DISCLAIMER: I personaggi non appartengono a me ma al rispettivo autore e nel mio in sensatissimo lavoro non vi è alcun fine di lucro ^^ SPOILER: La storia è ambientata alla fine del sesto libro della saga Harry Potter e il principe mezzo sangue, potrebbero pertanto esserci spoiler per chi non l’avesse ancora letto.
Nemesi
parte II
di Hikaru
La cena fu piuttosto tranquilla, anzi decisamente silenziosa, ma d’altronde di che avrebbero potuto parlare? Dopo di che Lady Malfoy si ritirò nuovamente nella sua stanza e i due ragazzi si guardarono scrutandosi in un silenzio teso. Harry cercò qualcosa da dire, era troppo presto per andare a letto, ma non sapeva davvero di che parlare. La sua mano andò istintivamente alla tasca dei jeans. <<Cos’è quella Potter?>> Disse un Draco Malfoy assolutamente scioccato. <<Una sigaretta>> Disse Harry facendo scattare l’accendino e guardandolo come se avesse fatto la domanda più idiota del mondo, come in effetti era. <<Tu fumi?!>> <<Una ogni tanto, un pacchetto mi dura anche un mese, non è un vizio che posso prendermi dovendo stare ad Hogwarts…>> Disse lui tranquillo: <<…Che c’è? Non è mica illegale!>> Sbottò poi vedendo lo strano sguardo con cui lo fissava il serpeverde. <<Ma siamo sicuri che tu sia Harry Potter?>> Disse Draco divertito. <<Certo furetto idiota>> Rispose il moro tranquillo. Si: nessuno poteva essere così odioso tranne Potter, pensò il biondino osservando il grifondoro portare nuovamente la sigaretta alla bocca e soffiare via delicatamente il fumo. <<Che cosa scoprirò ora Potty, magari qualche tatuaggio?>> <<Sino a prova contraria quello tatuato sei tu…>> Disse Harry alludendo al Marchio Nero <<…O devo prenderlo come un invito a mostrarti il mio corpo?>> Concluse beffardo, si chiese poi perché ora gli venisse di continuo da provocare il biondino in quel modo. Soffiò un'altra volta via il fumo, beh forse lo faceva per godersi quel viso pallido arrossire di imbarazzo e umiliazione. Sorrise più dolcemente al biondo offrendogli il pacchetto per farsi perdonare. Draco ne prese una e si appoggiò al camino come aveva fatto Harry, lasciando che gli accendesse la sigaretta. Ispirò una boccata per poi lasciar scivolare via il fumo disgustato: <<Roba babbana! Dovresti provare qualcosa di meglio Potty!>> Harry sbuffò irritato, sia per le continue lamentele sia per quel nomignolo odioso, ma sapeva che se avesse detto a Malfoy di smetterla non avrebbe fatto altro che istigarlo a continuare. <<Accontentati>> Gli disse solamente voltandosi e riportando la sigaretta alla bocca. <<Dovresti provare il tabacco persiano, quello si che è fumo! Prima o poi te lo farò provare>> <<Come siamo magnanimi>> Disse sarcastico il moretto. <<Per ora seppelliamo l’ascia di guerra o non ti sembra il caso?>> Harry lo guardò a lungo valutando la proposta, perdendosi in quelle iridi grigio tempesta prima di porgli la mano: <<D’accordo Malfoy, ma la fiducia te la dovrai guadagnare>> <<La cosa è reciproca, Potter!>> Disse stringendogli la mano senza riuscire a soffocare un sorriso sincero, per qualche strano motivo era felice. <<Puoi chiamarmi per nome>> <<No, è un po’ troppo presto>> Disse il serpeverde con la stessa faccia schifata che aveva rivolto alla sigaretta. <<Hai ragione, mi suonerebbe assurdo>> Convenne lui. <<Sai giocare a scacchi, Potter?>> Gli chiese spegnendo la sigaretta sul bordo del camino. <<Ovvio>> Rispose Harry. <<Ho una scacchiera in camera>> Disse Draco con un sorriso dirigendosi verso le scale seguito a ruota dal moretto.
A quanto pareva avevano trovato qualcos’altro su cui rivaleggiare, perché la partita proseguiva gia da un bel pezzo e i due erano in parità. Seduti a gambe incrociate, l’uno di fronte all’altro sul letto di Draco, con solo la scacchiera a dividerli. Harry osservava quasi rapito il volto liscio e concentrato del serpeverde, attendendo che facesse la sua mossa. Dopo aver comandato ad uno degli scacchi di muoversi lo osservò pestare e portar fuori quello di Harry e poi si mise a sua volta ad aspettare la prossima mossa, ma lo sguardo del moretto era ancora fisso su di lui. Lo osservava con sguardo neutro e concentrato, evidentemente preso da chissà quale pensiero, quasi come se volesse leggergli nella testa. <<Che c’è?>> Si decisa allora a riscuoterlo, un po’ innervosito da quello sguardo. Harry non rispose per qualche secondo poi disse: <<Pensavo la prendessi peggio>> Con voce atona, come se dicesse più a se stesso che a lui. Ma di certo Draco non aveva idea di che stesse parlando e gli rivolse uno sguardo interrogativo chiedendosi se non fosse ammattito del tutto. <<Quando ti ho detto che mi piacciono i ragazzi. Pensavo avresti rotto a non finire>> Spiegò il grifondoro. Draco alzò un sopraciglio e disse: <<Non per offenderti Potty, ma non me ne frega niente delle tue tendenze sessuali. E per tua informazione, noi maghi siamo di mentalità molto più aperta dei babbani, qui il matrimonio tra persone dello stesso sesso è del tutto legale….e anche piuttosto frequente>> Rispose pacato. In effetti Harry sull’argomento non ne sapeva niente: <<Quindi tu non hai pregiudizi su questo?>> Chiese il moro incredulo che si aspettava qualche frase denigratoria da un momento all’altro. Malfoy sembrò pensarci un attimo e poi fece spallucce: <<Non è una cosa che io potrei permettermi, ma no ci vedo nulla di male. E poi Potter non è l’essere gay che ti rende odioso!>> <<Perchè non te lo potresti permettere?>> Chiese lui ignorando il resto della frase. <<I Malfoy devono assicurarsi di avere un erede>> Disse atono. Ma Harry notò che sembrava un po’ più triste e aveva preso nervosamente a giocare con una fedina in argento che portava all’anulare destro. <<Sei fidanzato?>> Chiese il grifondoro curioso. <<Lo ero, fidanzamento combinato ovviamente, con Pansy>> E qui si interruppe per fare una smorfia: <<I suoi hanno rotto tutto quando mio padre è stato arrestato. Ma per mia sfortuna quella non vuole saperne di scollarmisi di dosso>> Harry capiva bene cosa volesse dire, la Parkinson era tutto fuorché carina. <<Non ti da ai nervi che debbano decidere gli altri per te?>> <<Si. Credo sia una vera idiozia, ci si dovrebbe sposare per amore non per convenienza, vorrei scegliere io la persona con cui passare il resto della mia vita>> Disse Draco in tono amaro e astioso. Il moretto pareva stupito, non era la risposta che si aspettava e si stupì ancor di più quando continuò dicendo: <<In amore cose come l’età o il sesso…persino la classe sociale…non dovrebbero importare! Ma sono cose che per una famiglia come la mia contano sin troppo, a discapito della felicità propria e altrui>> La sua voce si affievolì lentamente sino a divenire quasi un sussurro, Malfoy aveva abbassato lo sguardo, osservava truce la piccola fede argentea con preoccupazione. <<Cos’è quella fede?>> Chiese Harry implacabile, troppo curioso di saperne di più. Era certo che ora non gli avrebbe risposto o gli avrebbe detto di farsi gli affari suoi e invece il biondo lo stupì di nuovo: <<Un usanza dei Malfoy. La portiamo sin da piccoli e la doniamo solo alla persona che amiamo davvero, il che spesso non comprende mogli e mariti>> Disse Draco con amaro sarcasmo. Harry non sapeva cosa replicare, il discorso era diventato piuttosto pesante, così per prendere tempo ordinò ad uno scacco di muoversi, notando con disappunto che molti facevano finta di essersi addormentati per la noia. Anche Draco aveva riportato lo sguardo alla scacchiera. Si: quello non era più il Malfoy che conosceva. Dopo l’arresto del padre era dovuto maturare a forza, scoprendo presto che il mondo era veramente duro e si poteva contare solo su se stessi; come aveva scoperto anche lui. Finirono la partita in tranquillità e poi andarono a dormire. Ma dopo quella giornata e, in particolar modo, dopo quel discorso si sentivano molto più vicini l’uno a l’altro di quanto avessero mai potuto immaginare.
Quella mattina Harry si alzò molto presto, si era svegliato dopo un incubo terribile e non era più riuscito a riprendere sonno. Appena svegliato gli ci volle un po’ per capire dove si trovava, quella era senza dubbio la sua camera in Grimauld Place e non una caverna piena di Inferi. Malfoy si rigirò tra le coperte e Harry si ricordò all’improvviso della sua presenza, per poi venire sommerso dai ricordi della giornata precedente. Aveva ancora sonno, ma un po’ per paura di rivivere per l’ennesima volta il sogno e un po’ per Malfoy che si agitava in continuazione, evidentemente anche lui preda di qualche brutto sogno, decise di alzarsi e, dopo essersi vestito, scese in cucina portando con se uno dei suoi regali di compleanno. Per la precisione il regalo di Hermione: un libro ricco di incantesimi di alto livello, anche superiori a quelli del M.A.G.O. veramente interessante, che il giorno prima aveva avuto a malapena il tempo di sfogliare. Durante l’estate si era allenato strenuamente negli incantesimi non verbali e si era anche sforzato a chiudere la mente come in Oclumanzia, grazie ad un permesso fattogli avere dalla McGranit. Era migliorato parecchio, tanto che ormai faceva quasi a meno degli incantesimi verbali e voleva studiarne di nuovi. Non aveva intenzione di farsi umiliare una seconda volta da Piton o Bellatrix, se li avesse incontrati. E aveva bisogno di più conoscenze possibili per effettuare la missione che Silente gli aveva affidato prima di morire. Si sedette al tavolo in sala da pranzo evocando una tazza di caffè nero bollente e si immerse nella lettura.
Draco si svegliò di botto, come se qualcuno gli avesse tirato addosso una secchiata d’ acqua gelida, il corpo scosso dai brividi e il pigiama appiccicato addosso madido di sudore freddo. Si passò una mano tra i capelli, scostandosi quelli che gli si erano attaccati alla fronte, cercando di regolarizzare il respiro e il battito cardiaco. Si guardò intorno per ricordarsi dov’era, ancora troppo intontito dal sonno e terrorizzato dall’incubo per riflettere correttamente. Il letto accanto al suo era vuoto, Potter doveva essere gia sveglio, ma a giudicare dalla luce che filtrava dalla finestra non doveva essere molto tardi. Si alzò e si diresse dritto sotto la doccia, sperando che lo scroscio dell’acqua coprisse le urla che si sentiva rimbombare in testa. Lentamente il getto bollente cominciò a rilassarlo e il suo cervello iniziò a lavorare correttamente un po’ più sveglio, ricordandogli la giornata precedente. In particolar modo il suo cervello si bloccò sul discorso della notte prima e la sua bocca si spalancò scioccata. Come diavolo gli era venuto in mente di rivelare quelle cose a Potter?! Non capiva neanche come era stato possibile arrivare a quel discorso. OK seppellire lascia di guerra, ma qui ci si addentrava molto oltre la soglia del personale. Doveva essere davvero stanco per avergli detto tutte quelle cose senza neanche un piccolo insulto. E il suo cervello non poteva fare a meno di ricordargli l’atmosfera di comprensione e, quasi, intimità che si era creata in seguito. Ma vogliamo scherzare?! Con Potter?!! Quella convivenza forzata a lungo andare gli avrebbe fatto male. Quel rapporto stava diventando pericolosamente e orrendamente il principio di una qualche amicizia. Che schifo! Si guardò allo specchio, aveva un aspetto terribile, si rivolse una smorfia antipatica e andò a vestirsi, per poi scendere in cucina dove era convinto di trovare il grifondoro a svolgere qualche lavoro come un elfo domestico. Entrando in cucina vide un libro e una tazza di caffè abbandonate sul tavolo, lanciò un’occhiata alla pagina del libro, era aperto su un incantesimo che induceva il sonno sull’avversario, il caffè era ancora caldo, dalla zona fornelli proveniva un odore di cibo delizioso. Sul volto del serpeverde si dipinse un sorriso malvagio mentre nella sua testa prendeva forma un idea. [Ahia! Povero Harry >__< ] Si smaterializzò all’improvviso nella zona fornelli causando un principio di infarto al moretto, per poi sghignazzare soddisfatto per aver ottenuto l’effetto voluto. Harry ripresosi gli rivolse un occhiataccia: <<Cos’è un modo dei Malfoy di augurare il Buongiorno?>> <<Cosa c’è per colazione?>> Chiese il biondino continuando a sghignazzare. <<Sto sfornando una torta, dovrebbe essere quasi pronta>> Disse rivolgendo un occhiata a un orologio per poi guardare di nuovo il biondino: Era più pallido del solito e sotto gli occhi erano ricomparsi i segni neri della mattina precedente. <<Sei uno straccio>> Gli disse porgendogli una tazza di caffè. Draco la prese senza ringraziare: <<Neanche tu hai una bella cera>> Disse di rimando, toccato sul vivo. <<E’ colpa della casa, mi ricorda troppo il mio padrino, e poi mi è morta troppa gente davanti per dormire bene la notte>> Rispose truce. Draco ebbe la decenza di non replicare, era sicuro di quanto Potter fosse legato al padrino che era morto per mano di sua zia Bellatrix, quindi decise di cambiare discorso. <<Allora facciamo qualcosa per distrarci. Sai a che pensavo? A duelli di allenamento. Potrebbe essere interessante…>> <<Come quello al secondo anno?>> Chiese Harry accigliato. <<Qualcosa del genere>> Harry si portò una mano alla bocca riflettendo: <<Ogni tanto hai qualche buona idea Malfoy. Questa è la sala più grande, possiamo spostare il tavolo e cominciare dopo che tua madre si sveglia>> Draco si limitò ad annuire sorseggiando il caffè.
Un ora dopo il tavolo era stato spostato e i due contendenti erano l’uno di fronte all’altro, squadrandosi con sguardo di sfida. Si rivolsero un breve inchino e subito il duello ebbe inizio: Il primo a colpire fu Malfoy, che non aspettò neanche che Harry si rimettesse dritto e scagliò un incantesimo di disarmo. Ma Harry si aspettava qualcosa del genere e lo respinse subito con un incantesimo scuso, per poi attaccare a sua volta. Il suo incantesimo rimbalzò sulla parete quando Draco lo schivò di un soffio. Cominciarono con incantesimi semplice, quasi a voler saggiare il terreno, ogni volta l’avversario riusciva a respingerli o a schivarli per un soffio, e poi senza neanche rendersene conto cominciarono a fare sul serio. L’aria si riempì dei lampi degli incantesimi e dei suoni delle smaterializazioni, gli scontri erano tanto veloci da lasciare solamente scie al loro passaggio. Andarono avanti per le lunghe perdendo ogni cognizione di tempo e spazio. E lo scontro li vide finire in parità, entrambi disarmati e ansimanti a terra, esausti. Si lanciarono un ultimo sguardo di sfida per poi scoppiare a ridere divertiti. <<Sei forte>> Disse Harry ancora col fiato corto. <<Niente male neanche tu Potter>> Rispose Draco, rimettendosi in piedi con difficoltà e porgendo una mano a Harry per aiutarlo a rialzarsi. <<Mi sono trattenuto>> Confessò il moretto non appena fu in piedi di fronte a lui, le mani ancora unite. <<Anche io>> Ammise l’altro con un sorriso enigmatico. <<Doccia…>> Biascicò Harry cambiando discorso, era sicuro che il biondo si fosse trattenuto dato che non aveva fatto uso di maledizioni ed era certo che fosse più che in grado di usarle dato che era un Mangiamorte. Draco gli rivolse un ultimo sguardo divertito prima di scattare contemporaneamente verso le scale, facendo a gara a chi arrivava prima. Arrivarono alla porta del bagno contemporaneamente accasciandosi al muro più sfiniti che mai, cercando di smettere di ridere. <<Sembriamo due idioti!>> Esclamò Draco tra una risata e l’altra. <<Ammetti che ti stai divertendo>> Ribatte Harry sferrandogli un colpetto e il biondino gli rivolse un occhiata di rimprovero per niente convincente. <<Faccio un bagno, non riesco proprio a stare in piedi>> Aggiunse poi il grifondoro aprendo il rubinetto della vasca e cominciando a spogliarsi. Draco lanciò un occhiata alla doccia, avrebbe potuto farsela nel frattempo, ma neanche lui si sentiva abbastanza fermo sulle gambe. <<Fammi spazio>> Disse a Harry che stava entrando nella vasca, cominciando a spogliarsi a sua volta. Harry ritirò le gambe al petto e il serpeverde si sedette di fronte a lui. Si scrutarono in silenzio: Cos’era quello che vedevano l’uno negli occhi dell’altro? Rispetto? Ammirazione? Possibile? Si chiesero come sarebbe stato trovarsi avversari sul campo di battaglia e d’un tratto furono entrambi contenti di ritrovarsi alleati. <<Dovremo farlo più spesso>> Disse Harry. <<Si…Cos’è quella?>> Chiese Draco tornato di buon umore, notando una profonda cicatrice sull’avambraccio del moretto. <<Un altro ricordino di Voldemort. Il taglio da cui Codaliscia ha preso il mio sangue per farlo risorgere>> Draco rabbrividì impercettibilmente e il moretto si chiese se fosse per aver nominato il suo padrone o per l’idea del taglio. Lo osservò curioso: il suo corpo era perfetto, quasi marmoreo, perfezione guastata solo da qualche piccolo neo sul collo e tra le scapole e da una sottilissima cicatrice, non più spessa di un filo, che gli attraversava verticalmente il petto niveo e gli addominali, scendendo ancora più giù dove il corpo era coperto dalla schiuma. <<Questa è colpa mia?>> Chiese Harry sfiorando appena la cicatrice con la punta di un dito, ricordava bene lo scontro che avevano avuto l’anno prima in un bagno di Hogwarts. Draco senti una cascatella di brividi scendergli lungo la schiena a quel tocco leggero e annuì silenziosamente, improvvisamente conscio di quanto fossero vicini. <<Non sapevo che effetti avesse quell’incantesimo>> Disse a mo’ di scusa, il biondino potè percepire nettamente il senso di colpa nella voce, quella maledizione poteva ucciderlo. <<Stavo per usare una maledizione senza perdono>> Rispose come se capisse il gesto estremo. Erano passati pochi mesi da quell’episodio eppure erano successe tante di quelle cose nel frattempo che sembrava lontano anni luce. Draco sprofondò un po’ più giù, reclinando il capo all’indietro e poggiandolo sul bordo della vasca, privandosi così della visione del corpo abbronzato di fronte al suo. Harry invece poggiò la schiena alla vasca e le braccia sul bordo, chiuse gli occhi lasciando che l’acqua gli sciogliesse i muscoli contratti. Restarono a mollo in silenzio sinchè le dita non si raggrinzirono, allora decisero di uscire e rivestirsi prima di beccarsi un accidenti. Dopo tutto quel movimento mi è venuta fame>> Esclamò Draco, chiudendosi la camicia. <<Si anche a me, c’è ancora torta se non sbaglio>> <<Allora andiamo!>> <<Ma tua madre non si annoia tutto il giorno in quella stanza?>> Chiese Harry mentre passavano davanti alla camera padronale. Draco fece spallucce: <<Non esce molto neanche quando siamo a casa>> <<E tu che fai in genere durante le vacanze?>> <<Ozio e divertimento!>> Esclamo Malfoy con il suo tipico ghigno. <<Che vita dura la tua>> Non riuscì a trattenersi il moretto sarcastico. Draco gli scagliò un’occhiata omicida: <<Gia, era così fino a due anni fa>> Rispose gelido, come per dire ‘La mia vita è rovinata per colpa tua che hai fatto arrestare mio padre!’. Harry lo rabbonì con una generosa porzione di torta al cacao. <<Non ti facevo amante dei dolci>> Disse per cambiare discorso, in effetti immaginava che il serpeverde preferisse il salato. <<Mi piacciono molto invece>> Rispose lui, che mangiava la torta elegantemente ma con evidente piacere. <<Se mangi così senza lamentele ne farò più spesso>> Disse Harry divertito. Draco lo ringraziò con un sorriso e Harry pensò che gliene avrebbe fatto mille pur di vederlo sorridere così. <<Che premuroso>> Gli disse il biondo. <<Perchè?>> Chiese il grifondoro, che gia pensava lo stesse prendendo in giro. <<Ci fai trovare sempre tutto pronto e se vedi che qualcosa ci piace la fai spesso. Come le chiami se non premure?>> Harry scrollo le spalle, non erano cose che faceva volutamente, gli venivano naturali: <<Ti metto a lavorare anche se mi fai i complimenti>> <<Anche oggi?>> Disse draco sconsolato. <<I panni sporchi non si lavano da soli!>> <<Non ho nessuna intenzione di lavarli a mano!>> Disse il serpeverde categorico. Harry si mise a ridere: <<OK,OK, sono troppo stanco per lavorare come un babbano…>> ma il discorso venne interrotto da un frusciare di ali e Edvige atterrò elegantemente sul tavolo porgendogli una lettera. Harry l’aveva mandata a casa Weasley con i ringraziamenti per i regali, quindi non gli fu difficile immaginare che la lettera fosse di Ron: l’amico gli diceva che aveva appena saputo dal padre che lui si trovava li con i Malfoy ed era preoccupato, gli diceva di fargli avere spesso notizie e che sua madre non gli permetteva di raggiungerlo perchè aveva bisogno di aiuto per organizzare le nozze. Che quindi lui e Hermione lo avrebbero raggiunto dopo le nozze per dargli man forte e che non pensava che il suo regalo di compleanno si sarebbe reso subito utile. Il regalo di Ron era una collanina a cui era appeso un ciondolo lungo e piatto su cui erano incise delle rune che in caso di pericolo diventava caldo, mentre in genere restava gelido a contatto con qualunque superficie, Harry l’aveva messo subito al collo quando l’aveva scartato il giorno prima. Rivolse un sorriso alla lettera e poi disse: <<Brutte notizie per te Malfoy. Ron e Hermione ci raggiungeranno presto>> <<Me lo aspettavo>> Disse il biondo in tono funereo. Harry scarabocchiò una breve risposta, in cui diceva che andava tutto bene e non c’era di che preoccuparsi. Aggiunse che non vedeva l’ora che arrivassero le nozze per rivederli tutti. Dopo di che rispedì la sua civetta dai Weasley, dopo averla ringraziata con un pezzetto di torta.
I giorni seguenti furono piuttosto simili ai primi, alcuni membri dell’ordine passavano ogni tanto per controllare la situazione e vedendo che era tutto tranquillo non si trattenevano mai molto. Pero Harry non potè fare a meno di notare che i sogni di Malfoy peggioravano notte dopo notte e al risveglio ci metteva sempre più tempo a riprendersi. La quarta notte dopo il suo arrivo a Grimauld Place Draco si agitava tanto che Harry tentò di svegliarlo preoccupato: <<Malfoy>> Provo a chiamarlo. Niente, era come se non l’avesse sentito. <<Malfoy!....Draco!>> Lo chiamo ancora, più deciso. Ancora niente. Lo scosse un po’. Niente. Era normale che fosse ancora così immerso in quel sogno? Ne dubitava. Lo scosse con più vigore, lo chiamò per nome e gli scostò i capelli dalla fronte sudata. Non si svegliò, ma comincio a respirare più regolarmente e Harry si tranquillizzò un po’. Ma ancora non si svegliava, a quel punto era certo che quei sogni non fossero normali. Lo chiamò ancora, tergendogli il viso con un fazzoletto, aveva il corpo gelido. <<Andiamo Draco svegliati!>> Esclamò con foga, la voce ormai intrisa di panico. In un gesto frustrato gli toccò per caso l’avambraccio sinistro e il biondino spalancò gli occhi, rizzandosi a sedere, prendendo grandi boccate d’aria come se fosse stato troppo tempo sott’acqua Si aggrappò a lui artigliandogli il pigiama, come se fosse l’unica cosa che gli impedisse di ricadere nell’incubo. Tremava violentemente ed era di un pallore mortale, sembrava sul punto di vomitare. <<Va tutto bene, sei al sicuro qui>> Disse Harry preoccupato, passandogli le mani sulla schiena per tranquillizzarlo e scaldarlo. Draco deglutì pesantemente per ricacciare nausea e lacrime che tentavano pericolosamente di uscire, si aggrappo di più a lui in cerca di sostegno e calore. Harry lo abbracciò in un gesto istintivo, protettivo e lentamente Draco smise di tremare e riprese a respirare regolarmente, ma era ancora pallidissimo e molto freddo. Il moretto lo adagiò sul letto e lo coprì bene con le coperte, gli tenne stretta una mano perché Draco sembrava sul punto di cadere nel panico alla sola idea che lo potesse lasciare e con l’altra prese la bacchetta e evocò una camomilla bollente: <<Devila a piccoli sorsi>> Disse apprensivo e il ragazzo annuì senza protestare. <<Forse sarebbe meglio se chiamassi tua madre>> Draco scosse la testa con furia: <<Sto bene adesso, non andartene, resta qui>> Disse con voce roca, impaurita, quasi irriconoscibile. <<Va bene, sta tranquillo, resto qui con te>> Disse Harry sedendosi accanto a lui nel letto, avrebbe voluto chiedergli cosa aveva visto per ridurlo così, ma aveva paura di una nuova crisi di panico. Dopo un po’ Draco di riaddormentò esausto stringendo la mano di Harry, che rimase a vegliarlo in caso ricominciasse l’incubo, ma sembrava tranquillo.
Draco quella mattina aprì gli occhi a malincuore, si sentiva così bene e al sicuro che avrebbe dormito ancora per ore. Dalla sua mano sentiva propagarsi un dolce calore che passando per il braccio gli invadeva il petto e si espandeva in tutto il proprio corpo. Il copriletto però era pesante, non riusciva a muoversi sotto le lenzuola. Aprendo gli occhi scoprì che quello che rendeva pesanti le lenzuola erano la testa e le braccia di Potter e la sensazione di calore che sentiva veniva dalla sua mano ancora stretta nella propria. In un primo momento si chiese cosa ci facessero in quella posa assurda, poi i ricordi di solo qualche ora prima tornarono a farsi strada e capì: Potter gli era davvero rimasto accanto, l’aveva vegliato per tutto il resto della notte e alla fine doveva essere crollato per la stanchezza. La sua espressione si addolcì notevolmente mentre guardava il moretto addormentato. Non avrebbe voluto svegliarlo, ma aveva bisogno di alzarsi e farsi una doccia e a giudicare dalla luce che entrava dalla finestra doveva essere piuttosto tardi. Cercò almeno di non svegliarlo bruscamente e con la mano libera scostò le ciocche more che ricadevano su gli occhi, alla seconda carezza Harry si svegliò. Apri lentamente gli occhi verdi guardandosi attorno, poi il suo sguardo cadde sulla mano intrecciata con la sua, per risalire al braccio, sino a fermarsi sul viso del biondino. <<Come stai?>> Gli chiese subito, con voce impastata dal sonno, mettendosi in ginocchio visto che era seduto sul pavimento. <<Buongiorno>> Disse Draco dolcemente: <<Sto benissimo>> Aggiunse. Harry tirò un sospiro di sollievo al sentire quella voce tornata normale, anche se un po’ insonnolita: <<Buongiorno>> Rispose a sua volta. <<Muoio di fame!>> Esclamò Draco <<ma prima ho bisogno di una doccia, puzzo da far schifo>> Disse con una smorfia. Con un sorriso di sollievo a vederlo così in forma si scostò per lasciarlo andare in bagno.
Draco si sentiva tremendamente in imbarazzo. Come doveva comportarsi? Nessuno, a parte i suoi genitori, gli era mai stato così vicino. Si era sentito così al sicuro tra quelle braccia. E anche adesso Harry gli stava vicino senza fargli nessuna domanda, senza mettergli nessuna pressione, anche se era chiaro quanto fosse preoccupato per lui. Quando uscì dalla doccia lo trovò gia pronto ad aspettarlo per scendere insieme in cucina. <<Cosa vuoi mangiare?>> Gli chiese il moretto mentre sedevano a tavola. <<Qualcosa di dolce>> Chiese Draco. Harry si limitò ad annuire, facendo apparire i loro dolci preferiti sul tavolo. <<Esagerato>> Mormorò Draco vedendo tutto quel ben di dio. <<Ne hai bisogno per riprenderti>> Disse il moro con un sorriso. <<Immagino vorrai sapere cosa ho sognato>> Harry lo guardò attentamente: sembrava stare bene, ma era diverso, si era tolto quella maschera di freddezza e arroganza che portava sempre. Non sapeva perché, forse per gratitudine nei suoi confronti, forse semplicemente non si era ripreso del tutto. In ogni caso quello davanti a lui, ora, era un ragazzo qualunque, forse un po’ fragile e imbarazzato, ma assolutamente normale. <<Se ti va di parlarmene>> Rispose lui. <<E’ imbarazzante>> Disse il biondino. <<Cosa?>> Chiese Harry. <<Questo tuo comportamento>> Rispose arrossendo, <<Tu non hai visto in che condizioni eri ieri>> Rispose Harry truce. Disarmante, solo cosi poteva definire il comportamento del grifondoro in quel momento, Draco lo guardava e non riusciva a trovare il modo per ribattere. Una parte di lui venne attraversata dall’idea di dirgli che non erano affari suoi, ma come poteva? Era stato lui a chiedergli di restargli vicino quella notte, no? Oh, e quanto si era sentito bene con lui vicino! Protetto, al sicuro e al caldo, per la prima volta dopo mesi. Ed era stato sempre lui a proporre di seppellire la famosa ascia e a rincarare che dovevano guadagnarsi l’uno la fiducia dell’altro, no? E diavolo, se Potter aveva dimostrato di meritarsela! Persino in quel momento, stava li davanti a lui a mangiucchiare un biscotto, pronto ad accettare qualunque risposta. <<E’ il Signore Oscuro>> Si decide in fine a dire Malfoy <<Notte dopo notte, mi tortura. All’inizio pensavo fossero semplici incubi ma ora…>> Harry sgranò gli occhi ma non lo interruppe. <<…Credo stia entrando nella mia testa e non riesco a contrastarlo…ieri era come un attacco dei dissennatori. Mi sentivo gelare e non c’era più nessuna speranza di riuscire a svegliarmi…di salvare la mia famiglia…di liberare mio padre…di liberarmi di LUI….Sentivo che mi chiamavi, ma il gelo mi invadeva da dentro…non potevo risponderti, ne muovermi, ne svegliarmi…Tu continuavi a chiamarmi e a poco a poco ho sentito il calore sfiorarmi, sollecitarmi, chiedere di liberarmi. Ma ancora non potevo…Poi il calore è esploso liberandomi dal ghiaccio e ho aperto gli occhi>> Concluse guardando ovunque pur di non guardare quegli intensi occhi verdi, si sentiva così patetico e fragile e disarmato. Harry gli afferrò una mano, trasmettendogli calore proprio come la notte prima, rassicurandolo. <<Va tutto bene, rilassati, sei qui ora>> Disse con voce decisa <<Troveremo il modo di liberarti di quei sogni>> Gli promise. Draco liberò la mano dalla sua, cercando di ridarsi un contegno disse: <<Come?>> Harry si accigliò cercando di ricordare quella notte: <<Ieri ti sei svegliato quando ti ho toccato per sbaglio il braccio sinistro!>> Esclamò. <<Il Marchio!>> Esclamò Draco di rimando. Harry annuì pensoso: <<Non ne sono sicuro, ma forse dipende dal legame tra me e Voldemort>> Draco si massaggiò le tempie cercando di riflettere, poi cominciò a sbottonare il polsino sinistro e alzò la manica. Il marchio capeggiava li, nero ed enorme su quel braccio pallido e sottile. Harry sbarrò gli occhi, le altre volte non l’aveva visto, il giorno prima era poco più di un rossore cui non aveva fatto caso. <<Prova a toccarlo>> Disse Draco, mettendogli il braccio davanti. Il moretto deglutì a vuoto, alzò il braccio e sfiorò delicatamente la pelle serica. La sensazione fu immediata, ma non quella di dolore causata dall’Oscuro Signore: il calore esplose, propagandosi lungo tutto il suo corpo con ondate di piacere che lo lasciarono senza fiato. Draco arrossì violentemente, aveva quasi avuto un…. <<Ti ha fatto male?>> Chiese Harry preoccupato. <<No, anzi…>> Rispose il biondino con voce colpevolmente roca. Se l’avesse toccato con più decisione che sarebbe successo? [ >__< Ti piacerebbe, eh?! ] <<Dici che possono averlo sentito anche gli altri Mangiamorte?>> Chiese Harry pensieroso. Draco sgranò gli occhi, non ci aveva minimamente pensato: <<Merlino, mi auguro di no!>> Esclamò richiudendosi la manica. <<Comunque questo è un aiuto solo provvisorio, che farai se io non ci sarò?>> Disse il moretto più a se stesso che a lui <<Forse dovresti usare l’Occlumanzia>> Propose. Ma Draco scosse il capo: <<Se fosse servito avrebbe gia funzionato, io sono un buon Occlumante ma il Signore Oscuro è troppo potente>> <<Sei un Legilimens?>> Disse Harry stupito. <<Si, ma non sono molto potente. Niente a confronto con Piton o l’Oscuro>> Rispose truce. <<Forse con un po’ di pratica…>> Azzardò Harry. <<Ti stai offrendo come cavia?>> Disse il biondo divertito tirando fuori uno dei suoi ghigni malefici. <<Potrebbe essermi utile come pratica in Occlumanzia>> Rispose il grifondoro senza scomporsi. <<Perchè non provi tu a leggere nella mia mente?>> <<Scherzi? Non sono per niente portato!>> <<Ragiona Potter! Se riesci a vedere nella mente dell’Oscuro, perchè non dovresti riuscirci con altri?>> Harry ammutolì, poi disse piano: <<Ma è il legame che ci lega a permettermelo>> <<Pensi che il signore Oscuro abbia bisogno di quel legame per entrare nella tua testa? Ha i visto che ha fatto con me stanotte, no? Quindi perché per te dovrebbe essere differente? Se ti ha trasmesso capacità come il serpentese, perché non anche questa?>> Harry sentì ognuna di quelle parole trapassarlo come spilli, Draco poteva avere ragione, perché cavolo non ci aveva pensato lui prima? <<In parole povere: si tratta di fare coscientemente ciò che finora hai fatto inconsciamente, Potter!>>
FINE CAPITOLO2
Postafazione:
HIKARU: Dracucioooooooooo! Ti consolo io! *ç* ( Cerca di saltare addosso a Draco ) DRACO: Ma levati! Ora sembro una ragazzina isterica! ( Si scansa ) HARRY: Ma lo sei tesoro! ^__^ ( Lo abbraccia ) DRACO: Ma tutti a me si attaccano? >___> HIKARU; Si, si, si!! >___< ( Si attacca pure lei )
|