DISCLAIMER: I personaggi non appartengono a me ma al rispettivo autore e nel mio in sensatissimo lavoro non vi è alcun fine di lucro ^^

SPOILER: La storia è ambientata alla fine del sesto libro della saga Harry Potter e il principe mezzo sangue, potrebbero pertanto esserci spoiler per chi non l’avesse ancora letto.




 


 

 

Nemesi

 

parte III

 

di Hikaru

 



 

I giorni passarono veloci tra pulizie, duelli magici, pratiche di Occlumanzia, partite a scacchi e varie altre occupazioni. Neanche a dirlo le pratiche di Occlumanzia non ebbero grandi risultati, almeno per Harry, che non solo non riusciva a chiudere la mente a dovere, ma non riusciva neanche a leggere quella di Draco, era come andare a schiantarsi su un muro di mattoni.

Comunque sia i giorni trascorsero, ed era passata gia la seconda settimana da quando erano chiusi li dentro. Harry cominciava decisamente a non poterne più. Da buon adolescente qual’era sentiva un impellente bisogno di sfogare gli ormoni e stare a continuo contatto con quel biondino dal corpo perfetto non aiutava di certo!

Ma a quanto pareva non era l’unico a soffrire così. Quel pomeriggio, stesi nei loro letti a leggere, Draco sbottò di colpo:

<<Non ne posso più! Ho bisogno di una ragazza!>> Lanciando il libro sul comodino con un gesto frustrato.

<<Non solo tu>> Rispose pigramente Harry senza guardarlo.

<<Allora usciamo!>> Esclamò.

Harry si voltò a guardarlo con un sopracciglio alzato, certo nessuno gli aveva detto che non potevano uscire ma: <<Ti rendi conto che dobbiamo essere le persone più ricercate dai Mangiamorte in questo momento?>>

Draco sbuffò: <<E da quando hai paura del pericolo? Voi grifondoro non dovreste essere i coraggiosi?>> Lo provocò.

<<Non ho voglia di rischiare la vita per una scopata, Malfoy!>>

<<Non c’è la faccio più>> Disse il biondino con voce lamentosa.

<<Zitto o giuro che ti salto addosso!>>

“E sarebbe anche ora!” Pensò tra se Draco, che dopo due settimane si era accorto di guardare diversamente il moretto e aveva capito quanto facesse male l’astinenza alla sua età.

<<Avanti Potter! Un paio d’ore nella Londra babbana che vuoi che ci succeda?>> Riprovò con voce ancor più lamentosa.

Il grifondoro chiuse il libro di scatto e, dopo un respiro profondo per calmarsi, si diresse dritto a farsi una doccia gelida. Quando faceva i capricci proprio non lo reggeva!

Ma a quanto pareva Draco non aveva intenzione di dargli tregua il giorno perché, dopo averlo seguito in bagno, ricominciò a parlare e Harry sotto il getto gelido lanciò un mugolio esasperato.

<<Concedimi questa e sarò il tuo schiavo domani!>>

Una parola di troppo.

Decisamente la goccia che fecce traboccare il vaso.

Harry lo afferrò per un braccio e lo tirò sotto la doccia completamente vestito. Le lamentele sull’acqua gelida furono vane, il moretto lo inchiodò al muro con il proprio corpo nudo:

<<Mi pare di capire che vuoi che le metta in atto queste minacce>> Gli sibilò all’orecchio con voce bassa e roca, facendo rabbrividire Draco da capo a piedi e non certo per il freddo.

Harry intrappolò il suo sguardo, gli occhi verdi che ardenti di desiderio represso, e il biondino si sentì a dir poco sciogliere.

A quel punto il moretto si aspettava di venir respinto in malo modo, quando invece vide quegli occhi grigi guardarlo languidi non capì più niente. Avvicinò il viso a quello di Draco, colmando i pochi millimetri che li separavano, catturando quelle labbra morbide in un bacio rude e passionale.

Draco rispose automaticamente schiudendo le labbra, dando accesso alla lingua che cercava la sua e dando vita ad un duello umido senza regole. I loro corpi si plasmarono l’uno sull’altro andando a combaciare come tessere di un puzzle, le mani che si muovevano le une sul corpo dell’altro come per volontà propria. Lo scroscio dell’acqua che riusciva a malapena a coprire i respiri affannati e i rumori umidi prodotti dal bacio sempre più intenso.

Ma a quanto pareva il destino non era dalla loro parte neanche allora, perché qualcuno scelse proprio quel momento per suonare il campanello scatenando le urla della signora Black.

I due si divisero con un mugolio frustrato e Harry uscì dalla doccia sibilando imprecazioni, coprendosi con un asciugamano a tiro e smaterializzandosi di sotto, lasciando il biondino fradicio e ansimante li accasciato sulle piastrelle della doccia.

Draco rimase li immobile per qualche minuto, la testa vuota, il suo cervello sembrava aver preso il volo per chissà dove. Tremava per il freddo, strappato al calore del corpo bollente premuto sino a poco prima sul suo, la sua mano si mosse inconsciamente verso la manopola dell’acqua per regolarla e si liberò dei vestiti con movimenti lenti e febbrili.

 

Arrivato di sotto Harry con un movimento rabbioso scagliò un incantesimo tacitante sul quadro urlante e aprì la porta, per rimanere congelato dalla visione che gli si parò davanti: Una Tonks pallidissima trascinò dentro un Remus Lupin privo di sensi.

<<Che è sucesso?>> Chiese subito aiutandola ad adagiarlo sul divano.

<<Mangiamorte. Ci hanno attaccato all’improvviso, ha preso tre schiantesimi in pieno petto. Siamo riusciti a fuggire per un pelo>>

Harry divenne pallido come un lenzuolo: <<Dobbiamo portarlo al San Mungo>> Disse preoccupato.

<<Non c’è bisogno, un medimago è entrato da poco nell’ordine, gli ho mandato un messaggio e arriverà a momenti>>>

Harry annuì un po’ sollevato: <<Portiamolo di sopra>>

Non appena misero Lupin a letto Harry corse a mettersi qualcosa addosso, prendendo le prime cose che trovava a portata di mano e infischiandosene altamente dei capelli ancora grondanti d’acqua.

Passando accanto alla porta del bagno sentì lo scroscio dell’acqua e si ricordo di aver lasciato Malfoy li sotto, ma al momento era l’ultimo dei suoi problemi.

Qualcuno bussò alla porta e Harry si precipitò ad aprire guidando il medimago nella stanza.

L’uomo basso e tarchiato rivolse a Lupin uno sguardo preoccupato. Gli controllò la pupilla e il battito cardiaco e misurò la temperatura:

<<Dobbiamo ringraziare che Remus sia un licantropo, se fosse stato un mago qualunque sarebbe in gravi condizioni. Si riprenderà presto, ha la pellaccia dura>> Disse con voce rassicurante frugando nella propria valigetta, da cui tirò fuori un ampolla con un liquido viola e denso che consegnò a Tonks: <<Appena si sveglia fagli bere questa ogni tre ore Ninfadora. Ora devo andare, ho lasciato il mio posto senza avvisare e potrebbero insospettirsi>>

In quel momento Draco entrò nella stanza osservando la scena preoccupato, ma Harry non se ne rese neanche conto troppo concentrato sulle parole del mago per preoccuparsi d’altro.

Tonks annuì prendendo l’ampolla e scoppiando in lacrime per il sollievo: <<Grazie Tom>>

Il medimago e i due ragazzi uscirono dalla camera lasciandola sola col suo amore.

Non appena il medimago se ne fu andato Harry sentì le ginocchia cedere per il calo di tensione, sarebbe caduto a terra in ginocchio se Draco non l’avesse sorretto prontamente.

<<Tutto bene?>> Chiese Malfoy mentre Harry si appoggiava con la schiena alla parete del corridoio. Annuì silenziosamente, coprendosi gli occhi con i palmi delle mani e prendendo respiri profondi per regolarizzare il battito accelerato.

Aveva avuto una paura folle e se la sentiva ancora addosso. La paura di perdere una delle ultime persone che gli erano care, senza poter fare nulla per impedirlo.

 

Era notte ormai. Draco stava steso sul suo letto a leggere, o almeno ci provava, continuava a rileggere la stessa riga senza vederla davvero. Il suo cervello era ben preso da altri pensieri.

Che cavolo era successo quel pomeriggio sotto la doccia?

O meglio, COME era successo?

Harry l’aveva baciato…e lui aveva ricambiato!

PERCHE’?!

E da quando lo chiamava ‘Harry’?!

Lui era Potter! Solo e unicamente POTTER!!

No non era possibile, non poteva essere successo davvero. Doveva essere stata una specie di allucinazione dovuta a gli ormoni e persino così la cosa non era molto consolante! [ XD Povero, ormai vaneggia! ]

A proposito di Potter, dove diavolo si era cacciato?

Erano ore che non lo vedeva e lui, troppo preso dai suoi problemi mentali, non se n’era nemmeno reso conto

Harry aveva passato tutto il pomeriggio entrando e uscendo a intervalli di dieci minuti dalla camera di Lupin, sin che Tonks che lo vegliava gli aveva detto di calmarsi e che lo avrebbe avvisato subito non appena Remus si fosse svegliato.

Draco andò a cercarlo preoccupato, scese le scale e passò in soggiorno, lo trovò seduto sul divano guardando fisso un punto bruciacchiato del grande arazzo dell’albero genealogico dei Black.

Da quante ore era li?

Harry non ne aveva idea.

Ma soprattutto: che ci faceva li, sul quel divano, in quella casa?

Avrebbe dovuto mettersi in viaggio gia da un bel pezzo e invece era li. Aveva di nuovo preso la soluzione più comoda, rimandando ancora il momento di accollarsi il suo destino, lasciando che altri combattessero la SUA battaglia!

Vigliacco, non potè fare a meno di dirsi.

Sapeva bene quale era il suo destino, ed era una strada solitaria che conduceva alla morte: quella di Voldemort o la sua. E DOVEVA essere quella di Voldemort, altrimenti non ci sarebbe più stato un ‘dopo’, perché l’unico che poteva sconfiggerlo era LUI.

Lui che se ne stava li comodamente seduto, a fissare il punto dove una volta c’era il nome di Sirius, e intanto qualcun altro era stato ferito! Qualcun altro a lui caro aveva rischiato la vita!

Vigliacco, vigliacco, VIGLIACCO!

Draco stava li a guardarlo da qualche minuto, ma il moretto non lo vedeva, continuava a stare li immobile e fissare il muro con volto apatico. Ma lui riusciva a sentire più che bene l’enorme tempesta emotiva che lo agitava: dolore, paura, rabbia, senso di colpa e ancora dolore, dolore e dolore.

Una persona poteva reggere portandosi tutto quel dolore dentro?

Draco aveva l’impressione di guardare un delicato bicchiere di cristallo cadere lentamente, per frantumarsi in mille pezzi da un momento all’altro. Chiuse gli occhi e scese in cucina, lasciandolo solo nella stanza.

VIGLIACCO! Si urlò ancora contro Harry, sentì gli occhi bruciargli in segnale che le lacrime volevano uscire, ma le ricacciò indietro.

Quante persone aveva lasciato che morissero davanti ai suoi occhi?

I suoi genitori, Cedric, Sirius, Silente…Ma ora basta! BASTA!

Sentì Malfoy entrare nella stanza e sedere accanto a lui, ma non lo guardò.

L’unica soluzione era lasciare tutti e partire, solo così poteva proteggerli, senza di lui sarebbero stati tutti più al sicuro.

<<Potter?>> Provò a chiamarlo Draco, ma Harry non si voltò e non rispose.

Harry sentì che Malfoy gli metteva qualcosa in mano, abbassò lo sguardo a vedere cosa fosse, una tazza. Se la portò automaticamente alla bocca, senza neanche badare a cosa contenesse, riconoscendolo solo quando l’odore gli invase le narici e il sapore intenso gli riempì la bocca. Cioccolata calda. Sentì il liquido denso scaldarlo dall’interno. Gia, Lupin diceva che il cioccolato faceva sempre bene.

Malfoy era preoccupato per lui?

Si voltò a guardarlo, ma il suo sguardo era opaco, come se non lo vedesse veramente.

<<E’ l’unica cosa che so preparare ai fornelli>> Disse Malfoy quasi in tono di scusa.

Harry sbatte le palpebre e nel suo sguardo sembrò tornare un po’ di calore: <<L’hai fatta tu?>>

<<Mio padre me la faceva sempre quando non stavo bene>>

Harry abbassò lo sguardo sulla tazza cercando di immaginarsi Lucius Malfoy a preparare una cioccolata.

Impossibile, si disse.

Ma Lucius Malfoy era pur sempre suo padre e che poteva saperne lui di come si sarebbe comportato?

Lui che un padre non l’aveva mai avuto. Lui che era sempre stato solo.

Gia, avrebbe dovuto capirlo sin da bambino che il suo destino era stare solo, così non sarebbe morto nessun altro!

Malfoy gli passò un braccio intorno alle spalle: <<Non sei solo>> Disse semplicemente.

Harry senti gli occhi bruciare e le lacrime rigargli il viso ancor prima di rendersene conto. Nascose il viso contro il collo di Draco mentre le lacrime scorrevano amare ormai fuori controllo, mordendosi un labbro per soffocare i singhiozzi. Diede voce a tutti quei pensieri che non era mai riuscito a confessare a nessuno, se non a se stesso, senza riuscire a fermarsi.

E Draco lo ascoltò in silenzio, stringendolo a se, sin che non rimasero che le lacrime.

<<Sht! Tu non sei solo Harry e non sei neanche un vigliacco>> Gli sussurrò con voce calda all’orecchio <<Sei la persona più coraggiosa che conosco, ed è per questo che non sarai mai solo. La gente non può semplicemente fare a meno di volerti bene. Perché tu dai coraggio a tutti, rialzandoti sempre ogni volta che il mondo ti crolla addosso. Perché hanno bisogno di te, come tu hai bisogno di loro, perché NESSUNO può vivere solo>> Lo cullò dolcemente stringendolo ancora di più a se, accarezzandogli i capelli <<Sei coraggioso perché nessuno avrebbe la forza di lasciare chi ama per proteggerli, tutti preferiscono tenerseli accanto. Guarda me per esempio. E sei forte, molto più forte di quanto tu pensi o di quanto il Signore Oscuro possa immaginare. Perchè la vera forza non dipende da quanti incantesimi o maledizioni conosci e io lo capito troppo tardi, la vera forza deriva dal desiderio di proteggere chi si ama>>

* “Solo l’amore” Sentì la voce di Silente nei suoi ricordi Harry.

Era questo che voleva dire?

Questo il potere che avrebbe sconfitto Voldemort?

Le parole di Draco gli scorrevano dentro come una dolce brezza fresca, soffiando via lacrime e dolore.

“E’ l’amore Harry” Disse ancora la voce di Silente.

Stretto tra quelle braccia forti Harry lentamente si addormentò.

 

Harry strusciò il viso contro il cuscino, ma c’era qualcosa di strano.

Prima di tutto il cuscino non era soffice come al solito, però era morbido e serico e poi aveva un profumo così buono! La cosa più strana era che lo sentiva alzare e abbassare ritmicamente, come a tempo di respiro, solo che il respiro non era il suo. Come era comodo, però…qualcosa gli solleticava delicatamente una guancia, cosa poteva essere?

Aprì lentamente gli occhi e…DRACO.

Era a letto steso comodamente sopra il corpo del biondino, che lo teneva tra le braccia.

Si irrigidì inconsciamente, per poi rilassarsi dopo aver ricordato la sera prima.

Sollevò appena il viso, Draco dormiva ancora, e poi si adagiò come poco prima con la testa poggiata nell’incavo tra la spalla e il collo. I capelli biondi gli solleticarono nuovamente il viso.

Come erano arrivati li?

Arrossì rendendosi conto che doveva essersi addormentato tra le braccia di Draco la sera prima, ma erano sul divano, dovevano essersi smaterializzati li in camera dopo.

Draco voltò il viso verso di lui, ancora addormentato, e il moretto notò ancora una volta quanto fosse bello. Si prese tutto il tempo che voleva per osservarlo, il volto così rilassato e indifeso sembrava quello di un Angelo. Il pensiero non potè non farlo sorridere: Draco Malfoy un Angelo??

Eppure era innegabilmente bello, nettamente sopra la media: i lineamenti del viso erano delicati, ma non femminili, anzi erano decisamente maschili, la parola giusta doveva essere ‘eleganti’. Sembravano finemente cesellati, come una statua vivente, forse per effetto della pelle nivea ereditata dalla madre.

Sospirò.

Era normale sentirsi così bene tra le braccia della propria nemesi?

Se qualche tempo prima gli avessero predetto una scena del genere non ci avrebbe mai creduto.

Posò nuovamente il viso sul petto del biondo, aspirando a pieni polmoni quel profumo intossicante. Non gli era mai capitato di svegliarsi accanto a qualcuno la mattina, persino con i suoi amanti li aveva sempre lasciati da soli, e non avrebbe mai pensato che fosse una sensazione così bella e rassicurante. Socchiuse gli occhi, lasciandosi andare alla deriva da quelle dolci sensazioni.

 

Se era un sogno Draco avrebbe voluto dormire per sempre, avvolto da quel tepore così dolce, completamente incurante del peso che gli gravava addosso.

Quel peso non era affatto un fastidio, anzi era caldo e rassicurante.

Un calore che ormai conosceva bene, che apparteneva a….HARRY.

Draco aprì gli occhi improvvisamente sveglio, ma rimase immobile, stava troppo bene per muovere anche solo un muscolo. Abbassò lo sguardo sul viso del moretto, era sveglio, teneva gli occhi socchiusi e intanto giocava distrattamente con un bottone di madreperla della sua camicia.

Draco lo osservò in silenzio. Si rese conto, come aveva gia fatto la sera prima, di quanto i suoi lineamenti fossero delicati, nel vero e proprio senso della parola: i lineamenti del viso erano ancora infantili, quasi troppi dolci in confronto al resto del corpo atletico e virile. Soprattutto gli occhi grandi, contornati dalle ciglia lunghe simili a merletto nero e la bocca piccola e carnosa.

In quei giorni si era trovato a chiedersi, non sapeva più quante volte, come sarebbero andate le cose se al primo anno lui e Harry fossero diventati amici e fossero entrati nella stessa casa. Non riusciva mai a trovare una risposta convincente, ogni scenario gli sembrava impossibile e, alla fine, era arrivato semplicemente a convincersi che era così che dovevano andare le cose.

Senza neanche rendersene conto la sua mano aveva iniziato ad accarezzare i capelli del moretto, che così si era accorto che era sveglio e si era voltato verso di lui.

<<Buongiorno>> Sussurrò Harry.

<<Giorno. Come ti senti?>> Rispose lui con voce ancora assonnata.

<<Bene>> Disse il moro con un sorriso imbarazzato, fece per alzarsi ma Draco lo trattenne.

<<Non ti peso?>> Chiese Harry.

<<Un po’, ma non importa>> Disse con un sorriso.

Harry si adagiò nuovamente su di lui, lasciando che il biondino riprendesse ad accarezzargli i capelli. Draco non riusciva assolutamente a smettere di accarezzarli, come quando si accarezza un bel gatto, si rese conto che adorava quei capelli.

Harry sgranò gli occhi: <<Lo sentito!>> Esclamò a bassa voce.

<<Cosa?>> Chiese distrattamente il biondo.

<<Quello che hai pensato!>>

Draco si bloccò. Impossibile, si disse.

<<Si che è possibile! Ti ho sentito di nuovo!>>

Draco chiuse la mente e poi disse: <<Cosa sto pensando adesso?>> Riprendendo ad accarezzarlo.

Harry corrugò le sopracciglia guardandolo dritto negli occhi, trovò una certa resistenza, ma poi esclamò soddisfatto: <<Che sono carino!>>

Draco spalancò la bocca e poi arrossì. Harry c’era riuscito davvero!

Il sorriso del moretto si allargò ulteriormente. Quando arrossiva era adorabile, gli venne una voglia pazzesca di assaltare quelle guance leggermente rosate.

Draco sogghignò ancora rosso: <<Hai imparato a penetrare nella mente, ma le tue difese lasciano ancora a desiderare Harry>>

<<Mi hai chiamato per nome!>> Esclamò lui con sguardo luminoso e Draco gli schiacciò il viso contro il proprio petto in modo che non lo guardasse quando arrossì ancora di più.

Gli era sfuggito, ma nell’esatto momento in cui l’aveva detto si era reso conto di volerlo fare da tantissimo tempo, forse addirittura dal primo anno.

<<Draco…>> Lo chiamò dolcemente Harry facendo venire la pelle d’oca al biondino.

Dei, che bel suono che aveva pronunciato da lui!

<<Draco>> Gli sussurrò ancora all’orecchio, mandando i brividi giù per quel corpo niveo con la sua voce calda. Draco non rispose, rimase zitto a guardare il soffitto.

<<Smettila di ignorarmi, lo so che ti piace>> Gli sussurrò ancora Harry.

Draco si voltò per ribattere, ma si trovò a pochi millimetri dalla faccia del moretto e ammutolì.

<<Sei sleale>> Sussurrò il biondo, prima che Harry gli coprisse la bocca con la sua.

E poi…PUF! Tutto il resto sparì.

L’unica cosa che riuscivano a percepire erano i loro corpi.

Il bacio era meno irruento, ma molto più coinvolgente del precedente. Assaporarono il gusto dell’altro allungo, senza fretta, quasi come un gioco.

Quando infine si separarono in cerca d’aria fu come se qualcuno avesse rialzato la manovella del volume di un vecchio stereo e si resero conto che qualcuno bussava alla porta e, a giudicare dall’insistenza, gia da parecchio. [ -__-“”” Poverelli, questa è sfiga! ]

I due si ricomposero in fretta, sedendo l’uno accanto all’altro. Dopo di che Harry, ancora parecchio rosso in viso, si schiarì la voce e disse:

<<Avanti>>

Dalla porta fece capolino la testa rosa di Tonks che con un sorriso a trentadue denti disse solo:

<<Si è svegliato!>> Per poi tornare di corsa in camera dal suo amato.

I due ragazzi si guardarono ancora piuttosto imbarazzati, nelle loro teste un unico pensiero: Dio che bacio!

Scoppiarono a ridere leggendo involontariamente l’uno i pensieri dell’altro. Si guardarono ancora una volta e poi si voltarono dall’altra parte per nascondere un sorriso piuttosto ebete.

<<Sarà meglio che mi faccia una doccia prima di andare da Remus>> Disse Harry e il biondo annuì <<Vieni con me?>> Propose poi, un po’ esitante.

<<Meglio di no, ho l’impressione che se entriamo adesso sotto la doccia insieme non ne usciremo più>> Rispose Draco con un sorriso malizioso. E Harry non potè che dargli ragione, si diresse verso la porta del bagno.

Draco improvvisamente si rese conto di una cosa:

<<Non ho sognato niente>> Disse a voce alta, bloccando Harry, che aveva gia la mano su la maniglia della porta.

<<Stanotte?>> Chiese e il biondo annuì.

<<E’ la prima volta dopo settimane che non ho avuto incubi!>> Esultò contento e Harry gli rivolse un gran sorriso, effettivamente neanche lui aveva avuto incubi quella notte.

 

FINE CAPITOLO 3

 

Postfazione:

 

HIKARU: Uff! Che faticaccia. Tutto bene piccolo? -__- ( Lo accarezza tipo cane )

HARRY: Shig… T__T

DRACO: Tesoro non piangere! Adesso la pesto, così non piangi più!

HARRY: Shig…ma, la lemon? T__T

HIKARU: Ah è per quello che piangi? -__-“””

DRACO: Ehi! Ma perchè finisco sempre io sotto? O__o

HIKARU: Ehm…c’è una ragione molto profonda per questo… >__>

HARRY: Lo pagata per darmi la parte del figo! *__* ( Sorriso malefico )

DRACO: O__O Vuol dire che starò sempre sotto?!

HIKARU: Ti riscatto nel prossimo amore! >___< ( Sorriso super malefico)

*Le parole di Silente non sono di mia invenzione ma si possono trovare nel 6° libro della saga “Harry Potter e il principe mezzo sangue”. U__U