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My vision

parte XII - After: Subaru

di Kourin


Subaru esitò qualche istante prima di lasciare la maniglia, infine si avviò lungo il corridoio, verso l’ascensore. Appoggiò la schiena contro una delle pareti ricoperte di legno e lentamente si lasciò scivolare a terra, fino a poggiare la fronte contro le ginocchia e circondare gli stinchi con le braccia.
Tremava, in realtà più per ciò che aveva fatto che non per quello che aveva subito. Aveva colpito il suo nemico con tutta la sua forza e aveva provato *piacere* nel farlo, pur sapendo che l’altro non sarebbe stato in grado di gestire un’onda emozionale tanto forte. Si morse le labbra, soffocando un singhiozzo. Seishiro non avrebbe potuto spingersi oltre lo strato più superficiale del suo spirito e anche se avesse potuto non sarebbe stato tanto sciocco e arrogante da farlo davvero, e le mani, le labbra, quel corpo possente contro il suo non erano stati altro che diversivi per distrarlo da ciò che stava cercando, qualunque cosa fosse…questo Subaru lo aveva capito e lo aveva volutamente ignorato …perché era stanco di essere ciò che era ai suoi occhi…perché era caduto in trappola e aveva accettato la sua sfida. Facendo ricorso a tutta la volontà che gli rimaneva si alzò e si diresse verso l’ingresso del palazzo, un passo dopo l’altro, maledicendo l’impulso che gli urlava di tornare indietro, aprire quella dannata porta e finire quello che aveva cominciato.
Tese una mano ma le dita si poggiarono lievi sul vetro freddo della porta. Se fosse tornato indietro in quel momento avrebbe potuto piegarlo, averlo per sé fino alla fine… eppure prenderlo a quel modo sarebbe stato…socchiuse gli occhi, non trovando nemmeno un termine che potesse descrivere la vacuità di un rapporto costruito a quel modo. Spinse la porta con un sospiro stanco, rassegnato; aveva avuto un’opportunità eccezionale e ne avrebbe anche approfittato, se non avesse avuto la certezza che ridurre una creatura fiera come un Sakurazukamori a una sorta di animale domestico lo avrebbe disgustato più dell’idea stessa di farlo. Respirò profondamente l’aria notturna poi chinò la testa e ridacchiò, le mani affondate nelle tasche dell’impermeabile. Negli ultimi tempi si trovava a fare i conti con aspetti del suo carattere che non aveva nemmeno sospettato di avere, soffocati per anni da un’educazione rigida e dalla sua inguaribile timidezza. Chissà, se Seishiro lo avesse conosciuto bene come credeva forse si sarebbe stancato di lui.
Cominciò a camminare lungo il marciapiede, soprapensiero fino a che fu distratto da un movimento al suo fianco. Un enorme cane dalle orecchie pendule gli chiese sfacciatamente un po’ d’attenzione poi tornò ai piedi della padrona, seduta su una panchina sotto un lampione. La ragazza gli regalò un largo sorriso, incurante dell’espressione gentile ma fredda che si era affrettato ad indossare non appena aveva compreso chi fosse.
“Pensavo che la tua padrona avesse capito che deve ignorarmi.”
Lei sorrise divertita, per nulla sorpresa, né infastidita dal suo tono asciutto.
“ Infatti! Io tengo d’occhio solo lui, tu sei un…hmm…incidente di percorso...sì, proprio così.” ridacchiò, vivace, gli occhi illuminati da un lampo di furbizia “Ma se facciamo quattro chiacchiere nessuno dei due avrà da ridire, non credi?”
Subaru scrollò le spalle, sconfitto. Non aveva voglia di conversare, tuttavia non voleva nemmeno mettere nei guai una ragazzina...Tomoe non sembrava una padrona indulgente.
“Quindi non mi libererò di te.” constatò pacato.
La ragazza rise e si alzò per poi inchinarsi rispettosamente.
“Mi chiamo Yukiyo, piacere!” sorrise “Ma immagino che non mi dirai nemmeno il tuo nome.”
“No, infatti.”
Subaru passò oltre e la ragazza gli si affiancò dopo pochi passi. Lo avrebbe volentieri preso sottobraccio per provocarlo un po’, ma non le parve dell’umore adatto per quello scherzo sciocco.
“Allora?” sbottò il ragazzo.
Yukiyo incrociò le dita dietro la schiena e rise di nuovo, guardando davanti a sé.
“Ahhhhh guarda che non ci casco, sai…fare lo scontroso non ti servirà a niente, tanto ho capito che tipo sei.”
Subaru si fermò, corrugando la fronte. In effetti quella ragazza aveva un’aria familiare, eppure non riusciva a ricordare dove l’avesse vista (1). Si coprì gli occhi con una mano, impallidendo. La ragazza lo tirò dolcemente verso una panchina, facendolo sedere.
“Ohhhhhh ma che diavolo avete combinato, eh porcelloni?!”
Subaru le gettò una strana occhiata, poi si coprì la bocca con una mano e cominciò a ridere Yukiyo socchiuse gli occhi, attenta alle sfumature di quella risata bassa. Il Drago del Cielo sospirò per calmarsi, dopodiché tornò a guardarla.
“Ti rivolgi così anche a Tomoe?”
“Non sono mica stupida…” borbottò lei.
“Già...così sembra.”
Yukiyo gli si sedette accanto, poggiando le mani in grembo, con un piglio un poco più grave..
“Il fatto è che la mia padrona è molto contrariata…non che le importi di chi Sakurazukamori-san porti nel suo letto, figuriamoci…”
“Non sono mai entrato nel suo letto.” ribatté lapidario Subaru, con un tono privo di inflessioni.
Gli occhi della ragazza si sgranarono, tondi come due tazzine da caffè.
“Ahhh?! Stai dicendo…che lo fate solo in piedi?! Oppure in...”
Il capo dei Sumeragi alzò una mano per zittirla, sorridendo appena, a testa china.
“Seishiro apprezzerebbe il tuo senso dell’umorismo…” constatò mesto.
“Sakurazukamori-san *apprezza* il mio senso dell’umorismo.”rettificò lei, quindi divenne seria e sospirò profondamente “Va bene, basta, ho capito…in realtà...”
Subaru la zittì di nuovo con un semplice cenno della mano.
“Lascia parlare me.” disse pacato, la voce carica di amarezza “ Chiariamolo una volta per tutte…io per lui sono niente, nulla più di un gingillo con cui ingannare il tempo…quando si sarà stancato di me mi ucciderà e questo è tutto.”
Yukiyo storse la bocca in una piccola smorfia.
“Sakurazukamori-san mi ha detto la stessa cosa.”
“Perché è la verità.”
La ragazza si passò una mano fra i capelli scuri.
“No, non lo è…come ti dicevo la padrona è irritata dal fatto che tu sia l’unico punto fisso della sua vita.” si morse il labbro inferiore “Intendo dire che se è vero che sta giocando con te lo sta facendo da troppo tempo. Sakurazukamori-san rompe in fretta i suoi giocattoli, in pochi minuti…con te sono passati anni, me lo ha detto lui stesso…e questo è molto strano, concedimelo.”
Subaru scrollò le spalle.
“E’ una questione molto più complicata di quanto non sembri…e per il tuo bene non entrarci più del dovuto.”
La ragazza ridacchiò ancora.
“Voi dite le stesse cose...nello stesso modo gentile e freddo…”
Si alzò in piedi e intrecciò le dita dietro la schiena.
“Non capisco…” sospirò “ E per stasera è chiaro che è inutile che continui a importunarti.”
“Cosa dirai alla tua padrona?”
La ragazza voltò il viso, guardandolo da sopra una spalla.
“Quello che ho visto…Sakurazukamori-san che è tornato con il suo amante sulle spalle, la barriera e il tempo passato, tu che sei uscito da quel palazzo con l’aria di uno che torna dall’inferno...ecco riferirò questo.”
“Hm.”
Yukiyo socchiuse gli occhi, un angolo della bocca piegato all’insù.
“Non ho alcun potere spirituale,sai... riesco a malapena a percepire un kekkai di difesa potente come quella di un Sakurazukamori… è per questo che lui sopporta la mia presenza, per lui non rappresento nemmeno un fastidio.” chinò la testa “Altrimenti mi avrebbe già fatta a pezzi come tutti quelli prima di me…”
Subaru trasse un respiro profondo, stanco.
“Così non otterrà nulla. Seishiro non può ucciderla, per ora, ma questo non la metterà al sicuro per sempre; se continua ad irritarlo si metterà in una situazione senza uscita. Un Sakurazukamori non può appartenere a nessuno, dille di impararlo in fretta.”
Il Drago del Cielo si alzò in piedi e affondò le mani nelle tasche dell’impermeabile.
“Buonanotte.”
Yukiyo si inchinò educatamente, mormorando un saluto poi lo guardò allontanarsi, misurando con attenzione ogni suo movimento. Piegò le labbra in un sorriso malizioso. Il presunto amante di Sakurazukamori-san era davvero bellissimo, non gli si poteva certo rimproverare la preferenza che gli accordava. Sbuffò e si voltò a guardare il palazzo. Le finestre dell’appartamento erano ancora illuminate ma ormai l’ora era troppo tarda perché l’assassino uscisse di nuovo e a giudicare dallo stato dell’ “amante” non ne avrebbe nemmeno avuto la voglia; il ragazzo era sfinito, tuttavia non aveva addosso l’odore dell’assassino, tranne un lieve sentore di colonia sugli abiti e si stava allontanando camminando con movimenti fluidi e consueti…Il servitore del Sakura non poteva essere un amante delicato, per lui sarebbe stato impossibile, e forse davvero tra quei due il sesso non ricopriva tutta l’importanza che invece gli attribuiva Tomoe. Incrociò le braccia sul petto.
D’altro canto era anche vero che per sopravvivere anni alle attenzioni dell’assassino quel ragazzo doveva avere dato qualcosa di prezioso in cambio e il suo corpo e la sua bellezza non erano certo una merce di poco conto; inoltre tra loro c’era sicuramente un rapporto intimo, visto che quel ragazzo lo chiamava per nome con tanta naturalezza. Sbuffò di nuovo. Non capiva che razza di rapporto potesse esistere tra quei due, c’erano troppi punti oscuri, da cui entrambi le avevano suggerito di stare alla larga. Restava il fatto che se avesse dato loro retta, Tomoe avrebbe provveduto a ricordarle anche troppo bene da chi prendeva gli ordini. Camminò avanti e indietro alcuni minuti, indecisa e infine si avviò verso il palazzo.

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(1) Yukiyo compare in “Confessions” e si diverte a mettere un poco in imbarazzo Subaru ^_^