Aya: okkei, mi accingo a scrivere
la prima yaoi della mia carriera di fanwriter!
Aki: auguri!! @.@
Aya:
non mi piace quell’espressione arrapata…
Non posso
farci niente di
Aya
Io sono Akira Sendoh.
Fondamentalmente un
ragazzo come tanti, ma…
Sono la star della
squadra di basket del mio liceo.
Sono uno dei migliori
giocatori della prefettura, diciamolo pure.
Sono un’ottima
persona.
Un buon studente.
E poi… di
bell’aspetto. Pare piaccia molto.
Stuoli di ragazzine
svitate farebbero follie per mettersi con me.
Una volta una si è
presentata sotto la finestra della mia camera travestita da pallone da
basket. Tzè, per chi mi hanno preso?
Dicevo…
Molte ragazze (e
ragazzi) mi muoiono dietro.
E con ciò?
Non servono a nulla
tutte queste ragazze.
Io sono andato ad
innamorarmi proprio del più scorbutico, insopportabile, saccente,
irritante e intrattabile dei tizi.
Si tratta anche del mio
migliore amico.
Già è strano che una
persona del genere vada tanto d’accordo con un affabile tutto sorrisi
come il sottoscritto… ma che questo mr. Smileman (un nomignolo strano…
ma mi piace, in fondo) se ne innamori…
È proprio incredibile.
Ma che posso farci?
Lo amo.
Però lui non lo sa.
Non sa nemmeno che sono omosessuale.
Ed ho il terrore a
confessarglielo. Non so che reazione potrebbe avere!
Lui non è molto
tollerante… ma forse lo giudico male.
Con chi gli vuole bene
lui si scioglie e diventa tutta un’altra persona…
Cucciolo! ^ ^
“Hey, Hiro! …Hiro
mi stai ascoltando?”
“Si…”
Ora siamo in palestra,
per gli allenamenti del pomeriggio. Taoka sensei oggi si è svegliato con
le palle sulle caviglie ed è intrattabile.
Come? Lo è sempre
stato? …in effetti…
Dicevo: siamo in
palestra, ma il mio Kosh non è reattivo come al solito.
Non che sia mai stato
una scoppiettante fontanella di pop-corn, ma è pur sempre un titolare del
Ryonan.
Un po’ di grinta ce
l’ ha pure lui!
“Che ti prende Kosh,
ti vedo fiacco stamattina! C’è qualche problema?”
“No, non credo… io
sto come al solito. Che te ne frega Akira, continua a correre e lasciami
stare!” ma quello a correre via è lui.
È tutto teso… come
tirato, sotto sforzo.
Inoltre si, è proprio
insolito.
Di carattere,
intendo…!
Di solito, almeno con
me, è simpatico… anche gentile, affabile.
Con gli altri no, non
lo è mai.
O almeno… molto
poco…
Dovreste vedere come
striglia Hikoichi quando è DAVVERO di malumore.
Cosa sono questi
gridolini disperati?
“Hiroaki… lascia
stare quel poveretto…” gli mormoro io, mettendogli una mano sulla
spalla.
Ammetto che il mio
occhio è caduto sul suo culo.
Giuro, non lo faccio più!
…anzi, no. Lo faccio quanto mi pare.
Kosh si mette al passo
con gli altri, stiamo facendo i giri della palestra, e io gli vado a
fianco.
Vedo sul suo viso una
malcelata smorfia di… mah, dolore?
“Hiro…”
“Non lo sopporto!
Quella blattina petulante e chiacchierona! Arriva lì e gracchia ‘Cosa
ti prende Koshino? Problemi familiari? Scolastici? Intestinali?’ Come
faccio a non ficcarlo in un tombino?!?”
“Bè, ammetterai però
che anche tu stamattina non sei il massimo della simpatia…”
“Cosa intendi?”
“Ti comporti n questo
modo… iracondo! Cioè… sei un po’ burbero con tutti… ma almeno con
me di solito ti comporti bene!” e sfodero uno dei miei migliori sorrisi.
Funziona sempre, con
Hiroaki Koshino.
Questo mi fa sentire
importante, per lui.
E mi piace moltissimo!
Ma stavolta
niente.
Ho letto nei suoi
nerissimi e splendidi occhi la seria voglia di sbattermi a terra e
crocchiarmi un bilanciere in testa… ma in fondo mi vuole bene e non lo
farebbe mai.
Almeno credo. Spero.
Dio…
“Allora Kosh, visto
che stasera non voglio sfidare la morte il pranzo te lo offro io! Va
bene?”
“Se va bene a te.”
“A me va bene!”
“Allora ok…
grazie…”
Bè, noto che dopotutto
il mio Hiro non è completamente irrecuperabile.
Almeno per oggi siamo
tutti salvi.
Mondo, ringraziami! Ho
salvato la popolazione da uno sterminio psicologico!
Noi due dopo ogni
allenamento andiamo a mangiarci un boccone in un fast food americano là
dietro.
Io ne vado matto, e
Kosh mi asseconda.
Caro da dio!
Dopo aver ordinato due
cheeseburger, mi punto un pugno sul mento e guardo seriamente il mio amico
qui di fronte…
“Hiroaki…”
“Hm?”
“Ora, mi dici cos’
hai oggi?”
“Cos’ ho?”
“Sei così
antipatico…”
“Aha, simpatico. Ma
scusa, non sei tu, Akira, quello che dice sempre che sono un cafone
intrattabile? Mi comporto di conseguenza giorno dopo giorno, allora!”
“Però con me no! Con
me sei gentile. Almeno di solito! Ci dev ’essere per forza qualcosa che
non va!”
“E invece proprio non
c’è…! Ti fa soffrire tanto che io sia scorbutico con te?”
“Certo!”
Hiro abbassa la
testa… non è molto abituato alle aperte dimostrazioni d’affetto.
“E a proposito di
sofferenza… cosa mi dici di te?”
“Uh?”
“Prima, in palestra.
Mentre correvamo avevi un’espressione sofferente… Ti fa male
qualcosa?”
“No!”
“Io dico di si…”
“E io dico di no,
invece! Per essere convincente devo spaccarti il naso o cosa?”
“Ho-ho-ho non usare
le minacce con me, Koshino. Lo sai che non attaccano.”
Qui l’amico mio si
blocca e mi guarda in modo strano.
In modo un po’
triste… scemotto.
Sa che lo chiamo per
cognome (ed interamente) solo nelle situazioni in cui mi sto davvero
irritando.
Sbruffa e prende a
stropicciare una salvietta.
“Finita la scuola,
mentre scendevo le scale per arrivare in palestra, quel coglione di
Nishikado mi ha urtato… credo accidentalmente –quell’imbecille- ma
comunque sono caduto sul ginocchio… e ti dirò, Aki. Mi duole.” sbottò.
Ciccino poverino!
“Ma allora ti sei
fatto male! E sei venuto agli allenamenti lo stesso?! Ecco il perché di
quel grugno sofferente…”
“Così…”
“Ma perché sei
venuto ad allenarti ugualmente, Hiro?”
“Eh, sennò chi lo
sentiva il coach domani?” sbuffò lui, distogliendo lo sguardo.
Ma che vuole fare,
l’eroe drammatico? Sa che Taoka sensei lascia saltare l’allenamento,
se ce n’è serio bisogno.
Vuole fare il duro
anche quando si fa male.
Che idiota!
Ma… non posso farci
niente se lo amo.
Finito di pranzare ho
insistito fino allo stremo per portarlo a casa mia, per vedere un po’
sto ginocchio sofferente…
E poi so che stasera i
suoi genitori e suo fratello sono via.
Non voglio che resti
solo!
Malizia? Ehh, magari…
mi piacerebbe saltargli addosso. Ma non posso, dai…!
“Sei particolarmente
pedante stasera, Aki!” sorrise Hiro, seguendomi verso casa mia.
Mi fa tenerezza! Lì
che cammina pian pianetto per non farsi ulteriormente male al ginocchio…
è il destro.
Mi avvicino a lui, gli
prendo un braccio e me lo metto intorno alle spalle.
Lo faccio per lui, ma
anche per me. Mi piace il contatto fisico…
Mi guarda perplesso.
“Non voglio che mi
schiatti qui in mezzo alla strada, Hiro!” dico con dolcezza.
Lui sorride. Ha un
bellissimo sorriso, quando sta davvero sereno.
“Grazie Aki”
“Dovere!” e
continuiamo a strisciare fino a casa mia.
Arriviamo alla mia
casoccia familiare che (ancora per poco, giuro) divido con i miei…
“C’è qualcuno in
casa?” mi chiede Kosh.
Ha infatti notato che
dalle finestre, che hanno le tende spostate e le persiane alzate, si vede
il buio più pesto.
“Anche i miei sono
via. Cena di lavoro col capo del papi.”
“Oh,
affascinante…” commenta.
Io sorriso e gli do una
pacca amichevole sul sacro deretano (lo faccio spesso… lui pensa che sia
per amicizia!… eh, ingenuotto…) , facendo con la testa segno di
entrare.
Lui si sgancia dalla
mia spalla (peccato, a me piaceva) e io apro la porta di casa. Entriamo, a
questo punto.
Lui, muggendo, accende
la luce e si schianta sul divano.
Conosce casa mia a
menadito… passiamo molto tempo insieme.
Bene, no?
Allora… “Il
signorino ha sete?” chiedo, ironicamente.
Lui, stando allo
scherzo, schiocca le dita e dice:”Molta, e fare presto!”
Io, per dispetto, ci
metto tre quarti d’ora solo a togliermi le scarpe. Mi metto le ciabatte
e ne prendo un paio di quelle per gli ospiti.
Prendo quelle blu,
quelle che Kosh usa sempre e gliele porgo.
“Vai ciccio, cavati
quelle immonde scarpacce!”
Hiro si china sui suoi
bei piedini e si toglie le scarpe, si mette le ciabatte che gli porgo e si
alza per mettere le sue scarpe logore sulla porta.
“Vado a prendere da
bere, allora!”
“Si”
Quando rientro in
soggiorno con due bicchieri di tè verde, l’amico è ancora sul divano.
Ha la gamba destra
alzata, la sta piegando ripetutamente.
“Ahi”
“Ma Kosh, sei idiota?
Se ti fa male cosa la pieghi a fare?!”
“Volevo vedere fin
dove arriva la mia sopportazione del dolore.”
“lodevole proposito,
ma ora piantala se non vuoi che le lo stacco, quel ginocchio!”
“Akira cattivo!”
bela lui, prendendomi in giro.
In effetti io quando
minaccio lo faccio sempre quando scherzo e sono felice, quindi Hiro sa che
può permettersi di prendermi per il deretano…
Io mi siedo vicino a
lui e gli porgo il suo bicchiere, che lui prende e prosciuga in pochi
secondi. Che carino… com’è bello. Lo afferrerei e lo consumerei di
baci.
Ma non è il caso.
“Avevi sete per
caso?”
“No. Cosa te lo fa
pensare?”
Ridacchio e
chiedo:”Mi passi quel telecomando?
Lui lo fa,
chiedendo:”Che fanno in tv?”
“Nulla.”
“Wow! Allora accendi
in fretta!”
Guardiamo la tv in
silenzio per qualche minuto, poi lui si volta di scatto.
“Che c’è Hiro?”
“Akira… sai… mi
sa che è il momento di dirlo!”
“Che cosa?”
“Sai che sono… che
sono gay?”
Gelo totale. Shock.
Sbigottimento. Sorpresa.
Gioia!
“Anche io!” dico,
con naturalezza.
Sono felice, davvero
non potrei esserlo di più. Finalmente ho l’occasione di confessare.
I miei sentimenti.
Dirti che ti amo,
Hiroaki.
“Non è vero,
bugiardo!” dice
“Ma è vero!”
“Fatalità quando
sono gay io lo sei anche tu? Questa si che è vera amicizia!”
“No Hiro. Il mio è
amore!”
Finalmente posso
leggere un bagliore d’amore nei tuoi occhi.
Non te l’aspettavi
eh, criminale?
“Hiroaki? Perché mi
guardi così?”
Kosh, mi duole dirlo
(ma poco) mi pare abbia assunto un’aria da piccolo coglione inesperto.
Ma è così carino
anche con una faccia del genere!
Non reggo il colpo.
Mi giro verso di lui
con tutto il corpo, lo abbraccio.
E finalmente…
Lo bacio.
In questo bacio metto
tutto l’amore che provo da non so nemmeno quanti mesi.
Sento le sue forti
braccia che mi avvolgono il collo.
Stringo forte e metto
in moto la lingua.
Anche se non sei mai
stato un tipo eccessivamente focoso, Hiro… sento che ci stai dando
dentro.
Sei un mito! Mi
sorprendi ogni giorno che passa…
Si stacco, leggendo il
disappunto nei suoi occhi
“E adesso che c’è?”
sbotti, infastidito.
“Davvero, Hiro. Ti
amo!”
“Ho capito!”
“E tu?” chiedo, con
un sorrisetto birichino che mi riesce tanto bene…
Hiro fa uno sguardo
vacuo:”Io… tsk”
“Anche tu mi ami, lo
so…” dico io, con sicurezza.
Mi sto divertendo, ho
preso le redini.
Che bestia.
“Ah, ti amo? E cosa
te lo fa pensare?!” dici, con sfrontatezza.
Bestia anche tu!
Ma mi baci. Allora lo
vedi che non ti faccio schifo?
Eh, Hiro… non ti è
mai piaciuto mettere a nudo i tuoi sentimenti, sentirti vulnerabile,
pendere dalle labbra di qualcuno.
L’ ho sempre detto
che sei un orso.
Anche se bellissimo e
meraviglioso… un orso.
Ma che posso farci?
Ti amo.
The end ^_-
Aya: olè! Ce l’ ho
fatta!!!! Anche Aya sa scrivere le yaoi!
Aki: mi fa piacere!
Hiro: l’ hai scritta
finalmente, bestiaccia puzzosa!
Aya: ;_; ma a me
spiace, Kosh… ti volevo tutto per me…
Aki: hey!
Kosh: preferisco Akira,
nulla di personale… anzi si. Tu non mi piaci!
Aya: tsk, che
bestia.
Kosh: ¬_¬
Aya: anche Mya però ci
resterà male…
Kosh: pazienza
Aya: tu non centri,
scemo.
Mya: Sendino, mi
tradisci!
Aki: ° °’
scusa…!
Kosh: cosa scusa?!!
Aya&Mya: evviva,
litigano!
Aki&Kosh: non ci
sperate…
Aki: koibito…
Kosh *blush*
Aya: mi fate vomitare
voi due piccioncini…
Mya: adesso mi vendico
e scrivo delle belle lemon SendohxUozumi e KoshxUekusa!
Aki&Kosh: dio,
no!!!
Aya: dai Mya, sii
buona…
Alla
prossima fic ^_-
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