Noi sempre

parte XII

di Tifawow


Fey camminava silenziosa per i corridoi.
Era passato ormai qualche giorno dal suo arrivo in quel posto così strano, e finalmente aveva deciso che forse non era il caso di rimanere chiusa in quella camera per tutto il tempo, così aveva pensato che se voleva finire il prima possibile e tornarsene a casa era il caso di frequentare quella scuola.
Ed ora, con la sua uniforme e con i libri nella tracolla che, da quello che aveva capito, gli aveva procurato il Ministero della Magia, camminava con passo spedito in direzione dell’aula di Difesa contro le Arti Oscure.
Si sentiva un po' come una studentessa delle medie: i lunghi capelli biondi erano raccolti con il mollettone, ma quest’oggi non portava la fascia per trattenerli; portava la mantellina nera con la cravatta rosso-dorata, ma si era categoricamente rifiutata di mettere la gonna con i calzettoni…era una cosa che non avrebbe fatto nemmeno se pagata! Così si era procurata un paio di jeans da mettere sotto, e per il momento nessuno sembrava averci fatto caso; alle mani teneva come sempre o mezzi guanti, più per abitudine che per altro valido motivo.
Sembrava davvero una scolaretta.
E anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto pagamento, non le spiaceva per nulla.
Per quei quattro giorni che aveva passato in camere, aveva avuto tempo di conoscere un po meglio quelli che sarebbero stati i suoi compagni: anche se tendeva sempre a isolarsi dal resto del gruppo, non erano mancate le conversazioni ogni tanto, specie con Remus e James.
Remus si era dimostrato davvero un caro ragazzo: era gentile e premuroso, sembrava capirla davvero, come se anche lui in qualche modo sapesse cosa significasse essere diversi e pericolosi per gli altri; era anche una persona molto intelligente ed essendo mezzo umano conosceva anche molte cose Babbane, come dicevano loro, e quindi la loro conversazione variava da un argomento all’altro, arrivando anche a parlare di argomenti che lei aveva studiato nella sua scuola umana.
James invece si era scoperto un grandissimo rompiscatole: era un ragazzo divertente, simpatico, dalla battuta sempre pronta…ma santo cielo, se c’era una cosa che non capiva o che non voleva capire era quando qualcuno aveva bisogno di restare da solo! Ovunque andasse se lo trovava in mezzo ai piedi!
Per lei che amava profondamente il silenzio e la calma era un po' una piaga…no, non era propriamente così. Al silenzio e alla calma lei c’era stata sempre costretta…e non le spiaceva per niente avercelo sempre intorno, anzi…dentro di se sapeva che ne era rimasta particolarmente colpita.
Ovviamente preferiva non pensarci.
Il terzo ragazzo invece lo avrebbe strozzato se avesse potuto: quel Sirius Black… altero, orgoglioso, arrogante…ma chi diavolo si credeva di essere?? Era gentile con lei solo perché glielo aveva chiesto Remus (e ormai lo aveva capito che quei due probabilmente stavano anche insieme), ma sapeva che non la voleva lì… se era per quello neanche lei ci voleva restare lì!
Era troppo uguale a lei… non sarebbero mai andati d’accordo… però tutte le volte che si toccavano, anche solo per sbaglio, lei si sentiva come la prima volta che era successo, come se in quel momento fosse stata veramente completa, come se le avessero ridato una parte di se. E in quei momenti, in verità alquanto rari, riuscivano a parlare come amici, senza litigare o chissà che altro.
Il quarto ragazzo, Peter, per lei era un po' un enigma. Era strano, distaccato e sembrava quasi avesse paura di lei… non riusciva a inquadrarlo bene e ci aveva scambiato all’incirca dieci parole.
Con un sospiro continuò la sua camminata.
Quella mattina, mentre gli altri andavano a far colazione, lei era riuscita a scappare e trovare un angolino per farsi un caffè come Dio comanda… non riusciva proprio a concepire l’idea di fare colazione come se fosse il pranzo e con le tazze di caffè super annacquato, lei che a quell’ora di mattina il massimo che riusciva a fare era versarsi un bicchiere d’acqua senza vomitare.
Ed ora, decisamente in anticipo sulla tabella di marcia, si trovava a cercare quella maledetta aula.
Sospirò leggermente tra se e se.
Decisamente come prima giornata stava iniziando male, si era già persa.
Ma non era colpa sua, quel posto era enorme e aveva un centinaio di stanza ogni dieci metri come minimo!!
Alzò lo guardo dal pavimento, come a voler controllare se ci fosse qualcuno nel corridoio a cui chiedere informazioni…per quello che le risultava quel metodo quando ti perdi è universale.
Dall’altra parte del corridoio, nella direzione opposta alla sua, vide avanzare qualcuno: un ragazzo, sembrava avere più o meno la sua stessa età, alto e dal fisico abbastanza muscoloso; vestiva come lei l’uniforme scolastica, anche se i colori erano differenti; verde e argento. La cosa più sconcertante in quel ragazzo, erano certamente gli occhi, chiarissimi e i lunghi capelli platinati.
Rimase ferma qualche attimo, anche quando lui la vide e si fermò, gratificandola di un occhiata alquanto stranita.

-emh…scusa…-disse Fey dopo qualche attimo, scrollando appena il capo- potresti darmi una mano per favore?-mosse un paio di passi in direzione del ragazzo – mi sono persa….-

Il ragazzo la fissò per qualche attimo, sempre più stranito…poi sulle sue labbra si disegnò un sorrisetto per nulla rassicurante –oh, feccia Gryffindor in questo corridoio…- si fermò, incrociando le braccia sul petto e osservando la giovane: carina, decisamente molto carina.

Fey si accigliò appena…ma che stava dicendo questo -scusa?- domandò, iniziando a prendere quel tono vagamente arrogante che aveva quando iniziava ad arrabbiarsi.
Lei ancora non sapeva del leggendario odio tra le case, non se lo immaginava nemmeno, però nella sua breve vita aveva avuto a che fare con prepotenti di ogni specie per via del suo potere, e questo bellimbusto certo non la spaventava.

Il ragazzo lasciò scorrere gli occhi sul di lei volto…pelle bianca, occhi chiari…sembrava quasi una bambolina, peccato che facesse parte dei leoni, se no un pensierino ce lo avrebbe fatto volentieri- per di qui si va nel corridoio Slytherin…e tu non dovresti essere qui sai?- chiese.

-ah no?- rispose lei intensificando il tono di voce- perché non dovrei? Mica l’ho fatto apposta a perdermi sai?-

Arrogante, Strafottente.
Per un attimo al ragazzo parve quasi di vedere una Sirius Black al femminile e inizialmente la cosa non gli piacque per nulla.
Il sorriso sulle sue labbra si fece più accentuato… aveva trovato pane per i suoi denti se voleva far casino – oh non lo metto in dubbio signorina… ma una bella Leoncina come te non dovrebbe nemmeno avvicinarsi qui…sai, c’è il serpente cattivo che ti potrebbe mangiare…-

-scommettiamo che la Leoncina strappa le palle a morsi al serpente cattivo se non la pianta di fare il coglione?- semplice e concisa.

Il ragazzo platinato ci rimase.
Nessuna donna si era mai azzardata a parlargli così… solitamente ogni femmina che incontrava si limitava a fargli gli occhioni dolci e cercare di compiacerlo in tutti i modi pur di accaparrarsi anche solo un suo sguardo, o per lo meno lo trattavano con alterigia avendone paura.
Invece lei no.
Lo sfotteva addirittura, lo minacciava.
Piccola arrogante presuntuosa…come diavolo di permetteva questa ragazzina insolente di trattarlo così?
Gli piaceva.
Oh se gli piaceva.
Quella ragazzina doveva essere sua, assolutamente.
-tu!- disse dopo qualche attimo di silenzio- chi sei? Come ti chami?-

Lei non mutò lo sguardo, e la sua voce non cambiò nemmeno di intonazione- Federica Lafaire…e lei, damerino platinato?-

Ecco spiegate molte cose.
Quella doveva essere la nuova arrivata.
Quella stessa mattina Dumbledore aveva fatto a colazione l’annuncio dell’arrivo di questa ragazza nuova che avrebbe studiato con loro per il resto dell’anno… ma di certo non si aspettava che fosse quella furia dai capelli biondi!

-Io sono Lucius Malfoy signorina…-disse, sfoderando il più sensuale dei suoi sorrisi –e faresti bene a ricordarti questo nome perché ti giuro che un giorno sarai mia…-


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James stava camminando lungo il corridoio, alla ricerca di Fey.
Quella mattina, come tutte le altre effettivamente, si era rifiutata di andar a far colazione con loro, dicendo che quella che loro chiamavano colazione per lei era in pranzo e che piuttosto che bere quella cosa che loro chiamavano caffè sarebbe andata a piedi fino al regno babbano solo per un espresso.
Ed ora, dopo la sua capatina in sala pranzo, il ragazzo si stava scervellando per capire dove potesse essersi cacciata l’amica.
Quando era tornato in camera non l’aveva più vista, ed erano anche spariti i suoi libri, chiaro segno che probabilmente era andata a cercare l’aula…si, ma non c’era neanche lì!
E così ora lui la stava cercando.
Probabilmente si era persa da qualche parte, dato che era la prima volta che usciva per i corridoi da sola.
In quei giorni i loro rapporti avevano fatto qualche piccolo progresso, anche se non s poteva dire che ora brillassero per amicizia.
Dopo un primo momento iniziale in cui lei non aveva fatto altro che cercare di allontanarli, alla fine sembrava aver ceduto, forse non dando loro fiducia, ma per lo meno concedendogli una molto superficiale amicizia.
Bhe, più che altro con lui e Remus… Sirius sembrava non riuscire a sopportare la sua presenza, anche se cercava di essere gentile per via del suo ragazzo, che ogni volta che sembrava voler attaccare lite con lei cercava di sedare gli animi.
Sicuramente lui non si rendeva nemmeno conto di quanto fossero simili.
E James ne era sempre più innamorato.
Non poteva farci nulla.
Dal momento in cui aveva visto i suoi occhi aveva sentito che qualcosa in lui era cambiato, e da quando se l’era trovata davanti alla Stamberga strillante non aveva più potuto negarlo nemmeno a se stesso: amava quella piccola streghetta dai capelli biondi e gli occhi verdi.
Però lei sembrava sopportare appena la sua presenza.
Stava cercando di comportarsi in modo…diverso da come faceva con la Evans, cercando di non fare sempre il buffone ma di apparire anche gentile e a modo, e quando aveva capito che nonostante la sua freddezza lei aveva bisogno di qualcuno che la ascoltasse si era mostrato disponibilissimo a farlo.
Ma lei sembrava preferire la compagnia di Remus.
E ovviamente questo mandava in bestia Sirius.
Scosse il capo sconsolato, mentre si apprestava a voltare l’angolo…era arrivato nel corridoio Slyterin: aveva evitato fino alla fine quel posto, però visto che non l’aveva trovata altrove, tanto valeva cercarla anche lì.
Ed infatti, c’era.
Quello che vide e che sentì in un primo momento l’allarmò: Fey era in piedi, davanti a Lucius Malfoy , con un’espressione che pareva volerlo incenerire sul momento; lui le teneva il braccio destro, sorridendo e mormorando qualcosa che alla sua distanza era incomprensibile.
James nel vedere quella scena venne colto da un moto di gelosia, che venne subito placato quando vide Fey scrollare il braccio per liberarsi e rispondergli con un’espressione decisamene colorita e poco educata.
E fu sicuramente per salvare il povero Lucius da una poco decorosa fine tra le fiamme che si decise a intervenire: Fey si scaldava facilmente e da quello che ne sapeva non aveva ancora sfogato le sue fiamme da quando era arrivate.

-oh Malfoy! Vedo che hai trovato la mia compagna…- sottolineò quasi con enfasi la parola ‘MIA’. Uscì dal suo angolino avvicinandosi ai due…nell’incontrare gli occhi di Fey per un attimo parve leggervi gratitudine.

-Potter- disse in tono acido il Serpeverde –vedo che anche tu come la tua compagna di casa non sai che questo corridoio dovrebbe essere off limits per quelli come te…-

Il giovane ragazzo scrollò appena le spalle –orsù Malfoy, sii ragionevole…è il suo primo giorno e poi come ben sai a me e gli altri Grifoni ce ne sbatte altamente la minchia delle tue restrizioni del cazzo…- sfoderò il più luminoso dei sorrisi mentre, con circospezione ma con fare protettivo, mise una mano sulla spalla dell’incendiaria, pregando ardentemente che non lo respingesse.

E lei non lo fece.
Anzi, senza dare troppo nell’occhio, arretrò appena di un mezzo passo, cercando di allontanarsi il più possibile da quel Malfoy e avvicinandosi un poco di più a James.
Era arrivato nel momento giusto, ancor qualche minuta sola nel corridoio e avrebbero servito arrosto di Malfoy per pranzo, e anche piuttosto bruciacchiato.
Per ora decise di abbandonare l’orgoglio e di lasciarsi difendere…anche perché non le spiaceva affatto vedere Potter in quelle vesti; il suo cuore aveva mancato un battito quando aveva sentito la sua voce e aveva faticato non poco per nascondere il sollievo nel rivedere quella faccia di bronzo.

-oh ma davvero Potter?- domandò il biondo iniziando a sentirsi decisamente infastidito dal ragazzo occhialuto che aveva interrotto la sua conversazione con quel così raro gioiello –e invece ti do una dritta…muovi il tuo enorme culo e sloggia, perché se io sono un signore e non ho voglia di mettermi a litigare, ti assicuro che i miei compagni di casa non la pensano come me, e la colazione sta per finire…-

Fey iniziò davvero a ribollire.
Fede per dire qualcosa, ma si dovette bloccare sul nascere perché James, con un gran sorriso, la prese per un polso iniziando a trascinarla via.

-ma che bella idea Malfoy!! Grazie mille per la dritta…credo che la seguiremo…andiamo Fey…ciao ciao!!- e così dicendo iniziò ad allontanarsi.

Fey rimase silenziosa qualche attimo, godendosi quel contatto fisico seppur minimo per tutto il tempo che la sua dignità gli concedeva…poi con uno strattone cercò di liberarsi –ora puoi anche lasciarmi sai?- disse, cercando di usare il suo tono più acido.

James si fermò sospirando leggermente…aveva tanto sperato che gli lasciasse tenere la mano così; la lasciò voltandosi poi verso di lei, e, seriamente, le chiese –ti ha fatto qualcosa?-

Fey per un attimo rimase stupita da quella serietà- emh…no…no non preoccuparti…-

Il ragazzo rimase serio ancora qualche attimo…poi distese le labbra in un tranquillo sorriso –bene…se no ero costretto a strappargli le gambe una per una-

-co…come?-

-bhe ovvio…non deve assolutamente osare toccare una dei Malandrini…tu sei una di noi, dovresti saperlo…- così dicendo, per evitare imbarazzi si voltò e iniziò ad avviarsi verso l’aula di incantesimi –vieni su…tra poco iniziano le lezioni…-

A quelle parole Fey rimase come pietrificata…non le era mai successo di sentirsi dire delle parole così belle…ricacciò indietro le lacrime iniziando a camminare a un passo di distanza.

-Jamie…-

-si?-

-grazie…- così dicendo sfoderò un tranquillo sorriso affiancandosi a lui e avviandosi verso le aule.