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Pairing Ruhana
Raiting PG/S
Natsu
di Mel
Alzando il mento con le mani appoggiate al balcone.
Annusando l’ aria un odore di terra umida ed erba lo raggiunse.
Da lontano si avvertiva il sentore dell’ asfalto bagnato.
Il vento sapeva di mattoni caldi.
Hanamichi si girò, tornando in casa.
“Kitsune, kitsune…è arrivata l’estate”
Natsu
Il
suo ‘kitsune’, ‘kitsune’che mi risuonava nelle orecchie ed io che mi
voltavo per vedere il suo sorriso.
Ricordi.
Estate.
*
All’ inizio dell’ autunno i loro rapporti con la squadra si erano andati
sfilacciando, come una corda ormai logora.
In preda all’ ansia Hanamichi aveva atteso a lungo di avvertire il suono
della rottura, ma poi erano giunti i campionati e quel loro problema, quel
loro ‘amarsi’ innaturale e folle, come lo chiamavano gli altri, era passato in
secondo piano.
A nessuno aveva fatto piacere apprendere della loro relazione, ma entrambi
si erano mostrati fin da subito risoluti e determinati.
‘Sappiamo a cosa andiamo incontro’ aveva assicurato Hanamichi a tutti loro
‘E’ una storia importante la nostra, vero kitsune?’aveva chiesto poi a
lui, il suo ragazzo
E la bella volpe aveva annuito con decisione, sorridendo.
Lui che non sorrideva mai.
Ed avevano segretamente sperato che tutto ciò non costituisse l’ epilogo
dell’ amicizia che li legava ai loro compagni.
Ma così non era stato.
O almeno in parte.
I rapporti si erano allentati e la tensione aveva cominciato a permeare
ogni allenamento.
Il tempo passava e piuttosto che approvare almeno la squadra era riuscita
ad adattarsi passivamente.
Con sufficienza, vero, ma almeno senza derisioni o scherni.
Al contrario Yohei ed il guntai avevano accettato la cosa con il consueto
spirito ed almeno quello era di consolazione per Hanamichi e rendeva più
tranquillo Kaede.
Era ormai inverno inoltrato quando i campionati avevano sciacquato l’ansia
e le incomprensioni come fossero schiuma.
Ora tutte le menti erano rivolte alla conquista della vittoria.
Di quell’ ultima possibilità che avrebbe visto Takenori Akagi contro il
suo più grande sogno.
E non c’ era più stato spazio per altro, almeno fino a che, a rubinetto
chiuso, si erano resi infine conto che assieme al sapone era scivolato via
anche il loro obiettivo.
Avevano perso, Hanamichi era stato mandato in riabilitazione, Kaede in
nazionale.
E poi era infine arrivata l’estate.
Hanamichi uscì sul terrazzo di casa Rukawa frizionandosi i capelli con un
asciugamano.
Piccole scintille lucenti volavano in aria ad ogni movimento,
infrangendosi sul pavimento assolato.
In un angolo, seduto al tavolino di ferro battuto, Kaede risolveva
pigramente alcuni cruciverba.
Togliendosi l’asciugamano dalla testa il ragazzo dagli occhi di miele si
appoggiò alla balaustra, scuotendo la testa, mettendola sotto i raggi del
sole per farla asciugare naturalmente.
Era un tranquillissima mattinata di fine luglio.
Il frinire delle cicale sovrastava il silenzio, riempiendolo di quel
concerto naturale che inneggiava alla stagione più calda dell’ anno.
Hanamichi si passò diverse volte le mani fra le ciocche, sollevandole,
lisciandole, pettinandole.
Erano cresciute abbastanza e brillavano con tutte le loro forze sotto i
generosi raggi del sole.
Lui adorava asciugarsi così i capelli.
Il vento fra le punte bagnate, il sole che dolcemente asciugava senza
bruciare, il profumo del mare poco lontano, con l’odore freschissimo di
quella salsedine umida che ti si attacca alla pelle.
Era quello per lui estate.
Le granite, i piedi nudi sul pavimento di tutti la casa, l' anguria
comprata da papà Rukawa, i soffioni del
giardino di Kaede, i girasoli del vicino oltre il muretto di pietra.
Nel suo angolino, appoggiato con un gomito alla tovaglia ricamata ed un
po’ macchiata di ruggine, stava Kaede.
La penna in mano, lo sguardo fisso sulle caselline verticali ed
orizzontali del cruciverba a mosaico che tentava di risolvere, la bocca
aperta in uno sbadiglio di quelli che Hana chiamava ‘ad asino’.
Gli piaceva comprare tutti quei giornali pieni di caselline e giochi.
Rispondere alle definizione, individuare la parole corrette e le
soluzioni, leggere gli aneddoti e le curiosità del mondo.
Era quello per lui estate.
I capelli bagnati di Hana, il ventilatore sotto cui dormire, i film di
squali appena comincia la stagione delle spiagge, i campi di grano
lontani.
E si guardarono.
Capelli lucenti.
Uno sbadiglio.
Ecco ciò che amavano veramente l’ uno dell’altro.
Passarono il primo pomeriggio nel retro del giardino, dove spirava un po’
di vento, seduti sul legno di un cigolante dondolo.
Hanamichi raccolse un soffione e, preso fiato, stava per far volare via
tutti quegli strani ‘petali’ quando Kaede lo precedé.
Un soffio e miriadi di piccole eliche si librarono davanti a loro.
Con aria imbronciatissima Hanamichi si girò, offeso.
“Uffa…kitsune dispettosa…”
Kaede sorrise e colse un altro fiore, porgendoglielo.
Con sdegno il rossino lo prese e vi soffiò sopra, spargendo nell’ aria i
morbidi ‘petali’ grigi.
E la sua piccola e momentanea rabbia si dissolse, portata anch’ essa via
dal vento, come i semi di quel fiore.
Kaede lo strinse a sé, circondandogli una spalla con il braccio.
Agosto si avvicinava.
Era tempo di combattere per le vacanze.
Oh sì.
Combattere.
Mica scegliere.
“Hana, dove andiamo quest’ anno?”
Il ragazzo dai capelli rossi si volse, un luccichio di sfida negli occhi
dorati.
Pieno di vita, proprio come lo amava Kaede.
Un sorriso ferino continuò a dipingersi sulle labbra di Rukawa.
Malizioso e intrigante, proprio come lo amava Hanamichi.
Si fronteggiarono, l’ uno a pochi centimetri dall’ altro.
“Mare”esordì Hanamichi
“Montagna”replicò Kaede
“Mare”
“Montagna”
“Mare”
“Montagna”
“Ti lascerò in bianco tutta la settimana che staremo in montagna”
“E’ deciso, mare!”annunciò serissimo Kaede
Hanamichi scoppiò a ridere, gettandosi fra le braccia della sua volpe.
L’ aria era caldissima ed il cielo terso come fosse un cristallo.
Estate.
*
Il ventilatore girava veloce.
Le quattro pale sembravano essersi moltiplicate.
Nel guardarle Kaede s’ incantò fino ad addormentarsi.
Era pieno pomeriggio.
Le tre?
Le quattro?
Le cinque?
Mah….
Erano distesi sul divano, nudi ed appagati.
Nonostante il caldo stavano petto contro schiena, coperti da un lenzuolo
leggerissimo.
Hanamichi dormiva da subito dopo l’ amplesso.
Kaede lo aveva accarezzato un po’ poi il ventilatore aveva avuto la
meglio……
Un suono insistente li riscosse.
Hanamichi mugolò qualcosa di poco carino premendo il viso contro lo
schienale del divano, Kaede aprì un occhio.
Ancora una volta il campanello si fece udire, trillando allegramente.
Hanamichi si volse.
Agguantò Kaede e lo abbracciò stretto, strusciandosi voluttuosamente
contro di lui.
Mugolando ancora.
Con un sospiro Kaede si alzò su un gomito.
“Uff…e va bene do’hao ….ho capito…vado io….”
Così dicendo si alzò completamente, ammirando il sorriso più che
soddisfatto del suo ragazzo.
In fondo era lui quello dalla parte esterna, Hanamichi aveva dormito fra
lo schienale ed il suo petto….
Afferrando al volo i jeans strappati al ginocchio se li infilò, senza
abbottonarli.
Era certo che gli sarebbero serviti addosso solo il tempo di mandare a
ca**re quello scocciatore.
Aprì quindi la porta, grattandosi la testa con una mano, il petto
completamente scoperto, soffocando uno sbadiglio.
“Chi è?”
Un fischio d’ approvazione di Ayako lo raggiunse mentre lei gli strizzava
l’ occhio.
“Apri sempre la porta in queste condizioni???Wow! – scherzò la manager
–Quante vicine hai assassinato finora?”
Mezza squadra rise.
Poi tornò il silenzio.
Esaurito il momento di stacco e la sorpresa iniziale Kaede lasciò vagare
lo sguardo sui suoi compagni.
Akagi, Kogure, Mitsui, Ryota, Ayako.
I loro amici di un tempo.
Suoi e di Hanamichi.
Con espressione grave l’ ex capitano si fece avanti.
“Sakuragi è qui con te, vero?” chiese senza perdere altro tempo
Con improvviso sospetto Rukawa annuì.
“Nh..è di là, stavamo dormendo..”buttò lì per tastare il terreno, sapeva
che i suoi compagni avrebbero fatto attenzione soprattutto al ‘perché’
stessero dormendo
Era ..una prova.
L’ abbigliamento discinto del loro numero undici indicava a chiare lettere
che c’ era stato anche un prima di tutt’ altro genere al riposino
pomeridiano.
Una cosa che alcuni di loro ancora faticavano anche solo ad immaginare, ma
che stava prendendo consistenza giorno dopo giorno.
Che si concretizzava negli abbracci fugaci, nei baci rapidissimi, negli
atteggiamenti innamorati in cui alle volte li sorprendevano.
“Volevamo parlarvi”disse infine Akagi
Lo sguardo serio, duro.
Kaede si ritrovò ad essere combattuto.
A dire la verità, in una parola, non se la sentiva.
Non se la sentiva di tornare di là e svegliare Hana per dirgli che i loro
compagni volevano parlare loro.
Non se la sentiva di strapparlo da quel dolce mondo di sogni e fantasie
per buttarlo in pasto alla tristezza.
Non se la sentiva di vederlo piangere e stare male perché, per l’ ennesima
volta, veniva detto loro che l’ amore che provavano l’ uno per l’altro era
qualcosa di perverso e distorto.
Non se la sentiva di guardare il viso del suo amante mentre li cacciavano
via dalla squadra perché diversi.
Fra loro due chi aveva sofferto di più era stato sicuramente Hanamichi.
Il suo senso dell’amicizia, il suo volersi circondare di compagni con cui
stare bene.
La sua smodata necessità di sentirsi accettato.
A lui era bastato avere l’ amore, ma il suo ragazzo, il suo ragazzo aveva
sempre sperato che le cose cambiassero in meglio.
Eppure non poteva sottrarsi al presentimento che ciò che la squadra era venuta
a dirgli fosse qualcosa di importante.
E bello forse.
Mah…era solo un’impressione …o forse era per il sorriso complice di Ayako…
Si fece quindi improvvisamente serio, ancora più serio di prima.
“Aspettate qui…”disse, facendoli entrare in corridoio
Si volse e tornò verso il salotto.
Tutti loro lo sentirono svegliare Hanamichi.
“Hana…svegliati…”
“Mmmmh…”
“Hana..apri gli occhi….Hana..”
Un nuovo mugolio raggiunse i ragazzi, fermi davanti alla porta.
Kaede insisté.
“Su, svegliati do'mmmmffh…..”
Silenzio ed imbarazzo.
Le loro bocche si separarono per lasciar rispondere Hanamichi.
Il suo tono era morbido e sensuale.
Così come non lo avevano mai sentito.
“Kae, che c’ è?Perché mi vuoi svegliare?Sono stanco…vuoi farlo un’ altra
volta? D’accordo kitsune pervermmmm…..”
Rukawa lo tacitò con una mano sulla bocca.
Lo guardò negli occhi, sospirando.
Mh …di perversione appunto si parlava….
Se ancora i loro compagni avessero avuto dubbi ora la frase di Hanamichi
li aveva fugati tutti.
Avvertì, anche da lontano, l’imbarazzata tensione che agitava i loro
visitatori.
Nel silenzio sorpreso del ragazzo dai capelli rossi lui gli sibilò.
“Di là c’ è tutta la squadra, vogliono parlare con noi, vai a vestirti”
Sakuragi lanciò uno sguardo sconvolto al suo ragazzo.
Si sollevò immediatamente dal divano ed ogni accenno di sorriso gli sparì
dalle labbra.
“Ah, la squadra”lo sentirono pronunciare vagamente
Un’ affermazione dal tono glaciale, degna del Rukawa di un tempo.
Dov’ era finito il rossino solare che credevano di conoscere?
Quello sempre contento di vederli?
Alcuni di loro abbassarono la testa, Ayako e Kogure si lanciarono uno
sguardo, annuendo con convinzione.
Tristemente Kaede vide il suo Hana alzarsi alla ricerca dei vestiti, una
mano alla testa nel tentativo di ricordarsi dove li aveva lasciati, il
lenzuolo leggero attorno ai fianchi.
Con un sospiro il ragazzo dai capelli di fuoco rammentò che quando Kaede
lo aveva trascinato giù lui i vestiti addosso non li aveva proprio avuti.
Con un accenno di sorriso pensò al fatto che il suo Kaede aveva scelto il
salotto come campo per la ‘battaglia’ di quel giorno solo per il
ventilatore-lampada che pendeva dal soffitto.
Tsk, un altro scherzo del caldo….
Adesso era agitato, Kaede lo notò distintamente.
Gli dispiaceva vederlo in quello stato, ma lo comprendeva.
Il male che gli avevano fatto era stato tanto, oltre tutto quello che già
il suo ragazzo si portava sulle spalle per ben altri ricordi….
Hanamichi si fermò al centro del salotto.
Diede un lungo, profondo sguardo al suo amante e s’incamminò.
Per salire al piano superiore doveva necessariamente attraversare il
corridoio, passare davanti a loro.
Si strinse in vita il lenzuolo e trascinandoselo dietro, come un lungo
velo, entrò nello stretto spazio che portava alle scale.
Si volse quindi e li vide.
Tutti loro, fermi davanti alla porta chiusa.
E lui aveva solo quel lenzuolo addosso, fino ai piedi.
Ma non si sarebbe vergognato per questo.
Né l’avrebbe fatto per quelle parole dette prima.
Né per il bacio con cui aveva chiuso la bocca alla sua volpe.
No, non si sarebbe vergognato di niente.
Perché lui era così.
E lo avrebbero dovuto accettare per come era.
O tutto o niente, sembrò dire loro con uno sguardo serio, fissandoli.
Poi parlò, lento e calmo.
“Scusatemi un istante”
E sparì per le scale.
Si vestì e scese giù.
Il cuore gli martellava in gola.
Si sedette accanto a Kaede, mentre gli altri presero posto su di un
secondo divano e sulle poltrone.
Attorno si sentiva solo il frinire incessante delle cicale e il rumore
meccanico del ventilatore che girava.
Akagi intrecciò le dita davanti a sé, chinò la testa e prese fiato.
“Ci dispiace …..”
Hanamichi sentì il cuore mancargli un battito.
Dietro la schiena cercò la mano della kitsune, la strinse un istante, con
forza disperata.
Kaede serrò le labbra in una piega durissima.
Il capitano riprese.
“Ci dispiace moltissimo di avervi feriti….”
Il cuore di Hana smise di dare segni di vita.
I suoi occhi si sgranarono.
In un istante pensò di stare ancora dormendo dopo aver fatto l’ amore con
la volpe.
“Sì – intervenne Miyagi, tentando di spiegare a modo suo – cavolo, ci
siamo detti se hanno affrontato tutto e tutti e continuano a resistere
allora deve essere davvero una cosa importante un casino….e poi dai,
voglio dire, per cambiare così Rukawa….solo il vero amore poteva
riuscire a far tanto…..”
“Oh sì, pensate a come ha svegliato dolcemente Sakuragi….”cinguettò
allegra Ayako
Nel silenzio post-affermazioni Kaede arrossì intensamente.
La seconda volta in vita sua.
E se la prima volta era stata dannatamente giustificata (Hanamichi steso
sul suo letto che apriva lentamente le
gambe durante la prima volta della loro vita) questa davvero non aveva spiegazioni plausibili.
Hanamichi lo guardò e poi sorrise, mentre lui tentava di nascondersi.
“Su Sakuragi invece quest’ amore ha avuto tutto un altro effetto…..vero
‘kitsune perversa’?”domandò scherzando Mitsui
Fu il turno di Hanamichi di arrossire completamente.
La tensione si era dissolta.
Rimaneva solo da capire se fosse tutto vero.
“Oh, insomma piantatela….siamo venuti qui anche per un’altra cosa….Mitsui
smetti di metterli in imbarazzo….perdonatelo…”si rivolse loro Kogure
“Già….per caso avete già prenotato le vacanze?”
Hanamichi sorrise scuotendo la testa, ne avevano ‘parlato’prima in
giardino, ma ancora niente di fatto.
“Perché?”chiese la volpe
“Oh è semplice, visto che il capitano, Kogure
ed il nostro teppistello numero quattordici si sono
diplomati e che abbiamo tutti bisogno di passare di nuovo del tempo
insieme per ricordare l’ amicizia che ci lega abbiamo pensato di andare
insieme a ******** per una
bella vacanza”spiegò Ayako
“******** è un famoso posto di mare”intervenne Kogure
“Insomma… – bofonchiò il capitano – avrei dovuto dire tutto io ….ma come
al solito..”
Ayako ridacchiò scusandosi.
“Allora che ne pensate?”chiese infine Ryota
“Oh beh, avevamo proprio deciso di andare al mare, vero kit?”sorrise
candidamente Hanamichi
La volpe in questione scoccò al suo ragazzo un’ occhiata poco
rassicurante, ma Mitsui bloccò sul nascere ogni possibile dissenso.
“E vi dirò di più, c’è anche un grande campo da basket vicino la spiaggia,
sentito Rukawa?”
Improvvisamente convinto Kaede diede il suo assenso.
“Oh, tu sì che sai come prenderlo..”osservò ammirato Miyagi
“Benissimo – disse Akagi alzandosi – allora vi aspettiamo alla stazione
dopodomani, alle 7 in punto, chiaro?Alloggeremo presso una pensioncina
locale, ci faranno un buon prezzo, sono conoscenti di famiglia…e puntate
una sveglia, nemmeno tu Hanamichi mi sembri affidabile…”
Con questo ed un paio di saluti i ragazzi se ne andarono.
Lasciando loro un disordine in salotto ed uno nel cuore.
Non era possibile che fosse successo…
Hanamichi si girò, uscendo oltre la porta finestra, appoggiandosi con la
testa al suo stipite.
Kaede lo lasciò in pace per un po’.
Quindi lo raggiunse.
Il cielo imbruniva leggermene verso ovest, ma nulla che annunciasse ancora
il tramonto vero e proprio.
Lo strinse in vita con le braccia e non disse altro, com’ era nella sua
natura.
Quando quella sera si separarono per andare in cucina un lieve lucore
bagnava gli occhi del suo ragazzo dai capelli di fuoco.
Kaede, che aveva imparato ormai a dare i giusti nomi alle cose che
riguardavano Hanamichi, lo chiamò ‘pura gioia’ e ne sorrise.
*
Mare.
Fili di canapa che strisciano luminosamente verso l’ orizzonte,
intessendosi in lunghe trecce scintillanti e voluttuose che ondeggiano,
eccitate dalla carezza del libeccio.
Hanamichi correva sulla spiaggia ridendo, guardando il mare, che
rifletteva il sole sulla superficie piatta ed azzurrissima tanto da
fondersi all' orizzonte con il cielo stesso.
Guardava i mille bagliori di luce riflessa , sembravano tantissimi flash
di macchine fotografiche, come se tutti i fotografi del mondo fossero in
acqua a scattare istantanee verso la riva.
Ridendo Hana corse dal suo Kaede.
“Kitsune, kitsune...il mare mi sta fotografando”
Kaede rise leggero di quell’ ennesima sciocchezza poi lo chiamò piano
‘do'hao’.
Avvicinandosi a lui il ragazzo dagli occhi di miele sussurrò ad un suo
orecchio, con quel tono adulto che sapeva darsi nel dire cose eccitanti.
“Beh, forse sta fotografando solo te, sei così bello sotto il sole”
Kaede lo guardò con sospetto, sbuffando, poi disse serio.
“Credo che ci stia fotografando entrambi, per ricordarsi di noi, per
ricordarsi di questa estate”
“L’ estate in cui siamo stati perdonati …..”sorrise Hanamichi sedendosi
sotto l’ ombrellone
“No, l’ estate in cui siamo stati finalmente capiti”
Un altro sorriso e di nuovo mare.
*
Uno di quei pomeriggi Hanamichi e Kaede si fermarono ad un chiosco e
presero due granite.
“Una alla fragola e tu, kitsune, menta, vero?”
Ricevuto un cenno di assenso Sakuragi pagò e prese in mano i due bicchieri
gelati.
“Wow…è ghiacciata…”disse porgendo quella verde smeraldo al suo koi
Presero a succhiare dalla cannuccia in silenzio, passeggiando per la
piccola pineta che dava poi, più a est, sulla spiaggia.
La loro vacanza di gruppo procedeva meglio di quanto Hana avesse
immaginato anche nei suoi più audaci sogni.
Il piccolo semi-albergo in cui alloggiavano era tipico e poco dispendioso,
il personale cortese e discreto.
Il cibo ed il servizio erano buoni.
La spiaggia non era troppo affollata ed erano riusciti a noleggiare a poco
tre ombrelloni e quattro sdraio.
Il tempo era splendido ed il caldo non aveva avuto ancora il tempo di
trasformarsi in afa.
Si erano allontanati dagli altri per concedersi una passeggiata in
intimità.
Recuperare l’ amicizia perduta era stato meraviglioso, ma sentivano
entrambi, ogni tanto, la necessità di ritrovarsi anima contro anima, soli,
per guardarsi negli occhi senza doversi trovare addosso sguardi curiosi.
Hanamichi ingoiò l’ ultimo pezzo di ghiaccio colorato e sospirò
soddisfatto.
Si girò quindi verso Kaede per parlargli, ma il modo in cui il suo ragazzo
dai capelli neri lo fissava gli regalò un brivido che lo fece tacere.
Leggeva passione e desiderio in fondo a quel ‘mare’.
Quel mare che era solo suo, privato, di cui lui era l’ unico bagnante e l’
unico audace sommozzatore.
Kaede voleva almeno un bacio.
Glielo leggeva sul viso, lo capiva da come il suo corpo si era teso
impercettibilmente verso il suo, da come le sue labbra si erano socchiuse,
da come le sue dita stringevano il bicchiere.
Si accostò per offrirsi.
Erano soli in quel sentiero.
Potevano.
“Mfh….stupida kitsune vogliosa…”mormorò morbidamente Hanamichi
Ma appena ebbe parlato Kaede si fermò.
Ignorando il suo commento gli chiese.
“Tira fuori la lingua do’hao…”
“Cosa?”
“Sì, tira fuori la lingua, mi sembra che..”
Hanamichi fece come Kaede chiedeva e lo vide sbuffare divertito.
“Hai tutta la lingua rossa, sembra una fragola enorme…”
Ridendo Hanamichi cercò di guardarne la punta.
Ah, dannato colorante alkermes….
“Che scemo sei , do’hao..”disse Kaede, incrociando le braccia
Fu il turno di Hanamichi di osservarlo e sbuffare.
“Mh, parla per te kitsune, tu la hai verde la lingua..”
Resistendo al desiderio di guardarla il moro fece un passo avanti, deciso
infine ad assaggiare quella bocca di ‘fragola’ di cui aveva desiderio.
Ma Hanamichi lo allontanò, ridendo come un matto.
“Ah, non sperare che il Tensai baci un ramarro!!!!!”
Indispettito Kaede lo afferrò, premendo le labbra contro le sue,
insinuando la lingua fino in fondo, accolto con piacere dalla sua testa
rossa.
Lo baciò a lungo, assaporando lui ed il sentore di fragola, mescolandolo a
quello della menta e al proprio.
Sarebbe stato chiaro d’ ora in poi che ai ramarri piacevano le fragole, si
disse Hanamichi, ridendone.
Si separarono e, fianco a fianco, tornarono verso la spiaggia.
*
Il sole era quasi allo zenit, la sabbia bollente.
I ragazzi si dividevano il poco spazio all’ ombra, chiacchierando e
bevendo.
Avevano pranzato da poco.
Qualche panino ed un paio di bento, un po’ ingombranti, ma classici ed
irrinunciabili.
Avevano passato la mattina a nuotare e scherzare nell’acqua, il tempo
rimaneva bellissimo.
Kaede, quando erano arrivati, aveva tentato di avvicinarsi alla riva, si
era bagnato appena i piedi e poi era tornato indietro, rinunciando con uno
‘pfui’.
Hanamichi, già immerso fino alla vita insieme agli altri, aveva riso.
“Mh ..troppo fredda per la kitsune…eppure lo avevo avvertito…KIT – gridò
da lontano –TE LO DICO IO QUANDO ENTRARE!!!”
Miyagi accanto a lui lo osservò, incuriosito.
“Lo conosci così bene da sapere persino quando la temperatura dell’acqua
non è di suo gradimento?”
Hanamichi si volse, ridendo.
“Eh eh, dimentichi che io sono un genio e poi ho potuto osservarlo
bene….lui si fa la doccia calda persino ad agosto…..e di inverno poi, non
c’ è verso di dormire senza due coperte almeno e appiccicati come…oh..”
Si rese conto che tutto quello che stava allegramente raccontando faceva
parte della loro vita privata.
Quella vita intima che avevano dovuto tenere nascosta il più possibile per
non sentirsi additare come quei ‘diversi’ che tanto venivano disprezzati.
E ora invece aveva parlato loro della doccia che facevano insieme (quale
altro modo, se no, di sapere a che temperatura Kaede la facesse?)e del loro
dormire abbracciati nello stesso letto.
Improvvisamente imbarazzato ed incerto per la loro reazione s’ inabissò
fino al naso, girandosi verso il canale.
I suoi compagni lo guardarono, poi Ayako lo avvicinò gentilmente.
“Hana-kun, per favore, raccontaci qualche altra cosa della vostra vita
insieme…”
Il rossino si girò verso di lei, incredulo, ma con ancora una punta di
vibrante incertezza nell’animo.
“Sì, per noi…sono novità strane, se tu ce le spiegassi potremmo capirle
meglio, non credi?”suggerì Kogure
“Dai, confessaci i lati oscuri della ‘volpe’, i suoi ‘altarini’….avremo
un’arma per ricattarlo e farci passare la palla..”
“Mitsui..”lo rimproverò l’ ex-vicecapitano
Hanamichi rise di cuore ed iniziò il racconto della loro quotidianità,
circondato dal rassicurante calore e dalla gioiosa curiosità dei suoi
compagni.
Ebbe modo di rendersi conto delle proprie sensazioni solo quando tutti si
allontanarono.
Ed allora si tuffò nell’ acqua, immergendosi verso il fondo.
Era questa la vacanza che non aveva mai osato sperare e per la quale
adesso piangeva di gioia.
Sale nel sale.
Le sue lacrime si persero in un mare estivo di felicità.
*
Kaede si alzò, scuotendosi la sabbia dai corti pantaloncini blu notte.
Afferrò la sacca che teneva legata ad uno dei grossi raggi dell’
ombrellone e si volse verso Hanamichi.
“Do’hao, due tiri, io e te?”chiese a bassa voce
Kogure ed Ayako erano impegnati in un’ avvincente partita a racchette,
Ryota acclamava la sua amata ad ogni colpo, Mitsui e Akagi si erano
allontanati per un caffè.
“Dove kitsune?”
“Laggiù”indicò il ragazzo moro, puntando un dito verso un campetto appena
visibile oltre la staccionata di legno e gli alberi
Annuendo con aria di sfida Hanamichi si alzò, infilandosi i propri short
color crema.
“Ti straccerò, kit!”
“Tsk!”
E sorrisero.
*
Il sole migrava incessante.
Erano le due, forse le tre.
Iniziarono a contendersi il pallone, l’asfalto sotto i loro piedi bruciava
anche attraverso le suole delle scarpe da ginnastiche, non si erano
nemmeno mossi che già il sudore colava su loro intero corpo, rendendolo
lucido come oro.
Quattro a sei.
Per Kaede.
Passarono sotto l’ombra di un albero, Hanamichi palleggiò pigramente per
godersi una folata di vento secco che gli risalì la schiena.
Rabbrividì, soffocando un gemito di disappunto.
Kaede lo osservava, gli occhi bassi, davanti a lui, in attesa di rubargli
la palla o un bacio?
Hanamichi se lo chiese, girandosi di spalle per non permettergli nessuna
delle due cose.
Il ragazzo dai capelli neri prese a marcarlo stretto, nonostante il caldo
stargli vicino gli trasmetteva sensazioni esaltanti alle quali non si
sentiva di rinunciare solo per la pubblica decenza….
Hanamichi, approfittando della sua momentanea disattenzione, scartò di lato
dirigendosi a canestro, saltando in fretta, senza troppo slancio.
Kaede lo raggiunse, saltò con lui e riuscì a fermarlo.
Caddero insieme, Hana sotto, Kae sopra.
“Mh..tutto questo mi ricorda qualcosa…”buttò lì il moro
Hanamichi sbuffò.
“Kit..levati!Tu sopra di me sei pericoloso…”
“Perché potrei fare cose come questa?”chiese innocentemente, portando una
mano fra i loro corpi e toccando fugacemente il membro del suo ragazzo
“Kit!!!La strada!!!”
“Ah, che do’hao pudico mi sono scelto…”sentenziò sollevandosi
“Il pudico vallo a raccontare ai tuoi vicini dopo la notte del tuo
compleanno….”
“Non destare certi ricordi, sentirti urlare con tutta la voce per tutta la
notte mentre imploravi …e godevi… non è un pensiero che adesso mi potrebbe
aiutare a salvarmi dalla denuncia…”
“Che kitsune scema, dico davvero!”
“Forza do’hao, vieni qui. Combattiamo. Sfidami”mormorò, leccandosi via il
sudore dalle labbra
“Ai tuoi ordini!”
Continuarono a giocare, a tentare di superarsi, così immersi da non
accorgersi che, dopo i primi bambini che si erano fermati per vedere,
molte altre persone avevano attorniato la rete e li guardavano, facendo il
tifo o per l’ uno o per l’ altro.
Entrambi si accorsero degli spettatori solo quando una ragazza dalla pelle
abbronzata gridò.
“Forza rossino!Vinci!”
Kaede le lanciò un’ occhiata di sfuggita e si volse verso Hanamichi,
rubandogli il pallone con un’ azione che rasentava il fallo.
“Potrei essere geloso”gli sussurrò
“Dacci dentro occhi di ghiaccio!!Corri !!”
“Anch’ io..”gli soffiò di rimando il numero dieci
Il sole batteva così forte da stordire e la gente aspettava di vedere un
po’ d’azione.
Rukawa scartò di lato con una finta degna di un mvp e si gettò alla
conquista del sedicesimo canestro.
Hanamichi lo inseguì, parandoglisi davanti, saltando assieme a lui.
L’ elevato stacco del ragazzo dagli occhi di miele permise al numero
undici di passare la palla da una mano all’ altra ed eludere così la
difesa di Hanamichi.
Il tiro entrò, preciso e perfetto.
“Tsk, kitsune esibizionista”sbuffò
“ ‘hao..”
“Vai, occhi di ghiaccio, un altro, un altro!!!”incitava un gruppetto misto
sulla sinistra
Il gioco riprese, Hanamichi iniziò un palleggio veloce per difendersi
dagli attacchi serrati del suo ragazzo.
Il tifo infuriava, la gente lo incitava a smarcarsi per segnare, ma lui
sapeva che con un tiro da tre non ce l’ avrebbe mai fatta, doveva
liberarsi da Kaede.
Tentò di avanzare, si fermò di nuovo, provò una finta, in risposta il suo
amante gli lanciò un’ occhiata furba e maliziosa.
“Stai cercando di fregarmi, amore?”sussurrò pianissimo la kitsune
Un sorriso si dipinse sul viso del ragazzo dai capelli rossi.
Aveva idea di come fare, ma sarebbe stato scommettere tanto.
Fallire significava regalargli un punto importante e forse la vittoria.
Si lanciò in avanti e la sua seconda finta permise a Rukawa di soffiargli
il pallone.
Fermo alla linea dei tre il moro impostò il tiro, Hanamichi saltò,
sfiorando la sfera con due dita.
Il tiro non entrò e per il numero dieci fu il momento di dare inizio allo
spettacolo.
Rimbalzo.
Saltarono entrambi, ma la mano di Sakuragi fu la prima a raggiungere la
palla e ad impossessarsene.
Esplose un’ ovazione.
“Vai, rosso!!!VAI!!!!”
Hanamichi atterrò e veloce come un fulmine si diresse verso l’altra metà
del campo.
Rukawa lo inseguì, tentando di bloccarlo, ma subito dopo la lunetta dei
tiri liberi il suo ragazzo spiccò il volo verso il tabellone.
In un secondo tutti trattennero il fiato.
Hanamichi si librò nell’aria che lo divideva dalla retina e schiacciò a
canestro, con tutta la sua forza.
Slam Dunk.
“Fiiit!Rosso, sei grande!!!!Vai così!!!”
“Rossino, sei mitico!!”
“Grande!!!!!!”
Grida e applausi si levarono.
La gente inneggiava, battendo le mani sulla rete, in una parodia di ola.
Rukawa si accostò al suo ragazzo.
Leggeva sul suo viso una soddisfazione senza pari e nel suo intimo fu
felice per lui.
Attirò la sua attenzione nell’ andare a recuperare palla.
“Chi sarebbe l’ esibizionista, do’hao?”mormorò morbidamente
Gli strappò un risata e ripresero a giocare.
*
Con indolenza Mitsui fiancheggiò la staccionata, le mani affondate nelle
tasche dei corti pantaloncini.
Dov’ erano finiti quei due?
L’ idea di trovarli in atteggiamenti intimi lo sfiorò un istante, ma non
se ne preoccupò quanto avrebbe fatto un tempo.
Si stava abituando, diciamo.
Sakuragi e Rukawa erano gli stessi di un tempo, solo… più felici.
E chi era lui per giudicarli?
Chi era la squadra per esprimere pareri?
Chi erano tutti gli altri per strappare loro il mondo di gioia che si
erano scelti?
Seguì quei ragionamenti fino a che non ricordò che Akagi lo aveva mandato
a cercare i loro compagni e, sbuffando, riprese la ricerca.
Adocchiò una gran folla rumorosa che attorniava la rete metallica di un
campetto.
Fu come una premonizione…sapeva perfettamente chi stava dando spettacolo…
Da lontano li vide, una chioma rossa ed una nera…inconfondibili,
inseparabili…
Rimase qualche istante a guardarli giocare e lui che pensava di trovarli
su una panchina ad amoreggiare….
Ah, si disse, certe cose non cambiano mai.
Rise e se ne andò per fare rapporto al ‘capo’.
Un detto gli rimase sulla punta della lingua.
Com’è che si diceva?
Kami li fa poi li accoppia.
Beh, se anche sono entrambi maschi, si disse ancora il tiratore da tre,
Kami è vecchio, si vede che stavolta ha preso una svista da paura……
In fondo dovevano tutti ammettere che insieme ..stavano bene.
Fin troppo.
Sarebbe stata un bella estate, come piaceva a lui.
Amici, spiaggia, locali e lezioni di chitarra.
*
Ad un solo punto dalla fine della gara che li vedeva protagonisti i due
ragazzi dello Shohoku si presero un time-out.
Il caldo era soffocante ed avevano la gola secca.
Al vicino distributore l’ acqua era quasi esaurita.
Ne rimaneva una bottiglia sola.
La presero e se la divisero, da buoni amici, da buoni amanti.
Un istante prima di rimettersi a giocare la porta metallica del campo si
aprì verso l’interno, lasciando entrare due ragazzi alti con una palla
sotto braccio.
“Ehi – esultò subito uno di loro – bella prova!!Siete giocatori di una
squadra?”
Hanamichi annuì.
“Squadra di basket del liceo Shohoku, prefettura di Kanagawa”
“Wow!Solo liceali?Giuro, vi avrei dato molto di più”esclamò allegramente
lo stesso ragazzo che aveva parlato prima
Era un tipo abbastanza alto, abbronzato, con stranieri occhi verdi e
capelli castano chiaro nascosti sotto una bandana dai disegni tribali.
“Io sono Jonen Hitsuka, ma tutti mi chiamano Joey”
“Piacere, Hanamichi Sakuragi”
“Nh..”
Con un solo sguardo il rossino capì che Rukawa non condivideva la sua
stessa simpatia per il nuovo arrivato.
“Wow!Di molte parole il tuo amico, eh?”
“Già e avresti dovuto incontrarlo tempo fa….”rise sottovoce Hanamichi
Rukawa gli regalò un’ occhiata gelida e poi concentrò la propria
attenzione sul ragazzo che non aveva ancora parlato.
Era un po’ più alto del suo amico, capelli neri sapientemente
spettinati e occhi altrettanto scuri.
L’ espressione seria.
“Nh…Kaede Rukawa”si presentò con voce atona
Non sopportava la facilità con la quale Hanamichi faceva conoscenza e dava
confidenza a dei perfetti sconosciuti, ma non poteva nemmeno comportarsi
sempre da orso.
Avrebbe pensato più tardi a come chiarirgli il concetto d’ appartenenza di
cui Hana aveva scordato le clausole.
“Io sono Kouei Misabi”
“Oh, da quanto tempo hai detto che vi conoscete tu e occhi di
ghiaccio?”chiese il ragazzo con la bandana rivolto ad Hanamichi
“Joey non siamo qui per questo, dopo magari..”lo rimproverò bonariamente
Kouei
“Oh, hai ragione, vi abbiamo visti giocare ragazzi e volevamo sfidarvi, vi
va?”
Entusiasta Hanamichi guardò speranzoso il compagno.
Rukawa si lasciò ad un sospirò maltrattenuto ed acconsentì.
Stracciarli sul campo avrebbe certamente migliorato il suo umore….
Palla al centro ed improvvisato fischio d’ inizio.
La partita durò buona parte del pomeriggio.
I due ragazzi nuovi sapevano giocare, ma era niente in confronto alla
tecnica di Kaede ed alla potenza di Hanamichi.
Il Gorilla insegnava bene…
Gli spettatori erano ormai diminuiti, molti erano andati al mare, altri
erano arrivati, erano rimasti due minuti e si erano allontanati, altri
ancora seguitavano a fare il tifo per l’una o l’ altra squadra.
Mitsui era tornato un paio di volte poi Akagi aveva deciso di lasciarli
giocare, sarebbero tornati da soli per l’ ora di cena.
Lo scontro terminò sul 30 a 19.
Hanamichi atterrò soddisfatto dopo l’ ultimo canestro e si girò, tutto
contento, verso Kaede.
“Visto Kit che canestro???”sorrise
Rukawa lo guardò intensamente.
Il sole traeva riflessi preziosi dai suoi occhi e dai suoi capelli di
rame, il sudore lo ricopriva di perle d’ acqua ed opali di luce.
Adesso non aveva più voglia di giocare.
Avrebbe preferito tornare alla pensione per sudare in un altro,
piacevolissimo, modo.
I due ragazzi del posto si avvicinarono con il loro pallone sotto braccio,
distogliendo Kaede dalla sua silenziosa ed innamorata concentrazione.
“Wow!E’ stata una magnifica partita!”disse Joey
“Concordo, vi siete ampiamente meritati la vittoria!”aggiunse il suo
compagno dagli occhi neri
“Oh grazie, anche voi siete stati dei validi avversari”rispose sorridendo
Hanamichi
I due improvvisati giocatori stavano quasi per andarsene dopo quello
scambio di dovuti convenevoli quanto Joey si voltò, sorridendo.
Sfrontatamente piantò i suoi occhi in quelli di Hanamichi e con la
migliore nonchalance del mondo chiese, come colto da un dubbio improvviso.
“Ragazzi, ma voi due state insieme?”
In quell’attimo quasi eterno a Kaede sembrò di sentire il rumore con il
quale il cuore di Hanamichi si metteva a piangere.
Vide in un istante un’ orda di dubbi e folli pensieri tristissimi
assalirlo e non poteva farci nulla, sarebbe stato sempre così.
Teso e doloroso.
Nel chiedersi ‘E adesso?’ ‘Cosa faranno?’ ‘Cosa diranno?’ ‘Ci grideranno
contro?O semplicemente andranno via disgustati?’
E non poteva sopportarlo.
Fece un passo avanti.
Per mettere in chiaro che quel meraviglioso ragazzo era suo e soltanto
suo.
E ne era oltremodo orgoglioso!
“E allora?”
Fu il sorriso abbagliante di Joey a spiazzarlo.
Kaede, incredulo, pensò solo ‘Kami, un dente più di Sendoh!!Non è da
tutti’*
Venne quasi violentemente strappato a quel ragionamento dal grido
estasiato del ragazzo dagli occhi verdi.
“Ma è fantastico!!!!!Anche noi stiamo insieme, vero Kou?”
Il moro annuì, sorridendo in risposta.
Hanamichi, ancora silenzioso, era come se non riuscisse veramente a
seguire quel ragionamento.
Finora, finora non avevamo incontrato mai nessuno che …fosse….fosse
come..loro.
“Joey, perché questa sera non li invitiamo al Carribean Blue Sea, il pub
centrale?”
“E’ una magnifica idea, Kou! Andiamo ragazzi, stasera facciamo quattro
chiacchiere e se riesco a convincere il figlio del proprietario ci
facciamo anche un paio di birre, vi va?In fondo oggi noi abbiamo perso,
offrirvi da bere è il minimo per sperare di ottenere il vostro silenzio
sulla nostra disfatta…. ”e strizzò loro l’occhio con aria complice
Kaede stava per replicare che non erano interessati, ma la voce entusiasta
del suo koi lo anticipò.
“Con vero piacere, passate voi alla pensione?Il nome è ****”
“Perfetto!Alle nove allora!”
Nello stesso istante in cui i due scomparvero oltre gli alberi dopo la
rete Kaede si girò, mani sui fianchi, verso Hanamichi.
Lo guardò fisso negli occhi, un sopracciglio alzato e senza l’ombra di un
sorriso.
Nella sua classica, silenziosa, posa da rimprovero.
Hanamichi lo guardò dolcemente, facendogli perdere tutta la fierezza della
lotta e sorrise.
“Sono come noi, Kae…voglio parlare con loro..sapere se anche per loro è
stato difficile come lo è stato per noi, sentirmi dire che non stiamo
sbagliando…..”
Ed era così felice, così….teneramente bisognoso di farlo che Kaede non
poté che annuire ed accompagnarlo.
Akagi brontolò lievemente.
Tutto il giorno a giocare, la sera fuori da soli, insomma, non sembrava
più una vacanza di gruppo.
Hanamichi congiunse le mani sopra la testa, in segno di scusa, giurando
che il giorno dopo si sarebbe incollato a loro come un francobollo.
Ayako sorrise comprensiva ed appena la voce di Joey chiamò i ragazzi Hana,
tutto eccitato, trillò allegro un ‘Arriviamo’trascinandosi dietro la
kitsune.
*
Erano seduti da almeno venti minuti, avevano ottenuto il permesso di bere
di nascosto della buona birra fredda ed avevano parlato del più e del
meno.
La conversazione si reggeva sul fiume di parole e sorrisi che Hanamichi e
Joey si scambiavano, Kouei trovava piacevole intervenire ogni tanto mentre
Kaede trovava essenziale rimanere in silenzio.
La felicità che vedeva sul volto del suo radioso koi era il prezzo per il
quale aveva accettato quella serata e quella compagnia.
Il tempo passò veloce e nonostante tutto piacevolmente.
Era ormai tardi.
Joey si alzò.
“Ragazzi, cambiamo locale!E’ ora di ballare!”
Inutile fu ogni sguardo di Kaede.
Il numero undici poté solo seguirli.
La piccola sala da ballo era piuttosto pittoresca.
Il bancone del bar era rialzato e circondato da tanti pannelli di bambù
simili a shoji, le sedie ed i tavolini lo attorniavano e poi tutto attorno
si estendevano le diverse piste da ballo.
Rampicanti floreali e coloratissimi risalivano lungo colonne di giunco,
l’edificio si sviluppava anche in altezza, con numerose terrazze, sofà ed
angoli più o meno appartati, sulla spiaggia o vicino alla strada.
I barman si esibivano in creazioni e lanci di bottiglie, poco più in là, su
un tavolo, una ragazza ballava seguendo fedelmente il ritmo tribale di una
canzone moderna.
Un tipico locale da spiaggia.
Cocktails e musica.
Fu in quello scenario allegro ed estivo che arrivò la proposta.
“Beh, che ne dite di uno scambio di coppie?”
Dopo la domanda buttata lì dal suo ragazzo, nel silenzio improvviso sceso
su quel tavolo, Kou rise dello sconvolgimento dei loro amici.
“COSA?!??”domandò Hanamichi, incredulo
“Suvvia, niente di troppo serio, niente di troppo spinto, in fondo questo
non è un club per scambisti, solo un po’ di …..gioco di coppie, niente di
più….”assicurò Joey
“Ma…ma…”gli occhi sgranati di Sakuragi si spostarono vero Kou, come a
pensare che fosse tutto uno scherzo
“Allora Joey, a chi dei due sei interessato, a te la scelta…”
Il ragazzo con la bandana sembrò pensarci, poi guardò Hana, intensamente.
“Io voglio il rossino, mi sembra così dolce, ha il viso di un uke caldo e
permissivo…”
“Perfetto, allora io prendo lui dai capelli neri, mi piace il suo sguardo
azzurro…”
“Voi siete matti…”sibilò Kaede, indurendo i tratti
“…u..u.uke?”pigolò Hanamichi
“Sì, dai non mentire… – rise Joey facendogli un occhiolino – si vede
benissimo che sei tu l’uke della coppia….”
“Lo leggiamo nel tuo sguardo ….e nel suo –aggiunse Kou indicando con il
mento Kaede –….ti guarda con possesso…”
Hanamichi arrossì intensamente poi un particolare lo attirò,
irrazionalmente.
“Uke e seme dite?Noi non lo abbiamo mai chiamato così…”mormorò alzando lo
sguardo dorato
“E come lo chiamate ?”
Gli occhi del ragazzo dai capelli rossi si fecero ardenti, fieri,
bellissimi.
“Fare l’ amore e basta…..io..credo, anzi sono convinto che non esistano
ruoli in certe cose ..ognuno ha un solo compito ed un unico ruolo…amare..”
Orgoglioso di lui Kaede non aggiunse altro.
Ma si alzò.
“Andiamo a…”iniziò a dire
“…………ballare!!!!Vieni Hana –kun?”saltò su Joey e con un sorriso furbissimo,
ed un altro occhiolino, prese per mano Sakuragi e lo portò via verso le
piste
Ancora una volta senza parole Kaede suscitò l’ilarità di Kou.
“Una granita?”chiese gentilmente il moro dagli occhi neri
*
“Cavolo, Hitsuka, non trascinarmi a questo modo..”
Ok, gli stava simpatico, ma tempo due minuti lo
avrebbe distrutto a
testate.
Aveva osato proporre loro…uno scambio?
Ma era diventato scemo?
Lui la kitsune non la cambiava con nessuno.
Non si sapeva mai ..poteva sempre capitargli di peggio!
Scherzò con sé stesso, ma sapeva perfettamente che il vero motivo aveva
tutto un altro nome e tutta un’ altra intensità.
“Oi, Hitsuka cos’ è questa storia dello scambio, uno scherzo, vero?”chiese
poi quando raggiunsero il bordo di una pista, sotto i loro piedi
cominciava già a vedersi una spolverata di fine sabbia bianca
“No, assolutamente!Ma dai! Non dirmi che tu e occhi di ghiaccio non avete
mai, come dire, sentito il bisogno di spaziare le vostre conoscenze?”
“Oh – rise improvvisamente Hanamichi –di spazi ne abbiamo conosciuti
tanti..a casa mia, a casa sua, in palestra, a scuola, al parco, in gita,
negli alberghi, sul treno e su un aereo …ma le uniche conoscenze che
vogliamo continuare a fare sono le reciproche, chiaro?”
Joey lo squadrò divertito ed appoggiandosi una mano sotto il mento chiese.
“Da quanto tempo tu e lui state insieme?”
“Poco più di nove mesi….”
“Aah..allora è tutto chiaro – esclamò schioccando le dita – non avete
ancora avuto tempo di guardarvi intorno, siete troppo presi l'uno
dall’altro…..ma vedrete che dopo il primo anno…”
“Senti tu…non so che idee ti sei messo in testa, ma tieniti le tue teorie,
chiaro?Io e Kaede non siamo così e non lo saremo mai, la nostra è una
storia un po’ particolare, lo è sempre stata…”
“Interessante – mormorò il ragazzo dagli occhi verdi con espressione
curiosissima – avanti , racconta!”
Incerto Hanamichi prese respiro…beh, in fondo poteva anche farlo…raccontare
ad un estraneo la sua storia e quella della volpe…gli piaceva come idea.
“Se proprio ci tieni…”
E s’ incamminò con lui sulla spiaggia, fino ad una barca rovesciata.
Lì si sedettero.
*
Nell’ afoso e rumoroso clima del locale Rukawa meditò seriamente sulle
implicazioni giudiziarie di un omicidio preterintenzionale.
Ma le possibilità che lo relegassero in una cella con campo annesso e Hana
come guardia erano così poche da sconsigliarlo sull’ eventuale uso di
oggetti contundenti e affini.
Non solo aveva dovuto sopportare le chiacchiere di tutti quanti, adesso
cercavano pure di portargli via Hanamichi.
O di portare via lui ad Hanamichi, dipendeva dai punti di vista.
Osservò attentamente il ragazzo che gli sorrideva dall’altro capo del
tavolo e sospirò.
In fondo (molto in fondo) non era stata una compagnia completamente
insopportabile.
Misabi, il giovane che aveva davanti, non era certo di quella loquacità
pedissequa che caratterizzava Hitsuka, il suo amante e sembrava una persona più
matura o almeno più grande dell’ età che si pensava avesse.
In fondo poteva esserlo davvero più grande di loro.
Ma non importava l’età, né l’aspetto né tutte le parole o i discorsi di
questo mondo.
Quella storia dello scambio aveva dell’ inverosimile!
Lo aveva lasciato senza parole!
Lui, poi.
E dannazione, non aveva potuto nemmeno avere la soddisfazione che gli
altri se ne accorgessero….
Non era corso a riprendersi Hana solo perché sapeva perfettamente che il
suo koi avrebbe fatto da solo.
E meglio di lui.
Una testata ben assestata e via.
Ma non poteva nemmeno godersi lo spettacolo.
Kou lo guardava sorridendo amabilmente.
Aveva ordinato una granita per entrambi e adesso attendevano.
“E’ la mia compagnia ad esserti intollerabile o è una cosa in generale che
riguarda tutti quelli che non sono Hanamichi?”domandò per nulla offeso dal
protratto silenzio del giocatore
Kaede preferì rispondere con un’ altra domanda.
“Fate spesso cose di questo genere, tu ed il tuo compagno?Fate amicizia e
poi ..proponete?”
“Dio, così ci prendi proprio per predatori sessuali….”
“Tsk, sei tu a dirlo, non io”
“Ogni tanto…in estate soprattutto…e mai con gli stranieri…”
“Troppi problemi di lingua per capire da che parte sta il letto?”
“Certo che non parli molto, ma quando lo fai….eppure mi sembri ancora un
tipo…giusto... mi piaci,dico sul serio..”
Cadde nuovamente il silenzio, arrivarono le granite.
Avevano veramente un buon sapore.
Kou sorrise fra sé, erano granite-cocktail in realtà.
Alcol di frutta al posto dello sciroppo.
Per ‘riscaldare’ un po’…la serata.
Kaede bevve, il caldo era insopportabile e l’ aria umida ed appiccicosa del
mare gli si incollava alla pelle e alla gola.
“Parliamo un po’ di te..”propose Kou
“Non ci sperare..”
“Beh, allora parliamo un po’del tuo compagno…o di voi due…o di qualsiasi
altra cosa.. insomma ..impieghiamo il tempo mentre aspettiamo che loro
tornino….”
“Tsk!”
“Lo prendo per un sì…”
*
“Io e lui all’ inizio non ci sopportavamo…”iniziò Hanamichi
“Classico..”commentò Joey
“No, doloroso direi….”
“Come mai?”
“Beh, diciamo che né io né lui siamo mai stati dei tipi ‘delicati’ ….era
rissa ogni giorno…”
“Wow!E chi vinceva?”
“Ah, non aveva importanza, credimi, la fine era sempre la stessa, mettersi
le mani addosso….”
“Ah, capiscoo …..”mormorò maliziosamente il ragazzo castano rifilandogli
una gomitata
“Ti assicuro che noi non avevamo capito proprio niente, non insinuare …”
Quindi si schiarì la voce poi riprese.
“Non era una cosa che faceva bene alla squadra, affatto, ma per noi, per
me, sembrava irrinunciabile…stuzzicarlo, sfidarlo, stargli sempre
addosso…mi piaceva, in una maniera che non riuscivo a capire …”
*
“Beh, è una cosa ..come dire..un po’ contorta…di solito due si incontrano,
si piacciono, stanno insieme, escono, capiscono che si amano e poi tutto
il resto…..”disse Kou in tono discorsivo
“Hn..mai stati molto normali fra entrambi…almeno da questo punto di
vista…”
“E la rissa con lui com’è, tosta?”
Inaspettatamente Kaede sembrò quasi ridere.
Per colpa di tutti i ricordi che aveva, davvero alcuni erano i più
divertenti di tutta la sua vita.
“Non immagini quanto…”
“Insomma e poi cosa successe?Vi siete messi insieme perché avevate capito
di amarvi?”
Kaede prese un altro sorso, non sapeva perché, ma stava parlando più di
quanto avesse mai fatto finora.
Con un estraneo poi.
“No, ci siamo messi insieme per protesta….”
*
Joey lanciò uno sguardo sconcertato ad Hanamichi.
“Per protesta?”
Hanamichi rise.
Poco lontano le onde rumoreggiavano in modo dolce e continuo.
“Oh sì….per dirla in breve ci eravamo stufati…troppe…troppe etichette….io
passavo sempre per l’ idiota di turno anche se, e questo nessuno lo
sapeva, tiravo avanti da solo una casa, lavorando di sera e nei fine
settimana, rischiando l’espulsione dalla scuola ed un sacco di grane con
gli assistenti sociali….”
“Davvero?Cavolo, sei stato in gamba un casino…”
Hanamichi arrossì, ma il buio della spiaggia deserta lo aiutò, complice.
“Beh, grazie…..”
“Come mai eri in quella situazione?”
“Mh…il solito modo in cui vanno le cose nelle famiglie….quando avevo
undici anni i miei genitori litigarono pesantemente..le solite cose
davvero…piatti che volavano, lampade che si rompevano, urla ed ingiurie,
telefonate al 113 ecc….. – lo disse con tono rassegnato, come chi sa che
certe cose accadono e non ci si può fare niente perché non è cambiando una
variabile che si può far cambiare le persone –….e così mia madre fece le
valigie, andò dall’ avvocato e divorziò…niente di più….”
“Mi dispiace..e tuo padre?”
“Lui continuò a vivere con me …sapeva perfettamente di aver sbagliato
con lei, ma evidentemente il suo sciocco orgoglio è sempre stato più
importante…ma in fondo non era una cattiva persona..”
“Era?”
“Oh, perdonami… -sorrise tristemente -….è morto circa 3 anni fa…un
infarto…”
Joey non disse niente.
Lui, in fondo, non lo poteva nemmeno immaginare come era vivere soli.
Lui un padre ed una madre li aveva e nonostante tutti i soliti problemi
che ogni casa ha andavano d’ accordo…
“Beh, riprendendo il discorso…io ero stufo di questo essere considerato
inferiore e Kaede, Kaede era stufo del suo essere considerato
superiore….in apparenza aveva una famiglia modello, ma se poi si andava a
scavare…beh, lasciatelo dire è proprio vero…i soldi non fanno
assolutamente la felicità…lui era per tutti una sorta di idolo ed io un
pagliaccio, sembravamo felici..ma solo quando abbiamo scoperto cos’ era
‘davvero’ la felicità abbiamo capito che eravamo solo dei tristi illusi e
nient’ altro…”
*
“Degli tristi illusi…non lo avrei mai detto, all’apparenza sia tu che lui
sembrate sapere perfettamente cosa volete, sembrate sicuri di ciò che vi
circonda, sicuri persino del vostro amore..”disse Kou sinceramente
interessato alla conversazione
“Tsk, non è sempre stato così, abbiamo avuto le nostre difficoltà…”rispose
Kaede, sorseggiando gli ultimi gocci di granita
“E tu cosa ne pensavi…?Di tutto intendo..di te, di lui, del fatto che
stavate per finire insieme..”
“Ho sempre pensato che l’ amore o lo stare insieme fossero cose che non mi
avrebbero mai riguardato..ne ero davvero convinto..”
“Fino a che lui non ti ha diciamo…fatto rivedere le tue posizioni?”
“Tsk…”
Tacque, certe sdolcinatezze ancora…se proprio doveva averne preferiva che
l’unico beneficiario fosse Hana.
*
“Certo che gli ho fatto rivedere le sue posizioni, tu non lo sai, ma tutti
mi chiamano Tensai!”
“Accidenti!”esclamò sorpreso Joey
“E poi..niente….siamo finiti insieme…..oddio, eravamo certi che non
sarebbe durata, ma poi….”
“Poi?”
“Beh..dopo..dopo…insomma…non pensavo che…dopo….oh, un gabbiano che vola,
lo vedi?”
“E’ notte fonda e quello è un punto fermo Hana-kun, credo sia Venere, la
prima stella della sera, sarà lì da almeno quattro ore…”
*
“Quando avete scoperto le gioie dell’ intimità, se così le possiamo
pudicamente chiamare, avete capito che non era solo un gioco?”
“Hn”
“Eravate semplicemente andati troppo avanti oppure …”
“Tsk, dovresti chiederlo a lui, non sono io che ho singhiozzato tutta la
mattina chiedendomi ‘E adesso?’”
“Che crudeltà – sorrise Kou –… ma so che stai nascondendo i tuoi reali
pensieri, essere sinceri in fatto di sentimenti porta troppe conseguenze
alle volte e tu sembri deciso ad evitarle tutte…”
“Tsk, non ti allargare troppo adesso, diciamo che ognuno si sceglie un
percorso per vivere ed io….”
“Tu?”
“Ho avuto solo la fortuna di trovarlo di un bel colore rosso acceso…”
Kou sorrise ancora, dolcemente.
*
“Hana-kun il sesso è una cosa normalissima, oddio, non che sia qualcosa di
cui parlare ventiquatt’ore al giorno però..dopo nove mesi che tu e lui
sco..”
“Aaalt!Non era questo il punto!Insomma….noi volevamo solo sconvolgere un
po’ tutti quanti, niente di troppo eclatante, ma nemmeno troppo soft, solo
che poi le cose ci sono sfuggite, come dire, di mano e…”
“E siete caduti su un letto..”
“Hentai. Era solo un divano..”
“Beh, meglio della sabbia dura e fredda…”
Hanamichi arrossì.
“Tu e ..?”
“A-ah, io e Kou, tanto tempo fa…”e sorrise, dolcemente, come se ricordasse
ancora nitidamente tutto e così era
*
“Tsk…e non ne avete mai avuti?”
“Che cosa?Bambini?Beh, io li desideravo, ma Joey non ne ha voluto
sapere….”finta aria da innocentino
“Stupido ..dicevo problemi ..”disse Kaede
Insomma c’ era un limite anche a quello.
Ok, aveva risposto a qualche domanda, esclusivamente perché gli andava,
che fosse chiaro, ma adesso era il suo turno di chiedere.
“Qualcuno, ma niente di particolare…sai, siamo abbastanza fortunati già da
soli…in coppia poi ….”
*
“…siamo una bomba!”esclamò Joey, strizzando un occhio verso Hanamichi
“Sono contento per voi…”
“E tu?..cioè voi..ne avete avuti…?”
Hana rise.
Ma era una risata falsa, rassegnata e triste.
Nella quale gli occhi non ridevano assieme alle labbra.
“Non immagini nemmeno quanti, ma lasciamo stare…”
Joey accolse la richiesta dell’ altro e fece una delle ultime domande.
“E dopo la vostra prima volta?”
Hana arrossì lievemente, ma riprese ben lieto il racconto di quel periodo
fantastico.
L’ inizio di tutta la felicità che aveva adesso.
“Abbiamo parlato e decidemmo di provare sul serio ed è proprio in quei
giorni che ho conosciuto Kaede come non avevo mai fatto prima e come
nessuno aveva mai fatto prima di me…tutte le piccole cose che
condividevamo ..era un’ esperienza nuova per entrambi….e fu meraviglioso
….”
Ecco, adesso si disse Joey, adesso i suoi occhi brillano e sembrano Venere
e l’Orsa Polare che hanno abbandonato il cielo per amore di un mortale.
Hana si girò verso il mare e concluse.
“E a quel punto mi sono innamorato sul serio della kitsune…”
“Kitsune..?”
“Oh sì, scusa..io lo chiamo così…è un nomignolo…”
“E lui come ti chiama?”
*
“Do’hao”disse solo Kaede in risposta alla domanda di Kou
“Mmh…gran bel nome, multiuso…”
“Tsk…”sbuffò Kaede guardandolo in tralice
Kou sorrise con espressione matura, posandosi una mano sotto il mento.
“Avanti, confessa, com’è la vita a due?Te la saresti mai aspettata così?O
pensavi fosse diversa?”
Sembrava una domanda più seria del tono con cui era stata pronunciata.
Kaede prese tempo e lasciò vagare lontano lo sguardo, soffermandosi per un
attimo a pensare ai propri sentimenti davanti ad uno sconosciuto.
In fondo per una sera poteva mutare schemi, non sarebbe capitato nulla di
male.
“Non mi aspettavo niente perché non credevo di provarla mai, tutto qui…”
“E adesso che hai provato cosa senti?”
“Non sono tipo da saperlo spiegare bene, se ci fosse Hana adesso tirerebbe
fuori un milione di aggettivi perfetti, ma io….io so solo che ad un certo
punto eravamo insieme e scoprimmo sensazioni nuove….poi semplicemente ….”
“..”
Kaede sollevò lo sguardo fiero e luminoso come una costellazione.
“Poi semplicemente divenimmo ognuno l’ oasi irrinunciabile dell’ altro……e
basta…”
E fu più di quanto avrebbe mai pensato di dire ad uno sconosciuto.
*
“E’ una gran bella storia, Hana-kun?”
“Vero?E ne andiamo fieri io e la kitsune…”sorrise
“Ok – esclamò Joey scendendo dalla barca su cui erano seduti – ma veniamo a
noi adesso”
E detto ciò si portò davanti ad Hanamichi, posò le mani sullo scafo
rovesciato della barca e si avvicinò al suo viso fino a sfiorarlo quasi.
“Posso?”chiese con aria innocente
“Cos.a?”
Joey rise, divertito della sua inesperienza.
“Di che ti sorprendi….è questo che si fa in uno scambio di coppie..”
“No, io non intendo…no…asp…”
Il viso di Joey si accostava al suo, inesorabile.
*
Kaede e Kou si fronteggiarono dopo il silenzio della post narrazione.
“E se ti baciassi adesso, qui, senza preavviso?”buttò lì Kou, molto
seriamente oltretutto
“Hai voglia di morire?”buttò lì Kaede, molto seriamente oltretutto
*
Hanamichi si scostò in tempo per evitarlo e con le mani lo spinse via.
Oddio, non avrebbe avuto difficoltà ad affondarlo nella sabbia con una
bella testata potente, ma si trattenne ancora.
“Non insistere, non voglio, mi stai simpatico, non costringermi a
riempirti di pugni..”
“Wow, non vuoi proprio cedere…mmh..ma come fai a sapere se il tuo compagno
non sia già andato con il mio?In fondo ho capito subito chi di voi era il
predatore…e chi aveva un ruolo passivo e sei tu, no?”
“Non è sbagliato, ma anche Kaede alle volte si è lasciato a me..e comunque
‘sto discorso che c’entra…insomma, ma come fate??Non capisco proprio…dite
di amarvi e poi…poi cercate qualcun altro per…per…..bah…rinuncio a
capire….”
*
“Mi uccideresti per così poco…?”sorrise Kou
“Potrei farlo anche per meno…tsk..”
“E sei poi invece si rivelasse tutta una piacevole novità?”
“Di piacevole ho già Hana ed in questa vita basta e avanza….non ti è
ancora chiaro?”
“Già Hana-kun…a proposito…Joey sa essere molto convincente quando vuole,
come fai a sapere che il tuo ragazzo non ha già ceduto al mio, in fondo
non sarebbe poi così strano…”
“Pfui….ci siamo conquistati a fatica io e lui, Hana non ha affrontato e
perso i suoi migliori amici per niente…sono certo che non cadrà per
quattro moine….”
*
“Ahi!!!Ite!!”
“Ti avevo avvertito…sono off-limits..chiaro?”ribadì il rossino con un
cipiglio risentito
“Ho capito, potevi risparmiartelo il pugno, cavolo, mi hai fatto male un
casino..”
“Voglio tornare da Kaede, si sta facendo tardi, andiamo!”
“Ok,ok…ma se poi li troviamo insieme ad amoreggiare non mi prendo
responsabilità…”
“La kitsune che amoreggia?Cavolo, quando succederà lo voglio proprio
vedere…”rise Hanamichi, estremamente sereno
“Ma non state insieme?”chiese confuso Joey
Un sorriso furbo si dipinse sulle labbra di Hana.
“Te l’ho detto, mai stati molto normali…..ed è per questo che ho in lui
una fiducia incrollabile..”
Si avviarono tornando verso la pista, erano ancora sulla rena quando Joey
chiese il motivo di tanta sicurezza.
Hanamichi si volse, le luci della pista incorniciarono alle spalle la sua
figura alta, rendendo i suoi occhi scuri come la notte mentre i capelli
sollevati dalla brezza volavano leggeri nel cielo che tocca il mare all’
orizzonte.
Somigliavano a spruzzi di sangue scuro, eccitanti e selvaggi.
Così …splendido… rispose ridendo.
“..due come me e la kitsune quando si trovano credo proprio sia per
sempre……”
*
Kaede attendeva in piedi il suo compagno.
Kou sedeva ancora a tavolino.
Poco dopo Hanamichi tornò, incrociando immediatamente lo sguardo con il
suo koi.
Ed in quello sguardo ebbe luogo una conversazione privata.
“Joey, che hai fatto alla guancia?”chiese divertito Kou
“Ah….l’ amour….”rispose vagamente il diretto interessato
Hanamichi rise, in fondo non riusciva proprio ad odiarlo.
Si girò verso Kaede e lo trovò sereno, gli sorrise e gli fece cenno di
andare.
“Vi salutiamo allora, grazie per la birra e per la compagnia..”sottolineò
ironico il rossino, strizzando loro l’occhio come faceva sempre Joey
“Hn…ciao”
E si allontanarono, mentre da lontano il ragazzo con la bandana li
salutava raggiante ,promettendogli di venirli a salutare quando sarebbero
ripartiti.
E così le due coppie si separarono.
*
Joey e Kou passeggiarono al limitare del marciapiede, vicino alla piste e
ai locali illuminati, verso il centro della città.
Avevano ancora voglia di restare svegli.
“E’ stata una bella esperienza… -iniziò Joey -….non se ne incontrano tanti
di ragazzi come quei due…sentito che storia?”
“A-ah…veramente una situazione divertente…a proposito…sai cosa mi ha detto
Kaede-kun?”
“Chi, occhi di ghiaccio?”
“Sì, ha detto così, con voce mortalmente seria: ‘Tra di voi non c’ è
amore’…ti risulta Joey”
“Penso sia vero, io sto con te solo per convenienza, ce lo siamo detti
fino alla nausea da sempre, ci fa comodo così perché cambiare…?”
“Vero…beh, adesso puoi darmela…non mi piace girare senza…”rispose Kou,
guardandolo con un sorriso
Joey ricambiò e prese il portafoglio che teneva nella tasca posteriore dei
jeans.
Lo aprì ed infilò le dita in una tasca di pelle logorata, segnata da due
cerchi impressi sul cuoio.
Sorridendo come un bambino ne tirò fuori due fedi d’oro purissimo e ne
diede una a Kou.
L’altra la infilò al proprio anulare e la guardò un istante splendere
sotto la luce della luna e dei neon.
“Accidenti…sono già passati quattro anni da quando ti ho detto di
sì….”mormorò Joey
Kou gli lanciò uno sguardo pieno d’ affetto e non disse altro.
Camminarono insieme in silenzio.
Godendosi la compagnia delle stelle e del proprio compagno per la vita.
Improvvisamente all’ombra di un cono riparato dalla luce Kou prese fra le
mani il viso di Joey, lo baciò gentilmente e prese ad osservare con occhio
critico il livido sulla guancia.
“Picchia duro il tuo Hana-kun, eh?”
“Cavolo..”
“Credo proprio che dovremmo trovare un modo migliore per divertirci la
sera…”
“Forse hai ragione…con quelli che ci stanno subito siamo noi a tirarci
indietro, con quelli che non ne vogliono sapere finisce quasi sempre
così….”
“Beh è per fare due chiacchiere, per conoscere le loro vite, sono ragazzi
come noi ..e poi è divertente, no?”buttò lì Kou, con il solito spirito
leggero
“Vero”
Si scambiarono un altro bacio e tornarono a passeggiare nelle vie.
“A proposito è da prima che volevo chiedertelo, perché zoppichi lievemente
sulla gamba destra, Kou?”
Il ragazzo dagli occhi neri sorrise enigmatico.
“Ah …l’amour”rispose poi
Joey scoppiò in una risata sincera.
Mentre le strade del centro li conducevano incontro alla fine della notte.
*
Kaede ed Hanamichi rifecero la strada per tornare verso il piccolo
alberghetto costiero e gradualmente rallentarono l’andatura per restare
ancora soli insieme.
“Ti sei divertito?”chiese infine Hanamichi
“Beh…poteva sempre andare peggio…”
“Non ci posso credere…dì un po’ kit, che ti hanno fatto, ti hanno
drogato?….La kitsune che conosco io li avrebbe uccisi di pugni e mi
avrebbe trascinato via…”sorrise il rossino
“C’ è sempre tempo per trascinarti via…do’hao..”
Hanamichi rise e lo seguì.
Finirono a passeggiare per strade di periferia deserte.
Sedettero sui muretti caldi del sole del pomeriggio ormai lontano e finito
e parlarono un po’, delle loro impressioni, dei ricordi, del vento caldo
che veniva dal mare e che piaceva loro.
Poi Kaede lo guardò senza più distogliere lo sguardo.
Si avvicinò e lo baciò, dolcemente.
“Sai..stasera ti trovo decisamente desiderabile…”mormorò accarezzandogli
le cosce
“Vuoi fare l’ amore con me, vero?”chiese Hanamichi scendendo dal muretto
Kaede non disse nulla, semplicemente lo fermò quando stava per avviarsi
verso l’albergo.
“Non saremmo liberi lì, fra quattro mura strette…”giustificò poi
Con lo sguardo bruciante di desiderio Hanamichi sembrò chiedere dove
allora.
Prendendolo per mano Kaede lo guidò sulla spiaggia, affondando i piedi
nella rena, cercando un posto perfetto, coperto e lontano dalla strada.
Si fermò appena dietro una scogliera, la sabbia finissima entrava
dolcemente nelle loro scarpe, il mare mormorava quietamente poco distante.
Hanamichi rise.
“Qui, amore?”
Kaede annuì.
Hanamichi rise ancora, felice.
“Ma mi hanno detto che è scomodo …..”
E si stese sotto di lui, sorridendo.
*
Fu il giorno dopo mentre Hanamichi passeggiava verso il mare con Akagi,
Kogure e Mitsui.
Svoltarono l’ angolo nel giardino dell’ albergo per incontrarsi con gli
altri all’ ingresso ed il numero quattordici dello Shohoku inciampò contro
qualcuno.
Riavutosi dalla sorpresa Hisashi alzò lo sguardo sul palo dove aveva
sbattuto.
E si disse che lì a ******** avevano dei pali strani, tutti denti e
capelli.
Poi guardò meglio mentre Hanamichi esclamava.
“Ehilà, Sendoh!!Che ci fai qui?”
Hisashi lanciò un ultimo sguardo verso il play del Ryonan e sorrise.
Non lo ricordava così ben messo da gettarlo quasi a terra.
La prossima partita sarebbe stata interessante.
“Sakuragi –kun....siete tutti in vacanza?”
“Oh sì, beh, il nostro capitano ..mh ex-capitano ..ha invitato me e Kaede
assieme a tutta la squadra, siamo qui per passare qualche giorno insieme
prima della separazione definitiva….sai che Kogure ha passato l’ esame d’
ammissione alla ****?”
“Wow!Congratulazioni!”
Kiminobu, per l’ imbarazzo, si nascose dietro alle proprie lenti coperte
da un lieve appannamento ed arrossì intensamente.
“E tu?Che ci fai qui?”
“Sono in vacanza come voi, proprio in questo albergo, siamo arrivati
stamattina…”
“Tu e la tua squadra?”s’informò Mitsui
“No, io ed i miei genitori… ah, che vergogna, speravo di non incontrare
nessuno di mia conoscenza, ma a quanto pare….sapete com’è, con l’ andare
avanti dell’ età i miei si lamentano che non passo molto tempo con loro,
che sono distante, che sentono la mancanza di un vero figlio …i soliti
ricatti…e così eccomi qui…”
“Che cuore d’oro..”rise Hanamichi
“Ehi tu..”minacciò scherzosamente Sendoh
Hanamichi sorrise di rimando, con meno esuberanza
“Dicevo sul serio, piacerebbe anche a me venire in vacanza con..”
Ma s’ interruppe.
Un ricordo troppo doloroso lo fece tacere.
Tutti sapevano e ricordarono, un fastidioso silenzio si venne a creare.
E Kaede decise di fare la sua parte, almeno per rispetto al suo koi.
“Ho saputo che il Ryonan ha problemi, mancano validi elementi …”buttò lì
per cambiare argomento
“No, assolutamente, cosa te lo ha fatto pensare…?”
Mitsui colse al balzo, intuendo.
“Eh eh, sappiamo che ti hanno fatto capitano, tutto qui…”
“Tsk, che coppia di deficienti ….Sakuragi –kun dì qualcosa a quella gran
‘volpe’ del tuo ragazzo…”
Hanamichi si limitò a ridere, guardando dolcemente il suo koi.
Negli occhi anche un ringraziamento per quanto fatto prima.
Dopo poche altre battute lo Shohoku si risolse ad invitare Sendoh a
passare la mattina con loro e tutti insieme scesero in spiaggia,
sistemandosi sotto gli ombrelloni.
*
Era ancora presto, la temperatura dell’acqua non era invitante per Kaede e
quando Hanamichi disse di volersi tuffare lui, dagli occhi come quel mare,
scosse la testa, dicendogli pure di andare.
Immediatamente Akira si offrì di accompagnarlo, era appena arrivato ed
aveva un gran voglia di farsi una nuotata.
Rukawa non li guardò neppure correre verso la riva.
Non aveva nulla da temere da Sendoh.
Quando tutta la loro storia era cominciata Akira era stata una delle poche
persone dalla mente straordinariamente aperta.
Era ancora quel periodo in cui Hana e Kae stavano insieme per protesta,
ben prima degli sviluppi più seri di tutto il loro rapporto.
Ed avevano pensato, quando erano stati visti insieme da Sendoh, che
sbalordire anche la ‘concorrenza’ non sarebbe stato poi male e così
avevano subito rivelato a lui il tipo di relazione che li legava.
Quello che Kaede non si sarebbe mai aspettato era stata la sonora pacca
sulla schiena che aveva ricevuto.
‘E bravo Rukawa…allora alla fine è proprio vero, chi disprezza compra..’
Sì, aveva detto più o meno una cosa del genere.
Poi aveva sorriso a Sakuragi.
Gli aveva fatto le congratulazioni.
Le aveva fatte anche a lui.
Aveva sorriso di nuovo ed era andato via.
Ricordava solo che lui e Hana si erano guardati, lì, al parco, di nuovo
soli dopo la breve interruzione ‘Sendoh’ e si erano messi a ridere dicendo
che era incredibile.
Insomma, non aveva proprio nulla di cui preoccuparsi, nonostante ancora
non avesse capito se Akira era etero, bisessuale o solo gay.
Poco importava.
Erano ben altre le persone dalle quali guardarsi.
Poco dopo anche alcuni della squadra entrarono in acqua mentre Hanamichi e
Sendoh scomparivano fra le onde del canale.
*
Si era fatto tardi, il sole batteva, infuocando la sabbia con i suoi raggi
d’ oro.
Era quasi metà mattina, un po’ di più forse.
Rukawa si sollevò dalla sdraio sulla quale si era appisolato e si
stiracchiò per bene.
Faceva più caldo, adesso poteva anche prendere in considerazione l’ idea
di farsi un bagno.
Uscì da sotto l’ ombrellone e si diresse sulla riva, scrutando l’
orizzonte alla ricerca di una capigliatura rosso fuoco bagnato.
Ma non lo vide.
Entrò allora in acqua.
In fondo era dispiaciuto che questa sua avversione per l’ acqua fredda lo
tenesse lontano da Hanamichi.
Era sempre qualcosa che avrebbero dovuto condividere.
Avrebbe voluto accontentare il suo sguardo ed andare a nuotare lontano con
lui, soli, prima che il mare si riempisse di gente e voci.
Forse davvero un giorno avrebbe fatto questo per lui ed anche altro.
Migliorare per Hanamichi.
Un tempo poteva sapere di debolezza, invece adesso, adesso era anche un
suo desiderio.
Perché era questo il bello di Hana, ci sono persone per le quali fai
grandi sforzi, ma tutto sembra niente, non notano la differenza, non
capiscono i tuoi sacrifici, non li apprezzano, li danno per scontati e la
frustrazione prende possesso di te ...e non hai più voglia di cambiarti
per gente così, ma Hana……….. Hana è diverso, nota tutto e lui lo chiamava
persino do'hao....accidenti, fossero tutti do'hao come lui....coglie
ogni cosa,
anche la minima differenza e ringrazia sempre, capisce e sorride, sorride
così tanto e così bene da farti sciogliere il cuore e lo puoi solo amare
quando ti sorride così...
Ripromettendosi quel cambiamento per lui Kaede si diresse quindi verso
Ryota ed Ayako.
Chiese loro dove poteva trovare Hanamichi, se lo avevano visto o avevano
visto Sendoh.
Fu Mitsui ad indicare di averli visti prendere il largo dietro gli scogli.
Rukawa prese allora a nuotare in quella direzione.
Fece il giro del primo banco di scogli che trovò, ma non li vide, così,
osservandosi intorno, riprese a nuotare.
Li vide poco distanti, riconobbe con un sorriso i capelli rossi del suo
koi e prese a nuotare verso di loro, per raggiungerli.
Fu solo per istinto che si fermò poco lontano, non visto.
Hanamichi era salito su uno scoglio basso e vi si era appoggiato contro
con il ventre, mentre dietro di lui saliva anche Akira.
Erano entrambi in piedi, pressati contro la parete di quella roccia che li
nascondeva alla vista di chiunque altro, tranne Kaede.
Trattenendo il respiro Rukawa li sentì parlare.
“Sendoh, sbrigati, si staranno chiedendo dove siamo finiti, accidenti…”
In risposta Akira bloccò il rosso contro lo scoglio, spingendolo verso la
roccia.
“Sakuragi un attimo…aspetta…fammi trovare la posizione per non cadere…”
“Porca miseria, fai presto, non ce la faccio più”disse ancora Hanamichi
Akira lo spinse ancora, mettendogli una mano su di un fianco, tenendolo
fermo.
“Mi raccomando piano Sendoh...piano o mi farai male.......”
“Un attimo di pazienza…allarga un po’ di più le gambe …”
“Piano”lo sentì gemere ancora Rukawa
Poi vide solo Akira muoversi improvvisamente e sentì, pochi istanti dopo, il
grido di dolore del suo Hanamichi.
Il cuore gli batteva all’ impazzata nel petto.
“Cazzo…Sendoh..ti avevo detto di fare piano..”
“Scusami, ma ho pensato che fosse meglio farlo veloce, così senti dolore
una volta sola, scusa non ho potuto far di meglio, è dannatamente grosso
‘sto coso”
“Mmh, grazie del pensiero....aspetta, fammelo toccare…”
Sakuragi portò una mano dietro, sfiorando il corpo di Akira e si lasciò ad
un’ esclamazione sorpresa, quasi ammirata.
“Kami quanto è grosso, hai ragione…”
Rukawa non attese altro e fuggì via, nuotando come un folle.
Il sangue gli scorreva così veloce e denso nelle vene e la testa gli
martellava così forte che per un attimo si sentì venir meno e pensò di
affogare.
No, non sarebbe mai morto così, con gli occhi pieni della visione del suo
ragazzo che lo tradiva.
Raggiunse la spiaggia senza fermarsi, correndo quasi e senza dire una sola
parola raccolse le sue cose e tornò verso l’ albergo, con la morte nel
cuore.
*
Hanamichi rientrò nella stanza che divideva con la sua kitsune.
Voleva chiedere spiegazioni e quella volpe lo avrebbe dovuto ascoltare.
Era scappato via senza dire niente a nessuno e lui si era preoccupato da
morire.
Appena aperta la porta non fece nemmeno un passo che lo cercò con lo
sguardo.
Lo vide chino sulla sua valigia, intendo a riporvi dentro quel poco di
vestiti che aveva tirato fuori in quei giorni.
Entrò, avvicinandosi.
“Kaede…cosa stai facendo?”
In risposta Rukawa chiuse la zip della borsa con furia.
Il rumore lacerò l’ attimo di sospensione che si era creato.
“Dove vai?”chiese allarmato Hanamichi, vedendolo avanzare con la borsa
verso la porta
“Vado via, a quanto pare hai trovato il modo di divertirti anche senza di
me…”
“Ma che ti prende?Solo perché sono andato a nuotare con Sendoh non mi
sembra il caso di fare tutte queste storie…”
Kaede si voltò, fulminandolo con uno sguardo così risentito e triste che
Hanamichi si sentì gli occhi pieni di lacrime senza sapere perché.
“Se tu ci fossi andato solo a nuotare sarebbe un conto”disse e sembrò
gridare per quanto la sua voce vibrò di rabbia.
E non aspettò risposta.
Strinse la cinghia della valigia e se ne andò.
*
Akira camminava tranquillamente nel corridoio.
Dato che sia Kaede che Hanamichi erano spariti, Akagi aveva chiesto a lui
il favore di rintracciarli per ricondurli in spiaggia.
Mitsui si era offerto di accompagnarlo, ma lui aveva declinato.
Non sapeva che tipo di rapporto avevano le due ex-matricole dello Shohoku
con gli altri, sinceramente era meglio per tutti evitare situazioni
imbarazzanti.
Se lui avesse sorpreso i due piccioncini a letto o in altre ‘piacevoli’
circostanze non sarebbe certo rimasto traumatizzato, come si chiamava,
Kogure ecco….sarebbe morto sul colpo, per esempio.
Sorridendo Akira si disse quindi che era compito suo.
Mentre avanzava, per nulla di fretta, con le mani nelle tasche e l’aria
scanzonata vide da lontano Rukawa.
Notò immediatamente la rabbia nei suoi movimenti e la valigia in mano.
Lo salutò allegramente, alzando una mano.
“Ehilà, dove vai?”
Kaede si fermò al suono della sua voce e s’ irrigidì.
Sollevò uno sguardo quasi nero su Akira e lo fissò negli occhi.
A Sendoh sembrò quasi di poter leggere in quelle polle informi un odio
così profondo da far male.
A testa alta, con l’ultimo briciolo di orgoglio Kaede mormorò soltanto.
“Vi ho visti agli scogli, tu e Hana”
Per un attimo Akira pensò di aver sentito male.
Poi, splendidamente, sorrise.
“Ah, bene, e perché non sei venuto a darci una mano?”
Si udì un suono strano, come di qualcosa che si rompe ed il pugno partì in
automatico.
Sendoh si ritrovò steso sul pavimento senza neanche rendersene conto,
mentre dal fondo arrivava di corsa Hanamichi.
Rukawa li guardò un altro attimo e poi se ne andò.
“Ma che significa....ASPETTA!!!!”gridò Hanamichi, cercando di fermarlo
Si abbassò verso Akira per aiutarlo a rialzarsi.
“Sendoh, ma che gli hai detto?”
“Niente, l’ho salutato e poi …SBAM…si può sapere che gli è preso?”
“Cazzo, non lo so nemmeno io ….ha fatto le valigie e se ne è andato, che
razza di volpe cretina, senza una spiegazione, non ho nemmeno capito cosa
ho fatto di male..”
“A me ha detto di averci visti agli scogli…stamattina”disse Akira
massaggiandosi la guancia in fiamme
Insieme Sakuragi e Sendoh ripercorsero gli eventi di quella mattina.
L’arrivo in spiaggia, la nuotata, gli scogli.
“...e dopo tu hai esclamato 'Kami quant' è grosso' ancora mezzo
dolorante.......pensa se Kaede fosse arrivato in tempo per sentire solo
questa frase......”rise Sendoh, spensieratamente
Cadde il silenzio.
“Akira?”
“Sì?”
“.....credo proprio che Kaede abbia sentito solo questa frase...ha visto
te dietro di me e ha fatto due più due…… oh Kami!!Che pasticcio!!”mormorò
disperato Hanamichi, rendendosi infine conto di quanto potesse
sembrare equivoco quel loro dialogo
Akira prese a ridere come un pazzo, asciugandosi le lacrime agli occhi.
“Cavolo hai da ridere!!!Dannazione, proprio quella frase doveva
sentire!?”sbottò il rossino
“Guarda che se anche avesse sentito il resto non sarebbe andata meglio, ad
un certo punto ti ho persino chiesto di allargare le gambe …..”
“Aargh, è vero!!!!Akira dobbiamo fare subito qualcosa!!”
*
Kaede attendeva il treno alla stazione.
Il sole era alto nel cielo, ma lui sentiva quasi freddo e la pietra della
panchina sulla quale sedeva era come il suo cuore.
Gelida e pesante.
Nove mesi buttati, nove mesi di amore finto.
E pensare che proprio l’ altra sera avevano respinto insieme le avances di
quei due e poi …poi …proprio con un loro amico..Hana…
No, non ci voleva pensare, non ci voleva credere.
Mentre la voce metallica annunciava le imminenti partenze Rukawa si sentì
chiamare.
Era Sendoh.
Non lo degnò di un secondo sguardo e tornò a fissare le rotaie.
“Rukawa..io..”
“Vattene, prima che io decida di buttarti sotto il prossimo treno….”
E non scherzava, non scherzava affatto.
Akira si avvicinò.
“Non c’ è tempo per questo adesso, Sakuragi si è sentito male dopo che te
ne sei andato, lo abbiamo fatto stendere sul letto, ma non riprende
conoscenza, chiede di te Rukawa, devi andare da lui…”
Il cuore di Kaede ebbe un sussulto.
Hana?
Che stava male?
Non si mosse.
Nonostante tutto gli urlasse di far presto, di tornare da lui.
“Presto Rukawa!Non c’ è tempo!Dopo potrai fare quello che vuoi, andare
dove vuoi, ma per favore prima aiutalo….diceva che non gli importava di
niente, che voleva morire….io non so cosa fare….stava chiamando il tuo
nome….!”
Con uno scatto Kaede guardò Akira e corse via, di nuovo verso la pensione.
Non sapeva perché lo stava facendo.
Non sapeva se avrebbe mai perdonato davvero Hanamichi.
Non sapeva niente.
Solo che lo amava da impazzire e che non lo avrebbe lasciato nel momento
del bisogno.
Insieme i due ragazzi raggiunsero l’edificio, entrarono di corsa e Kaede
si lanciò per i corridoi, verso la camera che fino a poche ore prima aveva
diviso con il suo ragazzo.
Sendoh lo seguì, aprì la porta con le chiavi che aveva in tasca e spinse
Rukawa dentro.
Nella penombra della stanza dalle tende tirate Kaede non vide nessuno.
Poi un rumore alle spalle lo avvertì che qualcuno aveva chiuso la porta a
chiave.
Si voltò di scatto, lasciando cadere a terra la valigia e lo vide.
Il suo Hana.
Sensualmente appoggiato alla porta, le chiavi in mano.
Lo osservò riporle nella tasca posteriore dei jeans e poi lo fissò in
viso.
“Che significa?Non stavi male?”chiese, furioso
In risposta Hanamichi iniziò a spogliarsi.
Il primo bottone dei pantaloni e poi la cerniera.
“Perché?”chiese Kaede, distrutto
“So che non capiresti con le parole adesso..”
Ma Kaede si tirò indietro mentre il ragazzo dai capelli rossi avanzava
verso di lui.
“No!Sbagli se credi che mi lascerò comprare dal tuo corpo…!Fammi andare
via, voglio andarmene, dammi le chiavi!”
Hanamichi sembrò ridere e si girò, dandogli la schiena, ordinandogli di
guardare.
Guardare cosa?
Kaede si sforzò per l’ ultima volta di fare quanto gli era stato detto e
lasciò scorrere gli occhi su quel corpo che da tanto tempo era diventato
la metà del suo.
Che così tante volte aveva accarezzato, toccato, baciato.
Si sentì spezzare il cuore al pensiero che lui e Sendoh non avevano fatto
che ingannarlo per tutto quel tempo….
Poi, all’ ultimo istante , si soffermò su una zona di pelle arrossata che
prima non c’ era mai stata.
La riguardò per pura curiosità e vide che si espandeva attorno ad un unico,
piccolo foro ormai richiusosi, profondo e bluastro.
“Stamattina – iniziò Hana – io e Sendoh abbiamo nuotato oltre gli scogli e
poi abbiamo deciso di salirci per fare qualche tuffo, così mi sono
avventurato per primo, ma mentre mi avvicinavo un’ onda mi ha sbattuto
verso un masso sommerso dove un dannatissimo riccio di mare stava
dannatamente attaccato….ho sentito un male cane e Sendoh è corso a
vedere….così sono salito sullo scoglio e lui si è accorto che avevo un ago
bello lungo infilato nella coscia, lì,dove puoi vedere anche tu, appena
sotto il sedere….così gli ho chiesto di levarmelo perché bruciava da
impazzire…Sendoh è salito dietro di me e lo ha tolto…poi me lo ha fatto
vedere….non ci crederesti mai ….era enorme….accidenti a lui, mi fa ancora
male tutta la gamba…”
Incredulo Kaede ascoltò in silenzio tutta quella spiegazione e nel momento
di silenzio che si venne a creare dopo ripensò alle frasi che aveva
sentito.
Le rielaborò e le interpretò alla luce della convincente e dimostrata
storia che Hanamichi gli stava raccontando e dovette sedersi sul letto.
Il ragazzo dagli occhi nocciola ebbe il rispetto di non dire altro e si
avvicinò a Kaede, sedendosi accanto a lui, cingendogli le spalle con un
braccio.
Rukawa si appoggiò a lui e chiuse gli occhi.
Nonostante la vergogna di aver frainteso il cuore gli scoppiava di
felicità al pensiero che Hanamichi non lo aveva mai tradito.
Che erano ancora l’ uno dell’altro.
Soltanto ed unicamente.
Con un gesto improvviso si tirò contro Hanamichi e lo baciò.
Impulsivamente, con foga.
Poi lo lasciò e pianissimo si fece sfuggire
un
“Mi dispiace..”
“Non importa….non so cosa tu abbia sentito …né cosa tu abbia visto, ma ti
giuro, ti giuro che non potrei mai darti un dolore così grande …la tua
fiducia vale tanto per me…ricordalo..”
E lo baciò a sua volta, sprofondando con lui nella tenerezza di quel
contatto amato.
“Bene… – disse quindi Hanamichi – mi vesto e raggiungiamo gli altri…ti
va?”
Kaede sembrò riflettere un attimo poi guardò il suo koi e scosse la testa.
“Vieni qui..”
Hanamichi si avvicinò.
Cos’altro c’ era adesso?
Si sentì ghermire e stringere.
Rotolò con lui sul letto e vide di sfuggita il suo sorriso malizioso.
“Dato che sei già quasi nudo…”
“Pensi bene di completare l’ opera?”
Kaede sorrise e lo baciò sul collo, facendolo gemere.
“No, ci staranno aspettando…quando sei andato via avevo mandato Sendoh a
dire loro che non ti sentivi bene e che io ero con te…”
Kaede lo tacitò con un altro bacio rubato e non volle sentire ragioni.
Prese ad accarezzargli una coscia e gli chiese se fosse quella a fargli
ancora male.
Lo massaggiò un po’, occupandogli la bocca con giochi di lingua sempre più
passionali.
E poco dopo lo ebbe, con foga, con desiderio.
Senza controllarsi.
Nel silenzio poi si stesero vicini.
“Potremo tornarci noi su quegli scogli …”propose Kaede
“Volpe hentai”fu l’ immancabile riposta
*
Il giorno seguente Hanamichi uscì dalla propria stanza per primo.
Casualmente incrociò Sendoh.
“Beh – sorrise – non mi chiedi se alla fine abbiamo fatto pace?”
Akira gli rimandò un fulgido esempio di ampio sorriso e rispose a voce
alta, così che anche Kaede potesse sentire dietro la porta socchiusa.
“Oh, ma io so che avete fatto pace, vi ho sentiti tutta la notte fare
pace….”
Hanamichi s’ imporporò vistosamente.
“Sendohhhhh”
“E anche mezzo albergo vi ha sentiti fare pace…”
“Sendoooohhhhhhhhhhhhhhhhh”
A
che servono i ricordi quando si ha davanti l’eternità ?
*
Passeggiavano mano nella mano da almeno un quarto d’ ora ed era sempre,
ogni volta, una sensazione fantastica ed inebriante.
Vi era anche un po’ il fascino del proibito certo, ma era soprattutto un
unione di cuori fra compagni d’amore.
Piaceva molto ad entrambi quell’espressione trovata una mattina su un
giornale.
Compagni d’amore.
Uguali forse, ma comunque compagni.
Amare l’altro come sé stesso.
Sapeva di promessa eterna.
E nella mente, durante quella mattina prima della partenza, questo pensiero
aveva un sapore fresco e felice.
Hanamichi strinse forte la mano del suo koi e lo cercò con lo sguardo.
Lo avvolse in un caldo sorriso e riprese a passeggiare con lui.
Erano le sei e mezzo di mattina della giornata in cui le loro vacanze
finivano.
Sarebbero rientrati nel pomeriggio tardo ed avrebbero ricordato per sempre
quei giorni meravigliosi e speciali.
Ricordi.
Con il sottofondo musicalissimo del mare sulla battigia si baciarono.
Kaede lo strinse fra le braccia come fosse la cosa più preziosa che avesse
mai visto e al tempo stesso lo teneva contro di sé con forza, quasi
temesse di vederlo scomparire fra i flutti.
Era così inebriante sentirsi tanto desiderati.
Ripercorsero a ritroso la strada appena fatta e nell’ uscire sulla strada
tutta imbiancata di sabbia sotto il cielo pulitissimo e terso, tanto
luminoso da far male agli occhi, Kaede si chinò a raccogliere un soffione
e lo porse al suo ragazzo.
Sapeva che li amava.
Hanamichi lo prese in mano e soffiò, spargendo al vento i piccoli
petaletti grigi e si volse verso Kaede.
“Kitsune, kitsune…adesso ne verranno su tantissimi…su tutto il prato….”
“Tanti piccoli soffioni, per la tua gioia…”sorrise Rukawa
“Prima saranno fiori e poi diventeranno soffioni, kit, non lo sapevi?”
“Che tipo di fiore ?”
“Tarassaco o come lo chiamano i bambini ‘piscialletto’ per il colore
giallo forse….”
“No, non ci credo….i soffioni sono in realtà quei fiori gialli ?Do’hao, non
prendermi in giro…”affermò a braccia conserte
Hanamichi gli lanciò un’ occhiataccia.
“Se non mi credi guarda qui – disse prendendo in mano un fiore giallo semi
appassito – vedi? Le foglie secche poi cadono e quelle che si ripiegano
fanno aprire la parte inferiore che contiene tutti i piccoli petali grigi
e pelosi…”
“Nh…hai ragione do’hao..”affermò Kaede osservando da vicino il fiore con
aria curiosa
“Certo che sei proprio una kitsune ignorantona…”lo schernì affettuosamente
Hanamichi
Kaede gli tirò una ciocca per ripicca e s’ incamminò.
Costeggiarono il muretto di pietre calde a fianco al marciapiede deserto,
il mare rumoreggiava sempre, da lontano.
“Però è una bella cosa…”esordì d’ un tratto Hanamichi
“Nh?”
“Mi piace come quei piccoli fiori riescano, in un certo qual modo, a vivere
anche quando sono completamente sfioriti.. resistono fino alla fine…..”
Silenzio.
Mentre approfittando della loro vicinanza Kaede prendeva di nuovo
la mano del suo koi per stringerla nella propria.
“E tu Kaede, mi amerai fino alla fine?”chiese quindi Hanamichi volgendosi
verso di lui
“La fine di cosa?”
“Dei tuoi giorni, dei miei …non so….”
“Quanto sei sciocco, do’hao….eppure lo dici spesso, pensavo lo
sapessi……….quando uno come me ed il do’hao s’ incontrano ..è per sempre…….”
Fine
Natsu significa estate.
In questa fic, in cui ho messo davvero il cuore, ho parlato di
quello che rappresenta per me l' estate.
Di quello che io e forse anche altri fanno quando arriva la
stagione calda..insomma ..tutto quello che mi tornava in
mente...così...^__^
La grammatica e la mancanza apposita di punti alla fine delle
virgolette sono una mia scelta precisa, oddio, penso che l' avessero
capito più o meno tutti quelli che mi conoscono, ma visto che la mia beta
mi ha dato lo spunto ho deciso di mettere quest' avvertenza anch'io.
*Questa frase merita una spiegazione…quando Sendoh pucci sorride immagino
che scopra molti denti, esibendosi in quello che viene comunemente
definito ‘sorriso a trentadue denti’ adesso per rendere l’idea di che
sorriso smagliante Joey abbia rivolto ai due puccini pensate solo che è
riuscito a scoprire un dente in più di Sendoh!!!!!!!!
Da Mel, come promesso, una ficcina per l'estate, dopo Vetrine che
commemorava l' inverno eccone un' altra per un ' altra stagione..per farmi
perdonare se ogni tanto tiro fuori nc-17/x e per contenere le minacce di
morte che ogni tanto, ad intervalli regolari, mi arrivano...
Dedica speciale ad Akemi che ha passato le vacanze con me, Kami
sama, se l' avessimo fatto apposta non ci sarebbe riuscito.....^___^
A tutte le ragazze con cui ho condiviso la gita alle Cinque Terre,
per tutte le risate e gli attacchi di hentaite acuta, per non essere
riuscite a levarci dalla testa Hana e Ru nemmeno per un minuto.
E per i freni della macchina di Chika.^__=
Eccola, come promesso Naika, sperando ti renda un po' di voglia, tutto
qui...
Un bacio
a tutte, Mel
Ed
ovviamente l' angolo degeneratico(quello che, nonostante tutto, riesce
sempre bene)
I capelli bagnati di Hana, il ventilatore sotto cui dormire, i piedi nudi
sul pavimento di tutti la casa, i campi di grano lontani.
Leggasi in realtà:
I capelli bagnati di Hana, il ventilatore sotto cui dormire con lui, i
piedi nudi e pure tutto il resto, quando Hana girava mezzo spogliato per
casa per il caldo…ah sia benedetta l’estate….i campi di grano biondi come
i suoi occhi di miele……
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