Disclaimers: I perwsonaggi appartengono a Rowling
^_^
Note:
Chiesi a zia Miyu cosa vorrebbe per compleanno, e lei rispose che voleva una ArtLu, e io pensai… non la finirò mai per il 22.10… indovinate… l'ho finita un mese e mezzo prima =O= perciò ZIA BECCATI STO REGALO ANTICIPATO… e sappi che è nata di getto… uscita dalle mie dita così com'è X_X
Never Say Never Again (Mai dire mai più)
di Saya
L’inverno di quell’anno era ancora più gelido di quello precedente, ma Arthur Weasley si ostinava a passeggiare per la Londra babbana. Era scosso, aveva bisogno di pensare, senza che qualcuno lo fermasse per chiacchierare. Aveva bisogno di stare solo, circondato da visi sconosciuti. Finalmente il freddo lo avvolse completamente, e l’uomo si infilò in un pub, cercandone il tavolo più nascosto.
Ordinò del tè caldo, e ringraziò il cielo che la cameriera glielo portò presto, lasciandolo da solo.
Si sentiva disonesto. Si sentiva colpevole nei confronti di Molly, eppure non poteva fare altrimenti. Se ne rendeva ampiamente conto: mentiva da sempre alla madre dei suoi figli, nascondendole una parte importante della sua vita che aveva voluto dimenticare, cercando di dimenticare quella memoria lontana. La ritrovava sempre subito, pensieri discontinui che gli si affacciavano alla mente. Quasi sempre dopo aver fissato per troppo tempo quegli occhi grigi, che ormai erano solo stanchi… non c’era ironia, o malvagità in essi, solo una stanchezza immensa, che sarebbe diventata sempre più grande, per la commedia che doveva interpretare nella nella vita…
Arthur si era reso conto di voler proteggere una persona. L’unica che avesse mai amato nella sua esistenza.
Fissava il proprio riflesso nel liquido bollente, rendendosi conto del fatto che anche lui ormai era stanco di nascondersi, di rinnegare a se stesso quello che desiderava da sempre…
Ogni loro litigio gli infiammava il sangue… la sua vicinanza provocava in lui sensazioni che conosceva più che bene, ed ogni volta, ogni volta, voleva alzare le dita e immergerle in quei lunghi capelli argentei, stringerlo a se stesso, come faceva di nascosto quando era ancora a scuola, quando ancora poteva permettersi di sognare.
Chiuse gli occhi, ricordando quelle labbra morbide che si socchiudevano sotto le sue, assaggiando quel sapore di fragola, che mai si sarebbe aspettato avesse Lucius Malfoy.
Quel nome…
Quella persona…
La sua figura…
Il suo sapore…
Il suo calore…
Ancora… nella sua mente, nei suoi sensi, anche dopo anni, quando aveva giurato a lui e a se stesso che mai più sarebbe successo, perché non era giusto, perché i loro destini erano diversi… lui era già fidanzato con Molly, mentre Lucius era promesso alla bionda figlia della famiglia Black, e si sarebbero sposati, non appena la ragazza avrebbe finito la scuola.
Lo sentiva, come fosse stato qualche attimo prima, eppure non l’aveva toccato da anni. Solo i suoi occhi di nascosto accarezzavano quella figura, che tempo addietro conosceva alla perfezione, ogni punto che lo faceva gemere e sussurrare il suo nome, con eccitazione nella voce.
Non riusciva più a trattenersi, non dopo aver visto quegli occhi, quello sguardo che sembrava di cristallo.
Prese una decisione.
Si alzò.
Lasciò i soldi sul tavolo.
Uscì, scomparendo nella notte fredda, mentre i primi fiocchi di neve iniziarono a cadere sulle strade di Londra.
Lucius Malfoy era ancora seduto nel suo ufficio. Non aveva troppa fretta di tornare a casa, gli dava noia, ormai non sopportava Narcissa, mentre Draco era a Hogwarts. Era meglio rimanere da solo, con il bicchiere mezzo pieno di un liquore rosso, fissando fuori dalla finestra i fiocchi cadere, mentre stava comodamente seduto sulla sua sedia.
Socchiuse gli occhi, alzando il bicchiere, mentre il suo sguardo si cristallizzò nel liquido che dondolava nella coppa di cristallo, per trasformarsi negli occhi che conosceva bene e che ogni sera cercava di dimenticare, solo per sognarli la notte.
Si maledì, non era da lui un comportamento del genere, anche se… questo ricordo lo stava perseguitando da quando aveva lasciato Hogwarts, voltandogli le spalle per l’ultima volta.
Eppure in quel momento se ne stava rendendo conto: dopo l’incontro in pomeriggio con il rosso, qualcosa era scattato di nuovo nel suo petto, quell’organo che pensava di aver distrutto. Il suo cuore ricominciò a battere, facendogli riaffiorare i ricordi… per colpa di quel sguardo triste, sempre colpevole…
Si leccò le labbra, dopo aver sorseggiato il Dragon mix, chiuse gli occhi, cercando di svuotare la mente, arrivando solo al punto di ricordare, come in quel periodo i capelli di Arthur erano morbidi e come gli piaceva stringerli tra le dita… e le mani! come gli piacevano le sue grandi mani, che gli accarezzavano per il corpo, amando ogni parte di lui, mai si era sentito amato da nessuno nella sua vita, né dalla madre, né dal padre, né dalla moglie, né dal figlio… solo da Arthur… solo lui era riuscito a fargli capire che lo amava, per quello che cercava di nascondere in fondo al cuore, che amava semplicemente Lucius… e non il cognome o il denaro o la purezza del suo sangue…
Con Weasley, poteva permettersi di essere se stesso.
Si alzò avvicinandosi alla finestra, poggiò la mano e la fronte sul vetro freddo e chiuse gli occhi.
Avevano detto «mai più».
Non doveva desiderare di essere abbracciato, o anche solo semplicemente abbracciato dalla persone che poteva dire l’unica che poteva amare, e che amava ancora.
Gli venne da sorridere. Il loro primo bacio era stato in un certo qual modo divertente, forse era successo per sbaglio, forse era solo una scusa di entrambi per poter assaggiare quello che bramavano da troppo, o forse era destino che in quel momento le loro labbra si incontrassero mentre stavano litigando, mentre si urlavano insulti e i loro petti si toccavano: Lucius aveva alzato il viso per poter guardarlo meglio, mentre Arthur l’aveva abbassato per lo stesso motivo… finché le loro labbra si incontrarono.
All’inizio era stato un bacio incerto, ma poi si trasformò in qualcosa di focoso.
Scosse la testa… doveva smetterla di ricordare… quelli erano ricordi proibiti, non che gliene fregasse molto per via di Narcissa, lei cambiava amanti… maschi o donne come fossero biancheria intima, perciò di morale non ce n’era molta in casa sua.
Forse verso Draco… gli aveva sempre insegnato di guardare dall’alto verso i Weasley… più per rabbia e gelosia, che per altro, se ne rendeva conto, ma non era una cosa importante.
Avevano detto mai più, entrambi avevano detto che quella sera del ultimo giorno a Hogwarts sarebbe stata la sera finale della loro relazione, che si sarebbero divisi, continuando per due strade molto diverse… uno verso la luce, l’altro verso le tenebre, come era scritto sul grande papiro del destino.
Eppure Lucius sentiva dentro di sé che era stanco di apparire come quello che era, era stanco delle manie di grandezza del Signore Oscuro, stanco di servirlo, stanco di sporcarsi le mani con il sangue degli innocenti e dei meno innocenti… stanco di essere quello che era… un Malfoy.
Assorto nei suoi pensieri, lo svegliò un leggero battito sulla porta di legno che dava sul suo ufficio. Guardò l’orologio, non riuscendo a capire chi potesse essere a mezzanotte passata, rimise la sua maschera gelida sul volto e fissò la porta.
”Avanti.”
Disse con voce calma, osservando con sguardo gelido la porta che si apriva per poi sorprendersi. Sgranando gli occhi, riconobbe quella persona.
Arthur Weasley.
Bagnato, forse leggermente congelato, si chiuse la porta alle spalle e lo fissò.
Nessuno dei due sapeva che dire… Arthur, tornando al Ministero, non aveva affatto pensato a cosa dirgli, aveva seguito solo il folle desiderio di vederlo.
Lucius che in quel momento stava pensando a lui, iniziò a ponderare l’idea che forse non era vero, e che fosse solo il frutto della sua immaginazione per colpa della stanchezza.
”Weasley…”
”Malfoy…”
Furono le prime parole a risuonare in quel ufficio… e anche le ultime.
I due uomini, continuavano a fissarsi, non andava loro di litigare, non volevano insultarsi a vicenda.
Era un momento prezioso per entrambi, vedersi dopo tutti quei anni da soli, come succedeva a Hogwarts, quando dopo la mezzanotte scivolavano dalle loro camere per incontrarsi dove si avevano dato appuntamento.
Era quasi irreale.
Arthur sospirò e gli si avvicinò, silenzioso, il sguardo pieno di tristezza e dispiacere, come a voler dire che non doveva permettersi che potesse succedere qualcosa al suo Lucius.
L’uomo dai capelli argentei socchiuse gli occhi, quasi a non voler guardare in quelli castani del rosso che gli si avvicinava, per paura di leggere qualcosa che non voleva.
Eppure l’unica cosa che i due potevano scoprire era che da quei giorni lontani, quando avevano diciassette anni, era cambiato ben poco, e tra i cambiamenti non era incluso il loro amore.
Era a pochi centimetri da lui, quando si fermò. Ancora più alto di lui, nemmeno quello era cambiato, così che Lucius dovette alzare il viso verso l’alto per guardarlo nei occhi.
E si sentiva tornato indietro, quando non c’era niente di complicato, tranne i problemi che si creavano da soli per non annoiarsi… quei giorni in cui potevano dire di essere spensierati.
Senza rendersene conto, si leccò le labbra, come un dolce invito per l’uomo di fronte a lui, il quale non seppe resistere e si abbassò quel poco, superando quel poco spazio che era rimasto, poggiando le proprie labbra fredde e secche su quelle morbide e bagnate, sfiorandole in un bacio leggero e privo di malizia, come per voler assaggiare un dolce prelibato.
Arthur alzò le mani poggiandole sul viso di Lucius, accarezzandogli le guance con i pollici, mentre lentamente approfondiva il bacio.
Malfoy per un attimo si gelò, ma poi chiuse gli occhi abbandonandosi a quel calore che gli mancava ormai da anni.
Rimasero così anche quando il bacio finì, ma presto le mani di Arthur scivolarono verso il basso e strinse Lucius a sé, sospirando leggermente, abbandonandosi al tepore del corpo del uomo tra le sue braccia.
Se Malfoy all’inizio era rigido, finalmente perse tutta la sua immobilità e anche lui si strinse, nascondendosi in quel abbraccio protettivo.
”Arthur…”
”Dimmi…”
Lucius alzò il viso di nuovo per guardarlo nei occhi e arricciò leggermente le labbra come in un sorriso.
”Cottage sulla montagna?”
Weasley sorrise, accarezzandogli i capelli annuendo leggermente:
”Ci sto.”
Il Malfoy prese la mano del rosso e l’appoggiò su di un ciondolo che aveva sul tavolo e quando le loro dita lo toccarono sparirono da quell’ufficio nel Ministero della Magia, ritrovandosi in una villetta piena di polvere, dove si vedeva che nessuno ci aveva vissuto, da parecchio tempo.
Un posto perfetto per i due, nessuno li avrebbe cercati lì.
Il rosso tirò fuori la bacchetta magica e sussurrò qualche parola arcana, così, in pochi minuti, con l’aiuto della magia combinata tornò a risplendere.
Per un attimo regnò il silenzio totale.
La mano fredda e pallida si adagiò sul palmo della mano calda.
Si guardarono perdendosi nei loro sguardi, non volendo rovinare tutto con parole senza senso.
Lucius tirò Arthur con sé, dirigendosi al primo piano della villetta, dove c’erano le camere da letto.
Il rosso lo seguì senza fiatare, osservando le spalle del uomo di fronte a lui, e i suoi capelli che si muovevano sinuosi come fossero di seta. Arthur sapeva che anche al tatto davano la stessa sensazione.
Arrivarono di fronte a una porta e Lucius la aprì: di fronte a loro c’era una bellissima camera da letto, con un letto enorme in mezzo alla stanza.
Weasley non resistette più, tirò la mano del Malfoy, attirandolo sul suo petto e baciandolo con passione…
Erano anni che si limitava a guardarlo.
Erano anni che si limitava ai sogni e ai ricordi, uscendo la notte dalla camera che divideva con la moglie per andare il più lontano possibile e lasciarsi cullare dalla dolce memoria del suo unico vero e grande amore.
Le loro lingue si incontrarono, in un gioco di pura passione e fuoco.
Senza interrompere il bacio, Lucius iniziò ad attirare il rosso verso il letto, mentre le sue abbili mani erano già al lavoro togliendo i vestiti del compagno.
Più che toglierli uno dall’altro li strappavano, così grande era il loro bisogno di toccarsi e sentire le loro pelli una sul altra.
In quel momento non esisteva niente, né il passato, né il presente, né il futuro, li circondava solo una grande passione, mentre il mondo era scomparso.
Presto finirono sul letto, Lucius fu adagiato con gentilezza sul materasso, mentre la lingua scottante si era spostata sul suo collo, baciandolo dietro l’orecchio, dove Arthur, ricordava, c’era uno dei punti che lo facevano gemere.
E infatti, non appena lo toccò, dalla gola del compagno uscì qualcosa simile alle fusa di un gattino.
Weasley sorrise, soddisfatto: certe cose non erano cambiate!, e continuò per la sua strada, assaggiando ogni millimetro della pelle sotto di lui.
Sapeva che gli era mancato, ma in quel momento si rese conto, non che gli fosse solo mancato, ma che ogni parte del suo corpo bramava quello del compagno.
Così Arthur si tuffò nella esplorazione della creatura sotto di lui, per un momento si soffermò al braccio, dove c’era il marchio dell’appartenenza a Voldemort.
Lo fissò…
I loro sguardi si incontrarono…
Poi Arthur sotto gli occhi increduli di Lucius baciò il tatuaggio, come per voler dire che non permetteva nemmeno al Signore Oscuro di rovinare la sua pelle. Nelle sue iridi si vedeva solo odio in quel momento, un odio enorme verso il Signore Oscuro.
Lucius sorrise leggermente rilassandosi e tornado a rivivere sotto i tocchi del compagno, che ormai aveva attaccato il suo ombelico e si era abbassato verso il suo sesso; lentamente la lingua scivolò verso la meta precisa, per poi cambiare direzione e andare a leccare l’interno coscia, facendo gemere di disappunto il biondo sotto di lui e facendo sorridere il rosso.
Voleva venerare quel corpo, come l’aveva fatto finché erano ancora a scuola…
”Arthur…”
Gemette Lucius, come per incitarlo a tornare e dare soddisfazione al suo membro ormai troppo duro.
Solo dopo essersi dedicato ad entrambe le gambe a sufficienza, finalmente Arthur decise di esaudire il desiderio del biondo, e appoggiò leggermente le labbra sulla punta del sesso leccando quel poco che era uscito, per poi prenderlo completamente nella bocca calda e bagnata, succhiando e leccando a dovere.
Lucius strinse le lenzuola tra le sue dita gemendo e ansimando. Era da tanto che non aveva sentito una bocca sul suo sesso, e ancora di più che quella bocca fosse di Arthur Weasley.
Sentì una mano risalirgli il corpo, e delle dita lunge si poggiarono sulle sue labbra accarezzandole.
Sapeva bene cosa voleva il rosso, le prese e iniziò a succhiarle, bagnarle il più possibile, perché erano quelle dita che l’avrebbero preparato.
Arthur Weasley era l’unico uomo a cui si era concesso, da cui si era lasciato possedere, e mentre lo faceva gli veniva restituito solo unicamente il piacere.
Il rosso continuò a stimolarlo sul sesso dolcemente, mentre ritirò le proprie dita dalla sua bocca e le portò verso il basso.
Con l’altra mano allargò ancora di più le sue gambe, facendo sì che le appoggiasse sulle sue spalle, per poi portare le dita bagnate verso l’apertura, che in fondo al cuore sapeva, era stata toccata solo da lui e nessun’altro.
Era passato troppo tempo dalla loro ultima volta, era come se Lucius fosse tornato vergine in un certo senso.
Lentamente passò l’indice bagnato sull’anello muscolare, come per rilassarlo e farsi accettare.
Lucius sentì come Arthur con premura iniziò a prepararlo, senti che con un dito fu penetrato con lentezza, come se avesse paura di fargli del male.
”Art… non sono di vetro.”
Gemette per incitarlo, il che fece sorridere il rosso, e per un attimo si staccò dal suo giocattolo.
”Non voglio farti male Luc…”
”Non mi farai male, sbrigati, preparami e poi prendimi!”
Fu la risposta ansimante del compagno.
A quelle parole nemmeno Weasley riuscì a resistere, si tuffò di nuovo sul sesso del biondo, mentre il primo dito fu raggiunto dal secondo e poi dal terzo, ma sempre attento a non fargli male.
Non lo lasciò venire, anche se aveva voglia di assaggiarlo dopo così tanto tempo; preferì alzarsi, staccarsi dal sesso e sfilò le tre dita.
Lo guardò nei occhi e Lucius alzò le braccia in un invito innocente e eccitante allo stesso modo.
Arthur si abbassò, catturando le sue labbra in un bacio voglioso e bisognoso, mentre poggiò la punta del proprio sesso sull’entrata del corpo del compagno.
Lucius abbracciò la sua vita con le gambe, stringendosi a lui, continuando a baciarlo, mentre Arthur si spinse a forza nel suo corpo, affondando completamente dentro di lui.
Il bacio si interruppe, dando modo ai due uomini di gemere.
Iniziarono a muoversi, a dondolare, ballando la danza più vecchia del mondo.
Niente di violento e veloce, era dolce e lento. Con ogni spinta Arthur mostrava che il suo amore non era sbiadito nei anni, ma che era cresciuto.
E con ogni gemito Lucius dimostrava la stessa cosa.
I loro corpi si bagnarono di sudore, sembrava quasi che si erano fusi in un unico corpo, mentre con ogni movimento le loro anime si toccavano, raggiungendo il cielo, mentre il loro corpo riceveva un piacere terreno.
Con ogni spinta, Arthur affondava sempre più nel corpo del compagno, e con ogni spinta toccava la sua prostata, facendolo gemere e chiedere di più.
Quando sentì che non era nemmeno lui lontano, intrufolò la sua mano tra i loro corpi, prendendo il membro duro tra le sue dita, muovendo e massaggiando nello stesso ritmo in cui lo possedeva.
Per Lucius fu il colmo.
Sgranò gli occhi, ansimò parole sconnesse.
…non resisto più…
Arthur amorevolmente gli sussurrò di venire, di venire per lui, di abbandonarsi tra le sue braccia. Gli disse che l’avrebbe protetto per sempre, e quando gli disse di amarlo più di quanto poteva immaginare, che nella sua vita era il suo unico e vero amore, il biondo non riuscì a resistere…
Il suo corpo si inarcò, tendendosi come la corda di un violino.
Urlò il nome del compagno e venne sui loro stomaci e sulla mano del rosso.
Quando Arthur sentì i muscoli introno alla sua erezione stringersi, si morse il labbro e con un ultima spinta venne nel profondo del corpo del biondo, marchiandolo come suo partner.
Per non accasciarsi sul biondo e schiacciarlo, si girò lentamente e si sdraiò sul fianco, senza uscire dal corpo del Malfoy.
I respiri lentamente si regolarono.
Stretti uno al altro, non volendo pensare alle conseguenze.
Non volendo pensare al fatto di doversi di nuovo lasciare.
Scivolò dal suo corpo.
Lucius alzò lo sguardo e Arthur bacio le sue labbra dolcemente, sorridendogli rassicurante.
Anche il Malfoy rispose a quel sorriso e Arthur sapeva che era l’unico a potersi beare di poter vedere Lucius senza la maschera.
Poggiò la propria fronte su quella del biondo socchiudendo gli occhi.
”Luc…”
”Mh?”
”Mai dire mai più…”
Fu il sussurrò che giunse alle orecchie del biondo, il quale si spostò leggermente sorpreso per poi sorridere trovando il proprio posto tra le braccia del Weasley.
Quella sera si appartenevano e nessuno poteva cambiare le cose.
Beati si addormentarono, decidendo che a lavarsi ci avrebbero pensato la mattina dopo.
Il loro futuro era incerto, ma il loro amore aveva superato ormai troppe cose per non sopravvivere.
~*Fine*~
Saya: °_° prima non scrivo da mesi e mo… mi esce la fic in due giornate… eppure… cavolo dovevo finirla per il 22.10
Art: *____* Il mio Lu
Luc: =O= sono una pappamolle
Saya: u.u nu che nun lu sei… cmq…
Luc: si che lo sono
Art: no sei l’amore mio
Saya: cmq… zia… prendilo il tuo regalo anticipato di più di un mese e mezzo ^O^ spero ti piaccia… è solo una semplice PWP ^O^ ma tutta dedicata a te!
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