Disclaimers:
I personaggi sono della sensei Mikemura... e non me li vuole proprio dare
é__é nemmeno Gokino e dire che le sto facendo una corte serrata *w* ma
vedrete che ci riuscirò... nessuno batte chibi uauauaua
Nota1: Bene... se trovate sanzo totalmente OOC... andate a lamentarvi con
gianpeppino... non so nemmeno io chi sia... ma di sicuro non vorrei essere
nei suoi panni é_é
Nota2: dedico etta ficcy alle mie due amorottole, lady e mayuccia che mi
hanno sempre incoraggiato, grazie, grazie davvero di tutto... se non ho
smesso di scrivere è tutto merito vostro (vi prego non linciatele per questo
ç_ç) vi amo con tutto il cuore ^**^
Nota3: La dedico anche ad Ako per ricordargli che noi conquisteremo il mondo
e faremo soffrire i postini XDDD e ricorda gatto rulla *ççç*
Neve
nera
di Chibi-chan
Sono qui seduto alla finestra dello studio, la sigaretta in bocca ed un
pensiero che non va più via.
Guardo i raggi del sole infrangersi nel vetro e qualche stupido uccellino
cinguettare di fronte a me riempiendomi i timpani con la sua voce stridula.
E mi viene da sorridere. io, Genjo Sanzo Oshi che sorrido. Ma non è colpa
mia se sei così rumoroso, anche quando non ci sei, anche quando stai
dormendo sento la tua voce in ogni cosa.
Ho anche cominciato ad avere le visioni. bene.
Altro che sicari, tu per il mio cervello sei peggio di qualsiasi demone; sei
un diavolo che mi ammalia ogni secondo, che mi guarda con quell'aria
innocente, così pura da far invidia agli angeli del paradiso.
Oddio.. ma cosa sto pensando. mi faccio paura da solo, io che mi metto a
pensare cose così smielate, non mi riconosco più.
No, non è vero.
E' da un po' che questi pensieri squarciano la mia mente ogni volta che mi
siedo a riflettere, ogni volta che sono solo e nessuno può vedere quello che
traspare dai miei occhi: serenità.
Non è che sia diventato un simpaticone che non fa altro che ridere e
scherzare, tremo alla stessa idea, solo. mi sento rilassato e felice.
Io che non sono mai riuscito a perdonarmi la morte del mio maestro.
Io che mi sono chiuso in me stesso per non soffrire più.
Io che ho deciso di non avere più niente da proteggere.
Io ora mi sento felice. e stento ancora a crederci, non riesco a concepire
quello sguardo che ora so di avere. e non voglio farlo perché sarebbe come
ammettere che io sono cambiato. ma in realtà non è così.
Quello sguardo è stato sempre celato a tutti, da quel giorno lontano in cui
il cielo ha pianto con me per quel maestro, per quel padre, morto troppo
presto.
E odio la pioggia perché è come se venisse ogni volta a rimproverarmi con
quel ticchettio che ricorda tanto il sangue. E viene mi insegue ovunque vada
e goccia dopo goccia mi ricorda. Che io non dovrei essere ancora qui. Che
non merito di vivere, di continuare a camminare, perché se lui non si fosse
sacrificato per me, allora io non potrei fare niente di tutto questo.
E la pioggia mi mette sulle spalle quel peso opprimente, quel senso di colpa
che tento di scrollarmi di dosso ma che non riesco a dimenticare.
Ma adesso se guardo il cielo non riesco ad immaginare come possa essere
coperto da nuvole nere. O come possa la pioggia oscurare quella luce
abbagliante, quell'astro che adesso mi sembra più forte che mai.
Ma mi sto perdendo in ragionamenti che non hanno ne capo ne coda.
O forse è direttamente tutta questa giornata che non ha ne capo ne coda; una
giornata in cui non c'è lavoro da sbrigare, in cui non ci sono missioni da
svolgere. Un giorno in cui si ci può permettere di guardare fuori e perdersi
a pensare anche solo alla sigaretta che lenta ti muore in bocca.
La cenere mi sta cadendo sulle gambe avvolte da dei Jeans trovati per caso
infondo all'armadio, dovrei alzarmi, prendere un posacenere e smettere di
fissare quella parte bruciata sulla sigaretta ma non ne ho voglia. La
riporto alle labbra ed aspiro più forte di prima per farla cadere sulla mia
gamba.
Sento del calore che mi brucia e mi fa un po' male. ma non è niente di
insopportabile, scrollo l'arto e la cenere cade a terra come neve nera.
Sporca.
Come sono io.
Neve nera che si va ad infrangere nel pavimento, bianco, immacolato e puro.
Che riprende forma e senso. che contrasta con quel candore perdendo quella
sua sporcizia, assomigliando vagamente a qualcosa di puro.
E mi perdo nella sua bellezza, nella bellezza di questa visione, mentre il
mio sguardo s'infrange in quel bianco accecante, in quella purezza che mi
rimanda inevitabilmente a lui.
Come ogni cosa oggi, mi sento un idiota, un idiota che pensa sempre alla
stessa cosa, girandoci attorno come a non voler accettare i suoi stessi
pensieri.
Perché tutto mi rimanda a lui.
Quegli stupidi uccelli.
Quel fiore che oscilla sotto il vento.
Il sole.
Un sole che non riesce a rendersi conto del suo calore, un sole che si
appoggia ad una luna credendola l'astro più bello.
Ignorando che in realtà lui è molto più bello di quel piccolo satellite al
quale regala la sua luce, al quale permette di brillare un quarto di quanto
fa lui, la sera quando tutto tace, nel momento che quel piccolo pianeta
silenzioso preferisce.
E gli regala il suo momento di gloria, baciandolo con il suo raggio e
lasciando che vaghi, re di una notte concessagli, amante di un buio
donatogli.
Come fai tu con me.
Tu che splendi come il sole con i tuoi sorrisi e con i tuoi occhi, sguardi
che accarezzano la vita, gioiosi.
Tu che se potessi non staresti fermo un minuto ma che assecondi quelli che
forse qualcuno definirebbe capricci, standomi accanto, accettando i miei
silenzi e i momenti in cui ho solo voglia di fumarmi una sigaretta
nonostante i tuoi occhi parlino da sè.
Quando sei fermo seduto e mi guardi. mi guardi in quella maniera strana che
non si addice al tuo viso fanciullesco.
Mi guardi in quel modo con cui ormai mi scopro a guardarti anch'io, sempre
più spesso, come una calamita.
E la sera quando la luna ed il sole si fondono noi li seguiamo in una danza
infinita, mentre le nostre urla si disperdono nella notte e il nostro sudore
si spande nella stanza.
Ed io guardo i tuoi occhi, i tuoi fantastici occhi dorati arrossati e velati
dal piacere, che si fondono nei miei violacei, incatenandoli a loro.
E poi ci ribadiamo, affamati e desiderosi. violenti quasi nella nostra
passione, mentre le nostre mani vagano a riscoprire ogni sera la nostra
pelle nuda che si sfiora e si tocca sempre.
Mentre i brividi salgono e si uniscono ai nostri gemiti sempre meno
trattenuti.
E il tuo sapore che tante volte ho sentito nella mia bocca quando leccavo la
tua erezione eccitata e sudata. Quando lasciavo nella sua lunghezza piccoli
baci che simboleggiavano una cosa sola: sei mio!
Parole mai dette, sussurrate in quel letto, mentre tu dormivi, gli occhi
chiusi dopo che io ero entrato in te, dopo che entrambi nel piacere della
nostra fusione eravamo venuti.
E quel rivoletto di sudore che scivola sulla tua fronte, accarezzando le tue
labbra e scendendo poi sul tuo collo, invitante. Io accetto il suo invito e
lo lecco succhiando poi la tua pelle, mordendola desideroso di marchiarti.
perché la luna ed il sole si incontrano solo di notte quando il sole cede la
sua luce. Poi si separano per tante ore ed io ho paura che la notte non
arrivi più, che il sole lasci la luna a se stessa, buia vuota e inutile.
Ma tu mi accarezzi sempre con le tue dolcezze, con quei baci rubati
fugacemente, con quello sguardo carico di desiderio e d'amore.
E il mio sguardo? Com'è il mio sguardo quando s'incatena al tuo corpo
bronzeo, che di fanciullesco non ha proprio niente, com'è il mio sguardo
quando si perde in quelle pozze dorate piene di dolcezza velata, di
adorazione assoluta?
E mi chiedo se il mio sguardo sarà mai capace di essere così. e mi rispondo
di no.
Il mio sguardo freddo come il ghiaccio, indifferente come il vento che
spazza via tutto.
Ma mi chiedo se tu ne soffri. mi chiedo se dietro i sorrisi che mi rivolgi
tu abbia paura che io ti lasci, che per me questo sia solo un gioco.
Un gioco pericoloso ed ammaliante, che mi prende nelle sue spire velenose.
Ma non è così è lo capisco sempre di più mentre mi perdo nella tua vitalità,
mentre vedo che i miei pensieri vanno sempre a te in un modo o in un altro.
Baka saru che non sei altro, come diavolo hai fatto ad entrare così nei miei
pensieri. come ho fatto ad innamorarmi di te?
Vorrei tanto trovare una risposta a tutto questo. Ma non c'è. Non c'è ed è
inutile affannarsi a trovarla, è successo e basta, forse è stato un errore.
Ma di sicuro il più bell'errore della mia vita.
"Sanzo"
Mi giro e ti vedo lì di fronte a me, gli occhi assonnati, stanchi dalla
notte appena trascorsa, indossi solo i boxer che stretti ti fasciano il
bacino snello. e non posso fare a meno di desiderarti, di desiderare il tuo
corpo, i tuoi gemiti ed il tuo calore. E vorrei amarti ancora, come ogni
notte. Farti diventare ancora mio.
"Mi sono svegliato e non ti ho visto... ho pensato di aver dormito troppo e
che forse eri andato a mangiare da Hakkai e Gojio senza di me."
E un sorriso mi incespica le labbra, per quel suo essere fanciullesco, per
quella sua innocenza che traspare da ogni gesto. E sorrido. Un sorriso
nascosto.
"Baka Saru"
Ma tu ti avvicini e ti sporgi verso di me guardandomi con i tuoi occhi
sgranati. Come a voler imprimere nella tua memoria quel momento.
"S.Sanzo tu hai sorriso."
Si ho sorriso perché tu sei qui accanto a me. E' tutto merito tuo piccola
scimmia chiassosa ed impicciona. Eppure ti amo ogni giorno di più. Anche se
non te lo dirò mai. Ti amo e ti amerò sempre.
E ti bacio, un leggero bacio a fior di labbra, ma tu mi butti le braccia al
collo e ti accoccoli contro di me. In situazioni normali forse non sarei
così remissivo. Ti concedo queste smancerie solo quando siamo a letto
però... però...
"Sei bellissimo quando sorridi Sanzo"
Però tu sei il mio pavimento immacolato e solo quando sono accanto a te
perdo quella cinerea sporcizia che mi avvolge. e divento quella neve nera
che contrasta contro di te, divento la luna che risplende la sera perciò
rimarremo ancora accanto finche questa neve nera non diverrà bianca.
FINE
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