posso gettare in faccia l’acqua, ha parlato in modo che solo io lo sentissi, quindi la colpa cadrebbe su di me. Chiudo gli occhi, preparandomi a sputargli addosso una risposta velenosa, che sicuramente farà partire una rissa…ma una mano sulla mia spalla mi blocca.

E bravo Gorillone, perfetto tempismo! Meglio che per il Colpo dello Schiacciamosche!
Povero Rukawa, pensavi di dirmi chissà cosa, e invece ti devi ingoiare tutto! Eh eh eh…è inutile che mi guardi così, ti ho sconfitto!
“Ciao Gori, finalmente sei arrivato!”
“Non mi chiamare così!”
“Su dai non fare così, non hai visto che bella giornata c’è fuori?”
“Sì sì, piuttosto, voi due…”
Io e la volpaccia ci scambiano un’occhiata feroce, piena d’astio. Che voglia di fargli la linguaccia che ho…però mi limito a un sorrisetto pieno di sarcasmo. Lui capisce e tenta di incenerirmi con lo sguardo. È inutile volpino, non lanci fiamme dagli occhi.
Il Gorillone afferra una sedia e si mette tra di noi, scrutandoci tutto concentrato:
“Dai Gori, che hai da fissare così il Genio?”
Glomp…la sua faccia è già brutta da lontano, ma adesso che è a pochi centimetri dalla mia è davvero orribile…
“Tu…”
Merda…mi sa che è in arrivo un Gorilla Punch…
Invece si allontana…sospiro di sollievo.
“…e tu…”
Fissa la volpe, che da quando lui è arrivato non ha detto una parola
“…allo stesso tavolo senza litigare…il miracolo si è compiuto!!!!!!”
Allunga le braccia e ci stringe per il collo, avvicinandoci l’uno all’altro.
“Ahia Gorilla! Guarda che non sono fatto di cemento armato!!! Lasciami subito!!!”
Mi libero della sua presa, senza distruggergli la convinzione che ha di una neonata amicizia tra me e la volpe. Fatti suoi, se ne accorgerà presto che io lo odio. Anche Rukawa non dice nulla, ma anche senza guardarlo sento che mi lancia occhiate di puro odio. Tranquillo, appena saremo soli ti dimostrerò come contraccambio!
Piuttosto adesso sì che ho paura…non avrei mai pensato di vederlo piangere di gioia…lacrime grosse come acini d’uva gli macchiano la camicia…bbbbbrrrr…..
“Dai Gori, non piangere, questo è un locale per famiglie, non un film horror…”
“Stupido!”
Chi osa chiamarmi così? Sono pronto a strangolare il maledetto Rukawa, ma alle sue spalle ci sono due facce note e sorridenti. Così sono stati loro, a parlare!
“Ehi Mitchi, Quattrocchi, che ci fate qui?”
Il Quattrocchi si pulisce gli occhiali:
“Eh, anch’io ho un giardino, e se sei bravo come dici con le piante ti chiederò di venire a dare un’occhiata da me”
“Ma come?! Io sono un Genio, ricordalo! In tutto!”
Noto con molto piacere che Rukawa non sta capendo nulla. Tiè!
“Sì sì…piuttosto, che ha Akagi?”
Il Gorilla tira su la testa bagnata di lacrime:
“Come sono felice!!!!!!!”
Mitsui ridacchia, e strizza l’occhio a Kogure:
“Scommetto che si è commosso perché vi ha trovati qui seduti civilmente, vero Sakuragi?”
“Già, il Gorilla ha il cuoricino tenero…”
Kogure afferra la situazione, e trascina via l’amico, per la salute mentale di tutti i bimbi presenti.
Mitsui si appropria della sedia appena liberatasi, e ci guarda sghignazzando:
“Scommetto tutto quello che volete che il Gorilla ha toppato in pieno…per me è arrivato nell’unico momento in cui non vi stavate insultando”
“Eh eh eh…lo sapevo che sei un tipo sveglio, Mitchi!”
Rukawa sbuffa, mentre Mitchi ridacchia:
“Siete proprio incorreggibili”
No, la cosa non mi piace. Non ho intenzione di rendere partecipe la volpe maledetta a questa conversazione, in nessun modo! Forza Hanamichi distruggila!
“Dì un po’ Mitchi, a che punto sei del videogioco che t’ho prestato?”
“Uhm, non male, anche se la grafica è un po’ bruttina la storia è fenomenale. Comunque non ci credo che tu l’abbia finito in un mese soltanto!”
“Ehi! Come osi mettere in dubbio la mia genialità coi videogiochi?”
Ma guarda un po’ ‘sto teppista! Non ci crede! Eppure è vero…l’ho finito davvero in pochissimo. Comunque io e Mitsui andiamo avanti ancora a discutere sul gioco, e tutto va secondo i piani della mia immensa mente: la volpe è costretta a fare da tappezzeria!!!!!!!! Ah ah ah ah!!!!! È da un pezzo che è esclusa!!!! Poverina, l’abbiamo tagliata fuori…come non mi dispiace!!!! Muori Rukawa, ti odio!!!!!! Guardami mentre io ho degli amici, mentre tu sei solo! Osservami bene mentre io spiego a Mitchi come andare avanti, e tu non hai nulla da dire! Ammirami, mentre sono allegro vicino a lui, mentre tu non puoi far altro che continuare a sguazzare nella tua vita fangosa!!!!
Ti odio ti odio ti odio!!!!!!!!
…………
Il mio cuore come al solito protesta, quando mi ripeto quelle parole.
La realtà è che io non posso fare altro, ma riesco a malapena ad ammetterlo.
Ricaccio in gabbia i miei sentimenti, e vado avanti come sempre.
…………
“Ragazzi che ne dite di andare a casa di Akagi, prima che riprenda ad allagare il locale? La proprietaria ha già finito la segatura…”
“Ok Quattrocchi!”
Pago il mio gelato, e insieme usciamo. È una bella giornata di primavera, l’ideale per stare all’aperto.
Che fa quello scimmione? Perché ha trascinato Rukawa accanto a me? Ehi!
“Kaede vieni anche tu…”
Se non fosse il capitano penso l’avrebbe già strozzato…wwwhhhaaaaa!!!!!! Schiatta maledetto! Sei costretto a venire con noi!!!!!! Bene bene bene, ti mostrerò quanto so essere superiore! È inutile che mi guardi così, non sarò certo io a rovinare l’idillio del Gorilla.
E poi…potrò mostrarti le mie immense capacità con le piante! Sono talmente geniale che ne capisco perfino i sentimenti, percepisco i pensieri che mi inviano.
Ora che ci ragiono, è strano davvero. Sin da quando ricordi, sono sempre stato in grado di capire piante ed animali, però…il cuore delle persone, e il tuo in particolare, mi sono proibiti…
“Sakuragi ciao!!!!!!!”
“Oh, Harukina!!!!!”
Non mi importa se arrossisci appena lo vedi, lo sai? Più che altro ti invidio. Tu puoi dimostrare al mondo ciò che provi, mentre io devo continuare a ingannare gli altri, e spesso anche me stesso…
“Harukina stai benissimo con quel vestitino”
“Oh grazie Hanamichi”
Vai volpe, ci penso io a distrarla…ok tutto, però non mi piace come ti sta incollata.

Lo devo riconoscere: per qualcosa quell’idiota è comodo. Mi ha scollato la scema di dosso. Ecco uno dei pochi esseri viventi più insopportabili di lui. Con la scusa che è geloso, fa di tutto per attirare la sua attenzione via da me, e per questo in fondo gli sono grato. Ecco, bravo, renditi utile, distraila. Almeno mi lascerà in pace. Ma perché mi sono lasciato trascinare qui? Cosa me ne frega se l’idiota è bravo con le piante! Voglio andarmene alla svelta, lontano da lei che continua a sbirciarmi. Che stress.
E ora dove andiamo? Uhm…il Gorilla ci porta vicino a una grossa pianta, e l’idiota le si avvicina premuroso.
“Poverina…è molto debole”
E tu come fai a saperlo?! Quel cretino vorrà far colpo sulla Akagi inventandosi chissà cosa!
Disgustoso, però…sembra che sia solo io a pensarla così. Akagi e Kogure lo osservano con attenzione, mentre Mitsui sembra stupito…che ci troveranno? Le mani posate sulla corteccia, gli occhi chiusi, bisbiglia qualcosa…sembra stia parlando con la pianta. È impazzito, o crede di essere divertente. Qual è la peggiore?
Ehi…me lo sto immaginando, oppure le foglie dell’albero stanno fremendo, nonostante non ci sia vento? Sussulto, mentre un’idea si fa largo dentro di me: che l’albero stia rispondendo?
Mi pietrifico, e mi accorgo che la natura sembra avvolgerlo. Due farfalle bianche volteggiano attorno a lui, fasciandolo col loro volo. I rami si tendono verso di lui, e d’improvviso rivedo sulla fronte i puntini rossi che gli ho disegnato, e…il suo corpo ora scintilla, è luminoso davanti ai miei occhi. Ma cosa succede? Uno strano brivido mi percorre…ma non spiacevole…
Di colpo si stacca e io sobbalzo, impreparato. Lo fisso leggermente abbagliato, mentre scribacchia qualcosa su un foglietto, dandolo al Gorilla. Mi sento accecato da lui…
“Ecco, segui le istruzioni di questo fertilizzante e vedrai che andrà a posto”
Il Gorilla rimane a bocca aperta, poi invita tutti ad entrare. Non ne ho voglia, sono troppo confuso, così svicolo inventandomi una scusa. Devo riflettere. Sulla visione che mi è apparsa, troppo fulgida per essere reale. Non riesco a capire…cos’era?
Mentre me ne vado avverto lo sguardo colloso della Akagi sulla schiena, e mi sento inspiegabilmente giù, quando mi accordo che è solo lei a guardarmi.
………………
Chi diavolo rompe a quest’ora? Non sono nemmeno le dieci!
“Buongiorno Rukawa”
“Senpai Kogure?”
“Pronto per il picnic?”
Abbasso le spalle:
“Senpai…”
Lui sorride:
“No Rukawa”
Sospiro, arrendendomi. Non posso certo mandarlo a quel paese. Lo faccio entrare, poi mi dirigo controvoglia a farmi una doccia veloce. Oggi è sabato, e Ayako e la Akagi hanno organizzato un picnic. Naturalmente io non voglio andarci, ma Kogure mi ci trascinerà a forza. Vorrà sicuramente tentare di farci socializzare ancora…come se fosse possibile una cosa del genere.
Non penso sarebbe utile spiegargli che per me è solo tempo sprecato, che potrei impiegarlo meglio con un bell’allenamento. E naturalmente mi toccherà sorbirmi la Akagi che sbava, il rossino che sbava, Miyagi che sbava…chiudo l’acqua, o non ne uscirò più.
………..
Se non ci fosse tutta questa gente sarebbe un bel posto. Il senpai m’ha portato in una radura tranquilla, tappezzata da soffici steli d’erba e circondata da alberi snelli e slanciati. È un bel posto, e a quanto ho capito Miyagi, l’idiota e i suoi amici hanno dormito qui, per assicurare alle loro innamorate il posto migliore. Lo troverei persino romantico, se non fossi costretto a sorbirmi gli occhioni adoranti di quei due sulle ragazze e quelli appannati della gallina su di me.
Il picnic è una noia, naturalmente. L’unico modo per salvarmi è stato quello di addormentarmi contro una pianta. Non ce la facevo più ad ascoltare le parole appena sussurrate della Akagi, le lodi di Miyagi alla cucina di Ayako, e soprattutto sue proclamazioni di genialità. Ma perché non sa stare zitto? Non lo capisce che non lo sopporto? A meno che non faccia apposta per infastidirmi…potrebbe anche essere.
Ora tutto è silenzioso attorno a me. Sono sveglio da qualche tempo, ma non ho aperto gli occhi, lasciando che fossero gli altri sensi a interagire. So che lei mi sta guardando, ma questo è scontato. Miyagi invece si è calmato, penso che Ayako l’abbia ricondotto alla normalità. Mitsui e Kogure parlano col resto della squadra…però tutto avviene a bassa voce. Uno strano silenzio di sottofondo regna sulla radura.
Socchiudo le palpebre…manca la voce di Sakuragi. Che si sia addormentato pure lui?
No, è sveglio, accoccolato vicino a Haruko, ma non la degna di uno sguardo.
Il mento appoggiato su un palmo, sembra racchiuso in se stesso, mentre fissa qualcosa. Solo io, dal punto in cui sono, posso vedere una coppia di farfalle candide posate sulla sua spalla.
Seguo il suo sguardo, e capisco che sta scrutando delle piantine di mughetti. I fiori non sono ancora sbocciati, per adesso ci sono solo le foglie verdi.
Non mi piacciono i mughetti, quel deodorante me l’ha imposto mia madre, dicendo che mi dona. E detesto quelle foglie tenere, una chiusa nell’abbraccio intimo dell’altra…mi ricordano che sono solo ma che non dovrei esserlo…sono una contraddizione, per me.
Chiudo di nuovo gli occhi, prima che la Akagi si accorga che sono sveglio. Voglio godermi questa tranquillità, ascoltare la natura che vive attorno a me. Il frinire degli insetti è melodico, sa di vita. La corteccia contro la mia schiena mi dona solidità, mi comunica che la terra è forte. L’erba verde è fresca, i resti delle foglie cadute lo scorso autunno rendono morbido il suolo. Tutto è perfetto. Vengo investito da un buon profumo, improvvisamente mi sembra che l’aria si sia fatta migliore, più pura. L’atmosfera è quasi magica, incantata. Mi sento circondato da luce, da affetto, da benevolenza. Che strana sensazione…
Riapro gli occhi, perdendomi nel cielo blu, o seguendo il moto tranquillo delle foglie nel vento.
Ora tutto è silenzio, le voci dei miei compagni si sono spente in muto accordo, eppure…percepisco la natura in attesa, qualcosa di speciale sta per compiersi…fremiti di fiducia spasmodica fendono l’aria chiara…il vento mormora incessante…la voce di questo luogo improvvisamente prorompe assordante nella brezza…
“Hanamichi!!!!”
Spalanco gli occhi, mentre la radura si riempie di esclamazioni di stupore. Dove prima c’era solo erba verde, ora c’è un folto tappeto bianco. Fiori immacolati, appena nati eppure già al massimo del loro splendore.
Mughetti, viole bianche, anemoni e ciliegi selvatici, glicini lattee intrecciate sui rami, e altri fiori di cui non conosco il nome…tutto è bianco. Lo è il prato, dove i fiori da poco sbocciati spandono il loro profumo nel vento, che accompagna i petali che cadono dall’alto…lo è il cielo, dove piccole nubi candide sono specchio di ciò che accade quaggiù.
Noto appena che Sakuragi è svenuto a terra, e gli altri che lo circondano.
Bianco, tutto dolorosamente bianco.
Non mi piace.
Odio questo colore, un candore troppo perfetto per appartenere al mondo reale. Non è sincero, mi trasmette una sensazione di incompletezza, di vuoto. Non mi piace la mia stessa pelle, spesso ho tentato di abbronzarmi, ma non riesco a liberarmi di questo pallore.
Detesto il bianco. Mi ricorda qualcosa di prezioso e puro, che era mio ma che ho perso, e che non riesco a recuperare, sebbene ne abbia la possibilità.
Odio il bianco.
Guardo con più attenzione l’idiota. È ancora svenuto, e Ayako gli tampona la fronte con un panno intriso d’acqua.
Alzo un sopracciglio, mascherando a malapena la mia sorpresa: i fiori sono molto più concentrati attorno a lui, così fitti da nascondere del tutto l’erba sottostante.
E ora che me ne accorgo…anche attorno a me sono più abbondanti. Sembra impossibile, eppure nel candore queste due chiazze risaltano come fossero di un altro colore.
I fiori sono…più belli. Più profumati, più eleganti. Divinamente perfetti.
Solo attorno a noi. Mi fanno paura…
Osservo senza parlare il Gorilla che solleva Sakuragi e lo porta verso casa sua, scortato dall’Armata e dagli altri. Mi gratto la testa, e decido di andare in palestra.

Non ho idea da quanto tempo io sia sveglio. Non riesco a pensare con lucidità, sento la testa ovattata. Che cosa è successo? Non lo ricordo. Dovrei aprire gli occhi e riflettere, eppure non ce la faccio. Mi giro su un fianco, e lascio che la stanchezza mi trascini di nuovo nel sonno.
……….
La luce introversa della notte entra dalla finestra. Di luna, stelle, lampioni…allungo una mano per afferrarla. I miei ricordi si fanno più chiari…e nello stesso tempo crudeli…il mio passato…chi ero, intimamente mischiato a chi sono…
Guardo la mia mano, muovo le dita. Mi sento diviso a metà, occupato da due forze opposte che si contendono senza gentilezza il predominio sul mio corpo.
Chi sono io, adesso? Hanamichi Sakuragi, o Ragi Saku Hanamichi?
Il futon dove sono disteso…è quello di casa mia. Come ci sono arrivato? Che ore saranno? Ricordo il picnic, i fiori di mughetti non ancora nati…e poi…vedo solo del bianco, nella mia mente. Un bianco accecante, chiassoso, quasi allucinogeno, come le erbe degli incantatori del passato. Un fragore che riecheggia possente…la natura attorno a me è sembrata esplodere in un urlo da troppo tempo taciuto, carico di liberazione.
Accarezzo lentamente il mio corpo, sentendolo vivo, e rabbrividisco mentre quella sensazione violenta mi possiede di nuovo…la natura che erompe dentro di me, che trascina a galla il mio passato, che mi riempie col suo canto, e io che annego nella sua grandezza…poi quell'ardore si spegne in un basso sussurro, permettendomi di riprendere il controllo.
Io ero…Ragi Saku Hanamichi, un Kicies che ha rinunciato alla kicie.
Mi alzo di scatto, e subito mi accascio ansimando. Credo di avere la febbre, la testa mi gira, dolendomi. Puntini luminosi danzano davanti a me...mi costringono a stendermi.
Tasto turbato la mia fronte…la kicie sarà ricomparsa? Ho bisogno di uno specchio…
Tento di alzarmi, ma il corpo non mi sorregge, ignorando la mia inquietudine. Mi abbandono sul futon, respirando con calma, senza badare al sudore che mi scorre sul corpo.
Penso mestamente all’unica un’alternativa che ho: il mio sarces. Nonostante la stanchezza ci devo provare, è troppo importante. Inoltre lo specchietto che mia madre ha dimenticato a casa è piccolo…stringo i denti, concentrandomi su di esso, e con la telecinesi lo porto qui, senza badare alle fitte che mi trapassano il cervello.
Apro gli occhi, ansimando come dopo una partita. Sorrido. Lo specchio è appena caduto sul futon con un piccolo tonfo sordo. Sapevo che il sarces non mi avrebbe tradito.
Riprendo fiato, poi lo sollevo in aria, portandolo lentamente sopra me, chiedendomi se voglio davvero conoscere la risposta.
Fisso a lungo il mio riflesso, prima di riportare lo specchio al suo posto.
Lei è lì. La mia kicie…è riapparsa.
Kaede…per la prima volta da quando sono sveglio ti permetto di impadronirti della mia mente.
Chiudo gli occhi, lasciandomi possedere dai ricordi. Kawaru Kaede…il mio amore.
“Anche tu sei rinato con me…insieme a me…”
Mi rilasso, accettando i miei sentimenti…ora non mi spaventano più. L’amore che provavo per lui, e quello che provo adesso. Intensi in ugual modo. Splendidi, come la persona che li genera. Ma anche caotici.
“Kaede…”
Rabbrividisco, non avrei mai pensato di pronunciare il suo nome a voce alta. È così meravigliosamente indescrivibile…
Scuoto la testa, tornando alla realtà. Non mi devo illudere, non posso permettermi di cullarmi in questo bellissimo sogno. Kaede non è innamorato di me. Anzi…mi odia.
Sorrido…credo sia naturale, dopo quello che ha passato a causa mia.
Sei anni d’amore intenso, poi…il vuoto, nessuno accanto a lui. Io l’ho lasciato, non ho potuto far altro che morire. Il mio destino me l’ha imposto, senza curarsi di lui. So che è normale che adesso reagisca così, allontanandomi il più possibile, evitando ogni contatto con me.
Non vuole soffrire ancora, e lo capisco.
Cosa potrei offrirgli stavolta? Potrebbe amarmi di nuovo? E io…quanto vivrò su questo mondo?
Sfioro di nuovo la kicie, e mi viene un dubbio: come mai è riapparsa? Io l’ho persa volontariamente, non capisco…e poi perché il nostro aspetto è uguale a quello del passato?
Scuoto la testa, non è il momento di pensarci. Piuttosto come farò a giustificarla agli altri? È una voglia troppo perfetta, si vede lontano un miglio che è un simbolo speciale. Cosa posso fare? Inventarmi che mi sono fatto tatuare? A scuola non ne saranno contenti…così visibile, poi…
Sospiro, tentando di trovare una soluzione. Sono così confuso, pieno di incertezze…vorrei correre da lui, chiedergli cosa fare, parlargli dei miei dubbi, o solo accoccolarmi fra le sue braccia…ma non posso. Lui non mi ama. E non siamo neppure amici. Non voglio andare da Yohei, anche se adesso è cambiato così tanto. Dama Anziana, Kess…se ci foste almeno voi…sapreste sicuramente cosa fare. Ma adesso io sono solo. Come potrò andare avanti, sopportando il peso del mio passato in solitudine? Kaede…cosa devo fare? Vorrei che tu ricordassi tutto, vorrei che mi sostenessi come facevi allora. Sento il mio animo vacillare, oppresso da se stesso…
Mi siedo, stringendo i denti. Il mio sarces…se lo usassi su di lui, potrei farlo ricordare.
“Indurti a ricordare…costringerti ad amarmi…”
Non mi piace…sarebbe una forzatura alla sua mente. Obbligandolo a ricordare…cosa otterrei? Il suo amore o…il suo odio, ben più profondo di quello che prova adesso? Inoltre, non posso trascurare la possibilità che lui non voglia ricordare…potrebbe desiderare una vita diversa, con un futuro…concentrarsi sulla sua nuova realtà, separarsi dal dolore, lasciarsi tutto alle spalle, me compreso…e sebbene mi uccida, non posso fare a meno di notare che tutto ciò è molto probabile, dato il suo comportamento nei miei confronti.
Poso una mano sul mio cuore…mi hai fatto male, lo sai? Quella fitta potevi risparmiarmela. Soffro già abbastanza per conto mio, senza che ti ci metta anche tu.
Non so cosa fare, da che parte voltarmi, come gestire questa mia nuova -o vecchia?- situazione. Io sono l’unico Kicies sulla Terra, anzi qui non sanno nemmeno che cosa sia un Kicies, non conoscono Sarjarim.
Rabbrividisco…ho voglia di piangere. Non voglio essere ancora escluso a causa di ciò che sono. Se manifestassi il mio potere tutti ne verrebbero spaventati e si allontanerebbero da me, o tenterebbero di studiarmi…comunque sarei solo.
Mi stendo, so che devo riposare ancora. Da domani tutto sarà più difficile. Dovrò sforzarmi ancora di più. Dovrò essere solo un ragazzo normale. Non dovrò mai lasciarmi tentare dal sarces, anche se sarà difficile. Grazie ad esso forse potrei ottenere un po’ del rispetto che ora mi manca...scuoto la testa, schiaffeggiandomi il volto. Non ti ha insegnato niente il tuo passato? Saresti adorato come un dio, ma tralasciato come uomo. Chi ti voleva bene per ciò che sei non è più accanto a te.
Nonostante la bella giornata ho freddo, la febbre sarà ancora alta. In fondo mi fa piacere…non dovendo tornare subito a scuola avrò più tempo per riflettere.
……………
Appoggio la cartella sul banco, mentre tutti sbirciano il cerotto che ho sulla fronte. Sicuramente frutto di qualche rissa, pensano. Già, le risse…
“Ehi Hanamichi sei proprio sulle nuvole oggi!”
Yohei si siede davanti a me, passandomi la mano davanti agli occhi.
“Che hai?”
Ridacchia, e lo vedo accennarmi a qualcosa verso destra. Oh merda! C’è Haruko, e io non me ne sono accorto! Devo rimediare!!!!!!
“Oh Harukina!!!!!! Scusami!!!!!!! Non mi ero accorto che tu fossi qui!!!!”
Il suo sorriso mi dà la nausea, come non bastasse quella che ho.
“Non preoccuparti, sarai ancora malato, volevo appunto vedere come stavi”
“Oh Harukina”
Vorrei che gli occhi mi diventassero a forma di cuore, ma non ci riesco. Meno male che lui non è qui.
“Sakuragi, quel cerotto è per le macchiette che ti sono apparse in fronte?”
“Già, non ho voglia di sopportare domande sceme”
“Capisco. Andrai agli allenamenti oggi?”
“Certo! Come potrebbe fare la squadra senza il Genio? Ah ah ah!”
'E se tornassi a casa quei pensieri mi invaderebbero ancora…'
“Sono contenta che ti senta bene. Ci vediamo dopo allora”
“Come sei dolce Harukina”
Vorrei solo che lo fosse anche Kaede….

Lo spingo bruscamente contro un armadietto, strappandogli il cerotto che ha sulla fronte.
“Ma chi vuoi prendere in giro?”
Smettila di guardarmi con quell’aria così straziata! Non sopporto di essere preso per il culo, figuriamoci poi da te!
“Io…”
Lo scuoto per bene, sbattendolo con forza contro le ante metalliche.
“Rukawa basta”
Mi arrabbio ancora di più:
“Non hai nessun diritto di chiedermi di smetterla!”
Lo stringo per i polsi, inchiodandolo contro il metallo freddo. Non oppone resistenza, e il suo fiato è corto. Non si è ancora ripreso dalla febbre, e questo mi fa incollerire ulteriormente.
“Credi davvero di essere così importante per lo Shohoku da dover venire anche se ammalato? Tu non sei nessuno, mettitelo bene in testa!”
“Rukawa…”
“Zitto! Credevi non sarei venuto a saperlo? Pensavi di nasconderlo solo con un cerottino? Cosa cazzo è quella cosa sulla tua fronte? Rispondimi bamboccio!”
Apri quella bocca! Parla! Smettila di boccheggiare come un pesce! Merda!
Gli stringo i polsi, lo sento tendersi. Serra gli occhi, mentre gli faccio male. Lo so, e non me ne importa nulla. Non doveva osare fare una cosa del genere!
“Allora, io adesso ti lascio, e tu mi dici cos’è!”
Annuisce in silenzio, e si massaggia i polsi su cui vedo i segni delle mie dita. Almeno imparerà che posso essere davvero cattivo.
Solleva lo sguardo, e mi guarda. Nei suoi occhi c’è solo dolore.
Sbuffo: non penserà di impietosirmi per così poco?
“Allora?”
Stringo i pugni, ma lui non ha capito che deve smetterla con questa sceneggiata.
“…è una voglia”
“Bugiardo!”
Gli tiro un pugno, cogliendolo di sorpresa. Non mi importa se è indebolito dalla fatica e dalla febbre, non me frega niente del rivolo di sangue che scorre sul suo labbro. Ho una gran voglia di menarlo, di fargliela pagare.
“Non è una bugia, e non farò a botte con te, quindi se cerchi una rissa va’ da Tetsuo”
Il mio calcio parte veloce, ma lui lo evita, sebbene finisca a terra.
Sbuffo con tutto il disprezzo che è accalcato dentro di me:
“Hai le vertigini e vieni a giocare. Fai pena”
“Non potevo stare a casa”
Si alza, asciugandosi il labbro. Ma io non ho finito.
“Perché ti sei fatto tatuare i puntini che ti ho disegnato?”
“Non è un tatuaggio”
Lo mando di nuovo contro gli armadietti, e gli alzo con forza i capelli:
“Bugiardo! Sono troppo perfetti per essere naturali”
“Ma lo sono!”
Mi spinge via, e mi accorgo che è davvero debole. Si avvicina a un lavandino e si lava la faccia, poi esce incurante di me.
“Giuro che te la farò pagare!”
Lui si ferma, sorpreso.
“E per cosa?”
Lo sorpasso, senza rispondergli.
…già, bella domanda. Per cosa? Perché sento questo bisogno di picchiarlo? Perché lo detesto in questo modo? Prima mi dava fastidio, ma ora…inizio a desiderare di strangolarlo con le mie mani. Di usare tutta la mia forza contro di lui, di fargli rimpiangere di essersi fatto quella cosa alla fronte. Perché poi?! Perché proprio quei segni doveva farsi? Maledizione! Mi irrita!
E merda non ne capisco il motivo! So solo che ho una gran voglia di mettergli le mani addosso.
È così stupido! Lo so che voleva solo farsi vedere, per questo è venuto nonostante la febbre! Voleva vantarsi davanti a quella scema! Stupido stupido stupido! Che rabbia!
Questa me la pagherai, te lo giuro!
……………..
Pedalo con calma, pensando all’allenamento degli ultimi giorni. Oggi è sabato, e per fortuna non lo vedrò. Io mantengo le mie promesse. Anche se non comprendo il motivo per cui le faccio.
L’ho sempre trattato con freddezza, riducendo al minimo i contatti con lui, anche se quando subiva dei brutti falli mi preoccupavo, ma ora…scarico su quell’idiota tutto il mio nervosismo.
So che i miei commenti sono acidi, cattivi sul serio, carichi di disprezzo. Prima mi era sufficiente fare osservazioni sulla realtà, per farlo imbestialire, per umiliarlo.
Ma tutto questo non mi basta più.
Sento dentro di me qualcosa di profondo, di potente, che cerca di uscire. Ho paura che possa liberarsi, e l’unico modo che trovo per sfogare la mia tensione è prendermela con lui.
Perché lui c’entra. Non so come, né in che modo, ma lui è la causa della mia frustrazione. E lui non tenta nemmeno di nasconderlo. Sento i suoi occhi guardarmi, in ogni momento. Non come quelli della Akagi, ma più intensi, più tristi. E allora ricomincio a disprezzarlo.
Ma lui continua a cercarmi, nonostante il mio comportamento. Perché, maledizione?
Perché è triste? Perché mi sembra che stia cercando di avvicinarmisi? Perché sono sicuro che lui abbia bisogno di me? Non capisco nulla. Io stesso continuo a pensare a lui, e non voglio.
E quindi…faccio di tutto per allontanarlo. E intanto un frammento di me soffre per quel suo sguardo ferito, ma che nel contempo mi dice che faccio bene a trattarlo male.
Sto impazzendo, non ce la faccio più. Sono attirato e respinto da lui. Una parte continua a urlarmi di ferirlo ancora più profondamente, di spingerlo ad estraniarsi per sempre da me. L’altra mi implora di smetterla, di chiedergli perdono, che non è colpa sua, anche se lui è la causa di tutto. E ultimamente essa si è fatta più forte, di pari passo alle mie cattiverie.
Dovrei parlarci, ma non voglio. Non voglio avere nulla a che fare con lui. Perché mi fa perdere la bussola. E tutto questo non mi piace.
…………..
Perché me lo devo sempre trovare tra i piedi? Anche nella mia fumetteria preferita, adesso? Merda! Ma guarda che mi tocca fare! Finiscila di perdere tempo, compra quello che devi e levati dai piedi! Smettila di guardare quegli arretrati come fossero la Akagi nuda! Ecco bravo scegline uno, poi vai alla cassa, e paga. No, non parlare col commesso, che mi fai perdere tempo! Che razza d’idiota…chissà per che scemenza si è incantato. Fuori dai piedi!
Entro finalmente nella fumetteria, e mi dirigo subito dove si era fermato tanto interessato…vediamo che legge di così speciale.
“Arretrati di "Boo"?”
Non ci credo. Legge davvero ‘sta robaccia? E io di che mi sorprendo? Cos’altro potrei pretendere da uno come lui? Più lo conosco, più mi disgusta. Scuoto la testa, e inizio a girare per il negozio.

Mi butto sul futon, senza pensare a nulla, col "Boo" appoggiato sulla pancia. Non riesco a comprendere il motivo che m’abbia spinto a comprare una rivista tanto insulsa. Cosa stavo facendo? Un numero vecchio, poi! Non potevo almeno scegliere quello nuovo? Eppure so che è importante…appena sono passato davanti a loro gli arretrati hanno iniziato a urlare…ci mancava poco che si muovessero! Chissà che faccia avrebbe fatto il commesso… 
Gemo, strattonandomi in avanti una ciocca di capelli per coprire la kicie. Anche se sono solo in casa, non riesco a resistere all’impulso di nasconderla.
Forse dovrei usare ancora i cerotti…scuoto la testa, lo sanno tutti che ho la testa dura, lo noterebbero tutti che li porto da troppo tempo…forse dovrei chiedere ad Ayako un buon fondotinta…rido come uno scemo, mentre mi immagino la scena…chissà Ryo-chan che mi direbbe!!!!!!
Asciugo le lacrime, e mi metto a sfogliare il Boo. Un motivo ci sarà per averlo comprato, no?
…………..
Che schifo…mi sa che li ho proprio buttati via, quei soldi! È pieno di storie assurde, e tante fanno pure ribrezzo! Perché l’ho comprato? Perché volevano attirare la mia attenzione? Cosa li ha spinti ad attirarmi a loro? La carta…ha ancora la forza degli alberi da cui è nata, anche dopo tutto questo tempo…cosa vorrà dirmi?
Sfoglio distrattamente le ultime pagine, fino agli annunci personali. Quasi quasi li leggo…chissà che scemenze ci sono scritte! Eh eh eh…vediamo il primo:
Hiragi, Shyukaido, Shion e Shyusuran. Se questi nomi ti dicono qualcosa, scrivimi per favore. Siamo Enjyu Gyokuran e Mokuren. Issei Nishikiori (I liceo)
Mi aspettavo qualcosa di pazzo, peccato. Vediamo il secon…ehi prima non c’era scritto…Mokuren?!
Mi alzo di scatto e lo rileggo in fretta. C'è davvero Mokuren…e il mio cuore di colpo accelera:
“…sei rinata anche tu qui?”
Mi sembra di essere diventato più leggero…il corpo sembra lievitare, il mio respiro è più lieve. Spalanco gli occhi, portandomi una mano alla bocca. Non so perché, ma tremo.
Mokuren. Mokuren.
“Whhhhhhaaaaaa!!!!!!!!!! È qui anche lei!!!!!!!”
Ora so cosa fare!!!!! Ora potrò parlare con qualcuno che mi comprenda!!! Rido, scaricando tutto l’avvilimento che mi portavo dentro. Lacrime d’angoscia si mischiano alle risa, trovando finalmente un canale di sfogo. Finalmente io…non andrò più alla deriva in solitudine…
“Mi sa che sto tornando ai tempi andati…non faccio che piangere…”
Sfioro gentilmente il trafiletto col suo nome, avvertendo il fremito di sollievo che attraversa la carta. Sorrido, sentendomi un po' in colpa:
"Grazie…grazie per avermi aiutato. Perdonami se non ho avuto subito fiducia in te, se non ho compreso che mi volevi aiutare. Sono stato uno sciocco, voi volumetti avete percepito la mia inquietudine, ma sono così preso dai miei sentimenti da non essere più nemmeno in grado di vedere chi mi tende una mano…sono un vero idiota. Avrai in eterno la mia riconoscenza, amica carta…grazie"
Mi asciugo una lacrima….sembra che il futuro stia sbocciando per me…
“Mokuren…”
Chissà se anche lei ha mantenuto il suo aspetto…sarei invidiato da tutto l’universo, se passeggiassi accanto ad una ragazza simile…che cretino che sono. Sarei ammirato anche se camminassi accanto a Kaede…peccato che a lui quest’idea non vada molto giù.
“Non è il momento di abbattersi! Forza Hanamichi, combatti!”
Mi alzo, e prendo carta e penna. Sul giornale c’è l’indirizzo di questo Issei Nishikiori, scriverò a lui.
Carezzo con lo sguardo una foto della squadra…come al solito mi soffermo su di lui.
Forse un giorno saremo di nuovo vicini, proprio come lo eravamo allora.
…………………
Mi tremano le ginocchia…lei sarà qui a momenti. Il treno sta per arrivare…perché sono così nervoso? Non devo cantare a una cerimonia! Cosa che tra l'altro mi riusciva benissimo!
Calmati Hanamichi è comunque Mokuren!
Oddio il treno sta entrando in stazione…si ferma…le porte si aprono e la gente inizia a scendere. Sarà lei a riconoscermi, le ho detto che non sono cambiato, mentre lei a quanto pare è diventata una ragazza normale. Bè, peccato. No no Hanamichi, non dire così…tu ami Kaede!
“Hanamichi?”
Non l’ho sentita arrivare…wow, è davvero carina…
“M-Mokuren? Cioè, Arisu?”
Si porta lentamente una mano alla fronte, e alza la frangia: c’è una kicie!
Sorrido, e lei mi imita, sbirciando la mia voglia. Parliamo un po’, mentre andiamo verso un bar. Tutto d’un tratto mi sento a casa…posso smettere di fingere, con lei…la mia insicurezza è svanita, cancellata dal suo sorriso pieno d'affetto…il mio cuore non batte più all'impazzata, ora…è come se tutto fosse tornato indietro…e io mi sento sereno, mentre passeggio accanto a lei. Mettere a proprio agio la gente, abbiamo questo dono in noi…siamo Kicies Sarjarian.
……………….
“Quindi lui si è ricordato della kicie?”
“Già…solo che adesso mi odia”
“Uhm…che sia stata la sintonizzazione reattiva? Ma a cosa?”
"Forse…allo spray ai mughetti"
"Possibile…"
Beve un po’ di tè freddo, fissandomi.
“Hai provato a parlargli?”
Abbasso il viso, vergognandomi della mia debolezza:
“…mi odia, Arisu. Per lui io l’ho preso in giro, facendomi tatuare sulla fronte i puntini che ha disegnato. Mi ha sempre trattato con freddezza, ma adesso…mi disprezza, considerandomi una persona falsa e ipocrita. Mi detesta…e io non so cosa fare. È così doloroso allenarmi accanto a lui, e dover continuamente sopportare il ribrezzo che mi getta addosso. Anche se in fondo lo capisco, è una reazione normale, come potrebbe di nuovo voler stare con me dopo tutto quello che ha passato…io credo che sfoghi così tutto il dolore che si è accumulato den…”
“Basta basta Hanamichi, credo che dovremo rimandare il problema Kaede”
Alzo un sopracciglio: perché mi ha interrotto? E che vuol dire?
Arisu mi sorride dolcemente, posando una mano sulla mia:
“Io penso che prima di pensare a lui dovremmo parlare di te…ho l’impressione che il tuo risveglio ti abbia scombussolato parecchio”
Gemo, abbandonandomi contro la sedia. La sua mano è calda e forte, rassicurante. Il suo sorriso ha in sé una luce calda e piena di dolcezza…improvvisamente attorno al mio animo indifeso sembra ergersi un guscio protettivo.
“Io…hai ragione. Ho tanti pensieri dentro di me, e tutti tentano di prendere il sopravvento, creando solo una confusione incredibile. Riesco a malapena a sentire le piante…non so cosa fare di me stesso. Io…ho paura. Di tutto”
Vuoto il sacco, lei saprà consigliarmi.
“Ho paura di me, del mio futuro, della mia kicie…ho così tante domande e nessuna risposta, Kaede mi odia, e io non gli posso parlare di me…avevo pensato di farlo ricordare ma poi…quanto vivrò, Arisu? Io non posso fargli tornare la memoria e poi lasciarlo di nuovo…”
La sua mano stringe la mia:
“Hai paura di morire di nuovo giovane?”
“…sì. Ma non per me…per lui. Non voglio che soffra ancora a causa mia”
“Capisco…lo ami davvero molto. Però…come puoi essere certo che la tua sorte sarà uguale al passato? Tutto si rinnova, Hanamichi…e il tuo destino, rinascendo con te, ha subito una trasformazione. Io non posso dirti come esso sia mutato, però…voglio avere fiducia”
Fiducia…non riesco a vederla, nel mio futuro.
“Arisu…in cosa posso sperare?”
Il suo sorriso è bellissimo:
“Nell’amore, Hanamichi. Il padre di Mokuren è rinato nel mio, e sebbene non si sia svegliato come Kicies la sua vita è piena di salute. Io credo che…se il suo destino fosse stato uguale al precedente, se ne sarebbe già andato da molto. Non ne posso essere certa, però…sento che è così. Abbi fiducia nei tuoi sentimenti, essi…possono cambiare il nostro fato”
“Arisu…”
Queste sono le parole più belle che una persona mi abbia mai rivolto. Ora ho una possibilità, almeno. La paura folle di doverlo lasciare di nuovo solo è svanita, portata via dalla sua voce, e un raggio di sole attraversa il mio spirito. Inizio a non avere più freddo, il mio animo si scioglie un po’, lasciandosi andare. Ora vivere…è un po’ più facile.
“Sono contenta che ti senta meglio”
“Ah…”
Arrossisco, fissandomi le mani. Ci sono ancora così tante cose di cui vorrei parlarle…
“Hanamichi…sfogati”
Alzo di scatto la testa, guardandola meravigliato:
“Come fai…”
Lei fa spalluce:
“Sono pur sempre una Kicies, no?”

Credo di essere maledetto…me lo ritrovo davanti ovunque vada! Dio, che ti ho fatto di male?
Va bè, perché non sfruttare l’occasione per ricordargli che lo detesto?
Mi avvicino lentamente a una siepe…non lo voglio colpire subito. Voglio sapere quando gli farà più male, e quindi devo prima osservarlo.
Chi è quella ragazza?
Spalanco gli occhi, mentre sento una scossa attraversarmi le membra.
L’idiota…e una ragazza graziosa seduti insieme al bar? E perché lei ha una mano sulla sua?
Sento la rabbia crescere dentro di me: traditore doppiogiochista, come puoi fare una cosa del genere?
Deglutisco, mentre cerco di sentire il loro discorso. Sakuragi è serio, inaspettatamente grave e deciso, anche se posso notare le sue mani che tremano un po’ e il rossore che gli colora le guance.
Mi sposto in silenzio, infischiandomene delle occhiatacce delle persone. La mia mente mi chiede cosa stia facendo, è come se si fosse portata fuori dal mio corpo e osservasse perplessa il mio comportamento assurdo. Non ho idea di cosa mi stia succedendo, so solo che devo sapere. È importante che io sappia, anche se non comprendo il motivo del mio interesse quasi fanatico.
Devo aver tutto ben chiaro, questo mi basta a mettere a tacere la parte razionale di me.
Chi è per lui quella sciacquetta odiosa?
Inizio a sudare freddo, mentre i due si allontanano. La via non è molto affollata, rischio di farmi scoprire. Cosa faccio?
“Sakuragi…”
Mormoro il suo cognome, come potesse aiutarmi a decidere. E forse a qualcosa serve…mi ritrovo a seguirli in fretta, ad approfittare dei pochi angoli nascosti che mi sono offerti.
Devo scoprire cosa sta facendo, sul resto ci ragionerò dopo.
Su di me, su di noi. Su quello che ci lega, sul mio incomprensibile interesse per lui e tutto quello che fa, che adesso sfocia in questo pedinamento insensato.
Stringo pericolosamente gli occhi, mentre si addentrano in un parco. Che vuole fare con quella?! Merda, così rischio di perderli! Sento il cuore che batte a mille, mentre corro verso dei cespugli. Kami fa' che non mi vedano! Sono completamente allo scoperto! Merda merda merda ma perché mi comporto così? Sbircio attraverso le foglie, seguendo la chioma rossa di Sakuragi. Meno male che è tanto alto, o avrei davvero dei problemi a seguirlo.
Esco il più naturalmente possibile dal mio nascondiglio, giusto per vederli infilarsi su per un sentierino nascosto, che porta in mezzo a un boschetto.
Mi gelo sul posto. Lui e quella ragazza…si stanno imboscando…
“Si sta imboscando…con una ragazza”
Mi sento male. Sento gocce gelide di sudore scorrere lungo le mie braccia, lasciare scie umide sulla mia pelle. Il mio stomaco si contrae, mentre l’ultimo riflesso rossastro viene inghiottito dall’ombra degli alberi.
Il sentimento che sto assaggiando in questo momento…non l’ho sperimentato spesso, e mai mi sarei sognato che fosse lui a farmelo provare.
Delusione. Sono deluso, da lui.
Tradito. Sempre da lui.
Mi accascio su una panchina, fissando il vuoto, senza capire.
Le fitte che tormentano il mio stomaco si fanno più acute, la nausea inizia a spandersi dentro di me. Mi gira un po’ la testa, e gli occhi mi fanno male, sebbene sia seduto all’ombra.
“Sakuragi…”
Lui è solo in una radura con una ragazza di cui non so nulla.
Eppure mi sembra che il vero estraneo qui sia io. Non mi capisco, non mi riconosco.
Perché provo queste sensazioni? Perché è lui a scatenarle dentro di me? Perché dovrebbe interessarmi se si fa una ragazza?
Appoggio una mano sul mio cuore, ascoltandone il battito sordo.
Non credevo che una persona fosse in grado di farmi provare un simile dolore.
Non ne ho mai compreso bene il motivo, eppure sono sempre stato forte, sin da bambino. Ho sempre superato tutte le brutte situazioni in cui mi trovavo senza particolari difficoltà. La perdita dei miei nonni, la morte del mio gattino, le ferite che mi sono procurato cadendo da una roccia…non ho mai avuto problemi a sopportarle. Io sono nato forte, come se…fossi già abituato a sopportare qualcosa ben più grande. Non mi ricordo di aver mai realmente pianto, forse qualche lacrima e nulla più, eppure…adesso potrei farlo.
Porto di scatto una mano agli occhi…non devo piangere! Non a causa sua!
Mentre lo penso mi rendo conto che solo per lui potrei farlo. Per nessun altro. Solo lui.
Hanamichi Sakuragi…l’unico che abbia mai sconfitto la mia fermezza d’animo. Che sia in grado di scatenare in me il dolore. Che sappia portarmi alle lacrime. E non ne capisco il perché.
Stringo le labbra…cosa mi succede? Mi vergogno di me stesso…mi sto piangendo addosso, come se non potessi fare nulla!
Mi alzo con un ringhio, e mi sciacquo il viso in una fontanella. L’acqua fredda mi snebbia la mente, scacciando il pianto. Benché il cuore batta ancora veloce e io stia ancora tremando, il mio spirito è più saldo. Mi volto verso il bosco, fissando un punto e immaginando che sia lui.
Voglio sapere. Tutto.
Percorro a lunghi passi il sentiero, deciso a interromperli a qualsiasi costo. Non mi importa se si scatenerà una rissa, non ce la faccio più ad andare avanti così. Prima indifferenza, poi odio, e adesso questa amarezza. Ho bisogno di capire.
…………..
Ero pronto ad accettare che si stessero baciando. Che si accarezzassero, che si sfiorassero teneramente. Potevo comprenderlo. Ma questo…
Perché piangi? Perché piangi stretto in te stesso, la fronte appoggiata alle ginocchia, le gambe abbracciate dalle braccia?
Perché provo un sollievo incantevole vedendola seduta accanto a te, una mano sulla tua spalla, ma nulla più? Perché il mio cuore ha ripreso a correre, ma di gioia stavolta?
La vedo tentare di cingerti le spalle, ma tu ti chiudi ancora di più…non vuoi che lei ti abbracci. A questo tuo gesto di rifiuto, il mio animo tocca le stelle.
Respiro affannosamente, senza comprendere null’altro che il tuo rifiuto di lei.
So che sono felice. E che vorrei entrare in quella radura, spingerla via e stringerti a me. Perché sono certo che se mi avessi accanto non piangeresti più.
Non mi dà più neppure fastidio vederla mentre ti sussurra qualcosa, la sua bocca accanto al tuo orecchio…osservare le sue labbra che si stringono impotenti non mi fa alcun effetto.
Ora so che lei non è nulla per te. Magari una vecchia amica, ma nulla di serio.
Mi piace quello che provo adesso. Il sollievo che si impadronisce di me leggero ma incontenibile, la certezza del sapere che tu non le appartieni, che non sei suo…
Mi accuccio in silenzio accanto a un cespuglio, godendomi questo momento di vittoria. Ti guardo con interesse, mentre continui a piangere. Sei triste, e stranamente inizio a sentirmi anch’io così. L’ombra che ci circonda accresce quest’atmosfera grigia…le tue lacrime, il volto preoccupato di lei, il buio…tutto è malinconico…tutto rimanda al dolore.
Mi sento un po’ in ansia…condivido la sofferenza di questo momento, sento che è parte di me. Non comprendo nulla, eppure sono coinvolto…con te. Ti odio per questo.
Mi hai trascinato in questo vortice senza chiedermi nulla. Mi hai costretto a rapportami con me stesso, sebbene io non lo volessi. Non ti perdonerò mai per avermi fatto scavare in me.
Tutto…è iniziato con quel simbolo. Quei puntini rossi hanno scatenato dentro di me reazioni incontrollabili. Impreviste, senza motivazioni.
Mi alzo, dirigendomi in palestra. Ho bisogno di non pensare.
……………..
Inutile. È il destino che manovra tutto. Non posso fare a meno di incontrarti, a quando pare. Volevo solo fare una doccia, dopo l’allenamento. E invece adesso sono qui a spiarti dalla porta socchiusa. Cosa significa tutto questo? Fato, Moira, come diavolo ti chiami…rispondimi.
Ti osservo bene, e soffoco le fitte che mi assalgono quando noto che hai una faccia davvero stravolta. Gli occhi gonfi, i capelli un po’ spettinati…e quel pallore che non avrei mai potuto pensare di vedere sul tuo viso.
“…è solo colpa tua”
Sussulto. Come hai fatto a scoprirmi?
Allunghi una mano, e la posi sullo specchio freddo.
Mi rilasso mentre capisco che parli a te stesso. Non ce l’hai con me…
“…perché devi sempre rovinare la mia vita? Non ti è bastato quello che ci hai già fatto?”
Cosa vogliono dire le tue parole? Cosa t'ha rovinato la vita? Perché dopo hai parlato al plurale?
Tu e chi?
Posso quasi sentire il tuo dolore riempire lo spogliatoio deserto. Non è mai stato un posto bellissimo, ma adesso è quasi lugubre, ingrigito dalla sofferenza che emani.
Mi fa male. Non so perché ma ormai è tanto che non sopporto più di vederti soffrire. Quando la causa ero io mi odiavo per quello che ti facevo, e ora…mi odio perché non ho il coraggio di venire da te. Ho paura. Io ho paura, ma non di te. Di me stesso, di quello che mi porto dentro.
“…perché sei riapparsa? Perché ti sei svegliato? Io ti odio! Perché mi fai questo?”
Inizio a pensare che tu sia impazzito…
“Anche Rukawa si è ricordato di te! Mi sono sentito morire dopo che ti sei svegliato lo sai? Ti odio, ti odio a morte!”
Rimango bloccato a guardarti mentre ti accasci per terra a piangere. Io…mi sono ricordato…della voglia? Non capisco…cosa succede? Se l’ho ricordata…significa che la conoscevo già. Apro la bocca, ma rimango in silenzio. L’aria spessa è scossa dai tuoi singhiozzi, il pavimento punteggiato dalle tue lacrime. Mi fa una pena enorme vederti così. Non è giusto…e improvvisamente anch’io piango. Non irrefrenabilmente come te, solo un piccola stilla che scorre sulla mia guancia.
“…tu sei…tutto. E quindi io…non sono nulla. Hanamichi Sakuragi…non esiste. Ci sei solo tu”
Tremo davanti alla tua disperazione…mi manca il respiro di fronte alla pena che ti porti dentro. E anche di più, per la mia inutilità. Io non posso fare nulla. Ti vedo soffrire, disperarti, odiare te stesso e la voglia…ma non posso intervenire. Mi sento oppresso...
Corro via vigliaccamente, lasciandoti solo col tuo dolore, sfuggendo alle mie responsabilità. Se la tua esistenza è intrecciata con la mia è vero anche il contrario…solo io potrei aiutarti, ora.
Ma non lo faccio…non posso.

È sera tardi, ma non voglio tornare a casa. Quelle pareti mi spossano, schiacciandomi con la loro freddezza. Non hanno nulla da darmi. Quindi rimango qui, in cima a questa terrazza grigia, affacciata sulla città. Lontano il mare mormora cupo sotto le nubi, posso immaginare il fruscio indifferente dello onde contro gli scogli. Dietro di me le piante rispondono col loro canto, un bisbiglio leggero che si spande nell’atmosfera, contrastando il rumore triste dell’acqua…
‘Noi ti staremo vicine in ogni occasione…abbi fiducia in te…noi ti vogliamo bene…ricordalo sempre’
“Grazie…”
Sorrido asciugandomi una lacrima.
Mi accascio su una panchina, perdendomi fra gli sbuffi di nubi. Mi piacerebbe andare in un luogo dove non ci fossero luci artificiali, e ammirare senza fastidi gli astri dietro quel buio…e la luna…dove Mokuren ha trascorso gli ultimi giorni della sua vita.
Mi accoccolo, stringendomi le ginocchia al petto. Dovrei farmi forza, prendere esempio da lei. In fondo…la mia vita è stata ben più facile della sua, io ho…raggiunto la vera felicità. Mi sento un vile, a non saper affrontare questa situazione da solo…
“…Ren…”
Sono così egoista…vorrei che fosse ancora qui. Vorrei che avesse avuto più risposte da darmi, che potesse capire tutto di me. Vorrei che…agisse al posto mio, lei saprebbe sicuramente quale sarebbe la cosa giusta.
Ma lei non è me. Ha una sua vita, ed è fidanzata, con un ragazzo che la ama…come la invidio…
Fisso la luna impassibile:
“Chiedo troppo forse? La felicità…non mi è possibile riaverla?”
“Idiota”
Sussulto, e il mio cuore impazzisce di gioia. Ti guardo…mio Kaede. Dentro di me posso ancora chiamarti cosi. Anche se so di darti fastidio non posso fare a meno di esultare quando ti vedo…
“Solo i pazzi parlano da soli”
Idiota e pazzo. Mi viene quasi da ridere. Perché hai ragione. Perché non riesco a rassegnarmi. Perché non tento neppure di fermare questa mia rincorsa inutile verso di te. Cammini sicuro per la tua strada, e io ti seguo, e anche se uso tutte le mie energie non riesco mai neppure a sfiorarti…anzi, credo che tu ti stia allontanando ancora di più da me…ma io scemo persevero…
Però adesso non ho voglia di litigare. Mi sentirei troppo male, quindi…dimmi pure tutto quello che vuoi. Le tue parole amare sono miele, per me…
“Sei proprio un idiota…”
Rabbrividisco mentre ti siedi vicino a me…non c’era disprezzo nella tua voce…e ciò mi fa paura.
“Chi era quella?”
“Eh?”
“Quella ragazza di oggi pomeriggio”
E tu come fai a sapere di Ren?
“Mi hai…spiato?”
Sbuffi, liquidando la mia domanda. Mi si torce il cuore…
“Chiariamo una cosa io non ti devo rendere conto di quello che…faccio”
L’ultima parola mi è morta sulle labbra…non ho mai avuto scampo contro i tuoi occhi blu. Adesso non fa eccezione…mi perdo in essi, non ragiono più. Ti immergi dentro di me quando mi guardi così, lo sai? Sento un brivido che mi attraversa l’anima, un rivolo gelido ma piacevole che mi assaggia, che esamina tutto di me. Mi sento caldo quando mi guardi…
“Cosa c’è la Akagi non ti piace più?”
“C-Cosa c’entra Haruko?”
Balbetto come un cretino. Non è più solo la tua presenza…adesso sì che non capisco niente!
“Mi sembravate molto in confidenza, tu e lei”
Ti guardo stralunato…chi è che dovrebbe essere il pazzo?
“Non capisco…”
“Sei solo una opportunista”
“Io?!”
Ok, Kaede è decisamente impazzito.
“Esatto. Appena trovi una ragazza più carina della precedente le scodinzoli dietro. Sei disgustoso”
Mi appoggio alla panchina. Non ho la forza di dire nulla. Non può essere vero…
“Sei solo un traditore, hanno fatto bene quelle ragazze a dirti sempre di no. Non ti meriti altro”
Non riesco a credere alle mie orecchie…questa è una scenata di gelosia!
“Ru…”
“Cosa farai, quando sarai stanco dello Shohoku? Cambierai squadra?”
Sussulto. Non posso lasciarti parlare liberamente…o presto te ne andrai. E io non voglio, adesso che so che ho una possibilità. Sei geloso, inconsciamente geloso di me…
Stringo i denti…voglio stare ancora qui con te, godermi la tua bellezza, la tua intensità, la tua vicinanza. Devo sbrigarmi, trovare qualcosa che ti leghi a me, che ti interessi tanto da costringerti a rimanere qui…
Stanco del mio silenzio ti alzi, avvicinandoti al parapetto. Sei davvero splendido…potrei perdermi nella tua contemplazione. Restare ad ammirarti per un’eternità. Cosa darei per starti di nuovo accanto…ai miei occhi lo sguardo freddo con cui mi squadri è la cosa più bella che esista…
“Prima sbandieri il tuo amore alla Akagi, poi la getti via. Non hai delle convinzioni?”
La mia sola convinzione sei tu…sei la mia sicurezza, la mia fede, il mio futuro…
“Cosa c’è Rukawa, non dirmi che inizi ad apprezzare Haruko”
Non ho trovato nulla di meglio, però sembra che abbia effetto. I tuoi occhi spalancati sono favolosi…il mio corpo si muove lentamente, portandomi da te.
“Non è che in realtà lei ti piace, ma godi da morire nel rifiutarla per farti desiderare di più?”
Non aspettavo altro che questo tuo pugno…come mi è mancato il tocco della tua mano…
Mi abbasso schivando il colpo successivo, e mi getto verso di te, impazzendo all’idea di poterti ancora toccare…ti circondo il ventre con un braccio e ti sbatto all’indietro, mordendomi le labbra per non gemere al contatto col tuo corpo.
Sei magnifico mentre ti rialzi per colpirmi…vedo il tuo pugno avvicinarsi veloce a me…non faccio nulla per schivarlo…mi metto anzi sulla sua traiettoria…
“Ah!”
Spalanco gli occhi, e il tempo rallenta. Sei inciampato in una radice sbucata da chissà dove, e ti sei appoggiato al parapetto che però…non ha tenuto.
E adesso precipiti senza un suono, i vestiti gonfi d’aria, i capelli scossi dal vento che si slanciano verso il cielo, e i tuoi occhi colmi di sorpresa fissi nei miei…
Non dici una parola mentre cadi…
“Rukawa!!!!!!!!”
Mi getto nel vuoto, istintivamente, seguendo l’impulso del mio cuore.
“Rukawa dammi la mano!!!!!”
Le tue labbra di schiudono per la sorpresa, poi comprendi il mio gesto pazzo, che per te equivale a un suicidio.
Sarjarim per favore aiutami!!!!!!!
Rallento la tua caduta col sarces, e ti afferro…appena sento il tuo polso saldo nel mio ti tiro a me, come un aquilone strattonato dal filo voli dritto nelle mie braccia.
“Rukawa…”
Affondo il volto nei tuoi capelli che si agitano al vento come raggi neri, respirando il tuo profumo irripetibile. Non opponi resistenza mentre ti stringo, mescolando come una volta il calore dei nostri corpi. Ti lasci abbracciare come una bambola, abbandonandoti contro di me, così soave…
La parete della scarpata scivola via scura, mentre il suolo si avvicina minaccioso.
Chiudo gli occhi, concentrandomi su di te. Su ogni cosa io possa fare per il tuo bene.
Sento il potere del sarces fluirmi dentro, colmarmi di potenza…ora sono davvero invincibile, col sarces che scorre nelle mie vene e te fra le braccia. Dove potrei portarci? Voglio che sia un bel luogo, un posto magico…che abbia un incredibile potere espressivo. Un luogo incantato dove noi…forse finalmente ci ritroveremo.
……………….
Non è mai stato tanto piacevole staccarmi dal sarces. Il mio corpo si infiamma ogni volta che lo uso, mandandomi scariche lungo tutto il corpo, arroventandomi l’anima…però ora non mi importa nulla di tutto ciò. Tu sei tra le mie braccia. La tua guancia è appoggiata al mio profilo, i miei occhi sono persi nel contrasto tra la tua pelle di luna e il nero ebano dei tuoi capelli.
Il battito del tuo cuore è regolare, il tuo respiro leggero. Ti sento rilassato, abbandonato sul terreno. La perfezione della tua bellezza eterea mi avvince anche se non posso ammirarla appieno...allungo le labbra e le poso sui tuoi capelli, unica pietosa concessione per ora permessami…
“Cosa…è successo?”
…è ora. Mi alzo lentamente, sfiorando la tua guancia con la mia. Le tue labbra socchiuse sono invitanti, eppure io resisto. Non sarebbe giusto, e io ti amo troppo per non rispettarti.
“Stai bene?”
Credo che per te tutto questo sia solo un sogno, la semplice illusione di una notte. Mi guardi meravigliato, come fossi un angelo, eppure qui l’unica creatura divina sei tu. Mi daresti ragione, se potessi vederti ora.
Le mie braccia ti stringono ancora…le tua schiena appoggiata sul mio braccio sinistro, la tua nuca sul destro. I tuoi capelli si sciolgono aggraziati sulla mia pelle, sui fili d’erba che ammirano il cielo; le tue braccia abbandonate sul prato scuro sembrano aggraziate ali d'airone.
La tua bellezza è talmente intensa che mi fa venire voglia di piangere.
I tuoi occhi…mi piacerebbe fondermi con essi, con quel blu senza tempo che è specchio prediletto di stelle e luna…
Ti amo, Kaede Rukawa. Ti amerò in eterno.

Sei davvero il ragazzo con cui mi stavo picchiando? Non riesco a riconoscerti, anche se quel livido sulla guancia te l’ho procurato io poco fa. Ma ora…tutto è diverso, tu prima di tutto. Se in questi giorni mi confondevi, ora non sono più nemmeno certo della tua identità.
“Chi sei tu?”
Non volevi che te lo chiedessi? Perché nei tuoi occhi spalancati vedo solo preoccupazione? Eppure…io non ho paura. Sono steso fra le tue braccia, e non temo nulla. Pochi secondi fa la nostra pelle si è sfiorata, e io ho dovuto faticare per non rabbrividire.
E ora…ho voglia di allungare il volto e baciarti. Per la prima volta ti guardo con occhi diversi, senza pregiudizi…e ti vedo bello, incredibilmente bello. Hai i capelli spettinati, una guancia contusa, le labbra socchiuse che non sanno cosa dire…e due occhi caldi che sembrano accogliere il mondo. Guardandoti in quegli abissi castani mi sembra di…essere di nuovo felice. Non parlo della semplice gioia che si prova dopo una vittoria, ma della vera felicità, nel senso assoluto del termine.
“Chi sei?”
Come riesci a farmi questo? Dove trovi la magia per incantarmi?
Scuoti la testa, non sai cosa dirmi…no, non distogliere il tuo sguardo da me…guardami ancora.
“Io sono Hanamichi Sakuragi…la domanda giusta è…chi ero”
Mi alzo, portando il viso davanti al tuo. Non sei riuscito a dirmelo guardandomi…che cosa c’è? Ti vergogni o hai paura? Anche se mi sorridi comprendo che sei nervoso…sento il tuo animo fremere.
“Chi eri?”
Mi guardi, ma non parli. Ti limiti a fissarmi, come se…in me tu potessi trovare la risposta.
Un grillo salta su un filo d’erba, non si accorge di noi. Siamo immobili nella sera, giovani ombre scure nell’aria profumata. Senza imbarazzo, senza sentimenti. Solo la nostra presenza, i nostri respiri.
“Io…credo sia meglio darti una prova prima di spiegarti”
Allunghi una mano verso la mia…è calda, bollente contro la mia gelida. Accarezzi un lungo graffio, probabilmente di quando sono caduto. La prendi e la sollevi, poi le posi anche l’altra sopra. Le tue mani…mi sembra di conoscere il loro tocco…che qualcosa di simile sia già accaduto, in passato…
“Stai calmo…”
La voce…non riesco a credere che sia davvero la tua. Così bassa, calma, sicura… serena, senza tentennamenti…diversa da quella squillante che ho sempre conosciuto.
O forse no…perché ho l’impressione di aver già sentito anche questa voce, la tua vera voce…una forza dentro di me sembra spingermi a guardare indietro, a cercare nel mio passato, a rimuovere il blocco che ostacola i ricordi, a ritrovare te…
Mi irrigidisco…la tua voglia si è accesa…per un battito del mio cuore ha emanato un bagliore rossastro…o era la mia immaginazione?
“A posto”
Mi lasci la mano…non c’è più segno del graffio.
“Ho curato anche i tuoi lividi”
Mi porto la dita al ventre…non mi fa più male. Che cosa…
“Io ero…nel passato…un Kicies-Sarjarian…la voglia è il simbolo dei Kicies…sono rinato…qui”
Le parole mi trapassano, ma non le recepisco.
“Non capisco…”
Intuisco che per te è difficile…non trovi le frasi adatte…il tuo respiro è così faticoso…sembra quasi ti addolori spiegarmi.
“Noi…non siamo soli, nell’universo. Su un pianeta…vivevano degli esseri molto simili a noi, ma con qualche diversità: erano alti all’incirca un mignolo, e…c’eravamo noi Kicies. Abitavamo su Shia, ma c’erano anche altri pianeti popolati, e noi Kicies venivamo educati fino a vent’anni nel Paradiso, dove imparavamo il Kisanado, il testo sacro. Poi potevamo uscire e studiare…”
Che confusione…allungo una mano, toccando la voglia. La tua pelle, calda e liscia, mi pare quasi di conoscerla…
“…eravamo i prescelti di Sarjarim, dio nella nostra cultura. Il nostro sarces, cioè un esp, è legato alla natura, e comprende oltre al teletrasporto, la telepatia, la telecinesi, la guarigione e la capacità di comunicare con piante ed animali”
Spalanco gli occhi: allora…
“Quando hai curato la pianta del Gorilla…stavi davvero parlando con lei”
Sul tuo viso si dipinge un sorriso pieno di stupore…
“Davvero te ne sei accorto?”
Annuisco, senza staccare gli occhi dai tuoi.
Nel tuo sguardo…leggo sollievo, e soddisfazione. Sembra che…il fatto che io abbia intravisto il tuo essere Kicies ti riempia di gioia…come se non ti aspettassi altro da me.
Tocco di nuovo la tua voglia, seguendone lentamente i contorni.
“Come mai non l’hai sempre avuta?”
“Io…il mio passato…si è risvegliato il giorno del picnic, quando sono svenuto…”
Perché non riesci a parlarne in prima persona?
“Quindi la fioritura di tutti quei fiori bianchi…”
“…non so se sono stato direttamente io, o erano loro che salutavano il risveglio”
“Ma comunque erano per te”
“…sì”
Non ti chiedo come mai fossero così fitti anche attorno a me, non sono tanto insensibile.
Tra noi cala il silenzio…anche se ho la testa piena di dubbi, non trovo le parole per porgerteli. E poi…ho la certezza che ti faccia davvero male parlare di chi eri. Non so, sembra che ti sforzi per qualche motivo a parlarne con me, ma che nel contempo preferiresti che non ti interrogassi.
“La ragazza con cui mi hai visto…era anche lei una Kicies”
Una…Kicies?
“Noi…stavamo parlando. Lei si è svegliata da più tempo, mi stava aiutando a…ambientarmi di nuovo”
“Era davvero…una Kicies?”
“Sì, certo. Si chiamava Koohasu Seyte Mokuren”
Non stupirti del mio sollievo…
“Tu…come ti chiamavi?”
Ridi, e arrossisci. Sei davvero carino, non hai più quell’aria afflitta di poco fa.
“Io ero…Ragi Saku Hanamichi. Buffo, no? E anche il mio aspetto era uguale a quello di adesso. Secondo Ren è perché ho desiderato rinascere uguale”
Non ho capito tutto, però quel che so di lei mi basta a soddisfarmi. Il loro legame riguarda il passato, non il presente. Ora non c’è nulla tra loro, a parte una comprensibile complicità.
“Senti…ce ne sono altri come voi?”
“Eh? Non lo so…che si sappia no…ma potrebbero non essersi ancora svegliati…non so”
Loro sono gli unici, per adesso. È naturale che si sostengano a vicenda…null’altro.
“Io non mi voglio immischiare del tuo passato, però…perché ti ho disegnato la voglia sulla fronte, quella volta?”
“Io…”
Che cosa ti spaventa? Perché sei impallidito? Per quale motivo non vuoi che io sappia?
Vorrei sfiorarti, ma tu…ti ritrai, allontanandoti un po’ da me.
“Che cosa c’è?”
Di cosa hai paura? Le tue labbra tremano, i tuoi occhi sono carichi di turbamento. Ti farebbe così male dirmi la verità? Vorrei anche chiederti perché piangevi, nello spogliatoio, ma non so quando farlo…
No, non andartene…mi alzo di scatto a ti afferro per il polso…non volevo spaventarti.
“Perché non me lo vuoi dire?”
“Lasciami…”
“Promettimi che non ti teletrasporterai via”
Credivi che non avessi capito le tue intenzioni? Lo so perché io l’ho fatto prima di te…volevi scappare…evitare di confrontarti con qualcosa che ti addolora. In fondo siamo così simili…
“V-V-Va bene…lasciami però…”
Lascio il tuo polso, non mi conviene spaventarti di più. Rimaniamo fermi, uno di fronte all’altro. Siamo vicini, ma i nostri sguardi non si sfiorano. Io fisso te, che stai appoggiato contro un albero, però il tuo sguardo non è per me, ma vaga perso oltre l’orizzonte scuro…così lontano, irraggiungibile al mio essere…vuoi tagliare il legame che si sta timidamente instaurando fra noi? Ti spaventa così tanto la mia presenza?
Non diciamo nulla, mentre il tempo passa. Perché ti nascondi? Il tuo silenzio…mi fa male. Mi spaventa…mi spinge a pensare che sia accaduto qualcosa di davvero terribile, nel tuo passato. E che la causa di tutto sia io.
“…ci conoscevamo anche prima? C’ero anch’io…con te?”
Annuisci dopo un momento di titubanza…però mi hai detto di sì. Noi due…ci conoscevamo.
Questo pensiero aveva iniziato a rodermi la mente appena mi hai detto della tua vita precedente…inconsciamente sapevo già la risposta. Anch'io sono rinato…
“Perché non me l’hai detto subito?”
Non so che sentimenti provare…rabbia o delusione? Tutto si mischia dentro di me, le mie sensazioni sanno dare vita solo a un grigio opaco.
“Perché ti sei tenuto tutto dentro per tanto tempo?”
Perché non riesci a guardarmi in viso?
“Non capisci che così è peggio?”
I tuoi occhi profondi si riempiono di sbigottimento…
“Io ci penserò comunque sopra. Preferisci che mi faccia delle idee sbagliate sul nostro passato?”
“No…no”
“Allora perché non mi hai detto nulla?”
La tua pelle si vela di rosso…
“Io…pensavo non mi avresti creduto…e non potevo farti ricordare col sarces. Non volevo forzarti…”
Tu…eri preoccupato per me? Sono scioccato…nonostante ti trattassi così male, sei stato così premuroso…lo hai fatto per me…è ora di contraccambiare.
“Grazie…per aver rispettato la mia mente”

Il mio shock aumenta incredibilmente…non solo mi hai ringraziato, ora tenti persino di sorridermi…il tuo sorriso per me…la felicità del passato si rinnova…
“Io…”
Scuoti la testa, bloccandomi. Non mi oppongo…questi momenti trascorsi qui sono ciò che di più prezioso abbia da quando sono rinato. Fino poco fa continuavo a rimpiangere il mio passato, arrivando quasi ad rinnegare quegli anni felici di cui non mi rimane nulla, ma rischiavo di giungere ad odiarlo, a maledirlo perché ora è tutto diverso…a riversare su di esso la responsabilità della mia infelicità. E questo non sarebbe giusto nei confronti di queste due anime incolpevoli che sono rinate dentro di noi, due soffi vitali che si sono cercati finché non hanno potuto rincontrarsi…
“Fammi ricordare”
La tue parole mi gelano, mentre sento la pelle d’oca incresparmi la cute.
“Ru…”
Tocchi i miei capelli…ti è sempre piaciuto tanto giocare con essi. Nei tuoi occhi posso scorgere la sicurezza di allora rivivere…comprendo che anche il tuo vigore è rinato, si è anzi rafforzato metabolizzando il dolore…lo hai sfruttato per diventare forte…
“Ora sono io a chiedertelo. Fammi ricordare”
Kaede…cosa devo fare? Voglio che tu ricordi, ma sono anche talmente spaventato dalle tue reazioni che…sarei pronto a inventarmi una bugia per fermarti. La mia mente continua a urlarmi che sono un vigliacco…come darle torto?
“…perché?”
“…è importante?”
“…sì. Questo…non è un gioco. Ricordare una vita precedente non deve essere fatto solo per curiosità…comporta dei sacrifici. Saper sopportare due vite invece che una sola…significa sapersi accettare…anche i lati più nascosti di te verrebbero a galla”
E io voglio proteggerti…e proteggere anche me.
“Credi che non potrei farcela?”
No…però non posso prevedere cosa accadrà quando ricorderai tutto. Vorrei parlarti come facevamo un tempo, ma non posso…di certo so solo che ridandoti i ricordi metterei nelle tue mani tutto me stesso…e ho troppa paura…di essere rifiutato. Devo farti desistere…perdonami se tronco sul nascere ciò che potrebbe esserci tra noi…
“No…non mi fraintendere…voglio solo risparmiarti un’inutile sofferenza”
Non voglio vederti soffrire ancora…non dopo ciò che hai sopportato amandomi…e neppure io voglio avvizzirmi senza te accanto. Non sarebbe giusto, per entrambi.
Io…sono certo che se tu sapessi ciò cui vai incontro, non mi chiederesti di svelarti tutto.
Nulla potrebbe spingerti a desiderare di soffrire tanto, neppure il tuo amore per me.
“Sofferenza? Cosa sai del dolore nella mia vita passata?”
Merda!!!!!!!!! Mi prenderei a schiaffi…come ho potuto dirgli una cosa simile?
“Io…voglio solo che tu sia certo di ciò che fai”
“Lo sono…ma non cambiare discorso”
Sembri così sicuro…ma come posso lasciarti fare, quando so cosa vai ad affrontare? Non posso…
“Per favore pensaci meglio…una volta iniziato sarebbe rischioso tornare indietro”
Cosa farai quando ti renderai conto che non è quello che pensavi? Mi chiederai di bloccarti…spezzandomi di nuovo il cuore? Rifiuterai i sentimenti che affioreranno in te? Mi odierai per non averti detto nulla…o per non essere riuscito a fermarti? O invece…mi amerai?
“Non tornerò indietro. Fammi ricordare”
La tua mano sulla mia…tu che tenti di rassicurarmi…le tue dita che mi stringono forte. È sbagliato…dovrebbe essere il contrario, dovrei essere io a sostenerti…questo significa il mio fallimento anche come Kicies…
“Ho bisogno dei miei ricordi…ho troppe domande dentro di me. E solo nel mio passato posso trovare le risposte che nessuno è in grado di darmi, a parte te, che però non vuoi collaborare. Loro sono là, ma per raggiungerle io ho bisogno di te”
“Rukawa…”
Non piangere…non piangere davanti a lui. Sii forte…non scaricare su di lui il tuo dolore. Abbi fiducia…incontrare Ren ti è servito a così poco?
“Va bene…farò come vuoi. Ti aiuterò a ricordare”
Annuisci, senza dire nulla. Il mio cuore si è fatto di pietra…la svolta della mia esistenza è vicina. Da qui…si deciderà il futuro.
“Io non ti farò ricordare tutto, sarebbe un pericoloso sovraccarico per la tua mente. Ti darò solo un input, per il resto…farai da solo”
Respiri profondamente, per rassicurare entrambi. Soprattutto me…come sempre capisci ciò che è meglio. Mi sento male da quanto mi manchi…e da quanto potresti mancarmi in futuro.
“Ora appoggerò la mia kicie sulla tua fronte, e porterò a galla un tuo ricordo. Qualunque cosa tu veda io ti giuro che non è opera mia, ma solo il frutto della tua mente. Noi Kicies non possiamo creare ricordi, ma solo svelarli. Devo inoltre avvertirti che io vedrò questo flashback”
“Ho capito”
“Sei…ancora deciso?”
Inarchi un sopracciglio…questo tuo semplice gesto di sorpresa mi ha sempre fatto impazzire.
“Perché non vuoi che ricordi?”
Certo che voglio che ricordi! Che domande! Però…è così dura parlare del passato con una persona che non ne sa nulla…e ho così tanta paura…che le tue decisioni riguardo noi due possano essere differenti…
“…è una storia lunga…che si intreccia con ciò che sono adesso…presto saprai tutto”
“Allora muoviti”
Sei sgarbato…vuoi ricordare e andartene, o solo spronarmi?
“…sì”
Mi siedo per terra, e tu accanto a me.
“Chiudi gli occhi”
Kaede Rukawa che obbedisce a una mia richiesta senza fare a botte…fino poco tempo fa avrei riso a una simile idea. Ma ora implorerei perché te ne andassi dopo avermi tirato un pugno.
Il tuo viso…lo osservo attraverso le palpebre socchiuse. È bello…anche più di allora. Adesso ha un fascino speciale, la freschezza di una nuova vita unita a un’aura ammaliante.
Deglutisco. Ho voglia di baciarti. Averti così vicino a me, i tuoi occhi serrati…le tue labbra socchiuse…la tua pelle perfetta…sono a un soffio da te…mi basterebbe pochissimo per posare la mia bocca sulla tua, baciarti per un istante in cui tu, sorpreso, non ti allontaneresti…e poi dirti che volevo solo prenderti un po’ in giro…e capire di aver sbagliato…
Per questo appoggio solo la fronte. Non faccio altro, deviando il moto spontaneo del mio capo…non so come ma sono riuscito a trattenermi…nonostante tutto il mio desiderio di te non si è placato…scosto con riverenza i tuoi capelli corvini, e tremante mi avvicino a te…come un devoto che raggiunge finalmente dio…
“Ah…”
“Ssshhh…tranquillo…non è ancora successo nulla”
Siamo vicini…così vicini che vedo i miei occhi specchiarsi nei tuoi spalancati…ci fissiamo senza dire nulla, mentre tutto attorno a noi si è ridotto a un bisbiglio, la natura è in attesa che il miracolo avvenga…il nostro fiato si mischia, disperdendosi unico nel cielo. Sono estasiato, sulle tue gote per la prima volta su questa terra vedo l’ombra di un rossore…come sono sicuro tu veda il mio…e anche la tua fronte è calda. Ho quasi paura che tu abbia un po’ di febbre…o sono io a farti reagire così? Non lo so…so solo che vorrei che il tempo si cristallizzasse, e questo attimo durasse nella sua eterna fugacità…senza dolore, e solo un pizzico di felicità.
Non posso fare a meno di sorridere…chissà se riesci a vederlo. Ne dubito…i nostri sguardi non si sono lasciati…quasi dotati di vita propria si rifiutano di slacciarsi, di allontanarsi…di essere di nuovo ognuno un'unità singola e non una uniti.
“Chiudi gli occhi…”
Non possiamo rimanere così ancora per molto…la mia razionalità alla fine mi spinge ad agire. O ti bacio, o ti faccio ricordare…e devo scegliere la seconda.
“Io…”
“Chiudili…”
Piano piano il blu delle tue iridi sparisce, e io sospiro mentre il buio cala anche sui miei occhi.

Che rumore che c’è…non capisco nulla. Mamma…papà…statemi vicino…ho paura. Questa gente mi opprime…voglio tornare a casa.
“Kaede vuoi che ti prenda in braccio?”
Il mio papà è altissimo…mi piace tanto essere sollevato da lui.
“Sì”
Alzami, fammi volare sopra la gente…
“Aaahhh!!!!! È alto!!!! Mamma!!!”
La mia mamma è bellissima quando ride. I suoi occhi blu sono come l’acqua sotto il sole.
“Sei felice piccolo mio?”
Come sono caldi il sorriso della mamma, le risa del papà…
“Guarda Kaede arrivano i giocatori!”
Ooohhh…
“Papà sono alti come te!”
“Anche di più Kaede, molto di più!”
Non avrei mai immaginato che qualcuno potesse essere così imponente…spiccano tra la folla come montagne in una pianura…
No papà, non farmi scendere…voglio vederli ancora…
“Eccoci ai nostri posti. Ci vedi piccolino?”
“Sì mamma”
Li vedo ancora…alti, sicuri, slanciati…e quel pallone arancione tra le mani…
“Mamma sono dei maghi?”
“No tesoro, sono solo bravi”
Davvero non è magia? Sono bravissimi! E allora anch’io lo diventerò!
“Mamma papà, anch’io sarò così bravo! Anzi, il più bravo di tutti!”
……………….
“…come ho potuto dimenticarlo?”
Ti guardo…anche tu sei stupito…
“Non ci credo…la prima partita di basket cui hai assistito…”
…mi sento vuoto…non riesco a provare nulla…è tutto troppo intenso, fuori dalla mia portata…
“…come ho potuto scordare quella sensazione? Io ero…in adorazione”
“Non tormentarti…credo sia una costante che il risveglio avvenga con la prima forte emozione di cui si ha ricordo…”
“Io…ho iniziato a giocare a basket per essere come loro…per essere magnifico”
Sorridi dolcemente…chissà a cosa starai pensando, vedendomi così…
“…ora so che anche adesso…gioco per provare di nuovo quella sensazione”
Intrecci le tue mani con la mia, stringendola forte:
“Significa che tutto il tuo essere, in ogni tempo, adorerà il basket. Tu ami il basket…è parte di te”
…non so cosa pensare…mi sento stordito, come se qualcuno mi avesse colpito in testa…
“Sei confuso, vero?”
“…sì”
“È normale, non inquietarti troppo. Un po’ di smarrimento è naturale…ora hai in te i ricordi di due persone distinte”
Annuisco…nonostante tutto la tua voce mi arriva limpida, senza sbavature o appannamenti…è l’unica essenza solida nella mia mente, dove il resto rotea vorticoso…
“Tu…cos’hai ricordato?”
Parlami ancora…dammi ancora la tua voce che mi sostiene, ancor più delle tue mani…
“Io…ho ricordato il canto dei Kicies dove vivevo, nel Paradiso…”
“Perché?”
Ho voglia di toccare le tue labbra quando sorridi…mi donano serenità…
“Perché per la prima volta ho sentito la natura alla sua massima vitalità…cantava così forte che quell’immagine mi ha sempre accompagnato…desideravo essere io la causa scatenante di tanto impeto…era inarrestabile…”
Stai ricordando anche tu, adesso? Mi sembri distante…lontano da me…torna qui, non lasciarmi solo…ho bisogno del tuo sostegno. Ora…posso comprendere meglio perché non volessi farmi ricordare. Mi rendo conto che dovrò confrontarmi con ciò che è stato…non tutto sarà perfetto, però…sono sicuro che troverò te.
Ma per ora ti posso avere solo nel presente, quindi…vigliaccamente ti strappo al tuo passato.
“Senti…perché solo questo?”
La bellezza del tuo viso sorridente mi scuote nel profondo…
“Non essere precipitoso…ricorderai quando sarai pronto”
Da quanto tempo ho iniziato a trovarti tanto magnifico? Perché ho voglia di sentire le tue mani che scorrono sulle mie braccia? Mi sembra di essere un bimbo che si accosta a un sogno…
“E quando lo sarò?”
“A suo tempo…”
Perché non mi hai guardato negli occhi? Se doveva essere una frase di rassicurazione…perché il tuo modo di fare l’ha trasformata in dubbio?
“Andiamo a casa?”
“…sì”
Sorrido dentro di me…di nuovo fra le tue braccia, si rinnoverà me quella sensazione magnifica…il tuo abbraccio protettivo è stato…l'emozione più intensa da molto, molto tempo…non ricordo neppure quanto…
“Forza, non dovrebbe esserci molto da qui a una fermata del bus”
Cosa?! Non ho capito bene.
“Ma…non ci teletrasporti?”
D’essere una cosa grave per farti rabbuiare così.
“No…non avrei dovuto farlo nemmeno prima”
Sussulto…ma tu capisci e subito mi rassicuri.
“Non mi fraintendere, stupida volpe! Non intendevo di lasciarti cadere, però…non avrei dovuto usare il teletrasporto”
Ti avvicini un po’ intimidito a me, e intrecci la tua mano con la mia, posando entrambe sul mio cuore.
“Lo senti?”
bisbigli.
“…sì…”
Non capisco…dove vuoi che io arrivi? Mi spaventi…
“Usare il teletrasporto è pericoloso…certe persone possono svenire, o anche morire…per un solo trasferimento…”
Stringo la tua mano…senza parlare, non sono bravo…per favore comprendi il mio stato d’animo…
“Stai tranquillo…il tuo cuore è forte…ha sopportato ben altro…”
“Hn?”
Parole appena sussurrate, che però volevi io sentissi…non riesco a capire…cosa ti fa agire così?
“La strada è lunga, dobbiamo incamminarci”
“Aspetta…cosa avresti dovuto fare, al posto del teletrasporto?”
Non morderti le labbra…non farmi impazzire…
“Bè, ad esempio la levitazione…”
Sono frastornato:
“Tu puoi…volare?”
“Bè, sì…”
“Allora andiamo! Andiamo a casa volando”
Cos’hai da guardarmi a bocca aperta? Ti stupisce vedermi tanto eccitato?
“…no. Credo di essere troppo stanco per portarti a casa in volo…è troppo pericoloso”
“Ma…”
Scuoti la testa, sei deciso, e mi accorgo che ora non potrò farti cambiare idea.
“Un altro giorno ti porterò, ma adesso è meglio se ci incamminiamo”
“Hn ”
…siano mi nuovo distanti…perché non hai voluto continuare quella complicità che ci univa? Sei davvero stanco, o era solo un no perché non mi vuoi tra le braccia?
………….
“Non pensavo saresti venuto qui…”
Non solo tu hai dei posti speciali…
“Come mai sei qui?”
Scuoto la testa…a dire la verità non lo so neppure io. Speravo solo che…questo luogo mi aiutasse a ricordare di te. Finora io…non ti ho ancora incontrato nel mio passato, anzi…ho sognato pochissimo in questi giorni. La mia infanzia, soprattutto, e qualche partita, ma nulla di davvero importante. Tutto questo mi fa sentire irritato, nervoso…imprigionato.
“…è per il tuo passato, vero?”
“…già. Mi hai letto nella mente?”
“No, non ce ne era bisogno”
Ti blocchi prima di aggiungere qualcosa. Mi guardi, poi scuoti la testa. Così c’è solo il nulla, lo sai? Io sono convinto di sì, eppure non fai nulla per riempirlo…
Ti alzi, passeggiando fino al parapetto in riparazione. La tua mano ne accarezza la superficie ruvida, giocando con le imperfezioni. Ti giri appena, guardandomi…a cosa pensi?
Sei talmente sexy mentre ti succhi le labbra, o mentre mi tendi una mano, su uno sfondo d’astri:
“Andiamo…ti porto fra le stelle…l'altra volta non potevo farlo, ma anche a me sarebbe piaciuto”
Mi sento imbambolato, il sogno dell’uomo, volare senza bisogno d'ali…e potermi abbracciare a te...
“…però dovrò fermarmi a riposare un po'”
Trovo la tua voce bassa e sensuale, come le braccia che mi stringono. Questo brivido…l’hai avvertito anche tu? Mi sembra di…conoscerlo…
“Non fa nulla…quando sarai stanco ti fermerai”
Credo di non essermi mai mostrato a nessuno come sto facendo con te…so che i miei occhi sono spalancati, che filtrando tra i miei capelli le stelle si riflettono in essi. Tutto questo ti tocca…vedo come mi guardi. Stai pensando che mi vedi per la prima volta? Forse è vero…però sono felice che ciò accada con te. Forse io…mi sono tenuto nascosto proprio in attesa di questo momento, aspettando pazientemente la persona giusta per rivelarmi…non me n’ero mai accorto ma sei tu, quello che il mio spirito desiderava incontrare, da tanto…
“Fammi volare…”
Chiudi gli occhi…e in un attimo siamo liberi nel cielo.

Non ci credo…eppure alla fine ne ho avuto il coraggio. Una parte di me mi urla di scendere, di posarlo a terra, che è troppo pericoloso…ma io non mi fermo, accelerando anzi il mio volo risalendo i raggi di luce. Saliamo in una lenta spirale verso la luna piena, e io getto indietro il corpo, bagnandomi nel suo chiarore. Ti sento gridare, è la prima volta in questo mondo. Allunghi una mano, felice come un bambino che veda per la prima volta una stella, e ridi…ho voglia di cantare al mondo la tua bellezza. Sei magnifico, Kaede.
Il vento è buono con me…ti scompiglia i capelli, in una festa di luccicanti fili corvini, esponendo la tua pelle alla luce degli astri. Bellissimo…mi guardi e ridi…e io devo chiudere gli occhi per impedirti di vedere ciò che ho dentro di me.
Raggiungo l’apice di questa ascesa, e rimaniamo sospesi qui, a metà strada fra la terra e il cielo, nel luogo dove la lucentezza è ancora signora. Questo è uno spazio incantato, mi sembra di essere tornato indietro; con te fra le braccia, posso far finta che tutto sia come allora…intensamente stupendo…tanto perfetto da sembrare irreale…
C’è una nube, poco distante, e con una planata rapida ci porto là…vado veloce, per farti stringere forte a me…anche se trovo la corsa troppo breve…
 “Perché siamo qui?”
Sorrido:
“Questo è luogo speciale…dove riposano gli angeli. Ora ti lascerò, ma non avere paura…”
Fissi me, poi la nube, e ancora me.
“Va bene…”
Lo sussurri a labbra socchiuse, gli occhi spalancati….i tuoi capelli sono scompigliati, eppure non ne risenti minimamente. D’improvviso mi assale un dubbio…che tu sia Sarjarim? Io amo…un dio?
Sorrido, anche se tu mi guardi strano. Ho pensato a una sciocchezza, eppure…anche se non lo sei, io non posso fare altro che adorarti come tale, mia divinità…in passato onoravo Sarjarim, adesso io venero il mio dio…che puoi essere solamente tu.
“Prova a camminare un po’…”
“Eh?”
Fissi stralunato la nuvola. Sei dubbioso, ti capisco…ma voglio che assaggi questa sensazione. Così mi allontano da te, respingendo a malincuore le tue mani che mi cercano:
“No, no…non ti preoccupare…”
Mi fissi, poi ti guardi i piedi. Fai un passo, e un altro, verso di me, circospetto come un bimbo.
“…è solida?”
“Più o meno…io rendo stabile la materia su cui siamo appoggiati”
“Cioè?”
Non capisci…in effetti non so nemmeno io come ci riesco, lo faccio e basta. Alzo le spalle:
“Ciò che le tue suole toccano diviene solido, il resto…è solo nuvola”
Allunghi una mano, e mi sfiori.
“Certe volte ho l’impressione che…anche tu appartenga a un sogno”
Sarjarim…no. Per favore Kaede…non mi confondere col mio passato…io esisto anche qui, non pensare solo all’altro Hanamichi…ti imploro…
“Ti sbagli, io sono vero”
“Già…”
Ritrai la mano, e questo gesto è comunque doloroso per me…ti allontani un po’ sulla nube, mentre io rimango fermo a guardarti. Cammini piano, elegante…sembra il tuo regno, questo luogo blu scuro coi riflessi d'argento. La stessa luce che illumina questa impalpabile figlia del cielo si infrange su di te, rendendoti a tutto diritto parte di questa maestà. Mi fa male il cuore, da quanto ti amo, da quanto mi costa non poterti dire nulla.
“Ti amo”
Lo vorrei gridare, ma lo bisbiglio. Purtroppo è la cosa giusta.
“Perché mi hai portato qui?”
“Eh?”
“Perché tutto questo?”
“Non lo so…so solo che è un bel posto, era da tanto che volevo venirci…”
…con te. Volevo solo stare un po’ con te…noi due e basta, dove nessun altro potesse raggiungerci.
“Hn”
Sorrido, mentre ti volti, riprendendo a passeggiare. Sei di nuovo tu, volpe silenziosa. Ultimamente stavi parlando un po’ troppo, lo sai?
Mi appoggio sospirando a uno sbuffo che si leva verso l’alto, adesso voglio solo guardarti. Ho sempre adorato la tua schiena larga, mi dà sicurezza. Quanti tramonti abbiamo visto assieme, io appoggiato contro di te, a stringerti la vita, ad accarezzarti il petto, a baciarti sul collo…e poi fare l’amore sotto un cielo blu, come questo.
Gemo, sedendomi. Non devo pensarci, non devo lasciarmi tentare. Non devo farti ricordare a forza, anche se il mio essere non vuole altro. Mi manchi, mi manchi così tanto…almeno fossimo distanti fisicamente, invece sei sempre davanti ai miei occhi, a vivere ingenuamente la tua nuova vita, senza sapere quanto la tua sola ombra mi torturi…no, non tornare indietro adesso…non inginocchiarti vicino a me…non farmi innamorare ancora di più…
“Stai bene?”
“Sì”
Non ti preoccupare per me…
“Sei pallido…”
Sarjarim aiutami a resistere…
“Non è nulla”
“Tutto questo…è faticoso, vero?”
I tuoi polpastrelli sulla mia kicie…deglutisco, e chiudo gli occhi. Il mio sarces fluisce più potentemente, concentrandosi proprio nella voglia…sembra desideri raggiungerti…
“Un po’…ma sto bene”
È più faticoso resistere all’impulso di baciarti che tener sollevati entrambi…
“Scendiamo?”
Annuisco, la mia voce si rifiuterebbe di uscire. Respiro, obbligandomi a controllarmi:
“Vieni qui”
Tu non comprendi subito, poi ti accoccoli tra le mie braccia.
“Hai voglia di provare una caduta libera?”
Sussulti, e io ti stringo.
“Non aver paura…”
Rispondi al mio abbraccio, affondando il capo contro l’incavo del mio collo, abbandonandoti a me. Ho la bocca secca, i muscoli mi tremano. Tutto questo erompere di sensazioni…l’avevo scordato.
Affondiamo lentamente nella nube, avvolgendoci nelle sue spire opache…per un momento siamo circondati dalla tenebra…e poi giù, senza opporre resistenza, verso la terra…le nostre grida concitate si uniscono, mentre l’aria mescola i nostri capelli, le nostre mani si stringono sulla schiena dell’altro, i nostri visi si sfiorano…ti amo.
Le luci della città sembrano volerci dare il benvenuto mentre precipitiamo, si tendono verso di noi ad accoglierci protettive, segnandoci la strada. Sorrido…ho quasi l’impressione che le stelle si riflettano sulla terra…ti stringo e viro bruscamente verso la mia destra, e tu mugugni mentre le nostre gambe si urtano.
“Dai Rukawa, con tutte quelle che ci siamo dati…”
Le mie parole forse si sono perse nel sibilare dell’aria, ma mi è sembrato che tu ridacchiassi. So solo che mi hai abbracciato con più forza…
“Dove mi porti?”
“Sul mare”
Voliamo in silenzio ancora per qualche minuto, oltrepassando la zona del porto e la fascia costiera, sfiorando le boe di segnalazione…giungiamo in mare aperto, le luci brillano lontane. Qui tutto è silenzioso, l’acqua scura sotto di noi è calma, tranquilla.
“Perché siamo qui?”
A dire la verità l’unico motivo è per stare ancora con te, ma non posso dirtelo.
“Io…non avevo mai visto la luna e le stelle riflettersi sul mare”
Sotto di noi si stende un tappeto di frammenti luminosi, migliaia di diamanti ammantano la superficie liscia inarcandosi flessuosi seguendo il volere delle onde…tutto è luce.
“…è bello…”
“…sì”
Ti stringo, e so che mi guardi, anche se fisso il riflesso della luna. Se ti osservassi adesso ti bacerei, e poi dovrei scappare…odiandomi.
“Andiamo a casa…credo di aver bisogno di dormire un po'”
…………….
Sono seduto qui perché so che il tuo posto preferito per dormire è la terrazza, quindi se voglio vederti non ho da fare altro. Però il tuo sguardo è stravolto…e la spiegazione può essere solo una.
“Cos’hai ricordato?”
I tuoi occhi fissi nei miei mi fanno temere il peggio…sì, per me è la cosa peggiore che possa accadere.
“Tu eri…luce”
“Eh?”
Non capisco…
Ti inginocchi davanti a me, e posi le tue mani sul mio petto.
“Eri luce…”
Sarà il tuo calore che penetra tra la stoffa, sarà il tuo viso vicino, ma io continuo a non capire.
“Ru…”
“Ho sognato quando mi hai salvato. Tu eri luce”
Sono sbigottito…
“Io…cosa significa che ero luce?”
Mi guardi, e sfiori il mio viso con un dito:
“Non le hai provate?”
“Cosa?”
“Le sensazioni che mi hai trasmesso mentre mi salvavi…”
Sensazioni? Mi sento bloccato. Cosa gli ho dato di tanto bello?
“Per me salvarti è stato solo…precipitare in un freddo pozzo nero, fino a raggiungerti. C’era solo buio, e io ero guidato dalla tua forza vitale residua…non so di che luce tu stia parlando”
Sembri deluso…
“Quindi…non hai condiviso con me…quegli attimi?”
“Io…so solo che quando ti ho raggiunto ti ho stretto a me, e poi…ti ho infuso molta forza vitale, e ti ho riportato indietro”
“…tu eri luce”
Ti accoccoli vicino a me, appoggiandoti al mio petto. Il mio cuore batte all’impazzata, ma tu non dici nulla.
“Ru…”
“Eri luce…cadevo nell’oscurità, ero terrorizzato, sapevo che stavo per morire, e poi…ti ho visto volare verso di me, sembravi un angelo…eri accecante, oro liquido, più luminoso del sole a mezzogiorno. Ma non ferivi i miei occhi, anzi io mi tendevo verso di te…ero attratto da te come una farfalla da una candela…tu mi hai raggiunto, ma io non sono bruciato, anzi…tra le tue braccia mi sono trasformato anch’io in luce…ero luce nella luce…
…stringimi…”
Quanto ho sognato di sentirti pronunciare questa parola…ti getto le braccia al collo, stringendoti forte a me…tanto stretto da rischiare di soffocarti ma non mi importa…Kaede finalmente ho l’illusione di poter stare ancora con te…non ti lascerò andare…perdonami…

Mi ha fatto male lasciarti. Quando mi sono alzato è stato come essere riempito da un nulla gelido. Non volevo andarmene, ma la campana si è messa a suonare…abbiamo bigiato le ultime ore, ma non potevamo saltare gli allenamenti…anche se se tu me lo avessi chiesto sarei rimasto lì fra le tue braccia. La pelle d’oca si propaga sulla mia pelle…ho ancora il profumo del tuo corpo nella mia mente. Caldo, dolce, speziato…forse è stato un bene esserci separati…
Cosa è successo nel nostro passato? E cosa nel presente? Ciò che provo…è una ripercussione del mistero che non ho ancora ricordato, o un sentimento nuovo? Questa confusione…è anche parte di te? A me sembra di sì…più ti sono vicino, più diventi scostante. Non riesco a comprenderti, passi così velocemente da momenti di estasi alla cupezza più nera…non riesco a districarmi nei tuoi sbalzi d’umore. È colpa della kicie? Se è così perché non me ne parli? Pensi che non possa capirti, che l’unica in grado sia quella ragazza? Oppure il motivo è un altro?
Mi stendo sul letto, pensando a una soluzione, fingendoti qui con me. Nel mio passato ci sei tu, di questo sono sicuro, però…ti ho visto solo come essenza sfavillante.
Se mi concentrassi potrei riuscire a…sognarti? Posso controllare i miei sogni? Non lo so…ma ci proverò. Hanamichi Sakuragi…io questa notte ti sognerò. Lo voglio, ho deciso.
……………
La tua bocca è così calda mentre la esploro…ha il sapore della cannella che tanto ti piace. L’hai appena mangiata? Che buono, il suo gusto mischiato col tuo. È delizioso.
La tua lingua accarezza lentamente la mia, giocando a solleticarsi. Il nostro primo bacio dopo anni eterni…me lo voglio godere fino in fondo. Le mie mani scivolano via dai tuoi fianchi, su lungo il tuo petto largo -quanto mi è mancato- e il tuo collo, fino al tuo viso…ti circondo il volto, non ti permetterò di muoverti finché non saremo a corto di fiato…ho aspettato troppo per interrompere prima del necessario. Le tue mani vagano sulla mia schiena, alla fine una si intreccia tra i miei capelli, e fai ciò che faccio io…mi premi contro di te. Dio come sto bene…
“Ru…Ru basta…”
Perché ti sei staccato? Non dirmi che non hai più fiato, in partita ne hai molto di più. Blocco di nuovo la tua testa e mi approprio ancora delle tue labbra. Sono mie, lo so. Mi appartengono, la loro morbidezza è stampata nel mio codice genetico, il loro tocco mi riporta al passato, quando le nostre bocche si incontravano così spesso…
“Perché ti sei staccato?”
L’hai fatto di nuovo…ti sei allontanato da me. E questo non mi piace. Non mi va giù neppure che tu non riesca a guardarmi.
“Cos’hai ricordato?”
Vuoi sapere del mio sogno? Va bene, te lo spiegherò con tutti i particolari.
Mi chino su di te, leccandoti piano il collo.
“Un tramonto, e noi accoccolati su un prato d’erba verde…”
La mia lingua scende lentamente fino alla tua spalla, rincorsa dai tuoi gemiti.
“…baci, carezze, corpi ansiosi di appartenersi…”
Anche se non ti vedo so che sei arrossito…un urlo strozzato scappa dalle tue labbra quando ti mordicchio la pelle tenera della giugulare.
“…l’ansia ripagata dall’estasi più assoluta…”
La mie labbra seguono il contorno della tua mandibola, arrivando a un orecchio.
“…l’amplesso di due ragazzi che si amavano…”
Ti chiudo la bocca, mentre le mie mani iniziano a vagare sulle tue cosce. I tuoi occhi spalancati sono fissi nei miei, così incredibilmente stupiti per ciò che sta accadendo…cosa pensavi? Che una volta avutoti fra le braccia non ti avrei desiderato più? Tu eri mio, l’ho capito da come ci amavamo. Bè, lo sei ancora. Non ho alcuna intenzione di rinunciare a ciò che avevo. Non dopo che mi hai rubato il cuore, l’anima, i sogni…non ti permetterò ti starmi lontano.
Mi stacco, senza smettere di fissarti:
“Il tuo calore che mi avvolgeva stretto…due corpi allacciati sotto le stelle, due animi uniti in ogni momento…questo eravamo noi”
Sobbalzo: una lacrima scende su una tua guancia. Che cosa ho detto?
“Ehi…”
Tiri su col naso, chiudendo gli occhi, tentando di soffocare qualcosa che cerca disperatamente di uscire.
“Cosa hai ricordato? Dimmelo per favore”
Sorrido, facendoti gemere, e accarezzo i tuoi capelli di fuoco.
“Quanto basta…”
mormoro distrattamente, chinandomi ancora verso di te…non sono sazio, ho un vuoto di troppi anni dentro, e solo tu lo puoi colmare.
Però tu…mi rifiuti. E il mio cuore si incrina. Ti guardo, mentre i miei occhi si velano…la mia voce si riduce a un bisbiglio:
“Perché hai spostato la bocca?”
“Scusami, ma devi dirmi cos’hai ricordato. È importante…per favore”
Quella nota di disperazione…non mi piace, perché sei così in affanno? Cosa c’è di più importante di noi due?
“…solo quella notte. Però non capisco perché tu non mi abbia detto nulla prima…a meno che…”
“No!”
Il tuo bacio è una splendida conferma dei tuoi sentimenti…la bellezza del sentire di nuovo il tuo capo posato sulla mia spalla è indescrivibile…
“Io ti amerò in eterno…in ogni luogo, in ogni tempo io ti amerò…”
“Anch’io ti amerò per sempre, lo sai…e per questo non capisco perché tu me lo abbia nascosto”
Fissi l’orizzonte, insensibile al tocco delle mie mani, così diverso dal ragazzo ardente che mi stringeva qualche attimo fa. Anche se sei imprigionato contro il muro dal mio corpo mi sembra che tu mi stia sfuggendo…
“Perdonami Rukawa, o odiami se vuoi, ma penso sia meglio aspettare che tu abbia ricordato tutto”
“Eh? Io non voglio odiarti, voglio che tutto torni a essere come un tempo!”
La mia voce è bassa, quasi cattiva…ma non ce la faccio. Non ce la faccio più a starti lontano, dopo averti ricordato…voglio di nuovo che mi guardi come facevi allora, che mi sorridi come in passato, che tu faccia l’amore con me…ho bisogno di nuovo di te…ora che so cos’è l’amore mi rendo conto che senza di te sono solo un manichino vuoto.
I tuoi occhi bassi…non mi guardano. Rabbrividisco…li voglio su di me…sto male quando il tuo sguardo è altrove. Mi sembra di svanire…e allora alzo lentamente il tuo viso, e nei tuoi occhi vedo ciò che non vorrei mai: dolore. Frustrazione. Paura
“…che cosa temi?”
La mia voce ora è dolce…non voglio spaventarti…in essa metto la mia preoccupazione. Tu comprendi la mia angoscia, il mio stesso desiderio per la tua felicità si trova dentro te, rivolto a me.
“Io voglio che tu sia felice. Tu vuoi che io sia felice. Allora perché non possiamo esserlo insieme?”
“Rukawa…ricorda tutto…”
Svanisci senza rumore…senza una spiegazione. Senza darmi il tempo di stupirmi.
Mi hai lasciato…mi hai lasciato qui da solo. Il muro grigio sporco mi sbatte in faccia la sua monotonia. Le mani che prima toccavano la tua pelle liscia ora sono appoggiate su una parete fredda. Sei scappato…da me.
“Mi ami davvero?”
Il cemento si scurisce appena le mie lacrime toccano terra…solo te che amo, tu che mi ami, hai il potere di farmi tanto male. Hai idea di ciò che provo? Delle fitte che mi trapassano il cuore, delle frustate al mio animo?
Mi accascio, senza fermare i singhiozzi. Dunque è questo il gusto del piangere a dirotto, cosa di cui non avevo mai sentito la necessità, prima. E ora arrivi tu, a spezzarmi crudelmente il cuore…a infrangermi la vita perfetta che mi sono costruito. Hai idea del potere che hai su di me? Della sofferenza fisica e mentale che mi provochi? Sai quanto sto male?
…probabilmente sì. Tu starai soffrendo come me, se non di più. Tutto per colpa del passato. Tu hai ricordato tutto, mentre io ho la fortuna di non averlo ancora rivissuto completamente.
Il passato…ciò che ci tiene separati…che ti impedisce di stare con me. Mi giro, appoggiando la schiena al muro, fissando la città. Sei tu che hai un problema con esso, non io. Sei tu che sei intrappolato nelle sue maglie…sei tu ad averne paura, ad esserne spaventato.
“Calmati…ragiona con lucidità. Lui…sa tutto. Qualcosa lo ha fatto soffrire così tanto da impedirgli di mettersi con me adesso…è terrorizzato dall’idea di soffrire ancora. Ma che è successo?”
Mi mordo le labbra, poi mi schiaffeggio. Mi sono ammosciato, sembro una mocciosa lagnosa.
“È tempo di agire!”
Ora ti farò parlare. Qualsiasi cosa sia l’affronteremo insieme. Non mi puoi escludere dal tuo destino, noi siamo un essere solo. Se qualcosa ti spaventa, allora io…lo distruggerò per te.
Mi fermo, guardandomi intorno. Dove sei? Dove sei andato a pensare? Giro su me stesso, tentando di percepirti. Dove?
“…la terrazza”
……………..
Non mi ero sbagliato…e probabilmente sapevi che sarei venuto qui.
“Speravi che venissi?”
Annuisci, senza rispondere. Provi anche tu quel senso di abbandono quando l’altro non c’è? Credo di sì…i tuoi occhi mi stanno divorando…e io ho voglia di fare l’amore con te.
Mi mordo ferocemente il labbro, non posso ancora chiedertelo…tu ti alzi e subito guarisci la piccola ferita, posando le tue labbra su di essa.
“Potrei farlo più spesso…”
mormoro mentre lecchi il mio sangue sulle tue labbra.
“Non ci provare”
mi rispondi irrigidendoti.
“Non vuoi che io soffra?”
“No…”
Ti passo una mano trai capelli, poi solletico la tua guancia, strappandoti un sorriso e un rossore.
“Nemmeno io voglio che tu soffra…per questo ti giuro che qualunque cosa sia successa nel nostro passato…io le impedirò di farti ancora del male”
“Eh?”
Il tuo sbigottimento sembra sincero…
“Do’hao…tu non soffrirai più, te lo prometto…dimentica tutto…e ricominciamo da capo. Io…ti prometto che riuscirò a portarti via dal tuo dolore…per favore resta con me”
Sta' con me…per favore abbi fiducia…
Non sono mai stato bravo coi discorsi, eppure sembra che questo abbia funzionato…le tue dita non riescono a frenare le tue lacrime…piangi amore mio, è tutto finito.
“Sei davvero un angelo, Rukawa…”
“Smettila di chiamarmi così…per te sono Kaede…”
“No…Sarjarim come posso descriverti la felicità che mi hai dato con quelle parole…”
“Non piangere…”
Scuoti la testa, anche se non riesci a frenare le lacrime…sei magnifico lo stesso…
“Sono così commosso…ti amo…ti amo…”
Lo so…anche se rifiuti il mio abbraccio lo so che mi ami. Però perché fai così?
“Rukawa…io voglio che tu ti ricordi del passato perché quello che ha sofferto di più non sono stato io, ma tu…e l’unico modo per impedirti di soffrire ancora è starti lontano finché non avrai recuperato la memoria, e probabilmente anche dopo…”
………..
“Probabilmente anche dopo…”
Tento ancora di piangere, ma non ci riesco. I miei occhi si rifiutano.
Io ho sofferto…a causa tua…alla fine sono riuscito ad arrivare a ciò che ti tormentava.
Non mi rifiutavi perché non volessi soffrire…non vuoi che sia io a soffrire…
Stranamente il mio animo non è in subbuglio…probabilmente lo sapeva già. Anzi, è sicuro…però questa lucidezza mi spaventa. Non è possibile…sembra che il mio cuore si sia impietrito. Non reagisce…a una cosa simile. Non batte forte, non sussulta spaventato…è calmo. Imperturbabile.
Spaventoso nel suo modo di affrontare la sofferenza. Non capisco…è sicuro dell’amore di Hanamichi per me, o semplicemente non prova nulla per lui? No…non può essere.
E allora…devo trovare una soluzione. Sei prigioniero del tuo passato, imbrigliato nella rete tessuta dalla tua vita precedente. Non riesci a distinguere la realtà dal sogno, altrimenti non avresti tanta paura per me. Tocca me agire, riportare entrambi alla felicità.
Un gemito sfugge alle mie labbra, mentre il ricordo del nostro bacio mi invade. Finora ho potuto assaggiare solo il tuo corpo…il tuo animo è distante…ma io lo voglio. Lo pretendo…per entrambi. Se ciò significa affrontare la sofferenza, bè non mi tirerò indietro. Hai bisogno di me…e allora io sognerò il dolore.

“Alla fine ce l’ho fatta…”
Siamo soli in palestra…come hai fatto a convincermi a rimanere qui?
“…ho impiegato tutti questi giorni, ma alla fine ho ricordato”
Sospiro, preparandomi alla mazzata. Nonostante il caldo afoso ho i brividi, e la penombra della palestra rende tutto più lancinante.
“Ho sognato molti giorni della nostra vita…pomeriggi insieme, passati a fare l’amore o solo a parlare, a baciarci, a giocare a basket…”
Sei davanti a me, solo qualche passo ci separa…eppure ho l’impressione terribile che tu stia scivolando all’indietro, allontanandoti, e che non vuoi che io ti segua…
“…giornate talmente intense che quelle che vivo adesso non sono altro che un insulto alla vita stessa…”
Deglutisco…non devo sperare…non sono forte come te…non mi devo illudere…
“…dopo tutte le volte che mi svegliavo chiamandoti…mi rendevo conto che c’era uno sfondo di dolore, coperto dalla nostra felicità…”
Se devi dirmi che non mi vuoi più fallo in fretta…meglio morire subito…
“…una sofferenza sempre presente appena fuori dal mio campo visivo, se cercavo di afferrarla lei sgusciava via…”
Kaede…
“…fino all’ultimo sogno, in cui si è lasciata catturare”
Chiudo gli occhi. Non ce la faccio a guardarti…mi sento così indegno…
“Dimmi la verità. Mi hai lasciato davvero dopo sei anni?”
“…sì”
Perdonami…era l’ultimo dei miei desideri…
“Era questo che volevi che ricordassi?”
Costringerti a un simile ricordo, per evitarti un possibile ma non certo dolore futuro…sono premuroso o orribile?
“Sì…devi sapere tutto, è necessario. Non sarebbe stato giusto, altrimenti. Rukawa io…”
Alzi la mano, e io mi ammutolisco, mentre sento il battito accelerato del mio cuore coprire i miei pensieri.
“E io…quanto ho vissuto senza di te?”
Abbasso il volto…non ho il coraggio di guardarti…
“…circa settanta anni”
Silenzio, vuoto…il parquet è crudelmente lucido. Distaccato, indifferente. La tua immagine riflessa si protende verso di me. Chiudo gli occhi per non ti vedere. È troppo doloroso…
“Ti amo…”
Sussulto. Due braccia forti, due labbra calde, due occhi blu…vicino a me, che mi stringono.
Un bacio puro per suggellare un’affermazione. Un viso sicuro della propria scelta.
“Ti amo…”
Due parole ripetute, che si tatuano dentro di me. Un cuore che riprende a battere, il mio. E che subito muore.
“Anch’io ti amo…ma non posso lo stesso stare con te”
Scintille…vedo la rabbia esplodere nel tuo sguardo.
“Perché?”
L’esigenza di una risposta…lo comprendo.
“Perché non so quanto vivrò in questo mondo…”
Sei sollevato…hai la sicurezza di essere amato.
“…io ti amo Ru, ma…non posso pensare che tu debba di nuovo patire…”
Un bacio caldo zittisce le mie parole…quanto ho implorato Sarjarim perché lo facessi.
“Noi due staremo insieme. Ancora”
Scuoto la testa, tentando di liberarmi:
“Potrei morire anche domani…”
La mia voce è solo un pigolio spezzato…
“Non mi importa quanto dovrò rimanere solo. Io voglio solo stare con te”
Tu vuoi me…davvero? Il mio dubbio riaffiora, il secondo, più nascosto, più profondo, più grande…ciò che probabilmente alla fine ci terrà divisi…
“Davvero vuoi me?”
“Che domanda…sei un vero do'hao! Perché hai tutti questi dubbi?”
“Rukawa…io…ero innamorato di te anche prima di ricordare il mio passato”
“Cioè?”
Arrossisco, forse per l’imbarazzo, più probabilmente per la paura.
“Io…non ti amo perché sei Kawaru Kaede”
No non ti spaventare.
“Ragi Saku Hanamichi amava Kawaru Kaede. Hanamichi Sakuragi ama Kaede Rukawa…non mi importa chi eri, io sono innamorato di te…da un sacco di tempo. Sono stato misteriosamente attratto da te fin dal primo momento in cui ti ho visto…”
I tuoi capelli che si muovono sono incantevoli…sembrano una cascata nera.
“Da quanto mi ami?”
“…non lo so. So solo che…urlare di odiarti era l’unica cosa che potessi fare…non avevo il coraggio di ammettere la verità”
“Hn”
Non dici nulla, ti limiti a guardarmi. Il tuo sguardo…è freddo, e mentre mi sonda io…sento che la speranza in me muore. La mia dichiarazione ti ha costretto a riflettere…non ci sarà nessun futuro per noi due.
Anche se lo sapevo è davvero doloroso…strapparmi il cuore e offrirtelo sarebbe sufficiente?
"Tu non sei innamorato di me, vero?"
"Do'hao, non dire idiozie. Noi siamo sempre stati destinati a stare assieme, altrimenti perché saremmo rinati uguali?"
Giro il viso, scappando dai tuoi occhi. Non avrei il coraggio di lasciarti se ti guardassi…
"Te ne sei reso conto dopo che ti ho detto che ti amavo anche prima di ricordare…tu non sei interessato a me in quanto Hanamichi Sakuragi, tu vuoi ancora il Kicies Ragi Saku Hanamichi. Ma io…non lo posso più essere. Non sono più quello di un tempo. Io sono quello che ha iniziato a giocare a basket per Haruko, non per te. Dopo mi sono accorto di quanto fossi importante per me…io ti amo per ciò che sei ora, mentre tu non vuoi il vero me stesso. Vuoi solo il mio passato"
Sento le mie parole morire, mentre il tuo viso impassibile non mostra segni di reazione. Ti sto dicendo che noi non staremo insieme, ma tu…non fai nulla. In fondo te lo aspettavi, vero?
"Idiota"
Alzo lo sguardo, ormai dovrei essere abituato a essere rifiutato, eppure il cuore mi sta lentamente esplodendo.
"Io ti comprendo, sai? Lui era molto meglio di me, capisco che desideri lui. Ma non posso esserlo, non più…sorry"
"Bugiardo"
Sussulto, fissandoti allibito.
"Che vuol dire?"
Nei tuoi occhi…c'è un'accusa dura…e il sospetto ti rode l'anima…
"Fai così perché in qualche modo ti fa comodo. In realtà tu vuoi essere un Kicies, ti sei già comportato così, esattamente quando mi hai rincuorato, dopo avermi aiutato a ricordare, la prima volta"
Inspiro profondamente, ripensando a quegli attimi, che sembrano così lontani…
"Hai ragione, allora mi sono comportato proprio come un Kicies. Ma sbagli se pensi che l'abbia fatto per un mio tornaconto…l'unico motivo per cui ho agito così era perché…era necessario.
Dovevo aiutarti…a non essere soverchiato dal tuo passato. Avevi bisogno di essere sostenuto, lo so bene cosa si prova a ricordare, e subito dopo essere soli. Io volevo solo…che fosse più facile, per te. Volevo proteggerti…ma questo non significa che io voglia esserlo di nuovo…l'ho fatto per aiutarti, ma non potrei mai ridiventarlo per avere il tuo amore…sarebbe una violenza al mio cuore"
Questo tuo silenzio non può che confermare la mia paura…non provi neppure a rassicurarmi sui tuoi sentimenti, a dirmi che sto sbagliando. Per te io…non sono nulla. Sono solamente un oggetto, il corpo in cui vuoi che riviva il Kicies…della mia anima tu non comprendi nulla, né vuoi farlo…ti basta che lui riviva.
Fisso i tuoi pantaloni, le tue gambe non ti portano più vicino a me. È ora di andarsene.
"Senti…è meglio che fra noi ritorni tutto come prima. Dimentica il passato e vivi per te stesso…"
Ancora non mi dici nulla…chino la testa, e prima che la mia lacrima cada per terra mi smaterializzo, scappando da te.
…………….
Cado in ginocchio sull'erba, appoggiando le mani sugli steli freddi.
La natura attorno a me piange, unendosi alla mia sofferenza.

Sono andato sul balcone della scuola, ma non c'eri. Ho provato a casa tua, ma non sei neppure lì. Ho lasciato la terrazza apposta per ultima, per prepararmi meglio. Pensavo che avremmo litigato, che ci saremmo presi a pugni, che ci saremmo baciati e poi fatto l'amore.
Ma tu non c'eri. Ero solo in mezzo alla brezza debole che spirava dal mare.
"Dove sei…"
Mi guardo intorno, cercandoti nel buio della notte. Una grossa falce di luna si staglia sul mare, ma non riesce a illuminare tutto. Molto è nascosto, celato. Tu, soprattutto. Dove posso trovarti? Ho paura…non voglio affrontare altri anni senza di te…non voglio stare ancora solo…perché non capisci? Dici di amarmi per ciò che sono adesso…ma perché non hai pensato che io non so parlare dei miei sentimenti? E adesso sono qui solo…con un nodo alla gola, gli occhi che mi fanno male…
"Hana…per favore…uccidimi se vuoi, ma ti imploro…non abbandonarmi al vento della mia vita…"
Getto la sacca su una panca, senza rendermi conto che la zip è aperta.
"Merda!"
È cascata un sacco di roba, tra cui il mio spray ai mughetti.
"Mughetti…"
La radura dove hai ricordato…ora so dove sei.
…………..
"Come hai fatto?"
Alzo le spalle:
"Sono stati i mughetti a indicarmi la via"
Scuoti la testa, non ti importa molto che io sia qui…hai sigillato il tuo cuore contro di me? Mi sento così pieno di rabbia…
"Perché pensi che io non ti ami?"
"…no. Io credo che tu ami il Kicies, non me"
"Voi siete la stessa persona"
"Ti sbagli, tu stai chiedendo ad Hanamichi Sakuragi di non esistere…"
"Ehi…"
"Kaede…è tanto che volevo chiederti una cosa"
Mi accoccolo vicino a te, passandoti un braccio attorno alle spalle. Non mi importa se fingerai di non gradire, lo so che è una bugia.
Tu però…riesci a ferirmi ugualmente…senza fare nulla. Come se il mio braccio fosse aria, tu non gli dai alcun peso. Certe volte…riesci davvero a essere cattivo…
"Dimmi"
Non volevo che toccare le tue labbra, ma tu…ti sei ritratto. Non posso dunque nemmeno baciarti?
"Kaede…rispondimi…cosa sono io?"
Che domanda sciocca…sfioro delicatamente le mie labbra con la lingua, sognando il tuo sapore.
"…sei il mio amore"
Scuoti la testa, sospirando tristemente, guardandomi come se io…facessi di tutto per non capire.
"Io…non ci arrivo. Hana…tu mi ami?"
"Sì"
"Allora dov'è il problema? Tu mi ami, io ti amo"
"Io non sono sicuro di me stesso, e quindi…non riesco a comprendere chi tu ami davvero"
"Hana…"
Ti alzi, spostando senza gentilezza il mio braccio.
"Io…non posso fare a meno di confrontarmi con il mio passato…ogni momento della mia vita, da quando mi sono ricordato, è trascorso a rapportarmi con Ragi Saku"
Ti raggiungo, cingendoti la vita.
"Non essere triste. Che male c'è? Lui è parte di te, non ha senso rifiutarlo"
Scuoti la testa, senza slacciarti da me. Non vuoi farlo o…non ti importa se ti tocco?
Socchiudi la bocca, ma non parli, lasciando che il cielo nero si specchi nei tuoi occhi, senza permettermi di raggiungerti. Ho l'impressione che tu abbia costruito una barriera invisibile fra noi, che tu…abbia deciso arbitrariamente di non volermi più come compagno. Ma questo non lo sopporto.
"Non ti posso aiutare se non mi aiuti tu a capire"
Scrolli il capo, quasi con disprezzo:
"Non capiresti mai"
"Perché no?"
Devo mantenermi calmo…
"Perché tu sei perfetto, ora come in passato"
Questa poi…
"Dove vedi la perfezione in me? Anche se sono bello non vuol dire che sia perfetto"
"Non parlo della tua bellezza, che comunque è divina. Parlo di tutto il tuo essere…soprattutto prima di risvegliare il tuo passato"
Sbuffo, soffiandoti sul collo. Ridacchio, mentre gemi.
"Parli del ragazzo scorbutico con cui litigavi? Quello incapace di avere un contatto col mondo esterno, quello che viveva solo per il basket?"
Ti giri di scatto, chiudendomi le labbra con le tue…nonostante la passione tutto questo mi sembra triste…
"Parlo del ragazzo elegante, fiero, implacabile, sicuro di sé, orgoglioso, forte…il ragazzo che sembrava non permettere a nulla di toccarlo, ma con un gran cuore, in realtà…quel ragazzo pronto a prendersi un sacco di botte per difendere i propri compagni, che…vive con tutto se stesso il suo sogno. Quello che ha una fiducia incrollabile nelle potenzialità di un essere umano"
"Ah sì?"
"Sì"
Mi mordicchio le labbra, e noto con piacere che non puoi fare a meno di fissarle.
"Io penso che tu mi stia idealizzando, guidato dal tuo cuore non vuoi riconoscere i miei difetti.
Sai quando ho raggiunto in realtà la perfezione? Quando mi sono reso conto di amarti"
Abbassi lo sguardo, con un gran sospiro.
"Tu non mi ami…"
"No?!"
"No…tu ami il mio passato, non il mio presente, te l'ho già detto"
"Do'hao"
"Già. Lo sono davvero, per continuare a parlare con te di questo"
"Allora io lo sono più di te, dato che adesso ti incatenerò qui per farti continuare"

"Come vuoi…confrontaci. Confronta me e il mio passato"
"E allora?"
Inizio ad alterarmi…ma lo fai apposta?
"Tutte le qualità che ho adesso non appartengono a me, ma a lui!"
"Non capisco…"
Nei tuoi occhi c'è davvero confusione, eppure è così palese la mia inferiorità…
"Giocare a basket, salvare la gente, curare le piante, capire i loro sentimenti…non ti rendi conto che queste sono tutte capacità di un Kicies? La parte migliore di me è questa! Tolto tutto questo sai cosa restano? Risse, zuffe, pomeriggi passati a non far nulla, insomma…se togli la bella doratura superficiale, uno strato che non mi appartiene veramente, ti rendi conto che…Hanamichi Sakuragi non ha buone qualità…non è nulla…io non sono nulla"
Una lacrima limpida scivola lungo la mia guancia, sino al mio labbro.
Tu di fronte a me mi guardi con occhi spalancati, iniziando a capire, o forse a pensare qualcosa per convincermi a stare lo stesso con te.
"Mi spiace…ma non posso stare con qualcuno che preferisce lui a me"
Scuoti la testa con vigore, passandoti la mano tra i capelli:
"Chi ti ha mai detto che io preferisca lui a te?"
"Tu"
Rispondo con semplicità, guardandoti negli occhi.
Lo schiaffo è violento, ma non tento di restituirtelo. Anche questo misero contatto è prezioso, per me. Assomiglia all'ultima boccata d'ossigeno per un naufrago prima di annegare.
"Quando mai ti avrei detto una cosa simile?"
Il sibilo della tua voce assomiglia a quello del vento sottile in una notte gelida, a quell'aria ghiacciata che ti penetra nelle ossa.
"Quando mi hai detto di amarmi dopo esserti ricordato tutto. Se mi ami, perché non me l'hai detto prima? Perché hai dovuto aspettare quel sogno per dichiararti? Perché non hai mai…mostrato un minimo d'interesse per me?"
"Do'hao…nemmeno tu lo facevi. A questo punto come puoi pensare che io creda al fatto che tu mi amassi anche prima di ricordare? È la stessa cosa. E poi…non è vero che non ero interessato a te. Io…ho continuato a pensarti, dopo che hai curato quella pianta…a maledirti, perché ti eri preso il mio animo senza permettermi di difendermi…"
Abbasso la testa, rifiutando le tue parole.
"Stupido volpino…io non facevo che guardarti…non facevo che toccarti coi miei pugni…non facevo che sospirare per te. Yohei se n'è accorto…"
"Io non sono lui. Io non sono bravo in queste cose"
Appoggio la testa alla tua spalla, non riesco più nemmeno a soffrire.
"Non cambia nulla…"
"Stupido. Tu dici che adesso non hai qualità, che tutte le cose "buone" sono un'eredità del Kicies, ma non ti rendi conto che è proprio il contrario?"
"Non dire stupidate! Se si tolgono quelle, resta solo un teppista!"
"Ma questo sei tu! Non rifiutarlo!"
Mi viene da piangere…
"Come posso non rifiutarlo? Tu non ti sei innamorato di lui, tu non ami il teppista!"
"…idiota"
"…perché non ti sei innamorato di me prima di ricordare? Dimmelo per favore…ne ho bisogno…Kaede"
Mi baci ancora, facendoti largo a forza nella mia bocca. Io rispondo al tuo bacio, lo so che sono masochista ma non mi importa, anche a costo di soffrire voglio sentire la tua lingua dentro di me.
"Non hai ancora capito che ero geloso di te? Quando ti ho visto con quella ragazza…ho avuto la tentazione di strangolare lei e te. Perché ti consideravo già mio. Te l'ho detto, non sono bravo in queste cose. Però cos'era la causa scatenante di tutto quel dolore che provavo dentro mentre lei ti toccava, se non l'amore? Volevo essere io a consolarti, volevo stringerti a me e baciarti…volevo che tu sorridessi solo a me"
Non ci riesco…non riesco a credere alle sue parole.
"Perché non me l'hai mai detto?"
"Posso farti la stessa domanda. Perché non mi hai detto prima di amarmi?"
Arrossisco, guardando per terra.
"Ero sicuro che mi avresti respinto"
"Ero sicuro che mi avresti respinto. Questa risposta può valere anche per me, ma non è totalmente esatta…io ho iniziato a rendermi conto di quanto tenessi a te solo quando ho visto una minaccia, qualcuno che poteva portarti via"
"Arisu?"
"…sì. Al contrario della Akagi quella ragazza è carina, lo ammetto…sembravate così in confidenza…non hai idea della crisi di gelosia che ho avuto…non capivo più nulla, solo che…ti doveva stare lontana, che l'unico che doveva toccarti ero io, anche se non ne avevo il coraggio"
Inizio a tremare convulsamente, e mi getto fra le tue braccia. Ho paura…i dubbi su di me…non li hai cancellati.
Quasi leggendomi nella mente rispondi alla mia domanda:
"Per quanto riguarda Hanamichi Sakuragi, devo darti torto. Lui…non è solo un difetto di Ragi Saku Hanamichi, e ora te lo dimostrerò"
Come corre veloce il mio cuore…senza che io riesca a impedirlo, la speranza rinasce.
"Cos'ho meglio di lui?"
"Tutto te stesso, stupido idiota"
"Cosa? Ma se…"
"Sì, lo so quello che mi hai detto prima, delle risse eccetera. Ma proprio questi argomenti che tu pensi ti sminuiscano sono in realtà prova della tua diversità da lui, e della tua superiorità"
"Io…sono superiore a lui?"
"Sì, e lo sai perché? Perché sei libero. Tu sei stato libero di scegliere la tua strada, senza costrizioni, senza anteporre gli altri, senza dover essere ciò che non volevi. In fondo non era questo che ti faceva soffrire? Essere un Kicies, non un essere umano"
Piano piano, guidati dalla tua voce, tutti i tasselli della mia anima si rimettono a posto…ora riesco a guardarmi sotto una luce diversa, alla luce delle tue parole, mi vedo…bello.
"Tu sei meglio di lui perché sei ciò che lui avrebbe voluto essere. Sei tu il vero Hanamichi. Lui ha voluto rinascere uguale per avere un'altra possibilità. Per poter vivere una nuova vita, con lo stesso aspetto ma con un animo nuovo.
Libero. Tu sei libero. Libero di compiere le tue scelte, di sbagliare anche, ma soprattutto…di essere te stesso. Se ti chiedi perché la kicie sia apparsa di nuovo, nonostante l'avessi persa volontariamente, bè…io sono convinto che sia un suo dono, un modo per dirti che lui è con te, vive con te…ma non al posto tuo. Io credo che ora…lui stia vivendo sul serio"

Cos'è questa luce? Mi dà fastidio…mi muovo sul mio strano giaciglio…ma dove mi sono addormentato stavolta?
Socchiudo gli occhi, e il mio sguardo si scontra contro delle figure sfocate, troppo vicine per poterle visualizzare bene. Cosa sono?
Sbatto gli occhi, massaggiandoli coi polpastrelli. Non ricordo…cos'è successo?
Hanamichi? So che ero con te…abbiamo parlato…ci siamo baciati un sacco di volte, ma poi…svanisce tutto.
Credo di essermi addormentato di sasso, però dovevo essere comodo, dato che non sono affatto indolenzito. Non ho nemmeno troppo freddo, e sui miei vestiti non c'è traccia di rugiada mattutina.
Scuoto la testa, ci penserò poi. Allungo il braccio dietro la mia schiena, sicuro di trovarti qui accanto a me, ma…non c’è altro che vuoto.
Mi alzo di scatto a sedere, ma non ho nemmeno il tempo di guardarmi in giro che il mio cuore si gela.
Il prato su cui ero disteso…sopraffacendo quasi tutta l'erba sono spuntati milioni di minuscoli fiori azzurro, un morbidissimo, splendido tappeto celeste mi circonda…quasi mi sembra di essere tornato nel cielo…
Ne colgo uno, portandomelo alle labbra:
"Non-ti-scordar-di-me…"
Il fiore della lontananza, della partenza…dell'addio…
'Hanamichi dove sei?'
Nella radura sono solo…solo e circondato da non-ti-scordar-di-me.
Tutto questo…ha un unico significato.
"Mi hai lasciato…te ne sei andato e mi hai lasciato…credevo…avessi capito…"
Una lacrima cade sul piccolo fiore, annegandolo.
Lo guardo, colmandomi di pena:
"Questo è il tuo addio…sei crudele…crudele…"
"Chi è crudele?"
Mi giro di scatto…e tu sei accanto a me, con del caffè caldo in mano.
Sei tornato…il mio cuore è in tumulto…sei qui vicino a me…
Non ti stacco di dosso gli occhi mentre appoggi il caffè a terra, poi mi accarezzi il viso con le labbra…e non faccio null'altro che lasciarmi lambire dalla tua bocca.
"Mi spiace…avrei voluto tornare prima che ti svegliassi. Scusami, ma non ho trovato un bar aperto prima di aver girato quattro isolati"
"…credevo che mi avessi lasciato"
Sbatti le palpebre, sorpreso:
"Perché mai avrei dovuto? Ormai…ho compreso quanto sono stato stupido"
"Non sei stupido…solo tanto insicuro…e sei magnifico anche per questo. Non sei perfetto come lui…sei il mio idiota, un dolcissimo idiota"
"Stupida volpe…come riesci a farmi felice insultandomi?"
"Perché ti amo"
Ci stacchiamo dopo un lunghissimo bacio. Credo di avere un'espressione beata, perché mi sorridi e mi baci di nuovo, un tocco di diamante sulle mia labbra.
"Perché pensavi che ti avessi lasciato?"
Indico i fiorellini…ieri non c'erano, ne sono sicuro!
"Non è opera tua?"
"…no"
Prendi la piccola corolla dalle mie mani e la baci…e io intanto muoio d'invidia.
"Credo che…questo sia l'ultimo dono del nostro passato, un bellissimo manto di fiori su cui amarci. Ed è anche una muta richiesta di conservare il loro ricordo per sempre dentro di noi. Ci stanno chiedendo di…voler loro un briciolo di bene"
"Io gliene voglio…a entrambi…"
"Anch'io Ru, anch'io. Però…posso chiederti una cosa?"
Inarco un sopracciglio, senza sapere se preoccuparmi o no.
"Hn…"
"Quando hai scoperto della mia kicie mi hai detto che me l'avresti fatta pagare…per cosa?"
Chiudo gli occhi, rimpiangendo il mio comportamento, capendo di essere responsabile dei tuoi dubbi:
"Non volevo farti soffrire, perdonami…"
"Stupida volpe, non ti scusare. Però…spiegami"
"Io…ero arrabbiatissimo con te. Furioso, perché la kicie stava iniziando a muovere i miei ricordi, e io…stavo male. Non volevo ancora ricordare di essere stato lasciato solo...avevo paura. Quindi…me la sono presa con te. Sapevo di essere irrazionale, eppure…non potevo fare nulla, se non infuriarmi con il proprietario del simbolo che mi tormentava…perdonami"
"Non hai bisogno del mio perdono, comprendo bene ciò che provavi…"
La brezza del mattino ti scompiglia i capelli…getti indietro la testa, ridendo.
Mi avvento su di te, non ce la faccio più. È il momento di essere di nuovo una cosa sola.
Scivoli silenziosamente all'indietro, serrandomi le spalle con le braccia, intrecciando le gambe con le mie.
Mi sollevo per guardarti…
"Sei bellissimo…"
I petali azzurrini e i pochi steli d'erba sono la cornice perfetta per far risaltare il tuo viso…sei splendido…
"Ti amo"
Sorpresi, lo pronunciamo insieme, poi tu…mi attiri su di te, cercando la mia bocca.
Io vi poso un bacio casto, poi percorro il tuo viso fino alla kicie, baciandola con gratitudine.
"Addio…è stato bello rivederti…siate felici, ovunque voi andrete sapremo che siete insieme, come noi. Non vi dimenticheremo mai…grazie…di tutto"
La bacio di nuovo, per poi tornare sulle labbra del mio amante.

Fine

Tutti i diritti appartengono ai rispettivi proprietari, non c'è scopo di lucro.
Dedicata a tutte le persone che mi hanno scritto per avere questo seguito, perdonatemi se non è all'altezza di "Mughetti".
Grazie comunque per il vostro sostegno.





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