Disclaimers: I personaggi sono di Takehiko Inoue, io sono sempre la poveraccia senza un soldo bucato che ero quando ho acceso il pc, anzi, ci ho pure sacrificato qualche ora di sonno…

Note: HanaRu & RuHana forever (mi sto lasciando contagiare…^^)

Note 2: Ecco la mia quarta fanfic, dopo “Rosas”, “Nadie como tu” e “Un mundo mejor”, basate sulle canzoni di un gruppo spagnolo, La Oreja de Van Gogh. La maggior parte delle loro canzoni sarà riunita nella storia a capitoli che s’intitola come il loro ultimo lavoro, “Lo que te contè mientras te hacias la dormida” ( quello che ti ho detto mentre dormivi).

Io sono di base una scrittrice comica ed allegra e finalmente, dopo tante ficcine serie seriose o presunte tali, posso sbizzarrirmi con la ficci per il

 

CIOMPLEANNO DI HANA-PUCCI!!!^^

 

Anche questa fanfic è basata su una canzone spagnola, No hace falta, di Cristian Castro.

Le canzoni che uso come ispirazione sono meravigliose (o almeno lo sono per me ^^), e mi impegno fin d’ora a inviare via messenger gli mp3 a chiunque me li chiederà!

Troverete che cerco di evitare il più possibile riferimenti temporali al fumetto…che ce volete fa?non sapevo dove collocarla…

Spero che vi piaccia e che leggerete anche le altre one shot ( sono tutte le canzoni che non rientravano nel racconto in capitoli )! Un baci8 a tutti!

Marty

Dediche: A Yukari,meravigliosa e dolcissima moglie di Mitchy sexy sempai! J’adore! E poi a Denise, l’autrice della fantasmagorica saga di July e tante altre storielline fantastiche!

Per concludere, alle ragazze dell’Ysal, che mi hanno fatto conoscere il meraviglioso mondo delle fanfiction yaoi e shounen ai, e a quelle di Manganet che mi hanno permesso di conoscere…YUKARIIIIIIIIIIIIIIIIII!

E una dediconissima a Sei-chan, Saya e Natsume che hanno scritto le notine di commento alle mie fanfci precedenti.

Ma la dedica più grande la faccio per Sara, la ragazza più fantastica del sistema solare, che pur conoscendo poco SD e non avendo mai letto nulla di yaoi ha letto tutto-tutto quello che le ho propinato, regalandomi anche preziosi consigli e (naturalmente) consulenza disinteressata (se non ci guadagno io, figuratevi lei che non ha alzato una paja! è_è)

Solita precisazione: in corsivo il testo della canzone (e la dedica di Cristian alla moglie, presa dal suo ultimo cd “Amar es”), tra parentesi la traduzione e le note delle mie amike (se ci saranno) tutte a colori!

Ora finalmente… ( parappappà ) la fiction!

 



No hace falta

di Marty


 

Tokyo, ore 06.30 - 01/04

 

Il sole faceva capolino, sbadigliando assonnato, eppure c’era qualcuno già in piedi.

Tutte le persone che incontrava si fermavano ad ammirarlo: sfido io, c’era molto da ammirare.

Le gambe lunghe e snelle, forgiate dalla corsa.

I fianchi ben modellati, sempre pronti, con una torsione del busto, a smarcare il rookie numero uno della prefettura.

La figura scattante, che sembrava in procinto di spiccare il volo.

I pettorali che affioravano fasciati da una stretta casacca color verde bottiglia, sotto alla quale i capezzoli facevano capolino, complice il freddo pungente del primo mattino.

La folta chioma nera e setosa, troppo lunga, il cui scopo principale era nascondere i magnetici occhi di ghiaccio, neri, ma screziati di blu.

Le braccia pallide, i cui muscoli guizzavano nervosi mentre, con i pugni stretti nelle tasche dei pantaloni, il bellissimo ragazzo, assorto in chissà quali pensieri, entrava in un piccolo parco deserto.

Chi si soffermava a guardarlo, notava che assomigliava vagamente ad una volpe artica, anche nell’andatura elegante e leggiadra.

Si buttò a sedere su una panchina, lasciandosi sfuggire un gridolino infastidito sedendosi sulla rugiada che l’aveva ricoperta.

E così, bagnato ed agitato, si pose a ricordare gli ultimi due giorni, quelli che avevano stravolto la sua vita.

 

* “Ti amo”

   “Hn”

   “Ti amo”

   “Mpf”

   “Ti amo”

   “Tzk”

…                    *

 

Perché doveva essere così difficile?

In fondo erano solo due paroline senza importanza.

Tutti gli innamorati, o presunti tali, le dicevano senza problemi.

Gli sfuggì l’ombra di un sorriso, ricordando l’esperimento del giorno prima.

Siccome non sembrava così difficile, il problema era forse solo che gli mancava l’allenamento.

In fondo, era sempre stato solo.

Non aveva mai condiviso sentimenti con nessuno, era comprensibile che ora che voleva farlo gli risultasse un poco…complicato.

Quindi, aveva deciso di fare pratica e, entrato nello stesso parco in cui si trovava quella mattina, ma verso metà pomeriggio, iniziò a dire “Ti amo” a tutte le persone che incontrava. Che fossero uomini, donne, adulti, ragazzini, vecchiette, non gli importava.

La cosa importante era rimuovere il blocco che gli impediva di dire le sospirate paroline alla sua testa rossa.

Certo, lui non gli faceva pressioni, ma si vedeva che soffriva.

Dopo quel folle pomeriggio rimediò ventisette proposte di matrimonio, ottantaquattro svenimenti, un infarto (la vecchietta di cui sopra…) e trentanove risse.

Ma quando tornò all’albergo, anche se un po’ pesto, si sentì pronto a compiere quel “passo”.

Quindi prese Hana per un braccio e lo trascinò in giardino, poi gli si piantò davanti, le braccia tese ai lati del suo corpo con i pugni chiusi e uno sguardo risoluto.

L’aspetto battagliero del suo ragazzo preoccupò un poco il rossino, che gli chiese “Che c’è? Che ho fatto? Vuoi fare a botte?” mettendosi in posizione difensiva.

Il volpino, dopo aver preso fiato una cinquantina di volte e dopo aver fatto vibrare le corde vocali senza successo abbassò il capo, poi gli si avvicinò e lo baciò con passione.

Missione: FALLITA (non ho resistito ^^)

E ora? Si chiedeva il poveretto, che si sentiva da schifo.

Non era mai stato un inconcludente, né un indeciso, doveva fare qualcosa di grandioso!

Dopotutto quello era un giorno speciale!

I suoi pensieri furono interrotti dal suono di una campana.

Contando i rintocchi, Rukawa balzò in piedi sbalordito: erano già le nove!!!

Era rimasto a rimuginare così tanto che rischiava di non avere abbastanza tempo per cercare qualcosa che rivelasse i suoi sentimenti in modo inequivocabile!

Per fortuna, quella mattina, essendo l’ultima della gita, era stata loro concessa per fare le compere per parenti ed amici.

Poi, nel pomeriggio, a preparare i bagagli, dato che si doveva partire alle cinque del mattino del giorno successivo.

Ed ecco quindi il nostro eroe vagare per le strade affollate di Tokyo in cerca di un oggetto, un indizio, qualsiasi cosa che il Demone Celeste fosse stato così gentile da mandargli.

Ed ecco l’illuminazione: sul marciapiede di fronte a lui una grande insegna rosso fuoco recitava “SARU cd internazionali”

Se non era un segno quello!

Avvicinandosi all’ingresso, fu subito colpito dalla massa di ragazzine urlanti di fronte ad un maxischermo che trasmetteva video musicali.

Alzò lo sguardo e lo fissò incuriosito: su una musica dolce e melodica, le cui parole risultavano incomprensibili, cantate da una voce maschile forte e tenera allo stesso tempo, scorrevano le immagini di una geisha.

La geisha si trovava con un uomo (presumibilmente quello che cantava la canzone), bellissima e perfettamente truccata, e con movenze leggere e studiate cercava di sedurlo.

Ci riusciva (almeno così sembrava, visto che si baciavano sdraiati su un materasso in mezzo all’erba) ma l’uomo aveva un’aria triste ed afflitta.

Le diceva qualcosa con una luce di preghiera negli occhi: e alla fine il miracolo avveniva.

La geisha chiudeva gli occhi e in un turbine spariva il trucco e la parrucca, e di fronte all’uomo stava una semplice donna, sempre bellissima, che lui stringeva con gioia incredula tra le braccia, accarezzandole i lunghi capelli castani e baciandola poi con tutto l’amore di qualcuno che finalmente si sente amato davvero.

Sullo schermo nero apparvero poche righe scritte in bianco, che ovviamente per lui erano geroglifici illeggibili (te credo, era spagnolo!^^) ma per la ragazzina al suo fianco, a quanto pare, no, visto che dai suoi occhi iniziarono a sgorgare copiosi lucciconi.

Il volpino decise di rischiare l’ottantacinquesimo svenimento e le chiese in un soffio: “Tu capisci questa lingua?”

Lei si voltò verso di lui mentre il suo viso si trasfigurava dallo stupore.

Rukawa sbuffò, pronto a scappare in caso di strida o gesti inconsulti da parte della tipa, ma questa disse solo “Non ci credo! Un maschio interessato a una canzone così romantica! Che teenero!” e gli sorrise.

Lui si scostò una ciocca di capelli corvini dalla fronte imbarazzato, e poi le indirizzò uno sguardo interrogativo.

Non gli aveva ancora risposto.

“Ah, già! La lingua! Sì, certo, scusami.

È spagnolo, io lo conosco perché lo studio all’Università ed ho vissuto sei mesi in Andalusia. Mi chiamo Tosko, tanto piacere (è una mia amica giapponese che va pazza per le sigle degli anime e vive davvero a Granada! Ci siamo conosciute là! Omaggino Tosko, anche se non lo leggerai…mi faceva piacere ricordarti!^^)

“Hn, Kaede Rukawa.

Di Kanagawa.

In gita con la scuola” rispose, laconico come sempre, il nostro volpino.

“Devi sapere” gli spiegò la ragazza “che questo cantante, che si chiama Cristian Castro, ha sposato una ragazza italiana, Gabriella, che per lui ha rinunciato a tutto ed ha cambiato la sua vita rivoltandola come un calzino, solo per amore.

Lui non credeva all’amore, pensava fosse una sciocchezza inventata dalle industrie del cioccolato per avere una scusa che spingesse a comprare il loro prodotto… (sembra folle, ma una mia amica un s. Valentino me lo disse davvero!)

Poi è arrivata lei, l’ha cambiato, gli ha fatto capire quanto fosse bello avere qualcuno con cui dividere la buona e la cattiva sorte (ma questo c’ha i miliardi! Te credo che divide la sorte, tsk… è__è), l’importanza delle piccole cose, la gioia di un semplice gesto di tenerezza…

Tutte cose che lui non conosceva e a cui non era abituato.

Per questo non è mai riuscito a dirle cosa significasse per lui, non sapeva come farlo.

Poi ha deciso di usare l’unico mezzo in cui la sua anima si rivela: la musica.

E così ha chiesto alla casa discografica questo pezzo, spiegando il senso che avrebbe dovuto avere, e ha scritto lo storyboard del video che hai appena visto.

La donna con lui è proprio Gabriella, per questo la passione che mettono nei baci è così realistica.

La sua gioia quando riesce a vederla per quello che è quando lei decide di rivelarsi e donarsi interamente a lui, è un messaggio per il suo amore: “Molto presto sarò io a farlo con te.”

E tutto questo senza nudità inutili o una sola nota di troppo.

Direi che come pegno d’amore è perfetto.

E come perla finale c’è la dedica alla fine del video, che dice:

 

Dedico questo disco e questo video a mia moglie Gabriella, che ha lasciato il suo paese, i suoi amici e la sua vita per me...

 

(urge una notina: la dedica di Cristian finisce così, quindi la farò rielaborare alla ragazza per adeguarla al mio RuRuLove e poi verrà adeguata di nuovo in seguito, eh eh eh…)

 

Io credo che sia davvero meraviglioso, no?”

“Chiunque sia capace di un amore così grande non può avere problemi a dichiararlo!”

Obiettò incredulo Rukawa, che non riusciva a vedere chi scrive simili parole impacciato come lui col suo Hanamichi.

Ma Tosko scosse la testa “Chiunque ama può avere problemi a dichiararsi. Anzi, ti dirò di più: più grande è il sentimento più è difficile esprimerlo a parole.

Vedi, sono parole che se dette col cuore non possono poi essere cancellate. Sono come un giuramento eterno.

È normale che una persona libera ed indipendente si senta, magari inconsciamente, restia a legarsi ad un’altra”.

Il volpino la guardava estasiato.

Come era riuscita a sciogliere tutte le sue ansie come neve al sole?

Ora tutto era così bello e facile…che stentava a crederci.

Ma poi si rabbuiò.

Stava ripensando che Hanamichi non aveva avuto alcun problema a dirgli “Ti amo” e anzi, glielo aveva ripetuto più e più volte.

Gli si strinse il cuore: questo voleva dire che era solo un gioco, per lui? Non era amore vero?

Ma l’angoscia non fece in tempo ad invaderlo, perché la piccola mano rosea di Tosko si posò sul suo bracciò strattonandolo appena, per attirare la sua attenzione.

“Ma c’è anche un’altra possibilità” gli disse, come se avesse letto le sue preoccupazioni.

“Quale?” Ru doveva sapere.

“Beh, c’è anche il caso di una persona che ha amato per così tanto tempo l’altro da aver quasi accumulato i suoi sentimenti, accatastandoli uno sull’altro, in attesa del momento in cui sarebbero stati rivelati all’amato.

Come puoi ben immaginare, si trasforma in una specie di pentola a pressione: appena viene sbloccato il sigillo che impediva ai suoi sentimenti di fluire liberamente, questi come un fiume in piena verranno catapultati fuori, e sarà impossibile arrestarli. È probabile che chi si trova in queste condizioni non riesca a smettere di esprimerli anche se forse si sentirà imbarazzatissimo quando si renderà conto di non riuscire assolutamente a controllarsi…

Per contro, l’altra persona non ha mai neppure pensato ad una situazione simile, o magari sì, però l’ha relegata in un angolo bollandola come irrealizzabile.

Una volta che le cose si sviluppano in questo modo, è quindi per lui impossibile rispondere con la stessa intensità.

Uno ha avuto molto tempo per capire ed accettare quello che prova.

L’altro se lo è ritrovato davanti agli occhi senza averlo mai notato prima.”

A questo punto la ragazza tacque guardandolo di sottecchi.

“Direi che tu sei della prima categoria e il tuo ragazzo della seconda. O sbaglio?”

Al boccheggiare inarticolato del bel moro rispose scrollando le spalle “Si vede”.

“Mi…mi puoi tradurre le…pa-parole della canzone del vi-video?” sussurrò Kaede recuperando la vocalità a fatica.

Era così palese?

Kami, come lo aveva cambiato quel do’hao…

Ah, ma anche di questo avrebbe dovuto rendere conto!

La ragazza ridacchiò e poi prese una cuffia da ascolto, porgendogli l’altra.

Le prime note invasero l’aria e poi lei iniziò una traduzione simultanea, che seguiva immediatamente ogni strofa della canzone.

 

No hace falta

(Non ho bisogno)

Que aparente

(Di fingere)

Tu conoces cada linea de mi mano y me convences

(Tu conosci le linee della mia mano e mi convinci)

No hace falta

(Non c’è bisogno)

Que nos prueben

(Che ci mettano alla prova)

Si sellamos de palabra esta promesa y somos fieles

(Se ci facciamo a voce una promessa e la manteniamo)

No hace falta

(Non ho bisogno)

Que demuestre

(Di dimostrare)

Que recuerdo con detalle cada fecha con claveles

(Che ricordo i nostri anniversari portandoti fiori)

Quien nos juzgue que se mire en el espero y se confiese

(Chi vuole giudicarci si guardi allo specchio e sia sincero)

Es tan grande el sentimiento que nos une

(È così grande il sentimento che ci unisce)

No se vende

(Non si vende)

No hace falta

(Non ho bisogno)

Llevarte alla gloria

(Di portarti all’altare)

Vestida de novia

(Vestita da sposa)

Por aparentar

(Per salvare le apparenze)

No hacen falta

(Non servono)

Los ramos de flores

(I mazzi di fiori)

No sanan dolores

(Non leniscono il dolore)

Si busco y no estas

(Se ti cerco e non ci sei)

Solo pido tiempo

(Ho solo bisogno di tempo)

Para amar

(Per imparare ad amare [traduzione mooolto libera, ma fa al caso mio!^^])

No pretendo transformarte

(Non voglio cambiarti)

Solamente si prestamos atenciòn allì està el arte

(L’importante è che ci prendiamo cura l’uno dell’altro)

Escucharte y desnudarte

(Ascoltarti e poi spogliarti)

Si tus ojos y tus labios son mi cielo

(Se i tuoi occhi e le tue labbra sono il mio cielo)

Como descuidarte

(Come posso non preoccuparmi di te?)

No hace falta guardarnos secretos

(Non serve nasconderci le cose)

Se lleva el respeto en la complicidad

(Il rispetto vive nella complicità)

No hace falta decir que es perfecto

(Non c’è bisogno di dire che è tutto perfetto)

Fingir que eres mia frente a los demas…

(Fingere che sei mia davanti agli altri…)

[urge notina: questo verso significa che lei non è sua, in quanto è un essere libero ed indipendente, quindi per quanto si amino più della vita stessa, mantengono ognuno la propria identità!^^]

 

Tosko tacque, strofinandosi un occhio.

Rukawa sembrava in una nuvola.

“Lo prendo” decise.

E, ringraziata la ragazza, si diresse alla cassa per pagare.

 

Uscito dal negozio con il prezioso pacchetto in mano, aveva ormai deciso.

Quella conversazione gli aveva fatto capire molte cose.

Ora sapeva come dimostrare che lo amava.

 

 



 

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