Finalmente ho partorito una nuova CuthRoland ed è stato un parto vero, infatti è tutt’altra fic di quella che avevo in mente, vorrà dire che l’altra la terrò in cantiere ancora per un po’. Fa parte del ciclo del Ka-shume e va collocata prima de “I figli del Ka-shume”, potrebbe essere un prequel se non fosse che la fic che ho in mente di scrivere è ambientata ancora prima di questa, scusate la mancanza di un filo temporale… ^^’’ No spoiler! Questa è la fic più allegra che sono riuscita a scrivere per Natale... auguri -.-


 


 

 

Nel tuo letto di rose e spine

 

di Mia

 



Pov Cuthbert

Se c’è una cosa che posso dire di aver imparato da tutta questa sofferenza è che non bisogna essere ingenui neanche quando si sogna, il pericolo si nasconde ovunque. Per colpa di un sogno mi ritrovo disperso nel nulla, affamato e disidratato… sono giorni che non facciamo altro che cavalcare per trovare le tracce dei nostri nemici o disperdere le nostre. Mi sento stanco di una stanchezza che va al di là di quella fisica. Vorrei pronunciare il mio nome giusto per assicurarmi di essere ancora vivo ma ha smesso di avere importanza da tanto di quel tempo che anch’io ho quasi smesso di usarlo. Un tempo ero Cuthbert Allgood ora sono un Pistolero, uno degli ultimi, le pistole di mio padre che porto sempre lungo i miei fianchi lo dimostrano. Ma per la gran parte del tempo sono solo una nullità. Un Pistolero della Gilead che fu è questo che è… niente. Passo in continuazione da predatore a preda in un solo giorno e non perché questo mondo sta andando inesorabilmente avanti ma perché è il nostro destino estinguerci ma lo è anche quello di combattere onorevolmente fino alla fine. Forse sto dando di me un’immagine da eroe romantico con l’animo nobile ma è ben diversa la realtà. So di essere un miserabile, un uomo senza speranza alcuna ma forse non l’ho neanche mai avuta, innamorandomi di te mi sono precluso ogni via di uscita. Confermo, i sogni possono essere letali e tu sei il mio sogno da sempre... Guardo le tue spalle per farmi compagnia, mi basta qualsiasi parte di te per sentirmi meno solo, patetico è l’insulto che mi merito, patetico è ciò che sono. La realtà è che in questa landa desolata l’unica cosa a farci compagnia è l’aria del deserto. Sono settimane che il paesaggio è sempre uguale, i vestiti e i capelli pregni di sabbia fino ad irritare la pelle tanto da fartela cascare a strati e gli occhi ormai cronicamente rossi… tranne i tuoi che sono rimasti di quell’azzurro incredibile quasi spaventoso incorniciato dal bianco più puro. Puro… che strana parola se associata a te che hai l’anima avvelenata e più oscura del nero corvino ma forse puro lo sei davvero solo che riesci a nasconderlo maledettamente bene. Dietro al tuo sguardo assassino e al tuo sorriso agghiacciante forse hai davvero nascosto la tua anima pura... Ognuno ha reagito a suo modo alle proprie sofferenze tu hai deciso di rinchiuderti in te stesso negando agli altri il meglio di te, negandolo soprattutto a me che forse ero l’unico a conoscerlo. Sto morendo nell’impresa di ritrovarlo per poterlo riportare a galla, ma se questo bastasse per riportarti alla luce sarei ben felice di sacrificarmi. Per ora non mi rimane che prendermi il peggio di te, l’oscurità che ti porti dietro è come un virus che abbatte le mie difese ogni volta che ti sono accanto, la mia anima sta marcendo insieme alla tua, ma questo è il mio ka, stare al tuo fianco fino alla fine. Non sono ancora pronto a maledirlo, tu mi hai dato più di quanto un uomo potesse sperare di avere nella sua vita e se adesso è destino che io mi prenda tutta l’oscurità che ti porti dietro lo farò, sperando che un po’ della luce che la mia anima ha ti possa riscaldare quel tanto da darti la forza di andare avanti nella tua follia. Sperare di guarirti è ormai impossibile ma continuare ad amarti è inevitabile. Forse amo la persona che eri ma quando guardo le tue spalle leggermente incurvate dalla stanchezza mi accorgo di non poter fare a meno semplicemente di TE. Quello che sei, che provi, che fai e tutto ciò che formano la tua persona, io amo tutto questo, sono totalmente innamorato della tua follia, perché folle sei amore mio e con te lo sono io che mi sono fatto ammaliare da te. Non mi ha mai importato trovare la Torre Nera, ti ho seguito perché semplicemente seguirti e starti accanto è lo scopo della mia vita. Non importa che ci siano altre persone con noi per me è come se fossimo solo io e te in questo interminabile deserto. La Torre Nera probabilmente non esiste e forse morirò presto per il tuo sogno ma rinuncio alla mia vita solo per te, non credo più ai sogni ma solo alla realtà e tu sei sempre stato la mia bellissima realtà. Anche ora che rifiuti il mio amore e mi sputi addosso il tuo disprezzo non tornerei mai indietro. Sono il tuo sfogo personale questo mi fa essere la persona più vicina a te quindi per una volta ancora sono la persona più importante che hai. Ho riguadagnato il mio posto nel tuo cuore e i sacrifici fatti finora sembrano alleggerirsi se visti da questa prospettiva. Quando si tratta di te non ho nessun amor proprio, puoi farmi di tutto senza che io mi ribelli mai, ho troppo bisogno di te e anche se mi stufassi del tuo comportamento il mio corpo desidererebbe troppo il tuo per starti lontano. Sei il mio incastro perfetto e mentre ti vedo galoppare alzandoti e abbassandoti sulla sella del tuo cavallo lo penso ancora di più. La mia fantasia va oltre, desidero ardentemente essere la tua sella e fare l’amore con te in questo momento, davanti a tutti per mostrare il mio possesso su di te e alla luce del giorno per vedere bene ogni parte del tuo corpo che si contorce dal piacere che ti sto dando. Niente sesso ma fare l’amore con te… da quanto tempo non mi è più permesso? Mi mordo le labbra per reprimere il desiderio che ho di farti mio, vedere le tue cosce strette ai fianchi del cavallo e il tuo bacino che va incontro alla sella per poi allontanarsi non mi aiuta affatto… quante volte lo abbiamo fatto in quella posizione? Molte ma non ricordo più l’ultima volta… Quello che c’è tra noi ora è semplice sesso e peggio ancora non mi è più permesso guardarti in faccia mentre lo facciamo, vuoi essere preso solo da dietro perché fatto così ti sembra più anonimo… allora ti chiedo come mai riesci a farlo solo con me? Perché non ti accontenti di chiunque? Ho sopportato in silenzio anche questa tua decisione provando comunque un po’ di orgoglio per essere l’unico a cui permetti l’accesso al tuo corpo. Una volta avevo accesso a tutto di te ma come Gilead anche quei tempi sono finiti. Ho perso tutto: la mia famiglia, la mia casa, te ma comunque ti sono rimasto accanto e il Corno dell’Eld che porto al collo lo dimostra. Nonostante tutta la distruzione che ci portiamo dietro io ti sono affianco e non perché l’ho voluto io ma sei stato tu a chiedermelo in silenzio quando mi hai chiesto di portare il sigul al posto tuo. Ho pianto in silenzio in quel momento… dopo i fatti di Mejis pensavo che non ci sarebbe stata più nessuna speranza per noi invece tu avevi ancora bisogno di me. Mi porto al tuo fianco per cercare di smettere di pensare al passato troppo felice da essere doloroso, per tornare al presente così vuoto e buio da riportami con i piedi per terra. Probabilmente il Roland che fu non esiste più, ora al mio fianco c’è un freddo assassino che mette paura ai suoi stessi amici ma questo non mi vieta di amare anche lui. Questo Roland ha bisogno di protezione, forse più del Roland che conoscevo e visto che da piccoli ho promesso di proteggerti ho intenzione di mantenere la mia promessa anche se si tratta di proteggerti da te stesso. Forse sei posseduto da un demone che ti sta consumando dall’interno e io non sto facendo altro che alimentarlo ma nonostante questo non desidero altro che faccia notte, il solo momento in cui il tuo corpo diventa il mio e non sarò più costretto ad essere geloso di una sella. Mento e lo so bene, quello che mi dai non è più il tuo corpo caldo e confortevole di quando eravamo dei ragazzini e ci amavamo come se non esistesse altro al mondo che noi. Dopo Mejis sei impazzito, i sensi di colpa ti hanno spinto alla ricerca della Torre Nera, una follia suicida. Non c’è l’ho con te so che hai bisogno di espiare e un’impresa come la Torre Nera è l’unica abbastanza grande da farti perdonare gli errori commessi, forse una volta trovata riuscirai finalmente a ritrovare la tua pace interiore. Non so perché desidero ancora il tuo corpo sapendo bene che non è più quello di cui mi sono innamorato ma ogni sera quando vieni da me mi sento orgoglioso e fiero e accetto il tuo corpo come se fosse il regalo più bello al mondo. In realtà so che ogni notte che passiamo insieme la mia anima viene avvelenata dalla tua oscurità. Tento di cancellarla con il passaggio del mio corpo ma succede il contrario sei tu che quasi mi sovrasti facendomi rischiare di perdermi in te. Da me non cerchi amore né passione ma solo tutto il dolore che posso darti e che ti serve per mettere a tacere le voci che non smettono mai di accusarti. Hai scelto il mio corpo come punizione delle tue colpe, tra noi non c’è nessun tipo di sentimento ma solo brutale violenza… ma nonostante questo lo voglio, voglio quel corpo magro e spigoloso che si intravede sotto i vestiti, lo voglio così del tutto inerme sotto di me, anche se ciò che desidero da sempre è riaverlo come una volta, come quando si muoveva su di me come se fossi stato quella maledetta sella.
Dopo un’altra estenuante giornata finalmente prepariamo il nostro bivacco notturno; è difficile staccare il sedere dalla sella e una volta fatto è ancora più difficile riuscire a camminare dritti a gambe strette, non ci si può abituare a tante ore di cavallo, ho quasi le vesciche all’interno della coscia. Solo tu sembri sempre in perfetta forma e mi chiedo come diavolo tu faccia a non mostrare mai alcun segno di stanchezza, proprio tu che ogni sera prima di andare a dormire vieni a ricercare da me la tua punizione. Come puoi cavalcare per così tanto tempo e poi mostrarti così perfettamente in salute? Tutti noi siamo distrutti tu, invece, che sei colui che patisce più sofferenze di tutti sembri sempre carico di un’energia esplosiva. E’ per questo che ti rivolgi a me? Per spegnere un po’ di quell’energia che pian piano ti sta consumando? Hai bisogno che qualcuno domi quel fuoco che ti brucia dentro? Dopo quello che ti faccio ogni sera dovresti cavalcare in modo scomposto e costringerti a fermarti più volte invece sembri in grado di poter cavalcare per l’eternità. So di farti male non c’è bisogno che sia tu a dirmelo, lo sento dal tuo corpo, lo vedo ogni volta che esco da te il sangue che perdi e lo so perché ogni sera continui a tornare da me, quindi faccio maledettamente bene quello che mi chiedi…
La cena dura sempre di meno perché sempre di meno sono le nostre scorte di cibo e di acqua, non che la cosa ci preoccupi siamo addestrati alle privazioni quindi il morale è ancora alto. Molti di noi si fanno di erba diavola, un modo come un altro per fuggire dalla realtà per qualche minuto, altri la masticano addirittura per avere l’illusione di avere qualcosa sotto i denti, io ho te… Stasera niente conciliabolo, non c’è niente di cui parlare, sono settimane che ci troviamo in questo deserto e che abbiamo perso le tracce dei nostri nemici o che loro hanno perso le nostre. Non c’è niente da discutere, così tu per primo che sei il Dinh, ti alzi e ti allontani dal gruppo ma prima ovviamente mi chiami a te con un’occhiata che io ormai ho imparato a decifrare. Non ti seguo subito, raramente lo faccio, ho prima bisogno di trovare il coraggio e la forza di farlo poi ti raggiungo. Ti trovo appoggiato ad un tronco morto a fumare una delle ultime sigarette che ti sono rimaste. Guardi il sole tramontare, sembri davvero uno di quegli eroi romantici che solo nelle leggende possono esistere invece tu sei reale qui davanti a me, ad aspettare me. Appena mi vedi butti il mozzicone di sigaretta e ti avvicini, mi accarezzi tra le gambe per farmi accendere di desiderio, non sai che se decidessi di fare l’amore con me non ci sarebbe bisogno delle tue carezze, ma costringendomi a violentarti ho veramente bisogno che tu mi tocchi e che mi faccia annebbiare la mente per farmi scordare quello che sto per farti. Non importa che sia tu a chiedermelo ma una violenza rimane una violenza. Le tue mani ottengono ovviamente il desiderio sperato, mi tiri giù la zip dei pantaloni liberando l’erezione che mi hai provocato poi tocca a te stenderti a pancia sotto e abbassare i pantaloni così poco da non farmi vedere neanche un lembo di pelle, dove non ci sono i pantaloni ci pensa la tua camicia a coprirti. Ho sempre bisogno di un tuo cenno di incoraggiamento per abbassarmi su di te e appena allunghi la tua mano la prendo e mi stendo su di te. Tu non perdi certo tempo ti sistemi subito sotto di me in modo da stare all’altezza giusto tra il mio uccello e il tuo sedere. Hai bisogno di strusciarti un po’ perché proprio non riesco ad eccitarmi a farlo così, ti servo duro ed enorme in modo da spaccarti meglio. Nonostante sappia tutto questo non posso fare a meno di eccitarmi, il contatto con la tua pelle bollente mi manda in tilt. Vorrei baciarti e toccarti per ringraziarti del trattamento che mi stai facendo ma tutto questo so che non potrò farlo, tu da me vuoi solo un tipo d ringraziamento. Non vuoi che ti tocchi perché sai che farei in modo di farti soffrire il meno possibile. Sai che sono capace di prenderti senza farti del male, accarezzandoti fino a farti sciogliere tra le mie braccia. Ma è da tanto che rifiuti il piacere che posso darti, ora ciò che ricerchi è l’esatto contrario. Così mi ritrovo a stringere la stoffa dei tuoi vestiti per non infrangere le tue regole perché la voglia di toccarti si fa sempre più irresistibile, ogni volta di più che mi costringi ad infliggerti dolore con il mio corpo che non vorrebbe fare altro che darti piacere. So che è arrivato il momento in cui ti sacrificherai ai tuoi sensi di colpa ma io non riesco più a guardarti, vorrei riuscire a fare quello che mi chiedi ad occhi chiusi per immaginarmi di farti altro, ma mi costringo per condividere un po’ del dolore che sto per infliggerti. Con i pantaloni abbassati il minimo indispensabile e i miei aperti quanto è necessario ti spalanchi a me in una brutta imitazione del ragazzino che eri. Le tue mani mi mostrano l’inferno in cui presto consapevolmente affonderò, le scaccio ma l’inferno camuffato da paradiso è ancora lì a tentarmi e reclamarmi come suo. Non parli, sai che non ce n’è bisogno, sai che capitolerò presto alla tua richiesta, ti riapri aspettando solo che io ceda al desiderio e al mio lato animale. Mi basta guardare ancora una volta il tuo corpo nudo per diventare l’uomo più debole del pianeta… io stesso ti spalanco le gambe e accetto come un’anima perduta di entrare nel tuo inferno tentatore, sì sono un condannato. Sai come farti male Roland e sai come farlo a me… io che non voglio altro che fare l’amore con te mi ritrovo per l’ennesima volta invischiato nel tuo gioco perverso. Una punizione per entrambi: per me per non essere riuscito a salvarti da te stesso; per te per non essere riuscito a salvare le persone che amavi. Il tuo animo una volta così splendente ora è più oscuro della pece e ogni volta che lo raggiungo mi sento soffocare e inghiottire da quell’oscurità come se volesse inghiottire anche me. Mi fa paura tutto questo… vengo sopraffatto dal tuo buio e ogni volta mi sembra come se non riuscissi più a venirne fuori. Continuo ad essere il tuo amante solo perché so che quell’oscurità è tutta la sofferenza che ti porti dietro e la follia non è altro che la tua reazione a questo; la tua richiesta d’aiuto è lampante ed io che ti amo non posso ignorarlo. Ti provoco il dolore che ti serve per andare avanti, ti umilio perché è così che i tuoi sensi di colpa ti vogliono far sentire, ti ferisco in modo che il tuo corpo non dimentichi le tue colpe e tu sembri godere sotto tutta questa sofferenza. L’unica vittoria che ho ottenuto su di te è che ti lasci masturbare mentre ti sfondo con violenza ma ho l’impressione che ti sei talmente abituato a quel che ti faccio e ne godi talmente tanto che verresti anche senza il mio aiuto. Spingi il tuo sedere all’in su perché sai che non sto usando tutta la mia forza quindi sopperisci tu alla mancanza. Tutto quel che viene da te sono dei singhiozzi strozzati ma ti vedo come stringi la terra intorno a te come se volessi frantumarla. Hai il dolore che vai tanto cercando e finalmente la tua mente è libera da qualsiasi altra cosa che non sia la sofferenza fisica, ti sto donando gli unici momenti di libertà ma questo non mi risparmia dallo scoppiare a piangere quando vengo profondamente in te. Tu ti liberi nella mia mano e rimani immobile steso a terra cercando di riprendere fiato, come sempre non mi fai uscire dal tuo corpo, ti piace sentire quel lieve indolenzimento che ti provoca la mia presenza in te dopo averlo fatto. Accetto ogni tua richiesta aspettando che i tuoi spasmi muscolari mi lascino uscire senza causarti ulteriore danno. Cerco di ottenere quello che ancora non sono mai riuscito ad avere finora: provo a baciarti ma come sempre ti sposti irritato, quasi schifato, ti vesti e mi lasci da solo a piangere per quello che ho commesso ancora una volta, ti ho violentato di nuovo quando in realtà ho solo voglia di fare l’amore con te. Ho soddisfatto il tuo desiderio di morte ma mi sono auto inflitto l’ennesima ferita indelebile nel mio animo… Come ogni mattina mi risveglio da solo nel mio giaciglio che poi è esattamente dove ti ho violentato stanotte, rimango sempre a dormire nel posto dove ti posseggo, mi sembra come di starti vicino e di riuscire a respirare il tuo odore e dormire nel tuo calore. La mia vita è fatta solo di illusioni e il fatto che non faccia niente per cercare di renderle realtà mi rende davvero patetico. Comincia una nuova giornata di cavalcata e io come sempre controllo se in te va tutto bene… cosa inutile visto che monti in sella con molta più grazia di me e cavalchi come se fossi tutt’uno con il cavallo. Non sembri aver riportato nessuna conseguenza dall’ultima mia violenza, ma non ricordo che tu ne abbia mai riportate o almeno io non mi sono mai accorto di nulla, quasi impossibile visto che non ti tolgo mai gli occhi di dosso. Quasi penso di avere delle allucinazioni quando in lontananza vedo delle case, non posso credere che ci sia un villaggio in mezzo a questo nulla infinito, mi volto a guardarti e vedo un sorriso tirato sulle tue labbra, mi viene il dubbio che tu abbia avuta paura che non ce l’avremmo fatta questa volta. Ti fai vedere sempre così sicuro che nessuno si preoccupa mai di quello che può succederci, ci dai la convinzione che rimanendo al tuo fianco siamo immuni da qualsiasi tragedia se non quelle sul campo di battaglia. Hai il carisma innato del leader ma mi chiedo se tu lo abbia mai voluto il ruolo di dinh, non è forse un ulteriore peso sulle tue spalle già fragili? Sei sempre stato un tipo solitario ed essere il centro del ka-tet forse ti sfianca di tutte le energie. Hai già le tue colpe da dover sopportare senza che tu ti debba accollare anche i sensi di colpa che derivano dall’essere dinh, dopotutto il potere serve per compiere scelte che portano conseguenze e a volte queste portano ai rimpianti… vorrei trovare il modo di sostenerti e non nel modo in cui chiedi tu. Dopo qualche minuto tutti si accorgono del villaggio e immediatamente lo spirito del gruppo si risolleva. Il pensiero di poterci riposare, rifornirci e goderci della compagnia di qualche bella signora ci accompagna per tutto il viaggio che sembra interminabile. In effetti arriviamo solo a pomeriggio inoltrato, talmente carichi di aspettativa che quasi lasciamo i cavalli in mezzo alla via per la ricerca di dolce compagnia. Ormai la priorità è diventata questa, non sentiamo neanche più la fame e la sete. Io rimango a fissare il tuo cavallo, per quanto mi riguarda i miei desideri non sono cambiati ma un letto comodo sarebbe veramente un crimine rifiutarlo e poi so già che i miei desideri non verranno esauditi, così mi occuperò anch’io dei bisogni del mio corpo che sono più o meno uguali a quelli di tutti i miei compagni. Ci dividiamo in diverse locande, tanto per riunirci basterà che io suoni il Corno, ovviamente io ti seguo come un fedele servitore. Non voglio perderti di vista e so che tu mi vuoi vicino per poter disporre di me ogni volta che vuoi. Solo questo mi dovrebbe far scappare il più lontano possibile da te per spezzare una volta per tutte quest’assurdità, invece ti rimango così vicino da ubriacarmi del tuo stesso odore così intossicante da farmi venire voglia di trascinarti in un vicoletto e dimostrarti finalmente quello che mi provochi. Ti farei quello ho sempre desiderato farti ogni volta che vieni da me, non avresti più nessun comando su di me, ti ridurrei in uno tale stato che l’unica cosa che ti sarà possibile fare sarà urlare di piacere. Invece mi limito a seguirti nella stessa locanda accontentandomi di conseguenza delle tue lacrime di dolore che la mia violenza ti causa e che tu desideri. Ho voglia di sfogare la mia frustrazione con del sesso puro non con quello malato che tu mi concedi, con quello mi stai uccidendo. Aspetto che prendi la tua stanza, io prendo la mia nella parte opposta del locale poi porto con me la prima donna decente che vedo. E’ un villaggio talmente sperduto che le donne non vedono l’ora di veder arrivare degli stranieri, sperano di essere portate via ma molte si accontentano semplicemente di divertirsi. Io so come farle divertire e non ho neanche mai avuto bisogno di pagarle, ho un aspetto piuttosto piacente e il fatto di essere un pistolero aggiunge un certo fascino alla bellezza naturale che mi appartiene. Potrei avere chiunque volessi ma continuo a disperarmi per te e la mia bellezza non fa altro che ricordarmi quanto sono coglione nel farlo, ma piuttosto che rinunciare a te mi deturperei l’intero viso. Io e te siamo fatti per stare insieme e nessuno potrà mai dividerci… Ho bisogno di distrarmi dall’oppressione di questa verità, starti vicino non è certo facile quindi appena mi perdo nelle morbide curve della donna che si trova nel mio letto non posso fare a meno di sospirare di sollievo. Finalmente mi sento rilassare e libero di poter baciare le sue labbra, accarezzarla tra le cosce, stuzzicare la sua apertura per poi entrare con fluidità e dolcezza dentro di lei. In genere preferisco portarmi a letto le donne, gli uomini mi ricordano troppo il tuo corpo quindi preferisco evitarli ma sono bravo con entrambi. E’ da Mejis che faccio pratica prima per ripicca nei tuoi confronti poi per sfogo alla frustrazione che mi causi. Ma non per questo mi dimentico di essere gentile con il mio amante, penso sempre prima al suo piacere e poi al mio, proprio come farei se al posto suo ci fossi tu. Ovviamente se ti lasceresti amare da me, vorrei che fossi in questa stanza per farti ricordare cos’è il piacere, per sentire i gemiti della donna che sto possedendo e che il mio corpo le provoca, per pentirti di aver rinunciato a quello che sai riesco a provocare in te, sensazioni così forti che quelle della donna in confronto sembrano ridicole. Gli causo più orgasmi perché il suo corpo non è capace di farmi impazzire come il tuo quindi non riesco a venire subito e proprio quando me la metto in braccio in una posizione per me più erotica (che ovviamente mi fa pensare alla tua maledettissima sella), entri tu… Rimaniamo entrambi bloccati mentre la donna si muove su di me. Io non sento assolutamente nulla se non i tuoi occhi di ghiaccio penetrarmi l’anima. Sono anni che vado a letto con altre persone ma non te l’ho mai detto, ho sempre cercato il modo di trovarmi qualcuno il giorno perché è la notte che tu ricerchi la mia compagnia, di giorno non mi guardi nemmeno quindi mi sentivo sicuro. Come sempre tu hai la capacità di stravolgere tutto e ti presenti da me in pieno pomeriggio trovandomi con una donna estasiata dal piacere che gli sto dando. Non so perché ti ho sempre voluto proteggere da questa verità, ti saresti meritato il contrario, avresti dovuto sapere che quello che non mi davi tu me lo andavo a cercare da un’altra parte. La donna, non accortasi della tua intrusione, continua ad abbassarsi e alzarsi su di me, una mia mano sta ancora stringendo un suo seno e l’altra la penetra da dietro, la stavo facendo impazzire su tutto il corpo ma il tuo sguardo mi blocca ogni movimento e rimango semplicemente immobile, non mi sposto neppure. Ciò che mi paralizza non è l’imbarazzo della situazione che già di per sé sarebbe abbastanza ma ciò che leggo nel tuo sguardo. Capisci? Leggo nuovamente qualcosa nei tuoi occhi! Inizialmente ho temuto che fosse follia ciò che aleggiava in essi ma ora sono sicuro che sia una miscela di emozioni da te troppo tempo trattenuta e che rischia di esplodere in un raptus di rabbia. Non ho tempo di fare nulla che mi ritrovo nel mirino della pistola di tuo padre. La tua velocità è sempre spaventosa, nessuno può batterti in un duello figurarti io che sono nudo e ancora nel corpo della ragazza. Nel caos del momento non ricordo nemmeno dove ho lasciato le mie pistole ma anche se le avessi a portata di mano non le punterei mai verso di te come invece tu stai facendo con me. Stranamente il mio cuore accelera i battiti per la felicità di questa tua dimostrazione di gelosia. Non credevo di essere ancora in grado di provocarti simili reazioni, dopotutto non sono solo il burattino che vuoi far credere ad entrambi. Guardo la pistola argentata che mi punti contro e sento di amare anch’essa come amo te… Cort aveva ragione: la pistola è una parte del corpo stesso dei pistoleri…
- Vuoi spararmi? Fallo non mi ribellerò come mai mi sono ribellato a te… ma non è molto onorevole uccidere un uomo spoglio dei suoi vestiti e delle sue pistole-. Premo sul tuo onore mentre mi tolgo di dosso la ragazza che guarda con evidente disappunto te e la pistola… coraggiosa o evidentemente pazza. Tu la guardi come se fosse una nullità e lei per riflesso ti sputa addosso, mi alzo per evitare che ci scappi il morto ma tu mi precedi prendendola per i capelli e buttandola fuori dalla stanza nuda com’è. Torni a guardarmi ma appena ti accorgi che sono nudo anch’io abbassi subito lo sguardo imbarazzato. Ti eri scordato quanto adorassi il mio corpo prima che l’odio ti consumasse? Allora ora guardami e illuminati di nuovo di desiderio per me… Mi avvicino per renderti impossibile non vedermi, la tua pistola nuovamente abbassata mi rende poco previdente, ma quando mai lo sono stato quando si tratta di te? Porto le mani alla tua vita e tu ancora sconvolto dall’emozioni provate ti lasci portare sul mio letto. Solo una volta seduto ti ricordi di dove sei e cosa ho in mente di fare ma ormai per te è troppo tardi. Fisicamente sono più forte di te, ti schiaccio con il mio corpo e ti costringo a sdraiarti sotto di me. La pistola ti casca dalle mani quindi non hai più nessuna arma per opporti a me. Cerchi di scalciare mentre faccio d tutto per scoprirti più pelle possibile, sai che non ho intenzione di farti del male e questo è ciò che ti spaventa di più. Ti dico in faccia le miei intenzioni perché voglio che ti prepari a passare il giorno più sfiancante della tua vita ma anche il più bello e voglio che per una volta ti sottometti a me per amore e non per pura violenza…
- Ti farò ricordare cosa vuol dire amare Roland…- Ti tengo stretti i polsi per non farti muovere, non voglio darti nessuna possibilità di cambiare posizione, stavolta sei mio.
- Non voglio…- Ti contorci sotto di me forse dimentichi quanto mi eccita il tuo corpo premuto al mio. Decido di legarti i polsi per avere entrambe le mani libere che questo pomeriggio avranno molto da fare, prima cosa rendere libero il tuo corpo da questi stracci e poterlo finalmente guardare con l’adorazione che merita.
- Non importa, oggi tocca a me comandare e ti ordino di abbandonarti al piacere…-
- Non voglio…- Sento quanto sei rigido e mi accorgo di quanto tu sia spaventato dalla possibilità di provare piacere, sei così abituato al dolore che non sai più come gestire la sensazione opposta.
- Lo vuoi e passerò tutto il giorno a dimostrartelo finchè non ti sentirò urlare di piacere…- Mi struscio su di te per farti sentire quanto sono eccitato e per darti un’idea di quanto mi ecciti averti finalmente tra le mie braccia. Ti sento tremare e non mi servono parole per capire le tue paure. Vuoi essere odiato, devastato, non credi che sia giusto che qualcuno ti ami con tutta quell’oscurità che ti porti dietro ma io sono qui per dimostrarti il contrario, anche tu sei solo un comune essere umano che ha solo bisogno di essere amato ed io oggi finalmente ti amerò. Cancellerò ogni ferita che ti ho inflitto e mi prenderò cura di te come se fossi un malato. Ti riabiliterò all’amore con questo corpo che non aspetta altro di farti suo, lascerò a lui il totale controllo perché lui ha la capacità innata di amarti visto che lo fa dalla prima volta che ha posato lo sguardo su di te. Ti darà quello di cui hai veramente bisogno e non sarà sicuramente il dolore che tu tanto vai ricercando come un drogato. Lascia anche tu il controllo al tuo corpo, lui saprà darti la vera risposta che stai cercando, e forse non sarà quella che ti aspettavi, forse è semplicemente lasciarti amare e amare a tua volta. Sono sicuro che il tuo corpo risponderebbe subito ai stimoli del mio se solo tu lo lasciassi libero. Non stringere le cosce con tanta forza, aprile per me e permettimi di giocare con le dita con le tue parti più sensibili. Mi escludi dal tuo mondo personale chiudendoti ancora di più appena cerco di forzarti, accarezzo ciò che non puoi nascondere: il tuo uccello semieretto che mi dimostra che dopotutto non ti dispiace così tanto la situazione creatisi, soffro per te per la costrizione che ti stai imponendo ma sono risoluto ad abbattere questo muro mentale e fisico con i miei quattro anni di amore e desiderio repressi nei tuoi confronti. Sarà solo puro piacere niente più… Mentre ti tocco per rendere la tua fiammella un fuoco, ti bacio marchiando la tua pelle come mia, lecco ogni parte che è rimasta nascosta alla mia vista in questi anni di sesso brutale e che so ti farà gemere di piacere. Mi stupisce la tua resistenza ti mordi il labbro pur di non farti lasciare sfuggire un solo gemito, le mie carezze e i miei baci non bastano ad abbattere il tuo muro ma sai che io non mi arrenderò. Potrei forzarti ad aprire le cosce ma sarebbe solo una nuova violenza, voglio che ti arrendi a me e che accetti che questa volta sarà solo amore per entrambi. Dall’accarezzarti passo al masturbarti e ti continuo a sussurrare “apriti per me…” e i tuoi pugni stretti contro il lenzuolo sono un chiaro segno che stai per cedere. Ti rifiuto l’orgasmo quando sento che stai per venire ma ti costringi di non pregarmi di farti venire, così ti viene naturale darmi quello che voglio, perché in questo giorno funzionerà così: tu dai una cosa a me io do una cosa a te, e visto che non sei certamente uno stupido l’hai subito capito. Le tue cosce mi ricordano un ventaglio, si aprono sempre di più a me, forse neanche te ne accorgi ma ormai il tuo è un chiaro invito a entrare nelle tue profondità. Non voglio spaventarti con la mia avventatezza e la voglia di accettare ciò che mi stai inconsapevolmente offrendo, così continuo ad esplorarti solo con le dita. Ho intenzione di farti impazzire di piacere Roland quindi la fretta dovrà essere bandita da questa stanza… voglio vederti completamente aperto per me e non voglio che siano le tue mani a farlo, voglio che siano le tue cosce ad invitarmi ad entrare nel tuo corpo dischiuso, voglio che sia il mio corpo a spalancarne le porte. Continuo a baciarti il petto, succhiando i capezzoli come farei con quelli di una donna, ti masturbo con più intensità e tu non resisti dal non mettere una tua mano sulla mia per aumentare la velocità, credi davvero che ti faccia già venire? Te la blocco e me la porto sulle labbra dove bacio ogni tuo singolo dito, per punire la tua intromissione scavo più profondamente in te e tu sei costretto a contorcerti ogni volta che sfioro i punti più sensibili finchè finalmente non ti arrendi. Hai talmente bisogno di sentirmi dentro di te che alzi il bacino e ti strusci sull’erezione che mi hai fatto venire solo standoti a guardare. Ti mordo il collo per resistere al tuo richiamo, voglio sentirti ricercare ancora il mio corpo, so che è ancora troppo presto per sperare di sentirti pregare ma mi accontento della preghiera del tuo corpo. Come pensavo tutto il tuo essere è assetato di piacere, tu sei fatto per essere amato. Finora sei sempre andato contro te stesso nel ricercare quel dolore che credi ti possa aiutare più del mio amore ma oggi te ne farà ricredere… Mi sistemo meglio tra le tue gambe e soddisfatto dalle risposte del tuo corpo ti blocco i fianchi e ti alzo meglio il bacino. Ti guardo negli occhi mentre lo faccio e non sono stupito di leggere paura nel tuo sguardo, credi di avere da perdere molto se mi lasciassi andare avanti ma credimi che ne trarremo beneficio entrambi. Quando sono sicuro che non farai niente per fermarmi levo le dita che ti hanno fatto contorcere di piacere fino adesso e che sono riuscite ad agevolarmi l’accesso al tuo corpo. Come sarà per te sentire il mio corpo possedere il tuo senza provare alcun dolore? Ti farà ricordare i bei tempi di Gilead? Ti farà capire che siamo fatti per stare insieme? Non lo so ma sono sicuro che non rimpiangerai di certo il dolore e l’umiliazione a cui costringi il tuo corpo. Entro in te con una spinta lenta per farti sentire ogni millimetro di carne che ti sta penetrando e ti sta reclamando. Lo faccio con una tale lentezza che mi sembra di impazzire, mi fa venire ancora di più la voglia di prenderti con un’unica spinta e farti urlare finalmente di piacere. Mi fermo quando sono ancora a metà, non voglio soddisfarti del tutto, voglio sentirti tremare tra le mie braccia ancora di più, questa è l’unica sofferenza che ti vorrei arrecare, provare troppo piacere da non saperlo contenere. Quasi scoppio a piangere quando mi rendo conto che non ricordi più come lasciarti amare. Insicuro su quello che dovresti fare preferisci rimanere immobile, le mani che dovrebbero graffiarmi la schiena si limitano a stringere forte le lenzuola, le gambe che dovrebbero essere salde intorno alla mia vita per venire incontro alle mie spinte rimangono molli tanto da doverle sostenere io, la tua bocca troppo orgogliosa per lasciarsi sfuggire un solo gemito viene torturata dai tuoi denti. Piango per l’amante passionale che eri una volta e piango per quello che sei ora e che ti ho aiutato a diventare. Non riesco a continuare ben sapendo che ti sto provocando comunque il piacere che volevo ma non lo sto provando io. Ti insegno di nuovo come si ama, come voglio essere amato, non sono qui per dare piacere solo a te amore mio. Ho un orgoglio che vuole sentirti gridare il mio nome e finchè sarai così rigido, non sarai mai libero dalle tue difese. Ti aiuterò a ricordare come avere fiducia nel tuo partner, ad aiutarlo ad amarti con passione, a farti uscire parole d’amore per lui. Non c’è bisogno di alcuna spiegazione, le sterili parole potrebbero spegnere il piccolo fuoco che è nato in te riportandoti alla tanta odiata razionalità. Non ho alcuna fretta di venire quindi mentre torno a possederti con la sola dolcezza, che incrementa la mia voglia di te ma non è di certo sufficiente a farmi raggiungere l’orgasmo, ti impartisco la lezione con il mio stesso corpo. Libero il lenzuolo prigioniero delle tue mani essendo esso solo un sostituto dello sfogo delle tue emozioni, le porto sulla mia schiena dove posso sentire tramite le tue unghie ciò che ti provoca il mio corpo nel tuo. Ogni tuo graffio è un gemito che mi scappa dalle labbra, per ora solo le ferite sulla mia schiena sono la conferma del tuo piacere. So che posso avere di più da te e ci lavoro subito su. Le tue cosce totalmente molli sono facili da gestire meno facile e farti capire cosa voglio da te, vederti spingere contro le mie spinte facendo forza intorno alla mia vita. Te lo mostro legandomi le tue gambe intorno con una mano e con l’altra a palmo aperto sul sedere ti spingo verso di me ogni volta che sprofondo in te, lo faccio finchè il movimento non ti diventa naturale. Diventi improvvisamente più accaldato e il tuo viso assume una deliziosa sfumatura rossa, le tue labbra sempre più stritolate dai tuoi denti, ma verrà il tempo anche per quello. Cominci a muoverti autonomamente, le tue unghie mi graffiano a sangue la schiena e il tuo corpo è finalmente sudato come il mio. Tengo la mano sul tuo sedere per aiutarti finche non ti ritengo del tutto autosufficiente, ti muovi con timore ma una volta presa la fiducia e la dimestichezza mi fai grugnire di piacere facendomi affondare in te in un punto che non avevo ancora raggiunto. Subito le tua dita artigliano la mia schiena, le tue gambe mi stritolano la vita e il corpo si chiude a riccio. Mi maledico per la mia avventatezza perché so di averti spaventato. È incredibile come proprio tu che sei così abituato al dolore ti spaventi per la scossa di puro piacere che ti ho appena procurato, perché ovviamente è il piacere che ti ha fatto serrare e chiudere automaticamente in te stesso, forse ti sei ricordato che non ne sei degno o semplicemente ne hai paura perché per te è un’emozione del tutto dimenticata. La tua erezione rimane l’unica cosa invariata nel tuo corpo ed è da lì che comincio a riconquistarti. E’ come ripetere la tua prima volta ma allora anch’io ero inesperto e non avevo nulla da insegnarti, ora invece ti mostri come il ragazzino impaurito di allora mentre io il tuo insegnante d’amore. Riporto il tuo corpo allo stesso stato di eccitazione di prima che io commettessi l’errore di affrettare le cose, non sei ancora pronto per ricevere tutto il piacere che io posso darti, sei ancora troppo lucido. Vedrai come riuscirò ad annebbiarti i sensi e a quel punto ti verrà naturale abbandonarti totalmente a me, forse arriverai anche ad implorarmi ma non ce ne sarà bisogno tutto quello che ho te lo darò spontaneamente e quel che ho sono quattro anni di amore represso… Una volta tornato a tuo agio, con mia enorme gioia, ti viene naturale tornare a muoverti secondo le mie spinte, faccio sempre più fatica a trattenermi via via che diventi sempre più preciso, non ti capita più di andare a vuoto e in questo riconosco la sicurezza che contraddistingue la tua persona e che io ho sempre amato in te. Finalmente arriva il momento di far ricordare alle tue labbra qual è il loro dovere, le libero dai tuoi denti usando i miei in una sfida di morsi che causano minuscole ferite che io non permetto di sanguinare usando la mia lingua. Ovviamente non mi lasci l’accesso, sapevo già che non l’avresti fatto, per te farti baciare è un tabù difficile da superare. In questi anni mi hai fatto dimenticare il sapore della tua bocca ma non la sensazione di baciartela. Aprirla per te significherebbe anche esporti maggiormente ad un altro pericolo ovvero manifestare i tuoi sentimenti. Ma è proprio questo quello che voglio io: sentirti ansimare, gemere e urlare per quello che ti sto facendo. Sono troppo abituato alle tue lacrime trattenute per accontentarmi di qualcosa di meno. Guardo i tuoi occhi e quasi piango io per l’emozione di vederteli lucidi di desiderio. Sei così eccitante in questo stato che quasi mando a puttane tutta la mia lezione e ti prendo adesso, non sarebbe perfetto come vorrei ma sicuramente indimenticabile per entrambi. Mi concentro sulle tue labbra per ritrovare il controllo del mio corpo e delle mie emozioni ricordando il mio obiettivo, sentirti pronunciare il mio nome, una, dieci, cento, mille volte fino al momento dell’orgasmo… Comincio a mordicchiare le tue labbra per attaccare le tue difese ma tu, come hai fatto con il tuo corpo inizialmente, le serri ancora di più, bisogna sempre trovare la chiave giusta, con te è inutile forzarti. E’ incredibile come tu riesca a sfuggire e a divincolarti dalle mie labbra ma continuare allo stesso tempo a muoverti sotto di me come se ti fosse sempre stato naturale. Quanta passione mi stai ancora nascondendo? Il tuo spingerti sempre di più verso di me mi fa credere che mi stai finalmente riconoscendo come tuo amante e che a tua volta ti riconosci come amante e non più vittima sacrificale di uno stupro, ruolo a cui ti sei costretto. Guardati ora Roland, non sei d’accordo con me che il tuo corpo è fatto solo per essere amato e fare altrettanto? Gran parte del tuo corpo lo sa già e si è arresa per rendere quest’esperienza il più magnifica possibile. Le tue mani che mi graffiano a sangue, le tue gambe che sono diventate lo strumento primo del nostro piacere, tutto mi eccita in te anche la tua bocca imbronciata ancora tutta da conquistare. Su tutto mi eccita che finalmente stiamo facendo l’amore, ieri ti ho avuto ma solo oggi ti sto avendo veramente. Ricercare da me il dolore è la pena più grande che tu possa darmi, io l’ho accettata ma ora voglio farti capire cosa ben altro posso darti. Capirai anche tu come il mio corpo non può fare altro che amarti e che il tuo, così indifeso ai miei attacchi, non può far altro che arrendersi. Capirai da solo che il tuo corpo fatto per essere amato da me si arrenderà all’amore prima della tua ragione. Insieme riusciremo a ritrovare la magia di un tempo e ad essere di nuovo l’incastro umano perfetto. Dimmi la verità c’è niente di più perfetto del mio corpo nel tuo? Ora arrenditi totalmente a me, il mio corpo ti reclama. Spalanca le labbra e lasciami libero ingresso come quando riluttante mi hai lasciato finalmente entrare nel tuo corpo, ci penserò io a non fartene pentire. Non c’è niente da aver paura, non più. Non sono qui per farti male ma per spalancarti gli occhi su un mondo che forse hai dimenticato ma che è sempre stato pronto ad amarti e proteggerti. L’unico a rischiare di soffrire oggi sono io, un tuo rifiuto segnerebbe la mia fine. Ti bacio a timbro le labbra per poi leccartele per tentarti a catturare la mia lingua ma visto la tua ostinazione a non lasciarmi entrare uso la stessa tattica che ho usato per farti aprire a me. Ti contorci di piacere sotto di me appena ti sfioro dimostrandomi che sei teso per l’eccitazione fino allo spasmo, ansimi di frustrazione perché vorresti che ti toccassi con più decisione o che ti prendessi più in profondità ma con le mie labbra ti faccio capire che se vuoi qualcosa da me devi deciderti a farmi entrare ovunque io voglia. Ti masturbo con più pressione e tu strizzi gli occhi fin quasi a farteli uscire dalle orbite, torni a morderti sensualmente le labbra ma alla fine cedi all’impulso di dare sfogo al piacere mischiato alla frustrazione di non avere tutto quello che sai presto ti darò. Per premiarti del tuo primo gemito aumento le carezze sulla tua erezione per far alzare di tono la tua voce. Avevo scordato quanto fosse magnifico sentirti pregare di darti di più e di incitarmi a fare più in fretta, ed è incredibilmente erotico il solo sentire il mio nome sussurrato da quelle labbra un po’ perverse che ti ritrovi. Sai dell’effetto che mi stai facendo così mi sussurri frasi spinte direttamente nell’orecchio, riesco a stare al tuo gioco solo per un po’ poi per non rischiare di impazzire mi attacco disperato alle tue labbra per zittirle, voglio sentirti urlare quando comincerò a possederti seriamente non ora che ti sto ancora preparando ad essere il più aperto possibile al piacere che ti donerò, e soprattutto non voglio rischiare di venire per colpa della tua voce calda ed erotica. Tra un tuo gemito e l’altro infilo la lingua nella tua bocca, temo quasi in un tuo morso ma sei talmente preso dalle mie carezze e dalle mie piccole spinte nel tuo corpo che forse non noti nemmeno la mia intrusione. Ne approfitto per assaporarti di nuovo e solo quando scontro la mia lingua con la tua pari accorgerti della mia presenza. Inaspettatamente non corri ai ripari per chiuderti nuovamente in te stesso, finalmente ho demolito ogni tua difesa e sei pronto ad accogliermi veramente in te. Comincio a conquistarti la bocca che mi ha già dato tante soddisfazioni. Rispondi al mio bacio impacciato, sono passati anni dall’ultima volta che hai baciato qualcuno e quel qualcuno purtroppo non ero io. La tua lingua guizza nella mia bocca non avendo una meta, io dopo averti assaporato di nuovo ti rieduco all’arte del bacio. Ti lecco prima le labbra per levarti il broncio che non ti abbandona mai e poi mi tuffo nella tua bocca dove intreccio la mia lingua con la tua e ti ricordo i passi di questa danza impossibile da dimenticare. Sospiri di piacere tra le mie labbra e stringi ancora di più il tuo corpo magro al mio, l’unione tra i nostri corpi ne risente così sospiro anch’io; è la prima volta che sei tu a voler approfondire ancora di più la mia intrusione nel tuo corpo… Ti lascio il comando del bacio per vedere se sei tornato ad essere il ragazzo caldo e passionale che eri un tempo e mi stupisci… Mi divori come se fossi stato a digiuno per troppo tempo, una sensazione molto simile alla mia ma la tua è tanta da lasciarmi senza respiro e farmi dimenticare per un attimo qual è il mio scopo. Non riesco a staccarmi dalle tue labbra quando consapevolmente so che te le dovrei lasciare libere per sentire i gemiti che ti provocherò appena comincerò a sprofondare per intero nel tuo corpo ma tu continui a divorarmi con una tale disperazione che io non ho né cuore né voglia di staccarmi da te. Alla fine sei tu ad avere la forza di mettere fine a questo incredibile bacio che ti sei inventato. Torni a sdraiarti comodamente sul cuscino dando l’immagine della lussuria in persona, mi stai autorizzando a fare sul serio e tutto il tuo corpo è come aprirsi a me in totale fiducia. Alzo meglio il bacino e tu sistemi meglio le gambe, non intendi stare con le mani in mano mentre io faccio tutto so già che mi farai impazzire tanto quanto io farò impazzire te. Ho liberato il demone che era in te ma ora sei posseduto da quello della passione che reclama ogni cosa che gli ho promesso. Con una mano che ti masturba con l’altra che ti accarezza il petto da un capezzolo all’altro, la mia lingua che si prende cura del tuo collo, esco fuori da te con il permesso delle tue gambe per poi sprofondare completamente in te trovando nuovamente attivate le tue difese interne. Ma stavolta sei stato tu a contrarre i muscoli per sentire meglio il mio passaggio nel tuo corpo, vuoi sentirmi stritolato dalla tua carne e lo fai ogni volta che entro ed esco da te e con l’aiuto delle tue gambe le mie spinte diventano sempre più profonde ma non per questo hanno una via facile. So di non farti male ma che stai solo godendo di questo tuo gioco di contrarre i glutei ma mi devo fermare comunque un attimo per paura di venire troppo presto, sapevo che mi avresti fatto impazzire ma ora mi stai quasi uccidendo. Cerco di tenerti fermi i fianchi ma non riesco a impedirti di infilzarti su di me, il tuo calore mi reclama come suo prigioniero e io non posso fare altro che arrendermi a lui, gioco con il tuo corpo finchè ne hai la forza poi sei costretto a lasciare tutto il controllo a me ma sono talmente provato che mi bastono poche spinte profonde e ben assestate per farmi gridare l’orgasmo contro il tuo collo, mi hai talmente provato da non ricordarmi neanche il momento esatto in cui sei venuto tu, ma lo sperma sul mio stomaco è una conferma sicura del tuo piacere. Nonostante la stanchezza non voglio darti alcun tempo di pensare, so bene dove portano i tuoi pensieri e non voglio che tu torni da loro così presto, ti comincio a baciare senza lasciarti neanche respirare. Tu all’inizio mi corrispondi poi infastidito cerchi di spostarmi. Ti sono ancora dentro e con delicatezza ti aiuto a liberarti di me ma non ti lascio andare da nessuna parte mi sdraio e abbracciandoti ti faccio poggiare la testa sulla mia spalla mentre con una mano non smetto di accarezzarti dalla schiena al sedere. Come per tutto il tempo passato insieme finora non diciamo una parola, ma sento che questo silenzio è più pesante del silenzio d’attesa di prima, temo che questo abbia l’odore dell’addio. Ti stringo più a me non voglio lasciarti andare ancora una volta, tu percependo i miei pensieri tenti di rassicurarmi strusciando la guancia sulla mia pelle. Dopotutto non abbiamo bisogno di parole, ci sono i nostri corpi a parlare per noi. Torno ad accarezzarti e a penetrarti con un dito perché voglio che tu sappia che la mia voglia di te non è stata ancora placata, leggermente sbuffi ma poi sporgi il sedere come se non ti dispiacesse affatto quello che ti sto facendo, sei diventato così maneggevole tra le mie mani che mi sento autorizzato a farti ogni cosa, l’attenzione di prima a non spaventarti è del tutto sparita perché so che ora sei affamato di piacere almeno quanto lo sono io. Ti penetro con un secondo dito e ti sento mugolare fino a mordermi la spalla quando raggiungo una parte più sensibile del tuo interno. Se non fosse che non ho ancora ripreso vigore sessualmente ti avrei già allargato le gambe e preso di nuovo ma stavolta senza giochi. Purtroppo l’attesa causa quello che temevo, ti liberi delle mie dita per alzarti dal letto. Sei restio nel farlo, io ovviamente spero che ritorni a scaldare il letto insieme a me ma non ti costringerò a fare nulla, è stato tutto troppo perfetto per rovinarlo adesso. Mi sembri improvvisamente il bambino che un tempo si vergognava di mostrarmi le sue nudità subito dopo aver fatto l’amore, che mi ordinava di voltarmi ogni volta che era il momento di alzarsi. Io puntualmente ti disubbidivo e facevo ancora di più lo sfacciato per vederti arrossire ed avere così un occasione in più per farmi perdonare… dopotutto non credo di essermi mai perso l’occasione di ammirare il tuo corpo nudo nonostante tutte le tue proteste, a volte vederti così mi ha riacceso il desiderio tanto da trascinarti di nuovo a letto e fare di nuovo l’amore con te. Ora sarebbe da deboli da parte tua una simile richiesta così una volta che sei riuscito finalmente a districarti dalle lenzuola, ti alzi rigido totalmente in imbarazzo e ti costringi a sfilare davanti a me. Io non te la rendo di certo facile, adoro vedere il tuo corpo marchiato dal mio seme e tu senti benissimo dove il mio sguardo ti sta guardando, in passato ti saresti messo a piagnucolare e saresti scappato subito in bagno ma ora che sei un uomo e un pistolero hai un contegno da dover mantenere. Me la godo finchè non ti chiudi in bagno, in quel preciso istante prego che tu ritorni al più presto tra le mie braccia. Mi ti immagino appoggiato alla porta incredulo di quello che hai fatto e di quello che ti sei lasciato fare, ti inginocchi a terra non sapendo neanche tu cosa fare e io che ti aspetto in questo letto ancora caldo non posso far altro che attendere la tua decisione, stavolta non potrei fare nulla per farti cambiare idea. Esci con una risolutezza che mi fa mal sperare quasi mi aspetto che tu prenda i tuoi vestiti ed esca da qui nudo pur di non restare più di un altro secondo nella stessa stanza con me. Mi stupisci una volta di più e ti infili nuovamente sotto il lenzuolo appoggiandoti sulla mia spalla. Mi fa venire terribilmente fame la tua arrendevolezza. Ti appoggio al cuscino e di nuovo hai negli occhi lo sguardo spaventato di prima, impreco per quello che ti ho fatto diventare ma a te sorrido rassicurante, non voglio farti niente di nuovo Roland, ciò che due uomini possono fare insieme noi l’abbiamo già fatto da tempo, bisogna solo fare un piccolo ripasso… Ti bacio dal collo e seguo il percorso che il tuo corpo sembra segnalarmi, il tuo petto, gli addominali, l’ombelico… alzo lo sguardo e ti vedo con gli occhi chiusi stretti, sai cosa andrò a baciare ora e sembra come se te ne vergognassi. Gan io al contrario non ne vedo l’ora! Continuo a scendere finchè non mi ritrovo a che fare con il tuo pene ancora rilassato, ma lo sarà per poco… Apri gli occhi Roland, voglio che tu veda che non c’è niente di sporco in te, niente da dover punire. Mi abbevero alla tua fonte sicuro di non rimanerne avvelenato. Guardami mentre ti dimostro ancora una volta che meriti di essere amato come chiunque altro. Il tuo cervello si annebbia ed è nuovamente il tuo corpo a rispondermi. Apri le gambe in un timido invito che io non rifiuto, ho un continuo bisogno di possederti… Ci pensano le mie mani a farti sentire la mia presenza io continuo a succhiarti via ogni forza che ti è rimasta. Stasera devi ricordarti che sei mio e quanto lo sei stato una volta, forse ricordandolo ne avrai nostalgia e ti arrenderai finalmente davanti ai nostri sentimenti a cui i nostri corpi stanno dando ampiamente omaggio. Mi eccito per quello che ti sto facendo e per come ti contorci sotto i miei tocchi. Le mie dita non incontrano nessuna resistenza nel possederti e io pulso di nuovo di desiderio, voglio di nuovo sprofondare in te ma resisto perché questa serata è dedicata solo a te e al tuo piacere. Ci sarà tempo anche per riaverti ancora, non credere Roland che ti lascerò andare prima che faccia giorno, voglio ricordati in tutti i modi possibili come il piacere sia più soddisfacente del dolore, come ti possa far stare bene il mio amore più della mia violenza. Ci sono così tanti modi per amarti… vieni nella mia bocca spingendomi la testa ancora di più contro il tuo corpo. Non ce ne sarebbe neanche bisogno, non mi sogno neppure di staccarmi proprio ora da te. Il tuo orgasmo è un vero antidoto alle lacrime di dolore che ti ho causato finora… rimango tra le tue cosce per ripulirti di ogni goccia del tuo seme, sei talmente inerme sotto di me che quasi penso che ti sia addormentato di colpo, ma appena mi alzo dal tuo corpo non mi dai il tempo di sdraiarmi che mi strattoni per i capelli e mi divori la bocca. Ti mancava sentire il tuo sapore sulle mie labbra eh? Quante cose ti sono mancate in questi quattro anni ma che ti sei stupidamente precluso? Ogni giorno potrebbe essere così, il mio amore è infinito e il desiderio dei nostri corpi inesauribile. Quando finisci di leccarmi le labbra mi metto seduto dietro di te e ti metto sulle mie gambe per averti alla mia stessa altezza e tu esausto poggi la schiena contro il mio petto, sospirando di pura soddisfazione. Da quanto non stavi in un stato di tale beatitudine Roland? Sei totalmente rilassato tra le mie braccia, estasiato dai miei baci e dalle mie carezze. Ti accoccolo come dovrebbe fare ogni amante che si rispetti con il suo partner dopo aver fatto l’amore, la stanchezza del sesso ti rende più docile quindi è più facile dimostrarti tutto il mio amore. La mia bocca non si stacca mai dalla tua pelle, le mie mani sempre a massaggiarti i muscoli indolenziti e ti stai rilassando a tal punto che cominci a sbadigliare. Non ti posso permettere di addormentarti amore mio, hai fatto progressi è vero ma da te mi aspetto di più. Appena ti vedo sbadigliare non ti do il tempo di chiudere la bocca che te la penetro con la lingua. Non fai più nessun capriccio anzi ora mi dai battaglia nel controllo del bacio. Ho riportato alla luce l’amante passionale che eri. Vorrei usare la voce per dirti che sei l’amante più caldo che abbia mai avuto, ma stasera non servono le parole costruiremo questa notte d’amore solo con i gesti del nostro corpo. Le mie mani vogliono sentirti ancora gemere di piacere e ti accarezzano dove la mia bocca ha appena finito di amarti. So che ti piace ma sei ancora troppo esausto dall’ultimo orgasmo per eccitarti allora ne approfitto per giocare un po’ con il tuo corpo. Più ti tocco più sei costretto a gemere, ormai non riesci più a fare a meno di esprimere quello che provi e questo mi fa sorridere contro il tuo collo che per l’occasione decido di esplorare con la mia lingua. Non sai dove mettere le mani così una la metti nei miei capelli e l’altra te la metto io tra le tue gambe, mi fa morire vedere masturbarti insieme alle mie mani. Solo quando le carezze ti spingono contro il mio corpo ti rendi conto che io sono ancora eccitato e che non sono venuto quando sei venuto tu. Devi essere veramente distrutto per non essertene accorto prima, ti ho messo seduto sulle mie gambe proprio per appoggiarmi alla tua fessura in attesa di poterti riavere. Mi mordo le labbra quando il tuo corpo preme contro il mio, non ti entro dentro ma mi fai sentire quanto manca poco per farlo, sono schiacciato contro la tua apertura e per ora mi costringo a sentire il tuo calore senza prenderne possesso, ma tu non mi dai certo vita facile. Ormai hai preso coraggio e sei diventato nuovamente il mio diavolo tentatore, spingi il tuo sedere sulla mia erezione fino a farla incastrare nel tuo anello di carne. Per tua sfortuna però anche il tuo corpo comincia a reagire alle nostre carezze e allora ti punisco per avermi voluto tentare così impunemente. Ora che sei eccitato anche tu non mi preoccupo più di tenermi, ti posiziono meglio e con le mani sopra la tua che ti sta ancora accarezzando ti spingo verso di me mentre con il bacino ti vengo incontro. Le tue difese fisiche ormai inutili si inchinano lasciandomi libero il passaggio, loro stesse vogliono essere conquistate ma vieto il piacere completo ad entrambi. Mi fermo ben prima di arrivare a prenderti in profondità, con una nuova spinta rientro per poi riuscire e cominciare tutto daccapo. Il tuo corpo è tutto teso in attesa di ricevere quello che vuoi veramente ma visto che io non te lo sto dando cerchi in tutti modi di spingerti di più verso di me, mi basta poco per neutralizzarti ti blocco i fianchi e continuo questa estenuante tortura per entrambi. Prima ho ottenuto i tuoi gemiti ora voglio sentire la tua voce e credimi se ti dico che riuscirò a sentirla. Quando non riuscivo a darti il dolore che pretendevi mi hai implorato di dartelo, ora dovrai implorarmi di darti il piacere che vuoi. Voglio che tu senta la differenza sulle tue stesse labbra, che l’assapori e che lo faccia assaporare a me come se ci stessimo scambiando un bacio. Hai il respiro sempre più affannato e sei nuovamente eccitato così tanto che quasi temo che tu possa di nuovo scioglierti nell’orgasmo. Fermo la mano con cui ti stai accarezzando e smetto anch’io di masturbarti non voglio dartela vinta, quindi continuo a penetrarti quel poco che ti serve per sentire il bisogno di me e poi uscire per farti sentire la mia mancanza. Sospiri e gemi ma ancora non ti arrendi, la tua resistenza è stoica ma io cambio il ritmo delle spinte non dandoti il tempo di respirare… Sto torturando il mio stesso corpo ma fortunatamente prima che io mi arrenda alla tua resistenza capitoli tu per primo.
- Prendimi…- Mi fermo, stringo forte gli occhi per non mettermi a piangere, il ricordo di quando tu mi hai chiesto di violentarti per la prima volta non mi lascerà mai libero, ma questo mi fa di nuovo battere il cuore…
- E’ un ordine?- Spingo in te un po’ più profondamente per sfiorare le parti più sensibili del tuo interno, voglio solo invogliarti a darmi quello che voglio e che tu incosciamente hai bisogno di dire per lasciarti veramente amare da me. Una prova di fiducia…
-…- Non riesci a parlare per la scossa improvvisa di piacere che ti ho provocato ma ora ti lascio tutto il tempo di decidere, rimango inchiodato nel tuo corpo, fremente di darti di più.
- Allora?- Passo un dito sulle tue labbra e poi lo tuffo nella tua bocca, mimando cosa ti farò appena deciderai di lasciarti tutto alle spalle. Te lo levo passandolo lungo la tua eccitazione.
- Prendimi… ti prego Cuth…- Affondo totalmente nel tuo corpo e ti volto la testa in modo da poterti baciare e soffocare nella mia bocca il tuo urlo di piacere. Rimango ancora dentro di te…
- Voltati…- Ti liberi da solo del mio corpo e ti metti a cavalcioni su di me, ti aiuto a farti penetrare di nuovo e stavolta affondo completamente. Ti bacio rimanendo immobile finchè non capisci che voglio che sia tu a muoverti su di me: hai cavalcato il cavallo per tutto il giorno, ora cavalca me, fammi essere la tua fottutissima sella… Rimani spaesato dalla mia richiesta muta. So che è una decisione difficile per te quindi ti lascio stare per non disturbarti. Voglio che tu sia in pieno delle tue facoltà mentali perché se accetterai di farlo vorrà dire che ti stai dando totalmente a me dandomi piena fiducia. Il tuo corpo pulsa e mi mordo sempre di più le guance per non permettermi di muovermi, sentirti così caldo e stretto ed essere costretto a rimanere fermo non è esattamente quello che desidero… poi arrivano inaspettatamente le tue labbra e con esse i tuoi primi timidi movimenti. Sei bellissimo… non ricordavo che al mondo ci potesse essere qualcosa di così meraviglioso come te in questo momento e non credevo che ci si potesse sentire così felici. Incolli il tuo sguardo al mio, sai da solo che ho voglia di amare con tutto il mio corpo ogni parte di te e tenendo gli occhi aperti è come se spalancassi le porte della tua anima. Gan la vedo molto bene ed avevo ragione, splende ancora come quando eri solo un fanciullo ma è palpabile anche la paura che la circonda. Ti stringo ancora di più come a voler proteggere il bambino che piange impaurito dentro di te, voglio riuscire ad arrivare ad amare anche lui e tu con il tuo bellissimo corpo caldo mi stai aiutando a farlo. I tuoi movimenti si fanno più veloci e profondi dando ad entrambi ciò che vogliamo, poi le forze ti vengono a mancare e lasci il totale controllo a me e con lo sguardo ti prometto che non te ne pentirai. Ti alzo e ti abbasso per venire meglio in contro al mio bacino che non smette di aver voglia di affondare in te. Sei leggerissimo, forse troppo magro e le mie mani sui tuoi fianchi non faticano a portarci al piacere di cui abbiamo bisogno. Tu crolli sul mio petto, io sulla spalliera del letto mentre con le mani vado a raccogliere un po’ degli umori che escono dal tuo corpo. Te lo porgo e tu non hai bisogno di nessun invito per leccarlo e pulirlo facendomi invidiare che sia solo il mio dito a subire una simile tortura. Solo quando sono sicuro che ti fermerai da me per tutta la notte trovo il coraggio di andare al bagno anch’io, non sono pronto a lasciarti andare e soprattutto non sono ancora pronto a smettere di fare l’amore con te. Ti do tregua solo per il tempo di alzarmi e tornare, nel frattempo subisco lo stesso trattamento che ho riservato a te, mi guardi come se fossi capace di marchiarmi la pelle ma a differenza di te io ho sempre amato essere guardato così da te.
- Sei bello…- So di esserlo e sono sicuro di essere così bello solo per te, per farti godere appieno il mio corpo, per rifarti gli occhi ogni volta che ti senti abbattuto, per sentirti orgoglioso di avere tutto per te un simile trofeo. Mi blocchi prima che possa tornare a letto, ti guardo curioso, finora non hai preso nessuna iniziativa sono sempre stato io a dirti cosa fare, e ora come vuoi sorprendermi? Rimango in piedi mentre tu con qualche difficoltà ti metti seduto davanti a me tenendomi ancora i fianchi bloccati. Strusci il viso sul mio inguine e mentre lo fai chiudo gli occhi accarezzandoti i capelli. Mi eccita vederti così vicino a ciò che giudichi di più bello in me. Ogni tuo buco è fatto per contenermi, è questo ciò che penso quando la tua bocca accoglie per intero il mio uccello. Lascio il totale controllo a te e tu non mi deludi, ho sempre saputo che non ti sei dimenticato come si ama è un tuo dono di natura e questo non si perde con il passare del tempo nonostante le ferite che ti sono state inferte. Mi ritrovo a fare l’amore con il tredicenne con cui mi nascondevo nella foresta per poterlo amare come mi chiedevano i suoi occhi, perché ora Roland ti sei davvero trasformato in quel ragazzino e io con te torno ad essere il Cuthbert di una volta che non sapeva mai dirti di no e che di te non ne aveva mai abbastanza. Il mio orgasmo si consuma nella tua bocca e le mie gambe cedono a tal punto da cadere addosso a te ma devo ammettere che anche una volta ripreso non mi sposto dal tuo corpo mi piace troppo starti sopra e a te troppo stare sotto visto che anche tu non fai niente per spostarti… è forse un invito il tuo? Gan dove le trovi tutte queste energie? Non credevo che sarei stato io il primo ad esaurirmi ma tu sai bene come accendermi di nuovo, tu sei il mio diavolo tentatore e con il corpo perfetto che ti ritrovi non ti è poi così difficile, sai quanto lo adoro e quanto mi fa impazzire. Ti strusci sotto di me e devo dire che hai imparato in fretta a darti da fare con quelle belle gambe lunghe che ti ritrovi, sai di nuovo come farmi morire quando le leghi intorno alla mia vita, le cosce per spingerti contro di me ed invogliarmi a prenderti. E’ frustrante dover aspettare di riprendere vigore per punire questa tua insolenza e, come se non bastasse la dolce tortura del tuo corpo, mi prendi una mano e mi lecchi uno per uno ogni dito, stai esagerando ragazzino… la mia rappresaglia sta per arrivare. Non resisto al richiamo della tua bocca e quello che hai mimato fino adesso te lo faccio dov’è più giusto farlo, dove ho marchiato il tuo corpo fino adesso penetrandoti il più profondamente possibile. Le dita sono un paliativo piuttosto scarso ma bastano per farmi sentire i tuoi primi gemiti, sono questi alla fine che hanno la capacità di farmi eccitare di nuovo, perché proprio loro mi sono mancati più di ogni altra cosa. Il tuo corpo l'ho avuto quasi ogni sera ma il tuo piacere mai. Sostituisco il mio corpo alle mie dita e a differenza delle altre volte vado subito al punto: voglio scoparti e lo voglio fare subito, niente più fermate. Già alle prime spinte ti lascio quasi senza forza e quindi incapace di starmi dietro, sei totalmente alla mia mercè e non te ne faccio pentire. Niente dolore ma solo piacere intossicante questo vuol dire avere due corpi complementari. Non ho bisogno di forzarti sei come un fiore aperto e puoi star sicuro che stanotte non ti farò perdere alcun petalo. Ti spalanco le cosce con le mie stesse mani perché voglio vedere il mio corpo entrare nel tuo e piangere così per l’emozione. Avere come sottofondo i tuoi gemiti mi fa del tutto impazzire e ti penetro anche con le dita e a questa mia ulteriore penetrazione ti sento finalmente sfogare il piacere accumulato in un unico urlo liberatorio che sicuramente non ha nulla a che fare con il dolore. Cambio ritmo delle spinte da lente a veloci senza darti il tempo di abituarti al tipo di piacere che riesco a darti, così sei sempre colto alla sprovvista e costretto ad esternare ogni tua emozione. Sono diventato esperto in questo campo e se solo lo volessi potrei farti davvero impazzire ma voglio che tu mantenga un briciolo di lucidità per capire cosa sta succedendo e comprendere come può essere diversa la nostra vita se solo ti decidessi a lasciarti amare come questa notte. Senza nessuna ombra tra di noi potrebbe essere addirittura meglio di così ma ti basta quello che ti sto dando ora per venire nell’orgasmo più violento di questa notte. Io continuo a spingere in te ancora non volendomi arrendere ai limiti del mio e del tuo corpo, voglio che il mondo si fermi in questo momento in cui ti sto amando come mai ho fatto in vita mia. Fuori dal tuo corpo so che non potrò più sopravvivere quindi cerco di incastrarmi sempre più in profondità in modo da non potermi più staccare da te, ma l’orgasmo mi coglie inaspettato e mi rendo conto che il mio desiderio è solo pura utopia, non ho raggiunto quel punto massimo in te che ci avrebbe permesso di vivere in simbiosi. Esco dal tuo corpo e solo quando mi prendi tra le mani la testa per asciugarmi le lacrime mi accorgo di esse e tra me e me mi dico: “E’ finita”. Stavolta sono io ad appoggiarmi contro il tuo petto in cerca di rassicurazioni, le tue mani sui miei capelli mi rilassano ma non mi trasmettono nessuna speranza per il nostro futuro. Mi addormento tra le tue braccia con le lacrime ancora agli occhi, non vedo il tuo viso ma spero che anche tu sia invaso dalla mia stessa disperazione. Spero che se sceglierai di rinunciare a tutto questo sarà per la tua debolezza e non per la mancanza d’amore nei miei confronti. Posso accettare la debolezza perché debole lo sono anch’io ma non farmi mai arrivare a pensare che non mi ami, mi distruggerebbe, distruggerebbe l’uomo nato solo per amarti e morto lui cosa rimarrebbe di me? La mattina arriva troppo presto e con essa la consapevolezza che appena uscirai da quella porta ti perderò di nuovo. Non sono un illuso so bene che ti sei concesso questa unica notte d’amore per poi tornare nel tuo vortice di violenza e dolore ma non so se sono pronto a sopportare il male che mi costringi a infliggerci. Ti abbraccio mentre ancora stai dormendo rischiando di svegliarti e di anticipare così il tuo abbandono. Ti rigiri nel mio abbraccio e mi baci di tua spontanea volontà, sono talmente sorpreso da perdere il tempo per ricambiarti… devo ammettere che per un attimo mi illudo che il nostro futuro possa essere diverso da quello che il ka mi sibilla nell’orecchio e quell’attimo sarà un prezzo molto caro quando la realtà si abbatterà su di me. Quando ti alzi per rivestirti non riesco a fare altro che guardarti, non riesco a fermarti e trattenerti anche se solo con la forza, mi lascio semplicemente trascinare dagli eventi. Non riesco a combattere per noi, sono stanco già prima di cominciare a combattere e quindi quando esci dalla mia stanza chiudendoti la porta alle spalle la mia debolezza non mi fa fare altro che prendere a pugni il cuscino finché non lo rendo un ammasso di piume. So di averti perso, non ho bisogno di parole; già stanotte sapevo che mi avresti lasciato solo in questo letto che porta ancora il nostro odore a struggermi per te, è stata forse l’ultima cattiveria nei miei confronti? O forse stai soffrendo anche tu la minima parte di quello che sto soffrendo io? Voglio credere che sia difficile anche per te, voglio dare un senso alla notte appena passata insieme… Per poter andare avanti devo credere che in questa notte tu abbia sfogato i tuoi veri sentimenti e che quel che verrà sarà solo una grossolana menzogna. La prima volta che ti vedo fuori dalla mia stanza mi ignori come se fossi uno sconosciuto, più mi avvicino a te più ti allontani, ti stai già preparando a tornare il bastardo di sempre quindi non mi sorprendo quando ti presenti nella mia stanza due sere dopo con la solita richiesta di violenza, l’amore che ti ho dimostrato e ti ho insegnato ad accettare non è servito a niente, sei di nuovo il ragazzo troppo vecchio per la sua età che ha bisogno di soffrire per poter andare avanti, il ragazzo per cui piango ogni notte. Rifiuto quel che mi offri, non posso più accontentarmi del tuo guscio vuoto dopo che ti ho fatto finalmente intravedere come dovrebbe essere tra noi. Ho riassaggiato il tuo corpo e la tua anima e non ne posso più fare a meno. Vieni da me carico di passione pronta ad esplodere, non chiedermi di accontentarmi della maschera che ti porti dietro. Io sono fatto per amare non per far del male soprattutto non per farlo a te che ti amo più della mia vita, non te l’ho forse dimostrato? Non ti ho fatto ricordare i bellissimi giorni della Gilead che fu? Vieni da me per essere amato e non per essere punito allora sì che ti accetterò, anzi sarò io a pregarti in ginocchio di permettermi di amarti ancora. Perché non parli? Perché questo silenzio? Non opprime anche te? Cerco di parlare, di dire qualsiasi cosa ma non mi dai il tempo, copri le tue mercanzie e te ne vai. Sei sempre stato di poche parole, le chiacchiere non ti interessano passi subito ai fatti. Non cerco di trattenerti, questa notte ha distrutto più me che te, mi sembra di averti perso per una seconda volta. Mi ero illuso che le cose sarebbero cambiate invece tutto è tornato come prima, tu che ti offri in sacrificio e io che dovrei darti ciò che vuoi. Mi dispiace non ce la faccio… non dopo aver fatto l’amore con te guardandoti finalmente in faccia. Troppe volte ti ho posseduto da dietro appoggiato ad un albero, al muro, su un tavolo o semplicemente per terra per non capire il valore magnifico che questa occasione mi ha dato. Non voglio più vederti con il viso schiacciato da qualche parte se non sulla mia pelle, voglio vedere ogni tua espressione e non di dolore ma di semplice beatitudine, niente più violenza tra noi. So che hai capito quello che provo, non mi serve spiegarti nulla, ma non per questo non torni la notte successiva e quella dopo e quella dopo ancora con la stessa identica richiesta: aiutarti a farti del male. Riprovo a farmi trovare da te a letto con una donna ma stavolta non ne ricavo nessuna reazione, aspetti semplicemente fuori alla porta che io finisca e appena vedi la donna uscire entri tu. Io rimango inerme nel letto per capire le tue intenzioni ma notte dopo notte il rito è sempre lo stesso: ti spogli cercando di invogliarmi e poi entri nudo nel mio letto, provo a baciarti ma tu ti discosti subito e metti in atto il tuo piano, mi fai mettere sopra di te e girato ti strusci su di me. La tentazione di cederti è sempre più grande ma riesco a spostarmi dal tuo corpo anche se mi ecciti maledettamente. Aspetti qualche secondo per vedere se cambio decisione e poi te ne vai come sei venuto lasciando dietro di te solo distruzione e un’erezione da dover smaltire. Tristemente sono costretto a masturbarmi e non posso fare a meno di pensare all’ultima volta che abbiamo fatto l’amore. Quando raggiungo l’orgasmo mi ritrovo a piangere come un bambino pensando a tutto quello che mi hai fatto provare e che ora mi hai brutalmente tolto. Non voglio ritornare ad essere quello che ero prima, mi hai fatto credere di poter essere una persona migliore con te al mio fianco e ora non ti permetto di far ricadere entrambi nelle tenebre. Ti prego torna nel mio letto come mio amante e non più come un martire allora ti accetterò di nuovo a braccia aperte e in me troverai sempre un’amante dolce e gentile. Io non sono quello che mi vuoi far diventare, non posso essere il tuo castigatore e il tuo sostegno insieme, io sono semplicemente il vecchio Bert che ti amava e che ti ama più di qualunque altra cosa. Dimentica il passato e i suoi demoni e permettimi di renderti felice, io sono nato per questo non per farti de male e se così fosse giuro mi sparerei in testa piuttosto che fartene. Dopo l’ennesima notte passata in bianco capisco che tutto questo ormai non ha più senso, non posso più starti lontano, sei il mio ka, fatto di dolore e di morte ma pur sempre il mio destino. Resisto poche notti lontano da te, apro gli occhi su quello che non ho voluto vedere finora: tu sei la mia dannazione e chi sono io per andare contro il ka? Stavolta sono io a cercarti, ti addosso al muro senza neanche darti la possibilità di parlare, ti spoglio e ti do quello di cui hai bisogno per andare avanti. Il tuo masochismo è il mio almeno finchè il mio amore non si trasformerà in odio ma sarà mai possibile odiarti? Vieni qui facciamoci del male a vicenda nascondendo nel nostro animo ciò che in realtà proviamo perché in questo mondo che sta andando avanti lasciando dietro di sé solo distruzione non c’è spazio per un sentimento tanto bello. Così io ti distruggo tu mi distruggi, una perversione che forse non avrà mai fine, un ka che ci fa stare insieme ma che insieme ci fa soffrire. Fammi bere le tue lacrime di dolore e di sofferenza voglio tutto di te e visto che non posso avere quello che in realtà voglio dammi quello che mi puoi dare, lo custodirò gelosamente dentro di me come tu ora stai custodendo il mio corpo nel tuo, ma non piangere amore mio ricordati il tuo dolore è il mio, il male che ti sto facendo lo sto facendo a me, le ferite nel tuo corpo infliggono ferite nel mio animo, ora ti chiedo chi sta veramente soffrendo tra noi due? Voglio amarti dannazione, il mio corpo vuole amarti ma fra noi non ci può essere altro che violenza… Non voglio più vedere la tua schiena mentre ti prendo, ti stendo di forza per terra e ti spalanco le cosce ancora prima che tu possa ribellarti e senza darti nessuna possibilità di ribaltare le posizioni ti posseggo con la forza che vuoi sentire esplodere dentro di te. Tieni gli occhi chiusi perché non vuoi essere visto ma tutto il resto è scoperto alla mia vista e quello che vedo mi impietosisce a tal punto da farmi chinare per baciarti, non mi rifiuti perché in cambio ti sto comunque dando quello di cui ha bisogno, l’unica cosa che ormai anima il tuo corpo… di nuovo sento il sangue scorrere tra i nostri corpi e con esso la mia vita, contento Roland? Ho cambiato le regole ma il risultato non cambia: tu sotto di me che piangi io sopra di te che piango ma almeno in questa posizione posso finalmente abbracciarti e mentirti dicendo che va tutto bene… nel tuo letto di rose e spine ti darò tutto quel che mi è permesso darti ma non il mio amore proibito.


Fine

Note: Allora! Lo scopo di questa fic era rendere Cuth meno rassegnato e soprattutto meno infuriato con Roland per il semplice motivo che sono entrambi più giovani. Ci sarebbe dovuta essere più speranza nel cuore di Cuth ma alla fine la rassegnazione al suo destino si è praticamente scritta da sola. Spero tuttavia di essere riuscita a rendere differente il Cuth di adesso con quello disilluso, amareggiato e infuriato di I figli del ka-shume. Qui non c’è voglia di fare del male mentre nell’altra c’è solo voglia di distruggere. Dovrebbe rispondere un po’ alla domanda come mai Cuth è diventato così? Semplicemente non è stato abbastanza forte da combattere il suo ka e quello di Roland, si è lasciato andare facendosi sopraffare dalla sua sofferenza e dalla paura di perdere il suo più grande amore. E’ stato umano prima che pistolero… lunghi giorni e piacevoli notti pistoleri…