Noi sempre

parte X

di Tifawow


I quattro malandrini, assieme alla strana ragazza caduta dal cielo percorrevano a passo sostenuto i corridoi che li avrebbero portati alla presidenza.
Camminavano disposti a cerchio intorno a lei, come a volerla schermare dalle occhiate curiose degli altri studenti…era palese che non era della scuola: a prescindere dal fatto che per la sua età avrebbe dovuto essere al settimo anno e nessuno la conosceva, poi portava vesti chiaramente gabbane, non la classica uniforme degli studenti della scuola o i tipici abiti dei maghi.
Tutti e quattro i ragazzi erano estremamente preoccupati.
Non sapevano se avevano fatto una cosa giusta o meno…sul momento gli era sembrata la cosa più naturale da fare visto quello che stava passando, ma ora, pensandoci a mente fredda, probabilmente sarebbe stata giudicata una pessima idea la loro.
Remus per primo era preoccupato…era stato lui a convincere i suoi amici e il fidanzato a trovare un modo per portare lì la ragazza e non voleva certo che la colpa di quella storia ricadesse anche sugli altri; e poi da quello che aveva capito anche lei non era poi così contenta di essere lì.
In quanto a lei…camminava in mezzo ai quattro ragazzi dei quali nemmeno sapeva il nome, senza capirci molto di quella situazione.
Per prima cosa non le succedeva certo tutti i giorni di capitare in una scuola di magia(di cose strane ne erano successe nella sua vita, ma mai così strane), e poi non capiva perché quei ragazzi si erano messi in mezzo…in tralice, lanciò un ‘occhiata al ragazzo occhialuto che stava alla sua destra; lo aveva notato fin dal primo momento, ma poi in seguito alle rivelazioni e alle strane sensazioni provate toccando il ragazzo dai capelli neri non ci aveva più fatto caso. Ora che aveva qualche attimo di tempo poteva osservarlo con più calma: era decisamente un bel ragazzo e quei capelli così spettinati gli davano un’espressione sbarazzina niente male…la cosa che l’aveva colpita di più era quella nota di allegria che aveva captato da subito e quello sguardo stralunato che le aveva rivolto quando i loro occhi si erano incontrati la prima volta.
In quel momento James si voltò verso di lei.
La ragazza avvampò e scostò il volto più velocemente possibile…lui invece le rivolse un largo sorriso, mentre le si avvicinava un poco, come a volerle parlare.

-non preoccuparti…siamo quasi arrivati da Dumbledore – disse semplicemente…in realtà voleva fare una delle sue battute cretine, ma non gli sembrava proprio il caso visto che l’ultima volta che le aveva rivolto parola quasi lo aveva strozzato.

-e chi si preoccupa- disse lei sbuffando, cercando di mantenere una parvenza di dignità…lo sguardo successivamente cadde sul ragazzo che l’aveva toccata e quello che l’aveva portata fino lì…dagli sguardi che si lanciavano e dal modo di fare così affettuoso aveva intuito che probabilmente era fidanzati…oddio, non che la cosa la toccasse minimamente visto e considerato che contro i gay non aveva nulla e che con quelle persone non aveva niente a che fare…ma era così sicura di non avere niente a che fare con loro?

Sirius, che ancora teneva la mano di Remus anche se lui era appostato qualche passo avanti a lui, lanciò una sincera occhiata di divertimento verso la ragazza e il migliore amico…non sapeva perché, ma qualcosa dal comportamento di james lasciava intendere che anche se la Evans ora si fosse svegliata avrebbe trovato un James non molto disposto a starle dietro ora.
Non sapeva se preoccuparsene o meno…numero uno, quella ragazzina arrogante non le piaceva affatto, anzi…non che fosse brutta per carità, tutt’altro era piuttosto carina, ma aveva un carattere pessimo, insopportabile, era irascibile, egocentrica…immerso nei suoi pensieri non si era nemmeno accorto che stava facendo la sua perfetta descrizione.
Ma la cosa che lo preoccupava di più di quell’interesse è che forse lei non sarebbe rimasta a lungo.
Purtroppo i suoi pensieri furono interrotti dalla voce del suo amore, che li fece fermare tutti davanti alla parete con o Gargoyle che chiudevano l’entrata della presidenza.

-siamo arrivati…-annunciò in tono calmo.

La ragazza inarcò un sopraciglio con fare interrogativo nel fissare la parete –emh…scusare ma mi state pigliando per il culo?-

I quattro ragazzi si guardarono in volto sorridendo –aspetta un secondo e vedrai –ammiccò Peter…poi si portò davanti a loro,vicino al Gargoyle –zucchero filato(sarà che ne ho una voglia pazzesca?? Çç NdTifa)-…a quelle parole, la parete davanti a loro si aprì mettendo il luce una stretta e graziosa scala a chiocciola.

La ragazza osservò quella scena interdetta –è..è assurdo…-mormorò iniziando a seguire i ragazzi sulla scala, con espressione totalmente stupita.

James, approfittando dell’occasione le si fece leggermente più vicino –bhe, devi sapere che qui più o meno tutte le sale e gli uffici privati funzionano con le parole d’ordine…e visto che io e Siri siamo qui praticamente tutti i giorni diciamo che…bhe, diciamo che siamo aggiornati sui continui cambi di parola…- ridacchiò, divertito.

La ragazza non trovò niente di meglio da dire…scrollò leggermente le spalle e continuò la scalata, che per la verità non si protrasse molto a lungo; dopo le scale, si presentava una piccola anticamere e una bella porta in legno…subito Remus si avvicinò e bussò appena all’ingresso.

-avanti- una calda e gentile voce maschile li invitò ad entrare.

-ma che diavolo ci faccio qui…-mormorò di nuovo lei, mentre, titubante come non mai e sempre più pentita di essere nata entrò nell’ufficio…sentì appena la mano si Remus posarsi sulla sua spalla come a volerle dare coraggio, ma quel gesto la rinfrancò…istintivamente quel ragazzo le piaceva.
Poi si costrinse a portare lo sguardo verso la persona che li aveva invitati ad entrare…quasi non fece caso all’ufficio nell’osservare l’arzillo vecchietto: seduto alla sua scrivania, pareva stesse scrivendo qualcosa; nulla nella sua figura pareva essere inquietante, eppure intuiva che andava preso alla leggera nemmeno per un attimo.
Per la seconda volta in quella giornata, si trovo a chiedersi perché era nata.

-quello è il preside Dumbledore…- le mormorò ancora James.

-oh bene…Signor Black, Signor Potter, Signor Lupin, Signor Pettigrew, Signorina Lafaire…vi stavo giusto aspettando…-

Gli occhi dei cinque presenti si spalancarono di colpo quando il preside diede segno di conoscere la fanciulla…quelli della ragazza erano anzi ancora più spaventati di quando se l’erano trovata davanti alla Stamberga Strillante.

Remus, che come sempre era quello che manteneva la calma anche in quelle situazioni, si fece coraggio dopo alcuni minuti –come…come ci stava aspettando?-chiese in tono leggermente titubante.

Dumbledore con un lieve colpo di bacchetta fece apparire cinque sedie davanti alla sua scrivania e fece cenno ai ragazzi di prendere posto –bhe, che sapevo che avreste aiutato la Signorina Lafaire a trovare il mio ufficio giusto in tempo per il colloquio…- sorrideva bonariamente.

Tutti erano rimasti agghiacciati.
Sirius per un attimo credette di aver imparato qualcosa dalle lezioni di divinazione e si vide morto in una tomba remota e dimenticata da tutti.
James era rigido come un tronco e stava iniziando a temere sempre più che la ragazza venisse mandata via.
Remus preferiva non pensare a niente.
Peter, come sempre il più pessimista iniziava a vedere i cancelli di Azkaban chiudersi alle sue spalle.
La ragazza era impallidita ancor di più.

Di nuovo fu Remus il primo ad aprire bocca –cioè…lei sapeva che…che noi avevamo fatto…-

-oh certo che lo sapevo Signor Lupin- di nuovo Dumbledore indicò le sedie..questa volta i ragazzi vi presero posto senza fiatare –se non avessi messo il libro nel baule di Severus Snape voi non avreste mai saputo come attirare la Signorina in questo posto- lo sguardo si spostò sulla ragazza sorridendole.

Lei rimase agghiacciata- ma…ma io che vi ho fatto di male? –chiese con aria di chi sta per avere un collasso –non potevate lasciarmi a casa mia? –

Dumbledore scosse leggermente il capo –mi spiace Signorina, ma non avevamo scelta, dovevamo portarla qui…-il suo tono di voce si fece appena serio –del resto, credo sappia anche lei che il suo potere necessita di un controllo per non far succedere altri guai –

Tutti i ragazzi si voltarono verso la ragazza, che dal pallore precedente aveva acquisito una bella tonalità rossa –si…lo so…- mormorò in tono basso, come se sapesse perfettamente a cosa il vecchio mago si riferiva con quella frase –ma ancora non capisco cosa faccio io qui…-

-oh ma è semplice signorina…lei è stata portata qui per poter frequentare nella nostra scuola dei corsi speciali per controllare il suo potere da incendiaria e per mettersi alla pari con gli altri studenti del 7° anno…è tropo grande per stare con i ragazzini di 11 anni, non crede?-

Ancora silenzio.
La ragazza ormai era diventata del colore della panna e sembrava stesse per svenire da un momento all’altro –ma…ma che vuol dire?- domandò dopo qualche attimo di esitazione…Dio, lo sapeva fin troppo bene cosa voleva dire!

-che vuol dire?- il mago sorrise ancora –signorina, non c’è molto da capire, non crede?-

-ma…ma io non so niente! Io non centro niente qui! Cioè…io ho studiato 5 anni alle magistrali mica…mica la magia! Non esiste la magia…- arrossì di colpo -cioè, si esiste ma non…non capisco perché io sono qui…io non appartengo a questo posto strano!-

-Sicura di voler tornare a casa Fayenne?-

La ragazza si bloccò…tornare a casa…ma lei aveva mai avuto una casa? Bhe, considerato quello che le urlavano ogni volta che ci metteva piede in quella casa, poteva dire di no…considerato che aveva rischiato almeno una ventina di volte di finire in mezzo a una strada, poteva tranquillamente ripetersi :no.
Effettivamente non è che gli interessasse più di tanto.

James la osservava ancora, in silenzio…sorrise appena nel sentire il nome di lei, fino a quel momento non si era ancora presentata, e sapeva che se lei non fosse stata presente avrebbe ringraziato Dumbledore per quella preziosa informazione.
Gli spiaceva vederla in quel modo…era confusa e non ci stava capendo niente di niente, quello glielo si leggeva tranquillamente in volto.
Avrebbe voluti fare qualcosa per aiutarla, ma capiva anche che in quel momento l’unico che avesse una minima idea di quello che stava succedendo era il vecchio preside.

-emh…mi scusi professore…- lo interruppe Sirius dopo qualche attimo –ma come…cioè, come ha fatto a fare in modo che lei…che noi riuscissimo a portarla qui? Voglio dire…noi che centravamo in questa storia? E poi…perché doveva venire qui?- finalmente si decise a dare voce ai pensieri che occupavano la mente di tutti ma che nessuno aveva il coraggio di esprimere.

Il preside sorrise ancora –oh si giusto, stavo quasi per dimenticarmi di questa parte…- si aggiustò gli occhiali prima di proseguire –dunque…si credo sia il caso che ascoltiate anche voi, visto che i vostri destini sono ormai profondamente legati a quello della signorina Lafaire…-non badò agli sguardi straniti dei presenti –ecco…qualche settimana fa, venni richiamato da Caramell per una questione urgente, riguardante un mago che per le vie babbane si divertiva a dare fuoco a tutto quello che incontrava –nessuno potè notare la strana espressione di Federica –tutti gli indizi portavano a credere che il responsabile di tutto quello fosse un incendiario, un mago che ancora non sapesse controllare il suo potere, così mi venne dato l’ordine di trovarlo e di insegnargli tutto il necessario…- alzò lo sguardo sulla ragazza –ed è quello che ho fatto…l’avevo già individuata da un pezzo, ma non volevo semplicemente andare lì e parlarle…forse perché mi ero accorto di una cosa importante: la signorina Lafaire, è identica in tutto e per tutto al Signor Black-

-a chi????- esclamarono all’uniscono i due ragazzi, guardandosi per un attimo come se fossero lebbrosi, con uno sguardo schifato.

-oh si avete capito bene. Me ne sono accorto subito sapete? Siete identici in tutto e per tutto…in come vi comportate, in come parlate…addirittura in come pensate…e così ho pensato che sarebbe stato carino per una signorina come Fayenne avere degli amici come voi…e mi sono semplicemente limitato a legare un po i vostri destini con un incantesimo facile facile-

Remus sorrise a sua volta – è vero sai? Me ne sono accorto anche prima…credo che se…Fayenne rimarrà qui saranno settimane molto interessanti-

Sirius e Fayenne si guardarono per qualche attimo senza dire niente…”io assomigliare a lei???” si domandava incredulo il ragazzo…ma che diavolo stavano dicendo tutti? Quella ragazzina insignificante non poteva certo assomigliare a lui! Non poteva certo immaginare che era solo la sorpresa a fargli pensare quelle parole quasi offensive.

Poi quest’ultima prese il coraggio a quattro mani e tornò a parlare con il preside – ma io…io non posso restare…i miei genitori non me lo permetterebbero e certamente non ho soldi per poter…per poter fare questo tipo di studi…-

-oh bhe, per quello non c’è problema signorina…ho spiegato già la situazione ai suoi familiari e sono stati più che contenti di lasciarla stare qui…per quanto riguarda i soldi, anche quello non è certo un problema :essendo stato il ministero a richiedere la sua presenza qui, sarà il ministero stesso a mantenerla fino alla fine degli studi- la fissò per qualche attimo –a questo punto credo che non abbiamo altro da dirci signorina, vero?-

Lei rimase in silenzio ancora…come se stesse cercando di prendere coraggio…portò la mano destra sopra il cuore, come a volerlo calmare –a quanto pare no…- disse infine.

James posò una mano sulla spalla di lei, come a volerle dare forza…forse non capiva appieno il perché di quella sua reazione, ma non poteva non cercare di calmarla.
Per lui era sempre stata una grande fonte di gioia poter vivere lì…non capiva per quale motivala ragazza potesse essere così terrorizzata da quell’idea, ma intuiva che il motivo doveva essere molto profondo…così profondo e intimo che aveva timore a chiedere.
La ragazza parve ignorare il leggero tocco della di lui mano, quasi non esistesse.

-sono certo che ti piacerà stare qui…- la rassicurò il vecchio con fare gentile –ora signori –rivolgendosi ai malandrini –sareste così gentili da scortare la signorina alla sua stanza? La sua roba è stata già portata lì…-

Tutti si alzarono in piedi a quelle parole -certo- disse Remus, iniziando ad entrare di nuovo nel suo ruolo di prefetto –in che stanza alloggerà?-

-come? Ma nella vostra no?- alle faccie sconvolte dei ragazzi non si scompose minimamente –ormai i vostri destini sono uniti indissolubilmente, e visto che non ci sono altri posti disponibili pensavo che non fosse male mettervi assieme…voi dovrete aiutarla ad ambientarsi-

-ma…ma…-cercò ancora di dire la sua la ragazza…ormai era arrivata al limite…perché come sempre tutti si limitavano a decidere per lei senza nemmeno chiedere il suo parere? Lentamente, senza guardare in faccia nessuno, si alzò il piedi…il volto era basso, coperto in parte dai capelli –bene, visto che ha già deciso…posso andare?- domandò.

Dumbledore pare esitare un attimo…poi annuì –un giorno capirai- mormorò prima di lasciarla andare.

Fayenne si mosse lentamente, scostando la sedia…poi voltando le spalle al vecchio preside si allontanò, senza mai alzare lo sguardo, fino a sparire dal di là della porta, che si chiuse pesantemente alle sue spalle.
Un passo.
Poi un altro.
Ora poteva alzare lo sguardo senza doversi preoccupare di quello che avrebbero detto i ragazzi strambi se l’avessero vista…le sue guance erano rigate di calde lacrime.
Non le importava un gran che di casa sua, questo era vero…ma i suoi amici, suo fratello…di loro si che gliene importava! Ma la cosa che le faceva venire le lacrime agli occhi era la paura, si perché lei aveva paura, una paura cieca di quella cosa chiamata magia e che per tutta la vita si era rifiutata di accettare.
Sapeva di non essere normale…lo sapeva fin da quando da neonata dava fuoco alle tende della sua cameretta, ma sperava, dentro di se desiderava con tutto il suo cuore di poter diventare “normale” un giorno.
E con le parole di quello strano vecchio tutto il suo sogno si stava frantumando.
Con estrema lentezza mosse un altro traballante passo e si appoggiò con la schiena alla prima parete che trovò: non aveva la forza di andare avanti ma soprattutto non sapeva da che parte andare.
Perché nessuno le lasciava mai la possibilità di scegliere?
Perché tutti con lei dovevano per forza avere un secondo fine?
Si morse in profondità il labbro, quasi a farlo sanguinare…avrebbe voluto soltanto scappare via da quel posto così strano, nascondersi in qualche dove e non fare più ritorno ne lì ne a casa sua, cambiare vita, identità e tornare ad essere una persona normale.
Ma lo sarebbe mai stata?
Quando poteva metterci il suo potere a concentrarsi e a sfogarsi facendo un casino atroce come quello della settimana scorsa?
Lentamente alzò la mano destra, coperta dal mezzo guanto e se la portò davanti agli occhi…solo due ore prima aveva perso il controllo(solo un piccolo falò, non era paragonabile al casino di qualche sera prima)e come sempre ora le sue mani erano in uno stato pietoso: sospirò riabbassandola; per lo meno la mano sarebbe tornata normale in poche ore.
Però faceva male.
Faceva malissimo ogni dannata volta.
I suoi pensieri furono interrotti dalla porta della presidenza che si apriva.
Alzò appena lo sguardo, senza curarsi di asciugarsi gli occhi: il ragazzo che il preside aveva chiamato Lupin stava avanzando verso di lei, cauto, seguito a pochi passi di distanza dagli altri.

-andate via- disse semplicemente…forse se ci fosse stato solo il biondo avrebbe potuto sopportarlo, ma anche gli altri decisamente no, specie quella faccia da schiaffi di Black!

Remus non la ascoltò…lentamente si avvicinò fino ad arrivarle di fronte…le sorrise leggermente –non posso…se non ti aiutiamo noi come lo trovi il dormitorio e la stanza?-

Gli altri tacevano.
Sapevano che era meglio lasciar fare a Remus in quei casi…era certamente il più adatto a tranquillizzare una persona quando era agitata.

-non me ne fotte un cazzo- disse lei distogliendo lo sguardo –mi arrangio…ora lasciatemi sola!-

-senti…- il ragazzo allungò l amano cercando di poggiargliela sulla spalla…

-non toccarmi!!- rapida la mano di lei si alzò a scacciare quella di lui, in un gesto brusco e quasi violento…subito il bracci venne ritirato, e lei si trovò a guardarlo un vago senso di colpa –scusa…-mormorò quasi subito.

Nel vedere quel gesto rivolto verso il suo amore, Sirius avanzò minaccioso di un passo –senti brutta stronzetta! Vedi di tenere giù le mani da Remus o che tu sia una ragazza o meno di spezzo il collo!-

-Siri…- Remus fece per metterlo a tacere, ma troppo tardi.

Gli occhi di Fayenne si erano asciugati ed ora lo guardava con aria di chi voleva commettere un omicidio- tu cosa? – sibilò quasi.

-Hai capito bene stronza!- sottolineò quest’ultima parola- ma ti pare il modo? Rem voleva solo aiutarti!!!-

-Bhe nessuno gliel’ha chiesto!-

I due ragazzi parevano sul punto di esplodere.
James subito si mise in mezzo, incoraggiato da uno sguardo implorante di Remus, e ancor più motivato da quello scintillio di fuoco che scorse per la frazione di un secondo negli occhi della ragazza…non sapeva perché, ma sentiva che se avesse indugiato ancora un secondo del suo migliore amico sarebbe rimasto soltanto qualche capello bruciacchiato.

-No no dai…calmi…-il corpo snello del ragazzo si trovò tra quello di Sirius e Fayenne, che ancora si fissavano minacciosi- non è il caso di fare i bambini…non qui almeno…forza, tutti nel dormitorio e parliamone in maniera civile…-

-almeno qualcuno mi ascolta-sospirò Remus, seguendo l’esempio dell’amico e mettendosi tra i due…subito la sua mano andò a cercare quella di Sirius, cercando di calmarlo- ha ragione Fayenne…non dovevo mettermi in mezzo, sono io che ho sbagliato e lei ha reagito…- tranquillo il suo tono di voce, ma lasciava chiaramente intendere che non ammetteva repliche.

-ma Rem…-

-non un’altra parola Paddy…va bene così, non voglio litigare con nessuno-

Fayenne teneva ancora lo sguardo rivolto verso il basso…le lacrime avevano di nuovo iniziato a solcarle le guance –lasciatemi stare…per favore lasciatemi andare…-mormorò.

James si voltò nella di lei direzione…il sorriso che le rivolse la fece quasi tremare –no, non ti lasciamo stare…ora vieni con noi su…ti facciamo vedere il tuo letto e dove hanno sistemato la tua roba-da allegro e spensierato che le era apparso in un primo momento, ora il suo tono di voce si era fatto stranamente più maturo –sei stanca…hai bisogno di riposare, di curare quel brutto livido e di mangiare qualcosa- disse semplicemente, come se fosse la cosa più normale del mondo –Dumbledore ci ha chiesto di aiutarti ad ambientarti, ed è quello che faremo…giusto?- si voltò verso i suoi amici cercando conferma nei loro sguardi.

Remus annuì deciso, seguito da Peter –esatto!- un attimo di silenzio…poi anche Sirius diede il suo assenso, anche se con meno entusiasmo degli altri. Non è che non gli piaceva quella ragazzina ma…bho, era strana ecco.
Se si fosse fermato a ragionare si sarebbe accorto che non gli piacevano i comportamenti che odiava in se stesso, ma il suo solito orgoglio come sempre gli impediva di ammettere che non fosse perfetto come invece cercava di autoconvincersi.

Trovata la conferma che cercava, James si voltò di nuovo verso di lei, portando la mano destra ad asciugarle la guancia –ora non piangere…non so cosa si prova nella tua situazione, ma sono certo che ti piacerà stare qui…poi ci siamo noi a farti compagnia e non potresti sperare in una compagnia migliore no? – le strizzò l’occhio –ora andiamo nei dormitori, ti va?- sorrise quando lei annuì leggermente, senza parlare -oh a proposito… mi presento, io sono James….- le tese la mano con fare amichevole.

Remus lo guardò soddisfatto…sapeva che James dopo un primo impatto si sarebbe comportato in quel modo e ora si sentiva più tranquillo…visto che era così identica a Sirius per forza quella ragazzo doveva stargli simpatica- io sono Remus…-

-Peter..-squittì il terzo senza muoversi dalla sua posizione.

Un attimo di esitazione…poi anche Sirius si avvicinò di un passo –Io sono Sirius e…scusa per la scrisata…-a fatica gli uscirono quelle parole, ma sapeva che se non si fosse scusato Remus non gliel’avrebbe mai perdonato.

Lei li guardò uno a uno per qualche attimo…sul suo volto vi era disegnata una sorta di stupore, qualcosa di indecifrabile…poi appena la sua mano fasciata dal guanto si mosse prendere quella di James…il ragazzo fremette –io sono Fayenne…-

-Bhe, è un piacere allora…compagna di stanza- sorrise ancora più ampiamente di prima Peter.

Lei ricambiò timidamente quel sorriso…forse per la prima volta in tutta la sua vita iniziava a sentirsi accettata…e non aveva mai provato una sensazione più bella di questa.

-Fayenne…-mormorò James pensieroso…qualche attimo, poi la sua faccia parve illuminarsi di gioia- da oggi tu per noi sei Fey!!-