Nella castello della Gilda parte III di Fiore di Girasole Claus
si alzò dal letto, uscì dalla stanza ed iniziò a girare per i corridoi
nella speranza di trovare Lucciola. Ad un certo punto sentì qualcosa di
strano: alcuni rumori provenivano da una delle stanze situate al centro di
quel castello galleggiante nel cielo, ed andò a vedere cosa stesse
succedendo. Non
poteva credere ai suoi occhi nel vedere Lucciola combattere contro suo
fratello Chikada e, pur essendo più giovane di quest’ultimo, avere lui
la meglio. Non
solo! Sul pavimento vi erano alcune guardie prive di sensi. Il dolcissimo
Lucciola dunque, pur di aiutare i suoi amici aveva finalmente tirato fuori
tutta la grinta di cui era capace. Ma ciò non era di grande conforto per
Claus, date le conseguenze a cui poteva portare quell’aperta ribellione
se il piano per salvare Dio fosse infine fallito. -
No, Lucciola! Che fai? Se lo sapesse Delphine ti farebbe giustiziare
subito, per favore, fallo per Dio e per me, in nome dell’amicizia in cui
credi! - Mi spiace Claus, ma non c’è altro modo: solo sconfiggendo le guardie che ci sarebbero d’ostacolo potremo andare via da qui. -
Si, ma prima devi riuscire a sconfiggermi, fratello! aggiunse
Chikada, mentre i due avversari approfittavano dell’attimo di pausa dato
loro dal giovane pilota per riprendere fiato, dopodiché ripresero a
combattere. Claus notò che avevano entrambi uno sguardo gelido e
ostinato. Vabbè che per quanto concerne Chikada non era certo una novità,
ma Lucciola!… Si era accorto da tempo della dedizione totale, se non di
vera adorazione che questi aveva nei confronti del suo Signorino, ma solo in questo momento, vedendolo così concentrato
nel combattimento pur di salvarlo ad ogni costo, comprese la vastità di
quello che doveva essere un sentimento molto profondo e sincero. Fu quasi
irritato da questo pensiero, non nel senso di infastidito, per carità!
però Claus comprese che lui voleva bene a Dio ma invidiava Lucciola perché
il suo sentimento era certamente più profondo: avrebbe voluto essere lui
a trovare tutto quel coraggio, tutta quella forza fisica ed interiore per
opporsi alla Gilda. Ed invece, ancora una volta era lì, impotente, ad
aspettare che gli altri decidessero del suo destino; ancora una volta
c’era chi dimostrava concretamente di essergli superiore. Si sentì
quasi inadeguato, mentre continuava ad assistere a quella lotta senza
vincitori né vinti. I
due fratelli non si risparmiarono affatto, finché non accadde che Chikada,
forse poggiando male un piede, o forse scivolando, perdesse leggermente
l’equilibrio e Lucciola dopo un breve respiro, assestò al fratello
maggiore un ultimo colpo tanto forte da spedirlo a fare compagnia alle
altre guardie presenti. Tramortito
Chikada, il dolcissimo ragazzo biondo cenere non perse tempo ad intimare
all’amico, ancora incredulo per la lotta a cui aveva assistito, di
andare via subito, prima che qualcuna delle guardie potesse risvegliarsi
o, peggio, di venire scoperti da qualcuno degli anziani. Gli indicò la
strada per arrivare alla stanza di Alvis mentre lui andava a prendere Dio.
Si diedero appuntamento nell’ampia aviorimessa, dopodiché si separarono
momentaneamente. Fortuna
volle che tutto andasse bene e che entrambi i ragazzi s’incontrassero di
nuovo dopo pochi minuti, ognuno portando con sé la persona che teneva a
cuore. Scelsero il mezzo più vicino al punto d’imbarco, una di quelle navicelle a stella che Lucciola sapeva pilotare bene - e certamente molto più sicura e confortevole di una vanship -, aiutarono la piccola Alvis a salirvi su, posarono Dio addormentato accanto alla bambina e in fretta cercarono di pensare ad un modo per salvare Alex. Avrebbero preso anche un’altra navicella. Ma
non c’era più tempo e la fortuna sembrava non voler più girare dalla
loro parte… -
Lucciola! si sentì gridare. Prima che un colpo lo raggiungesse in petto. Come temevano, Chikada si era ripreso ed aveva cercato di fermare i fuggiaschi ancora una volta. Lucciola ebbe giusto la prontezza di sparare al fratello colpendolo a morte e la forza per dire: -
Andate via,presto! E chiamate la Silvana per salvare Alex. Dite a Sua
Eccellenza che io… prima
di spirare, tra le lacrime e lo shock dei suoi amici. -
Claus… - Ha ragione Lucciola, dobbiamo andare subito se non vogliamo rischiare la vita e rendere vano il suo sacrificio. Il giovane pilota decise però di prendere una vanship, l’unico tipo di navicella che sapeva pilotare bene e così, dopo un ultimo rapido saluto al povero Lucciola, aprirono il portellone che li separava dal cielo e decollarono volando in direzione della Silvana. |