Alle amanti di Kogure e Mitsui.

A chi mi aveva chiesto di fare una fic su di loro.

A Toby, che ancora mi sopporta. Per ogni scodinzolio.

Alla mia Coda di paglia, perché adoro quando fa le fusa.

A Hymeko, Naika, Nausicaa, Cioppys e a tutti i ff writers

                                              che mi hanno fatto ridere o commuovere con una furry.

 


My fidelity 5

by elyxyz


POV di Kogure.  

 

Stasera Mitsui è in ritardo.
Anche sua madre continua a guardare l’ora, e gli allenamenti sono già finiti da un pezzo.

Sto cominciando a preoccuparmi, quando sento la chiave girare nella toppa.

Lui entra in cucina, con un sorriso di scusa, posando un sacchetto sul ripiano.

Io gli scodinzolo festoso, non mi ha ancora salutato.

Con lo sguardo mi cerca e, quando mi trova, noto una piacevole espressione serena sul suo viso.

Sono ancora qui, sì.
Ancora per un po’.

“Si può sapere dove sei stato, fino a quest’ora?” è la lecita domanda di sua madre.

Anch’io gradirei saperlo.

“Sono andato a comprare queste!!”

-esclama orgoglioso, estraendo dal pacchetto tre scatole di cibo per cani.-

“Uscendo da scuola, ho incontrato una mia kohai, una brava ragazza, che mi ha consigliato di dare a Kim questo cibo, garantendo che la sua cagnetta ne va pazza…” sembra quasi giustificarsi.

Adesso mi usi anche come pretesto per rimorchiare la Mishima ??

“Così mi ha accompagnato in un pet-shop, e ho allungato un po’ la strada…”

Mi sta venendo mal di stomaco…

“Hai visto che ho pensato a te, Kim?” si gira verso di me, gongolante.

Gli occhi cominciano a bruciarmi.

Ocaasan prende l’apriscatole dal cassetto e mi versa nella ciotola il suo contenuto.

Ha un odore disgustoso.

Ma devo sforzarmi… in fondo è stato un gentile pensiero, il suo.
Voleva farmi felice….

E adesso sono lì, tutti e due, ad aspettare un responso.
Neanche dovessi superare l’Esame di Stato.

Chiudo gli occhi e affondo nella scodella.

Fa schifo.
Già masticare il primo boccone è una tortura.

Rialzo il muso, e loro lì, impazienti di capire se ho gradito.

Mi sento da schifo.
Il più grande maleducato del mondo.
E la mia cultura giapponese acutizza sensibilmente il mio senso di colpa.

Mi spiace, Hisashi, ma non ce la faccio.

Chiamami ingrato, se vuoi…

Mi allontano dal cibo dopo il terzo boccone.
Mi si è chiusi lo stomaco.

Madre e figlio mi guardano scettici, con la palese speranza di capire cosa è sfuggito loro.

“Non ti piace?” chiede un po’ deluso.

Sinceramente?
…Neanche un po’.

“Chissà come mai….?” Riprende scontento.

Credimi, Hisachan….
Non è perché te l’ha dato lei.. o, almeno, non solo per quello….

Non mi piace proprio…

“Non tutti i cani hanno gli stessi gusti, figliolo… o forse non ha fame, stasera…” –Ocaasan tenta una mediazione conciliante- “Lasciamogliela lì un altro po’… se non la mangia, vuol dire che non è di suo gradimento…”

Lui annuisce, finalmente più sereno.

Quello che mi ha dato da mangiare finora tua madre, mi andava più che bene… Che bisogno c’era di strafare??

E io mi sento nuovamente in colpa.


Hisashi va a togliersi la divisa per andare a correre.

E’ inutile che lo segua, tra poco usciremo.

Così mi accuccio vicino al tavolo, in paziente attesa.

“Psss.. Kim!” -bisbiglia sua madre- “Vieni qua…”

Nh?!... perché parla così piano??

Giro intorno al tavolo, e ritrovo, affianco alla mia scodella con la schifezza, un’altra ciotola con il solito cibo.

I miei occhioni si dilatano dalla sorpresa.
Grazie, signora Mitsui…

Lei mi sorride materna, e io le scodinzolo di rimando, grato di quest’inaspettata soluzione.
E affondo il muso dentro, stavolta con gusto.

Prima che Hisashi ritorni, fa sparire ogni traccia del nostro piccolo segreto, ammiccando complice.

Io non farò la spia…. Giuro.


In men che non si dica, siamo fuori in strada, con lui che ha già scordato il mio ammutinamento.

Raggiungiamo la spiaggia, stasera deserta.


Mi accorgo subito che, oggi, lui è un po’ più affaticato del solito… probabilmente Akagi ci ha dato dentro…

I campionati sono alle porte, ormai.

Anche io sono elettrizzato da quest’evento…. Per fortuna che abbiamo in squadra Sakuragi, altrimenti questo mio stop forzato per una settimana sarebbe un grosso guaio per tutti…

Mi mancano gli allenamenti, il resoconto degli scores, gli schemi di gioco da elaborare col Capitano… mi manca il parquet.


Hisachan si dirige verso la battigia, rallentando il passo.

Sei davvero stanco, stasera.

Poi, stranamente, si ferma, si sfila le scarpe e arrotola i pantaloni della tuta, fin sopra il ginocchio.

L’inseparabile tutore spunta dal tessuto.


Mi avvicino, curioso.

Che vuoi fare?

Lui riprende a passeggiare, ma stavolta affondando nell’acqua fredda.

Non è l’ora dei bagni improvvisati, testone!

Ad un tratto si gira, e inizia a schizzarmi l’acqua addosso.

Ehi! Ma… è fredda!!!

Inizio ad abbaiare, di rimando.

E lui ride.

Vuoi giocare?...
E sia.

Gli giro intorno, spruzzandogli l’acqua di mare contro, con la mia folta coda ben inzuppata.

Ma invece di dargli fastidio, sembra quasi piacergli…

Ha smesso di farsi scrupoli, adesso, e ne raccoglie a piene mani, rovesciandomelo sul pelo.

Brrrr…

Ah, sì?!.... Hai voluto la guerra???... e guerra avrai!!!

Con uno slancio, mi sollevo sulle zampe posteriori e atterro su di lui, sbilanciandolo.

In un tonfo, finiamo entrambi seduti a terra… in mare… completamente zuppi.

Ops…

Ma lui mi sorride, anziché arrabbiarsi, e mi spettina apposta la pelliccia.

“Ok, Kim…. Abbiamo fatto un bagno fuori programma, ma adesso dobbiamo correre a casa… altrimenti, chi la sente la mamma?!”

Annuisco, concorde, seguendolo verso il bagnasciuga.

Amore…me la concedi un’ultima cattiveria?!

Mi avvicino a lui di soppiatto, e gli scrollo addosso il pelo intriso d’acqua….

“Ma Kim!!!” protesta.

E io mi fermo, in risposta.

I cani possono sorridere diabolici?

“No… NO!!” mi implora lui.

Oh, sì… invece!!!

E gli scarico l’ultima doccia pelosa della giornata.

….

Sembriamo due profughi.
Sua madre sta meditando di non farci entrare in casa.

E avrebbe ragione…

Alla fine, forse mossa a pietà, Ocaasan mi asciuga alla meno peggio, con uno strofinaccio, e senza nemmeno capire come, mi ritrovo in garage, dentro ad una tinozza con tanta calda schiuma soffice.

Hisashi mi sta massaggiando il pelo, con le mani e con una spugna a forma di papera gialla…

Mi stai facendo il bagnetto!!!

“Dobbiamo togliere la sabbia e la salsedine dalla pelliccia, altrimenti diventerai brutto… e noi non vogliamo questo, no?!” mi spiega paziente.

Mai desiderato altro…

“Ho come l’impressione che ti piaccia… come mai stai tanto buono e fermo??”

Ehm…. blush

“Wof!”

E lui ride, felice.

Ma sono davvero io a donarti tutta questa serenità?

Mi fa uscire dal catino, e mi porta sotto l’idrante con cui annaffia il giardino, per sciacquarmi.

Stavolta è più previdente; perché, mentre mi scrollo, si allontana da me.

E poi mi tampona il manto con delicatezza…


Sento cessare questo piacevole movimento, e Hisakun si risolleva, sparendo dentro casa.

Un attimo dopo, mi ritrovo un minaccioso phon davanti la punta del naso, e lui che sorride….

Scordartelo.

Saresti capacissimo di cuocermi.

Io tento una poco dignitosa, ma di sicuro utile, fuga…. Ma lui mi blocca, in un angolo, applicando il diffusore di sua madre sopra l’aggeggio che sarà la mia tortura…
E lo accende al massimo.

“Cai!” io ci provo….

“Su…su! Non fare tante storie… non avere paura…” -mi rabbonisce lui.- “Non fa male, vedi??” prova a spiegarmi, mettendoselo davanti alle mani.

Non è di lui che ho paura… ma di te!

Oh, Kami!!

Mi vuoi mettere anche i bigodini??

Mi si riavvicina, e per fortuna il suo buonsenso lo accompagna, perché diminuisce la potenza dell’asciugacapelli.

Io ci voglio provare a pazientare… ma scotta!!

“Cai! Caiiii!!!”
Abbassare quella cazzo di temperatura??


“Ok.. ok. ci rinuncio, hai vinto tu!” proclama alla fine.

Oh, bene…. Sia ringraziato Kami…

Finalmente mi posso rilassare, certo che il peggio sia passato.
E solo ora noto che lui è ancora tutto zuppo, dal nostro tuffo in mare, e che ha preferito curare me, anziché dare la precedenza a sé.

“Mi faccio una doccia e poi finiamo il trattamento di bellezza, ok?!” e mi fa l’occhiolino.

Qua…qua.. quale trattamento di bellezza??!!

Ma perché sento puzza di guai?!


Alla fine mi sono sdraiato in veranda, fuori da camera sua.
Aspettando paziente che anche lui si sistemi.

Mi ci voleva proprio un bel bagno….

La sua mano mi richiama all’attenzione, in un movimento tutto suo.

Me lo ritrovo seduto di fianco, solo con i pantaloni del pigiama addosso.

Ti non avevo sentito arrivare….
cosa succede, adesso?

Da una busta simile a quella dell’odioso cibo, estrae una spazzola per cani.

Mi stai viziando troppo….

E mi attira a sé, dolcemente, facendomi accucciare tra le sue gambe, mentre lui inizia a spazzolare contropelo.

Mi fai venire i brividi… e non credo siano di paura…

Mai, come in questo momento, mi sono rammaricato che i cani non sappiano fare le fusa come i gatti.

Mi piacerebbe farti sentire quanto mi sta piacendo tutto questo, quanto bene ti voglio, quanto sei importante per me.
Che sei tutto per me.

Vorrei dirti “Ti amo”, ma a modo dei cani…


Mi fai girare sulla pancia, lisciando bene il pelo lungo delle zampe, massaggiando i polpastrelli, delicatamente, e poi la coda, piano piano, come se avessi paura di farmi male.

Attento, Hisashi… potrei abituarmi a tutto questo…

“Se bello vuoi apparire… tanto tanto devi soffrire!” –cantilena lui- “Penso che 100 colpi di spazzola possano bastare, no?!”

Se sono tutti così, fammene almeno 1000.

La mia pelliccia si è quasi completamente asciugata, e solo ora mi accorgo che il profumo che sto emanando…

…è il tuo.

Hisachan…. Hai usato il tuo shampoo…

I miei sensi canini lo distinguono bene, e io lo conosco da molto tempo, questo sapore inconfondibile.

Mi annuso piano il pelo, aspirandone una gradevole boccata.

“E’ buono, vero?!” mi dici, apprezzando la mia curiosità.

“Bau!!”

Eh, già. Il migliore.

E scodinzolo, pieno di felicità per questa nuova, piacevole premura.
Mi risollevo, arrivando all’altezza del suo viso, ora che è seduto, e non posso resistere..

“Mi fai il solletico, Kim! Basta, dai!!!”

Avanti… non fare scena, che tanto lo so che ti piace…

E senza quasi volerlo, mi ritrovo davanti la sua cicatrice, sul mento.

Non resisto.
Una lappatina dolce.
Una sola.

Ben diversa da quelle giocose di poco fa.

Questa vuol dire altro…

E strofino il mio muso contro il suo collo, il suo calore è quasi intossicante, come il suo profumo, che ora è anche il mio.

Se non posso avere un domani migliore di adesso, lasciami così per tutta l’eternità.

…continua.

 

Disclaimers: Kogure, Mitsui, Hana e Ru non mi appartengono, purtroppo…
Un grazie a N, per averla corretta, malgrado i tanti impegni…
Un abbraccio a Mel, che ha atteso paziente.

NOTA: a titolo informativo, l’uso delle lettere maiuscole, delle minuscole e la punteggiatura in generale di questa fic, non sempre rispetta le regole imposte dalla Lingua Italiana. E’ una scelta consapevole, la mia, per assecondare una sorta di armonia interiore.... chiamatela “licenza poetica”, oppure ignoratela....

Se decidete di mandarmi C, C & C, mi trovate al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it


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