My blood on your body
di Hymeko
Con una mano si asciugò una lacrima. Non doveva
più piangere. Lo aveva già fatto abbastanza. Kaiba non ne sarebbe stato affatto
contento, se l’avesse saputo.
Ridacchiò. Gliel’avrebbe raccontato sicuramente, certo di ricevere poi una gran
sgridata.
Ma sarebbe andato bene lo stesso, perché avrebbe significato che non solo il
suo ragazzo sarebbe uscito vivo dalla sala operatoria, ma che stava abbastanza
bene per arrabbiarsi con lui.
Singhiozzò, tirando su col naso. Doveva smetterla. Aveva
l'obbligo essere forte per tutti. Come sempre.
’Ma io non voglio esserlo’
La testa di Mokuba, appoggiata alle sue gambe, si mosse…il ragazzino gemette il
nome del fratello, ma non si svegliò.
’Io sono fortunato…non dovrei lamentarmi. Non rimarrei comunque solo’
Si odiò per aver pensato che Kaiba potesse non superare l’intervento. Non li
avrebbe mai lasciati…li amava troppo per poterlo fare!
Stai tranquillo…l’hanno detto anche i
medici, era molto meglio di quanto sembrasse alla vista
Yugi…
Ascoltami, Faraone. Hai condiviso le tue emozioni con me, anche ciò che lui
ti ha trasmesso. Di conseguenza, è come se avesse consegnato anche a me i suoi
sentimenti. E posso assicurarti che non rinuncerà mai a te
Come fai a esserne tanto certo?
Lui stesso lo sapeva, ma sentirselo dire lo avrebbe aiutato…
Per come ti guarda, per come ti ama, per
come ti sorride…lui è in grado di sorridere, capisci? Solo per te…lo fa solo
per te. Io…ti invidio molto
Yugi…
Il proprietario del corpo osservò lui e Mokuba, con una punta di invidia
negli occhi.
Io…non so se troverò mai un amore come il
tuo
Ma certo che lo avrai!
Anzu…a me lei piace, ma sappiamo entrambi che il suo sentimento è diviso fra
noi due. In più un giorno spiccherà il volo, e sarà una diva…cosa accadrà
allora al nostro rapporto?
…non sono la persona giusta cui chiederlo
Faraone…
Ogni anima ha un luogo ove tornare…
Io…vorrei fare di più per voi…
Non pensiamoci ora. Non mentre è in una sala operatoria
Hai ragione…
Lo spirito di Yugi si affacciò alla finestra, guardando nel cortile
dell’ospedale della Kaiba Corporation.
…e poi, i nostri amici stanno arrivando
Li hai chiamati tu?
Sì, mentre la tua anima abbracciava quella di Kaiba
…grazie
Yugi sorrise, mentre gli altri accorrevano da loro.
”Cos’è successo?”
Jono-uchi passò gli occhi dal Faraone a Mokuba, che ancora dormiva.
Avevano il fiatone…lo stesso biondino, Anzu, Honda e Bakura…tutti lì per loro.
Si ripromise di essere forte, mentre raccontava l’accaduto. Benché in realtà il
suo cuore fosse oltre la porta verde, si sforzò di non apparire troppo
distante. Non desiderava che lo sapessero così…dopo l’intervento Kaiba avrebbe
solo dovuto pensare a riposare, non a rispondere alle domande sulla loro
storia. Aveva bisogno di calma e cure…sarebbe rimasto accanto a lui, perché
avesse entrambe.
”Avevo chiesto a Kaiba di potergli parlare, in una caffetteria vicino al Sensoji, oggi pomeriggio. Al momento del terremoto Mokuba
era con lui…io ero appena fuori dalla porta, e non ho riportato danni. Ma
Kaiba…”
La sua voce si incrinò, mentre la scena si ripresentava davanti ai suoi occhi…
”…quanto il locale è crollato, ha protetto il fratellino col suo corpo. Io ho
incontrato Mokuba mentre sgattaiolava fuori dalle macerie, per chiamare i
medici. Mi ha chiesto di rimanere con lui…era coperto di polvere, sudore
e…sangue”
Gli altri passarono lo sguardo esterrefatto dal suo viso al bambino…Anzu gli
accarezzò i lunghi capelli, osservandolo bene:
”Non è ferito, vero?”
Il Faraone scosse il capo, grato per quella pausa, che gli aveva permesso di
recuperare la propria fermezza:
”No…ma ci è mancato poco. Ha balbettato di un muro che è crollato loro
addosso…suo fratello l’ha spinto via e l’ha protetto…la parete non era spessa e
non si è fatto molto male, ma…”
Gli mancò il fiato per continuare, e tacque. Parlare significava ricordare…e
lui non voleva farlo.
”Aspetta, vado a prenderti da bere”
Bakura corse alla macchinetta, e ne tornò con un bicchiere di cioccolata calda
per lui, e bibite per gli altri:
”Ecco, questo ti farà bene…non c’è fretta”
”Bakura ha ragione…prenditi tutto il tempo che voi. Non sarà stato facile
affrontare una cosa simile, quindi stai calmo, ok?”
Lo Spirito del Puzzle annuì, grato ai suoi amici. Erano sempre con lui, non
doveva temere nulla. Presto anche Kaiba sarebbe tornato al suo fianco.
”Scusatemi…credo di aver bisogno di un lavarmi il viso”
Con dolcezza Anzu prese il suo posto, spostando la testa di Mokuba sulle sue
gambe, osservandolo mentre si allontanava:
”Secondo voi cosa avrà visto, per ridursi così?”
Jono-uchi scosse la testa:
”Non lo so, ma lo sai anche tu com’è fatto il Faraone: quando c’è di mezzo
Kaiba, perde la testa”
”Già…come nel Regno dei Duellanti. Anche se devo ammettere che quella
marionetta avrebbe fatto saltare i nervi a chiunque”
”Honda ha ragione. E comunque è più legato a lui di quanto sembri in realtà. Vi
ricordate che non voleva partecipare a nessun torneo ufficiale, fin quando non
vi fosse stato anche Kaiba?”
Tutti annuirono, pensierosi.
”Chissà Mokuba come sta”
Bakura si accomodò accanto ad Anzu, scrutando il bimbo ancora addormentato.
”Sicuramente non bene. Oltre a suo fratello non ha una famiglia…e noi, per
quanto possiamo essergli amici, non potremo mai sostituirlo”
”Dite che possiamo fare qualcosa per lui?”
”Tipo?”
Si guardarono…
”…non so”
”Maledetto Kaiba non lo perdonerò mai se farà soffrire il suo fratellino!”
Il rigurgito di ruolo di fratello maggiore incendiò Jono-uchi, che mostrò i
pugni alla sala operatoria…i ricordi della sofferenza di Shizuka
erano ancora troppo forti.
”Uhmmmmmmm…”
”Accidenti Jono, hai fatto svegliare Mokuba”
”Scusate!!!”
Il ragazzino si strofinò gli occhi, mentre si guardava attorno, e piano piano riconosceva i visi che lo circondavano:
”Voi?”
Anzu si chinò su di lui, tendendogli una delle lattine portate in precedenza da
Bakura:
”Stai bene?”
”Mio fratello?”
Lo sguardo di tutti si posò sulla luce sopra la porta…era ancora accesa, segno
che l’intervento era in corso.
Jono-uchi si inginocchiò di fronte a lui, e gli posò le mani sulle spalle:
”Non ti preoccupare. Kaiba non ti lascerà, ti vuole troppo bene, e tu lo sai. È
un ottimo fratello maggiore. E se lo riconosco io, non devi dubitare”
Mokuba lo fissò, poi sorrise:
”Hai ragione…e poi mi ha promesso che torneremo a finire la torta”
”Giusto! E ci porterete con voi!”
”Basta che non vi mettete a litigare…”
Anzu fu felice di vedere il sorriso di Mokuba…anche se gli altri non l’avevano
notato, lei aveva compreso che il Faraone era in ansia anche per lui. Che si
fosse autoproclamato suo fratello aggiunto?
”Dov’è Yugi? È tornato a casa?”
’Lupus in fabula’
”No, si starà sciacquando il viso, anche se ci sta mettendo parecchio”
Un’ombra velò il viso del minore dei due fratelli Kaiba:
”Credo sia colpa mia…non volevo che mio fratello rimanesse solo, così ho
chiesto a Yugi di raggiungerlo…non avrei dovuto farlo. Per lui non sarà stato
facile vederlo in quello stato…il suo sangue…chissà come ha reagito…”
”Mokuba-kun…ci spiegheresti bene cos’è successo?”
Il ragazzino si morse un labbro. Aveva parlato troppo…sapeva che gli amici non erano
ancora informati sulla sua relazione col fratello.
’Perdonami Yugi!!! Ma non preoccuparti…non dirò altro su di voi’
”Mio fratello ed io stavamo mangiando una fetta di torta…io sarei dovuto
tornare in sede poco dopo. Ma la terra ha iniziato a tremare…ci siamo alzati e
ci siamo diretti verso l’uscita, non eravamo molto distanti. Però…il muro è
crollato”
Si asciugò gli occhi, tentando di non lasciare che i singhiozzi interrompessero
il suo racconto…
”Fatti forza, Mokuba-kun”
”Tuo fratello non vorrebbe vederti piangere”
Honda e Jono-uchi si guardarono. Per quanto possedesse un certo caratterino, e
certe volte non fosse molto simpatico, li aveva sempre aiutati, anche contro il
parere del fratello maggiore. Ma restava pur sempre un bambino che aveva già
perso i genitori…
’Kaiba vedi di uscire intatto da quella sala o ti faccio a pezzi io!!!’
”Hai ragione. Me l’ha detto anche lui…mi ha fatto promettere che sarei stato
forte. Anche se…trovarlo a terra così, con quei tondini che gli trapassavano le
carni…”
”Cosa?!”
Honda lo spiegò ad Anzu:
”I tondini sono dei profilati di ferro, delle specie di sbarre spesse come un
dito, più o meno. Si usano quando si costruisce un edificio”
Mokuba annuì, singhiozzando:
”La parete è crollata e mi stava per seppellire…mio fratello mi ha fatto da scudo,
ma…è stato trafitto da quei così…e coperto di pezzi di calcestruzzo…sono illeso
perché mi ha protetto lui”
”Poi sono arrivato io”
Il Faraone si appoggiò alla finestra, sollevando Mokuba dal dolore di dover
continuare:
”Ho incontrato Mokuba coperto di polvere, mentre si allontanava dall’edificio.
I loro cellulari erano rotti, così è stato costretto a uscire in cerca di
aiuto”
”…l’ho lasciato solo. Mi ha costretto ad andarmene”
lo disse come realizzasse solo in quel momento la verità.
”Quando ho saputo della situazione di Kaiba, sono subito andato da lui…”
”…esaudendo la mia implorazione…non potevo sopportare che rimanesse solo. Ti
ringrazio, Yugi”
”Lo sai che l’avrei fatto in ogni caso. Comunque, Kaiba era mezzo cosciente,
anche se piuttosto spaesato. L’ho tranquillizzato come potevo, e l’ho liberato
da quanti più calcinac…”
Non terminò la frase. La luce s’era spenta…l’operazione era finita.
C’era una luce pallida che filtrava, tentando di sopraffare la stanchezza che
vinceva sui suoi occhi. Non riusciva ad aprirli, benché desiderasse davvero
guardare il mondo. Stranamente, ricordava abbastanza bene tutta la sequenza
degli avvenimenti. Gli era ancora davanti alla mente, quasi fosse la sua
volontà a non volersene staccare.
’Mokuba’
Quel dolce peso appoggiato accanto alla sua mano, era lui? Il fiato caldo che
gli accarezzava la cute, era il suo? Se solo fosse riuscito ad alzare le
palpebre…
Tentò di parlare, ma qualcosa bloccava la sua gola. L’aria sembrava arrivare
direttamente nei suoi polmoni, senza che lui facesse nulla per aiutarla.
’Sono morto?’
Non sentiva nulla, solo il tepore accanto alla mano. Non provava dolore, ma
nemmeno benessere. Sembrava sospeso in un limbo, una vita senza più un
significato, nel nulla assoluto, affondato nel vuoto grigio.
’No!’
Lui era Seto Kaiba, non poteva lasciarsi sconfiggere così! Non si sarebbe mai
arreso!
Concentrò tutta la forza di volontà nella mano destra, e tese i muscoli. Quel
peso caldo era il suo obbiettivo, chiunque fosse lo avrebbe raggiunto. Per
dimostrare che era ancora vivo, che non avrebbe rinunciato al suo futuro.
Avrebbe di certo afferrato quel legame con la realtà.
Lo sfiorò, forse sulla fronte. I capelli morbidi si piegarono al suo tocco, in
una sensazione conosciuta.
”Uhm…”
Un mugugno…chiunque fosse, l’aveva quasi svegliato.
Mosse di nuovo le dita, strappandolo al sonno. Aveva bisogno di sentire
qualcuno accanto a sé.
”Kai…ba?”
’Yugi’
Non lo vedeva, ma la sua voce l’avrebbe raggiunto ovunque. Sentì il cuore
pulsare più forte…il suo ragazzo era lì…
”Sei sveglio?”
Un sussurro, e dita morbide sulla sua fronte, la dolce carezza di un amante.
Kaiba annuì, arrabbiato per la sua voce che non gli obbediva, e con le palpebre
che non si alzavano.
”Non tentare di parlare, sei intubato. Sei ancora
debole…ma sono felice che ti sia svegliato”
Quel sospiro spezzato…possibile che stesse piangendo? Tentò di sollevare un
braccio, ma ricadde subito sul copriletto.
”No no…è ancora presto. Il tuo corpo ha bisogno di
riposo assoluto…devi solo rilassarti, ci occuperemo noi di tutto”
Le sue labbra sulla guancia…una sensazione meravigliosa.
”Non preoccuparti, andrà tutto bene. Mokuba sta dormendo nella stanza accanto,
domani mattina gli racconterò che ti sei svegliato. Era davvero stanco, sai? Ti
ha vegliato fino a poco fa”
Kaiba mugugnò, senza un vero significato. Voleva solo fargli sapere che era
sveglio.
”E non temere nemmeno per il tuo bel corpo…hai ancora tutti gli arti attaccati,
e anche l’interno è a posto”
Yugi appoggiò la fronte sul suo petto, ascoltando il battito del cuore. Era
regolare e sicuro…con un sospiro, lasciò che tutta la tensione accumulata fin
lì svanisse.
Il presidente fece scivolare la mano di lato, fin alla sua coscia, coprendo a
fatica il breve tragitto.
Lo addolorava sentirlo così, sapeva di avergli recato una brutta ferita
emotiva. Trovarselo accanto, sotto quelle macerie, era stata una delle cose più
belle mai accadutegli. Per la prima volta si era sentito protetto, avvolto in
una sfera di amore, desideroso di lasciarsi sorreggere. Tutta la sua forza era
svanita appena Mokuba se n’era andato, e se Yugi non fosse stato lì, forse non
sarebbe sopravvissuto.
Era lui che l’aveva mantenuto in vita, che lo aveva riportato alla luce del
sole, quando le tenebre avevano iniziato a farsi più pesanti. Scintillante come
oro, lo aveva accolto fra le sue braccia, e l’aveva stretto a sé, nel profumo
di terre lontane. Lui aveva sorriso,nonostante il ferro che gli apriva le
carni. Guardandolo, aveva piegato le labbra. Di gioia, per la vicinanza del suo
dio. Lo avrebbe seguito ovunque, anche solo per scaldarsi nell’aura del suo sentimento.
Lo amava…gliel’avrebbe detto, appena avesse riacquistato la parola. Odiava
infinitamente quel tubo in gola, maledetto ostacolo alla sua voce.
”Non ti agitare, hai bisogno di dormire. Riposati…io rimarrò con te, fino a
domani…fino a quando avrai bisogno di me”
Kaiba alzò la mano, concentrando in essa tutto se stesso. Sperava capisse…ne aveva
bisogno. La sua mano…le loro dita intrecciate…
Vide l’ombra indistinta del suo ragazzo piegarsi sul lato del letto. Poi il
tocco d’un bocciolo di rosa, un bacio sul suo polso.
”Dormi…”
Le loro dita si intrecciarono piano…il presidente chiuse gli occhi, lasciandosi
di nuovo andare al torpore.
”Posso parlare col Faraone?”
Yugi fissò sorpreso l’amica. Non aveva mai espresso una simile richiesta.
”Sì, certo”
La terrazza era vuota, a causa del tempo cupo nessuno era andato lì a mangiare.
Per questo Anzu l’aveva scelta. Il luogo migliore per parlare con lui. Senza
nessuno a disturbarli. Agli altri aveva detto che dovevano parlare di cose da
donne, e li avevano lasciati a riflettere su cosa c’entrasse Yugi con
le questioni femminili.
”Eccomi a te”
Il Faraone prese possesso del corpo dell’amico, mostrandosi in tutta la sua
sicurezza. Non sapeva di cosa la ragazza volesse discutere, ma era intenzionato
a finirla in fretta. Il pomeriggio sarebbe andato dal suo ragazzo…gli si
strinse il cuore, a pensarlo solo in ospedale. Kaiba non aveva permesso a
Mokuba di saltare la scuola per accudirlo.
”Io…non so bene da dove iniziare”
Stranamente, era arrossita…il ragazzo di fronte a lei fece due passi sotto il
cielo grigio, guardando in direzione dell’ospedale:
”Prova dall’inizio”
le suggerì dolcemente, respirando l’aria densa prima della tempesta.
”L’inizio…chissà qual è”
Si guardarono. Anzu sembrava stranamente imbarazzata.
”Lo sai che puoi dirmi qualsiasi cosa ti impensierisca. Siamo amici, no?”
Sperava solo che non volesse dichiararsi…
Lei arrossì ancora di più:
”Sì, lo so, però…questo…”
”Forza…ti ho sempre reputata una persona coraggiosa e leale…”
”Ma mi sembra di essere una pettegola impicciona!”
Il Faraone rise:
”Non devi. Se lo fossi, non ti faresti tanti problemi a parlarmene”
Anzu si fissò i piedi:
”Promettimi che non mi prenderai per una ficcanaso invadente”
”Promesso”
La ragazza deglutì, passando più volte lo sguardo dall’antico re al cemento.
Non sapeva cosa fare…il Faraone aveva sempre avuto quell’aria nobile e
composta, e mettersi a parlargli così, dei fatti suoi…
”…Anzu?”
”Sì! Eccomi! Presente!”
Li Spirito del Puzzle la guardò stancamente…quella mattina Yugi si era
svegliato tardi e non aveva mangiato, e lui iniziava a sentire i morsi della
fame…
”Io…l’altro giorno, in ospedale…l’intervento era finito da poco, e Mokuba-kun stava compilando delle carte…”
Lo stomaco del Faraone si bloccò. Era di quello che…
”…sono venuta ad avvertirti che avevamo telefonato al nonno di Yugi…”
”Non…ricordo…”
sperava non avesse notato che era sbiancato.
”Lo so…ho socchiuso la porta della stanza di Kaiba-kun,
e ho sbirciato dentro, per accertarmi se stesse dormendo o meno…e…ti ho…visto”
Il ragazzo deglutì. Quando aveva spiato? Bussare mai?
”Ed esattamente…cosa, avresti visto?”
”Faraone…”
Si fissarono.
”…tu stai assieme a…K-Kaiba-kun? Perché…con
attenzione…eri appoggiato al suo torace…quasi in un abbraccio”
Un bivio si presentò davanti agli occhi viola. Se avesse negato, avrebbe
probabilmente perso la fiducia di Anzu, e delle ripercussioni ci sarebbero
state anche con Kaiba, se la voce l’avesse raggiunto. Se avesse detto la
verità, però, avrebbe rischiato di mettere la loro storia in piazza.
’Kaiba…’
Ma lui non era lì. Doveva fare tutto da solo.
”F-Faraone?”
La guardò. Aveva esitato troppo a rispondere. Non aveva scelta.
”C’è qualche problema?”
Per qualche attimo ci fu solo il rimbombo di un tuono lontano. Poi Anzu scosse
la testa, gli occhi vuoti, senza più alcuna energia:
”Perché lui?”
”Non lo so”
”Tu…lui…vi…”
”Amiamo?”
Anzu annuì, contenta che l’avesse detto lui, perché non sarebbe mai riuscita a
chiederglielo.
”…sì”
Kaiba non gliel’aveva mai detto a parole, questo era vero. Ma per dimostrare i
propri sentimenti, non sempre la voce era lo strumento migliore.
”A-Anche…K-Kai…?”
”Sembra strano, vero? Che io mi sia messo proprio con lui, alla fine. Comunque
sì…mi ama”
Di nuovo un silenzio carico di sguardi. Lei che non sapeva bene cosa dire, e
lui che la sfidava a parlare, a commentare quella scoperta.
”…sei felice?”
Il Faraone sorrise:
”Sì”
”Allora va tutto bene”
La distanza che s’era creata fra loro s’annullò, e tornarono a essere amici
come prima.
”Ma…Yugi che ne pensa?”
”All’inizio…aveva più di dubbi di te. Ora…dopo un po’…ci ha fatto l’abitudine.
Spesso parliamo…non hai idea di quanti consigli m’abbia dato”
Senza comprendere bene il perché, il Faraone la vide diventare rossa…
”No…non intendevo questo…vorrei solo sapere se anche lui…insomma…anche lui…è…innamoratodikaibakun”
Anche l’anima di Yugi divenne rossa, e il suo alter ego si affrettò a
rispondere:
”No no, sono solo io, ad essere innamorato
di lui. Non lo lascerò a nessun altro. Mai, per tutta la durata del tempo!”
Sia Anzu che Yugi lo fissarono:
”...?”
Il Faraone si accarezzò le labbra, in cerca di una risposta. Nemmeno lui sapeva
dire perché avesse usato quelle parole:
”Io…non so che dire. Mi è uscita spontanea”
”Non è che…stavate assieme anche nell’Antico Egitto?”
Lo Spirito fu felice di sentire quelle parole dalla bocca dell’amica. Non era
solo una sua speranza, quindi…
”Quella lapide…non dice molto”
”Già, ma per lo stesso motivo, non è possibile escludere che…”
Gli occhi viola si spalancarono, mentre una nuova visione del mondo gli
illuminava il domani:
”E se fosse lui. Il luogo dove ogni anima deve tornare. Il mio…è possibile che
sia…lui”
Si appoggiò contro la rete. Non aveva mai pensato al futuro in quella
prospettiva. Ma se davvero il destino della sua anima era tornare chissà dove,
non poteva escludere che quel luogo fosse fra le braccia del suo amante…
”Faraone…ne hai parlato con lui, di questo?”
L’altro scosse la testa:
”Gliel’avrei dovuto dire il giorno in cui è rimasto ferito. Per questo era in
quella caffetteria…avevamo appuntamento lì”
”Cosa farai ora?”
Si guardarono.
”Finché è in ospedale mi preoccupo solo della sua tranquillità”
”…non puoi continuare a non dirgli nulla”
Lo Spirito strinse i pugni. Lo sapeva benissimo anche da sé, che non poteva proseguire
così. Ma una nuova speranza era nata, per loro…
”Non rovinerò la nostra storia per una serie di supposizioni”
”Faraone”
Si raddrizzò, sfidando il temporale in arrivo:
”Ha già sofferto abbastanza. Non aggiungerò altro dolore senza avere una minima
sicurezza”
”Ma…”
Lo sguardo d’ametista si piantò in lei, rovente e senza traccia d’amicizia:
”Tu puoi darmi delle certezze sul mio futuro? Sai già cosa accadrà?”
Anzu si trovò costretta ad abbassare gli occhi:
”…no”
Il ragazzo afferrò la Millenium Neck e
gliela tese:
”Nemmeno con questo Oggetto Millenario posso prevedere il mio domani. Renderesti
incerta una tua storia, per delle nebbie senza alcun fondamento?”
”…no”
”Sei certa che io debba andarmene?”
”…no”
Il tono di voce del Faraone si fece più dolce:
”Allora lasciami sperare…lasciami sperare che sia lui, il luogo ove io debba
tornare”
”Faraone…”
”Ricordi il suo duello contro Isis? Lei aveva visto il futuro, ma Kaiba lo ha cambiato,
lo ha piegato alla sua volonta. Credi che io non possa fare altrettanto?"
"Ah...però..."
Lui non la lasciò parlare, continuando con più dolcezza:
"Sai cosa mi ha insegnato quel duello? Che il futuro non è scritto da nessuna parte.
Lui mi ha dato questa certezza, la possibilità di poter continuare a esistere.
Non gli recherò altro dolore in base a delle supposizioni. E ti prego…fai
altrettanto”
Anzu lo guardò, con un misto di dolcezza e di incredulità. Mai avrebbe pensato
di vederlo tanto coinvolto. Di solito si limitava a duellare per salvare il
mondo o qualche amico…ma mai, prima di allora, era stato in lotta per il
proprio cuore. Aveva quasi dato per scontato che il suo unico pensiero fosse rivolto
a quella lapide, non aveva considerato che anche lui possedesse il diritto di innamorarsi.
”Non preoccuparti. Non dirò nulla”
’Anche se non sono d’accordo’
Non svelò quel pensiero, sebbene il suo istinto femminile prevedesse guai.
”Ti ringrazio…”
”Ma…riguardo agli altri?”
Yugi riprese il controllo del suo corpo:
”Manterremo il segreto, per ora. Dobbiamo prima conoscere le loro opinioni
sull’omosessualità. Bisogna stare attenti”
”Yugi…”
Mio alter ego…
Vedrai, andrà tutto bene! Te lo prometto!
Il vento soffiava sulle cime degli alberi, spazzando le foglie dalla terra al
cielo. Non c’erano nubi a frapporsi fra loro e l’immensità dello spazio…nel blu
limpido scorrevano solo gli aerei, lasciandosi dietro la loro scia di sogni. La
perturbazione era passata, svelando una luminosa via verso l’avvenire.
”Hanno detto che mi dimetteranno fra qualche giorno, anche se dovrò continuare
a stare tranquillo, per un po’”
Il Faraone ridacchiò, sistemando un mazzo di fiori:
”Allora credo che dovranno legarti”
”Così mi ferisci”
”Non ci credo nemmeno…”
Kaiba soppesò il suo atteggiamento, meditando sul suo ragazzo. Era
strano…sembrava sfuggire il suo sguardo. Come se avesse qualcosa di brutto da
dirgli.
”Perché invece non amoreggiamo un po’?”
Non gli avrebbe chiesto nulla direttamente. Meglio aspettare che fosse lui ad
aprirsi. Era uno dei suoi meriti di ragazzo perfetto, in fondo.
”Non perdi mai occasione, vero?”
Ma, nonostante la sottile stilettata, era andato ad accoccolarsi fra le sue
braccia…Kaiba gli chiuse la bocca con un bacio, gustandosi finalmente quel
corpo di nuovo alla sua portata.
”Non vedo come potrei, con un simile ragazzo…”
mormorò, passandogli le mani sulla schiena, il tessuto della maglietta che si
raggrinzava al suo tocco.
”…e poi, mi mancavano troppo i tuoi occhi chiari”
Il Faraone gemette. Con chiari non si riferiva al colore, ma alla limpidezza. Lo
aveva sempre considerato trasparente, lo sapeva. Immacolato, inviolato.
Per questo non gli andava di continuare ancora a tacere…
”Kaiba…”
”Mmmhhh?”
Il suo ragazzo sembrava completamente assorbito dai capezzoli sotto il tessuto.
Ne leccava e mordicchiava uno, mentre le dita giocavano con il secondo…e la
mano libera gli accarezzava i glutei, palpeggiando piano quel corpo che
conosceva a fondo.
”…Kaiba…”
Sentiva la sua eccitazione premergli contro una coscia, ma non voleva fare
l’amore con lui. Era ancora presto…e troppa la paura di vederlo di nuovo esangue,
mentre il suo prezioso liquido carminio gli impregnava le vesti…
”Kaiba…per favore”
”Hai paura?”
Si guardarono, le fronti appoggiate l’una all’altra, le guance cosparse di
porpora. Il Faraone scosse la testa, accarezzandogli il fianco leso:
”Non per me”
Il presidente lambì con le labbra la sua guancia, stringendolo un po’ di più:
”Non preoccuparti…non mi accadrà mai nulla”
”…ho davvero avuto paura”
I corpi si unirono in un abbraccio gentile. Non una parola venne pronunciata. Si
scaldarono nel calore l’uno dell’altro.
”Non avresti dovuto. Lo sai che sono forte”
”Sì, ma…il tuo sangue…su di me…”
”SSSShhhhh…non è successo nulla”
”Come puoi dirlo? Ho sentito l’anima andare a pezzi…come quando si infrange il
Puzzle”
”Perdonami”
Una preghiera rivolta direttamente al suo cuore, suggellata da un bacio sul
petto.
”Non mi lasciare. Non mi lasciare mai”
Anche se si sentiva un po’ ipocrita, il Re dei Giochi non poté non
chiederglielo.
Negli occhi blu la sicurezza:
”Non ne sarei mai in grado”
”Io…rimarrò sempre con te. Qualcosa cosa accada…in qualunque modo…io sarò con
te”
Quella confessione era vera. Anche nelle notti trascorse nel Puzzle, mentre
Yugi dormiva, la sua mente era nella ricca camera da letto del suo amante.
Stesa accanto a lui, a vegliare sul suo riposo.
”Sei così caldo”
Kaiba si appoggiò alla sua spalla. Da tempo non dormivano abbracciati…gli
mancava incredibilmente quel corpo morbido e confortevole.
”Anche tu…”
”Scappiamo…torniamo alle Figi, solo noi…mio fratello e i tuoi amici possono
cavarsela da soli”
Il motivo della sua visita ripiombò sul Faraone come un macigno:
”A proposito dei miei amici…devo dirti una cosa. E anche ciò per cui ci eravamo
dati appuntamento”
La sua pazienza era stata premiata…Kaiba gli schioccò un bacio su uno zigomo, e
strofinò la punta dei loro nasi. Gli sembrava di avere fra le braccia un enorme
orsacchiotto da coccolare…
”Prima i tuoi amici”
”Anzu…sa tutto”
”Di che?”
Era troppo occupato a sbaciucchiarlo per badare veramente al discorso su quei
pezzenti…se parlava di quella poi…
”Di noi. Sa che stiamo assieme. Ho dovuto dirglielo…scusa!!!”
Kaiba lo realizzò di colpo. Nello stesso modo si staccò da lui, procurandosi la
risposta del suo corpo, una fitta profonda al fianco.
”S-Stai bene?”
”No…cos’è che hai detto?”
”Devo chiamare un dottore?”
L’altro scosse la testa, affondando nei cuscini. Il suo ragazzo era a cavalcioni su di lui, ma non era per niente eccitante…
”No. Cosa sa quella?”
”Che stiamo assieme. Mi ha visto mentre ti abbracciavo, appena dopo la tua
uscita dalla sala operatoria…non potevo inventarmi una scusa, sarebbe stato
ridicolo!”
Il presidente si massaggiò le tempie, sospirando. Anche se sapeva che aveva
ragione, non gli piaceva per niente che quella befana condividesse il loro
segreto.
”E quegli altri che ne pensano?”
”Non lo sanno ancora”
”E…quando conti di dirglielo?”
Lo sguardo viola si avvolse in quello marino:
”Posso?”
Kaiba alzò le mani, in segno di resa:
”Ho scelta?”
La risposta del suo ragazzo, un sorriso dolcissimo, lenì la sua irritazione…non
era certo contento per come stavano andando le cose, ma la sua tristezza
sarebbe stata peggio. In fondo, poteva sperare in chissà cosa...non lo sapeva
nemmeno lui, ma per il suo Faraone sarebbe stato un sacrificio gradito.
”Grazie”
Un bacio casto, le braccia sottili attorno al collo. Decisamente ne valeva la
pena.
”Non ringraziarmi. Ti costerà molto cara”
”Ne ero sicuro…ma credo che l’altra cosa mi permetterà di saldare il mio
debito”
”Uhm?”
Era davvero curioso di sapere cosa quegli occhi d’ametista si sarebbero
inventati…
”Il gioco che mi hai regalato…il tamagotchi…”
”Ti è piaciuto?”
”Da morire. Soprattutto l’ultima funzione sbloccata…avevo paura di
confessartelo, perché non ho mai detto a nessuno una cosa simile, mi sentivo
così in imbarazzo…”
Kaiba interruppe il discorso con un bacio…era troppo per una volta sola, con
quelle guance simili a boccioli di rosa.
”…ti amo, Seto Kaiba”
Si sbirciarono. Il suo ragazzo era di uno sfavillante color tramonto. E lo
guardava, un’intera eternità nelle iridi. Lo scrutava in attesa, la speranza
che anche lui gli soffiasse sulle labbra quelle parole.
Il presidente ammirò quella creatura tanto meravigliosa, che aveva scelto lui
contro tutte le aspettative. Caratteri così diversi, interessi uguali ma da
punti di vista opposti, ostilità o affetto verso svariate persone…forse proprio
per quei contrasti spumeggianti erano così in sintonia. Legati oltre la fine
del tempo…nonostante nutrisse parecchi dubbi sul loro presunto passato, l’idea
di averlo amato anche nell’antichità lo accompagnava da molto tempo. Ed era
tanto bella…
Ma lui mirava al futuro. Oltre a Mokuba, lo voleva al suo fianco, in quella
strada senza termine?
Sì.
Appoggiò le labbra alle sue, senza chiuderle:
”Anch’io ti amo”
bisbigliò.
Fine
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