Disclaimers: i personaggi non sono ovviamente miei, anche se ho meditato seriamente di rubare Rukawa e portarmelo
via ( ma lui non vuole). L'unica cosa che ci ho guadagnato è un notevole numero di notti in bianco e un sacco di considerevoli dubbi sulla mia sanità mentale. E' la mia prima yaoi e la mia prima lemon, indi invoco clemenza. Un grazie a tutte le autrici di sdff e alle ragazze dell'ysal, per il loro grandioso lavoro.
Il nome
più dolce di
Rubi-chan
SBAM!
La palla eseguì una traiettoria breve e tesa, e impattò con violenza sulla faccia di Kaede Rukawa, asso dello Shohoku. "Teme Kitsune!" Rimbombò la voce di Hanamichi Sakuragi "Come osi fare questo al Tensai!"
Rukawa si volse inferocito, fulminando con lo sguardo il rossino, che si irrigidì pronto ad affrontare l'attacco. Ma Rukawa si limitò a raccogliere la palla, e quindi si girò dall'altra parte. "Giochiamo adesso" disse con voce perfettamente controllata. "Ne riparleremo"
Sakuragi rimase di sasso, anche se non di più dei compagni di squadra. Era così stupito che gli ci volle un pugno di Akagi per ricominciare a muoversi. Che gli è preso alla Kitsune? si chiese. Non me l'ha mai lasciata passare così liscia, prima.
Rukawa ignorò per tutto il resto dell'allenamento ogni altro tentativo di Sakuragi di attaccare un minimo di rissa, anche se il rosso a quel punto non osò andare più in là di qualche "Kitsune!" esclamato a sproposito. Solo quando Anzai dette il via libera Rukawa si volse e apostrofò il rossino
prima che uscisse dalla palestra.
"Sakuragi, aspetta un attimo"
Hanamichi si fermò, incerto. Anche gli altri esitarono, soprattutto Kogure e Ayako, ma lo sguardo di Rukawa li incenerì, e si affrettarono tutti verso gli spogliatoi, lasciando i due da soli.
"Cosa c'è kitsune?" Chiese Sakuragi.
Il moro gli si avvicinò, tenendo sempre la palla in mano. Sakuragi si aspettava un attacco, ma il viso di Rukawa era impassibile come sempre, e la sua voce, quando iniziò a parlare, totalmente tranquilla.
"Dunque" disse "Innanzitutto desidero porgerti le mie scuse, per qualunque cosa io abbia fatto o detto che tu ritenga ti abbia recato offesa"
"EH?!!" Hanamichi sussultò, preso di sorpresa ben di più che se avesse ricevuto un calcio all'improvviso. Cosa...Cosa pensava di aver appena sentito dire dalla volpe? Evidentemente aveva le allucinazioni.
"Inoltre" continuò imperturbabile Rukawa " d'ora in poi non ti chiamerò più do'aho"
La testa di Hanamichi girava. Era impossibile che fosse Rukawa a pronunciare quelle parole. Cosa aveva in mente? Perché?
"Kitsune...Rukawa, cosa stai dicendo?"
Rukawa inizio a palleggiare a due mani, restando fermo, lentamente e con regolarità.
"Lo faccio" disse, con la più perfetta neutralità nel viso e nella voce " Perché credo che dovremmo smetterla con questa stupida storia delle risse e degli insulti. E' un danno troppo grosso per la squadra e una perdita di tempo eccessiva durante gli allenamenti. Inoltre " - gli scoccò un'occhiata gelida " - non hai più alcun motivo di avercela con me."
"Questo lo decido io, Kitsune!!" esclamò Sakuragi
"Sei titolare della squadra" gli ricordò Rukawa "Sei bravo. Non quanto me, ma abbastanza, e lo hai dimostrato. La Akagi sta con te da tre mesi. Non abbiamo alcuna ragione per non comportarci ragionevolmente l'uno con l'altro, per il poco tempo che ci vediamo."
Sakuragi realizzò che stava per mettersi a urlare, e si trattenne con un estremo sforzo di volontà. Rukawa parlava sensatamente, con tono non aggressivo, e doveva aver adoperato, per spiegarsi, più parole di senso compiuto di quante non gliene avesse mai rivolte... e poi, kami sama, si era scusato, la volpe! Perché allora lui si sentiva attaccato con fredda cattiveria, molto più che se Rukawa lo stesse prendendo a pugni con tutta la forza che aveva?
"Bene" dal tono del moro trapelarono la noia e la stanchezza per aver parlato così a lungo.
"Allora siamo d'accordo Sakuragi"
Hanamichi ebbe un brivido.
"Tu sei pazzo, Kitsune"
"Non chiamarmi più così, Sakuragi, per favore" rispose Rukawa, e Hanamichi fu colpito dalla nota di sfinitezza che gli sembrò di cogliere nella sua voce. Attese che il moro dicesse ancora qualcos'altro, ma Rukawa doveva aver esaurito le parole, ora e forse per i prossimi dieci anni. Alzò invece le braccia, tirò, e infilò con la massima sicurezza il canestro. Sakuragi cercò qualcosa da dire, ma scoprì che né mente né voce volevano funzionargli. Col cuore martellante uscì dalla palestra.
Negli spogliatoi, Kogure faceva finta di attardarsi a riordinare la sua roba. Hanamichi sapeva che in realtà stava aspettando gli esiti di quel colloquio, pronto ad intervenire se le cose fossero degenerate. Lo vide gettargli un'occhiata interrogativa, mentre lui si infilava sotto la doccia bollente, ma l'espressione di Sakuragi scoraggiò le sue domande. Tuttavia sotto lo scroscio d'acqua il rosso recuperò abbastanza voce e normalità di spirito per dare sfogo ai suoi sentimenti: proprio mentre apriva la porta, le orecchie di Kogure furono raggiunte da uno scroscio di improperi contro Rukawa. Il quattrocchi avrebbe potuto andarsene ugualmente, ma gli parve di sentire una nota d'angoscia, nella voce del rossino, che lo spinse a tornare sui suoi passi. Sakuragi stava uscendo dalla doccia. "Che è successo?" chiese Kogure
"Quella volpe arrogante, gelida, malefica, presuntuosa..." Il rosso sputava fuoco, mentre iniziava a rivestirsi.
Kogure sospirò. Apparentemente non c'era niente di nuovo. "Ma che voleva?" chiese ancora.
"Mi ha detto, ha osato dirmi, che dovremmo comportarci ragionevolmente l'uno con l'altro! Basta
insulti e risse, ha detto! Per il bene della squadra, ha detto!"
"Cosa?" Kogure era strabiliato
"Quel maledetto ghiacciolo, quella viscida volpe..."
"Sakuragi, ma stai bene?"
Hanamichi fece un gran sospiro e si tacitò. Kogure lo guardava un po' divertito.
"Il grande Tensai sta benissimo, quattrocchi. E non si fa inquietare da una stupida volpe"
"Ma che ti ha fatto di tanto orribile? A quanto dici, sembra ti abbia proposto una specie di armistizio"
"E' il modo in cui l'ha fatto!" ruggì Sakuragi, incapace di controllarsi. "Come se potesse deciderlo da solo!"
"Vabbè..." rispose conciliante l'altro. "Ma ha fatto un grande sforzo a parlarti di una cosa così, non credi? Conoscendo Rukawa...Cosa pretendevi, che si scusasse?"
Hanamichi avvampò. Ora che ci pensava la volpe si era scusata...gli aveva davvero detto che si scusava. Ma non poteva dirlo a Megane-kun. Primo, non ci avrebbe mai creduto. Secondo, come spiegargli che questa cosa l'aveva fatto andare ancora più in bestia?
"... e in fondo.." Kogure stava continuando a parlare , senza accorgersi che l'altro si era distratto. "...potresti anche approfittare dell'offerta. E' vero che sarebbe meglio per la squadra. E poi Hana, tutti ci chiedevamo come mai tu ce l'avessi ancora tanto con lui, anche ora che stai con Haruko. Abbiamo capito che per te è diventata un'abitudine, stuzzicare Rukawa, ma adesso non dovrebbe costarti molto smetterla, no?"
Hanamichi ormai era vestito. Guardò il compagno esasperato, non capacitandosi che una persona sensibile come lui non capisse...proprio non riuscisse a capire l'angoscia e la rabbia che la conversazione con Rukawa gli avevano suscitato dentro.
"Oh, al diavolo!" esclamò. Prese la borsa e si precipitò fuori dagli spogliatoi, lasciandosi dietro un Kogure visibilmente perplesso.
Oltretutto la maledettissima volpe gli aveva fatto perdere un sacco di tempo, era incredibilmente in ritardo, pensava Hanamichi mentre si dirigeva velocemente verso il caffè dove aveva appuntamento con Haruko. Per quanti ottimi motivi potesse avere, quando Sakuragi arrivava in ritardo Haruko aveva la sgradevole abitudine di tenere il broncio per almeno metà dell'appuntamento, e quel giorno Hanamichi proprio non si sentiva dell'umore adatto.
Sospirò. Non era tutto proprio rose e fiori come l'aveva immaginato, ma ancora ora a tre mesi di distanza il pensiero "Sto con Haruko" gli provocava accessi di orgoglio e incredulità. Gli sembrava tuttora quasi impossibile che una ragazza ( e proprio Haruko, poi!) stesse con lui, di poter dire "Haruko è la mia ragazza".
Forse tendeva a dare troppa importanza a questo lato della cosa, ma al primo successo dopo cinquanta rifiuti era anche umano, no?
Ricordava ancora con estrema precisione la scena di tre mesi prima, quando Yukiko, una delle amiche di Haruko, l'aveva avvicinato all'uscita dagli allenamenti. "Sakuragi, ho un messaggio da parte di Haruko Akagi" "Harukina cara!" aveva esclamato Hanamichi, arrossendo tutto.
"Dice...beh, vorrebbe sapere se tu hai sempre voglia di uscire con lei."
Hanamichi aveva provato un sussulto selvaggio di soddisfazione, incredulità e orgoglio, mischiati stranamente a una sensazione di timore, incertezza e ...c'era qualcos'altro, qualcosa che gli aveva fatto balenare il flash pazzesco "Ora gli dico di no, che ho cambiato idea". Era stato solo un attimo: guardandosi attorno, stupito e imbarazzato, aveva scorto Rukawa sulla porta della palestra. Era abbastanza vicino per aver sentito tutto, anche se era impossibile capirlo: guardava Hanamichi col suo solito sguardo di implacabile, supponente disprezzo. "Volpe malefica", aveva pensato Sakuragi, "ora ti faccio vedere", e poi quel flash assurdo era svanito, e lui si era reso conto che Yukiko aspettava una risposta e si era messo a ululare "SIIIII! Harukina, Harukina cara, il grande Tensai ti aspetta!" per dieci minuti buoni. Il giorno dopo, mezz'ora dopo la fine degli allenamenti, e in seguito a una notte in cui Mito aveva ricevuto almeno trenta telefonate ("Aiuto! Cosa le dico? Cosa mi metto? Come faccio?"), Hanamichi, col cuore in gola, si era recato all'appuntamento... Era stato facile, in fondo. La mano di Haruko che era scivolata fra le sue a metà del film e il bacio, breve ed esaltante, che si erano scambiati quando lui l'aveva riportata a casa avevano suggellato quel fatto inedito e stupefacente: Hanamichi Sakuragi aveva una ragazza.
Era bello stare con Haruko, pensava adesso Hanamichi correndo verso l'appuntamento. Anche se non era esattamente così esaltante e coinvolgente come aveva sempre pensato. Probabilmente l'attesa e il gran numero di rifiuti l'avevano indotto ad aspettative troppo elevate. Haruko era dolce, carinissima, tenera, capricciosa, qualche volta un po' prepotente e superficiale, ma tutte le ragazze erano così, o così si diceva, no? E poi baciarla lo faceva stare proprio bene...Certo, capitolo sesso le cose non si erano spinte molto avanti: un po' la mancanza di spazi ( a casa di lei imperversavano fratello e genitori, a casa di lui sua madre), un po' la reciproca timidezza...anche quel paio di volte in cui erano rimasto soli in casa, approfittando del turno di notte della madre di Sakuragi, non erano andati più in la di qualche effusione abbracciati stretti sul divano. In cuor suo Hanamichi sapeva che era colpa sua... Talvolta aveva avvertito la disponibilità di Haruko a cedere un po', ma lui non aveva mai avuto il coraggio di spingere la faccenda.
Beh', c'era tempo, e poi Haruko era cos' dolce e innocente...il che non toglieva che Hanamichi si sentisse oscuramente inadeguato e colpevole, quando doveva sottostare agli scherzi maliziosi di Yohei, o alle occhiate freddamente ironiche con cui Rukawa avvolgeva lui e Haruko quando li incontrava mano nella mano per i corridoi della scuola...
Rukawa! il pensiero del moro e della conversazione di poco prima fecero di nuovo ribollire ira e angoscia in Sakuragi. Possibile che anche ora, anche adesso che tutto andava bene, ( ma non glielo aveva detto anche lui, prima? sei nella squadra, sei bravo, stai con la Akagi...) quella gelida volpe dovesse continuare ad avvelenargli l'esistenza?
Era ancora adirato e sconvolto quando giunse, con venti minuti buoni di ritardo, al caffè. Haruko,in piedi sul marciapiede, aspettava impaziente, consultando con ostentazione l'orologio.
"Sei in ritardo, Hanamichi" lo salutò.
"Lo so..scusami". Hanamichi le piombò al fianco col fiatone. le mise una mano sulla spalla, poi si chinò a baciarla lievemente, con quell'atto di possesso e definizione dei ruoli a cui non avrebbe mai rinunciato, specialmente in pubblico. "Scusami tantissimo, Haruko...è tutta colpa di Rukawa".
"Rukawa?" Negli occhi della ragazza brillò una scintilla di mal dissimulato interesse. "Cos'è successo, avete litigato di nuovo?"
Sakuragi aveva deciso di non parlargliene, ma aveva il cuore ancora troppo oppresso per pensare ad altro. E poi Haruko, la sua Harukina, la sua ragazza, almeno lei avrebbe capito, no? cosa lo tormentava.
Così si trovò a raccontarle la scena con la volpe parola per parola, non omettendo stavolta neanche le scuse che Rukawa gli aveva fatto, perché sperava che almeno lei ci avrebbe creduto e perché gli facevano fare bella figura.
La ragazza, mentre lui raccontava, aveva ordinato un gelato, e fece in tempo a mangiarlo tutto, con ordine e composta, prima che lui avesse finito. Ma al termine della narrazione, con una stretta al cuore, Hanamichi non scorse affatto sul viso di lei lo sdegno e la comprensione che sperava di vedervi.
"Beh'", disse Haruko, allontanando da se coppa e cucchiaino, "Mi sembra gentile da parte sua".
"COSA?" Hanamichi, senza accorgersene, alzò la voce. Kami Sama, anche lei... "Ma non capisci che lo fa ancora di più per umiliarmi?"
"No" rispose seccamente la ragazza. "Non mi sembra affatto. Inoltre"-continuò, rivolgendogli un'occhiata profonda,"credo che dovresti approfittare della possibilità che ti offre...se non altro per riguardo a me."
"A te?!" Sakuragi era esterrefatto. Che c'entrava lei, adesso?
"Si, Hanamichi...non te l'ho mai detto prima, ma dato che stiamo parlando di questo... a me dispiaceva che tu continuassi a litigare tanto con Rukawa, anche dopo che ci eravamo
messi insieme...Agli occhi degli altri può sembrare che tu creda...beh', che tu creda che io ci tengo ancora a lui, ecco! E questo non è simpatico, per me!"
Al rossino mancava il fiato. Se di tanto in tanto aveva pensato che Haruko mancasse di perspicacia, adesso era molto vicino a ritenere che non capisse proprio niente. Certo, era vero, l'inimicizia fra lui e Rukawa era nata a causa di lei, di Haruko...ma oramai era una questione strettamente personale, non se ne rendeva contro? E poi...
"E poi" continuò Haruko "Ti dispiacerebbe tanto avere dei rapporti migliori con lui?"
Migliori, certo, migliori, pensò amaramente Sakuragi, davvero non ti rendi conto. Il migliore che mi ha offerto, no, imposto, oggi, è ciò che riserva a tutti: gelida freddezza, assoluta lontananza, totale riserbo. Sono questi i rapporti migliori che intendi?
Stava quasi per aprire bocca e dare fiato a quelle amare parole, quando si rese conto della loro assoluta follia, e per miracolo riuscì a sbattere i denti prima di pronunciarle. Si limitò a fissare tristemente davanti a se, quasi dimentico di Haruko, fino a che questa non si mosse.
"Comunque non angosciarti per lui, Hana. Senti è un po' tardi, io dovrei andare"
Tardi? TARDI? Hanamichi improvvisamente recuperò il pensiero che l'aveva accompagnato da quella mattina fino al suo incontro con Rukawa...come cazzo aveva fatto a scordarsene, era tutta la settimana che ci pensava!
"Ehi, Haruko, senti...stasera mia madre ha il turno di notte...pensavo...ecco, magari...potevamo forse cenare a casa mia..."
Haruko lo fissò di sotto in su, leggermente esasperata.. Certo, lo sapeva benissimo anche lei che quella sera Hanamichi aveva casa libera. Ma l'ora spesa in conversazione su Rukawa l'aveva seccata, e tanto più l'aveva seccata che il primo pensiero di Hanamichi non fosse stato farle quell'invito e convincerla ad accettarlo. Santo cielo, a volte sembrava che quel ragazzo non tenesse per niente a "certe cose". All'inizio poteva andare bene, ma dopo un po'...
"E' meglio di no, Hana" Rispose un po' sostenuta. "Mio fratello sapeva che uscivo con te, e se non torno a casa sono guai. Sarà per un'altra volta. Magari domani. Questa volta il turno di tua madre dura tre giorni, no?"
"Ma certo! eheheh!" Hanamichi arrossì. "Domani ti preparerò una buonissima cenetta! Sono un genio anche in cucina, sai?"
Si incamminarono. Hanamichi accompagnò a casa Haruko, salutandola al riparo dell'ultimo angolo con un lungo bacio, e se ne andò provando un malcelato senso di sollievo. Era meglio così, per quella sera. Era ancora troppo sconvolto. Aveva bisogno di stare solo, e di calmarsi.
Ci riuscì così bene che quattro ore dopo, verso le undici e mezza della sera, era sotto la casa di Rukawa, incavolato come una bestia e completamente fuori di se. Era andato a casa, ma non aveva trovato requie, né fra le mura della sua stanza né davanti agli insulsi programmi televisivi. Aveva pensato di telefonare a Yohei, ma poi si era ricordato che avrebbe dovuto sorbirsi i suoi scherzi sul perché non si era portato a casa Haruko...e cosa avrebbe dovuto dirgli? che era troppo occupato a pensare a Rukawa? Rukawa, volpe maledetta! Era l'unico pensiero che continuava a girargli nella testa. Voleva ucciderlo... Voleva... era uscito di casa d'impulso, pensando che una passeggiata gli avrebbe schiarito le idee. Dopo più di un'ora di camminata a vuoto e di imprecazioni solitarie, eccolo li, sotto le finestre della baka kitsune.
Sapeva dove stava Rukawa...una volta , di nascosto, l'aveva seguito, per vedere se la sua casa era quel modello di spocchiosa ricchezza che si immaginava. Niente castelli, ovviamente, ma una graziosa villetta, circondata da un piccolo giardino. Hanamichi varcò con un balzo la siepe, rischiando di finirci dentro strappandosi pelle e vestiti. Chi se ne fregava. Aveva deciso di affrontare la volpe, e voleva farlo subito.
"TEME KITSUNEEEE!!!" Il suo urlo squarciò l'aria assopita della strada tranquilla. "Kitsune! Kitsune! KITSUNEEE!!!"
Devi essere impazzito, disse piano una tenuissima voce razionale. Si, devo essere impazzito, meglio! "Kitsune! esci se sei un uomo! Il Tensai ti sfida!!"
Si vide un piccolo tremito nei vetri della finestra sopra la sua testa. Sakuragi non si chiese cosa avrebbe fatto se fosse uscito, per esempio, il padre della volpe...ma la finestra si aprì, e fu il volto- per una volta allibito- di Rukawa, ad affacciarsi dal davanzale.
"Sei completamente impazzito, Sakuragi? cosa credi di fare?"
Allora insiste! Pensò Hanamichi, con un altro impulso di rabbia rovente. "Kitsune!!" ululò "Baka Kitsune, non osare!!"
La finestra si chiuse, sbattendo con tanta forza che Sakuragi pensò che i vetri sarebbero andati in frantumi. Nessuna luce si accese. Quello è capace di essere tornato a dormire, pensò il rosso, e a quell'idea si precipitò contro la porta della villetta, iniziando a tempestarla di pugni e calci, mentre continuava a strillare tanto da straziarsi le tonsille.
Qualche finestra nelle altre case iniziò a illuminarsi. La voce razionale informò fievolmente Hanamichi che entro qualche minuto sarebbe arrivata la polizia.
"Si, così mi arrestano per omicidio!" pensò il rosso, continuando ad avventarsi sulla porta. Ma all'improvviso questa si aprì di scatto, e Hanamichi, sbilanciato, cadde oltre la soglia, sbattendo un attimo dopo sul pavimento della stanza d'ingresso della casa. Si trovava in un soggiorno ampio e arredato all'occidentale, in cui era stato acceso solo un piccolo faretto, di modo che la stanza era tuttora in penombra. Rukawa era davanti a lui. Il moro lo guardò con occhi terribili. Fece per dire qualcosa, poi ci rinunciò e si limitò a richiudere silenziosamente la porta. Sakuragi si era tacitato, un po' per la botta presa, un po' perché trovarsi di fronte a Rukawa lo aveva momentaneamente placato. Osservò la volpe: era sceso senza mettersi niente addosso, e indossava solo dei calzoni di pigiama. Il suo torace candido e muscoloso e le sue braccia forti sembravano rilucere nella semioscurità. A Sakuragi si seccò la bocca. Era sempre così...così perfetto e così alieno e distante, accidenti a lui!
Rukawa gli passò accanto e andò verso il centro della stanza. Si voltò poi nuovamente verso di lui, le braccia conserte sul petto.
"Che cazzo vuoi, Sakuragi?"
Ancora! "Non ti azzardare!" abbaiò il rosso.
"Hn?"
"Non ti azzardare! A fare...a dire mai più quel che mi hai detto oggi!"
Era una frase piuttosto incoerente, ma Rukawa, al contrario di Haruko e di Kogure, parve capire benissimo quello che voleva dire il rosso. Annuì con la testa, le sopracciglia aggrottate. Hanamichi era di nuovo in piedi, e gli si avvicinò di qualche passo.
"Dovrai adattarti, Sakuragi"
"NON CHIAMARMI COSI'!!" quel ruggito folle uscì dalla gola di Hanamichi prima che potesse controllarlo, così come privo di ogni controllo fu il pugno poderoso che scagliò contro Rukawa. Il moro, colpito alla spalla, fu catapultato all'indietro. Urtò contro il divano, cadde, e scivolò sul pavimento. Sakuragi, esaltatissimo, gli saltò davanti, pregustando la rissa con ogni fibra del suo corpo.
"No" disse Rukawa.
La sua mossa fu di tale serpentina velocità che Hanamichi non lo vide nemmeno. Sentì una valanga bollente precipitargli addosso, e quasi senza accorgersene si ritrovò sbattuto contro la parete, i polsi imprigionati in una morsa ferrea dalle mani di Rukawa, il corpo schiacciato contro il muro dal corpo del compagno che lo teneva immobilizzato premendoglisi contro. Hanamichi registrò la forza e il calore di quel corpo adesso così vicino. Il viso della volpe era a pochi centimetri dal suo.
"No" ripeté Rukawa "Stavolta non te la cavi a pugni, scimmia rossa."
Aveva pronunciato quelle parole vicino, vicinissimo alla sua bocca, e Hanamichi sentì il suo fiato caldo soffiargli sulle labbra. Gli parve che le ginocchia gli cedessero, stroncate da un improvviso, incomprensibile languore.
Rukawa lo baciò. Le sue labbra si strofinarono contro quelle di Hanamichi, dolci, imperiose. Il suo respiro si mescolò con quello del rossino, in ondate calde e profumate.
Hanamichi non credeva a ciò che stava accadendo. La testa gli girava vorticosamente, la schiena era invasa da brividi, lo stomaco gli si torceva in crampi di eccitazione, il cuore gli martellava fin nelle orecchie. Rukawa lo teneva, lo baciava...cosa gli aveva preso? E perché lui non gli rifilava un pugno e non scappava via? Era arrivato li pronto anche a veder scorrere il sangue, ma non pronto a quello...la volpe-un ragazzo, un maschio!- che lo baciava. Eppure Hanamichi non riusciva a rivoltarsi contro quel contatto, che lo faceva sentire debole e languido...La lingua di Rukawa lo premeva, tentando di intrufolarsi nella sua bocca, finché, con un gemito, Hanamichi non cedette, schiudendola. Il bacio di Rukawa lo penetrò, facendosi profondo,possessivo. La sua lingua cercò e trovò quella del rosso, incrociandosi con essa in un duello morbido e divorante. Hanamichi si sentiva sul punto di svenire. La bocca di Rukawa sulla sua, la lingua di Rukawa contro la sua avevano il sapore più dolce che avesse mai conosciuto. Lampi bianchi accecavano la sua mente, e il suo corpo ormai completamente in balia di un calore rovente, iniziò a sussultare contro il corpo del compagno, strofinandosi, premendosi, cercando ogni possibile punto di contatto. Sentì l'eccitazione di Rukawa premere contro di lui, e il suo bacino gli andò incontro, provocandogli scariche di un piacere che non aveva mai neanche immaginato. Le mani di Rukawa gli lasciarono i polsi, mentre il moro continuava a baciarlo appassionatamente, ancora e ancora, scesero sul suo torace, afferrarono i lembi della maglietta per tirarla su, stropicciandola e tirandola per vincere l'attrito fra i loro corpi, che non avevano alcuna intenzione di distaccare. I loro toraci si trovarono nudi l'uno contro l'altro, e la sensazione della pelle di Rukawa contro la sua tolse il fiato al rossino. Le mani del moro iniziarono a vagare sul suo petto e sui suoi fianchi, accarezzandolo con pressione forte e bruciante. Poi quelle mani - la mani grandi dalle dita affusolate di Rukawa, che Hanamichi aveva visto, fino a quel momento, occuparsi esclusivamente della palla da basket, si diressero con decisione verso la cerniera dei suoi jeans.
Hanamichi annaspò. Troppo presto, troppo in fretta... nessuno l'aveva mai cercato, nessuno l'aveva mai toccato li...ma l'eccitazione e il piacere che provava erano troppo forti. Rukawa si staccò dalla sua bocca, e con un suono simile a quello di un gatto in amore scese con le labbra lungo il suo colloe sul suo petto. Raggiunse i capezzoli, baciandoli e succhiandoli, facendo emettere al rosso gemiti acuti e incoerenti, sempre più forti e più alti. Le sue dita erano riuscite nel frattempo ad aprire la cerniera. Rukawa tuffò una mano nei boxer del compagno, prima accarezzando e poi impugnando il pene del rosso, mentre l'altra mano risaliva, andando a stuzzicare e accarezzare il capezzolo di cui la sua bocca non riusciva ad occuparsi.
Hanamichi mugolava e gemeva, oramai privo di controllo o comprensione. Sentiva sopra di
sè, contro di sè, il corpo e le mani di Rukawa che lo premevano, lo tenevano, lo accarezzavano, e gli pareva che mai sensazione fosse stata più dolce e bruciante. Quando Rukawa iniziò a pompare il suo membro, tenendolo stretto, Hanamichi gettò un grido rauco. Il moro alzò il viso dal suo petto, e si ricondusse alla sua bocca. Hanamichi lo strinse, cingendogli il collo, accarezzandogli la nuca e le spalle. Rukawa lo baciò con passione, e Hanamichi, le loro lingue che duellavano freneticamente, si strinse ancora di più contro di lui. L'azione della mano di Rukawa era torturante, incredibile, fortissima: il rosso fu catapultato improvvisamente verso l'orgasmo. Venne nel pugno del compagno, con sussulti e gemiti straziati, mentre Rukawa, sentendo il suo corpo cedere, si appoggiò, strofinandosi, contro di lui, e pochi secondi dopo Hanamichi lo sentì, a sua volta, scuotersi e singultare di piacere.
Rimasero così per qualche minuto, riprendendo fiato, tentando di calmarsi. Rukawa era tuttora appoggiato ad Hanamichi, le mani sui suoi fianchi, respirando pesantemente, né pareva intenzionato a staccarsi, finché il rosso non alzò una mano esitante e gliela passò fra i capelli, mormorando piano: "Kitsune..:"
Il moro si allontanò di scatto, e gli diede le spalle. Hanamichi, con una strana sensazione di gelo addosso, ne approfittò per ricomporsi e rivestirsi, poi rimase appoggiato al muro, a ripensare a ciò che era successo, a ciò che stava succedendo. La sua mente, tuttora incapace di ragionare con coerenza, girava attorno ad un'unica frase. Riusciva solo a dirsi: "Allora è così, allora è così".
Si, era così. Hanamichi chiuse gli occhi, e in pochi secondi riordinò il suo universo.
Era così. La sua cotta per Haruko, la sua storia con Haruko. Il fatto che con lei non avesse mai provato, in tre mesi, niente di simile a quello che gli aveva fatto sentire la volpe in quei pochi minuti...Rukawa. Il modo in cui gli si era scagliato contro dalla prima volta in cui l'aveva visto. La rabbia, la furia ( no, la disperazione) che l'avevano sconvolto quel pomeriggio quando in pratica la volpe gli aveva ingiunto di lasciarlo in pace. Il modo in cui aveva reagito, pochi minuti prima, ai baci e alle carezze del ragazzo.. si, era così. Aprì gli occhi e guardò il moro, che gli stava davanti e lo osservava con rinnovata freddezza.
"Adesso vattene, Sakuragi" disse Rukawa.
Ancora! Ma Hanamichi non si arrabbiò. Non più.
"No" rispose "Spiegami, Kitsune"
"Hn?"
"Da quanto lo sapevi?"
"Che vuoi dire?"
"Di noi"
Rukawa sbuffò. "Non c'è nessun noi. Solo, ora avrai una pietra di paragone per capire quanto ti piace stare con la tua ochetta"
"Non scherzare, Rukawa. Non ho mai...Non l'ho mai fatto con lei"
Gli occhi di Rukawa scintillarono. "No?"
"No" Sakuragi avanzò verso di lui, riportandosi consapevolmente nell'aura di calore del suo corpo. "Spiegami"
Rukawa sospirò, poi parve arrendersi.
"Perché sei venuto qui, stasera?"
Era una domanda seria, e Hanamichi rifletté, tentando di recuperare i sentimenti che lo avevano pervaso fino a poco tempo prima. "Ero arrabbiato...ero furioso per quello che mi avevi detto oggi"
"Hn. Ma in realtà non era per questo, no?"
"No"
"E' successo anche a me, tre mesi fa"
"Che vuoi dire?"
"Quando mi sono accorto...Quando ti sei messo con Haruko. Hai rischiato la pelle, quella volta, Sakuragi"
"Perché?"
"Volevo ucciderti. Ero furioso con te...e molto di più con me stesso. Non riuscivo a capire come avessi potuto essere così cieco...così cieco da non essermi mai accorto prima che ero disperatamente innamorato della Akagi"
"COSA?"
Hanamichi sgranò gli occhi. Al vedere quello guardo così ansioso e spaventato Rukawa strinse le mascelle. Si preoccupava per
lei... sputò fuori le ultime sillabe in tono gelido.
"Non capisci? Ero geloso marcio...e mi ci sono voluti tre giorni per capire che ero geloso di te,
e non di lei!"
Hanamichi rimase fuso al suolo, fulminato dal senso delle parole che Rukawa aveva appena detto.
Innamorato della Akagi...e invece non di lei.. ma allora...
Rialzò la testa, una luce di felicità negli occhi. Rukawa lo guardava, esausto.
"Allora è per questo che mi hai detto quelle cose, oggi."
"Si. Ho pensato che se ti convincevo a ignorarmi, forse..." Il moro scosse furiosamente la testa.
"Vattene Sakuragi" ripeté.
"Ti ho detto di non chiamarmi così!"
"Hn? Ma non hai il coraggio di dirmi come vuoi che ti chiami, vero? Vattene!"
"No"
"Se non te ne vai entro trenta secondi non rispondo di me"
Hanamichi gli si avvicinò, appoggiandogli la testa alla spalla, inebriandosi del suo calore e del suo profumo. "Non mi importa"
Ma l'altro lo afferrò per le spalle, scuotendolo violentemente
"Devi andartene! Se rimani qui, fra un minuto finirai su quel divano, e ti sbatterò sul serio, questa volta! E poi cosa dirai a lei? Cosa dirai alla tua Haruko, eh?"
Hanamichi si divincolò, e riaffondò la testa contro il collo del moro. Non voleva andarsene da li. La sua voce giunse ovattata dalle profondità di quel rifugio
"Le dirò la verità"
"Hn?"
"Che mi dispiace, che mi sono sbagliato...che voglio stare con te..."
Un silenzio impressionante avvolse quelle parole. All'improvviso, con un brivido freddo, Hanamichi capì che Rukawa lo avrebbe guardato freddamente, e gli avrebbe detto " E credi che per il dubbio piacere di fotterti io voglia sputtanarmi davanti al mondo intero?" Si, avrebbe detto così...Il rosso alzò gli occhi, terrorizzato.
Rukawa lo fissava come se fosse la cosa più bella e stupefacente dell'universo.
"Ti amo" disse Hanamichi, sentendo-finalmente-le lacrime iniziare a scorrergli sul viso.
"Glielo dirai". Non era una domanda, da parte di Rukawa, ma un'affermazione...fatta col tono di chi non riesce a credere a ciò che dice.
"Si"
"E starai con me"
"Si"
"E farai l'amore con me"
Ad Hanamichi si sciolsero le ginocchia.
"Si"
"Adesso"
L'ultima parola non fu detta in tono stupefatto, ma urgente e imperioso. Rukawa abbracciò il rosso, spingendolo contro l'ampio divano. Lo fece stendere, gli si mise a cavalcioni sopra, sempre guardandolo con occhi roventi. Con un solo strattone gli sfilò la maglietta. Gli prese una mano, intrecciando le dita con le sue. Quindi si chinò su di lui.
Rukawa lo baciò in modo famelico, divorandogli le labbra, suggendogli la lingua, senza prendere fiato, come se dal baciarlo dipendesse la sua stessa vita. Hanamichi gli offrì totalmente la bocca, lasciandosi prendere e trasportare da quel bacio, emettendo piccoli gemiti soffocati. Le mani di Rukawa gli scorrevano sui fianchi, brucianti, elettriche. Il suo corpo si strofinava contro il suo facendogli sentire il calore della sua pelle e la forza dei suoi muscoli. Poi il moro prese a scendere con baci bollenti lungo il suo torace, e quando Hanamichi capì dove era diretto fu preso da un tremito incontenibile.
"Ru..Ru.." gemette
"Ssshhh..:" si limitò a sussurrare l'altro. Gli slacciò i jeans, e glieli abbassò insieme ai boxer. L'erezione di Hanamichi era gia dura e pulsante, ma divenne quasi dolorosa quando il compagno gli allargò le cosce , iniziando a baciarne dolcemente l'interno, leccando poi piano e con insistenza i testicoli. Il rosso gemeva perdutamente, gli occhi chiusi, le mani che stringevano i cuscini del divano. Rukawa risalì poi piano lungo l'asta, e lo prese infine di colpo in bocca,iniziando a leccare e succhiare.
"Ru...morirò..ti prego.." Sakuragi non riusciva a trattenere la voce, che si alzava in versi acuti e parole sconnesse. Il piacere lo invadeva, scorrendo in lui come un fiume in piena. Il compagno rallentò appena il ritmo, e Hanamichi sentì la sua mano che gli accarezzava i glutei, le dita che ne cercavano il solco...Rukawa, sempre suggendo, lo cercò, lo accarezzò, lo penetrò dolcemente, prima con un dito, poi con due. Sakuragi si irrigidì un solo istante, ma ogni azione del moro sembrava solo aumentare il piacere che provava. Le dita dell'altro trovarono un punto interno e sensibile dentro di lui, e Sakuragi, gemendo forte, si inarcò contro la bocca e la mano del compagno, spinto da un desiderio ormai frenetico che non riusciva più a controllare. Rukawa capì
che era al limite, e piano, con gentilezza, si staccò da lui.
"Ah.. kitsune..." Hanamichi in quel momento non poteva sopportare la sua distanza, era troppo doloroso. Rukawa era sopra lui, si tirò su e tornò a baciarlo in bocca, parlandogli poi piano all'orecchio.
"Ti voglio" sussurrò la volpe, con un tono tale che il rosso quasi venne solo a quel suono.
"Prendimi" gli mormorò in risposta. Voleva farlo. Un lampo di paura lo attraversò, ma Rukawa lo aveva portato troppo lontano...non avrebbe potuto tirarsi indietro neanche se avesse voluto.
E non voleva.
Rukawa gli sfilò completamente boxer e pantaloni, poi si alzò, e si tolse i calzoni del pigiama. Hanamichi fissò deglutendo la sua erezione, improvvisamente intimorito. Il compagno scese nuovamente su di lui, abbracciandolo, accarezzandogli le cosce e la fessura. Quindi si posizionò su di lui, baciandolo, stuzzicandogli i capezzoli per farlo rilassare e continuare a eccitarlo. Il rosso sentì, con un brivido, il suo membro rigido e caldo toccarlo, appoggiarsi contro di lui, e iniziare a spingere.
Il dolore fu terribile. Hanamichi non poté fare a meno di irrigidirsi contro quell'intrusione lacerante, e per un attimo pensò che non ce l'avrebbe fatta, che avrebbe dovuto allontanarsi dal compagno. Strinse i denti, mentre Rukawa, mormorando parole incomprensibili, continuava a penetrarlo, trattenendosi, avanzando il più lentamente possibile. Quella gentilezza consolò Hanamichi, e all'improvviso si rese conto che la volpe era li con lui, che lo stava facendo davvero con Rukawa, che il ragazzo bellissimo, alieno e distante che aveva occupato la sua vita nell'ultimo anno stava facendo l'amore con lui, e che lo amava. Era un pensiero incredibile, totale, esaltante. Il corpo di Hanamichi si aprì ,e il compagno, con un profondo sospiro, lo penetrò completamente.
Rukawa giunse fino in fondo e rimase perfettamente immobile, lasciandogli il tempo di adattarsi alla sua presenza. Rimasero fermi uno sull'altro, l'uno nell'altro, fino a che Hanamichi non iniziò ad avvertire un calore crescente, che prevaleva piano sul dolore, diffondersi in lui dal centro del suo corpo. Rukawa parve avvertire la sua reazione. Gli assestò lentamente una prima spinta, forte e profonda, per farsi sentire interamente dal rossino, che rispose con un roco gemito di gola, quindi si fermò nuovamente, a denti stretti.
"k-kitsune, ti prego", invocò Hanamichi.
Il moro si puntellò su un gomito. La sua mano destra si infilò fra i loro corpi, impadronendosi del membro del rosso. Lo strinse con dolcezza, mentre si curvava contro di lui, gli occhi fissi nei suoi.
"Sei un do'aho" mormorò. "Il mio do'aho. E sono dentro di te"
Sakuragi gridò. Iniziò a gridare di piacere, e continuò a gridare, mentre Rukawa lo masturbava e gli imprimeva spinte potenti e
profonde, ognuna delle quali sprigionava una cascata di bianche scintille roventi nel suo corpo. Forte, sempre più forte, più veloce, più in fondo, fino a che le scintille non divennero un unico fiume di lava incandescente che con un ultimo grido sommerse completamente Hanamichi facendolo esplodere
nell'orgasmo, il suo seme sulla mano del compagno, nella voce il nome di Rukawa, mentre la volpe ormai completamente incapace di trattenersi continuava a colpire, colpire, colpire, fino a inondarlo di
sè, abbattendosi su di lui con un urlo rauco.
Passò del tempo, prima che Hanamichi riuscisse a riprendersi. Rukawa lo teneva abbracciato, accarezzandolo dolcemente, le gambe intrecciate. Si fissarono, sciogliendosi reciprocamente l'uno nello sguardo dell'altro.
"Kitsune" disse Hanamichi
"Do'aho" mormorò Rukawa
Era il nome più dolce con cui mai fosse stato chiamato.
Owari
**************
Rubi_chan: FINITA!!!!!
Ru: è una porcheria. E poi inizia con me che chiedo scusa...figurati! E lui che sta con Haruko...
Rubi_chan: ma così si crea un po' di suspense. E poi ti ho scritto ben due scene lemon...
Ru: Mph. come se le avessi scritte per far piacere a me...
Rubi_chan: anche a te...
Hana: Io non ci ho capito niente. Perchè mi arrabbio se mi chiede scusa? E perchè mi arrabbio se mi chiama Sakuragi? Come dovrebbe chiamarmi?
Ru: Idiota...
Rubi_chan: Appunto.
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