Salve a tutti! Vi presento la prima vera e propria fanfiction che ho iniziato a scrivere. Spero che vi piaccia, perché ci ho lavorato molto, affinché fosse esattamente come desideravo. I personaggi sono dei rispettivi autori, infatti non posso ambire né a Claus, né a Dio, né tantomeno a Lucciola – siiiigh!! - Pairing: ClausxDio Il rating è NC-13 perché alcune situazioni – specialmente a causa di Delphine – sono davvero atroci (nel cartone non mi sembrava, ma scrivendole nero su bianco, ho capito perché non lo trasmettevano che come ultimo anime della prima serata). Siete avvertiti! Mi ha ispirata l’episodio n. 22 dal titolo “Queen Delphine”, che finisce con Dio sottoposto ad un lavaggio del cervello
Nel castello della Gilda parte I di Fiore di Girasole
Quella mattina i suoi occhi stentavano ad aprirsi: era sempre stato un tipo molto attivo e mattiniero, eppure stavolta non avrebbe voluto proprio saperne di alzarsi dal letto. Ma se il suo corpo era titubante, il suo cervello si adagiò alla forza dell’abitudine e cominciò a correre impetuosamente. E così il breve attimo del risveglio gli fu sufficiente per porsi innumerevoli banalissime domande. Dunque era già sveglio o si stava ancora facendo cullare dalle braccia di Morfeo? Pensò:- Ma quanto ho dormito? Non credo molto. Vorrei alzarmi, però gli occhi non si aprono e il mio corpo si oppone alla mia forza di volontà! Già, forse non è il mio corpo; forse è la forza di volontà a vacillare… suvvia Claus [“Perché non Klaus, come sarebbe esatto?” – nd FdG; “Che ci posso fare se gli autori mi hanno chiamato così?!” – nd Claus], datti una mossa! Apri quegli stramaledetti occhi e alzati! Certo però che si sentiva stordito e debole invece che fresco e riposato. Eppure da quando era sulla Silvana di certo non gli mancava da mangiare e da bere e poteva dormire su un materasso invece che sul sedile della sua vanship, fedele compagna di tanti viaggi. E non gli mancavano neppure gli amici, ora che era benvoluto da tutto l’equipaggio e soprattutto poteva contare su Lavie, Alvis e persino Dio, il giovane rampollo della Gilda! A maggior ragione ora non riusciva a capacitarsi del perché, ora che Morfeo lo stava lasciando libero, si sentisse ancora più vuoto… ed a quella sensazione di debolezza si sommò quella di vacuità e per un infinitesimo attimo si sentì disperato ed impotente; al contempo il suo cuore aumentò il ritmo e fu allora che Claus avvertì come una vampata di calore nel petto e si sentì mancare il fiato mentre un flash-back – o forse era ancora un sogno? e sperava sul serio che fosse così – gli attraversò la mente repentino, lasciandolo inebetito e tremante ad un'altra visione.
La situazione sembrava essersi ribaltata: nel breve volgere di un battito di ciglia il buio, il vuoto, il calore e la velocità del suo pensiero avevano lasciato il posto ad una luce bianca, immensa, sterile e paralizzante, che Claus rimase a guardare finché nel suo cervello non scattò come una molla e finalmente ebbe risposta a quella serie di domande di pochi secondi prima. Ora che aveva potuto guardarsi attorno, aveva finalmente ricordato gli eventi del giorno prima e compreso il motivo del suo sbiadito stato d’animo. Neanche ci aveva fatto caso che per sfuggire a quel flash-back si era mosso di scatto, alzandosi in piedi e spalancando brutalmente gli occhi su quella stanza bianca e inondata di luce, che due lacrime gli solcarono il volto mentre il suo corpo, ancora una volta indipendente dalla ragione, costrinse la bocca ad articolare una piccola ma significativa parola:- Dio! ed a ripeterla urlando, mentre le gambe correvano in direzione della porta prima e del corridoio poi, ripercorrendo mentalmente il momento in cui il Maestro Delphine in persona l’aveva prelevato dalla Silvana assieme all’amico per portarli nel castello della Gilda; la brutale cerimonia d’iniziazione di Dio; e pensò pure all’amico, reso irriconoscibile dal lavaggio del cervello a cui era stato sottoposto, ma anche ai bei momenti vissuti assieme a lui fino al mattino precedente.
Ora Claus piangeva di più, non poteva sopportare ciò che avevano fatto a Dio e non aveva altro desiderio che quello di strappare quest’ultimo alle grinfie di quell’arpia della sorella e riportarlo assieme al Alvis sulla Silvana. Gli si dipinse sul volto un ghigno quando immaginò l’espressione di Delphine se fosse riuscito nel suo intento e, rincuorato dalla consapevolezza che nulla è impossibile per chi è mosso da nobili intenti, si asciugò le lacrime, fece un bel respiro e, per la prima volta dopo un giorno, sorrise. Doveva assolutamente escogitare un piano; ma persino Lucciola, l’unico della Gilda su cui potesse contare, sembrava essersi arreso alla volontà di Delphine. Ricordava bene le parole di quest’ultimo :- Opporsi alla volontà della Somma Delphine sarebbe impensabile.
Ma quando si dice ‘parli del diavolo e gli spuntano le corna’, proprio mentre pensava ad un modo per fuggire con i suoi amici dal Maestro Delphine (maestro poi di che cosa? di perfidia, egoismo, crudeltà e megalomania?) , nello svoltare per un altro dei corridoi, contro chi doveva imbattersi Claus? Proprio contro quest’ultimo con al seguito due suoi fedelissimi, due fratelli interamente assoggettati a lei, Lucciola e Chikada; due schiavi in realtà, il primo da lei regalato come un cucciolo al fratellino, il quale gli diede il nome di Lucciola; il secondo talmente convinto della veridicità di tutte le idee su cui si era fondato e perpetrato il dominio della Gilda (idee?!? più che altro preconcetti!), da essere disposto ad eliminare anche Lucciola se questi si fosse opposto al volere del Maestro [nell’episodio 20 o 21 – se non sbaglio il 21 – ricordate che Delphine chiese a Chikada di andare a prendere Dio e Lucciola? E Chikada rispose :- E se dovesse opporsi…? (insomma, che sapeva di doverlo eliminare) E Delphine:- Quale crudeltà, Chikada! E dire che voi due siete fratelli (seguito da uno sguardo d’intesa – Che farabutti! – nd FdG]!
Claus sobbalzò e per un attimo gli sembrò di rivedere l’espressione terrorizzata di Dio alla vista della sorella. Povero Dio! senza dubbio doveva aver vissuto un’infanzia molto triste o falsamente spensierata. A conti fatti, a cosa gli era servito vivere per 17 anni con delle persone dalle menti obnubilate da un modo di vivere sbagliato, con sguardi ingrigiti ed opacizzati dall’indifferenza; in un mondo dove l’ipocrisia era così tangibile nell’aria (tanto annerite dovevano essere quelle coscienze spietate e corrotte se per ostentare la loro nobiltà e “grandezza” si erano costruite un mondo in cui tutto, ma proprio TUTTO! – vestiti, stanze e quant’altro: persino il trucco per occhi e simboli sulla fronte – era nauseantemente e sfacciatamente bianco e dorato?), un mondo in cui contavano soltanto il senso del dovere e le classi sociali… Per fortuna che Dio aveva potuto giocare con Lucciola e confidarsi con lui, anche se di nascosto! O avrebbe vissuto alienato da quel mondo fanaticamente perfetto in tutto il superfluo ma così superficiale per le cose davvero importanti (prima fra tutte l’amicizia). :- Claus, quale coincidenza! Mi auguro che tu abbia dormito bene questa notte, dopo tutte le emozioni di ieri… :- Se devo essere sincero, Vostra Eccellenza, no. E se mi permettete di parlare con tutta franchezza, non capisco come possiate lasciare che si perpetui una cerimonia così disgustosa; soprattutto – disse mentre stringeva i pugni per la rabbia ed alzando la voce – non capisco come abbiate potuto lasciare che Vostro fratello ne prendesse parte e non mostrare un minimo di preoccupazione per lui! :- Come osi rivolgerti a me così sfacciatamente?! Hai forse dimenticato con chi stai parlando? Ricorda che qui sei un ospite, ma non ci vorrebbe nulla a farti conoscere cosa succede a chiunque osi mettersi contro di me. Ed usò la rosa che aveva in mano (Delphine ha una vera adorazione per le rose rosse come il sangue e molto spinose) per schiaffeggiarlo, segno che per questa volta gli era andata bene, ma di non forzare gli eventi. Una spina graffiò il volto del ragazzo facendo scendere una goccia di sangue per la guancia. Sembravano essersi tutti immobilizzati per un attimo. Poi Delphine si avvicinò a Claus e col suo modo di fare perverso e felino gli leccò il sangue ed aggiunse, con un sorriso tranquillo, :- Però apprezzo la sincerità. Mi piaci ragazzo. Sul serio! Credo che potremmo divertirci molto tutti e due. Più tardi, però. Ora andiamo a fare colazione. Mio fratello sta già aspettando, e non sarebbe educato farsi attendere dal nuovo Maestro. Non trovi anche tu? Claus notò che il volto solitamente indecifrabile di Lucciola era ancora sconvolto dalla sua reazione di pochi istanti prima e ad un cenno dell’amico capì che era meglio sbrigarsi a rimediare. :- Avete ragione, Somma Delphine, Vi chiedo perdono. :- Bene. Andiamo dunque! E speriamo che nel frattempo Alex abbia riacquistato la memoria riguardo all’ultimo mysterion. AHAHAHAHAHAHAH!!!!
Claus camminava come un automa: il ricordo di Dio con quell’espressione diabolica sul volto, stanco e sporco del sangue delle sue vittime non lo lasciava un attimo. E quella risata di Delphine gli procurava una vera e propria nausea... nausea? Ecco un’altra delle torture psicologiche di quell’arpia: il grande disprezzo per tutto ciò che non riguardasse esclusivamente lei lo dimostrava anche a tavola con le descrizioni dettagliate sulla cottura dei cibi e la difficoltà di approvvigionamento, che si vantava richiedessero il sacrificio di vite umane. Che donna crudele, infida ed ipocrita era! Lei che pretendeva dappertutto il rispetto delle leggi della Gilda e dell’”etichetta” e che dice:- A tavola bisogna pensare solo a mangiare, come etichetta vuole! E poi se ne esce con le descrizioni dei funghi che crescono solo vicino alla prima acqua, del pesce gatto cotto con la prima acqua (per chi non lo sapesse, l’unica acqua incontaminata rimasta) e la carne procurata mediante la caccia sulla terraferma da uomini che spesso non tornavano indietro. Questo era stato un altro argomento di litigio il giorno prima e naturalmente Claus e Alvis non erano riusciti a mangiare. Erano due giorni che lui digiunava ma sperava che almeno la bambina avesse mangiato qualcosa. Lui invece non avrebbe proprio voluto sentir parlare di cibo finché era lì - sebbene riconoscesse che, debole com’era, non riusciva certo a concentrarsi per trovare una strategia che gli permettesse di uscire da lì con i suoi amici; e difficilmente avrebbe potuto affrontare qualcuno o anche solo scappare con gli altri qualora se ne fosse creata l’occasione –. Decise che stavolta avrebbe mangiato nonostante tutto, nella speranza di riacquistare tutta la sua lucidità.
Quando entrarono nella sala, vide che erano già presenti Dio e Alvis, da un lato e dall’altro del tavolo, Dio sembrava regredito di anni e si comportava come un bimbo autistico, rinchiuso in un mondo tutto suo al punto da far credere ai suoi amici che non riuscisse a vederli o riconoscerli. Chissà se non lo stavano drogando. Per fortuna però la vista di Alvis lo rincuorò. Lucciola fece accomodare Claus con tutti gli onori, approfittandone per lanciargli uno sguardo significativo: aveva in mente un piano, dunque. Chissà se sarebbero riusciti ad attuarlo, infondo era la guardia del corpo del nuovo Maestro, perciò doveva essere molto forte e abile oltre che molto intelligente e preparato. Claus decise di stare al gioco, tanto da solo non avrebbe potuto fare nulla, perciò non si sarebbe ribellato e non avrebbe fatto di testa sua. Intanto iniziò col “resistere” alla colazione nella stessa atmosfera angosciante del giorno precedente; e poi si fece coraggio a recarsi da Alex assieme ad Alvis e Delphine.
:- Alex! Capitano! Risponda, La prego! Ci faccia almeno capire se sta bene. La bambina non diceva una parola, terrorizzata alla visione del capitano della Silvana legato ad una croce con delle rose rosse le cui spine lentamente lo dissanguavano, mentre il siero della verità lo rendeva inoffensivo psicologicamente. :- È inutile che lo chiamiate. Ormai Alex risponde solo a me – e rivolgendosi a lui – Diglielo anche tu, non è così? Alex provò ad alzare il volto e a dire qualcosa, ma sembrava proprio stremato dalle continue torture; lei si avvicinò e lo baciò :- Uh, ma che labbra secche! – e gliele leccò – ora ti è più facile parlare? :- … Gli prense i capelli per alzargli il volto e guardarlo negli occhi :- pazienza! Dimmi almeno se ricordi l’ultimo mysterion. :- S… se… ugh!… se lo sapessi… ah!… se anche lo sapessi non te lo direi mai! Inutile dire che l’arpia [ci sto prendendo gusto a chiamarla così] divenne tanto furibonda da dimenticare un po’ della sua etichetta… :- Ah, è così che la pensi? Va bene, fa come credi, ma chiama se cambi idea – e accarezzandogli il viso – però sarebbe un vero peccato se dovesse morire un così bell’uomo, per così poco, poi!… Sai, se ti comporterai bene, potrei anche decidere di tenerti come animale da compagnia. D’accordo, ti lascio da solo a riflettere, però ricorda che hai tempo finché ci sarà sangue nel tuo corpo; e non mi sembra che te ne resti molto. :- Allora ci rivedremo all’inferno! CIAFF – uno schiaffo bello forte – :- Hai la memoria corta ma la lingua lunga, eh? Guarda che non mi costa nulla farti fuori: dopotutto l’importante è avere Alvis e chissà che non possa dirmelo qualcun altro ciò che non posso sapere da te…Sei fortunata piccola, oggi non ho bisogno delle tue capacità. :- S…si, però non fare del male al capitano. :- Allora… facciamo che la sua vita dipende da te? AHAHAHAHAH!
Continua…
perciò non vi scoraggiate se ancora non avete trovato nulla di yaoi. Si parla di Claus e Dio, non posso ‘rovinare la reputazione’ dei miei personaggi preferiti affrettando troppo le cose…
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