Non lasciarmi mai di Laura
“Sanzo…”. Una scimmietta dagli occhi lucidi cercava disperatamente di comunicare con il suo ragazzo.
Silenzio.
“Sanzo…per favore rispondimi…”. Una lacrima dagli occhi dorati.
Ancora nessuna risposta.
“GUARDAMI ALMENO!”. La scimmietta aveva urlato all’improvviso. Decisamente non era nel suo stile ma così facendo aveva ottenuto la venerabile attenzione del biondino seduto sul davanzale della finestra.
“Si può sapere che cavolo hai da urlare? Se non ti rispondo è perché non ho voglia di farlo, quindi è perfettamente inutile che insisti”. La voce di Sanzo era glaciale almeno quanto il suo sguardo.
“Ma…ma…ma perché sei così arrabbiato con me? Mi spieghi cosa ho fatto per meritare questo?”. Ormai le lacrime scorrevano copiose sulle guance arrossate.
“Tsé. Sei ancora più stupido di quanto abbia mai pensato. Se non ci arrivi da solo mi spiace ma non è un problema mio. E ora fuori. Vattene, non ti voglio tra i piedi. Non sopporto più questa tua sciocca presenza”. Ogni singola parola pesava come un macigno.
Goku non poteva credere alle sue orecchie. Stupido? Vattene? Sciocca presenza? All’improvviso sembrava non essere più nemmeno in grado di capire quello che gli era stato detto con tanta cattiveria. Era pietrificato. Una fucilata in pieno petto l’avrebbe fatto sicuramente soffrire di meno. Solo un altro sguardo del bonzo lo fece tornare in sé. E allora capì. Girò sui tacchi e corse fuori dalla stanza.
Corse, corse e corse. Corse lontano da quella stanza. Corse lontano dal suo sole. Ma che stava dicendo? Quello non era più il suo sole. Era ora di darci un taglio. In fin dei conti il sole deve scaldare, proteggere e dare vita. Sanzo era diventato freddo, anzi era meglio dire glaciale, come un lungo giorno d’inverno. Si, decisamente era la cosa migliore da fare. Avrebbe scritto la parola “FINE” alla loro relazione. Ora piangeva senza più ritegno. Cercò di farsi forza…ma non ci riusciva. Nonostante le orribili parole di Sanzo gli rimbombassero ancora nelle orecchie era anche vero che i primi mesi della loro storia erano stati semplicemente…fantastici. Finalmente tutti e due avevano imparato ad essere sinceri l’uno con l’altro ma soprattutto avevano imparato a manifestare i propri sentimenti (e questo per Sanzo era un vero e proprio miracolo!). Erano innamorati punto e basta. Adesso però…adesso però era cambiato tutto. Sanzo era cambiato. A Goku sembrava praticamente irriconoscibile.
Litigavano spesso, anche per le più piccole sciocchezze. Anche quel giorno era stato così. Avevano litigato per…per che cosa poi avevano litigato? E chi se lo ricordava più… Sapeva solo che il suo bellissimo ragazzo ultimamente era sempre più irritabile e, soprattutto, sempre più maldisposto nei confronti di qualsiasi tipo di conversazione. Lui aveva cercato di stargli vicino, di capire che cosa non andasse ma l’unica cosa che aveva ottenuto era stata quella di essere allontanato ancora di più dal suo sole. Per non parlare poi del fattore sesso. Non c’era più una briciola d’amore in questo atto. Sanzo lo prendeva quando più ne sentiva il bisogno e lo lasciava quando era soddisfatto. Sempre più spesso capitava che Sanzo lo facesse mettere a quattro zampe, vergognosamente. Si divertiva così con lui, penetrandolo fino a farlo urlare dal dolore. Indifferente alle suppliche della sua scimmietta. Niente baci. Niente carezze. E quando ne aveva abbastanza si accendeva una sigaretta, dava le spalle al suo ragazzo e si addormentava. E Goku…Goku rimaneva sveglio fino a notte inoltrata a pensare. A piangere. A chiedersi perché non potesse essere tutto come all’inizio. Aveva forse detto o fatto qualcosa per portare Sanzo a questo cambiamento? Ci pensava, ci ripensava ma non trovava nessun tipo di risposta.
E così i giorni passavano tutti uguali. Fino ad oggi. Oggi…oggi…oh, insomma doveva dirlo: oggi Sanzo aveva davvero esagerato! L’aveva trattato come spazzatura. E per quanto difficile doveva trovare la forza e il coraggio per dire una semplice parola. BASTA.
Sanzo, Sanzo, Sanzo! Ancora non aveva affrontato questo argomento con lui e già gli mancava!
SANZO, SANZO, SANZO! Chiamava il suo nome. Lo chiamava così forte che Sanzo, se avesse voluto, avrebbe potuto sentirlo. Ma questa volta, al contrario del passato, nessuno arrivò a portarlo via dalle tenebre. Nessuno arrivò a salvarlo dalla disperazione più nera. Il suo sole si era eclissato in una squallida stanza d’albergo. Si era eclissato e non sembrava intenzionato a tornare a splendere.
CONTINUA…
CAPITOLO 2 – “PAURA”
Che cosa aveva fatto?
Come aveva potuto?
Il suo Goku…il suo Goku era scappato via piangendo! Era scappato via da lui!
Come poteva biasimarlo del resto? Mai era stato così crudele nei suoi confronti. Ultimamente non andavano molto d’accordo, è vero, ma questa volta si rendeva conto lui stesso di aver esagerato.
Si accese l’ennesima sigaretta.
Dannazione!
Nell’ultimo periodo aveva l’impressione di non avere più nessun controllo sulla sua vita. Da quando stava con Goku aveva in parte abbattuto la fortezza attorno al suo cuore e, se in un primo momento questo poteva essere stato piacevole, ora era subentrato un nuovo sentimento. La paura. Paura dei suoi sentimenti! Paura di essere diventato troppo “dipendente” da quella stupida scimmietta. Dipendente era proprio il termine più adatto visto che Goku era diventato come una droga. Non poteva più fare a meno di quegli occhi, di quel sorriso.
Quando erano impegnati in qualche combattimento lo controllava in continuazione per paura che potesse trovarsi in difficoltà o ferirsi in qualche modo. Quando si trovavano in viaggio inceneriva con lo sguardo chiunque (uomini o donne che fossero) osava osservare con un po’ troppo interesse la SUA scimmia. Quando facevano l’amore avrebbe voluto che quei momenti durassero in eterno per continuare ad assaporare il suo sapore.
Insomma, era ovvio che fosse spaventato da questo turbine di sensazioni tutte nuove. Almeno questo era quello che pensava. Era una cosa normalissima per cui Goku avrebbe dovuto capirlo.
Sapeva però anche che avrebbe dovuto rimediare alla situazione che stupidamente era andato a creare. Doveva parlare con Goku. Non avrebbe MAI chiesto scusa, questo era ovvio, ma doveva assolutamente spiegare che il motivo per cui si stava comportando in quello spregevole modo non era il “non amore” ma bensì…la paura.
Si rimise alla finestra ed iniziò ad attendere il ritorno della sua unica ragione di vita. Una stupida scimmia.
CONTINUA…
CAPITOLO 3 – “DOVE SEI?”
Dove sei…Goku?
Perché non ti decidi a tornare? Senza il tuo fuoco io…io non sono nulla…
Era ormai notte fonda e di Goku nessuna traccia.
Sanzo aveva abbandonato da tempo la sua postazione sul davanzale e ora camminava avanti e indietro nervosamente, come una tigre rinchiusa in gabbia.
Stava male…fisicamente, moralmente, spiritualmente. Una morsa gli attanagliava lo stomaco. L’ansia si stava via via impossessando di lui. Il cervello si rifiutava di pensare a qualsiasi cosa che non fosse inerente a quella stupida scimmia.
La camera stessa in cui alloggiavano sembrava voler ricordargli a tutti i costi che mancava qualcuno all’appello. Il pigiama piegato sul letto. Carte di dolci e caramelle sul comodino. Un profumo inebriante nell’aria. Tutto sembrava gridare “ehi guarda che sei rimasto solo! Dov’è la tua scimmietta?”.
Già…dove era? Era la prima volta che capitava che Goku si allontanasse da lui per così tanto tempo. Avevano litigato altre volte ma alla fine quella stupida scimmia era sempre tornata. Perché questa volta non andava così? Perché quella dannata porta non si apriva mostrando un Goku imbronciato ma disposto a perdonare e ricominciare da capo? Perché?!
BASTA! Non avrebbe retto ancora a lungo. Doveva vedere Goku. Parlare con lui, spiegarsi. Ma se quello stupido non tornava come poteva fare? Beh, in realtà una soluzione c’era…eccome se c’era! Doveva semplicemente aprire quella dannata porta, uscire da quella squallida locanda ed andare a cercare il suo fuoco. Il suo ragazzo. Sapeva che era l’unica cosa da fare ma così facendo avrebbe definitivamente fatto cadere la maschera di persona fredda e menefreghista che si era costruito in tutti questi anni. Una maschera che l’aveva protetto da ulteriori dolori e sofferenze. Era pronto a questo? Era pronto ad abbracciare finalmente il passato per guardare il futuro? Era pronto a dire “sono innamorato”?
Al diavolo tutto. Non sapeva se era o meno pronto per tutto questo ma sapeva che senza Goku non sarebbe riuscito ad andare avanti. Come aveva fatto a non capirlo prima? Goku per lui era…tutto! Era lui che voleva vedere al mattino appena sveglio. Era lui che voleva tra le braccia prima di addormentarsi. Era lui che voleva avere accanto nei momenti tristi. Non avrebbe mai ammesso nulla di tutto questo (le vecchie abitudini sono dure a morire!) ma dentro di sé sapeva benissimo che le cose stavano esattamente così.
Al diavolo tutto. Al diavolo le domande di Hakkai e Gojyo. Al diavolo la sua maschera.
A notte inoltrata si decise ad uscire per cercare quella stupida ed incosciente scimmia. Usciva per cercare il SUO Goku e se ne fregava di tutto il resto.
CONTINUA…
CAPITOLO 4 – “COSA SARÀ DI NOI?”
Goku era sempre più depresso.
Non era rientrato in albergo e nessuno si era degnato di andare a cercarlo. Inconsciamente sperava che Sanzo, preoccupato per la lunga assenza, lo cercasse e una volta trovato lo abbracciasse chiedendogli scusa.
Un sospiro profondo. Che bei sogni…conosceva Sanzo come le sue tasche e sapeva per certo che avrebbe potuto fare di tutto ma non questo. Per quanto potesse essere innamorato (e Goku iniziava a dubitare seriamente anche di questo) non era di certo il tipo da scomodarsi in piena notte, rivelando così a tutti la sua preoccupazione. Non l’avrebbe mai fatto, come non avrebbe mai chiesto scusa a nessuno.
Ma è mai possibile che si doveva proprio innamorare di un soggetto simile? Non poteva, come tutte le persone normali, scegliersi un compagno premuroso e gentile? No! Si era cacciato in una situazione decisamente più grande di lui. E ora ne stava scontando le conseguenze. Forse Sanzo aveva ragione…era solo una stupidissima scimmia.
“ECCOTI FINALMENTE! SONO ORE CHE TI CERCO!”. Una voce glaciale alle sue spalle seguita da un perfetto colpo di harisen sulla sua testolina pensante.
Goku non osava voltarsi per paura di scoprire che fosse tutto un sogno. Sanzo? Sanzo era andato a cercarlo? Non poteva crederci. No, probabilmente si era addormentato e ora stava sognando un lieto fine per quella disastrosa giornata. Si, doveva essere proprio così. Non aveva alcun dubbio. Solamente quando altri colpi di harisen si abbatterono sulla sua povera testa, Goku si decise a voltarsi trovandosi di fronte a due inquisitori occhi viola.
Ora non era più depresso. Ora era confuso! Aveva desiderato che Sanzo arrivasse da lui e ora che ce l’aveva lì davanti non sapeva più che fare o dire. Sicuramente il Venerabile era arrabbiato a livelli stratosferici. Poco male, questo avrebbe reso meno difficile l’allontanamento da lui. Se lo trattava male avrebbe avuto meno sensi di colpa nel lasciarlo.
“Sanzo…io…”. Nella testa migliaia di cose da dire ma la voce non ne voleva sapere di uscire.
“MA TI RENDI CONTO DI CHE ORE SONO?! RAZZA DI STUPIDO!! HAKKAI E GOJYO ERANO PREOCCUPATISSIMI!! STUPIDA SCIMMIA!”. Altri colpi di harisen.
All’improvviso Sanzo sembrò calmarsi.
“Io ero preoccupato…”. Parole dette a fil di voce.
La confusione di Goku stava triplicando. Se già il fatto che Sanzo fosse uscito a cercarlo aveva dell’incredibile, questa confessione come si poteva definire? Assolutamente pazzesca?
Era ora di chiarirsi una volta per tutte. Questo era il momento decisivo: la loro relazione si sarebbe frantumata oppure sarebbe diventata ancora più forte.
“Cosa?! Eri preoccupato? Smettila di prendermi in giro. Sei stato proprio tu a cacciarmi. Cosa ti aspettavi? Che tornassi implorando il tuo perdono?”. Ecco, l’aveva detto finalmente. “Mi dispiace tanto, caro il mio bonzo corrotto, ma io non sono un bambolotto! Mi hai trattato come spazzatura! E la discussione di oggi è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso! Negli ultimi mesi mi hai…mi hai solo usato! Un giocattolo! Ecco quello che sono io per te! Beh, c’è una notizia dell’ultima ora: IO MI SONO STANCATO! Vai a sfruttare qualcun altro perché tra noi è finita! Hai capito bene? È FINITA!!”. Aveva ricominciato a piangere. Non credeva nemmeno lui di essere riuscito a dire quelle due paroline. È finita. L’aveva detto, era vero. Ed ora si sentiva morire.
Sanzo lo guardava dritto negli occhi. Non c’era più freddezza in quegli immensi pozzi viola ma solo…sofferenza.
“Tu sei mio…non puoi lasciarmi”. Parole sussurrate.
“È proprio qui che ti sbagli: ERO tuo. Non lo sono più. Devi solo dire grazie a te stesso”. Goku aveva già perso gran parte della sua sicurezza. Quegli occhi…quegli occhi gli stavano dicendo qualcosa. Qualcosa che veniva dal profondo dell’anima e che le parole non potevano esprimere.
“Tu sei mio…non puoi lasciarmi”. Ancora quella risposta.
“Andiamo Sanzo…non rendere le cose ancora più difficili. Evidentemente…non siamo fatti l’uno per l’altro…succede a volte…”. Goku non riusciva a smettere di guardare quegli occhi.
“Io ti amo. E sai cosa sono? Sono solo un vigliacco che ha paura di ammettere di essersi innamorato, che ha paura di soffrire troppo se tu dovessi andartene! Io sono un vigliacco! Goku…è stata solo paura quella che mi ha spinto ad allontanarti da me! Io ti amo!”. Questa volta Sanzo aveva gridato, quasi a voler liberarsi di un fardello che da troppo tempo gravava sul suo cuore.
“Tu devi imparare a fidarti di me. Mai ti ho chiesto di cambiare. Voglio solo un po’ di rispetto. Non mi sembra di chiedere la luna. A me non interessa se quando siamo con gli altri vuoi mantenere la tua apparenza da freddo ed indifferente, davvero non me ne importa nulla. Ma per favore…non tagliarmi fuori dalla tua vita. Quando siamo insieme voglio solo sentirmi amato ma attento, non ti sto chiedendo di fare dichiarazioni o serenate: a me basta che tu sia te stesso. Non quella specie di freezer che eri diventato di punto in bianco negli ultimi mesi”. Goku aveva smesso di piangere. Anche lui si sentiva già meglio dopo quella dichiarazione e dopo pochi secondi si era gettato letteralmente nelle braccia dell’altro.
Con una mano Sanzo alzò piano il viso della scimmietta e, senza più sprecare parole, lo baciò dolcemente. Un bacio che valeva più di mille frasi, di mille discussioni. Un bacio che cancellava ogni dubbio in due anime tanto sofferenti. Un bacio tra due innamorati.
“Sanzo…per favore…torniamo in albergo. Facciamo l’amore...ho bisogno di sapere che sono ancora tuo. Ho bisogno di sapere che c’è ancora un noi…”. La scimmietta aveva gli occhi lucidi dall’emozione.
Sanzo l’aveva baciato come fosse stata la prima volta. Ed ora il desiderio si riaccendeva in lui. L’amore si riaccendeva in lui! E mentre si incamminavano in albergo altro non poteva pensare se non che il suo sole, per l’ennesima volta, l’aveva tolto da un baratro di buio e disperazione.
CONTINUA…
CAPITOLO 5 – “AMORE”
Finalmente. Finalmente erano tornati all’albergo. Finalmente erano di nuovo insieme in quella squallida stanza.
Goku fremeva per l’agitazione e l’impazienza…si rendeva perfettamente conto che, per la prima volto dopo mesi, avrebbero fatto l’amore e non semplicemente del sesso. E per quanto potesse essere imbarazzante…non vedeva l’ora. Gli erano mancate tutte quelle attenzioni che Sanzo gli riservava solo in quei momenti…
La porta della camera era appena stata chiusa quando Goku si rituffò nelle braccia del suo amante, alzandosi sulle punte per raggiungere con foga quelle labbra che per così tanto tempo gli erano state negate. Sanzo non si fece pregare: ricambiò con passione il bacio mentre le sue mani si preoccupavano di accarezzare i capezzoli della scimmietta sotto la leggera maglia.
“Sanzo…io…scusami se prima ti ho detto…”. Prima di andare oltre Goku voleva scusarsi. Per quanto potesse sembrare assurdo, voleva chiedere perdono per aver anche solo pensato di abbandonare il suo sole. Voleva che sapesse che in realtà lui era tutto e non l’avrebbe mai lasciato.
Sanzo però l’aveva interrotto con un nuovo bacio. Il Venerabile voleva dimenticarsi di tutto in quell’attimo di paradiso che si stavano concedendo. E poi…poi non c’era bisogno di scuse e spiegazioni. Per lui era tutto chiarito e sistemato.
“No, non c’è bisogno…non c’è bisogno di questo…”. Era la semplice, lapidaria risposta del bonzo. E Goku capì che tutto era definitivamente risolto. L’unica cosa che doveva fare ora era rilassarsi e lasciarsi trasportare in quel turbinio di sensazioni che solo Sanzo era in grado di trasmettergli. Si lasciò quindi guidare al letto, chiuse gli occhi e non pensò più a nient’altro se non ad amare il suo Sole.
Sanzo nel frattempo si era accasciato sopra di lui, schiacciandolo con il suo peso contro il materasso. L’eccitazione ben percepibile dal piccolo corpo sotto di lui. Iniziò a far scivolare le dita nella castana criniera, stringendogli la testa con deliberata lentezza. Prese a baciargli il collo e a mordicchiargli il lobo dell’orecchio mentre faceva passare un braccio sotto di lui per stringerlo di più a sé.
La scimmietta gemette sommessamente quando Sanzo, spostando leggermente la gamba verso l’alto, andò a sfiorare la sua erezione. Il bonzo accorgendosi del suo piacere lo fece ancora, facendolo respirare profondamente e tornando a baciarlo con passione.
Goku era già al limite. Sanzo non si era ancora deciso a passare a qualcosa di più concreto ma lui…non ce la faceva più. Con una mano cercò di sbottonarsi i pantaloni per riuscire a darsi un po’ di sollievo ma qualcosa lo fermò. O per meglio dire qualcuno.
Sanzo gli aveva afferrato la mano e non sembrava intenzionato a lasciare la presa.
“Ehi…scimmietta…qui ci penso io…”. La voce arrocchita per l’eccitazione.
E così dicendo Sanzo iniziò a far scorrere la mano sugli addominali scolpiti fino ai bottoni dei pantaloni e, lentamente, li slacciò.
Il respiro di Goku diventava sempre più corto e ansimante mentre vari gemiti iniziarono a diffondersi nell’aria. Sanzo sorrideva nel vederlo così: gli occhi chiusi, le guance arrossate, i pugni serrati attorno alle lenzuola.
“Sanzo…andiamo…ti prego!”. Goku si sentiva impazzire. Se con quelle mani Sanzo non fosse sceso più in basso non sapeva cosa avrebbe potuto fargli.
Il suo amante non se lo fece ripetere due volte: fece scivolare una mano tra le sue gambe ed iniziò a massaggiarlo seriamente. Poco dopo Goku venne nelle sue mani.
Sanzo si spogliò in fretta. Voleva sentire su di sé il fuoco che solo la sua scimmia poteva sprigionare. Aveva bisogno di quel fuoco e di tutto il calore che poteva emanare. Doveva bruciare con lui. Perché solo così sarebbero tornati una cosa sola.
Si posizionò in mezzo alle sue gambe e dopo uno sguardo d’intesa con la sua scimmia lo penetrò dolcemente. E questa volta nemmeno il freddo Sanzò poté evitare di lasciarsi scappare un gemito di intenso piacere. Iniziò a spingere, sempre più forte. E alla fine con un urlo di piacere venne nel corpo del suo amante, per poi lasciarsi ricadere su di lui ansimante e imperlato di sudore. Goku lo circondava in un febbrile abbraccio mentre si contorceva sotto di lui. Le gambe ancora allacciate ai suoi fianchi. Aveva dimenticato quanto potesse essere bello essere posseduto in quel modo da suo Sole.
“Sanzo…io…io…”. Era agitatissimo e non riusciva a guardare il bonzo negli occhi.
“Ti ho già detto che non occorrono spiegazioni…”. Il tono era tornato quello gelido di sempre ma Goku era in grado di leggere tutta la dolcezza che vi era nascosta dietro.
“No, non è quello…è che…”. La scimmietta era diventata improvvisamente paonazza in volto.
“Si può sapere che c’è?”. Sanzo non riusciva a capire cosa stesse passando nella mente dell’altro.
“Oh insomma…è che…diciamo che non sono stato molto…partecipe…ecco…cioè ho pensato solo a prendere e tu…sei rimasto per così dire…a bocca asciutta…io…ero troppo preso a…sentirti su di me…ecco…”. Ormai era diventato dello stesso colore dei capelli di Gojyo.
Sanzo non sapeva se ridere o piangere. Quella stupida scimmia era preoccupata del fatto che lui potesse non essere stato abbastanza soddisfatto… Ma in fondo…amava anche questo di lui. Anzi, amava soprattutto questo di lui. L’innocenza e l’amore incondizionato che poteva offrirgli.
“Sei proprio una stupida scimmia!”. La solita frase ma che in questo caso significava “non ti preoccupare, va bene così”. Solo Goku poteva leggerne il vero significato e andare al di là delle semplici parole.
Era ormai arrivata l’alba e i due ragazzi, stesi sul letto, si abbracciarono. Sanzo accarezzava i capelli di Goku. Goku raccontava a Sanzo storie senza senso e mangiava caramelle. Tutto come sempre. Tutto come se nulla fosse successo. Era ormai arrivata l’alba e i due ragazzi si scoprirono di nuovo innamorati.
FINE
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