Alle amanti di Kogure e Mitsui.

A chi mi aveva chiesto di fare una fic su di loro.

A Toby, che ancora mi sopporta. Per ogni scodinzolio.

Alla mia Coda di paglia, perché adoro quando fa le fusa.

A Hymeko, Naika, Nausicaa, Cioppys e a tutti i ff writers

                                              che mi hanno fatto ridere o commuovere con una furry.

 


My fidelity 2

by elyxyz

POV di Kogure.  

“Scordatelo!… Non può restare qui.”

“Ma mamma!!! Lasciami fare un tentativo, no?!”

-La faccia della signora Mitsui non mi dice niente di buono…-

“Ti sto dimostrando che sono cambiato! Questa è l’occasione buona per farti vedere che so prendermi le mie responsabilità!”

L’atmosfera non è delle più felici, temo.

“Hisashi…-ribatte lei, in tono rassegnato- “sei riuscito a far morire d’inedia tutti i pesci dell’acquario…”

“Solo perché non mi dicevano di avere fame…” Risponde lui, arrampicandosi sugli specchi.
Dei! Che scusa penosa…

“Occuparsi di un cane -riprende paziente sua madre- “è molto impegnativo: richiede costanza e molte energie. Va educato, addestrato, curato... toglierebbe molto tempo al basket...”

Ecco un buon motivo per dissuaderlo!

Conosco già la porta, grazie...

Hisachan pare rifletterci un attimo, ma invece di darle ascolto, fa spuntare fuori il suo spirito combattivo.
Mi spiace debbano litigare a causa mia...

...

Alla fine, dopo una serie di compromessi, mi terranno in prova.
Il mio koi ha raggiunto un buon accordo.Ora spetta a me cercare di facilitargli la vita.

La signora Mitsui ogni tanto mi lancia un’occhiata tra lo scettico e il preoccupato... credo stia temendo per la mia sopravvivenza.

Facciamo così: io me ne sto buono buono in questo cantuccio... forse non entrerò nelle sue grazie, ma almeno non mi odierà più di adesso....
Magari la inquieta il fatto di sentirsi osservata, mentre pulisce casa.... mah.
Suo padre rientrerà stasera, chissà come la prenderà lui….

Non so ancora come, arriva l’ora di pranzo.

In un angolo, hanno deposto una ciotola con l’acqua fresca... ma di cibo, nemmeno l’ombra...

Ipnotizzato dalle movenze sicure della signora, intenta a preparare, affettare, cuocere e soffriggere diversi piatti, non mi sono neanche quasi accorto della presenza di Hisachan, appoggiato all’uscio, che mi fissa meditabondo.  


“Lavati le mani... è pronto in tavola” decreta l’instancabile massaia.

Ogni volta che mi fermo qui a cena, mi prepara sempre cibi deliziosi, semplici ma squisiti.
Hisashi è fortunato.
A me mancano molto i manicaretti di mia madre...  


I due si siedono a tavola, e io mi accuccio ai loro piedi, in attesa.
Di cosa, poi, non so nemmeno io.

D’un tratto, lui si alza, prende un contenitore un po’ vecchiotto, ma pulito e ci depone una porzione abbondante di riso.

“Per adesso, mangia questo!… Poi vado comperarti qualcosa di più adatto a te, ok?!”

Hisachan, per carità!!! Le crocchette puzzano in maniera indegna! Il riso va benissimo…

Ignorando la mia supplica, lui riprende a mangiare. E a me non resta che fare altrettanto.  


Dopo il pranzo, viene aperta la veranda che dà sul giardino e mi si ordina di uscire.

Probabilmente temono mi scappi la pipì su qualche costosissimo tappeto persiano...

Comunque, ne approfitto per sgranchirmi un po’ le gamb… zampe. Star fermo, per non essere motivo di disturbo, non è il massimo, neanche per un tipo tranquillo come me.  


“Mamma, credi sia il caso di cercare un veterinario? Pensi serva un controllo??”

Mi riavvicino ai due... sento puzza di guai...

“Non lo so… penso sia una femmina.. In ogni caso, se davvero hai intenzione di tenerla, niente cuccioli... la potremmo sterilizzare…”

Ste… steri… che?! Ma siamo impazziti??!!

Ok. Qui urge correre ai ripari... zompetto veloce verso l’acero al centro del giardino, mentre questi due attentatori alla mia virilità mi osservano curiosi.

Chiariamo il concetto, una volta per tutte!

Non so se i cani possono arrossire, ma ho già spudoratamente alzato la zampa posteriore verso il tronco.

Da qualche parte bisogna pur cominciare a marcare il territorio, no?!

I due si guardano per un attimo interdetti, poi concretizzano la sconvolgente scoperta:

“Non è una femmina!”

Sai che novità...

“Se fa morire le mie piantine perché ci fa la pipì sopra, sia chiaro, te ne assumerai la responsabilità!” -puntualizza lei- “e niente buche nel terreno per gli ossi, ok?!” E a noi due non resta che annuire, all’ennesimo divieto.


“Vieni qui, Inu!” E’ l’invito del mio koi.

Mi accuccio tra di loro, posando il muso sulle zampe, e sento scorrere sul mio pelo una grande mano; seguita, poco dopo, da una più minuta, esile, ma dolce.

-concedetemi un minuto di stupore-

E’ un andirivieni di calde carezze, il loro.
Rilassante. Rasserenante.

Sto quasi per addormentarmi, cullato da questo ritmico sfiorare, quando un nuovo dialogo rompe il mio idillio.

“Davvero, Hisashi, non so se lo possiamo tenere...”

“Credi che papà farà storie?” Ipotizza lui.

“No. non è per questo. Ma guardalo! E’ un cane sano, giovane, bello... guardagli il pelo... è troppo pulito per essere un randagio! Ed è un cane di razza pura, lo si vede benissimo. Non può essere stato abbandonato...”

“E se fosse scappato?! Magari lo maltrattavano...” ma, in fondo, neanche lui crede alle sue parole.

“Ma andiamo! E’ sanissimo…. Anzi, è stato tenuto fin troppo bene...”

“Forse è stato affidato temporaneamente alle cure di Ikeda-san… era davanti a casa sua…”

“Mah. Può darsi… ogni tanto le viene dato qualche animale, per un po’, se i proprietari non possono tenerlo...”

I loro sguardi si incupiscono un poco -“Figlio mio, questo cane ha già un padrone. Deve solo ritrovarlo. Magari lo stanno cercando ovunque... non è detto che rimanga con noi... se ti ci affezioni, ne soffrirai, e le separazioni sono sempre crudeli...”

Non posso evitare di incrociare lo sguardo del mio koi, che sembra chiedere a me, mentre ci fissiamo, le risposte a tutte le sue domande.

“Ieri, Kimi-kun mi ha detto che i cani sono fedeli. Sempre.

Che sono incapaci di tradire chi li ama e hanno una fiducia incondizionata verso le persone cui si sono legati.
Se questo cane ha già incontrato la sua ‘persona speciale’, ci lascerà, quando sarà il momento. Non lo tratterrò. Non sarebbe giusto. Deve tornare da chi lo rende felice. Da chi possiede la sua fedeltà.”

“Ti fanno onore, queste parole” -risponde lei, richiamando la mia attenzione.
I suoi occhi scrutano i miei, mentre sembra riflettere su qualcosa che non mi è dato di sapere.- “E anche le parole di Kogure sono alquanto sagge…”

Un po’mi stupisce che abbia apprezzato questo mio pensiero. La madre di Mitsui è una donna pragmatica. Poco incline ai sofismi.

Mi dà un’affettuosa grattatina dietro l’orecchio e il mio muso si inclina, inconsciamente, verso le sue esili dita.

“Devi grattargli dietro le orecchie o sulla pancia...” -spiega lei, con pazienza- “I cani ne vanno pazzi.”

Prima ancora di capacitarmene, le scodinzolo festoso, come per assentire alle sue parole.

Lei mi sorride, per la prima volta, veramente benevola.
Vorrei ringraziarla, non posso solo guardarla.

Sa leggere gratitudine nel mio sguardo?

Anche lei mi fissa, per un istante indefinito e sembra pensare.

“Tesoro, gli occhi di questo cane sono dolci, caldi.
Non so perché, ma mi sembra di conoscerli già, di averli già visti...”

“Anche a me, hanno fatto quest’impressione...”

Vuoi dirle che ti ricordano i miei?!

“Finché rimane qui, dovrò sapere come chiamarlo, quando farà disastri...”

“L’ho già scelto, mamma. Si chiamerà ‘Kim’”.

Fisso Hisashi, e il mio sguardo si dilata d’incredulità. di stupore.

Sua madre non sembra voler fare obiezioni; perché, dopo aver annuito col capo, rientra a casa in silenzio.
E intanto il pomeriggio, lentamente, scivola via.

….

Il padre di Hisashi si è dimostrato più comprensivo di quanto, in realtà, noi tutti credessimo. Probabilmente perché ama suo figlio più di come vuol dare a vedere, e il mio arrivo potrebbe essere una garanzia di nuova maturità.

Dal canto mio, mi sono imposto di fare il bravo, di non disturbare più del dovuto, e di aiutare, se possibile.  


I primi giorni scorrono via, senza particolari problemi.

Il signor Mitsui apprezza molto che io gli porti il giornale, quando è seduto in poltrona, dopo cena. Come l’altra sera, quando eravamo tutti riuniti in salotto.
Lui stava guardando il Tg, la mamma sferruzzava allegra e Hisachan mi grattava il pancino….

Ad un tratto, suo padre spegne la TV , e borbotta sul fatto che preferisce leggere il giornale.

Così, senza neanche pensarci, mi sono alzato, e sono andato all’entrata, dove so che vengono posizionati, ogni mattina, poi gliel’ho porto, posandoglielo sulle ginocchia.

Mi ha guardato un po’ stranito, a dire il vero, ma poi mi ha ringraziato, con una bella grattatina dietro le orecchie.

Mentre tornavo al mio posto, cioè tra le braccia del mio koi, il gomitolo di Okaasan è rotolato via da lei, e che ci vuole a riavvicinarlo, con una bella zampata?

Sia chiaro, non sono un gatto…. Io non faccio certi giochi idioti.

E mi sono nuovamente accucciato tranquillo, vicino a lui.
Magari potessi starci per sempre.

Solo che non mi sono accorto delle tre facce di fronte a me, e mi vien da chiedermi, per la millesima volta in questi giorni, se un cane si può comportare così. E dove ho sbagliato, se ho sbagliato!  


Anche stasera, zompetto felice nell’atrio, per prendere il quotidiano e posarlo ai piedi di Otoosan.
…. Mi piace rendermi utile….

Poco dopo, lui sbotta con un: “Questo cane è meno scalmanato di te!... guarda che bravo, com’è ubbidiente e servizievole….”

“Già” –rincara sua madre, in tono disilluso- “Dovresti imparare da lui un po’ di buone maniere….”

Hisashi mi scruta sbalordito, dopo aver fissato i suoi genitori…

“State scherzando, voglio sperare!” –ribatte stizzito- “ma se sono qui, buono buono….”

“Chissà che questo cane non addomestichi un po’ questo figlio selvaggio….”

“Ma mamma!!!” sbotta oltraggiato.

E i tre scoppiano a ridere, per questo scambio strano, per questo dialogo, che sa piacevolmente di novità.

E sono felice.
Per tutto questo.

Per lui.

Per questi due signori, che non chiedono altro che un po’ di serenità, con il loro figlio.

E la sera affonda nella notte, mentre una pallida luna crescente si affaccia all’orizzonte.

E’ già ora di andare a letto, domani c’è scuola, e gli allenamenti, e lo studio… adesso che il teppistello del mio cuore ha ripreso a rigare dritto, deve lavorare sodo per recuperare….

E così saluta i suoi, e si dirige in camera.
Io ovviamente lo seguo, come da prassi, ormai.

Ha rinunciato a farmi dormire fuori già dalla prima sera, quando ho messo in atto la mia più riuscita rappresentazione di occhioni luccicosi da cucciolo troppo cresciuto.

Io mi accuccio sul morbido tappeto ai piedi del suo letto, e lui si dirige in bagno, per prepararsi a dormire…

Mentre sbrodola lavandosi i denti, mi dice che domani andremo a correre anche di mattina, magari solo per mezz’ora… a me va bene ogni minuto che passo con te.

Hisashi esce dal bagno, e va a socchiudere la porta-finestra che dà sul giardino, lanciandomi un’occhiata significativa.

Ringrazio Kami di avere un folto pelo color champagne, a nascondermi, o lui vedrebbe quanto sono arrossito.

Adesso è previdente ma, la prima mattina qui, me la sono vista davvero brutta….

Quando mi sono svegliato, al mio solito orario, avevo un’impellente necessità di andare ai servizi… non è colpa mia, se ho bevuto troppo!!!

Così ho cercato di svegliarlo, mugolando piano, non potevo ridestare mezzo vicinato!
Ma nemmeno uno tsunami sveglierebbe Hisachan… e a me scappava tanto tanto….

Ho tentato inutilmente di chiamarlo, tirandogli la manica del pigiama, ma lui persisteva…

Alla fine ho capito che serviva un sistema drastico, ecco!

…Con un piccolo balzo gli sono atterrato sopra la pancia….  


Metodo forse un tantino energico, certo, ma di sicuro funzionale….

Lui si è svegliato di soprassalto, rischiando di farmi rotolare giù, ma gli è uscito solo un “Ouch!” strozzato.

Mi ha incenerito con i suoi splendidi occhioni adirati, per poi addolcirsi in un:

“Ma è l’alba, Kim!!!... non si gioca adesso, le galline sono ancora nel pollaio.” E ha fatto per rimettersi comodo, e riprendere sonno…

Ma si è accorto o no che ero sopra la sua pancia??!! ...me lo chiedo ancora adesso….

Oddio…. e se… e se gli avessi schiacciato i gioielli di famiglia?!

Ma non mi sembra che abbia avuto reazioni eccessivamente tragiche, a parte un lecito spavento iniziale… La mia mercanzia preziosa è salva…. Fiù!

Sta di fatto che a me la pipì scappava, e il mio tesoro, ricettivo come un folpo, non aveva colto la mia necessità fisiologica…

Per farmi perdonare di quell’assalto, e per ritrovare la sua attenzione, ho iniziato a leccargli piano il viso, con tante piccole lappate….
E lui ha sorriso!

Lo so… lo so che ti stavo facendo il solletico…

Ma finalmente ho raggiunto il mio scopo, perché lui ha riaperto gli occhi, borbottando un:

“Hai vinto tu…” molto rassegnato.

Io ne ho approfittato per scivolare a terra e piantare il mio muso verso l’uscita….
Sembrava ancora un po’ interdetto, così l’ho sollecitato grattando un poco il vetro, e mugolando piano…

Se avessi un pollice opponibile, a quest’ora ti avrei già fatto un cartello, ma…

“Ok.. ok! Arrivo…”

E l’ha aperta… io mi sono fiondato all’esterno, riconoscendo il famigliare acero che si staglia in giardino…
Anche se, a questo punto, non me ne fregava poi così tanto, se anche fosse stato un albero del parco imperiale….

Mitsui mi ha fissato, capendo finalmente la motivazione del mio essere molesto e così mattiniero.

Ma era sicuramente il caso di fargli imparare la lezione….
Così, un po’ per gioco, un po’ per ripicca, mi sono avvicinato ai preziosi e delicati fiorellini di Ocaasan…

“No, Kim! Lì NO!!!!” mi ha sgridato lui.

…Può un cane ghignare?...

Lui sapeva perfettamente che non avrebbe potuto raggiungermi in tempo, nemmeno se avesse corso…

E forse già pensava alle ritorsioni della madre.

Ma, in fondo, gli voglio bene, e l’ho spaventato abbastanza…

Così all’ultimo ci ho rinunciato, ritornando, finalmente più leggero, verso la sua camera e il mio caldo tappeto, riprendendo a dormire.

Era sabato anche per me, Hisachan.  


Da quella mattina, ha imparato la lezione, e sa essere più lungimirante…

E sorrido, se i cani possono sorridere… ti sto addomestiscando bene…

Mentre mi perdo nei recenti ricordi, lui finisce di controllare la cartella di scuola, prepara la sacca e si corica, spegnendo la luce.

Nel buio, una mano gentile esce dalle coperte, per accarezzarmi piano la testa.

“Buonanotte, Kim.”

Io gusto questo momento è che solo nostro, e poi ricambio, con una leggera lappata sulle dita.

Buonanotte, amore mio.

…continua.

 

Disclaimers: Kogure, Mitsui, Hana e Ru non mi appartengono, purtroppo…
Un grazie a N, per averla corretta, malgrado i tanti impegni…
Un abbraccio a Mel, che ha atteso paziente.

NOTA: a titolo informativo, l’uso delle lettere maiuscole, delle minuscole e la punteggiatura in generale di questa fic, non sempre rispetta le regole imposte dalla Lingua Italiana. E’ una scelta consapevole, la mia, per assecondare una sorta di armonia interiore.... chiamatela “licenza poetica”, oppure ignoratela....

Se decidete di mandarmi C, C & C, mi trovate al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it


Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions