Noi sempre

parte XIII

di Tifawow


Fey sbuffò appena mettendosi a sedere al primo banco libero che aveva trovato.
Era stanca, totalmente schizzata e decisamente poco propensa alle chiacchiere; era passata quasi una settimana da quando aveva iniziato le lezioni e non era riuscita ancora a prendere bene il ritmo…era tutto così diverso dalla sua scuola, c’erano regole più rigide, non poteva tagliare facilmente le lezioni(e sinceramente non avendo nessun libretto delle giustificazioni non riusciva a capire come si facesse)…una cosa stupida per esempio, non poteva mangiare in classe e quella era una cosa che aveva sempre fatto, oppure non poteva evitare di fare i compiti se non voleva incorrere in punizioni(in quello a suo parere bastavano Sirius e James).
Troppe regole, decisamente troppe per le sue abitudini.
E poi quell’uniforme…era oscena.
Per fortuna che nessuno aveva detto niente al suo mettere i jeans sotto la mantella nera, sarebbe stata capace di andare in mutande pur di non mettere quell’orribile gonna e quegli altrettanto orribili calzettoni bianchi!
Scosse leggermente il capo, appoggiando la sua tracolla al banco e iniziando a tirar fuori la sua roba, disponendola in un angolo del banco…era stata tra le prime ad entrare, l’ora prima aveva avuto una lezione privata con Dumbledore, che le stava insegnando a controllare il suo potere da incendiaria…e già aveva capito che il vecchio preside non le avrebbe dato certo vita facile.
E non era nemmeno quello che voleva.
L’unica cosa che sperava da quel soggiorno in quel posto così strano era di imparare a controllarsi, e per farlo avrebbe dato qualsiasi cosa, la fatica e l’impegno sarebbero stati giustamente ripagati se le avessero permesso di non rischiare di bruciare vivo nessuno.
Le aveva spiegato le origini del suo potere e alcune cose riguardo alla meccanica tramite il quale funzionava in cui non aveva capito una santa ceppa, ma per il momento niente di pratico.
Fortunatamente.
L’idea di usare il fuoco non la allettava particolarmente, considerato il dolore alle mani che ne susseguiva dopo, o peggio ancora, il dolore alla faccia quando invece della mani capitava che si sfogasse dagli occhi.
Sospirò leggermente tra se e se tirando fuori dal suo astuccio la sua penna a sfera…si perché quella l’aveva pretesa, aveva provato a scrivere con le penne d’oca ma aveva fallito miseramente, macchiando fogli, mani, vestiti e qualsiasi cosa avesse avuto la sfortuna di raggiungerla in quel momento, quindi era tornata alle sue care e semplici penne scolastiche.
Tra poco sarebbero arrivati quasi sicuramente anche James e gli altri, visto che trasfigurazione la facevano tutti quanti.
E come sempre Potter si sarebbe seduto vicino a lei cercando di farla parlare per tutta la lezione.
E odiava immensamente quando lo faceva.
Cioè…fingeva di odiare immensamente quando lo faceva.
In realtà era solo il suo smisurato orgoglio che la faceva reagire in malo modo tutte le volte che il ragazzo tentava con lei qualsiasi tipo di approccio…lui l’aveva aiutata con il platinato antipatico e pervertito che aveva incontrato il primo giorno di permanenza in quella scuola, e aveva cercato di rassicurarla non ostante il loro primo impatto non fosse stato dei migliori.
Ma era spaventata.
Quel tipo di atteggiamento lo aveva riscontrato solo una volta, nell’unico ragazzo che avesse avuto il coraggio di avvicinarla nonostante le dicerie, quell’unico ragazzo che l’aveva resa felice come mai nessuno prima e che infine l’aveva lasciata non appena si era accorto che stare con la strega di turno influiva negativamente sulle sue relazioni sociali…quello stesso ragazzo che ora stava a capo del gruppo ‘Cerchiamo di rendere la vita impossibile a Fayenne’.
Gli atteggiamenti, il modo di comportarsi erano molto simili anche se ovviamente non identici...e forse era proprio questo che la sconcertava.
Ma non era il caso di pensarci.
James era un tipo espansivo dal poco che aveva visto e probabilmente quell’atteggiamento non aveva assolutamente nulla a che vedere con quello che pensava lei.
Stranamente questo le spiacque.
Cercando di scacciare quei pensieri, prese dalla sua tracolla gli appunti presi il giorno prima, con l’intenzione di ripassare un poco la lezione prima di incominciare.
Già era indietro di un bel po di anni luce rispetto agli altri, se poi nemmeno riusciva a tenersi al passo con i suoi appunti era davvero il colmo.
Stava ripassando da qualche minuto ormai, quando dei rumori di passi alle sue spalle la fecero voltare di colpo.
Una figura sconosciuta alle sue spalle sobbalzò leggermente nel notare che l’unica occupante dell’aula s era distratta dal suo studio.

-oh, mi spiace, scusami…- una voce tranquilla, femminile.

Fayenne, ormai balzata in piedi, portò gli occhi in direzione della persona che aveva parlato, studiandola per alcuni attimi in silenzio: una ragazza all’incirca della sua stessa età, lunghi capelli rossi, pelle candida, occhi verdi e sguardo leggermente sbarazzino.
Come lei, portava lo stemma del grifone dorato sull’uniforme scolastica.

-niente…- rispose Fey mettendosi a sedere di nuovo, senza comunque staccare lo sguardo dalla femminile figura che aveva davanti.

-non volevo disturbarti…-iniziò la ragazza sconosciuta, avvicinandosi a lei e poggiando i libri sul banco affianco –non pensavo ci fosse qualcun altro in aula a quest’ora e pensavo di approfittarne per ripassare un po- il tono della ragazza era gentile, tranquillo, e questo calmò notevolmente lo stato d’animo di Fey.

-abbiamo avuto la stessa idea dunque…-rispose scrollando appena le spalle.

La nuova arrivata la fissò ancora per qualche attimo –non mi pare di averti mai visto a lezione con noi…tanto più che porti lo stemma dei Griffyndor…- si zittì per qualche attimo ancora, prima di annuire leggermente tra se e se –ma certo, tu devi essere Fayenne Lafaire, la ragazza che sta sempre dietro a…-una pausa- Potter e gli altri…- sorrise leggermente nel dire il nome ‘Potter’e questo infastidì l’altra presente e non poco.

-io non sto dietro a Potter e gli altri- ribattè Fayenne con un moto di stizza- se sai chi sono penso che non ci sia nemmeno bisogno di spiegarti perché sto con loro, quindi, dato che la buona educazione non è passata di moda, visto che tu conosci il mio nome non vedo alcun motivo che mi impedisca di sapere il tuo- ed ecco che di nuovo la sua arroganza stava prendendo piede.
Come sempre quando qualcuno la provocava.
Ma lei era fatta così, non poteva farci niente, non riusciva a controllarsi così tanto da sopprimere il suo brutto carattere in quel modo.

L’altra ragazza rimase per un attimo stupita da quelle parole dette in modo così acido…fu solo per qualche attimo, poi scoppiò in una leggera risata –così si dice! Si, hai perfettamente ragione, nessuna persona con un minimo di sale in zucca potrebbe stare di propria volontà dietro quel gruppo di deficenti…- si passò una mano tra i capelli con un gesto tranquillo – io sono Lily Evans, prefetto della nostra casa…- e le sorrise.

-pre cosa?- piegò appena il capo di lato nel sentire parlare la ragazza…poi decise di lasciar perdere, evidentemente era un posto di prestigio, tipo il capoclasse o qualcosa di simile –no lascia stare…preferisco non sapere. Bhe. È un piacere conoscere una compagna…-non lo disse in tono molto convinto, ma in quel momento era la cosa più educata che era riuscita a trovare.

-il piacere è mio…finalmente riesco a conoscere Fayenne…tutta la scuola parla di te da giorni ormai e non ero ancora riuscita a capire chi potessi essere-

-ah si? Parlano tutti di me? E si può sapere cosa dicono di così straordinario?-

Lily rise leggermente –chiacchiere, solo questo…Dumbledore ci ha avvertiti che sei un’incendiaria e questo ha risvegliato la curiosità della maggior parte degli allievi di Hogwarts…ma a parte Potter, Black, Lupin e Minus nessuno può dire di averti conosciuto ancora-

Fey sospirò leggermente tra se e se.
Ecco l’ultima cosa che voleva: che gli altri parlassero di lei; per tutta la vita la gente non aveva fatto altro che parlare di lei alle sue spalle, inventare cretinate e via dicendo, e sperava che almeno in quella scuola le cose potessero essere diverse visto che erano tutti quanti maghi.
Ma a quanto pare essere incendiario non era molto normale nemmeno in un posto del genere. E questo la fece sentire immensamente fuori posto.

La Evans, accortasi del silenzio in cui era sprofondata la compagna, si pentì subito delle sue parole- perdonami, sono stata davvero un elefante- disse, poggiandole con un gesto amichevole la mano sulla spalla- non badare a quello che ho detto, nessuno parla di male di te, sono solo molto curiosi-

Fayenne alzò lo sguardo, con l’intenzione di risponderle, quando un rumore di molti passi frettolosi la fece voltare verso l’entrata.

-oh, arrivano gli altri- disse Lily.

Ed era vero.
I passi nel corridoio iniziarono a farsi un brusio sempre più intenso e poco dopo, la porta dell’aula venne aperta, lasciando fare il loro ingresso agli altri studenti.
Fey lasciò che il suo sguardo indugiasse ancora qualche attimo sulla porta, consapevole di aspettare l’arrivo di qualcuno in particolare, cosa che non si fece attendere poi molto.
Dopo alcuni ragazzi che indossavano la divisa slytherin, ecco fare la sua comparsa anche james.

-Fey!!- esclamò allegro nel vederla.
Subito diresse i suoi passi nella di lei direzione, andando a sistemarsi nel suo stesso banco: ormai era diventata un’abitudine, tanto che gli altri Malandrini si erano rassegnati nel vedere il loro amico mettersi a fianco della ragazza –ti sei persa una lezione di divinazione sensazionale! Peccato che avevi lezione con Dumbledore…-il sorriso sul suo volto si spense all’improvviso e i suoi occhi si fecero decisamente più seri quando si accorse della presenza di Lily alle spalle della ragazza- evans…- disse in tono educato.

-Potter…- rispose Lily nel medesimo tono di voce- avrei dovuto riconoscere la tua voce fastidiosa ancor prima che entrassi dalla porta…-

Fayenne aveva sorriso nel vedere entrare james, e stava quasi per ricambiare il suo saluto, quando si accorse della piccola discussione che stava avvenendo tra i due ragazzi.
Chiuse immediatamente la bocca pensando che fosse meglio non mettersi in mezzo e che probabilmente tra i due c’era qualche vecchia ruggine.

-oh su carissima evans, dovresti stare tranquilla, oggi e per i prossimi mille anni non ho alcuna intenzione di darti fastidio…- il volto del Malandrino trovò di nuovo l’ombra di un sorrisetto divertito – non sono sempre pronto a correrti alle calcagna sai?-

-ma davvero Potter?- domandò l’altra ragazza con ironia- eppure mi è sembrato di vederti correre nella mia direzione non appena ti sei fiondato in classe…-

Fey nel frattempo desiderava essere sempre più piccola e invisibile.

-oh, mi spiace se vi ho dato questa impressione Signora superbia, ma in realtà stavo correndo verso Fey- con un gesto tranquillo poggiò la mano sulla di lei spalla, abbassandosi appena per poter guardare in faccia Lily, che stava seduta- la mia compagna di stanza nonché amica…-

Durò tutto una frazione di secondo, ma Fayenne si sentì fulminare da uno sguardo che se fosse stata una bacchetta l’avrebbe sicuramente fatta fuori.
Con lentezza portò lo sguardo verso Lily, poi lo spostò su James…-emh…- qualcosa fayenne…di qualsiasi cosa per rompere questo silenzio imbarazzante – Jamie…- no no! Sbagliato, non doveva usare il suo soprannome, troppo confidenziale, avrebbe potuto dare addito a voci sbagliate –ecco…sai…sai dove sono finiti Rem e Siri?- tombola!! Grandiosa figura del cazzo!!!!

I due litiganti sgranarono appena gli occhi…tutto si sarebbero aspettati meno un’uscita del genere: entrambi si aspettavano di vedere la reazione che avrebbe avuto la ragazza, James per capire se aveva qualche speranza, e Lily per sapere se il suo interesse per Potter si fosse risvegliato troppo tardi.
James si mordicchiò appena il labbro inferiore…forse l’aveva messa in imbarazzo con quel modo di fare ed era proprio l’ultima cosa che voleva –ecco…credo siano nei corridoi…ma stanno per arrivare..-

La ragazza parve non sentirlo.
Si alzò in piedi di scatto iniziando a dirigersi verso la porta –li raggiungo, ho bisogno di…di…si! Di chiedere una cosa a Rem…si giusto, una cosa a rem…- non si voltò, neanche quando James le fece presente che la professoressa sarebbe giunta a breve. In fretta e furia fayenne uscì dall’aula, per rifugiarsi lontano qualche attimo da quel litigio decisamente imbarazzante.

Quando fu uscita dalla porta, Lily leggermente stralunata rivolse lo sguardo verso il malandrino, lanciandogli un’occhiata indecifrabile: conosceva abbastanza bene Potter, per capire che il modo in cui stava guardando Fayenne non era quello di un semplice amico –e così…hai delle mire su Lafaire…-


******


Fey, riuscita fortunatamente a uscire dall’aula senza essere fermata, tirò un gran sospiro di sollievo.
Non le piacevano le litigate, specie quando veniva tirata in mezzo, e in quella situazione l’unica cosa sensata che aveva pensato di fare era svignarsela alla velocità della luce.
Facendo mente locale, cercò di pensare a dove potesse essere l’aula di divinazione, così da poter andare in contro a Sirius e Remus…non per altro, ma se doveva rientrare a Trasfigurazione voleva che ci fosse qualcuno con lei che riuscisse a distrarla dai due litiganti.
Con lentezza iniziò a percorrere il corridoio.
I due amici non dovevano essere molto lontani, considerato che mancavano pochi minuti all’inizio della lezione.
Ed infatti era così.
Dopo qualche attimo, riconobbe chiaramente le voci distinte dei due ragazzi da dietro l’angolo. Con un sorrisetto sollevato fece per aumentare il passo e raggiungerli, quando un nome pronunciato da voce stizzita la fece fermare.

-non dovresti pensare certe cose di Fey!- la voce di Remus, chiara e concisa, la fece fermare di colpo.

-ah no? E cosa dovrei pensare secondo te?-

I due ragazzi, anche se non poteva vederli, stavano evidentemente discutendo su di lei. Non avanzavano, restano fermi nel corridoio a parlar,e probabilmente confidando nel fatto che non ci fosse nessun’altro ad ascoltare quanto avevano da dirsi.
Fayenne sapeva che origliare non era una bella cosa, ma nel sentire pronunciare il suo nome non poteva resistere alla tentazione di ascoltare cosa avevano da dire sul suo conto.

La voce di Remus, dopo qualche attimo riprese a parlare –Sirius…sei davvero maligno…fey è una ragazza così buona, sei tu che non hai capito niente se pensi una cosa simile di lei!-

-che fai, adesso al difendi pure? Tu vedi solo quello che vuoi…nemmeno tu riesci a capire di che pasta è fatta quella…alla stregua dei peggiori Serpeverde, te lo dico io…-

-io non difendo proprio nessuno Paddy…non ti ha fatto niente mi pare, non capisco per quale motivo tu non la voglia con noi…-

-Non capisci, questo è chiaro…sai, mi sta quasi venendo da pensare che tu sia innamorato di lei, ovviamente scherzo…- una pausa –è arrogante, viscida e viziata e non la voglio con noi, punto e basta. Mi sta sul cazzo, è una stronza…in che altro modo ti devo dire che non mi piace?-

-sei sempre il solito esagerato! – la voce calma e solitamente pacata del mannaro stava iniziando a prendere una piega decisamente poco tranquilla- Fayenne è una persona molto dolce, esattamente come te- sottolineò queste ultime parole- non ti piace perché mostra alcuni lati del tuo carattere che odi particolarmente, ma questo non ti da alcun diritto di dire certe cose su di lei…-

-ti avverto Remus, non paragonarmi a quella gatta selvatica o potrei arrabbiarmi sul serio…non mi interessa quello che sembra o meno, io qui non ce la voglio, mi sono seriamente pentito di aver letto quell’incantesimo e di averla portata qui…fosse per me la sbatterei a casa a calci nel culo quella stronza…-

-Siri…-

Fayenne non volle sentire altro.
Per lunghi attimi nel sentire quelle parole aveva quasi trattenuto il fiato, nella speranza di non sentire più nulla.
Non si era nemmeno accorta delle lacrime che avevano iniziato a riempirle gli occhi, nemmeno quando la vista le si era appannata per lo sforzo di trattenerle.
Stronza.
Indesiderata.
Viscida.
Quest’ultimo le mancava davvero.
Senza riuscire a sentire nient’altro, senza lasciarsi sfuggire neanche un lamento, si voltò, iniziando a correre per i corridoi il più velocemente possibile, con l’intenzione di allontanarsi.
Non importava dove, l’importante era non lì.
Quelle parole fredde, cattive, le avevano fatto male davvero; non aveva mai avuto molti amici, ma per una volta tanto stava iniziando a sentirsi accettata, uguale agli altri…ma evidentemente era stata tutta un impressione. Neanche lì potevano accettarla veramente per quello che era.
Continuava a correre, con il cuore che le martellava nel petto e che le faceva molto male.
Sapeva di non piacere particolarmente a Sirius, ma non sapeva che la odiasse così tanto, anzi, aveva sperato quasi di poter diventare amici un giorno…Dumbledore aveva detto che loro due erano la stessa persona, e quando stavano insieme provava una bellissima situazione di completezza…ma se nemmeno da se stessa riusciva ad essere accettata, allora andavamo proprio bene.
Con le lacrime agli occhi, arrivò infine fino alla fine del corridoio…una porta davanti a se, l’unica. Non pensò, semplicemente si limitò a spalancare al porta e entrarvi dentro, cercando un posto tranquillo in cui nascondersi e finalmente dare sfogo alle sue lacrime.
Non si guardò nemmeno intorno, quando la porta si chiuse alle sue spalle si lasciò andare in un pianto liberatorio, quasi isterico, singhiozzando e lasciandosi cadere a terra seduta, nascondendo il volto tra le mani.
Che aveva fatto di male?
Era un po acidella, questo si, ma arrivare a farsi odiare per questo, doveva essere una persona davvero schifosa per suscitare le parole che aveva udito dalla bocca di sirius.
E tutto il mondo non faceva altro che ribadirglielo.
Singhiozzava disperatamente da alcuni minuti, quando una voce seria la riscosse dalle sue paturnie.

-se ne hai ancora per molto, mi faresti la cortesia di abbassare il volume che sto cercando di ripassare?-

Fey, si bloccò di colpo.
I singhiozzi smisero di sfuggirle dalle labbra, anche se le lacrime non si fermarono, e per un lungo terribile attimo temette di essere entrata in qualche aula.
Alzò lentamente lo sguardo, per accorgersi con un moto di sorpresa che in realtà quella era un aula in disuso, che probabilmente veniva usata come sgabuzzino.
Vi era solo un ragazzino, seduto su un banco non molto lontano da lei, con un grosso libro sulle ginocchia.

-e tu chi sei?- domandò, con voce improvvisamente calma.