DEDICHE: questa fic speciale, la n. 40, è per la mia sis Silene. Le voglio un bene immenso, le devo più di quanto lei stessa pensi e sono così felice di averla nella mia vita che quasi non ci credo.

DISCLAIMERS: i personaggi sono di Takehiko Inoue, le idee malsane solo mie e la canzone è “Non credo nei miracoli” di Laura Bono.

NOTE 01: tra gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati...tutto come sempre insomma!

NOTE 02: come sempre è tutto buttato a caso, non cercate riferimenti né temporali né di luogo né di nessun altro tipo!!!

NOTE 03: POV Ru. Il testo ispirava troppo.

 


Non credo nei miracoli

di Marty


“Sei di nuovo qui?”

 

Io non credo nei miracoli

Tu sei stato per me l'eccezione

 

Non sono mai stato un sognatore. Le illusioni le ho perse molto prima degli altri bambini.

Non ho mai creduto di meritarmi qualcosa di speciale, di unico o anche semplicemente di diverso.

Il mio atteggiamento distaccato non è dovuto (come pensano in molti, temo) alla vanità, ma solo al mio essere incapace di dimostrare ciò che provo.

Tu sei stato il primo con cui ho fatto uno sforzo in più.

Quando ci siamo incontrati per la prima volta è stata elettricità allo stato puro, non avrei potuto non sentirlo.

 

Anche solo per un attimo

Ma sai che ci ho creduto in noi

 

È stata proprio quella sensazione che quando ti sei dichiarato mi ha indotto a pensare che sì, magari ci si poteva provare.

E per una frazione di tempo lunga come un battito di ciglia ha funzionato, e ci ho creduto davvero.

 

Ma io vivo nel ricordo che

Sgomitando si fa spazio in me

Di un amore che purtroppo non sei te

 

Ma ecco che i miei fantasmi sono tornati a popolare le mie notti, e il ricordo di quei sogni e della mancanza di quella persona accanto a me mi ha colpito come un pugno.

Certo, è un amore diverso quello che si prova per una madre, ma è un amore devoto, assoluto, che ti denuda il cuore senza remore. Un’appartenenza totale a qualcuno. L’ho sperimentata, e persa.

Il dolore che ho sentito il giorno in cui lei ha fatto la sua valigia e se n’è andata senza una parola è marchiato dentro di me e non c’è verso di mandarlo via.

Solo lei sapeva cosa nascondevo dentro, i miei problemi ad integrarmi, i dubbi, i desideri. Le avevo offerto tutto il mio essere, e lei all’improvviso mi ha voltato le spalle.

Da allora ogni abbraccio, ogni carezza, ogni bacio mi ricordano i suoi.

E il terrore di affezionarmi a qualcosa che potrei perdere di nuovo mi impedisce di farlo.

 

Dolce stella non tremare

Ci ho provato e riprovato ma non posso più

 

Tu tremi, alla mia porta, sembri così piccolo.

“Non puoi dirmi che è finita, Kaede” mi sibili con rabbia trattenuta “non dopo tutto quello che ho passato per stare con te!”

“Mi dispiace, Hana” non so che altro dirti.

Ogni volta che ti vedo così ho voglia di mandare a farsi fottere tutti questi pensieri e dirti che si può provare ancora.

Ma l’abbiamo fatto già.

E non funziona.

Mettere la testa sotto la sabbia non elimina il problema.

 

Farti male, farmi male

Tutto questo dimmi che senso ha

 

Tu stai male, lo vedo chiaramente, io soffro da cani perché ti faccio questo e so che non te lo meriti…tutto questo a che pro? Per chi? Per cosa? Smettiamola di comportarci da idioti!

“Ma io…”

“Basta!

Senti, lo vuoi capire che devi lasciarmi in pace?

Sei un peso!

Un fastidio!

Viviti la tua vita e non rovinare la mia!”

Forse ho esagerato, ma spero che ora mi odierai abbastanza da dimenticarmi.

 

Spacchiamo il mondo io e te

 

“Ma ti rendi conto di quello che dici?!

Hai dimenticato quanto abbiamo dovuto lottare per stare insieme?

Le risse…

Le frasi di scherno…

Abbiamo quasi rischiato l’espulsione da scuola…

Io ho preso di petto i miei amici di una vita, per te…

E ora mi dici che ti do fastidio?!

Cazzate!”

Ora la rabbia non la trattieni più e mi sferri un pugno allo stomaco.

Per la forza dell’impatto, cado dentro casa.

Tu mi segui chiudendoti la porta alle spalle.

Hai i pugni i stretti e gli occhi lucidi.

 

Ho il cuore pieno di noi

 

Certo che non l’ho dimenticato.

Non ho dimenticato un solo istante passato con te.

Anzi, si può dire che nel mio cuore ci sono solo i ‘nostri’ momenti.

È come se non avessi mai vissuto, prima di conoscerti.

Hai portato una folata di allegria e voglia di fare nel mio mondo grigio e piatto, mi hai dato una ragione per alzarmi dal letto la mattina…

 

Ma perché non riesco ad innamorarmi di te, perché

 

E allora, maledizione…

“Ma perché non riesco ad innamorarmi di te?!”

La voce mi esce dura e disperata, mentre sferro un pugno al parquet.

Sono in ginocchio, e non solo materialmente.

Non so che fare.

Voglio amarti!

È il più grande desiderio che io abbia mai avuto, ma non so come realizzarlo.

Sento le lacrime che mi mordono gli angoli degli occhi, ma neanche loro riescono a superare gli argini che hanno costruito in questi anni le mie insicurezze.

 

Tu mi stringi e ho un nodo in gola

Mi fa quasi male a respirare

 

Ti accucci accanto a me e mi abbracci con forza, rabbia, dolore…e amore.

Tu ne profondi talmente tanto in ogni tuo gesto o sguardo per me che a volte mi sento soffocare.

Le tue aspettative sembrano gigantesche, è come se tu volessi qualcuno che non sono io.

E il senso di inadeguatezza cresce e si gonfia, facendomi quasi paura.

 

Mentre mi difendo sento che

Vorrei proteggerti da me

 

Con uno spintone ti allontano bruscamente e cerco di alzarmi, ma tu mi spingi di nuovo a terra colpendomi la mascella con un altro pugno.

Inizio a colpirti anch’io, con tutta la frustrazione che ho accumulato in questi mesi, eppure ogni colpo in realtà è come un tentativo di allontanarti da qualcosa che ti sta facendo del male.

Già.

Come un cretino, vorrei proteggerti.

Solo che la cosa che ti sta uccidendo e da cui dovrei difenderti…sono io.

E che diritto ho di asciugarti le lacrime che IO ti ho causato, con che coraggio potrei curarti i lividi che derivano dai pugni all’anima che ti ho dato?

 

Ti ho lasciato, ti ho ripreso

Troppe volte, ho perso il conto ma tu sempre lì

 

Quante volte ti ho lasciato?

Quante volte sei tornato a bussare alla mia porta, per implorarmi di riprovarci?

Ed io ogni volta ho ceduto, ho voluto crederti quando dicevi che sarebbe stato tutto diverso.

Ma non eri tu a dover cambiare!

Tu eri…sei perfetto.

Sono io quello sbagliato.

Ma sembri non capirlo.

 

Farti male mi fa male

Tutto questo dimmi che senso ha

 

Qualcosa di bagnato mi scivola sulla guancia.

Una lacrima.

Ma non è mia.

Sollevo lo sguardo.

Sei sopra di me, ti mordi il labbro per fermare il singhiozzo che ti è salito in gola vedendo come siamo ridotti.

“Come siamo arrivati a questo, Kaede?” mi chiedi in un sussurro.

“Come sono riuscito a fare del male alla creatura che avrei dovuto rendere felice?”

E io sento un dolore sordo nel petto, al vederti così.

“Non lo so, Hana. Ma non sei tu che mi fai del male. È vederti soffrire che me ne fa.”

Mi stringi ancora, e questa volta non mi nego.

Le nostre labbra si incontrano, è un bacio affamato.

Una voce nella mia testa mi grida che è inutile, non ha senso, le cose non si aggiusteranno così…

Ma io sento il sapore metallico del tuo sangue mischiato a quello salato delle tue lacrime scivolarmi in bocca, spinto dalla tua lingua che cerca la mia.

E non m’importa più.

Con pochi movimenti ti libero dei vestiti, mentre tu fai lo stesso con me.

Senza smettere di baciarmi, la tua mano si sposta verso i miei glutei, per prepararmi presumo, ma non oggi.

Quando ti sposti sul collo per scendere poi più in basso, ti afferro per i capelli riappropriandomi della tua bocca, e spingendoti all’indietro mi siedo sopra di te, penetrandomi da solo in un colpo solo.

 

Ti muovi dentro di me

Intenso odore di noi

 

Il dolore è forte, ti mordo una spalla per trattenere un gemito.

“Sei impazzito, Kaede?”

“Voglio…sentirti…” mormoro con l’affanno.

Non so se potrai capirlo, Hana…ma ho bisogno di un’emozione forte, che zittisca questo cuore che non sa battere per te…

Aspiro profondamente il profumo muschiato dei tuoi capelli, che quando dormi qui rimane ad aleggiare sul cuscino per giorni.

Mi stringi più forte ancora, e inizi a spingerti dentro di me, sempre di più, come se volessi appropriarti di ogni centimetro di questo corpo che non ti rifiuta come invece fa il suo proprietario.

Io grido, quando tocchi quel punto che mi manda in estasi.

“Di più…di più….” Gemo, sentendo il battito affievolirsi e farsi sempre più lontano.

“Fammi credere che sono tuo, Hana…”

 

I tuoi sguardi accarezzano l'animale in me

 

I tuoi occhi si spalancano, a queste parole, e un lampo ferito li attraversa.

Però sai che non voglio farti male. È solo che questo sono io e non posso cambiarlo, anche se lo vorrei con tutto me stesso.

La tua mano grande scende ad accarezzarmi, con passione, finché non vengo sul tuo petto pochi istanti prima che tu mi marchi per l’ennesima volta.

La belva che mi ruggiva nelle vene, dopo un breve minuto, scompare di nuovo. E io mi sento ancora solo.

Appoggio la fronte sudata nell’incavo della tua spalla per riprendere fiato.

Mi avvolgi protettivo, accarezzandomi dolcemente le scapole.

Poi ti alzi a fatica, barcollando, ancora stringendomi al petto, e con pochi passi raggiungi il divano.

Sei ancora dentro di me.

Mi appoggi sui cuscini e delicatamente mi liberi della tua presenza.

Io ti cingo con le gambe, poi. Non voglio che ti allontani.

Ma tu le sciogli e mi dai un bacio sul naso.

“Fammi recuperare i miei vestiti” spieghi, e quando mi dai le spalle ho l’impressione che la tua schiena ampia sia un po’ incurvata.

È colpa mia anche questo?

 

Speciale il mondo con te

Che bello il buio con te

 

Chiudo gli occhi.

Sono esausto.

Vorrei addormentarmi, per poter vedere almeno per un po’ il mondo come lo vorrei.

Tu che mi sorridi come facevi un anno fa, e io che ti permetto di rendermi felice.

Quando prendo sonno pensando a te, tu popoli quel buio accendendolo dei riflessi di mille lucciole.

Sei un’esplosione di fuochi artificiali, e vicino a te ho scoperto tante cose che non avevo mai visto o a cui non avevo mai fatto caso prima.

Eppure…

 

Ma perché non riesco a viverti come io vorrei

 

…Eppure non ce la faccio.

Per quanto disperatamente lo voglia, sembra che non ci sia niente da fare.

Soffoco un singulto nel bracciolo del divano.

Non è giusto.

Sento dei rumori e alzo la testa.

Sei completamente vestito e mi guardi triste.

“Forse hai ragione Kaede” dici con amarezza.

“Forse è uno sbaglio stare insieme”

“Per ora” aggiungi poi.

“Non so cosa sia che ti blocca così, ma dev’essere qualcosa di grosso se non sei ancora riuscito a liberartene.

Quello che io provo per te non svanirà solo perché non ti frequento.

Questo lo devi sapere.

Perciò…prenditi tutto il tempo che vuoi.

Vedi chi vuoi, fai quel che ti senti, cerca di venirne fuori.

Io ti aspetto.

Ok?”

Mi fai una carezza dolce e te ne vai.

Accompagni la porta nel chiuderla.

E io resto qui, nel mio immenso salone, sdraiato al buio.

Non sei più con me.

Sei andato via.

E stavolta non tornerai a bussare.

Perché sei tu che hai lasciato me.

Per permettermi di combattere contro i miei fantasmi e vincerli, dandomi in più la consapevolezza dei tuoi sentimenti.

Mi tiro a sedere, imprecando per il dolore lancinante.

Guardo fisso attraverso l’oscurità.

E sussulto.

Perché MI MANCHI.

Improvvisamente.

Sapere che te ne sei andato per non farmi soffrire ha aperto una crepa nelle mura che mi circondano il cuore.

Chissà…

Forse…

Allungo una mano a casaccio, cercando il plaid che dovrebbe essere caduto qua attorno, e mi capita sotto le dita una maglia.

La avvicino al volto per annusarla: è il tuo profumo, inconfondibile.

Hai preso la mia.

Finalmente afferro il plaid, con cui mi copro.

Stringo la maglia mentre piano scivolo nel sonno.

 

Io non credo nei miracoli

..se potessi tu sorprendermi...

 

OWARI

 

Spero ti sia piaciuta sis!

Magari una side story per il tuo compleanno…ehehehehe ^_^