Nightmare

Second Date

di Chibi-chan

“Solo, rinchiuso nei miei incubi
ti chiamo forte…
dove sei?”




Buio, buio dietro quella stretta fascia bianca… solo il rumore dell’acqua che gocciola, gocciola sempre di più.
Non aveva ancora capito dove si trovava… aveva paura… lo ammetteva.
Quel luogo gli ricordava tanto la stanza dove era stato rinchiuso… la sua stanza…
Scosse la testa, non era il momento di ripensarci… i polsi facevano male, tanto; tentò di muoverli un po’, anche per trovare una posizione più gradevole… ma nulla.
Si sentiva in gabbia… si sentiva? Cazzo lo era… quelle che vedeva quando la benda veniva portata via erano le sbarre di quella cella… di quel luogo in cui era imprigionato.
Ma non vedeva solo quello, quando il buio spariva vedeva due occhi, due fantastici occhi viola, belli, intensi.
Uno dei suoi rapitori, su questo non c’era dubbio… ma nel suo sguardo non c’era cattiveria, non c’era sadismo, c’era solo… dolore?
Era questo che si celava dietro quella piccola ombra?
Era questo che si celava dietro quelle iridi viola?
Voleva saperlo, voleva saperlo con tutto se stesso.
Forse per questo ogni volta che lui arrivava con il cibo si sentiva felice, a parte quel brontolio del suo stomaco che finalmente veniva placato.
Ma lui se ne andava ogni volta, portava il vassoio e senza nemmeno ascoltare le sue parole si voltava, andava via da lui… e si sentiva… solo.
Fra un po’ sarebbe stata ora di togliere la benda, mangiare, stare un pomeriggio senza il fastidioso tessuto, mangiare di nuovo e poi rimetterla.
La sua vita era così ormai… da quanto? Gli sembravano una eternità… ma erano solo quattro giorni.
Quattro giorni in cui era sparito da casa… i suoi genitori che cosa avrebbero pensato, cosa stavano provando in quel momento.
Genitori… no, non era esatto, tutori… i suoi tutori… gli voleva bene, come negarlo… ma a volte erano così… strani.
Specialmente la matrigna… anzi i suoi tutori non erano nemmeno una coppia, erano zia e nipote… e non facevano altro che litigare, per le cose più stupide.
Ma era piacevole stare con loro, sentire le loro voci… era bello, si sentiva in una vera famiglia.
Il suono delle chiavi indicava l’apertura della cella.
Alzò il viso di scatto… mentre dei passi si avvicinavano… stava arrivando di nuovo, ancora a liberarlo da questo buio, anche se solo per un pomeriggio.
Le fini mani si misero a slacciare il nodo della benda, slegandolo con abili mosse, portandolo lontano dal viso del giovane.
Lentamente aprì le palpebre, per abituarsi alla luce, per riabituarsi a vivere.
Guardò di nuovo l’uomo che aveva davanti… guardò quel viola profondo come il mare… da quanto tempo non si sentiva così… solo.
Lentamente come sempre Sanzo fece per andarsene, lasciandolo di nuovo … no, non voleva… non voleva… ignorava chi fosse quel ragazzo che aveva davanti, ignorava chi fosse il suo carceriere… ma non voleva restare solo.
“Cosa hai detto scimmia?”
Goku alzò lo sguardo dorato fino ad allora saldamente puntato a terra… lui?
Non aveva detto niente…
“I…io…. Non ho detto… niente…”
Sanzo si guardò in giro eppure… eppure era sicuro di aver sentito un “aspetta” mormorato e pieno di… dolore.
Guardò il ragazzino incatenato che guardava il cibo, sapendo come avrebbe dovuto mangiarlo; si abbassava a comportarsi come un animale pur di mangiare, sopravvivere.
Lui lo avrebbe fatto?

Che bella domanda che ti poni Sanzo…

Avrebbe mai avuto tutta questa voglia di… vivere.

L’hai mai avuta?

Senza nemmeno rendersene conto si era avvicinato al vassoio e aveva preso la forchetta…

Cosa fai Sanzo? è solo una stupida scimmia…


Goku lo guardava basito ricordava le risposte dei giorni prima… un no secco ad ogni sua richiesta di venire imboccato e ora…

Perché sei felice piccolo?


Nessuno disse niente… forse per paura di affrontare quelle domande che gli scorrevano nella testa, domande che sembravano rivolte a qualcun altro per quanto suonavano strane.
Non si capivano, non capivano cosa li portasse a cercarsi… cosa li avesse fatti incontrare.
Non capivano chi erano, sapevano solo che l’altro era lì in quel minuto

[…]

“Abbiamo finito scimmia…”
Guardò il vassoio vuoto e poi colui che aveva parlato… fermo immobile… una domanda sulla punta della lingua, una speranza nello sguardo.
Non voleva, non voleva più sentirsi solo, no.
“P… perché non rimani qui a farmi compagnia…”
Sanzo si girò, un sopracciglio alzato e lo sguardo incredulo.
Cosa aveva detto quel moccioso?
“S..si è inutile stare da soli in questo luogo tanto grande…”
Dove trovava tutto questo coraggio? Dove aveva imparato a dare scuse così credibili?
“E poi così sei sicuro che non scappo no?...”
Sanzo cercò nella tasca, frugò bene e finalmente le trovò, le sigarette tanto agogniate.
Ne accese una e ispirò piano…
“Tu non sei tanto intelligente da sapere come scappare…”
Goku avvampò per l’ira… o forse… perché aveva capito che non se ne sarebbe andato.

Eh si, sei proprio felice piccolo Goku

“C… come ti permetti maledetta ciminiera…”
Sanzo lo guardò strano…
“Ciminiera?”
“Si, si sente anche da venti metri la puzza delle tue sigarette! Sei una ciminiera…”

Sicuro che per te sia puzza piccolo Goku?

Continuarono così a battibeccare… stupiti di quella naturalezza… di quella semplicità.
Tutto sembrava così semplice, tutto passava in secondo piano… assieme… senza nessuna formalità, senza nessuna paura.
Non importava che uno fosse legato ad una parete, non importava che l’altro era ora ricercato… erano assieme, così diversi… eppure così simili.


Continua...

Note: Secondo capitolo mi nuscolo come il primo -O- ... non so perchè... ma escono sempre così minuscoli ç___ç uff >__< ç__ç è una maledizione!!! Ne sono sicura!!

Note 2: La parte scritta in corsivo è semplicemente come una terza voce, una voce estranea che, solo più avanti, i due riusciranno a sentire e solo al fine della storia U__U""" che cosa incasinata -O-"""

Dediche: >__< Alla mia lady-chan come sempre >O< e come sempre anche alla mia mayuccia *__* e poi.. AL MIO PUSSHINO *__* *appolipa* ciccio lui >w<

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, a parte Goku *-* che è divenuto ufficialmente mio *__* come?? *ççç* uhuhuhuhuhu *ç*