Disclaimer:
Siccome non so più che inventarmi per rendere questa parte meno noiosa, passiamo direttamente al punto successivo... tanto lo sapete meglio di me che i personaggi non sono miei, no?^^
Dediche :
Ad Elyxyz, per i consigli preziosi che mi ha dato su 'Figli del Nilo', e alla Hennè Production per il betareading. Non so come ringraziarvi!!^^
Note :
La seguente ff è ispirata ad una mini-doujinshi di quattro pagine che ho trovato su un'antology, una HanaRu la cui idea è stata riadattata per questa MitKo. Naturalmente, i fatti si svolgono in maniera completamente diversa.
Buona Lettura!
Non Distrubare!
di Cioppys
POV.MITSUI
"Mamma! Io esco!"
"Non fare tardi! E salutami Kogure!"
Scuoto la testa mentre varco la porta d'ingresso di casa. Da quando ha conosciuto il mio compagno di squadra è decisamente soddisfatta. Sarà perchè un amico così, gentile ed educato, senza alcuna inclinazione alla violenza, non mi condurra nuovamente su una cattiva strada? Ricordo ancora l'infinita predica che mi fece una volta che venne a conoscenza della compagnia che frequentavo fino a non molto tempo fa, e non posso certo dargli torto: Testuo, Hatta e company non danno la stessa fiducia che infonde Kogure...
Cammino per strada in questo primo pomeriggio di una domenica soleggiata, una delle ultime di questa calda estate. Sul mio volto si allarga un sorriso scaltro al pensiero delle prossime ore che passerò in compagnia del mio Koibito...
Proprio oggi ricorre il nostro primo mese insieme.
Lui per festeggiare voleva andare al cinema e poi al parco a fare una tranquilla passeggiata in mezzo al verde, magari mangiando un gelato. Io però, saputo che i suoi questo pomeriggio non saranno a casa in quanto impegnati in una commissione fuori città, ho proposto di noleggiarlo il film per poterlo vedere in tutta comodità nel suo salotto, noi due da soli... Chissà che poi un bacio più intenso non porti ad una carezza più audace, e trasportati dalla passione...
Pensavate che non avessi calcolato questa eventualità?
Ad essere sincero ho insistito tanto sperando che la situazione si evolva proprio in questo senso. Da quando stiamo insieme, Kiminobu si è sempre dimostrato restio a lasciarsi andare a carezze molto intime. Addirittura c'è stato un periodo in cui ho pensato che ciò lo disgustasse, tanto da farmi sentire sbagliato per quel desiderio impellente di avere un rapporto completo con lui. La tensione della situazione ci ha portato ad un pesante litigio che ha seriamente minato la nostra unione. Fortunatamente, la comprensione del mio ragazzo è più notevole della mia e, una volta capito il problema che mi rendeva così irascibile, mi ha rassicurato che la sua non era avversione, ma semplice paura di qualcosa che ancora non conosceva. Così il tutto si è risolto, con la mia promessa di procedere per gradi... Ma varrà lo stesso se tenevo le dita incrociate dietro la schiena?
Comunque, alla fine ha ceduto al mio programma!
Stamane, per prepararmi a questo giorno, mi sono alzato con due ore di anticipo rispetto al solito orario della domenica, ovvero mezzogiorno. Mi madre pensava che stessi male. Nonostante le mie rimostranze non c'è stato verso di impedirgli di misurarmi la febbre, controllarmi la pressione e verificare se avevo le pupille dilatate o la gola secca... Alla fine sono riuscito a sfuggirle prima dell'esame successivo, ovvero quello delle urine! Vivere in una casa dove ci sono ben due medici con oltre vent'anni di carriera è veramente asfissiante! Ogni minima stranezza viene interpretata come sintomo di una grave malattia...
In ogni modo, sono poi riuscito a rilassarmi nella vasca, in un bagno caldo per una buona oretta. All'acqua ho aggiunto anche un'essenza alla magnolia, in modo che la mia pelle si impregnasse del suo gradevole profumo. Successivamente ho assaporato una sostanziosa colazione, sapendo benissimo che a pranzo, causa agitazione per l'importante appuntamento del pomeriggio, non sarei riuscito a mangiare molto.
Lavati i denti è infine giunta la parte più difficile della preparazione: cosa mi metto?
Passando davanti ad una vetrina, mi fermo un'attimo a contemplare il risultato della selezione di indumenti che mi ha impegnato qualcosa come un'ora e mezza. Infatti, se per pantaloni e scarpe non ci sono stati problemi avendo già deciso a priori di indossare i miei jeans preferiti, quelli blu scuro con le cuciture bianche a vita bassa, attillati il giusto per mettere in risalto cosce e sedere e che terminano leggermente a campana, e le Asics azzurre, la scelta della maglietta è stata una vera e propria tragedia! Se quelle maniche lunghe sono state scartate a priori causa caldo asfissiante che ancora regna in città, la decisione si è ridotta a quelle corte o senza, e ancora adesso mi chiedo perchè ne ho così tante nell'armadio. Alla fine ha prevalso l'idea di abbianare questo capo al colore delle scarpe, nonostante le toglierò appena varcata la soglia di casa Kogure... Comunque devo dire che questa maglietta senza maniche azzurra con i bordi bianchi e un disegno tribale al centro del petto mi dona parecchio!
Mani nelle tasche, riprendo il tragitto. Arrivato ad un incrocio mi fermo ad attendere il verde del semafero per porter attraversare. Intanto noto una ragazza al mio fianco che prima mi osserva scrupolosamente, poi dice qualcosa all'amica che l'accompagna. Entrambe sorridono e mi puntano gli occhi addosso. La cosa non è che mi dispiaccia, visto che ricambio il gesto facendole arrossire, ma il mio aspetto irresistibile è riservato ad una sola persona...
Finalmente, dopo qualche minuto, giungo a destinazione. Tranquillo, mi avvicino al cancelletto che divide la strada dal piccolo giardino privato di casa Kogure. Suono il campanello e senza nemmeno rispondere al citofono mi apre. Subito dopo, la porta di ingresso della graziosa villetta a due piani si schiude rivelando la stupenda visione del mio Koibito.
"Ciao Hisashi" mi dice con un adorabile sorriso.
Entro in casa e attendo che richiuda la porta alle mie spalle per poterlo salutare a modo mio. Chino la testa in avanti e gli sfioro delicatamente le labbra con le mie. Naturalmente lui arrossisce abbassando gli occhi.
"G-guarda che i miei sono ancora in casa..." sussurra lanciando sguardi preoccupati verso la scala che porta al piano superiore, da dove giungono alcune voci.
Acc... Ma non me lo poteva dire prima?!
Fortunatamente nessuno sembra averci visto.
Kimibobu mi fa accomodare in salotto e, proprio mentre mi sta chiedendo se voglio qualcosa da bere, fanno l'ingresso i signori Kogure. Naturalmente è impossibile sfuggire ai convenevoli, ma siccome sono già in ritardo sulla tabella di marcia risultano molto brevi.
E finalmente rimaniamo soli...
"Allora, vuoi qualcosa da bere?" mi chiede Kiminobu dalla porta della cucina.
"Un thè alla pesca andrà benissimo"
Poco dopo ritorna con un vassoio sul quale ci sono due bicchieri colmi e una terrina enorme straripante di poc-corn ancora caldi. Appoggia il tutto sul tavolino e si siede di fianco a me, portandosi dietro i suoi prezioni grani di mais cotti di cui è golosissimo, e inizia a spizzicare.
Ma non se li vorrà mica mangiare tutti?! Alla fine del film mi toccherà portarlo in ospedale per indigestione!
Proprio per salvaguardare la sua salute, gli tolgo la terrina dalle mani e la riappoggio sul tavolino. Kiminobu fa per protestare ma non gliene lascio il tempo. Gli chiudo la bocca con la mia e lo spingo all'indietro, facendolo sdraiare sul divano.
Non vi dico il dolore lancinante che nemmeno cinque secondi dopo raggiunge il mio stomaco!
"Perchè diavolo mi hai tirato un pungo?!" gli chiedo piegato in due dalla sofferenza.
"Sbaglio o tu sei venuto a casa mia a vedere un film?"
Beh, quello sarebbe il motivo apparente, ma non glielo posso certo dire. Evito quindi la domanda e chiedo cosa ha noleggiato di bello in videoteca.
"La Corazzata Potionky"
Scivolo dal divano cadendo sul pavimento...
"Dai Hisashi! Stavo scherzando!"
Prima mi tira un pugno, poi mi prende in giro... Solo per questo gli dovrei mettere il muso per l'intero pomeriggio. Ma osservandolo ora ridere ne rimango come affascinato. Incrocio le braccia sul divano, vi poggio sopra la testa e sorrido, senza mai staccare gli occhi da lui, da quella visione di innocenza e purezza.
"C'è qualcosa che non va?" mi chiede appena si accorge dello strano sguardo con cui lo sto fissando.
"Sei bellissimo" rispondo di getto, senza nemmeno pensarci, provocando l'intenso rossore che gli colora il viso "Sei la creatura più bella che abbia mai visto..."
Dopo aver ripreso il posto sul divano di fianco a lui, allungo la mano e gli accarezzo la guancia. Avvicino il mio viso al suo e inizio a posare piccoli baci leggeri sulla tempia, mentre con l'altra mano gli sfilo gli occhiali, che accuratamente appoggio sul tavolino.
Stavolta non mi respinge e io interpreto tale gesto come permesso a continuare.
Gentilmente lo invito a voltarsi verso di me, così che possa di nuovo assaporare quelle labbra soffici e calde. Con la lingua lo invito a dischiuderle e, una volta ottenuto l'accesso, approfondisco il contatto iniziando ad accarezzare sensualmente la sua. Mi lascio trasportare dal desiderio e con passione continuo a baciarlo, finchè lui sposta la testa di lato e si lascia sfuggire un gemito. Approfitto della posizione per concentrare la mia lenta tortura su collo e orecchio, mentre lo esorto a sdraiarsi sul divano spingendolo indietro. E io gli sono subito sopra. Gioco con il lobo, mordicchiandolo e succhiandolo, e intanto insinuo una mano sotto la maglietta, andando così a toccare la pelle del suo addome liscia e fresca. Un altro gemito sale dalla gola quando chiudo l'indice e il medio su un capezzolo per stuzzicarlo...
*Driin-Driin*
Dall'anticamera giunge il suono guastatore, ma faccio finta di niente, continuando a tormentare i suoi sensi.
*Driin-Driin*
"Hisashi..." mi sussurra con voce roca "I-il telefono..."
"Mmm..." è la mia risposta, che sta chiaramente a significare un bel chissenefrega.
*Driin-Driin*
"M-magari è mia madre..."
"Mmm..." mugugno, come per dire che per me potrebbe essere anche l'imperatore in persona.
*Driin-Driin*
Stavolta non gli bastano le parole e passa ai fatti. La mano che tenevo sotto la maglietta viene enegicamente allontanata, mentre con tono scocciato mi chiede di alzarmi. Naturalmente rifiuto.
*Driin-Driin*
"Hisashi!" esclama agitandosi.
Inavvertitamente alza un ginocchio... o almeno spero che tale movimento sia stato fatto non di proposito visto che mi colpisce proprio nelle parti basse...
"M-ma sei impazzito!?" gli urlo dietro mentre mi contorco su me stesso a causa del dolore.
"Scusa!" dice trafelato, alzandosi dal divano e precipitandosi in anticamera.
Cioè, rischia di rovinare ciò che prima o poi servirà anche a lui, e solo un misero 'Scusa'?
Aspetto pazientemente che questa enorme sofferenza passi per poi alzare l'orlo dei jeans e dei boxer e controllare che sia tutto nella norma. Fortunatamente sembrano non esserci danni...
Un segnale acustico mi avverte che il cordless è stato rimesso sulla base. Poco dopo vedo Kiminobu riapparire in sala. E' a disagio.
"Era un'amica di mia madre..." dice avvicinandosi al videoregistratore.
Lo osservo inserire la cassetta noleggiata e prendere il telecomando. Una volta terminate queste operazioni si alza in piedi voltandosi verso di me. Non mi guarda negli occhi e le sue gote son di un delicato color pesca, segno di imbarazzo.
"Ci guardiamo il film ora?"
Con un sospiro dò il mio assenso. Mi sposto sull'angolo del divano per fargli posto. Mi metto comodo incrociando le gambe, per poi prendere un cuscino e portarmelo al petto dove lo stringo tra le braccia. Kiminobu si accomoda dall'altra parte. Con il telecomando accende la televisione e fa partire il video registratore. Dopo le solite informative sul diritto d'autore, parte la sigla iniziale del film.
Osservo in silenzio lo schermo sul quale si susseguono le immagini, ma non le sto guardando veramente. Lo stesso vale per le musiche di sottofondo e i dialoghi, che non sto affatto ascoltando. La mia mente è concentrata solo su una cosa... o meglio, solo su una persona, quel ragazzo dolce e timido seduto al mio fianco che tanto desidero.
Perchè rifiuta le mie attenzioni? Eppure poco fa, con i suoi gemiti, ha manifestato apertamente di apprezzarle. Perchè allora si ritrae? L'unica cosa che mi viene da pensare è che abbia paura di dove possano portare...
Tutto ciò mi rende terribilmente insicuro.
Butto un'occhiata alla mia destra, verso Kiminobu. Lo osservo qualche secondo prima di ritornare a fissare l'insignificante schermo, emettendo un lungo sospiro di rassegnazione.
"Mi dispiace per prima..."
La voce del mio Koibito mi giunge timorosa ed incerta. Ritorno ad osservarlo, un po' sorpreso per questa affermazione, ed incrocio i suoi occhi che stanno eseguendo la medesima azione.
"Ti ho detto che mi dispiace per prima" aggiunge quando capisce che non proferirò parola "Quindi non essere arrabbiato con me"
"Ma che stai dicendo?" domando sorpreso, notanto lo sconforto con cui pronuncia le sue parole. Non voglio certo che si senta in colpa se non se la sente. Sono io che dovrei cercare di essere più comprensivo... ma come fare a opporsi a istinti così forti?
"Lo sai benissimo di cosa sto parlando!" esclama un po' irritato dalla mia risposta.
"Non sono affatto arrabbiato" lo tranquillizzo "E' che mi piacerebbe continuare il 'discorso' interrotto di poco fa..."
Kiminobu arrossisce, abbassando lo sguardo sul pavimento. Visto la timidezza che dimostra non dovrei certo aspettarmi che mi butti le braccia al collo, ma nemmeno che spenga videoregistratore e televisore come invece sta facendo!
Lo stupore per il suo gesto deve trasparire sicuramente sul mio volto, in quanto prima mi osserva titubante, poi con coraggio mi esorta a riprendere ciò che era sospeso.
"Beh? N-non hai più voglia di baciarmi?"
Un sorriso pieno di affetto si allarga sulle mie labbra mentre mi avvicino a lui. Lo stringo con premura tra le braccia e gli poso un leggero bacio fra i capelli, inalando il dolce profumo di vaniglia che questi emanano. Dall'intensità capisco che sono stati lavati con lo shampoo a quell'essenza da poche ore. Nuovamente gli tolgo gli occhiali appoggiandoli sul tavolino, mentre le mie mani gli accarezzano il viso vellutato. La sua pelle è così morbida e delicata che è un piacere toccarla. Mi sporgo in avanti e lo bacio, dolcemente.
Nonostante desideri intensamente averlo voglio che la nostra prima volta sia speciale, fatta di carezze, affetto e amore profondo. Per questo procedo per gradi.
Lo invito a dischiudere le labbra per assaporare maggiormente il contatto. Quando le lingue si incontrano lo sento tremare. All'inizio penso che sia insicurezza o paura, ma quando le sue mani si chiudono attorno al mio collo capisco che è piacere, un piacere che aumenta nel momento in cui la mia mano si infila nuovamente sotto la sua maglietta. Sotto il palmo sento gli addominali contratti e, risalendo, il battito accelerato del suo cuore.
Sto per concentrare il mio tatto sul capezzolo destro, già turgido, quando suonano alla porta. E quel suono spezza l'incanto creato.
Kiminobu si allontanta dalla mia bocca ed inizia ad osservarmi con occhi schivi. E io capisco l'antifona. Demoralizzato, mi scosto sospirando, in modo da lasciarlo alzare. Ma è così importante aprire quella dannata porta? Fosse stato per me, quell'idiota che ha suonato poteva rimanere lì davanti ad osservarla per la prossima settimana...
Il mio Koibito sparisce oltre il muro della sala e pochi attimi dopo sento la serratura scattare. La voce dello sconosciuto mi giunge ovattata, provenendo da oltre l'ingresso, quindi fatico a riconoscerlo, ma non mi è nuova. Non che mi importi sapere di chi si tratta, l'importante è che se ne vada il prima possibile!
Naturalmente le mie speranze crollano nel momento in cui sento Kiminobu invitarlo ad entrare...
"Vuoi qualcosa da bere?"
Perchè non gli offri pure la cena, intanto che ci sei?
"No, grazie" risponde l'intruso che ora riconosco essere Akagi "Non vorrei disturbare..."
"Veramente hai già disturbato troppo!"
La frase mi esce di getto, dettata dall'istinto, e attira su di me l'attenzione dell'ospite di casa Kogure che mi osserva per qualche secondo fermo immobile nell'anticamera.
"Ora capisco perchè sei tutto rosso..." dice il capitano rivolgendosi al suo vice, facendolo avvampare ulteriolmente "Che cosa stava facendo quel pervertito?"
"Non sono certo affari tuoi, gorilla!" urlo, alzandomi in piedi.
Ora mi sto davvero arrabbiando, e minaccioso mi incammino verso di lui. Non sopporto che questa grossa scimmia mal riuscita mi rovini con la sua presenza il romantico pomeriggio che ho faticato tanto ad organizzare. Intanto il mio Koibito mi guarda allarmato per le non buone intenzioni che dimostro. Sta per intervenire quando Akagi lo blocca.
"Non mi sembra il caso di scaldarsi tanto... Ora me ne vado"
Lo vedo porgere un libro a Kiminobu, salutarlo scusandosi per il disturbo e sparire oltre il muro dell'anticamera. Pochi attimi e il rumore della porta richiusa mi fa capire che è uscito.
Uno strano silenzio scende all'interno della casa.
Con la testa bassa osservo un Kiminobu costernato fissare la porta e capisco di aver esagerato. Se si dovesse arrabbiare avrà tutte le ragioni dalla sua parte. A quanto sembra Akagi era passato solo per restituirgli un libro e io ne ho fatto un evento catastrofico...
"Senti... Mi dispiace..."
"Ti ringrazio per la bella figura..."
Senza nemmeno guardarmi in faccia mi passa di lato. Un tonfo sordo mi comunica che il libro viene lasciato cadere a terra sul tappeto senza tanti convenevoli, mentre un frusicio che il ragazzo dei miei desideri si è riseduto sul divano. Pochi attimi e la voce dell'attore protagonista del film riempe la sala silenziosa.
Rimango fermo come un baccalà per non so nemmeno quanto tempo a rimurginare sulle mie azioni insensate. Perchè sono sempre così impulsivo? Dovrei pernsarci almeno due volte prima di muovere anche un solo muscolo del corpo, anche se non è detto che in questo modo possa non provacare disastri.
Ad un tratto due esili braccia mi circondano la vita da dietro la schiena.
"Perchè non ti siedi accanto a me sul divano invece di restare qui fermo in piedi?"
Domanda legittima quella del mio Koibito, domanda a cui però non ho il coraggio di rispondere perchè le mie parole dovrebbero essere 'mi vergogno di me stesso'. E un conto è saperlo, un conto è ammetterlo, cosa che il mio orgoglio mi impedisce di fare...
La sua testa si posa sulla schiena. Alcuni capelli mi solleticano il collo, provacandomi una piacevole sensazione lungo la spina dorsale. Sono soffici come seta.
"Guarda che non sono arrabbiato" sussurra dolcemente "E' che non mi piace quando ti arrabbi così facilmente per un nonnulla. Akagi mi stava semplicemente prendendo in giro..." fa una lunga pausa sperando che io risponda, ma invano "Però almeno dì qualcosa! Mi sembra di parlare con un muro..."
Ruoto leggermente la testa per osservarmi la schiena da dove lui ha alzato lo sguardo. I nostri occhi si incontrano e rimangono infissi gli uni negli altri per alcuni secondi.
Scrutando le sue pupille capisco che non solo non è arrabbiato, ma si sente addirittura in colpa per avermi detto quella frase appena il capitano è uscito dalla casa. Probabilmente crede che mi senta ferito a causa di essa, per il modo un po' scorbutico con cui l'ha pronunciata.
Io non mi sono innamorato di un essere umano, ma di un angelo.
"Beh... Io penso che un gesto valga più di mille parole..." bisbiglio con leggera malizia, mentre mi volto, lo abbraccio e poso le mie labbra sulle sue.
Il bacio dura pochi istanti, ma stavolta sono io ad allontanarmi perchè sento il bisogno impellente di stringerlo possessivamente e fargli le mie scuse. E non si dovrebbe stupire di questo mio gesto umile, perchè lui è l'unico con cui il mio orgoglio (o almeno una parte) non riesce ad averla vinta.
Il suo viso rilassato coronato da uno splendido sorriso mi fanno ritrovare il buonumore, oltre che una voglia di baciarlo nuovamente.
Intreccio le dita della mia mano con la sua, e gentilmente lo guido al divano dove mi accomodo, invitandolo a sedersi sulle mie gambe. Senza nemmeno pensarci tanto, lui si mette a cavalcioni con le gambe piegate e le ginocchia appoggiate sul divano, una alla mia destra e una alla mia sinistra. Non resisto e lo afferro alla vita, avvicinandolo al mio torace.
Nel momento in cui i bacini si sfiorano, Kiminobu avvampa all'istante.
"F-forse è meglio c-che mi sistemi in un altro m-modo..." balbetta imbarazzanto.
"E perchè?" protesto sorridendo "Io sono così comodo..."
Le mie mani dalla vita si spostano sulla schiena, iniziando ad esplorarla. Nel frattempo poso sul collo del mio Koibito una lunga serie di piccoli baci e morsi, prima di riconcentrarmi su quelle labbra sottili leggermente socchiuse. Il contatto che ci unisce è stavolta intenso, tanto da eccitarmi. Preso dalla foga gli stringo i glutei e spingo il suo bacino sul mio. I nostri membri di strofinano. Kiminobu allontana le labbra, butta la testa all'indietro e si inarca, mentre dalla gola gli sale un forte gemito di piacere. Sorpreso e imbarazzato dalla reazione del suo corpo mi osserva con gli occhi spalancati e la bocca coperta da entrambe le mani.
Sorrido della sua innocenza, ma non per prendermi gioco di lui. Non lo farei mai. E' un ragazzo così puro e semplice verso cui non riesco che a provare un'immensa tenerezza e dolcezza, oltre che un forte desiderio di proteggerlo. Ma non fraintendetemi: non è una di quelle persone un po' ingenue da rinchiudere sotto una campana di vetro per paura che la sua anima possa essere infranta da individui con cattive intenzioni. Lui non è un debole, anzi. E' deciso e risoluto quando serve. E lo amo anche per questo...
"Non ti preoccupare, Kiminobu" facendo lieve pressione sui polsi lo convinco ad abbassare le braccia. Poi gli accarezzo le guancie "Non mi scandalizzo mica se urli di piacere..."
"Hisashi!" lui arrossisce ancora di più e distoglie lo sguardo voltando il viso.
"Lasciati andare..." gli sussurro all'orecchio che mi viene offerto, mentre vi poso piccolo e sensuali baci "Non avere paura. Più tardi ti riconderai di queste sensazioni con gioia"
Chiudo le mie labbra sul lobo, succhiandolo e giocandoci con la lingua. Il respiro del mio Koibito accellera e lo sento mugolare di piacere. Riporto le mani sui suoi glueti e riavvicino i bacini, facendo nuovamente sfiorare le nostre eccitazioni. Stavolta però Kiminobu trattiene il gemito.
Sentendolo eccitato, decido che finalmente è arrivato il momento di togliere qualche indumento. Afferro il bordo della maglietta e lentamente la faccio risalire fino alle ascelle. Kiminobu, come in trance, alza le braccia e mi permette di sfilargliela. E io sono in estasi.
Non è certo la prima volta che lo vedo mezzo, se non completamente, nudo. Cambiandoci negli spogliatoi o facendo la doccia mi sono capitate più occasioni di posare gli occhi sul suo corpo, ma questa è la prima volta che le mie labbra vi si possono appoggiare. Con le braccia lo circondo dietro la schiena, tirandolo verso di me, e le chiudo sul capezzolo destro.
"H-hisashi... Ah!"
Questo è il paradiso! Sentire la voce roca del mio Koibito percorsa dagli ansiti e dai gemiti, quella stessa voce che pronuncia il mio nome tra due labbra gonfie per i baci appassionati, mentre le mani mi stringono a lui possessivamente e le dita affondano carezzevoli nei fili neri che compongono i miei capelli. Questo è il paradiso che lentamente si crepa e crolla nel momento in cui un imbecille si attacca al campanello di casa Kogure!!
"Ma porc..." esclamo, appoggiando la fronte sul petto di Kiminobu, il cui movimento si attenua lentamente, fino a tornare quello della respirazione normale.
"Ehm... Mi passi la magliet..." ma non gli faccio finire la frase che si ritrova davanti alla faccia la mia mano con stretto in essa l'indumento che stava chiedendo.
Velocemente si alza da me e si incammina verso la porta di casa, annunciando a gran voce il suo arrivo mentre cerca di indossare la maglietta. Sparisce oltre il muro e io attendo qui, seduto sul divano con la testa fra le mani, a maledire il mondo per essere ingiusto con il sottoscritto!
"Kogureee!!" è l'urlo straziante che sento provenire dall'anticamera, seguito da una lunga serie di singhiozzi prima di riprendere "Mi ha lasciato!! Perchè?!"
Scuoto la testa, incredulo, nel momento in cui riconosco di chi sia quella voce inconsolabile. E se fossi quella povera ragazza che ti sopporta, anch'io avrei fatto la stessa cosa, nanerottolo!
"Hisashi... c'è Miyagi" mi comunica Kiminobu, portando in salotto quella che è la Fontana di Trevi giapponese.
Lo guardo sedersi di fianco a me sul divano, mentre si asciuga le copiose lacrime che solcano le guance paffute, e mi chiedo come sia possibile che questo frignone mi abbia cavato a pugni ben tre denti! Se ci ripenso mi ribolle il sangue...
"Miyagi, che cosa è successo?" gli chiede il mio Koibito raggiungedoci con un bicchiere di thè freddo che prontamente offre all'ospite indesiderato.
"Ayako mi ha lasciato!"
"Questo l'hai già detto" intervengo spazientito "Arriva al sodo!"
Sono due le occhiate feroci che mi arrivano: quella del nanerottolo che non vuole che mi intrometta nel discorso, e quella del mio ragazzo che non ha gradito il mio intervento poco senbile.
"Spiegami che cosa è successo" dice con calma Kiminobu rivolgendosi a Miyagi.
"Ecco..." inizia a parlare, prendendo a torcersi le mani "Da quando ci siamo messi insieme, all'inizio del trimeste, non eravamo mai usciti per un vero e proprio appuntamento. Ci vedevamo principalmente a scuola o al club. Di conseguenza ho insisto tanto per averlo e..."
E che ci vuole raccontare? Tutta la sua vita?!
"Taglia!" esclamo ora irritato.
"Hisashi..." mormora il mio Koibito con voce stranamente convincente "Perchè non vai in cucina a prendere qualche biscotto da offrire al nostro ospite?"
Capendo l'antifona, ovvero togliti dalle scatole che a risolvere questa situazione ci penso io - anche se, naturalmente, mai Kiminobu si sarebbe rivolto con questi termini grezzi - mi alzo. Solo che mi sorge un dubbio...
"Dove sono?"
"Cercali da solo, così ci impieghi più tempo!"
Ahi ahi... E' una mia impressione o sembrava seccato?
Con passo tranquillo arrivo in cucina dove inizio a cercare ciò che il mio Koibito mi ha chiesto. Apro numerose ante prima di giungere al reparto dolci, i quali, naturalmente, sono rilegati in un angolo alto e nascosto dello scomparto. Per raggiungerli sono quindi costretto ad utilizzare una sedia. Mi volto verso il tavolo e ne afferro una. Nella fretta di prenderli appoggio male un piede, che sfortuna vuole scivola. Per non cadere come un sacco di patate, rischiando di farmi anche molto male, istintivamente mi aggrappo alla mensola dove ci sono i biscotti. Questa, non essendo fissata ma solo appoggiata su dei supporti, si ribalta sotto il mio dolce peso. Non sono come, mi ritrovo vivo e vegeto sdraiato a terra circondato da numerosi frollini al cioccolato, gallette al latte e biscottini alla nocciola.
"Hisashi! Che stai combinando?"
Beh, naturale che Kiminobu chieda, visto il trambusto e il casino che ho combinato.
"Niente! Niente!" rispondo iniziando a raccogliere velocemente i vari dolci sparsi in giro "Arrivo tra qualche secondo!"
Sento che riprendono a parlare dei problemi d'amore del nanerottolo... Problemi che tra poco potrebbero essere il meno se non leva subito le tende! E io che avevo organizzato una giornata d'intimità perfetta! Se penso che stavo anche per convincere il mio Koibito ad approfondire le nostre carezze, mi viene una rabbia...
Infuriato per l'interruzione, riempo con collera una ciotola che ho recuperato da uno dei tanti scomparti con i biscotti raccolti da terra... spero che Miyagi si strozzi mangiandoli!
Prima di tornare di là, però, c'è da sistemare la cucina. Rimetto la mensola al suo posto, sopra la quale risistemo le scatole e i pacchetti chiusi che erano caduti insieme ad essa. Infine, con una scopa raccolgo in un angolo le briciole che sono rimaste a terra.
Soddisfatto per il lavoro svolto, prendo la ciotola stracolma di biscotti e mi dirigo verso la sala. Peccato che arrivato in anticamera mi imbatto in loro due davanti alla porta aperta.
"Ti ringrazio Kogure!" dice Miyagi uscendo sorridente sul portico "Se non ci fossi stato tu..."
"Figurati, è stato un piacere" Kiminobu gli sorride felice "E ricorda: cerca di essere meno geloso la prossima volta"
"D'accordo!" il nanerottolo si volta a salutare il mio Koibito e in quel momento mi vede sulla soglia della cucina con in mano i biscotti "E' una fortuna che tu non sia rozzo e cafone come una persona di nostra conoscenza"
Chi sarebbe il rozzo e cafone?! Ha parlato l'ottavo nano di biancaneve!! Questa è la volta buona che gli spacco quella faccia da ebete che si ritrova!!
Intuento le mie male intenzioni, Kiminobu saluta in fretta e furia il playmaker della nostra squadra e chiude la porta, impedendendomi così di mettergli le mani addosso.
"Riapri quella porta!" urlo, ancora inviperito dagli insulti di poco fa.
"Dai, Hisashi, calmati! Stava scherzando!" lui si appoggia sopra di essa con la schiena, in modo da impedirmi di aprirla, mentre cerca di dissuadermi dai miei istinti omicidi.
"Seeee... Come no!"
La 'lotta' continua per qualche attimo, fino a quando finalmente riesco ad appoggiare la mia mano sulla maniglia. La abbasso e la porta si apre senza problemi di diversi centimetri. Ma Kiminobu non vi era appoggiato?
Improvvisamente due braccia si avvinghiano al mio collo mentre il resto del corpo si adagia al mio. La ciotola che ancora tenevo in mano cade a terra, sparpagliando i biscotti che conteneva sul pavimento. Beh, vuol dire che erano destinati ad essere buttati in pattumiera...
"Lascia perdere Miyagi... Che ne dici di riprendere il discorso interrotto prima?"
I brividi di eccitazione che mi provoca questo roco sussurro fatto direttamente nell'orecchio sono indescrivibili. Di colpo sento la temperatura del mio corpo aumentare, per non parlare di come improvvisamente il cavallo dei pantaloni sia diventato così stretto e insopportabile.
"Kimin...Mmm!"
Se è un sogno, vi prego, non svegliatemi!!
Questa è la prima, primissima volta che il mio ragazzo prende l'iniziativa e mi bacia. Non era mai successo, e assaporarlo mi scatena un vero e proprio desiderio sfrenato di averlo e di possederlo. Ora.
Richiudo la porta aperta, ma non ho tempo per far scattare la serratura. Invito Kiminobu ad appoggiarsi ad essa, dopo che con prontezza e decisione gli sfilo la maglietta di dosso. Le mie mani non indugiano e subito esplorarono quel petto liscio e sensuale, soffermandosi sui capezzoli che accarezzano, stimolano e schiacciano con le dita. Quando li sento diventare turgidi di piacere, mi stacco dalla sua bocca assetata di baci per concentrarmi su uno di essi. L'urlo di godimento che riempe l'anticamera quando ne mordo uno mi eccita maggiormente.
Lascio che la mano percorra la spina dorsale del mio amante, fino a raggiungere i glutei sodi e morbidi che inizio a palpeggiare. Gli accarezzo le natiche sensualmente, indugiando più volte sulla sottile linea che le separa, ancora coperta da quella cortina di stoffa dei jeans...
Non resisto... Lo voglio, adesso!
Freneticamente prendo a slacciargli la cintura che gli circonda la vita sottile. Nel momento il cui ci riesco e passo a sfilare il primo bottone dei jeans, inaspettatamente Kiminobu si irrigidisce.
"H-hisashi... Fermati..." le mani che poco prima circondavano il collo ora sono sul petto, a spingermi dolcemente indietro.
"Mmm..." mugolo bloccandolo con il corpo contro la porta chiusa, mentre assaporo la pelle vellutata sotto il mento e lotto con il secondo bottone.
"Ti prego... Fermati..." la sua voce è incerta ma io sono troppo accecato dal desiderio per capire quanto sia incerta.
Con smania di voler possedere quel corpo, arrivo finalmente a togliere l'ultmo ostacolo che mi divide da esso. Infilo le mani nei pantaloni slacciati a livello delle anche pronto a calarli in un istante, quando dei singhiozzi trattenuti attirano la mia attenzione.
Col volto piegato verso la porta a nasconderlo, Kiminobu piange mordendosi il labbro.
Mi sento un perfetto imbecille... Ma cosa volevo fare? Violentarlo?
Poso un leggero bacio fra i suoi capelli e mi allontano, andando a raccogliere quella maglietta gettata con foga sul pavimento.
"Rivestiti" dico porgendogli l'indumento, senza però guardarlo in viso. Mi sento troppo sporco per incrociare i suoi occhi.
"Hisashi..." sussurrà mentre l'afferra.
"Torniamo in salotto..." lo interrompo incamminandomi.
Arrivo al divano e mi lascio ricadere stancamente sopra di esso, sistemandomi nell'angolo. Spero vivamente che non si sieda troppo vicino: i miei pantaloni sono ancora stretti e non riuscirei a stare tranquillo avendolo a portata di mano. Queste potrebbero muoversi involontariamente a causa dell'eccitazione che ancora pervade il mio corpo.
Peccato che sento il divano affondare sotto il suo peso proprio a pochi centimetri da me.
Nonostante il mio volto sia girato dalla parte opposta a dove lui si trova, so che mi sta fissando, in quanto sento i suoi occhi puntarmi sulla nuca.
"Scusami"
La mia mascella sta praticamente toccando il pavimento... Perchè diavolo si sta scusando?!
"Kiminobu, non ce n'è bisogno" dico in un sospiro. Non dovrei essere forse io quello che si dovrebbe scusare?
"Ma io..."
"Ti ho detto che non ce n'è bisogno!" stavolta calcolo male il tono della voce che risulta essere un po' troppo alto e aggressivo.
Il silenzio cala tra noi, un silenzio opprimente e assai fastidioso.
Possibile che quel bel pomeriggio che ho faticato tanto ad organizzare stia diventando uno di quelli da dimenticare il prima possibile? E pensare che avrei voluto far assaporare al mio Koibito la sua prima volta... con questa mia 'fissa' sto rovinando tutto! Non solo l'ho messo in imbarazzo e in difficoltà, ma lo rendo anche insicuro sulle mie vere intenzioni...
"Ci tieni così tanto a..."
La voce di Kiminobu mi giunge flebile e tentennante. Mi volto ad osservarlo, ritrovandomelo seduto sui talloni, con le ginocchia affondate nel divano che stringe la maglietta ancora sfilata sul petto, come se fosse la coperta di Linus. i suoi occhi timidi sono rivolti verso il tavolino di fronte, ma ogni tanto sguardi schivi raggiungono il mio volto, come per controllare che cosa stia facendo. Nel momento in cui si incorciano la prima volta, un tenue rossore appare sulle sue guance.
"A farlo?" finisco la frase per lui "Beh, ecco..." stavolta quello imbrazzato da dover abbassare il capo sono io.
"Sinceramente Hisashi..."
Ci penso un'attimo prima di rispondere. Devo trovare le parole giuste per esprimere questa mia brama, una brama non solo carnale ma anche sentimentale. Non voglio che pensi che la mia sia semplice voglia di fare sesso. Non rispecchierebbe ciò che provo.
"Si" dico infine, guardandolo fisso negli occhi "Desidero ardentemente poterti amare con l'anima e il corpo"
"Hisashi..."
Lui arrossisce e abbassa il capo, stringendo maggiormente la maglietta che ha ancora tra le mani e che gli copre il petto nudo. Sembra riflettere sulle mie parole e io spero che non le interpreti male. Ciò fortunatamente avviene, visto la sua reazione: lascia cadere la maglieta e mi cinge il collo con le braccia, appoggiando le sue labbra alle mie.
"Kiminobu... Guarda che non sei costretto a farlo se non vuoi..." sussurro quando queste si allontanano.
"Ecco, veramente a me piacerebbe..." il porpora che gli colora le guance aumenta leggermente "Solo che..." s'interrompe, guardandomi di sfuggita "Per favore, sii gentile... N-non come prima..."
"C-certo" tentenno "E scusami..." mormoro prima di chiudere la sua bocca con la mia, e lasciare che ora siano i nostri sensi a parlare.
Delicatamente lo invito a sdragliarsi sul divano dove riprendo la mia lenta tortura sul petto, non prima di essermi levato la maglietta che iniziava a tenermi caldo. Avido, assaporo uno alla volta i capezzoli con le labbra per poi discendere verso il basso dove i pantaloni già slacciati attendono di essere sfilati. Mentre le mie mani iniziano questa operazione, mi soffermo sull'ombelico, nel quale tuffo e rituffo la lingua vogliosa. Liberata la sua erezione dai jeans e dai boxer, però, non vi presto attenzione. Con le mani gli accarezzo l'interno coscia, facendo sì che l'attesa aumenti l'eccitazione. Nel frattempo, ritorno a baciargli le labbra e il mento, le guancie e la tempia, il collo e le spalle, per poi ridiscendere nuovamente verso il basso, ma non giungo dove lui spera.
"Hisashi..."
Il mio Koibito non mi sta semplicemente chiamando. La sua è una richiesta, quasi una supplica a continuare, a fargli provare quel piacere di cui tanto gli ho parlato e promesso. E' il suo corpo ad esigerlo, e lui non riesce ad opporsi a tale pretesa.
Troppo eccitato da ciò, non riesco a non accontentarlo.
A farlo gemere non serve nemmeno che lo tocchi: è bastato il mio fiato caldo sulla sua erezione. Quando inizio a posarvi delicatamente alcuni baci si irrigidisce, mordendosi il labbro per non gridare. E sono io quello ad eccitarmi di più da questa visione, tanto da non riuscire ad attendere oltre: con un movimento chiudo la mia bocca su di lui e inizio il lento lavoro.
Siamo così presi da ciò che stiamo condividendo per la prima volta che, nel momento in cui suonano alla porta, nessuno dei due se ne cura.
Ebbro di piacere, Kiminobu ansima e geme, accompangnando il mio movimento con una mano affondata tra i capelli, fino a quando raggiunge l'appagamento dei propri sensi. Sfinito, si lascia andare sul divano, mentre io assaporo il liquido caldo che mi ha invaso.
"Come va?" gli chiedo accarezzandogli la fronte.
"Non pensavo fosse così... così..."
"Sconvolgente?" conlcudo per lui sorridendo "E non hai ancora gustato tutto..."
In quel momento risuona il campanello della porta. Io e il mio Koibito ci osserviamo negli occhi per un istante, rammentando che è già la terza volta che il suo 'Dlin-Dlon' echeggia nella sala.
"Non dirmi che vuoi andare ad aprire!" esclamo sorpreso, intuendolo dalla sua espressione "Se prima eri troppo impegnato per farlo, ora non sei per niente presentabile!"
"Ma..." cerca di protestare.
"Niente 'ma'!" lo interrompo "Ora hai da fare con il sottoscritto che non ha ancora appagato le proprie voglie come qualcun altro! Quando capirà che non gli aprirà nessuno se ne andrà... Mica proverà ad entrare senza essere invitato! Quale idiota potrebbe mai far..."
La frase, da aggiungere al libro delle 'ultime parole famose', mi muore sul finale.
Un 'clic' sordo mi annuncia l'apertura della porta che ora rammento non essere stata chiusa a chiave. Con gli occhi spalancati guardo il mio Koibito sdraiato sotto di me, rosso dall'eccitazione in volto, con il respiro ancora affannoso e... praticamente nudo!
E se fossero i suoi genitori?
Colto dal panico più totale mi butto sul pavimento alla ricerca dei vestiti. Lancio i pantaloni e i boxer a Kiminobu ordinandogli di vestirsi, mentre io mi infilo la maglietta in fretta e furia. Nel frattempo, dall'anticamera giungono voci ovattate...
"Ma che ci faranno questi biscotti per terra?" la voce un po' squillante di costui mi ricorda di non aver nemmeno raccolto la ciotola e il suo contenuto caduti sul pavimento.
"Non lo so, ma non mi pare il caso di mangiarli!" lo rimprovera una persona dal tono profondo.
Ora sono sicuro di una cosa: non sono i genitori di Kiminobu...
"Ma sono al cioccolato proprio come piacciono a me!" piagnucola il primo mentre sembra sgranocchiare qualcosa.
"Sei una fogna..." il secondo fa alcuni passi "Andiamocene. Non è casa nostra e siamo entrati senza essere stati invitati"
"Veramente ci ha invitati Kogure... E visto il casino potrebbe essergli successo qualosa!"
A queste parole capisco che lo sconosciuto sta per oltrepassare il muro che divide il salotto dall'anticamera. A quel punto ci vedrebbe... e non posso certo permettere che posi gli occhi sul mio Koibito mezzo nudo, visto che sta infilando ora i jeans!
Agitatissimo, afferro Kiminobu per un braccio e lo nascondo dietro di me.
"La maglietta!" dice indicando il divano sul quale è stato lasciato l'indumento, che purtroppo non faccio in tempo ad afferrare.
"S-sakuragi?!" esclamo sorpreso, vedendo il rosso entrare nella sala.
"Ehi Teppista! Che ci fai qui?" mi chiede tranquillo, come se nulla fosse.
"TU che diavolo ci fai qui?!" questa domanda mi sembra più corretta.
"Guarda che è stato Megane-kun ad invitarci!" mi risponde irritato dal mio quesito e dal tono furioso con cui l'ho posto, tono decisamente legittimo visto l'intrusione "Domani abbiamo un compito di matematica e non possiamo permetterci un'insufficenza... Quindi ha detto che oggi ci avrebbe dato delle ripetizioni" e, senza tanti convenevoli, si siede sul tappeto a lato del piccolo tavolino di fronte al divano, mentre dall'anticamera compare la sua dolce metà, ovvero Rukawa.
"Acc... M-me ne ero completamente dimenticato!" sussurrà Kiminobu alle mie spalle.
"Cosa?!"
Sono sbigottito. Come diavolo fa ad esserne dimenticato?!
Nel sentire la voce del mio Koibito Sakuragi si guarda in giro, notanto solo allora la sua presenza dietro la mia schiena.
"Megane-kun... perchè ti stai nascondendo?"
"Ma fatti gli affaracci tuoi, scimmia!!" ora mi sto decisamente arrabbiando.
"Come mi hai chiamato sdentato?!"
Il rosso si alza in piedi e mi si para di fronte, pronto a scatenare la rissa.
"Smettetela" Rukawa si intrommette e semplicemente toccando la spalla del suo Koibito lo riporta in sè "Tieni Kogure. Suppongo che questa ti appartenga" con l'altra mano gli porge la maglietta che stava sul divano, dopo di che si volta verso l'anticamenra "E Mitsui... la prossima volta la tua infila nel verso giusto..." aggiunge incamminandosi.
Mi osservo e noto che, in effetti, l'ho indossata, non solo al rovescio!
"Kitsune, ma dove..."
"Ce ne andiamo, Do'aho" giunto in fondo al salotto si ferma per gettare l'ultima occhiata indietro "Non vedi che li stiamo disturbando nella loro intimità?"
"I-intimità?" dice il rosso con un certo imbarazzo.
Che dire? Beata innocenza!
Sakuragi passa lo sguardo ripetute volte da Rukawa a me, da me a Kiminobu e da Kiminobu a Rukawa, così tante volte che se fossi stato al suo posto mi sarebbe venuto il mal di testa! Ad un certo punto nota finalmente la mezza nudità del mio Koibito e spalanca gli occhi.
"Che cosa stavi facendo a Megane-kun, razza di Teppista Hentai?!" sbraita inviperito.
Quest'uscita fa completamente sprofondare Kiminobu.
Kami Sama!! Ma quando imparerà a farsi gli affaracci suoi?!
"Do'aho! Fuori!"
La voce profonda e decisa di Rukawa fa gelare l'aria all'istante tanto che il rosso si irrigidisce in modo da perdere l'irruenza e l'aggressività dimostrata fino ad ora. Pochi secondi dopo sta già correndo verso la porta, tenendo sotto il braccio il materiale di studio che si era portato dietro per il ripasso e che aveva appoggiato sul tavolino.
Il 'clac' proveniente dall'ingresso ci conferma la loro uscita da questa casa che rimane assorta in uno strano silenzio per non so quanti minuti.
Durante questo lasso di tempo indefinito stringo convulsamente i pugni per trattenere la rabbia che mi divora. Non riesco ancora a credere a quello che è successo. A parte l'imbarazzo creato al mio Koibito, la sfacciataggine con cui gli ha sbattuto in faccia certe cose mi rode il fegato. Come se Rukawa non gli avesse mai messo le mani addosso a quella sottospecie di essere dai folti e incolti capelli rossi!! Giuro che la prima volta che le nostre strade si incrociano, un bell'occhio nero non glielo toglie nessuno!
Maledetti lui e tutti quegli altri... Mi hanno completamente rovinato il tranquillo pomeriggio che dovevo passare con il mio Kiminobu! Dannazione!!
"Hisashi" un sussurro arriva alle mie spalle "Ecco... Mi dispiace immensamente per quello che è succ..."
"Questo è troppo!!" è l'imprecazione che mi esce a denti stretti, interrompendolo.
Senza dare nessuna spiegazione, mi precipito in cucina come una furia alla ricerca del materiale occorrente per fare ciò che averi dovuto fin dall'inzio. Apro diversi cassetti prima di trovare fogli e penne. Ne prendo uno di ognuno, insieme a un pezzo di scotch, e ritorno verso il salotto, ma mi fermo in anticamera quando i miei occhi cascano inavvertitamente sul telefono. La mia mente 'ordina' di eliminare anche il seguente oggetto di disturbo: istintivamente afferro il cavo di collegamento della linea e lo stacco.
"Ma che stai facendo?" mi chiede Kiminobu osservandomi curioso, nonchè disorientato, una volta che mi sono accovacciato a ridosso del tavolino in sala.
Non gli rispondo, troppo occupato nell'apporre gli enormi kanji per comporre la fatidica frase 'Non Disturare!'.
Sul bordo superiore del foglio fisso il pezzetto di scotch in modo da poterlo appendere alla porta d'ingresso dove chiunque arrivi possa leggerlo, cosa che faccio quasi immediatamente.
"Hisashi!" la voce del mio Koibito si è alzata di qualche tono "Mi vuoi spiegare..."
"Hai spento il cellulare?" lo interrompo per l'ennesima volta mentre spengo il mio lasciato sul tavolino.
"E' scarico..."
"Perfetto!" esclamo allargando un sorriso soddisfatto. Poi lo afferro per un polso "Vieni... Andiamo di sopra..." aggiungo affettusamente, addolcendo la mia espressione.
Kiminobu si lascia guidare lungo le scale e il corriodio con fiducia, osservandomi fisso negli occhi che io non distolgo mai dai suoi. Quando arrivo di fronte alla porta della sua stanza mi appoggio con la schiena ad essa e attiro il suo corpo esile verso il mio. Lo abbraccio dolcemente sulla pelle nuda, socchiudendo le palpebre. I nostri nasi si toccano e si sfiorano, poi è il turno delle labbra che condividono un bacio casto e innocente, nel quale cerco di trasmettergli il sentimento profondo e vero che mi lega stretto a lui, un sentimente che sento anche la necessità di esprimere a parole...
"Ti amo Kiminobu..." è il sussurro che mi esce a fior di labbra poco prima che la mano abbassi la maniglia e apra la porta.
La camera del mio Koibito è l'espressione della sua perferzione: ordinata e pulita. La mia, in confronto, soprattutto dopo l'ora e mezza di preparativi di oggi, sembra essere stata investita da un uragano.
Gentilemente lo accompagno al letto, dove lo faccio sedere. Afferro la maglietta che stringe nella mano destra e la abbandono ai piedi del suo giaciglio, raggiunta pochi attimi dopo dalla mia. Lui si sdraia e io gli sono subito sopra, pronto a dedicargli tutte le mie attenzioni e carezze. Faccio scorrere le dita al centro del petto mentre ricopro il suo volto di baci. Quando i polpastrelli incontrano la stoffa dei jeans che ha rimesso, iniziano a giocare timidi con i bottoni, che lentamente vengono sfilati uno per uno dalle asole.
"Sei sicuro di voler continuare ciò che è stato interrotto?" chiedo, notando un certo nervosismo. In fondo è la sua prima volta e vorrei che fosse sicuro di ciò che stiamo per fare.
"Si..." risponde circondandomi il collo con le braccia e baciandomi.
"Farà un po' male..." lo avverto una volta distaccati.
"Non importa..." e mi sorride.
Sfilo gli ultimi indumenti che ci ricoprono, lasciandoli cadere a lato del letto. Ora, nudi, ci prepariamo ad assaporare quell'unione che tanto bramiamo.
Cercando di essere il più delicato possibile, inizio a prepararlo. Con l'indice violo la sua apertura, un intrusione al momento non gradita vista la smorfia che appare sul volto del mio Koibito. Fortunatamente con il tempo si abitua e ne aumento il numero, cercando di rassicurarlo con leggeri baci sul volto e dolci parole sussurate all'orecchio.
Ad un tratto un gemito di piacere esce dalla sua bocca, seguito da un altro e un altro ancora, un suono che mi fa capire che è pronto a ricevermi.
"Ora rilassati il più possibile..." sussurro scostandogli una ciocca di capelli castani dalla fronte "Se ti irrigidisci è peggio"
Al suo accenno di assenso inizio a penetrarlo, lentamente, ma nonostante le mie premure Kiminobu non riesce a trattenere un grido di dolore. Istintivamente mi fermo, cercando di trattenere con enorme sforzo il mio desiderio ardente di possederlo.
"C-continua..." mormora a denti stretti, con le lacrime agli occhi.
"Ma..."
"Continua!"
I suoi occhi socchiusi mi fissano decisi, esortandomi a riprendere ciò che ho interrotto. Così faccio, portando via quella verginità e purezza immacolata che nessuno, fino ad oggi, aveva mai toccato.
Una volta completamente in lui, attendo qualche attimo prima di muovermi. Lo faccio lentamente, baciandolo con passione. Quando i suoi ansiti iniziano ad aumentare di volume, rompendo il silenzio che regna nella stanza, mi lascio andare e aumento il ritmo delle spinte, fino a quando il culmine della passione viene raggiunto da entrambi.
"Tesoro. Ma perchè hai appeso quel cartel..."
Kami Sama!!
Troppo presi dalla brama e dal desiderio, non ci siamo accorti dell'arrivo dei genitori del mio Koibito! Possibile che sia così tardi? Si, possibilissimo visto le innumerevoli interruzioni di oggi...
Sua madre, aperta la porta della stanza, ci osserva impietritra con bocca e occhi spalancati per la inequivocabile posizione in cui ci trova. Il foglio che avevo appeso sulla porta d'ingresso con la scritta 'Non Disturbare!' e che teneva lei tra le mani, scivola sul pavimento con un movimento ondulatorio nell'aria, un'aria che si è fatta improvvisamente pesante e spiacevole. Io e Kiminobu, ancora rossi in volto con il respiro affannoso per l'atto appena consumato, vorremmo sprofondare così tanto in basso per raggiungere l'altro capo del mondo... Peccato che ciò non sia possibile!!
Ecco come si conclude il bel pomeriggio 'tranquillo' che ho patito tanto ad organizzare, nonchè la nostra prima volta.
Naturalmente, tutti coloro che hanno osato disturbarci riceveranno la giusta ricompensa, compresa degli interessi... E lo giuro sul nome di Hisashi Mitsui: sarà un conto mooooolto salato!
FINE
*Owari*
Mitchi: Alt! Come sarebbe a dire fine?!
Cioppys: Secondo te? ¬.¬
Mitchi: E tu ci lasci lì così?°° Con sua madre pietrificata a guardarci nudi e ancora...
Cioppys: Uniti? Ma naturalmente! Decidete voi cosa succede!^^
Kogure: O povero me... T.T
Mitchi: Tu... noi... Io... Kami!! Non trovo le parole per insultarti!! >.<
Cioppys: Meglio così visto che sarebbero state troppo 'volgari' e avrei dovuto censurarle!^^
***
Cioppy's Notes (Ovvero appunti ultra mega poco importanti^^')
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Visto il finale un po' troncato, non posso non fare una piccola precisazione: la mia non è assolutamente mancanza di voglia di scrivere, ma semplicemente una scelta. La fan fiction era nata come una cosa spensierta, su cui ridere e sorridere, e non volevo quindi scendere su toni un po' drammatici, cosa che, conoscendomi^^'', sarebbe successa se avessi raccontanto della reazione dei genitori di Kiminobu.
Fin dall'inizio, quindi, questo era il finale a cui avevo pensato.
Ora, spero che leggendo abbiate quindi almeno sorriso delle disavventure di Mitchi e Kogure^^' In caso contrario, sarà meglio darmi all'ippica!! XXD
See You! ^__^
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