Non ti amo
parte IV - finale
alternativo
di Nefertari
(riprendiamo dal terzo
capitolo,quando Goku è in camera di Sanzo, gravemente ferito.
Goku non ha preso
l’antidoto. nd Nefertari):
Hakkai era riuscito a
bloccare l’emorragia ma Sanzo non aveva ancora ripreso conoscenza.
Il problema non era tanto
la perdita di sangue quanto la febbre che era salita in seguito al forte
shock.
Goku si avvicinò
timidamente al letto di Sanzo.
Di nuovo provò un forte
dolore allo stomaco.
“Hakkai...” bisbigliò
sempre guardando il bonzo. “...mi sento male.”
Hakkai avvolse le spalle
di Goku con il suo braccio. “Lo so...” disse. “Cerca di stare tranquillo...”
La scimmia annuì.
Il giovane dagli occhi
color smeraldo lasciò la stanza per andare a prendere un bicchiere d’acqua.
Lo scimmiotto si sedette
vicino a Sanzo e lo osservò.
Vederlo ridotto così era
inspiegabilmente straziante.
Sfiorò il viso del bonzo
facendo affondare le dita tra i capelli dorati.
La pelle di Sanzo era
rovente.
Goku bagnò una pezza e
glie la posò sulla fronte.
Scrutò a lungo quel
profilo così familiare.
Nel contemplarlo, il suo
cuore si riempiva di tristezza.
Valeva la pena di
ricordarsi di una persona capace di provocare tali disagi interiori?
Finale alternativo-
CAPITOLO 4 (b)
Sanzo era pallido e il
suo respiro era impercettibile.
Hakkai aveva lasciato che
fosse lo scimmiotto a vegliare sul ferito.
Era passata la mezzanotte
e Goku non aveva mai abbandonato il monaco.
Rimase seduto in parte al
letto con i gomiti poggiati sul materasso, fissando il volto provato del
bonzo.
Osservava le lunghe dita
di Sanzo cercando di ricordare dove le avesse già viste.
Tutto a un tratto,la
bianca mano del monaco si mosse.
Goku trasalì.
Lentamente, Sanzo
dischiuse gli occhi ed emise un flebile lamento.
Lo scimmiotto allungò una
mano per cambiare la pezza sulla fronte del malato.
Con uno scatto che fece
balzare in piedi la scimmia, il bonzo si piegò su se stesso ansimando e
stringendo i denti.
Il dolore allo stomaco
era insopportabile.
Goku era impietrito.
Avrebbe voluto poter fare
qualcosa ma si limitò ad appoggiare la mano sulla spalla di Sanzo,
guardandolo preoccupato.
Il bonzo si rese conto
della presenza della scimmia e, alzando lo sguardo, accennò un lieve sorriso
che illuminò il viso sudato e contratto.
Il cuore di Goku
sussultò.
Sanzo cercò la mano dello
scimmiotto e la strinse, forse cercando un po’ di forza.
“....mi dispiace Goku.....”
la voce del bonzo era impastata e debole.
Goku si sentiva ancora
male.
Era come se mille aghi
stessero trapassando il suo ventre.
“....mi
dispiace.....”continuò Sanzo. “ Io ti amavo e non ho avuto il coraggio di
dirtelo.... mi dispiace...” Sollevò la mano e carezzò teneramente la morbida
guancia di Goku, che in quel momento aveva una gran voglia di piangere,
senza sapersene spiegare la ragione.
Il bonzo fu colto
nuovamente dal dolore e soffocò un gemito.
“A-aspetta ,vado a
chiamare Hakkai!” balbettò Goku cercando di allontanarsi.
Sanzo trattenne la sua
mano e gli impedì di lasciare la stanza.
“E’ tardi...” bisbigliò
il monaco.
A queste parole Goku non
riuscì a trattenere le lacrime.
Sanzo asciugò il viso
dello scimmiotto e disse:” Cerca di non fare cose stupide...d’ora in
poi...”.
La mano del bonzo
scivolò e si accasciò sul materasso.
“Sanzo?” lo chiamò Goku
con la voce tremante.
Sanzo aveva ancora gli
occhi aperti ma il suo sguardo era vuoto...spento.
“Sanzo?” lo invocò di
nuovo la scimmia.
Nessuna risposta.
Il corpo del monaco
biondo giaceva senza vita sul letto.
Goku fece qualche passo
indietro, ansimante, senza mai staccare lo sguardo dagli occhi di Sanzo.
Le gambe smisero di
sorreggerlo.
Provò un’insopportabile
stretta al cuore e un senso di nausea.
Il ricordo di Sanzo
riemerse nella sua mente prepotentemente, come un’esplosione.
“Sanzo!!!!!!!” gemette in
preda al dolore.
Si trascinò verso il
letto con gli occhi sgranati.
Con entrambe le mani
scosse il cadavere del bonzo con l’intento di risvegliarlo.
Ma non accadeva nulla.
Singhiozzando continuò,in
preda alla disperazione, a muovere il corpo di Sanzo ma ormai non c’era più
nulla da fare.
Rimase immobile per un
attimo, come se fosse in trance, e poi avvicinò la mano agli occhi del
monaco chiudendo le palpebre.
Uscendo dallo stato di
shock, levò un grido lancinante.
Hakkai e Gojyo, che si
trovavano nella stanza accanto, si precipitarono nella camera di Sanzo.
Trovarono Goku seduto sul
letto che, mentre gridava, stringeva al petto la salma del bonzo.
I due compagni rimasero
fermi sulla porta, incapaci di credere ai loro stessi occhi.
Lo scimmiotto non si
voltò neppure.
Continuava a strofinarsi
disperatamente al viso di Sanzo invocando il suo nome.
Il dolore al petto
divenne più acuto e Goku urlò con quanto fiato aveva in corpo.
Fu costretto a lasciare
il corpo del monaco per portare le mani al cuore.
Hakkai fece per
avvicinarsi ma non fece in tempo: il diadema di Goku si spezzò.
“Maledizione...” imprecò
Gojyo.
Goku mostrò un’altra
volta il suo reale aspetto.
Le sue orecchie di
allungarono, i suoi denti divennero zanne acuminate e i capelli crebbero a
dismisura.
Dai suoi occhi
animaleschi, però, scendevano ancora le lacrime.
Hakkai e Gojyo sapevano
perfettamente di essere impotenti di fronte all’infuriare di Goku.
Si guardarono in preda al
panico ma non fecero in tempo a decidere come intervenire: il demone si
scagliò su di loro azzannando il kappa alla giugulare.
“GOJYO!!!!!!” urlò Hakkai
mentre l’amico ricadeva al suolo in una pozza di sangue.
Il ragazzo dagli occhi
verdi scagliò una sfera di energia contro Goku , il quale la evitò senza
fatica.
La scimmia si gettò
contro il demone stringendogli la gola.
Bastarono pochi minuti
perché la vita abbandonasse il corpo di Hakkai.
Goku rimase in piedi al
centro della stanza, circondato dai cadaveri dei propri amici.
Si voltò di nuovo verso
Sanzo e , piangendo, ne raccolse la salma.
Lo osservò per qualche
secondo e poi si scaraventò fuori dalla finestra, stringendo disperatamente
a sé il corpo del bonzo.
Raggiunse il deserto al
di fuori della città e adagiò Sanzo sul terreno.
Gemendo e ringhiando,
Goku si strappò ciocche di capelli e distrusse ogni arbusto che gli capitava
a tiro.
Quando si calmò, pur
mantenendo la sua forma demoniaca, si accoccolò in parte alle spoglie del
monaco e pianse lacrime amare.
Fu l’intervento di una
divinità inviata dal mondo celeste a mettere fine alla pazzia di Goku.
Il diadema tornò al suo
posto e la scimmia cominciò di nuovo a ragionare.
Tuttavia non riusciva a
smettere di piangere.
Il dio lo guardò con
disprezzo e disse:” Son Goku... Anche questa volta ti sei macchiato di un
crimine efferato. Gli dei hanno deciso che dovrai tornare prigioniero nella
grotta dove hai vissuto per 500 anni. Ma stavolta non ti sarà sigillata la
memoria poiché non ti sarà concessa una seconda possibilità. Sei condannato
all’eterno rimorso. Questa è la volontà del cielo.”
Goku non replicò, troppo
grande era il dolore che gli lacerava l’animo.
Fu condotto al luogo che
lo aveva visto prigioniero per secoli.
Gli furono assegnate
nuovamente pesanti catene ai polsi e alle caviglie e fu lasciato da solo
sulla montagna.
Sanzo non lo avrebbe
liberato.
Da quella prigione, non
avrebbe più potuto sentire il calore del sole sulla propria pelle.
Il senso di colpa lo
avrebbe divorato giorno dopo giorno.
E così sarebbe stato per
l’eternità.
The End.
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