Nessie di
Seimei
Succede ad ogni plenilunio.
Arriva sulla spiaggia del lago, comparendo da dietro gli scogli a sud,
illuminato dai raggi pallidi del satellite.
E' molto alto, i capelli lunghi e neri come la pece che gli cadono morbidi
sulle spalle, e un fisico asciutto, da nuotatore professionista.
Anche da lontano riesco a distinguere il suo petto glabro e la forma
perfetta dei muscoli torniti delle braccia nude.
E io lo guardo apparire dal nulla, vestito solo di un paio di pantaloni
stracciati e della sua eterea bellezza.
L'ho cercato mille e mille volte in paese.
Non è del luogo.
Qui, sulle rive del Loch Ness, ci si conosce tutti.
E uno così di sicuro l'avrei notato.
La prima volta che l'ho visto avevo forse 13 anni.
Ero dietro le tende della mia stanza, binocolo alla mano, che spiavo
Thomas, il mio vicino di casa, mentre stava facendo sesso con la sua
ragazza.
Thomas Milton, 21 anni, il mio primo grande amore, e la mia prima enorme
delusione.
Un amore mai consumato, dato che lui aveva più donne di un divo del cinema
mentre io andavo ancora alle medie.
Poi, quella notte, è apparso lui.
Non conosco il suo nome, ma per non pensare a lui come lo sconosciuto del
lago ho deciso di chiamarlo Micheal.
Mi sembra che suoni bene.
Micheal Torres.
Quando non è luna piena mi avventuro sulle spiagge deserte, sospirando il
suo nome alle acque, dicendogli che in silenzio lo amo, sperando che lui
possa sentirmi, ovunque si trovi.
Non ho paura del mostro.
Non attaccherebbe mai gli esseri umani.
Nessie è buono e dolce.
Io l'ho visto qualche volta...
E lui mi è sempre sembrato che mi sorridesse.
Ma forse sono solo le fantasie di un ragazzino con una fervida
immaginazione.
Da quando ho visto Micheal tutto in me è cambiato.
E da allora sono passati 5 lunghi anni.
Appena prima della luna piena divento nervoso e comincio a trattar male
tutti, finchè non giunge la sera agognata, e posso finalmente guardarlo e
soddisfare ancora una volta la mia voglia di lui.
Oggi compio 18 anni.
E ho deciso di farmi un regalo.
Non ho fatto feste, niente uscite con gli amici.
Nulla.
Ho solo una cosa in mente.
Perchè stasera è una di quelle sere.
Stasera c'è la luna piena.
Esco di nascosto dalla finestra della mia stanza, e mi apposto per vederlo
arrivare.
Sorge da dietro l'ultimo scoglio a sud come la Venere mitica sorgeva dalle
acque cristalline del mare, in un delirio di amore e bellezza.
Ha i capelli bagnati, e il torso nudo ricoperto da minuscole goccioline
d'acqua, risplendente ed etereo sotto i bianchi raggi di Selene nel pieno
della sua essenza.
Percorre le rocce a piedi scalzi, nemmeno fossero un cumulo di soffici
piume d'angelo, e come un angelo pare che voli.
Raggiunge con calma la spiaggia sassosa, e vi si sdraia gentile, reclinano
la testa su un braccio, facendomi impazzire.
Non ricordo più quante volte ho pensato di raggiungerlo, e adesso sono
pronto per farlo.
Esattamente adesso.
O non lo farò mai più.
Prima di uscire mi sono guardato per un attimo allo specchio.
Voglio essere perfetto stasera, voglio che lui mi guardi e che pensi che
non esista essere umano più perfetto di me.
Cosa abbastanza difficile, dato che non sono un granchè.
Ho ancora il fisico di un ragazzino, il ventre magro con le costole in
evidenza, i capelli biondi che mi ricadono in piccole ciocche lungo il
viso e le braccia minute, con le quali, forse, non riuscirei nemmeno ad
abbracciarlo.
Di una cosa vado orgoglioso.
I miei occhi azzurri, e grandi, che ho ereditato da mia madre, sempre
luccicanti e splendenti anche se da un po' sono sempre velati di
tristezza, una tristezza che solo una persona è in grado di cancellare.
Ed è da quella persona che mi sto dirigendo.
"Forza Simon, puoi farcela" mi dico cercando di darmi coraggio, ma le
gambe tremano e la gola è secca.
Scendo verso la riva con una lentezza esasperante, data dal timore di
avvicinarmi a lui, ma anche dalla paura folle di essere respinto.
Ora gli sono a pochi passi, e mi fermo, incantato davanti allo spettacolo
del suo corpo disteso, apparentemente addormentato.
I capelli sono sparsi sui sassi levigati dalla risacca, e si muovono
appena, mentre scosta il capo, aprendo un poco la bocca in un sospiro
sommesso.
Indietreggio involontariamente, stordito da tanta magnificenza, mentre il
mio cuore accelera i battiti, e la mia mente mi dice che è un peccato
violare quell'opera d'arte umana.
Cerco di voltarmi, ma qualcosa mi ferma.
Una voce bassa e calda, che sembra provenire dalle profondità magiche del
lago, e che mi sfiora i timpani, facendoli vibrare fino quasi a stordirmi
con la sua sensualità.
"Ce ne hai messo di tempo" dice la voce.
Io chiudo gli occhi, spaventato, e abbasso appena il viso.
Quando mi decido a riaprirli davanti a me vedo due piedi scalzi, un paio
di pantaloni neri sdruciti, e più su un ventre solido, un petto scolpito e
un collo forte, un naso perfetto e due occhi blu come l'acqua notturna del
Loch.
Cerco di sostenere quello sguardo intenso, ma è impossibile.
Quegli occhi ti penetrano dentro, come fossero aghi roventi e ti sciolgono
senza pietà, facendoti perdere la ragione.
"Chi sei?" chiedo, senza osare guardarlo ancora, mentre qualcosa dentro di
me mi urla di lasciar perdere le formalità ed avventarmi su quei frutti
dolci e succosi che altro non sono se non le sue labbra.
"Per cinque anni ti ho aspettato. Mi chiamavi sempre, ma non venivi mai da
me. Micheal Torres, questo è il nome che mi hai dato? Ebbene... questo
sarà il mio nome da oggi in poi..."
All'improvviso la distanza tra di noi si è ridotta alla mera consistenza
della stoffa leggera della mia maglia, mentre le sue braccia forti sono
già attorno alla mia vita sottile.
Sento il suo fiato solleticare la mia bocca e allora gliela offro, senza
perdere tempo, lasciando che morda, succhi, baci e accarezzi, aspettando
solo che arrivi il momento magico in cui i nostri corpi saranno uniti per
sempre.
La sua lingua si intrufola curiosa nella mia bocca, esplorando e
succhiando, leccando e mangiando, mentre la mia si muove timida dentro la
sua caverna buona, che ha il sapore dolce dell'aria del lago.
Il bacio si esaurisce, ma non il contatto fra di noi.
Mi solleva come se fossi una piuma, e mi trasporta dolcemente dietro agli
scogli.
Dove mi starà portando?
Dal nulla ecco comparire una grotta.
In 18 anni non l'avevo mai vista.
Entriamo e lui mi posa sulla terra dura e fredda, in netto contrasto con
la mia pelle bollente.
Poi è subito sopra di me.
Sento l'acqua sbattere contro le rocce nell'insenatura accanto a noi,
chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalla passione.
Sento la sua bocca scalfirmi la pelle come una lama rovente, lasciando
umide tracce di sè sul mio corpo ormai nudo.
Si ferma per un attimo a giocare con i capezzoli, mordendoli e
succhiandoli e facendomi gemere come mai ricordo d'aver fatto.
Mi inarco contro di lui, facendo aderire le nostre virilità più che tese,
mentre un ansito profondo sale dalla sua gola eccitata.
Scende ancora con le labbra lungo il mio ventre, fino all'inguine, dove si
ferma, leccando l'interno coscia, assaggiando la mia pelle, mordendola e
succhiandola.
Le mie mani vagano inquiete fra i suoi capelli d'ebano, morbidi come la
seta, che mi solleticano la pelle, cadendo leggeri su di me.
Ed ecco la sua bocca avvolgere la mia carne fremente in un sol momento,
strappandomi un urlo di piacere così intenso che sento già di stare per
venire.
Inizia a pompare a lungo, senza fermarsi, assaggiando i testicoli,
divorando l'asta e la cappella scoperta.
Con le dita inizia a stimolare la mia fessura, penetrandomi con uno, poi
due e infine tre, mentre io cerco di inarcarmi più che posso verso quella
fonte di indicibile piacere.
"V-vengo" urlo alle pareti vuote della grotta, mentre lui aumenta
d'improvviso il ritmo, cercando di farmi godere ancora degli ultimi
strascichi dell'immensità dell'orgasmo appena sperimentato.
Ed eccolo di nuovo a baciarmi.
E' strano sentire il mio sapore nella sua bocca, dopo che ha ingoiato e
ripulito il seme del quale grazie a lui mi ero svuotato.
Mentre mi bacia sento le sue braccia afferrarmi dietro alle ginocchia,
mentre mi solleva le gambe sulle sue spalle.
Avverto il suo membro posarsi fra le mie natiche, e divarico di più le
gambe, per permettergli di entrare più a fondo e più velocemente.
E lui mi penetra.
Con dolcezza e un amore indescrivibili.
Un lacrima solitaria mi solca una guancia, che lui si affretta ad
asciugare con la lingua.
Non è una lacrima di dolore, ma di gioia.
La stesa gioia che ora mi pervade mentre lui inizia a spingere dentro di
me, prima con calma e poi sempre più forte e ancora e ancora, in un unico
sbattere di fianchi e un congiungersi di urla, gemiti e ansiti di
passione.
La sua mano grande mi afferra la virilità di nuovo tesa e inizia a
pompare, seguendo le spinte frenetiche del coito, che presto mi porterà ad
un nuovo potente orgasmo.
Ed eccolo di nuovo crescere in me, partendo dal basso e raggiungendo il
cervello fino ad esplodere in un fuoco d'artificio che mi invade di calore
insieme al suo fluido caldo che ora sento colare dentro di me.
Cade spossato su di me, e io mi affretto ad abbracciarlo, come se avessi
paura che sparisse da un momento all'altro.
Lui solleva il volto e mi guarda sorridendo.
"Qui le notti di luna piena durano tre giorni sai?" mi dice, facendomi
capire che l'appuntamento è per il giorno successivo, in quello stesso
luogo.
E da allora, ogni mese, ogni luna piena, io mi reco in quella grotta, dal
mio Micheal, e insieme facciamo l'amore, e ci coccoliamo, tenendoci
stretti uno all'altro.
Non gli ho mai chiesto chi sia, da dove venga, ne come mai appaia solo
durante il plenilunio.
Ma non mi importa.
So solo che lo amo, e che non posso fare di certo a meno di lui.
*****
Osservo il suo corpo sdraiato sulle coperte che abbiamo radunato in questo
posto, che è ormai il nostro rifugio.
Dorme come un angioletto il mio piccolo Simon.
E' da quando l'ho visto per la prima volta che mi sono innamorato di lui.
E non lo lascerò andare mai, nemmeno fra mille anni.
Vedo i raggi del sole penetrare dall'apertura della grotta, e capisco che
è ora di andare.
Mi immergo nell'acqua e riprendo le mie sembianze.
Io, Nessie, il mostro di Loch Ness, tre giorni al mese, per amore,
abbandono il mio lago e mi trasformo in un essere umano di sesso maschile.
Un ragazzo di nome Micheal, Micheal Torres.
Un ragazzo che senza il suo piccolo Simon non sarebbe altro che un mostro
solitario, che vive la sua eternità in un lago freddo, nel nord della
Scozia.
Fine^*^
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