Alle amanti di Kogure e Mitsui.

A chi mi aveva chiesto di fare una fic su di loro.

A Toby, che ancora mi sopporta. Per ogni scodinzolio.

Alla mia Coda di paglia, perché adoro quando fa le fusa.

A Hymeko, Naika, Nausicaa, Cioppys e a tutti i ff writers

                                              che mi hanno fatto ridere o commuovere con una furry.

 


My fidelity -epilogo-

by elyxyz


POV di Kogure.  


Tre settimane dopo.

 

“Mi vuoi dire dove mi stai portando?” chiede, per la millesima volta, da uomo impaziente qual è.

“Ovviamente no!” -è la mia risposta scontata.- “Quando arriveremo, capirai.”

“Ma abbiamo preso una linea che non conosco! Dove va questo treno?!” ritenta.

Proprio non demordi, eh?!

“Alla periferia di Kanagawa. Ed è l’unica cosa che ti è data di sapere.” E’ il mio sibillino responso.

Lui grugnisce il suo dissenso, ma ci bado poco.

Mi ringrazierai, vedrai… magari non subito… ma lo farai.


“La prossima è la nostra fermata.” annuncio, alzandomi dal sedile.

Mitsui mi imita, guardandosi intorno, cercando di carpire qualche informazione utile, ma con scarsi risultati, data sua espressione delusa.

Allora cerco di distrarlo, chiacchierando un po’.

“Hai recuperato gli appunti di chimica?” chiedo, tanto per fare conversazione.

“Sì, grazie….” –mugugna- “Quello stronzo di Terashima voleva silurarmi….”

“E si sa che tu e la chimica non andate esattamente d’accordo…” -ironizzo io.- “Il prof. era proprio convinto di coglierti impreparato… e sinceramente, neppure io pensavo che te lo saresti fatto venire in mente…”

Si mette a ridere: “Neanch’io!!... ma mi è andata bene…” E fa una smorfia birichina.

Lo guardo un po’ confuso… e lui lo nota.

“Nh!... non me lo ricordavo proprio il nome di quel colorante… odio gli esperimenti di chimica tintoria….”

“E come hai fatto?” chiedo curioso.

“Ho guardato verso di te che ti sistemavi il colletto della divisa…”

“E…….?!”

“E ho pensato che era nera… nera come il Dianix Black…”

“E ti sei salvato in corner….” –sorrido- “Sono felice di averti aiutato, anche se involontariamente!”

“Il nero mi ha portato fortuna!!” e si mette a ridere…


Usciamo dalla stazione.
Non siamo molto lontani dal centro di Yokohama, eppure qui c’è molto verde, e silenzio.

Sembra un paesino piccolo, invece è solo un’appendice del nostro grande agglomerato urbano.


Controllo l’indirizzo segnato in un bigliettino, incamminandomi.
Mitsui mi segue, curiosando con lo sguardo qua e là.


Camminiamo solo per una decina di minuti, per una strada secondaria semideserta, che costeggia un immenso campo coltivato.

E’ ancora un’oasi di pace, questa.

Lui mi scruta, con una muta domanda negli occhi.

“Siamo quasi arrivati.”
So che volevi sapere questo.

Come a conferma delle mie parole, arriviamo ad un bivio.
Ora tocca te scegliere il tuo futuro.

Mi fermo, voltandomi.
“Hai tre possibilità tra cui scegliere: puoi tornare indietro, adesso, da dove siamo venuti, e continuare la tua vita di sempre… come se niente fosse.”

Mi ascolta, serio. Ha capito che non sto scherzando.

“A destra,” – indico con la mano- “in quella costruzione, c’è un grande canile, con tante razze diverse…. Sono tutti cani abbandonati, cuccioli o vecchi.”

Lo vedo sgranare gli occhi, prendendo atto della mia iniziativa.

“Lì, invece, oltre quel cancello, c’è l’allevamento di Retriever di cui ti ha parlato anche la Mishima , me lo ha dato lei, l’indirizzo.” Spiego.

Hisashi sposta lo sguardo da una parte e dall’altra, visibilmente incerto, forse un tantino spaventato.

“Ma se decidi di entrare lì,” –guardando il rinomato centro di selezione- “e di prenderti un Golden o un Labrador, devi giurarmi che non lo farai MAI accoppiare con Fidelity…. E’ l’unica cosa che ti chiedo.” Ingiungo serio.

Lui scoppia a ridere, smorzando la tensione: “Non la puoi proprio soffrire, eh?!” esclama.

Dal primo secondo in cui l’ho vista.

“E’ la cagna della tua ragazza… mica deve stare simpatica anche a me…” sbotto un po’ infastidito.

“E pensare a quante feste ti fa, ogni volta che ti vede!!! Non la smette di annusarti… ha una vera predilezione per te….” Elenca lui, per sfottere.

“Sarà un amore a senso unico.” -Rispondo io, con un mezzo sorriso.- “Si rassegnerà.”

Anche lui ne conviene. E poi torna a fissare le tre direzioni.

Ci pensa solo un attimo, e poi mi dà una pacca sulla schiena:

“Andiamo, va’!”

Approvo la tua scelta.


Da quasi un’ora stiamo percorrendo tutti gli stretti corridoi del rifugio.
In tutte le gabbiette ci sono tante bestioline.
Alcune sollevano il musetto, quando ci avviciniamo, altre dormono, e altre iniziano ad abbaiare e a mugolare.

Non è una scelta facile, lo so.

La volontaria che ci accompagna, ci ha raccontato tante storie tristi sugli ospiti di questo canile.
Storie di sofferenza, di maltrattamenti più o meno crudeli, e di abbandono.

Mi si stringe il cuore, a vedere quelle povere bestie ridotte così.

Almeno qui hanno cibo, e qualche coccola.
Ma sono in tanti.

…e in fondo, chiedono solo un po’ d’amore.


La carrellata potrebbe proseguire all’infinito, ma ad un tratto Hisashi si blocca, e io gli vado a sbattere contro.

“E quello??” chiede, indicando un cagnolino medio, meticcio, con un folto pelo nero, accucciato in un angolo in una gabbia, stranamente da solo.

“E’ arrivato ieri.
Il padrone era un anziano barbone, che è morto d’infarto…
E’ ancora scombussolato dalla perdita, per questo non è stato messo con gli altri cani…”

Mitsui è lì che lo fissa, da oltre la rete.

Il cane si sente osservato, e alza per un attimo il muso, verso di lui, per poi riposarlo stancamente sulle zampette.
Ma continua a tenere il contatto visivo con quell’umano sconosciuto.

Hisa mi cerca per un istante, e mi rendo conto che sto annuendo.
I suoi occhi brillano.
Ha deciso.

“Potrei adottare questo?!”

“Certo!” è la felice risposta della ragazza, mentre già apre il cancello del box.

Il cane sembra un po’ stordito, ma non eccessivamente spaventato. La volontaria gli parla con dolcezza, per calmarlo. Poi aiuta Hisashi a presentarsi all’animale.

Passiamo il pomeriggio d’ambientamento, e verso sera siamo finalmente pronti per portare a casa il nuovo inquilino.

Il veterinario del canile ci ha detto che è una bestia sanissima e appena vaccinata; ci ha dato vari suggerimenti, e ci ha raccomandato di coccolarlo tanto, perché ne ha un immenso bisogno.

E io ho le prove che Hisachan ha grandi scorte di affetto… l’ho sperimentato sul mio pelo…


Il cane ci segue, lungo la strada, e sembra bendisposto verso il suo nuovo padrone.
Gli ci vorrà del tempo, certo.
Ma si sta già affidando a lui.

E sono sicuro che diventeranno inseparabili.

“Ha già un nome?”

“Non sono riusciti a scoprirlo.”

“Come lo chiamerai?!”

“Beh… è nero.” riflette lui, guardandolo.

“Black?!” suggerisco io.

“No…... Dianix!” esclama, con una smorfia furba.

“Stai scherzando, vero?!” soffio incredulo.

“Neanche per sogno!... E’ un nome che mi piace.. è originale.. e  mi ha portato fortuna ieri… chissà che non sia di buon auspicio anche per me e lui…” si augura.

“Il nome di un colorante…” ripeto scettico.

Lui gongola, per questa sua genialata.

Speriamo bene…


“Mi aiuterai ad addestrarlo?”

“Come, prego?!”
devo aver capito male…

“Vorrei che tu mi aiutassi ad educarlo…” ripete.

 “Queste proposte non dovresti farle alla Mishima??” –mi ha preso in contropiede, lo ammetto- “E poi mi hanno detto che con Kim te la sei cavata più che egregiamente…”

“Kira è troppo indulgente, guarda come alleva Fidelity!!”

-Ah!… allora è colpa sua… Non della cagna scema…-

“Kimi-kun… Tu sai come partire dalle basi… Kim era già addestrato, mentre questo non è più cucciolo, certo, ma non credo che nella sua vita da strada fosse stato molto addomesticato…” immagina lui.

Non mi aspettavo una richiesta così da te.
Mi hai sorpreso.
Lo ammetto.

Non vorrei che fraintendesse il mio silenzio….

“E sia. Ti dirò cosa e come fare, ma ti avverto: dovrai armarti di tanta tanta pazienza!”

Lo vedo annuire:
“Ti va bene se iniziamo da lunedì, dopo gli allenamenti?”

“Ehm… veramente ho un impegno… facciamo il giorno dopo?”

“Ok….  Ma non mi dire che devi vedere Ayano!”

“Beh, sì….” E’ la mia risposta titubante…

“Comincio ad esserne geloso…. Non è che mi abbandoni, e diventa lui il tuo migliore amico, vero?!” piagnucola.

“Scemo…” -e sorrido.- “Avrai la mia fedeltà, per sempre.” Lo rassicuro.

“Ultimamente, passi quasi più tempo con lui, che con me!!” è la sua protesta.

“Forse perché io non ho una ragazza con cui investire ¾ del mio tempo libero?” ipotizzo, ironico.

“E così lo investi con un bel ragazzo!!” -provoca lui.- “Non è che stai cercando di dirmi qualcosa, veeerooooo???” mi punzecchia.

“Io e il nostro kohai siamo SOLO amici” ribatto serio.

Per ora.

“Però è un bel ragazzo…” fa notare lui.

“Beh… anche un cieco ti darebbe ragione!”

Ha un fisico veramente ben modellato, inutile negarlo.

“E’ intelligente, educato e molto sensibile…” –riprende ad elencare, contando sulle dita- “Ed è un secchione come te…”

“Abbiamo molti interessi in comune… e non ci vedo nulla di male se anche a lui piace studiare…” ribatto un po’ piccato.

“Oh… siete una razza in via di estinzione, voi eruditi….” Mi canzona, ghignando.

“Taci, pecora!!” e gli faccio la linguaccia.

Mi ritrovo un suo braccio intorno al collo, e lui, con fare cospiratore, che mi sussurra all’orecchio:

“Se Ayano vuole farti la corte……. ha la mia approvazione…” decreta.

Io arrossisco, non posso impedirmelo.

“Ma non c’è niente tra me e lui!!”
perché mi batte forte il cuore?

Mitsui ignora la mia obiezione.
“Ma se ti facesse soffrire, gli romperei ossicino per ossicino, parola mia.” Ed è serio.

Il respiro mi si blocca in gola.

E’ una strada pericolosa, questa.
Scappa, Kiminobu, finché puoi.

“E così Anzai ti sbatte fuori dalla squadra….” Cerco di sdrammatizzare.

“Oh… no, che non lo farà!” –ed è certo, di questo- “E’ per una buona causa….” Si giustifica.

“Sarà!…. ma è meglio non sperimentare…”

“Nh…”

“Fidati di me…” lo rabbonisco.

“Seriamente…. –riprende lui- secondo me, tu gli interessi…”

“E da cosa lo avresti capito, di grazia??” chiedo, adesso curioso.

“Da come ti guarda!!” sembra ovvio.

Ah sì??

“E la tua sensibilità, in queste cose, è risaputa….” -Lo prendo in giro io.- “Ti ricordo che sei stato l’ultimo della squadra ad accorgerti che Ru e Hana stavano assieme… E non è che lo tenessero nascosto…. Ci mancava poco che appendessero gli striscioni!”

Rinfrescata la memoria??

“Beh… ma è solo perché allora ero meno ricettivo… adesso che sono innamorato, riconosco i segnali…” borbotta col broncio.

“Grazie della dritta… lo terrò a mente…”

“Ma… potrebbe piacerti?” –indaga lui- “Sembra creato apposta per te…” suggerisce.

“No.”

Non al momento.
Più avanti, chissà.

Gli devo una spiegazione, lo so.

“Non sono ancora pronto per innamorarmi davvero.”
-Di nuovo.

Quando smetterò di sognare il tuo profumo, allora, chissà…-

“Ma quando succederà, sarai il primo ad avere l’onore di sapere chi è il fortunato, o la fortunata…”

Perché allora vorrà dire che il mio mondo avrà ripreso a girare.
E che la mia stella polare non avrà più il tuo nome.


Hisashi sorride: “Spero succeda presto.”

“Anch’io.”

Ma non tanto presto.


Dianix abbaia, sentendo il fischio del treno in stazione.

Mitsui si china e lo accarezza, per tranquillizzarlo.

Incomincia un nuovo ciclo di vita.
Un nuovo inizio.


Guardo fuori dal finestrino, si sta facendo buio.

Le parole di Hisachan mi ritornano in mente.

Non è ancora tempo per ricominciare, ma…

...magari la mia ‘persona speciale’ non è poi così lontana…magari è già sulla mia strada.

E non posso impedirmi di sorridere, a questo pensiero.


Una falce di luna crescente sembra sorriderci da lassù.

Se potessi, scodinzolerei.

 

-Owari-


Disclaimers: Kogure, Mitsui, Hana e Ru non mi appartengono, purtroppo…
Un grazie a N, per averla corretta, malgrado i tanti impegni…
Un abbraccio a Mel, che ha atteso paziente.

Il Dianix® Black è un colorante per tessuti, utilizzato in campo tessile, che esiste realmente.
E’un marchio registrato, distribuito in Italia dalla DyStar. Quindi non mi appartiene in nessun modo. Nel citarlo, non vi è alcuna forma di lucro o qualsivoglia speculazione da parte mia.

La frase finale della storia è anche una simpaticissima vignetta del disegnatore Patrick Mc Donnell, ma questo io l’ho saputo solo dopo averla scritta… se non ci fosse la mia mentore, resterei ignorante su molte cose… ^____^’’

NOTA: a titolo informativo, l’uso delle lettere maiuscole, delle minuscole e la punteggiatura in generale di questa fic, non sempre rispetta le regole imposte dalla Lingua Italiana. E’ una scelta consapevole, la mia, per assecondare una sorta di armonia interiore.... chiamatela “licenza poetica”, oppure ignoratela....

Se decidete di mandarmi C, C & C, mi trovate al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it


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