Neve

di Fra-chan

parte VII

 

“Papà…. PaPAAA’” Rukawa si lanciò verso la camera del padre dimenticandosi che era notte fonda…

Spalancò la porta dietro la quale il genitore dormiva placidamente, gli saltò sul letto come un bambino impaziente e ricominciò a chiamarlo…

“Papà….”

“Kae… Kaede?! Oddio ti senti male? E’ successo qualcosa? Un ladro?.. Chiamo la Polizia? L’ambulanza… i vigili del fuoco?!”

“Calmati o dovrò chiamare io la neuro…”

“La neuro? Ma…. non stai male?”

“No…..” scoppiò a ridere buttando la testa all’indietro e chiudendo gli occhi, per riaprirli al contatto della mano di suo padre sulla fronte….

“Si!!! Decisamente stai male…. Ridi…. E’ notte fonda…. le 3…. salti sul mio letto in pigiama come se fosse la mattina di Natale ma soprattutto tu stai RIDENDOOOOOOOO! Ho quasi i brividi…”

“Papà.. è successa una cosa magnifica…. Hanamichi mi ha chiesto di uscire!”

“E quando se sei tornato a casa con una faccia sotto le suole delle scarpe e quando te ne sei andato a letto ho sospettato che stessi meditando il suicidio?!”

“Poco fa…”

“Lo hai sognato! Bambino mio stai peggiorando… non sei mai stato completamente sano di mente ma..”

“Come ti permetti! Non l’ho per nulla sognato…. lui era in giro ed è venuto sotto la mia finestra.. Si è scusato per il suo comportamento e poi mi ha chiesto di uscire e io ho accettato…!”

“Su questo non avevo dubbi…. ma ora la domanda mi viene naturale: perché mi hai svegliato? Potevi dirmelo domani mattina….. per poco mi veniva un infarto…”

“Scusami, dimenticavo che sei un vecchio decrepito…”

“Vecchio decrepito?!”

“Si… con un piede nella fossa… avrei dovuto svegliarti con dolcezza e poi farti una tisana…”

“Maleducato… io il tuo adorato padre, colui che darebbe la sua stessa vita per te… viene trattato in un modo indegno…. ma che ho fatto di male…”

“Si. Si… certo! Ora me ne vado a dormire…”

“Come te ne vai a dormire? Mi hai svegliato e ora come se niente fosse te ne torni a letto?! E io che stavo facendo un sogno bellissimo… vietato ai minori ma bellissimo….”

“Ho sonno…. volevo solo dirti che la mia vita è stupenda e ricordarti che sei completamente folle…”

“Non andartene dai… rimani a dormire con il tuo vecchio genitore che veglierà i tuoi sogni”

“Non ci penso nemmeno….. dormire con il papà come un bambinetto…..”

“Ti accarezzerò i capelli….”

“Davvero?”

“Si.. come piace a te…..”

Il volpino si proiettò sotto le coperte e abbracciato al padre che come promesso gli accarezzava i capelli si addormentò sorridendo………

E finalmente arrivò il tanto sospirato fine settimana e quindi il giorno dell’appuntamento tra Hanamichi e Rukawa…

Davanti alla stazione il volpino aspettava seduto su una panchina… come al solito quel ciclone del rossino era in ritardo…

Lo vide arrivare trafelato…

“Scusa il ritardo…”

“Hn!”

“Spero che tu abbia intenzione di parlare almeno oggi…”

“Se mi darai motivo di farlo….”

“Ok ci rinuncio….”

“Dove andiamo idiota?”

“Volpacchiotto è una sorpresa… seguimi…”

Si incamminarono in silenzio, quasi a godere solo della vicinanza dei loro corpi…

Hanamichi si fermò davanti al laghetto gelato su cui poche persone stavano pattinando…

“Qui?” chiese Rukawa impallidendo.

“Si… hey volpino come mai sei sbiancato…. sei quasi trasparente…”

“Ehm… io….”

“Non me lo dire….TU NON SAI PATTINARE!”

“Hn!”

Sakuragi scoppiò a ridere, sinceramente non credeva che ci fosse qualche sport che il volpino non sapesse praticare…

“Non sei molto carino a ridere…”

“Scusa... oddio ma… facciamo così…. ti insegno io!”

“Tu sapresti pattinare?!”

“Si… certo! Sono o non sono il genio?!”

“Idiota! Devo comunque avvertirti che sono un caso disperato... mio padre ha rinunciato ad insegnarmi a pattinare…. sono troppo imbranato….. E NON RIDERE!”

“Ok… ok… dai mettiamoci i pattini…”

Erano entrambi seduti ad allacciarsi i pattini quando il rossino inaspettatamente infilò un cappellino di lana in testa a Kaede…

“HN?”

“Immaginavo che non saresti uscito col cappello quindi ne ho portato uno in più….. se ti ammali il gorilla chi se lo sente?!”

Il volpino arricciò leggermente gli angoli della bocca approssimando un sorriso…

“Signore ma tu hai quasi sorriso….”

“So ridere sai….”

“Allora dovrò proprio vederti ridere…”

Entrarono in pista e Hanamichi sorrise nel vedere Rukawa che si reggeva a malapena in equilibrio…

“Siamo messi maluccio eh?!” con questo commento si guadagnò un’occhiata assassina da parte dell’amico.

Sempre con una pattinata sicura si avvicinò al ragazzo moro e lo prese per le mani, come si fa con un bambino…

I pochi passanti e il resto dei pattinatori erano alquanto incuriositi alla vista di quei due giganti che si tenevano per mano…

“Non ci riesco..”

“Oh... non avrei mai immaginato di sentire queste parole uscire dalla tua bocca…. Sei o non sei la matricola d’oro del basket? Dopo di me s’intende….”

“Ma che dici?! Devi ancora farne di strada prima di poterti paragonare a me….. pivello!”

“Posso sempre lasciarti le mani….” lo minacciò.

“NO!”

“Allora segui le mie indicazioni… metti un piede avanti senza staccarlo dal ghiaccio… Così bravo e poi ripeti la stessa cosa con l’altro…. Piega un po’ le ginocchia… Benissimo….”

Il volpino seguiva attentamente le indicazioni del suo compagno di squadra… in fondo lui era pur sempre Kaede Rukawa... asso dello Shohoku….

“Ora che hai capito il meccanismo, invece di mettere il piede in linea retta fai un piccolo semicerchio…. così….. Proviamo a fare un giro del lago…. non preoccuparti ti tengo io…”

E così sempre per mano iniziarono a pattinare incuranti degli sguardi stupiti della gente ma consapevoli solo del calore che quel contatto gli irradiava fino a raggiungere il cuore….

Passarono un pomeriggio bellissimo, tra insulti... qualche pugno… e ovviamente il tutto condito con le spettacolari cadute del volpino sul ghiaccio….

Stavano tornando a casa e si ritrovarono ben presto davanti al campetto da basket del parco…. il luogo che aveva cambiato le loro vite…

Hanamichi si fermò ad osservare l’asfalto, perdendosi nel rumore ritmico del pallone che rimbalzava su di esso. Dei ragazzini stavano giocando una partita…

Rukawa era come sempre ipnotizzato dal pallone, su e giù, quel suono talmente familiare da non essere quasi udito…

“Volpino…. che ne dici di andare ad insegnare a quei ragazzini come si gioca?!”

“E di grazia che cosa vorrebbe insegnargli una mezza sega del tuo livello?!”

“Era meglio se ti lasciavo ammazzare sul ghiaccio….”

“Si… e dopo come avresti fatto senza avere un degno maestro che ti indicasse la giusta via per imparare come si gioca?!”

“Maledetto… vuoi che ti massacri ora o aspetti fino a casa?!”

“Idiota! Andiamo…” gli rispose il ragazzo moro incamminandosi verso i ragazzini che li fissavano un po’ intimoriti dalla loro statura.

“Aspettami volpe.”

Arrivati davanti ai ragazzini Hanamichi gli chiese gentilmente la palla.

“One on One?!” chiese al moro che si levava la giacca.

“Certo… anche se è come sparare sulla croce rossa!”

“Finiscila!” il rossino gli lanciò con forza la palla che l’altro bloccò con un movimento fulmineo.

Poi il suo viso assunse la solita fredda espressione di sfida.

Si stavano sfidando davanti agli occhi attoniti dei possessori della palla, che alternavano espressioni di ammirazione per il loro gioco a quelle di meraviglia per i loro battibecchi.

Il risultato era fermo sul 6 a 3 per Rukawa quando una voce ben nota li fece voltare.

“E VOI DUE CHE CI FATE INSIEME?” due ragazzi li fissavano con gli occhi fuori dalle orbite.

“Hey Ryo-chan, Micchy!! Stavo dando un po’ di ripetizioni alla vol... AHII!” si interruppe colpito in pieno da una pallonata lanciata con noncuranza dal volpino.

“Idiota!”

“Smettila! Vuoi solo tergiversare perché conosci la mia superiorità!”

“Se non sbaglio sono io quello in vantaggio……”

Il rossino fumava dalla rabbia.

“Che imbecilli! Volete che vi dia qualche consiglio su come migliorare il vostro gioco?! Ah... e non chiamarmi MAI PIU’ MICCHY!"”

“Due contro due?!” chiese Miyagi.

“OK” risposero gli altri tre.

I ragazzini intanto erano estasiati, chissà se anche i due nuovi arrivati erano forti come gli altri.

La mini partita iniziò… fu molto combattuta, tra le classiche liti e proclamazioni di superiorità, la sfida vide vincitori Mitsui e Ryota, con lo scarto di un punto…

“Ah.. AH…. ammettetelo... sono il playmaker più forte della prefettura….”

“Zitto nano! Se quella volpe mi avesse passato la palla più spesso…” gesticolò il rossino.

“Se non avessi sbagliato quasi tutti i tiri….” lo rimbeccò il volpino.

“Time out! Ragazzi se riuscite ad andare un po’ più d’accordo siamo a cavallo” annunciò Mitsui fomentato dal buon gioco.

Hanamichi ringraziò i ragazzini e gli restituì il pallone. Stavano per andare via quando questi li richiamarono.

“Scusa, si tu, quello che chiamano idiota…”

Il rossino stava per avventarsi contro il ragazzo che aveva parlato quando la richiesta di quest’ultimo venne espressa.

“Em…. siete molto bravi… Vorremmo vedervi giocare ancora…”

“Ah... AH, siete rimasti abbagliati dalla mia magnificenza ecc. ecc.” Mitsui ignorò lo sproloquio del rossino e rispose al suo posto.

“Basta che fate un salto alla palestra dello Shohoku o se vi fanno venire seguiteci ai campionati nazionali.”

“Campionati NAZIONALI?! Ma allora siete forti davvero!”

“Così pare…. Ciao!!!”

I quattro si allontanarono in silenzio e solo dopo un po’ Ryota spezzò la calma apparente.

“Allora…… come mai i due eterni nemici passavano un pomeriggio a giocare insieme senza venire alle mani?!”

Rukawa si irrigidì… non ci voleva proprio, il pomeriggio appena trascorso era stato magnifico e ora non voleva dover riacquistare la sua solita freddezza artificiosa e dire qualche cavolata, mentre rimuginava sul da farsi la voce del rossino lo colpì in pieno.

“Io e Kaede siamo usciti insieme…. come una coppia….”

“HEEEEEE?!?!?!?!?” commento degli altri tre.

“Oh… questa si che è bella! E’ proprio vero il detto chi disprezza compra….” Mitsui non riusciva a trattenere le risate.

Ryota invece aveva uno sguardo rassegnato.

“Allora non potrò più condividere la mia sfortuna con le ragazze con te Hana, uff… e addirittura hai accalappiato il più bello della scuola….”

“Non vi vedo affatto sorpresi o scandalizzati…” Hanamichi era piacevolmente sorpreso dalla loro reazione e non si curava del principio di svenimento venuto a Rukawa nel mentre.

“Certo che no! Sorpresi si, ma io non potrei mai scandalizzarmi.”rispose Mitsui.

“Gia….” gli fece eco Miyagi.

“E perché?!”

“Beh perché anche io sto con un ragazzo…”

“Non mi dire che tu e Ryo-chan…..” Il rossino era allibito ma soprattutto aveva assunto un’espressione sospettosa fissando i due.

“NO! Lui sta con Kogure….. da un bel po’….” rispose prontamente il playmaker.

“CON MEGANE?!”

“Hn….. Beh a proposito ora vi lascio visto che mi sta aspettando e gia sono in ritardo…. Ciao!” detto questo Mitsui si allontanò velocemente.

“Anche io devo andare, ma credo non vi dispiaccia. Ma, alla fine devo ammettere che siete proprio una bella coppia.”

“Grazie, ma ti pregherei di non dirlo a nessuno.”

“Tranquilli, sarò una tomba. A lunedì!”

I due “eroi” erano rimasti da soli e in silenzio continuavano a camminare verso casa della volpe.

Giunti davanti al cancello si fermarono.

Il volpino aveva gli occhi bassi e Hanamichi temeva di aver fatto un errore dicendo di loro due a Ryota e Mitsui, ma in quel momento gli era sembrato normale.

“Ka. .Kaede… io…. scusa per prima… non avrei dovuto dirgli la verità… ma…”

“Non… non fa niente….. è che…. non mi aspettavo…” allargò le mani non sapendo come finire la frase e poi fissò lo sguardo negli occhi nocciola del rossino.

“Quindi non sei arrabbiato… meno male! Non so cosa mi è preso ma sapevo che di Ryo-chan e Micchy ci si può fidare….”

“Hn... Hanamichi…..”

“Dimmi?!”

“Grazie per avermi insegnato a pattinare… a basket sei una schiappa ma sui pattini non fai così schifo…”

“SCHIAPPA?!”

“Hn” Rukawa non riuscì a trattenere un risolino, che ben presto mutò in una fragorosa risata che lasciò a bocca aperta il rossino.

“TU STAI RIDENDO!”

Il volpino non riusciva a smettere…

“IO ME NE VADO…. E’ LA PRIMA VOLTA CHE RIDI E STAI RIDENDO DI ME….”

“Scusa… scusami… è che…. oddio…. dovevo scaricare un po’ di tensione e comunque si vede che non ci sai proprio fare con il gentil sesso….”

“E perché? E poi tu non fai parte del gentil sesso…..”

“Questo è vero ma non si saluta così il proprio…” si interruppe.

“Il proprio?!”

Il rossino si era avvicinato maliziosamente a Rukawa che stranamente era arrossito…

“Cos’è non sai finire la frase?!”

CONTINUA…

 


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