Never Never Land
di Hymeko
Correva, tranciando il buio al suo passaggio, fendendo le tenebre che si paravano davanti alla sua via…correva sotto i lampioni spenti, fatti morire per quell'occasione speciale…correva evitando i passanti che sciamavano nella direzione opposta, nemmeno incuriositi da quel ragazzo sconosciuto…correva verso una collina boscosa, divorando l'asfalto con le sue lunghe gambe allenate, e poi un viottolo in terra battuta…correva e respirava come aveva imparato giocando a basket, con regolarità per non interrompere il flusso d'ossigeno ai suoi muscoli, perché lo sostenessero fino alla fine, fino all'arrivo da lui…
Lui, che se n'era andato quasi da una settimana, subito dopo la conquista di un posto per il campionato nazionale.
Lui, che si era dovuto trasferire prima in quella cittadina mai visitata, per poi ripartire per chissà dove…così aveva detto, sorridendo come si fa con persone che non si vedranno mai più.
Lui, che era uscito dalla palestra senza più la sua aria da spaccone, come l'avesse abbandonata lì perché si ricordassero di lui, ed era partito recando sul volto solo una strana rilassatezza…la tranquillità di chi ha terminato qualcosa d'importante, la calma di chi non ha più nulla da fare.
Era salito sul treno senza nemmeno salutarlo…si era addormentato sulla terrazza, quel giorno di sole caldo e vento fresco, quando le nubi sembravano essersi fermate apposta per adombrargli gli occhi, perché potesse riposare al meglio…e quando era sceso, lui non c'era già più. La loro manager aveva dovuto raccontargli tutto, lei che conosceva la parte nascosta di lui…col cuore in mano, le parole erano sgorgate dalle sue labbra tremanti, il racconto del suo addio mischiato alla paura della sua reazione…del suo cuore innamorato ma ora lacerato…
Gli sguardi di rimprovero dei suoi compagni erano stati nulla, in confronto alla rabbia che aveva covato in sé, per sé. Per il suo errore, per la sua leggerezza…lo aveva perso, per dormire un po' al sole. Non era presente quanto aveva salutato la sua squadra, ma l'altro non era andato a cercarlo, per dirgli un semplice addio. Gli faceva così male…erano dunque vere, quelle urla, quegli sguardi, quell'astio malcelato…quel disprezzo era dolorosamente reale. Nessuna copertura, nessuna menzogna, nessuna paura…solo odio, puro semplice odio.
"Ma io ti amo"
mormorò agli alberi scuri, le chiome scosse dal vento freddo della sera. Dal treno, dai finestrini delle porte, in piedi prima di arrivare in stazione l'aveva visto, risalire quella collina che ora s'innalzava minacciosa, quasi fosse un monito, di non seguirlo…scosse la testa, riprendendo la sua folle corse, sotto i rami stavolta…dita rigide che si protendevano per fermarlo, unghie appuntite che graffivano la sua pelle, per tenerlo lì, per impedirgli di raggiungerlo…la natura sembrava proteggere la cima di quel colle, il cuore dove era racchiuso il ragazzo…
"Non mi terrai lontano da lui…"
Incespicò, senza tuttavia fermarsi…non lo avrebbe mai perso, senza essersi dichiarato. Senza aver avuto una risposta, un perché al suo totale disinteresse…un motivo per non essere amato.
E la boscaglia commossa d'un tratto s'aprì, schiudendo le sue braccia in un tenero abbraccio, accogliendolo senza riserve nelle sue profondità, quasi obbedendo alla una preghiera…e lui era lì, magnifico, illuminato da una luce innaturale azzurra, che creava riflessi alieni sulla sua pelle.
Rukawa si fermò al limitare della radura, piegandosi sulle ginocchia, il cuore che non accennava a calmarsi, per la corsa e per lui che lo guardava con quegli occhi stupiti, immensi…
"Rukawa? Che ci fai tu qui?"
Il volpino si drizzò, appoggiando la schiena contro un albero dal fusto sottile, completamente assorbito da quella visione…non era più l'amore, a sconvolgerlo…non era possibile, che fosse davvero lui…i suoi capelli, erano normali…tornati normali, in una settimana…
"Che hai da guardare così?"
La mano bianca rispose al posto della voce…lentamente, salì ad accarezzarsi le chiome nere.
"Ah, questi? Non mi piacevano per niente, tagliati a zero"
"C-Come hai fatto?"
"Segreto"
Un tuffo al cuore…gli aveva sorriso.
E poi mosse le mani, e la luce che pulsava nell'aria si tramutò in un elegante anello azzurrognolo, che scintillava opalescente all'altezza della sua vita.
Hanamichi ridacchiò, davanti al sussulto che il volpino si era lasciato sfuggire…questi sentiva il suo sguardo trapassarlo, gli occhi acuti di un dio che scandagliano l'animo indifeso di un mortale…si strinse le braccia al petto, coprendo pudicamente la nudità che l'altro gli faceva provare.
"Tranquillo, non ti faccio nulla…"
Spostò gli occhi, e Rukawa si sentì di nuovo libero…di esistere anche senza il suo consenso.
Il cerchio ora pulsava ruotando, ispessendosi…la concentrazione del rossino si riversava su esso, scatenando una nuova emozione nell'altro…le relegazione in un angolo irrilevante. Lui, che era abituato ad essere al centro del mondo…dimenticato. Cancellato. Trascurato.
Ma incapace nel contempo di affermare la propria esistenza, di fronte a lui, a quei movimenti davanti all'anello…comprendendo intimamente che erano entrambi più importanti, accettando inconsciamente di essere messo da parte.
Bagliori di luce celeste illuminavano l'erba, specchiandosi sulle gocce di condensa che andavano a formarsi sui fili sottili…nel cielo, le stelle sembravano guizzare con più forza, infervorate dall'attesa per l'imminente eclissi.
E poi, quegli occhi, di nuovo nei suoi. Più profondi del mare visto da un aereo, sembravano contenere l'universo.
"Non ho messo protezioni, perché pensavo sarebbero andati tutti in riva al fiume, a vedere l'eclissi sotto gli alberi di ciliegio"
I lacci di potere che sembravano legarlo si sciolsero, e Rukawa poté muoversi di nuovo…le iridi dell'altro erano quelle che aveva sempre conosciuto, le sue pupille non lo attiravano più in loro…aveva smesso di avvincerlo nella sua possanza.
"C-Che cos'è?"
ebbe il fiato di chiedere, avvicinandosi con passo incerto all'anello di luce.
"Questo? È un passaggio, l'accesso a Never Never Land"
(ho sempre adorato "Seven Days", n.d.Hymeko ^^)
"Hn?!"
Di nuovo, un sorriso, per lui. In quei pochi minuti che erano assieme, gli aveva sorriso più di quanto avesse fatto in quei mesi.
Eppure, non si sentiva felice…oltre la sorpresa e il compiacimento, sapeva di non esserlo. Perché erano sorrisi sbarazzini, colmi di complicità per ciò che stavano facendo, non sorrisi di per sé.
"Never Never Land è la mia casa"
"N-Non capisco…chi sei?"
Tutti i discorsi che aveva preparato, non esistevano più. La speranza, quasi certezza, che l'avrebbe riportato indietro, erano spazzate via da una sensazione per lui nuova…il fallimento. In fondo il suo animo lo sapeva…non ce l'avrebbe fatta…eppure non lo ascoltava, faceva finta che si sbagliasse, credeva di essere convinto di riuscirci…
"Una specie di…sono uno spirito guida"
"Eh?"
"È un po' difficile da capire, lo ammetto"
Di nuovo quel sorriso…accondiscendenza.
"Io…"
Hanamichi portò le mani a livello delle spalle, e chiuse gli occhi…Rukawa sussultò, sentendosi invadere da una cascata di potere…il vento soffiò sulla cima della collina, scuotendo i rami degli alberi, portando le foglie a volteggiare nel cielo…e il volpino intontito oscillava con loro nell'aria, le ciocche nere che frustavano i fili di vento che tentavano d'intrecciarsi con esse…il blu sopra di lui si riempì di diamanti, la purezza di quel cielo brillante gli permise di giungere lontano, galassie remote fiorirono per farsi ammirare, stringendo con lui un patto grandioso, in cui il tempo si fermava e tutte le bellezze del creato diventavano un'unica, accecante meraviglia…
………
Si trovò a terra, con l'erba fresca che gli premeva contro i palmi. Il suo cuore correva, più che dopo la corsa estenuante…gli occhi gli facevano male, come se avessero sconsideratamente osservato a lungo qualcosa di troppo bello.
"Stai bene?"
Alzò il viso, si era dimenticato dell'altro…Hanamichi torreggiava su di lui, senza una traccia di preoccupazione…comprese immediatamente, che era stato lui, che quell'energia proveniva da lui, che sapeva già la risposta a quella domanda perché era stato lui la causa…e si sentì come un bambino, che non conosce nulla del mondo.
"Ti fanno male gli occhi?"
Annuì, meccanicamente…non aveva difese per opporsi alla sua voce, il suo pensiero affiorava, come petali di rosa in una vasca d'acqua limpida.
"Stai fermo"
Rukawa abbassò le palpebre, mentre Hanamichi accostava le dita sulla sua pelle…il potere prima percepito lo sfiorò si striscio, accarezzandolo senza toccarlo realmente…riaprì gli occhi, seguendo forse l'istinto, forse un ordine non pronunciato. Non gli facevano più male.
"Ci credi adesso? Al fatto che sono uno spirito?"
Era accoccolato a terra, l'anello che pulsava pigramente accanto al capo, e lo guardava interessato, per la prima volta. Cosa doveva fare, ora? Doveva…provare a parlargli?
…sì. Era il momento di darsi da fare.
"Hn…hai dunque il potere di curare?"
Il rossino soppesò un attimo quella domanda, prima di annuire:
"Tra gli altri. Bada però: non posso cambiare il destino di una persona…posso solo intervenire su ferite leggere, tipo tagli o lividi"
Lentamente, il moro scosse la testa, spostando le ciocche nere da davanti gli occhi:
"Pensavo solo alla rissa in palestra…avresti potuto far qualcosa "
"Ma l'ho fatto!"
ribatté piccato l'altro, incrociando le braccia e guardando storto l'ex compagno.
"Hn?"
Inconsciamente, Rukawa si massaggiò la testa, dove lo spigolo dello spazzolone l'aveva colpito.
"Sì, ho protetto anche te, anche se non te lo meritavi, volpaccia senza fiducia!"
"Non capisco…ho sanguinato molto"
mormorò il volpino, mentre rivedeva ancora la mano coperta di sangue.
"Ma certo che hai sanguinato! Ti aveva centrato in pieno, come facevo a non far uscire nulla? Però, se ricordi bene…"
Hanamichi si sporse in avanti, con aria da cospiratore
"…non hai sentito molto dolore, e l'emorragia si è arrestata subito"
"Hn"
"E poi…"
Il viso del rossino si fece più serio, quasi colto da una nuova preoccupazione
"…quello era solo un taglio, in fondo. Il momento di vero pericolo è stato quando Tetsuo ti ha arpionato per il collo, gettandoti a terra…lì ho avuto realmente paura"
Un brivido gli percorse la cute, e il ragazzo si strofinò le braccia.
"Perché?"
"Ma stai scherzando? Ti ha colpito alla gola, era veramente il modo giusto per farti male…avrebbe potuto accopparti, se non ti avessi protetto"
Rukawa rimase immobile, a pensare…non aveva mai fatto caso al pericolo corso…si era svegliato in fretta, e il danno maggiore gli pareva d'averlo ricevuto dal colpo in testa…ma quella rivelazione, non l'aveva spaventato, in fondo Hanamichi l'aveva difeso…
Alzò lo sguardo su di lui, che lo osservava perso nei suoi ricordi:
"Perché mi dici tutto questo? Non hai paura che…"
Hanamichi scosse la testa, indicando il cerchio che continuava incurante la sua rotazione.
"Un po' perché ho ancora tempo, un po' perché mi dispiacerebbe, sparire senza lasciare nemmeno un briciolo di verità, qui. E poi, anche se lo raccontassi in giro, chi ti crederebbe? A te, poi?"
A Rukawa parve che una fenditura si fosse aperta nel suo cuore…colma di ghiaccio, si contraeva per spaccarlo completamente.
"Sparire?"
Il rossino annuì, giocando soddisfatto con una ciocca di capelli, di nuovo lunghi:
"Sì, ho finito il mio compito qui…"
sbirciò l'ex compagno da dietro i capelli, e ridacchiò
"…non è un granché come spiegazione, vero? Bè, diciamo così: gli spiriti guida sono creature mandate, da entità inimmaginabilmente potenti, ad aiutare gli esseri viventi di tutto lo spazio a realizzare i loro sogni, quelli realmente importanti intendo, quelli che vengono davvero dal cuore"
Rukawa lo interruppe, allungando una mano per sfiorargli il polso:
"S-Sei un alieno?"
biascicò, senza avere il coraggio di parlare a voce normale.
Hanamichi si grattò il mento, pensieroso:
"Non del tutto…il corpo no, i signori Sakuragi non dovevano avere figli ma sono arrivato io…e la mia anima apparterrà a questo luogo finché resterò"
"Te ne vai?"
"Come ti ho già detto, ho finito il mio compito"
La testa del volpino iniziava a girare, pensieri felici si sovrapponevano a infausti, fondendosi e fluidificandosi in una spirale oscura…la tristezza dominava su tutto, un gemito d'addio risuonava nelle sue orecchie.
"Compito?"
bisbigliò, in cerca di chiarezza.
"Sì. Noi spiriti guida veniamo mandati dove qualcuno ha bisogno di noi. Quando abbiamo finito, ce ne andiamo, preparandoci per un nuovo incarico. Io ho terminato, quindi vado"
"Dove?"
non gli piacevano, quelle parole…finire, terminare, andare…tutti termini in cui lui non aveva ruolo.
Il rossino alzò le spalle, guardando il cielo, dove l'eclissi iniziava ad oscurare la luna:
"A Never Never Land. Prima il lavaggio, poi a riposare un po', infine da qualche altra parte"
"Lavaggio?"
Hanamichi annuì, spiegando con calma mista a soddisfazione:
"Mi verranno tolti tutti i ricordi di questa vita, per non intralciare la nuova mente e il nuovo corpo"
"Un nuovo corpo?"
Rukawa vide Sakuragi ridere, come se trovasse tutte quelle domande ovvie:
"Ma è naturale! Mica posso andare con questo su altri pianeti! Questo morirà"
Un brivido freddo percorse il volpino, che rimase per parecchi secondi tramortito dallo shock, di sentirlo parlare così leggermente della propria morte, della scomparsa del ragazzo che amava…
"Sakuragi…morirà?"
Il ragazzo gli strizzò l'occhio, familiarmente:
"Certo, e magari potrei seppellirlo sotto un ciliegio!"
Il moro rimase senza fiato, mentre cercava con lo sguardo un albero di ciliegio:
"Allora la leggenda…è vera?"
"Ma no!!! E le varietà coi fiori bianchi, allora? Poveretti, nessuno gli ha seppellito sotto un cadavere da cui prendere il sangue? Nooooo…"
rise a lungo di quella sciocchezza, come la cosa non lo toccasse…Rukawa iniziava a odiarlo, per la totale mancanza di riguardo con cui si burlava del destino del ragazzo che l'aveva conquistato.
"…pensavo solo dare io un fondo di verità alla leggenda. Ma forse non è la soluzione migliore, sa un po' di macabro…dovrò pensare a qualcosa di meglio. Tu che ne dici?"
Il volpino si morse le labbra…quelle parole, quell'atteggiamento, stavano risvegliando il suo orgoglio battagliero, la sua risoluzione…non poteva arrendersi senza combattere…
"Parli come fosse una bambola, o un manichino. Ma quel corpo aveva un'anima, non lo scordare"
"Ti sbagli, non c'era nessuna anima…"
Rukawa stentò, a non mostrarsi sbalordito, per il cambiamento dell'altro.
"…è stato deciso dalle Entità che la signora Sakuragi rimanesse incinta, questo corpo è stato creato appositamente per me, era solo un guscio vuoto che io ho riempito…in effetti, era un manichino"
Il moro scosse la testa, senza riuscire a riordinare i pensieri, che seguitavano a passargli davanti agli occhi con immagini di morte e solitudine:
"Ma…come farai con gli altri?"
"Altri?"
"Mito, Miyagi…"
Hanamichi alzò le spalle, apparentemente indifferente:
"Ho già approntato delle telefonate registrate, delle cartoline fasulle…quando sarà il momento verranno spedite, e alcune parole porteranno a una litigata…insomma, alla fine non ci parleremo più"
"S-Sei davvero…Sakuragi?"
Il volpino strisciò un po' indietro, allontanandosi da quel ragazzo, che improvvisamente aveva perso tutta la solarità che l'aveva fin quel momento caratterizzato…ora sembrava solo una macchina, senza sentimenti…anche gli occhi che lo squadravano, non avevano nulla delle due polle di calore che l'avevano conquistato, tanto tempo prima…
"Non totalmente…anche se mi stupisco che proprio tu riesca a percepire la differenza. Ciò che senti, è la parte di me già proiettata col pensiero al mio prossimo incarico"
"C-Come sei certo, che questo sia finito?"
"Lo so, come tu sai quando è il momento di smettere di allenarti…è una cosa che nasce dentro"
"Hn…"
Rukawa inspirò profondamente, tentando di radunare i pensieri in un flusso logico…era troppo presto per arrendersi:
"Visto che hai soddisfatto tutte le mie curiosità…quel era il tuo compito?"
Per la prima volta, Hanamichi esitò, mordicchiandosi le labbra…
"Io non ho una risposta, a questa domanda…mi hanno semplicemente detto di vivere questa mia vita, in qualsiasi modo desiderassi…non so, forse dovevo aiutare il Gorilla ad arrivare ai campionati, o fare il filo ad Haruko…non so"
'O magari aiutarmi a ritrovare la capacità di amare…'
osservò tra sé il volpino, senza essere in grado di esprimere quel pensiero.
Scosse il capo, tendendo i muscoli, quasi preparandosi a scattare verso l'altro, accoccolato a così poca distanza da lui, illuminato dal cerchio:
"Se l'hai vissuta così, significa che ti è piaciuto, vivere qui"
"Bè, sì…non mi dispiace affatto, la Terra"
"E non hai nessun rimpianto ad andartene?"
Rukawa spalancò gli occhi, mentre Hanamichi li abbassava…ne era certo, un lampo era passato nel suo sguardo…di conseguenza, in lui era nato quel pensiero…
"Sei obbligato ad andartene?"
"No, non sono obbligato…a ognuno è concessa la facoltà di smettere di essere uno spirito guida, qualora lo desideri sul serio…"
Il rossino si schermì, voltando il capo ad osservare la luce che fluttuava accanto a lui.
"…ma deve essere un motivo serio, importante, profondo…come i sogni che noi dobbiamo aiutare a sbocciare. Il mio solo rimpianto…"
si volse verso il compagno di squadra, che pendeva dalle sue labbra
"…è di non poter giocare i campionati nazionali…mi sarebbe piaciuto molto, vincerli"
"N-Nient'altro?"
"No"
Solo un mormorio, più devastante di uno tsunami contro un castello di sabbia…Rukawa sentì il mondo crollargli addosso, seppellirlo con la cruda realtà della vita…era un innamorato respinto, i suoi sentimenti…non avevano futuro.
"Il tuo unico rimpianto…sono i campionati nazionali?"
"Sì"
Di nuovo due lettere, una schiacciante semplicità…che il rossino avesse compreso i suoi sentimenti per lui, che volesse chiarire subito la sua indifferenza?
"Tu non vuoi rimanere qui?"
"No…non ho un motivo"
Lentamente, Hanamichi si alzò. Il cerchio alla sua destra iniziò a espandersi, per poi aprire uno spiraglio accanto alla vita del ragazzo, un'apertura per permettergli di farsi abbracciare.
Rukawa ancora non si alzava, rimanendo inginocchiato, gli occhi fissi su di lui per non perdersi nulla della sua magnificenza…della sua presenza, che stava per scomparire nel cielo ormai orfano della luna…
"Rimani per me…"
"Eh?"
Sakuragi si voltò di scatto, il corpo per metà cinto dalla luce azzurrognola.
"Rimani per me…con me…assieme a me…"
Ciondolando, il volpino si alzò, in preda a una disperazione simile al delirio…non aveva più nulla da perdere, nessun freno che lo fermasse…
"…per sempre"
Rukawa si appoggiò contro di lui, chiuse gli occhi e lo baciò.
Hanamichi non fece nulla, gli occhi sbarrati che fissavano le palpebre serrate dell'altro, i pensieri che tentava di formulare soffocati da quelle labbra sottili…lo stava baciando, lo stava baciando davvero…aveva compreso di non essere indifferente alla volpe, troppa la sua insistenza, ma…non avrebbe mai creduto, che fosse disposto a tanto, per lui.
Sbatté le palpebre, quando l'altro si staccò…il suo corpo premeva ancora contro di lui, i capezzoli inturgiditi si spingevano nella sua pelle…sussultò, quando le mani bianche si posarono sui suoi fianchi, scivolando poi a cingergli la vita, in un dolce possesso che nessuno gli aveva mai dimostrato...Rukawa era il primo che si metteva in gioco per lui...
"Se vuoi ti implorerò, annienterò il mio orgoglio…rimani qui…rimani con me"
"P-Perché?"
Era la prima volta che balbettava, sulla cima di quella collina…
"Perché sono innamorato di te"
Le mani del volpino iniziarono a risalire…i polpastrelli si impressero sulla cute sotto la stoffa, immaginandone la perfezione…i palmi sfregarono sui suoi capezzoli, scatenando una protesta sulle sue labbra…le dita lunghe cinsero dolcemente il collo forte, accarezzandolo fino a risalire sulle guance…Rukawa schiuse la bocca, e lo attirò a sé.
La lingua calda accarezzava le sue labbra chiuse…Hanamichi si abbandonò a quel bacio, provando per la prima volta l'ebbrezza di lasciarsi esplorare…la lingua del volpino lottava con la sua, stuzzicandogli il palato…si lasciò dominare dolcemente, le braccia inerti contro i fianchi, il cuore che non correva nel petto…nessun calore nel corpo, nessun vulcano pronto a esplodere.
"Io ti amo"
Rukawa si staccò solo per pronunciare quelle parole prima di appoggiare di nuovo le labbra contro le sue…fu un bacio casto, senza passione…e presto Hanamichi si staccò, rimanendo a un soffio da lui.
"Mi dispiace…"
Si sentì davvero male, quando il dolore invase le iridi blu pavone.
"…io non sono innamorato di te"
Le mani sulla sua schiena si irrigidirono…le dita lo afferrarono, strinsero la camicia sottile:
"Allora perché ti sei fatto baciare?"
"Perché avevo bisogno di una conferma…perché avresti sofferto ancor di più, e questo andava contro la mia indole…conserva per sempre il ricordo delle mie labbra"
Una lacrima scivolò lungo la guancia del volpino, che sembrò non accorgersene, la mente che ancora rifiutava quelle parole:
"Allora è vero che mi odi…tutte quelle parole…"
Hanamichi scosse la testa, incredulo di aver causato tanta sofferenza:
"Non credevo avresti sofferto tanto…mi stavi antipatico, è vero, e non sopportavo che Haruko fosse pazza di te…ma erano solo parole dette in preda all'invidia"
Le labbra del volpino erano socchiuse, il suo petto si alzava frenetico, le sue mani non avevano ancora lasciato la stoffa che copriva quel corpo immobile…senza più nulla da perdere, lo avrebbe trattenuto per tutto il tempo che avesse potuto:
"Se non vuoi restare per me…fallo per gli altri…mi basterà vederti, saperti qui…come ho fatto finora"
Il rossino abbassò gli occhi, tristemente incredulo per ciò che stava accadendo…Rukawa stava portando a galla il suo vero io, per lui stava scardinando tutte le difese che s'era costruito, si stava finalmente aprendo alla vita…e lui non poteva corrisponderlo. Lo rattristava questo, non l'amore non ricambiato…
"Io non ti amo, e credo che sarebbe crudele continuare a giocare assieme, ora che lo sai…e gli altri non sono così importanti, né il basket lo è"
"Hn"
Rukawa chiuse gli occhi, abbassando il volto fino ad appoggiare la fronte alla sua spalla, in silenzio…ma le sue braccia si strinsero con rinnovata forza attorno alla schiena del rossino, spingendo i loro corpi uno contro l'altro, imprimendosi con energia…i loro calori si mischiarono, una dolce sinfonia di benessere, la felicità per il volpino…quasi la perfezione. Perché Hanamichi non rispondeva al suo abbraccio…il desiderio di stringersi, era solo da parte sua…gli pareva di essere abbarbicato a una statua di marmo…
E infine il suo fiato, accanto a un orecchio:
"…è meglio che vai…l'eclissi sta per raggiungere il suo culmine…tra poco questo corpo morirà, e io…non voglio che accada fra le tue braccia…non sarebbe giusto"
Un singhiozzo, e un capo che si scuoteva piano, in un silenzioso diniego.
"Rukawa…davvero, non voglio che tu mi veda morire"
"Perché ti preoccupi per me, se non mi ami?"
gli chiese l'altro, la voce impastata dal pianto soffocato.
"Perché sei una creatura vivente, e io non posso sopportare, che tu soffra…"
"Non ti lascio…non ti lascio…"
Le braccia bianche lo strinsero ancora di più, il volto si nascose con ancora più forza…
"Rukawa…sta per accadere…"
"No no no!!!"
"Addio, stupida volpe"
Rukawa avvertì una mano accarezzargli il capo, dolcemente…quella carezza durò un attimo, trasformando tutto in un sogno, poi…il corpo fra le sue braccia si irrigidì, e si abbandonò a lui, senza forze.
"Nooooooooooo!!!!!!!!!!!!"
Il volpino cadde in ginocchio, il corpo di Hanamichi ancora stretto al petto…lacrime disperate bagnavano il collo dell'altro, dita infelici correvano sulla sua schiena, verso il cuore…in un lampo di follia, Rukawa lo stese a terra, e iniziò a tentare di rianimarlo…premeva con tutta la forza che aveva sul suo cuore, soffiava aria nella sua bocca, perché si svegliasse, perché gli sorridesse, anche un sorriso sarcastico sarebbe andato bene…purché tornasse da lui…
"Adesso basta, stupido volpino"
La voce…la sua voce…gli aveva parlato?
Rukawa si pulì gli occhi dalle lacrime, tirando su col naso…ce l'aveva fatta, Hanamichi era tornato da lui? Aveva cambiato idea…certamente poteva far tornare in vita il suo corpo.
Quel corpo, che ancora giaceva esanime accanto alle sue ginocchia.
"Sono qui"
Di nuovo la sua voce, che trascinò via gli occhi blu dal viso rilassato, come addormentato…accanto al cerchio, c'era una nuova luce, un globo verde tenue, avvolto in un sottile nastro bianco, come di nebbia sfilacciata…e Rukawa capì.
"S-Sei tu?"
"Sì…si può dire che questo sia il mio aspetto. Adesso basta, volpaccia. Vai, vivi la tua vita…conservami nei tuoi pensieri, io vivrò nei tuoi ricordi….vinci il campionato nazionale, gioca in America e diventa il migliore di tutti, diventa il numero uno, tu puoi…vivi oltre me"
"N-Non mi lasciare…"
La sfera verde si sollevò, oltre il bordo dell'anello…lo sorvolò e si portò al centro, scendendo finché non ne fu circondato. Rimase un attimo immobile, prima che il cerchio iniziasse a vibrare:
"Addio, Kaede Rukawa"
e sparì. Di colpo, senza lampi o suoni.
Una raffica di vento investi la cima del colle, ululando nella notte…Rukawa urlò, appena il corpo di Hanamichi si fu tramutato in un nuvola di petali di ciliegio, di un rosa perfetto…urlò gettandosi contro il vento che glieli portava via, togliendogli tutto ciò che gli rimaneva di lui…spalancò le mani e ne afferrò quanti più ne poté, portandoseli al petto e bagnando di lacrime le mani che li stringevano…il vento impietosito smise di soffiare, mentre nel cielo il chiarore aumentava…Rukawa rimase lì a lungo, a piangere sul suo amore, di cui gli rimaneva fra le mani strette, solo un pugno di petali di ciliegio.
Fine
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