Neve
(primavera)
di Anna
Oggi nevica: non ci posso credere!
Chissà quante volte, qui in Giappone, qualcuno può dire di aver visto la
neve prima d’ora cadere e posarsi sui tetti delle case, sugli alberi nei
parchi, sulle panchine, sui lampioni per strada, sulle macchine
parcheggiate, sugli stessi passanti che continuano indifferenti per la loro
strada, senza curarsi di questa magnifica pioggia di cristalli…
Mi
stacco a malincuore dalla finestra e mi volto verso la foto di mia madre: -
Hai visto, mamma? Nevica… -
Alzo
la cornice e sfioro con le labbra il vetro freddo, poi riposo il ritratto al
suo posto e vado all’ingresso a prendere il cappotto invernale: come al
solito devo andare a scuola! Afferro la cartella ed esco di casa, decidendo
di andare a piedi e di lasciar perdere la bicicletta: stamattina mi conviene
sicuramente!
Esco
dal portone e mi trovo davanti un bambino che, estasiato, è fermo in mezzo
al cortiletto del condominio con il naso all’insù, ammaliato dai fiocchi
candidi che scivolano leggeri verso terra.
-
Mamma, è questa la neve? - chiede alla signora che lo ha appena raggiunto.
- Sì,
tesoro! - replica la madre, chinandosi per allacciargli il giaccone
invernale e sistemargli meglio la sciarpa attorno al collo, avvolgendolo in
un caldo bozzolo.
- E’
meravigliosa, sai? - dice il piccolo, prendendo per mano la sua mamma e
lasciandosi condurre via, probabilmente verso la scuola.
Mi
lascio sfuggire un sorriso, mentre mi dirigo verso lo Shohoku… Anzi, verso
LUI…
La
neve… Fredda e silenziosa… Sembra la descrizione perfetta di quel
meraviglioso Volpino che frequenta il mio stesso istituto! Tutti direbbero
che lui è più indicato di me a rappresentare il mondo dei ghiacci, ma non
c’è anima viva che si sognerebbe di accostare il gelo a me… Però non sanno
quanto si stiano sbagliando!
Se si
fermassero un attimo a riflettere, oppure anche semplicemente ad osservare
Rukawa mentre gioca a basket, senza limitarsi al mero esame fisico
s’intende, si renderebbero conto che in lui arde una passione sfrenata per
quello sport e che è questo che lo spinge a essere il migliore, sia in
partita che in allenamento…Dentro di lui, brucia il desiderio di realizzare
i propri sogni e i suoi occhi si illuminano nel momento stesso in cui può
fare un passo avanti verso il loro avverarsi: essere il numero uno del
Giappone per poi volare alla conquista dell’NBA, dove io non potrei
raggiungerlo… Ma che mi importa, di raggiungerlo? Non posso negare di
essermi ritrovato molto spesso a studiare il suo modo di fare: se una cosa
non lo interessa è evidente il fatto che non gli presti attenzione, ma nel
momento stesso in cui si riesce a stuzzicarlo nel modo giusto sprizza
scintille! Tuttavia, per via del suo mutismo è considerato un ghiacciolo, un
freezer ambulante…
E che
dire di me? A vedermi si direbbe che il fuoco è il mio elemento e un vulcano
in eruzione il mio simbolo!
Ho
sempre un sorriso smagliante stampato in faccia ed energie da vendere, sono
esuberante e bravissimo nel fare lo spaccone, non sto fermo un momento e ho
pure i capelli rossi! Peccato che però nessuno si sia mai accorto che sotto
questa bella impalcatura di falsa gioia di vivere ci sia solo il nulla, la
più completa desolazione! Sono come la neve: sembro qualcosa di speciale, ma
invece non sono altro che mera acqua ghiacciata che non riesce più a volare…
Da
quando la mia mamma è morta non provo più nulla, da troppi anni ormai… Non
credo nemmeno più di ricordare cosa significhi provare emozioni, ad
eccezione di quando mi si para di fronte una kitsune di mia conoscenza! A
volte, mentre recito in mezzo agli altri il mio ruolo da scavezzacollo
megalomane, vorrei potermi mettere ad urlare un “basta” che invece mi muore
in gola… Ci sono attimi in cui la falsità della mia maschera mi soffoca e io
me ne vorrei liberare, ma se lo facessi non credo che poi potrei sentirmi
meglio…
Fra
due isolati sono arrivato: è ora di andare in scena! Anche stamattina, come
ogni altra!
- Ore
wa Tensai desu! – mi ripeto, tentando di convincermi che ne sono veramente
convinto, che la kitsune non vale nulla e io l’odio con tutte le mie forze,
che Haruko è la creatura più bella sulla faccia della Terra…
Svolto l’angolo e mi ritrovo di fronte al cancello della scuola: si alzi il
sipario!
-
Buongiorno sempai! – mi saluta qualcuno, non appena varco la soglia del
teatro. Mi giro e mi accorgo che chi mi ha salutato altri non è che una
nuova matricola che mi ha preso come suo mentore… Si chiama Hiroyuki Sagano,
se non sbaglio…
-
Buongiorno! – saluto, esibendomi in uno dei miei migliori sorrisi. Iniziamo
bene, stamattina!
-
Allora, sempai, hai qualche perla di saggezza geniale da regalarmi
stamattina? – mi domanda, con due occhioni speranzosi… Che faccio, gli mollo
una testata o sto al gioco? Voglio dire, ci tiene tanto ad assomigliarmi che
si è tinto i capelli di rosso fuoco e li tiene cortissimi come i miei, ha
iniziato a giocare a basket e a odiare spasmodicamente Rukawa… Alla faccia
dell’avere una personalità propria!
-
Hehe… Ti dirò la perla di saggezza basilare: ore wa Tensai desu! – me ne
esco, con il mio classico atteggiamento da sbruffone.
- Hai
ragione Sempai! A dopo! – replica lui con un’espressione gioiosa e
soddisfatta.
La
mia buona azione della giornata l’ho fatta! Che però non mi faccia sentire
meglio, questo è un altro discorso…
Con
uno sbuffo, mi levo un ciuffo di capelli ribelli dalla fronte e poi mi
dirigo verso gli armadietti e qui incontro Yohei, il mio migliore amico da
una vita, mio fratello, il mio unico squarcio di sincerità…
-
Ciao Hana! – mi saluta, non appena mi vede.
-
Ciao… - ribatto, mentre mi levo la giacca e la faccio sparire dietro l’anta
metallica.
-
Come va? – mi domanda lui, come se non ci fossimo separati solo ieri sera
verso le dieci.
Scrollo le spalle: - Respiro ancora e mi reggo in piedi, a quanto sembra… -
Mito
si mette a ridere e io vorrei dire qualcosa per protestare, ma una serie di
urletti isterici mi avvisa dell’arrivo a scuola di Rukawa: ben arrivata,
Volpaccia!
Trattenendomi dall’uscire fuori per vederlo, faccio uno sforzo e mi volto di
nuovo verso il mio compagno, ma il discorso di due sciocche ragazzine del
primo anno mi distrae irrimediabilmente: - Come l’hai scoperto? –
- Ho
spiato il quaderno della manager! Rukawa compie gli anni il primo di
Gennaio! –
Poi
le due oche si mettono a discutere di che cosa regalargli o di come fargli
avere i loro “magnifici doni”, ma a me di questo non importa più di tanto!
E
così il compleanno del Volpino è a Capodanno… Sorrido: anche io sono nato il
primo del mese, ma ancora una volta il destino è stato ironico visto che lui
è venuto al mondo in inverno e io in primavera.
- Hey!
Ci sei ancora o ti sei incantato? –
La
voce di Yohei mi riporta con i piedi per terra, distogliendomi da pensieri
assolutamente non adatti all’Hanamichi “pubblico”…
- Il
Tensai c’è sempre! – sindaco, suscitando l’ilarità di questo tappo
irriverente.
Lascio perdere il suo comportamento poco carino e mi cambio velocemente le
scarpe, prima di riafferrare la mia cartella (vuota o quasi).
Quando mi accorgo che l’accesso di ilarità del mio amico non accenna a
placarsi, sbotto: - Ne hai ancora per molto? –
Yohei
mi fa un cenno negativo col capo, ma continua imperterrito a far risuonare
nel corridoio la sua risata. Devo intuire che oltre ad essere il re dei
rimbalzi, io sia anche il re dei comici?
- Me
ne vado in terrazza! A dopo! – annuncio, quando scorgo la figura della Akagi
che punta pericolosamente verso di noi. Vade retro, Satana!
- Ti
sei offeso? – mi urla dietro il mio migliore amico.
Scuoto la testa in un cenno negativo: se lo fossi stato, nulla ti avrebbe
salvato dal ricevere in omaggio una simpatica testata del Tensai!
Salgo
velocemente le scale, sperando ardentemente di non incontrare qualcuno che
conosco, fossero anche solamente i ragazzi dell’Armata… E per una volta un
mio desiderio viene esaudito! Deo Gratia!
Apro
la porta, ma mi blocco di fronte allo spettacolo che ho di fronte: Kaede
Rukawa se ne sta immobile, in piedi in mezzo alla terrazza; sta osservando i
fiocchi di neve che cadono dal cielo mentre alcuni di essi s’impigliano tra
i suoi capelli e il fiato si condensa in piccole nuvolette… Con il collo
avvolto in una sciarpa color cobalto e il naso appena arrossato, i capelli
neri scossi dal vento e l’espressione più innocente che gli abbia mai visto,
è una visione celestiale… Di riflesso, alla sua immagine si sovrappone
quella del bambino che ho incontrato stamattina e sento una dolcezza
infinita che mi scalda il cuore.
Al
rallentatore, lo guardo mentre raddrizza il capo e si volta verso di me. E’
stupito di trovarmi qui, intento a rimirarlo: me n’accorgo dai suoi occhi
che si allargano leggermente. Non capita tutti i giorni che il Tensai si
blocchi a rimirare l’algida Volpe così apertamente…
Lui
non fa nulla: se ne sta lì a fissarmi, mentre io sono immobile con
un’intelligentissima espressione da baccalà affumicato…
Mi
riscuoto dall’incantesimo in cui sono caduto e decido che se aspetto che sia
lui a parlare per primo stiamo freschi…
- Se
esco lì fuori, credi che saremo in grado di restare nello stesso posto senza
ammazzarci a vicenda? – domando, con una sfumatura ironica nella voce. Non
credo che sporcare col sangue questa neve candida sia propriamente una buona
idea!
Lui
solleva impercettibilmente le spalle: lo devo prendere come un sì?!?
Quando ti presentano Kaede Rukawa, dovrebbero fornirti anche un dizionario
per interpretare i suoi gesti e i suoi mugugni!
Lasciando chiudere la porta alle mie spalle, vado a rifugiarmi in un angolo,
sbattendo per terra la cartella e sedendomi sulla ringhiera. Ignorando (o
almeno provandoci!) lo sguardo della Volpe su di me, lascio penzolare una
gamba nel vuoto e mi tiro l’altra contro il petto. Se adesso lui volesse,
potrebbe liberarsi di me con una semplice e leggerissima spinta… Scaccio
questo pensiero cretino dalla mia testa e mi metto ad osservare gli studenti
che affollano il cortile, sorridendo quando individuo i ragazzi dell’armata
che stanno probabilmente litigando fra loro per un qualche motivo assurdo.
Probabilmente Noma avrà preso in giro Takamiya e Okusu avrà voluto
intromettersi…
Sposto ancora lo sguardo e vedo anche Yohei che se ne sta placidamente
appoggiato a un albero a guardarli: mi sembra quasi di scorgere la sua
espressione divertita di fronte alla solita scena che gli si presenta
davanti…
La
mia ispezione del paesaggio s’interrompe quando percepisco la presenza del
Volpino dietro di me: si sta avvicinando!
Forse
dovrei rimettere la mia maschera e fingere di star pensando ad Haruko, ma
qualcosa mi induce a non farlo…
Lui
si appoggia con i gomiti alla ringhiera, accanto a me, poi gira il viso
verso il sottoscritto e mi fissa per qualche momento, ma io fingo di non
notarlo e me sto zitto e buono: non ho ancora voglia di calarmi nel ruolo di
vulcano in eruzione, ancora per qualche minuto voglio lasciare che la neve
che scende si posi sul ghiaccio che indurisce il mio cuore…
- Non
hai paura di cadere? – mi domanda all’improvviso.
Mi
volto pure io e pianto i miei occhi nei suoi, scorgendovi una luce attenta.
Scrollo le spalle: - No… -
Lui
rimane un attimo interdetto, poi decide di dare ancora fiato alle corde
vocali: - Come fai? –
Wow,
si sta proprio sforzando!
Beh,
il suo impegno non può che essere ricompensato che con la verità…
- Non
ho paura di cadere perché anche se dovessi precipitare non succederebbe
nulla, non cambierebbe assolutamente niente… -
Forse
lui non può capire, ma per me è estremamente chiaro: se non si provano
emozioni, vivere o morire non sono poi due concetti così diversi!
- Sai
volare? –
Fermi
tutti! Non può essere ironia quella che sento nella voce della Volpe!
Sicuramente questo non è il vero Rukawa!
Scuoto il capo in un cenno di diniego: no, non so volare e non ho nemmeno le
ali per poterlo fare…
-
Semplicemente non ha importanza… - dico, fissando il vuoto sotto di me. Non
sto dicendo che voglio suicidarmi, quello no, ma se dovessi perdere
l’equilibrio e cadere di sotto non mi spaventerei più di tanto…
- Do’aho!
– se ne esce il mio rivale, prima di staccarsi dalla ringhiera e rientrare a
scuola, allontanandosi però con dei movimenti che mi sembrano rigidi e
controllati.
Che
si sia innervosito? E per quale motivo avrebbe dovuto?
-
Baka kitsune… - mormoro, non appena sento la porta della terrazza sbattere
con violenza.
La
paura pranzo è finalmente arrivata, così afferro il mio bento e me ne torno
sul tetto, incurante del freddo che fa: il gelo, in fondo, è il mio elemento
naturale!
- Hey,
Hana! Dove scappi? – mi blocca Yohei, raggiungendomi con l’Armata.
Ok,
messaggio ricevuto! E’ il momento di tornare ad essere Sakuragi, il duro e
puro!
- In
un posto lontano da questi idioti! – rispondo, indicando i tre alle sue
spalle che, come da copione, iniziano con le loro rimostranze e fanno un
gran baccano… Sempre i soliti casinisti!
- Mi
offri asilo politico? – domanda Mito, supplicandomi con lo sguardo.
- Hn…
- mugugno, indicandogli con un cenno del capo le scale che portano in
terrazza. Non oso parlare prima che Sagano, sentendo la mia voce, si giri e
mi scorga dal fondo del corridoio per poi venire a rompere…
Il
mio migliore amico sgrana gli occhi e, ignorando i tre imbecilli che se le
stanno dando di santa ragione, si avvia con me verso un posto più
tranquillo.
-
L’influenza di Rukawa si fa sentire! – provoca, scherzosamente e io mi
lascio sfuggire un sorriso divertito.
- Non
paragonare il Tensai dei Tensai a una Volpaccia artica! – lo ammonisco.
- Hn…
- mi fa il verso, guadagnandosi un leggero pugno in testa alla Gorilla.
- Do’aho…
- continua lui imperterrito, cacciandomi fuori la lingua.
Questo è troppo! Qui si mette in ridicolo l’onore del re dei rimbalzi!
-
Stupido furetto! – borbotto, sedendomi sull’ultimo gradino di fronte alla
porta che dà all’esterno. Non ho più voglia di congelarmi! E poi c’è anche
quest’animale…
-
Come sarebbe a dire “furetto”? Almeno io pensavo di essere immune alla tua
mania per gli animali! – protesta, aprendo la sua scatola del pranzo e
storcendo il naso di fronte alle cipolline: le odia, ma sua madre si ostina
a mettergliele dentro!
Comunque non ho capito questa storia della mia mania per gli animali e lo
guardo interrogativamente: - Non capisco… -
Ma
che vuol dire?!?
-
Rukawa è una Volpe… Akagi un gorilla… Nobunaga un babbuino… Fukuda un verme…
Sendoh un porcospino… Koshino un orso… Uozumi il re delle scimmie… Minami
Calimero… Taoka-sensei una lumaca bavosa… Aida una bertuccia o una piattola…
Ru, Ka e Wa delle oche… E adesso io sono diventato un furetto! Tu vedi il
mondo come uno zoo! – mi spiega lui, con aria fintamente offesa.
Ah,
adesso è tutto chiaro!
-
Preferisci che ti chiami “ermellino”? Potrei anche abbreviarlo in “Ermy”,
oppure in “Lino”… Anzi, “Lilly”!!! – propongo, con un sorriso entusiasta sul
volto.
-
Stai scherzando, vero? – mi domanda, mentre un lampo di puro terrore gli
attraversa gli occhi.
Hehe…
Ora il Tensai si divertirà!
- Ma
Yohei! Mi stupisco di te! Certo che NON sto scherzando! – annuncio,
allargando il mio ghigno.
Lui
sta per ribattere qualcosa, probabilmente inutili parole di protesta, ma
invece che rivolgersi a me si volta verso il basso, dove Rukawa si è
bloccato dopo averci scorto: - Rukawa! Aiuto! –
Il
Volpino si limita a fissarci, mentre un grosso punto di domanda gli spunta
sulla faccia.
Ok,
gli andrò in
aiuto!
-
Secondo te, meglio Ermy, Lino o Lilly? – chiedo, ridendo di fronte al
brivido che scuote il mio migliore amico al suono di questi soprannomi.
-
Lilly… - risponde Kaede, con sommo dispiacere di Mito, ma con una luce
divertita nelle sue iridi d’opale.
- Ma
è una congiura! – si lamenta Lilly mettendosi le mani nei capelli. Poi si
rivolge verso il nuovo venuto: - Volevi andare in terrazza? –
Lo
splendido angelo in fondo alle scale annuisce e io ho una folgorazione: il
lato positivo delle maschere è che possono essere tolte…
-
Perché non ti siedi con noi? Fuori ti congeleresti! – lo invito, suscitando
lo stupore di entrambe le persone che mi hanno sentito.
- Hn…
- mugugna lui come da copione, venendo a sedersi sul gradino sotto a quello
dove sto io, allungando le gambe davanti a sé.
- Eh
no, kitsune! Così se ti addormenti rotoli di sotto e poi mi tocca portarti
in infermeria! Vieni sopra tu che scendo io: almeno ti blocco all’inizio
della caduta… - dico alzandomi e aspettando che lui si muova.
La
Volpe mi fissa per un attimo, poi decide che effettivamente il Genio ha
ragione e si mette dove stavo io prima… La neve fa brutti scherzi, perché mi
sembra quasi di averlo sentito bofonchiare un “Arigatou”…
-
Ragazzi che scoop! I due eterni rivali che se ne stanno seduti uno accanto
all’altro senza litigare! – ci prende in giro il mio migliore amico, come se
non avessi intuito che anche lui è contento da questa inspiegabile
situazione.
- Non
osare andare a dirlo in giro! Abbiamo una reputazione da difendere noi, vero
Kit? – replico, parlando in tono finto autoritario e scoccandogli una
occhiata intimidatoria, o che almeno avrebbe dovuto esserlo!
-
Vero, Do’aho! – mi dà corda la Volpaccia e io decido di sorvolare sul
nomignolo con cui mi ha chiamato: in fondo, non credo che lo dica veramente
per offendere!
Baka
kitsune orgogliosa!
Un
attimo! Mi sorge un dubbio… Ma almeno lo saprà come mi chiamo?
Gli
allenamenti sono appena finiti e i miei compagni stanno andando a cambiarsi:
beati loro! Io invece devo ancora allenarmi nei fondamentali, nemmeno fossi
ancora al primo anno e non sapessi palleggiare o eseguire splendidi tiri in
sospensione!
Mentre provi vari ritmo di palleggio, gli altri giocatori mi sfilano davanti
agli occhi per tornarsene in una calda casa accogliente… Quasi tutti mi
salutano, ma io rispondo distrattamente… Il mio pensiero va al piccolo
monolocale freddo e squallido, ma soprattutto vuoto, che invece aspetterà
me…
Spio
fuori dalla palestra e mi accorgo che ha già finito di nevicare: peccato…
Per un attimo avevo sperato che la neve potesse sul serio ricoprire col suo
manto bianco e cancellare ogni cosa!
Tiro
la palla a canestra, ma quella maledettissima sfera non ci arriva, visto che
viene stoppata abilmente da una mano candida.
Fisso
Kaede con un’aria abbastanza stralunata: che ci fa ancora qui?
Effettivamente, ora che ci penso, non l’ho visto andare via con gli altri…
-
Vuoi ostacolare gli allenamenti del Tensai? – lo provoco, ma senza la solita
aggressività: ora siamo da soli e posso anche concedermi di tornare ad
essere me stesso… Ma esclusivamente con lui!
- Do’aho…
- ribatte, ma mi lancia la palla e si mette in posizione di difesa… Devo
intuire che mi stia proponendo un one-on-one? Beh, torno a ribadire
l’utilità di creare un manuale per l’interpretazione dei gesti e dei
mugugnii di Kaede Rukawa! Da consegnarsi quando lo si incontra la prima
volta…
- Ok,
Kit! Sfida accettata! – sindaco, lanciandomi verso il canestro, intenzionato
a mettere a segno sin da subito uno splendido Slam Dunk.
Sia
chiaro che non ho la pretesa di vincere, ma almeno di divertirmi, questo sì!
Stacco per infilare la palla nell’anello, ma com’era prevedibile la strenua
difesa del mio avversario mi impedisce di segnare. Lui recupera la palla e
questa volta sono io a stopparlo, per poi prendere possesso della sfera e
indietreggiare fino alla linea dei tre punti…
La
Volpe mi fissa scettica e mi sembra quasi di sentirla mentre pensa un “tanto
non ce la farai!” che mi spinge a provarci. Il mio avversario dimostra di
sottovalutarmi e mi lascia campo libero, peccato che il mio tiro colpisca
l’anello… Salvo poi rimbalzare sul tabellone ed entrare nella rétina…
Sia
io che il mio rivale rimaniamo allibiti per un attimo: come diavolo ha fatto
ad entrare?!
-
Hehe… Ore wa Tensai desu! – proclamo, riacquistando per un attimo la mia
spavalderia da Fratello Minore di King Kong.
- Do’aho…
- è l’immancabile risposta di Mr-non-uso-più-di-tre-parole-in-una-frase.
Per
un attimo ci guardiamo in cagnesco, ma poi invece di iniziare una rissa io
scoppio a ridere e lui… Beh, lui si limita a sollevare millimetricamente gli
angoli della bocca!
Dopo
un attimo, Kaede si ricompone e va a riprendere il pallone, dando di nuovo
il via alla nostra sfida.
Io mi
impegno più che posso, ma alla fine vince lui per l’onorevole punteggio di
20 a 16…
-
Ancora 4 punti e vinco io! – decreto, lasciandomi cadere sul parquet della
palestra e sdraiandomi in una plateale dimostrazione di stanchezza.
Il
Volpino mi concede l’onore di venirsi a sedere accanto a me.
-
Nevica di nuovo… - constato, spiando fuori dalle finestre della palestra.
- Hn…
- borbotta il mio compagno di squadra, rimanendo fedele a se stesso.
-
Perché non parli mai? – gli domando, colto da un’improvvisa curiosità.
Insomma, mi sembra impossibile che non senta mai la necessità di dire ad
alta voce quello che pensa, oppure semplicemente di sfogare una qualche
emozione con un urlo o una qualche parola… Non dico di diventare logorroico
come la mia maschera, ma almeno qualche frase ogni volta non gli farebbe
male!
Io
sono convinto che lui abbia dentro di sé dei pensieri bellissimi, emozioni e
sentimenti fortissimi e non capisco il motivo del suo rifiuto di esternarli
al mondo…
Immancabilmente tra di noi cala il silenzio, ma questa volta voglio starmene
zitto e buono ad aspettare che lui si decida a usare le proprie corde vocali
e a formulare quanto meno una risposta.
Dopo
un paio di minuti mi sorge il dubbio che si sia anche addormentato, così
alzo lo sguardo per cercare il suo e lo trovo fisso sul pavimento, mentre la
Volpastra è persa in chissà quali elucubrazioni.
Ed
eccolo, l’amletico dilemma: lo prendo a pugni per scuoterlo e riportarlo
sulla terra o lo lascio semplicemente nel suo mondo?
A
essere sinceri, non mi va di scatenare la nostra solita rissa!
Però
è anche vero che così mi sento un emerito cretino, ad aspettare una risposta
che probabilmente non arriverà!
-
Anche se parlassi, chi mi ascolterebbe? – mi chiede dopo un po’ la mia
Nemesi, guardandomi con un’espressione terribilmente seria.
- Io!
– rispondo di getto, senza starci a pensare più di tanto.
Rukawa solleva un sopracciglio, sorpreso.
Io
invece mi do mentalmente dell’idiota: si può sapere perché non collego il
cervello prima di dar voce ai miei pensieri? Non credo che lui ci tenga più
di tanto che io lo stia a sentire!
-
Davvero? – domanda lui invece, con una lieve esitazione nella voce ma senza
ironia o sarcasmo.
Io
annuisco… Ti ascolterò qualsiasi cosa tu abbia da dirmi, te lo prometto! E
le tue parole per me saranno preziose come ore! Te lo prometto…
Ho il
sospetto che abbiano sostituiti entrambi con i nostri due cloni… Oppure che
ci sia in giro una qualche strana malattia e oltre ad esserne stati tutti e
due contagiati, siamo in piena crisi, il che comporta che entrambi siamo
fuori di testa!
-
Ascolteresti il tuo odiato rivale? – chiede di nuovo, assumendo (sempre nei
limiti del possibile quando si parla di Rukawa!) un’espressione
meravigliata, sorpresa e incredula.
Analizziamo quello che ha detto…
“Ascolteresti”: ti ascolterò qualsiasi cosa tu abbia da dirmi, te lo
prometto! E le tue parole per me saranno preziose come oro! Te lo prometto…
“Rivale”: qui ci siamo! Lui è il giocatore che io voglio eguagliare e
battere: non Sendoh, non Maki, non Nobunaga, non Fujima, non Minami (che
vorrei cancellare dalla faccia della terra!), ma lui… Il Volpino!
“Odiato”: qui non ci siamo! Ammetto che all’inizio ho provato della rabbia
nei suoi confronti perché Haruko lo preferiva a me, poi perché era più bravo
del Tensai, poi perché mi faceva sentire diverso e soprattutto perché
attentava al lucchetto che imprigiona il mio cuore… Però adesso posso
davvero dirgli che lo odio?
Oggi
mi ha visto senza maschera e io sono stato bene… Posso e soprattutto voglio
rovinare tutto in questo momento?
Sì…
-
Rivale sì, odiato no… - mormoro, mordendomi poi la lingua. Non avevo
intenzione di fare esattamente il contrario?!
Sono
un Tensai, sì! Il Tensai degli imbecilli!
Rimango immobile, aspettando la sua reazione e imprecando mentalmente contro
la mia immensa stupidità.
Alle
tante, Kaede si alza, poi si volta verso di me: - Do’aho! Andiamo a fare la
doccia, poi ti aiuto a chiudere! –
Sono
passate tre settimane dal giorno in cui ha nevicato la prima volta e fino ad
ora neve e pioggia non hanno ancora smesso di alternarsi…
Come
tutte le mattine, sto andando verso scuola, contro ogni mia volontà: ho
bisogno di ferie!
Beh,
a dirla tutta ho solo un’interrogazione di matematica e non ho studiato!
Tuttavia c’è un motivo che mi spinge ad andare verso lo Shohoku nell’ultimo
giorno di scuola prima delle vacanze: il pacchettino che giace sul fondo
della mia tasca destra, un regalo di compleanno per la Volpe artica!
Visto
che è molto improbabile che lo incontri il giorno del suo compleanno, avevo
deciso di darglielo oggi… Ma la domanda che mi ronza insistentemente nella
zucca è: “Come diavolo m’è venuto in mente di comprare un regalo di
compleanno per la Volpaccia malefica?”
Però
quando l’ho visto in quella vetrina non ho saputo resistere!
“E’
fatto per lui!” ho pensato, così sono entrato e me lo sono fatto incartare…
Sono
un Do’aho!
Arrivato in vista del cancello, mi stiracchio pigramente i muscoli e mi
preparo psicologicamente ad entrare nel ruolo di Sakuragi, il duro & puro,
stampandomi un sorriso ebete sul viso.
- …ao…
-
Una
voce bassa alle mie spalle mi fa sobbalzare e voltare di scatto.
Rukawa, con un’aria alquanto addormentata, mi ha appena salutato! E non mi
ha investito con la sua bicicletta!
Oggi
è il giorno dei miracoli…
-
Buongiorno, Kit! – saluto pure io, senza però deformare il volto in un
sorriso da Tensai.
Ru
scende dal suo scassatissimo veicolo e insieme ci avviamo verso scuola, lui
dormendo in silenzio e io imprecando contro le oche che sbavano al suo
passaggio e sperando di non trovarmi di fronte Sagano… Una giornata normale,
all’apparenza, ma speciale se si conta che fra un attimo farò la più grande
pazzia che la storia ricordi!
Arriviamo alla rastrelliera e, mentre il mio compagno di squadra mette a
posto il suo mezzo (che personalmente non capisco come diavoli faccia ad
essere ancora funzionante…), io ripenso a queste ultime tre settimane: io e
Kaede abbiamo stipulato una sorta di patto di non aggressione reciproca e
abbiamo passato i momenti dopo gli allenamenti a parlare di noi, così ho
scoperto certi aspetti del suo carattere che non avrei mai immaginato… Come
per esempio che gli piace l’anime di Evangelion ma che è stufo di Dragonball,
che non sopporta il film Titanic ma che conosce a memoria tutti gli episodi
di Highlander… Mi ha anche spiegato che vuole andare in America non solo per
sfondare nell’N.B.A., ma anche perché vede in essa la libertà dalla sua
famiglia…
Mi
distraggo dai miei ricordi quando sento lo scatto del lucchetto della catena
della Volpe che scatta. Mentre lui si rialza, io prendo il regalo dalla mia
tasca e glielo porgo sul palmo aperto… Sembra che stia offrendo un’offerta
sacrificale a una divinità!
Lui
mi guarda senza capire e io mi arrischio a parlare: - E’ per il tuo
compleanno: visto che non si viene a scuola a Capodanno, te lo do adesso… -
dico con un sussurro che non si addice molto alla mia natura di Genio.
Lui
abbassa lo sguardo e afferra il pacchettino, osservandolo con curiosità.
- Hey,
Hana! – mi urla Yohei, per richiamare la mia attenzione. Facendo un notevole
sforzo per nascondere il mio nervosismo, lascio cadere il dono nella mano
del mio rivale e poi mi affretto a raggiungere chi mi ha chiamato.
Nessuna scatola lanciata mi colpisce alla schiena e questo mi fa sperare che
la Kitsune l’abbia accettata…
-
Buongiorno! – mi saluta il mio migliore amico, sfoggiando il suo miglior
sorriso.
-
Ciao! – recito, come a voler convincere me stesso che non ho motivo di
essere agitato.
- Hai
fatto i compiti di inglese? – mi domanda, mentre io mi metto a pianificare
le atroci torture a cui lo sottoporrò alla prima occasione: hai rovinato un
momento magico per avere dei maledetti esercizi di inglese?! Stupido
ermellino! Ma io ti scuoio vivo!
Senza
dargli a vedere la mia irritazione, apro la cartella e gli allungo il
quaderno: avrò il tuo sangue per questo, renditene conto! Vivi finché puoi…
-
Arigatou! – mi ringrazia, afferrando il mio compito e correndo a farlo
copiare anche al resto dell’Armata. Una cosa che ho imparato da quando ho
stretto una specie di amicizia con il Volpino è che fare i compiti può
essere utile…
Mi
giro e cerco con lo sguardo il mio compagno di squadra, ma quell’essere
sempre in dormiveglia è già sparito…
Ho
deciso: non ho voglia di andare a lezione e quale posto migliore della
terrazza per passare la mattinata?
Salgo
le scale alla velocità del Tensai, soprattutto perché ho intravisto la
sagoma di Sagano in avvicinamento, ed esco sul tetto: come previsto, non c’è
nessuno…
Una
folata di vento gelido mi fa correre un brivido di freddo lungo la schiena e
mi scompiglia i capelli, ma a me piacciono le temperature basse…
Lascio cadere per terra la mia cartella e vado verso la ringhiera: è coperta
da un sottile strato di ghiaccio, ma non mi congelerò di certo per quattro
centimetri di metallo freddo!
Come
mio solito, mi metto a sedere con una gamba a penzoloni nel vuoto e l’altra
piegata contro il petto.
Osservo i tetti delle case di Kanagawa ancora imbiancati dalla neve e, di
contro, le strade dove regna il fango… In fondo sto guardando quello che sta
succedendo a me: se lascio che il mio cuore si disgeli, cadrò nel fango
della sofferenza… E’ per questo che devo continuare a ripetermi che non è
vero che il mio rivale non mi fa stare bene, che devo continuare a
proclamarmi interessato alla Akagi, che non posso smettere di definirmi un
Genio…
Chiudo gli occhi e mi appoggio con il mento al ginocchio piegato: se mi
addormentassi così, rischierei veramente di volare di sotto?
La
campanella suona l’inizio delle lezioni e io sollevo le palpebre per
guardare il cielo: le nuvole formano una cappa grigia che dà l’idea di
malinconia e monotonia… E anche in questo sono meglio della terra: lì non ci
sono diversità per cui essere additati o messi alla berlina!
Il
rumore della porta che si apre mi fa voltare il capo verso le scale e,
nonostante all’esterno non si veda, sussulto alla vista della Volpaccia: che
ci fa lui qui?!
Rukawa mi si avvicina, ma stranamente non sento nessun’aura minacciosa
attorno a lui.
- Non
sei in classe? – mi domanda, fermandosi a pochi centimetri da me.
Da
quando in qua spreca fiato per fare domande dalla risposta scontata?
- A
quanto pare, no… - gli faccio notare, scrollando le spalle.
Il
freddo che sento sotto il sedere m’induce a cambiare posizione: distendo la
gamba piegata, ma scivolo sul metallo ghiacciato… Istintivamente, mi
aggrappo alla ringhiera e vi rimango a cavalcioni.
Sgrano gli occhi quando mi accorgo che Kaede ha annullato la distanza fra di
noi e mi ha afferrato per la vita.
I
nostri sguardi s’incrociano e io mi sento arrossire di fronte alla
preoccupazione che posso leggere a chiare lettere nel suo. Senza dire una
parola, lui mi tira verso il “suolo sicuro” e mi aiuta a rimettermi in piedi
sul pavimento del terrazzo, di fronte al mio rivale. E in questo momento mi
rendo conto che ho rischiato veramente di cadere di sotto e di morire… Come
mio solito, agisco d’istinto: gli getto le braccia al collo e mormorando un
“Arigatou”, ma non so se lui mi abbia sentito…
- Non
sederti mai più lì sopra! – m’intima, stringendomi più forte.
Io
annuisco impercettibilmente: nell’attimo in cui ho rischiato di scivolare mi
sono aggrappato senza nemmeno pensarci alla ringhiera, indi non sono più
tanto convinto che vivere o morire sia lo stesso per me!
Sollevo il viso e mi trovo a fissare due occhi d’onice che mi stanno
fissando con un’incredibile dolcezza…
-
Kit? – mormoro, non capendo che diavolo sta succedendo al mio cuore
impazzito.
- Do’aho,
taci! – ordina, prima di assicurarsi che la mia bocca resti chiusa
sigillandola con la sua…
Non
ci posso credere!
Kaede
Rukawa mi sta baciando!
Qui
c’è qualcosa che non torna…
Ci
stacchiamo per riprendere aria e io mi mordo il labbro: fa male! Cavoli,
sono sveglio!
Vado
letteralmente in panico: che faccio, che faccio, che faccio, che faccio, che
faccio?
La
Volpe decide per me e torna a baciarmi, cosa che si rivela essere ancora più
piacevole di prima, visto che il nostro bacio diventa più profondo…
-
Aishiteru… - mi sussurra all’orecchio, facendo crollare le barriere che mi
ero costruito attorno.
Il
momento di essere sinceri è infine arrivato…
-
Suki da… - rispondo, appoggiando la fronte alla sua, senza tentare di
nascondere minimamente il rossore che mi sta imporporando le guance.
Una
folata di vento gelido fa rabbrividire il mio koi, così mi decido ad agire:
non voglio che il mio ragazzo si congeli! Lo afferro per una mano,
intrecciando le dita alle sue e lo trascino verso la porta: - Dai, Kit-chan!
Non voglio una baka kitsune congelata per compagno! –
Lui
mi segue docilmente e, nonostante tutto, non riesce a risparmiarmi il suo
solito “Do’aho!”…
Facendo attenzione a non farci scorgere da nessuno, andiamo a rifugiarci
negli spogliatoi della palestra, al calduccio e al sicuro da eventuali
scocciatori. Quando ci siamo entrambi riscaldati, lui si infila una mano in
tasca e mi porge il mio regalo: per lo meno l’ha scartato…
Apro
la scatoletta della gioielleria, ma è vuota…
Alzo
lo sguardo e per poco non rovino per terra: sta sorridendo! Ed è stupendo!
Deglutisco a vuoto un paio di volte mentre mi riprendo…
- E
questo che significa? – chiedo, non riuscendo a capirci nulla.
- Che
per il mio compleanno dovrai trovare un altro regalo per il mio compleanno,
visto che questo me l’hai dato oggi e passerai in ogni caso il Capodanno con
me! – risponde, mostrandomi il suo polso ornato dal braccialetto che gli
avevo comprato: una catenella formata da palloni da basket d’argento…
Sorrido, mentre me lo tiro contro beandomi della felicità che provo ora.
- Ok,
Kit… - sussurro, dandogli un bacio leggero sulla punta del naso.
-
Kaede… - replica lui, facendomi capire cosa vuole senza tanti giri di
parole.
-
Kaede… Anzi, Kacchan… - scandisco, mentre lo bacio sulle labbra.
Questo Volpino algido ha sciolto il ghiaccio che avevo attorno al cuore e il
risultato è che ora sonno immensamente felice e lui, Mr Inespressività, sta
sorridendo da ben cinque minuti! E io prevedo che lo farà a lungo…
-
Aishiteru, Kit… Ma non sperare che il Tensai ti lasci vincere più facilmente
solo perché ti amo! – gli faccio presente, stringendolo più forte a me.
- Do’aho…
- è la sua replica laconica.
E io
che posso fare se non rispondere “Teme Kitsune!”?
“Secondo te cosa diventa la neve quando si scioglie?”
“ Ah… Ecco… Secondo me diventa primavera!
“
Da “Fruit Basket”
*Owari*
Me: -
Ecco fatto… Finita! Giusto in tempo per dedicarla al mio Ale-koi per i
nostri primi tre mesi insieme! –
Ru: -
Certo che se era per il tuo koi ci potevi mettere un po’ di lemon! –
Hana:
- Concordo con la Kitsune! Dov’è la lemon??? –
Me: -
Ma non pensate ad altro?? Aki-chan!!! Fratellone, tu che pensi? –
Aki:
- Non è male, ma manca la lemon… -
Me: - T__T E’ una
congiura!
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