I personaggi sono
proprietà dei rispettivi autori etc. etc.
My vision
parte VII -
Reflections
di
Kourin
Dalla sua posizione
privilegiata, al di là dei limiti delle loro percezioni, Hokuto osservava
soddisfatta e divertita la strana scena che si stava svolgendo sotto i
suoi occhi. Non avrebbe mai pensato che una donna come Tomoe potesse
comportarsi in un modo tanto stupido. Ridacchiò. Una simile scenata di
gelosia era l’ultima cosa che si sarebbe aspettata da lei. La reazione di
Seishiro invece era stata fin troppo contenuta, ovviamente per non
mostrare a Subaru più dello stretto necessario.
…“E comunque non
potrai continuare a fare sempre ciò che vuoi! ”…
La ragazza scosse la
testa e rise ancora, con discrezione. Tomoe doveva essere fuori di sé per
dire una sciocchezza simile.
“Hm?”
Si sporse in avanti, le
dita intrecciate dietro la schiena, piacevolmente incuriosita. Ormai
conosceva Seishiro tanto bene da poterne prevedere quasi ogni mossa, perciò
non si stupì né si preoccupò quando lo vide trascinare con sé il suo adorato
fratello, ma la piega delle sue labbra si velò di tristezza quando il
Sakurazukamori abbandonò ogni prudenza avvicinandosi Subaru
…”Non sono
ancora venuti a dirti che è arrivato il momento di fare il tuo dovere nei
confronti del clan?”…
Si lasciò sfuggire un
sospiro. C’era un che di profondamente ironico nel fatto che due come loro,
così diversi, si trovassero ad affrontare gli stessi problemi e a prendere
la stessa decisione. Le motivazioni di Subaru erano chiare, avrebbe
preferito morire piuttosto che sacrificare un’altra vita all’altare
dell’onore di famiglia. Gli avevano rubato l’infanzia, l’adolescenza e tutti
i suoi sogni…nonostante la nemmeno troppo velata delusione con cui sua nonna
la guardava e il senso di inadeguatezza che aveva provato per anni, Hokuto
si era sempre resa conto di godere di una libertà che suo fratello si
sarebbe solo potuto accontentare di sognare. Seishiro, invece, preferiva
mostrarsi indifferente ai problemi della successione, anche se l’innata
avversione per Tomoe sembrava dimostrare il contrario. Piegò all’insù
un angolo della bocca quando lo vide poggiare la fronte sulla spalla del
fratello. Era così umano in quel momento, più insicuro di quanto lui
stesso non avrebbe mai voluto ammettere e indifeso di fronte alla
consapevolezza che cominciava timidamente ad insinuarsi nella parte più
profonda dei suoi pensieri.
“Eh eh…sì, bravo,
così.”sussurrò divertita quando vide il suo gemello carezzargli la nuca con
una familiarità tanto insolita.
Se avesse potuto sapere
ciò che lei vedeva con tanta facilità gli sarebbero bastati solo pochi
istanti per mutare il destino di quell’immensa, fragilissima e crudelmente
effimera dedizione che altrimenti sarebbe stata l’amore di Seishiro. Si
morse il labbro inferiore. Il modo di amare di un Sakurazukamori era
qualcosa che andava al di là di qualsiasi comprensione umana, un misto di
sacrificio, egoismo e ribellione. Un raffinato, atroce modo di suicidarsi.
Sospirò piano. Sarebbe stato così facile in quel momento…se Subaru
avesse osato fare ciò che desiderava da sempre, se avesse poggiato le labbra
sul suo viso, sulla sua bocca, le pareti nere dietro cui il Drago della
Terra aveva sempre confinato il nucleo più profondo di sé si sarebbero
irrimediabilmente crepate. I dubbi erano il peggior nemico dei sicari del
Ciliegio, come anche la percezione di essere umani, quella consapevolezza
che si poteva nascondere da qualche parte nella coscienza ma che non c’era
modo di estirpare o di nascondere per troppo tempo. Nessun Sakurazukamori
era sopravvissuto tanto quanto Seishiro, nessuno era stato tanto forte da
sopportare così a lungo la solitudine e il rimorso che l’Albero era così
abile a cancellare…ma mai del tutto. Tornò a guardare i due uomini più
importanti della sua vita, così vicini eppure separati da un abisso fatto di
paura, timidezza e incomprensione, eppure destinati l’uno all’altro da
sempre; e questo il Sakura lo aveva realizzato già da tanto tempo e ne era
spaventato, al punto da sussurrare continuamente nella mente del suo
servitore ogni volta che i due nemici si incontravano. Ma la corda per
Seishiro ormai era diventata troppo corta e la fine dell’era già
predestinata. Le forze opposte che reggevano il mondo si sarebbero
scontrate, fuse, annientate e poi sarebbero rinate in forma diversa…qualcun
altro avrebbe assunto il ruolo dei Sumeragi così come anche l’Albero avrebbe
dovuto eleggere una nuova famiglia su cui esercitare il suo dominio e questo
lo irritava, addirittura intimoriva, perché il suo ultimo servitore poteva
perfino essere tanto forte da sfuggire alla sua influenza.
La risata nervosa di
Seishiro attraversò l’aria e lei avvertì chiaramente il mormorio strisciante
del Sakura che gli ordinava di sottrarsi all’emozione che gli aveva pervaso
la coscienza. Ridacchiò. Ogni giorno la sua influenza su di lui si faceva
più debole eppure, nonostante possedesse ogni ricordo di Seishiro, non
l’aveva ancora trovata tra di essi. Piegò all’insù un angolo della bocca, Il
Destino sapeva essere beffardo perfino con i demoni come lui.
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