Nessuno mi può
giudicare
di Ellis
—VATTENE.—
—Hana…—
—RUKAWA. HO DETTO
DI ANDARTENE. CHE SCHIFO. TU E…E QUEL…— Hanamichi, rosso in volto, strinse i
pugni —DOVEVATE SOLO ALLENARVI, VERO? E IO STUPIDO CHE MI FIDAVO! DA QUANTO
ANDAVA AVANTI?—
—Veramente…—
—PER FAVORE, NON
DIRE NIENTE.—continuò a gridare il rossino—solo vattene e non tornare mai
più, se ti è rimasto almeno un po' di rispetto per me…—terminò sussurrando.
Rukawa abbassò gli
occhi e si avvicinò alla porta. Dava le spalle a quello che ormai si poteva
definire il suo ex.
—Mi spiace.—disse
prima di richiudersi la porta di casa Sakuragi alle spalle.
Sentì benissimo il
rumore di vetro che si infrangeva contro la porta.
La verità mi fa
male, lo so
La verità mi fa
male, lo sai
Era passato ormai
un mese e mezzo dal giorno in cui Rukawa aveva confessato ad Hanamichi di
aver baciato Sendoh. Quel giorno il rossino lo aveva cacciato in malo modo e
aveva troncato ogni rapporto con lui. La complicità che i compagni, pur non
sapendo nulla della loro relazione, avvertivano tra loro si era tramutata
tutta in quell'odio unilaterale che già aveva caratterizzato l'inizio del
loro rapporto. Via degli allenamenti di basket, Sakuragi lo evitava peggio
della peste, soprattutto da quando Akira aveva avuto la bella trovata di
mandargli un sms dicendogli che lui e Kaede stavano insieme. Va bene che era
vero, ma che bisogno c'era di rigirare il dito nella piaga? Comunque non era
durata. Il fantasma del Do'aho continuava ad aleggiare tra loro. Sapeva che
Akira, anche se cercava di non darlo a vedere, era a dir poco terrorizzato
dei continui confronti che temeva Kaede avrebbe fatto tra lui e il rossino.
Si erano lasciati quando, per la prima volta in intimità, Sendoh aveva
infilato le mani sotto la maglia di Rukawa e questi, dopo aver avuto un
flash del viso sorridente del suo Do'aho, aveva rifiutato in malo modo le
sue attenzioni. In quel preciso istante Kaede aveva capito di non poter più
mentire a sé stesso e a Sendoh: non aveva mai smesso di amare quella stupida
testa rossa…
Nessuno mi può
giudicare, nemmeno tu
La verità ti fa
male, lo so
Lo so che ho
sbagliato una volta e non sbaglio più
La verità ti fa
male, lo so
Dovresti pensare
a me
E stare più
attento a te
C'è già tanta
gente che
Ce l'ha su con
me, chi lo sa perché
—Hanamichi—
Sakuragi non gli
rispose e continuò a camminare, dirigendosi verso i cancelli della scuola.
Erano rimasti soli,
alla fine degli allenamenti, e il volpino aveva tutta l'intenzione di
riprendersi ciò che era suo.
—Hana—lo chiamò
dolcemente una seconda volta prendendolo per un polso.
—Non mi
toccare.—sibilò l'altro scostandosi.
—Per favore,
ascoltam…—
—Non ho nessuna
intenzione di sprecare il mio tempo.—lapidario.
—So che stai
soffrendo, però…—
—NO. TU NON SAI UN
BEL NIENTE. Ora lasciami stare.—
—Non stiamo più
insieme. Io e Sendoh.—
—Non mi interessa
quello che fate o non fate.—
—Io…io amo solo
te.—
—Certo…e tu e
Sendoh dovevate solo allenarvi…—
—È stato solo una
sbandata. Io non potrei mai amare un altro che non sia tu.—
—Dovrei sentirmi
meglio? Ammesso e non concesso che sia vero, il tuo grande amore nei miei
confronti non ti ha impedito di fare Kami solo sa cosa con quel…quel…—
—Lascia Akira fuori
da questo discorso. Lui non c'entra.—
—Oh no, ti sbagli,
c'entra eccome. Sarò contento quando tu e quel bastardo avrete sofferto
anche solo la metà di quanto stia soffrendo io ora.—
—Non ti permettere
di giudicare…—
—Bla bla bla…quante
volte mi hai ripetuto il discorsetto? "Nessuno può giudicarmi. Sono fatto
così. Odio quando le persone si permettono di dirmi ciò che è giusto e ciò
che è sbagliato. Io so benissimo ciò che è giusto per me e il mio cuore." E
io cretino a credere a te e ai tuoi sentimenti.—
—Anche se
ammetterlo ti fa male, sai benissimo che non parlo mai tanto per farlo…—
—Già l'unica volta
che avevi voglia di chiacchierare è stata quella in cui ti sei pulito la
coscienza a mie spese, vero?—
Ognuno ha
diritto di vivere come può
La verità ti fa
male, lo so
Per questo una
cosa mi piace e quell'altra no
La verità ti fa
male, lo so
Se sono tornata
a te
Ti basta sapere
che
Ho visto la
differenza fra lui e te, ed ho scelto te
—Prima di te mi
lasciavo vivere. Non te l'ho mai detto, ma sei stato tu ad insegnarmi il
valore dei sentimenti come l'amore, l'amicizia…—
—Allora ho fatto
proprio un'ottimo lavoro…—
—Ti ho deluso e
ferito, lo so bene…io…con lui non riuscivo ad essere me stesso. Non riuscivo
a parlare, ridere, scherzare come facevo con te…tu tiri fuori la parte
migliore di me e questo mi spaventa da morire…—
—Già…il povero
cucciolo impaurito aveva bisogno della protezione di qualcuno…della…sua…—
—No. Ho sbagliato e
capisco che tu voglia punirmi per averti fatto così male, ma sappi che sei
tu il centro della mia vita. Non posso vivere senza…—
Hanamichi si tappò
le orecchie e si mise a gridare. —SMETTILA!!!—
—Hana…—
—SMETTILA! NON TI
AZZARDARE A RIENTRARE NELLA MIA VITA. HAI GIÀ SPORCATO QUELLO CHE C'È STATO
TRA NOI…—
Prima che il
volpino potesse rispondergli, Sakuragi corse via velocissimo.
Se ho sbagliato
un giorno, ora capisco che
L'ho pagata cara
la verità
Io ti chiedo
scusa e sai perché
Sta di casa qui
la felicità
Molto molto più
di prima io t'amerò
In confronto
all'altro sei meglio tu
Ed ora in avanti
prometto che
Quel che ho
fatto lì non farò mai più
La mattina dopo il
rossino trovò una lettera nell'armadietto. La K. sul retro della busta gli
fece perdere un battito. Il primo impulso che ebbe fu quello di gettarla nel
cestino senza leggerla, poi, però, senza sapere come, si trovò in terrazzo a
bigiare la prima ora di lezione.
Caro Hanamichi,
ho iniziato
almeno venti volte questa lettera, ma sai bene che non sono bravo con le
parole…
Ieri vederti
così mi ha fatto male. Mi ha fatto male vedere quanto ti ho fatto soffrire,
proprio io che mi ero promesso che non l'avrei mai fatto. Non riesco a
perdonarmi, te lo giuro.
Quel pomeriggio,
al campetto del parco, non so cosa mi abbia preso, e nemmeno per le due
settimane successive. Sembrava di vivere su un altro mondo. Non riuscivo a
capire cosa diceva il mio cuore e sono stato molto stupido a permettere a
Sendoh di avvicinarsi così a me. Ho sempre saputo che non era lui la persona
che mi avrebbe reso felice.
Ho sbagliato, ne
sono consapevole, e sto ancora pagando i miei errori. Mi punisce il tuo
comportamento, ma non solo: il mio cuore continua tormentarmi per ciò che ti
ho fatto.
Non poterti più
abbracciare, ne farmi abbracciare, sapere che ho fatto sparire il tuo
sorriso, mi stanno uccidendo. Davvero. Per quanto tu non voglia sentirtelo
dire da me, io ti amo e non ho mai smesso di farlo. Ne mai smetterò.
Mi manchi tu, la
tua voce, mi manca sentirmi chiamare kitsune, mi mancano i tuoi baci e i
tuoi abbracci, il tuo profumo. Ho pensato di poterti sostituire con un altro
ed invece ho capito che sono stato creato per te e che, quindi, senza di te
la mia vita non ha senso.
Vorrei poter
ricominciare con te, ma più di tutto vorrei poter cancellare gli ultimi due
mesi.
Ti prego, fallo
tu per me. Cancella quei due maledetti mesi e torna a sorridere.
Gomen ne, ai
shiteru.
K.
Ognuno ha
diritto di vivere come può
La verità ti fa
male, lo so
Per questo una
cosa mi piace e quell'altra no
La verità ti fa
male, lo so
Se sono tornata
a te
Ti basta sapere
che
Ho visto la
differenza fra lui e te, ed ho scelto te
Per tutto il resto
del giorno il ragazzo restò da solo a riflettere. Saltò gli allenamenti, poi
prese il coraggio a due mani e decise di aspettare la volpe al cancello di
scuola.
Lo vide avvicinarsi
con la solita andatura assonnata.
—Forse il tensai ha
sbagliato a pensare che fossi una kitsune…di solito le volpi sono furbe…—
Al suono di quella
voce Kaede si bloccò di colpo, perfettamente sveglio.
—Ti stai chiedendo
cosa significa, vero Rukawa?—
Il volpino annuì in
silenzio.
—Non lo so.
Insomma, credo di aver bisogno di tempo per farmene una ragione… la verità
mi ha fatto male, ma il tensai è più forte…—
—Che facciamo
adesso?—
—Io non lo so.
Cavolo, è così difficile…—
—Gemen ne—
—Ormai non serve
più a niente scusarti, per favore, smettila.— gli disse stancamente il
rossino.
Per diversi minuti
rimasero in piedi, uno di fronte all'altro, fissandosi negli occhi, poi
Sakuragi si voltò e fece per andarsene a casa.
—Hana—il ragazzo si
fermò.—Grazie.—
—Ti va di mangiare
a casa mia?—
Kaede rimase
totalmente spiazzato da quella richiesta, ma accettò.
Cenarono in
silenzio e, per la prima volta, Rukawa si sentiva a disagio nel suo elemento
naturale. Sapeva benissimo che tra loro si era instaurata solo una tregua
momentanea e non erano affatto tornati insieme. Inoltre sentiva che l'altro
ragazzo voleva chiedergli qualcosa.
Si sedettero sul
divano in salotto.
—Hanamichi. Cosa
c'è?—
—No, niente.—
—Hana…cosa vuoi
sapere…?—
—Io…quel…quel
maledetto porcospino…cosa…—
—Vuoi sapere cosa
c'è stato tra noi, vero?—
Il rossino annuì in
silenzio.
—Niente, a parte
qualche bacio. Mi dava fastidio anche solo che mi abbracciasse e poi…—
—Poi?—si lasciò
sfuggire.
—C'eri sempre tu
tra noi. Gli impedivi addirittura di sfiorarmi oltre i limiti dei vestiti…—
—Al-altrimenti
tu…voi…—
Kaede gli si
avvicinò e prese le mani del Tensai tra le sue.
—Hana, guardami in
faccia. Fare l'amore è un passo molto importante. Tu ed io avevamo deciso di
aspettare di esserne sicuri e, mentre ero lontano da te, ho capito una
cosa…—
—Cosa?—
—Io…—forse per la
prima volta vide le guance della gelida volpe imporporarsi—io voglio essere
solo tuo…in tutti i sensi…e se non posso esserlo, beh, allora non sarò di
certo suo…—
Se ho sbagliato
un giorno, ora capisco che
L'ho pagata cara
la verità
Io ti chiedo
scusa e sai perché
Sta di casa qui
la felicita
Nessuno mi può
giudicare, nemmeno tu
Sono passati quasi
due anni da allora. Kaede sta ancora dormendo al mio fianco. Non mi
stancherei mai di guardarlo: sembra un angioletto, e poi la sua pelle ha un
profumo così buono…
Gli bacio una
tempia e lo sento mugolare e stringersi a me.
Come? Volete sapere
cos'è successo?
Beh, non è stato
facile superare quel brutto periodo. Mi ci è voluto più di un mese per far
tacere la rabbia e il rancore che urlavano dentro di me, ma, se devo essere
sincero, vivo ancora nel terrore che possa succedere nuovamente.
La kitsune è molto
paziente. Non mi ha mai rimproverato di stargli troppo addosso, o di non
aver fiducia in lui. Sa benissimo che quel che è successo mi ha aperto nel
cuore una ferita profonda e sa altrettanto bene che la cicatrice è rimasta,
anche se lui mi ha guarito nel modo migliore…
E poi cerco di non
fargli mai pesare le mie insicurezze: in fin dei conti se qualcuno gli si
avvicina troppo con intenzioni che non mi piacciono, lo prendo a pugni e di
sicuro non si farà più vedere.
SCHERZO! È successo
solo una volta, quando Sendoh si è ripresentato chiedendo di Kacchan.
Ora lo sento il suo
amore, lo sento forte. Quando mi permette di prenderlo, o quando ci
coccoliamo, oppure anche solo quando giochiamo uno contro uno nel campetto
al parco, vedo come mi guarda: sembra che voglia entrarmi dentro, per essere
con me in ogni secondo, in ogni istante della nostra vita. Suppongo che i
miei sguardi verso di lui siano uguali.
Comunque più lo
stringo a me e più sento che forse è vero che siamo stati creati l'uno per
l'altro e che forse è vero che nulla più ci dividerà.
Forse.
Magari quel forse
un giorno sparirà dalla mia testa. Lo spero con tutto il cuore, ma, in ogni
caso, certe cose non cambiano mai. E lui, per quanto ora sia un pelo più
socievole, è fondamentalmente una di queste.
—Mmmmh…Hana…—mi
sussurra svegliandosi—Ti amo, anzi, no, ti odio Do'aho.—
Appunto.
***OWARI***
Vai all'Archivio
Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original
Fictions |
|