DISCLAIMER: Poveri piccoli angioletti, se fossero miei li torturerei sì, ma… mai quanto fanno le loro proprietarie, le signore Clamp!

NOTE: Ci sono spunti nel volume 3 e nel volume 4, l’accozzaglia di pensieri di Ransho però sono nati dalla mia mente malata. Spero di non averli fatti troppo OOC, ma le Clamp ci dicono così poco di loro! >_<

NOTE 2: Visto che è il regalo di compleanno di Pam, eventuali lamentele per la scarsa originalità o per la schifezza in toto… andrebbero a lei, ma me le prendo io, anche se la fic me l’ha chiesta lei! >_<

DEDICHE: Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri alla mia Pammy, tanti auguri a te!! Visto che oggi diventi più saggia e matura, un po’ di regressione infantile leggendo questa cosa non ti farà male! Nonostante sia il tuo compleanno il regalo lo fai tu a me standomi accanto… auguri mia luce!


 

MY TENDER OBSESSING WISH

By Sakuya

 

 

POV RANSHO

 

Il sole brilla alto nel cielo, gli alberi sono felici, i giovani angeli svolazzano di qua e di là canticchiando e ridendo, gli uccellini del mondo umano cantano felici… ed io sono qua come un allocco ad aspettare Toki.

L’acqua del lago in cui riposa ed in cui passa la maggior parte del suo tempo libero sente la sua mancanza, non fa altro che ripetermelo… come se per me fosse differente!

Doveva andare a colloquio con il Signore per non so quale problema con la pioggia in una qualche parte del mondo umano, e ancora non torna. Possibile che si sia fermato a parlare con una qualsiasi pozza d’acqua?

Non vorrei che qualche piccolo e sprovveduto angioletto abbia cominciato a ronzargli intorno con l’idea di corteggiarlo… il minimo che potrebbe ricevere come risposta è uno sguardaccio, di quelli che solo Toki sa fare e che riescono a scoraggiare chiunque! Chiunque… tranne me ovviamente!

Prima che diventassimo entrambi arcangeli, molto, molto tempo fa, non lo avevo mai visto, non sapevo nemmeno che esistesse… ed infatti prima di allora non avevo visto neppure un terzo di questo nostro Regno dei Cieli!

Ero un giovane angelo desideroso di imparare e fare esperienze sempre nuove… insomma un vero rompiscatole!

Prima di conoscere Toki non avevo pensato mai, nemmeno per sbaglio, che mi sarei messo a corteggiare un altro angelo, non mi interessava proprio l’amore, però…

Vidi Toki la prima volta il giorno in cui venimmo presentati a tutti gli altri angeli, eravamo stati elevati alla nostra carica insieme, Hisui era già l’angelo del vento e Ryuki è venuto dopo di noi. Tutti, ma proprio tutti gli angeli del cielo erano stati chiamati dal Signore perché conoscessero i nuovi arcangeli. Ero spavaldo e sicuro di me, Hisui mi sorrise con gentilezza, in quel modo così calmo e placido che non sembra nascondere altro che dolcezza ma che invece cela l’irruenza dell’acqua, il calore devastante del fuoco, la potenza della terra e la forza del vento che soffia violento… solo che allora ero così stupido da non capirlo. Parlavo con lui, circondato da una leggera brezza che lo salutava e tanti altri angeli intorno a lui. Toki apparve circondato d’acqua, mi dava le spalle e quindi lo guardai con la curiosità di scoprire come fosse quell’angelo piccolo di statura che però riusciva a sprigionare una forza non indifferente.

Mi innamorai all’istante, anche se non lo capii subito.

Mi esplose il cuore nel petto, i suoi occhi erano così… così… magnetici… era serio, aveva un’aria burbera, eppure…

Hisui si accorse che lo guardavo e lo andò a prendere, facendolo avvicinare al gruppo in mezzo al quale stavo impalato e fermo, senza sapere cosa rispondere a chi mi parlava, perché il mondo mi pareva scomparso, non vedevo che lui.

Quando gli tesi la mano lui voltò il viso dall’altra parte con quell’espressione assolutamente deliziosa ma che in quel momento mi fece venire il dubbio di aver sbagliato qualcosa, non sapevo come avvicinarmi a lui, non sapevo cosa dirgli, ero fermo in mezzo alla folla e semplicemente lo fissavo senza riuscire a fare altro che non fosse guardarlo, insomma… un babbeo completo!

Quando la riunione finì e tutti ritornarono ai loro compiti, mi ci volle un attimo per capire che anche io dovevo muovermi. Per tutto il tempo avevo fissato Toki, che si era allontanato quasi subito, se n’era stato in disparte per tutto il tempo ed io volevo andare da lui, cercare di conoscerlo e rimediare a non sapevo quale errore, ma c’era sempre qualcosa che me lo impediva, un angelo che mi parlava, un altro che voleva presentarmi a qualcuno. E Hisui rideva sotto i baffi, sghignazzava divertito perché da bravo novellino qual ero non sapevo affatto che i miei sentimenti erano stampati in bella mostra sul mio stesso viso.

Opra sono cambiato, sono maturato, ovviamente, so nascondere molto meglio quello che provo, riesco persino ad essere inflessibile quando voglio. Una cosa non è cambiata in tutto questo tempo, sono sempre testardo!

Per tutto questo tempo ho continuato a corteggiare Toki, prima timidamente, senza capire nemmeno io cosa volevo, mi bastava stargli accanto, poi, col passare del tempo, ho capito che il battito impazzito del cuore nel petto ogni volta che lui compariva non era dovuto alla paura di farlo arrabbiare, ma alla felicità di poterlo vedere.

Il cuore mi batte ancora come la prima volta…

La prima volta che riuscii a parlargli senza che lui se ne andasse appena arrivavo nello stesso luogo in cui era lui, fu alla prima riunione al Ponte.

Era in mezzo alla fontana, circondato da gocce e spruzzi d’acqua che lo avvolgevano e sembravano danzargli intorno, di certo felici di avere il loro angelo accanto.

Aveva un’espressione serena, dolce in un certo senso, non era scuro in volto come appare sempre e questo mi fece balzare il cuore in gola.

Mi avvicinai piano e lui non fu sorpreso di vedermi, doveva aver sentito la mia presenza dal momento stesso in cui mi ero fermato sulla riva ad osservarlo, ed il fatto che non se ne fosse andato o non mi avesse cacciato mi aveva rassicurato molto.

Che c’è?”

“Ehm… niente… vorrei solo parlare con te… siamo arcangeli tutti e due e allora…”

Cosa?”

Non sapevo che rispondere, volevo solo che l’espressione severa che avevano acquistato nuovamente le sue labbra, la piega dura quasi delle sue labbra, scomparissero e mi lasciassero la possibilità di vederlo se non sorridere, almeno sereno com’era stato fino a prima del mio arrivo.

“Ho deciso che saremo amici, tutto qui!” Gli sorrisi con fare sicuro e da quel momento mi misi in testa che nonostante Toki sembrasse non volere, sarebbe diventato il mio migliore amico. Che stupido, credevo davvero che mi sarebbe bastato…

Quello è stato il momento preciso in cui ho cominciato a cambiare, ero ancora giovane ed il mio carattere doveva ancora formarsi, stranamente quello di Toki non è cambiato affatto… almeno all’apparenza!

Mi ci è voluto molto tempo per riuscire a conquistare la sua fiducia, ho dovuto lavorare sodo, giorno dopo giorno. Dapprima parlavo solo io, non stavo zitto un attimo, dicevo tutto quello che mi passava per la mente, e sembrava che le cose non finissero mai. Lo seguivo come un cagnolino o spuntavo fuori quando meno se lo aspettava dai luoghi più impensati. I primi tempi temevo che potesse inzupparmi con la sua amata acqua o lanciarmi contro un hogan per farmi smettere di ronzargli attorno, ed invece no, non lo ha mai fatto… solo dopo diverso tempo ho capito che non era per bontà angelica che non mi aveva ancora mandato via a calci nel sedere. Stava bene con me, esattamente come io sto bene con lui, solo che il mio bonbon non voleva ammetterlo.

Già… il mio bonbon… non che sia già mio… mi sta facendo impazzire!

Ogni volta che provo a baciarlo si tira indietro rosso in viso come un peperone, capisco che ancora non se la sente e cambio discorso. Solo che questa storia va avanti da diversi mesi, da quando abbiamo fatto addormentare Kohaku nell’albero del giardino della casa di quell’uomo, per essere precisi.

Ormai le cose sono cambiate da tanto, prima eravamo solo semplici amici, spesso altri angeli mi chiedevano se non avessi paura dell’irascibilità di Toki, ma con me non è mai stato così, e poi come potevo temere qualcosa che lo riguardava? Non lo so a che punto esattamente ho cominciato a rivolgermi solo ed esclusivamente a lui quando avevo un problema o quando un dubbio mi assillava.

Invece ricordo alla perfezione la prima volta in cui è stato lui a cercarmi, fu per chiedermi un consiglio su come aiutare un grande lago sulla Terra, inquinato e che si stava avviando alla morte. Aveva un viso tristissimo e non sapere che fare o come aiutarlo. Non possiamo intrometterci nelle scelte degli uomini, solo consigliare le loro anime, ma poi sta a loro decidere come comportarsi. Eravamo seduti sotto un albero, davanti ad un ruscello, non troppo lontano dall’Albero della Vita. Quella fu anche la prima volta in cui udii il canto di Kohaku. In quello stesso momento capii perché non avrei mai potuto svolgere quel ruolo. Il mio cuore non era affatto puro come il suo, il mio cuore era pieno, sopra ogni altra cosa, dell’amore per Toki, non riuscivo a pensare ad altro. In quello stesso istante lo abbracciai con tutta la forza che avevo in corpo perché non solo mi ero accorto di quanto fosse importante per me quello scontroso dell’angelo dell’acqua, ma anche e soprattutto perché lui era così triste ed i suoi occhi così pieni di dolore che non sapevo come cancellarlo, non sapevo come entrare nel suo cuore e curare le ferite che gli uomini stavano arrecando all’acqua e quindi anche a lui.

Ci volle qualche istante perché mi ricambiasse, ma quando le sue braccia si strinsero attorno alla mia schiena ed il suo viso affondò nel mio petto, seppi che niente e nessuno me lo avrebbe portato via ed avrei fatto tutto quello che era in mio possesso perché diventasse mio.

Gli dissi di amarlo qualche tempo più tardi, durante una riunione al ponte, mentre volteggiavamo sulla fontana discutendo di quello che era venuto fuori durante l’incontro con Satana. In un momento di silenzio gli dissi semplicemente: “Ti amo. Lui mi guardò spalancando gli occhi, quella fu anche la prima volta in cui lo vidi cambiare espressione per qualcosa che non concernesse l’acqua, e poi mi fece volare addosso miliardi di gocce dalla fontana, come se avesse cominciato a piovere solo sulla mia testa, fino ad inzupparmi completamente e se ne andò arrabbiato come non mai.

Gli dovetti gironzolare intorno una settimana prima che cominciasse a credermi. Mi disse che io, invece, non gli piacevo affatto, ma non mi aveva allontanato e non mi aveva detto di andare a trovarmi un altro angelo. Fu tutto quello che mi servì per decidere che avrei insistito fino a che Toki non fosse capitolato di fronte al mio amore.

Quando andammo a riprendere Kohaku sulla terra mi si strinse il cuore a dovergli dire che non poteva far niente per evitare di  riferirgli la punizione del Signore. Mi strinse la mano e mi guardò con quegli occhi… avrei preferito morire piuttosto che dirgli che no, dovevo andare avanti e non potevo fermarmi, nonostante stessi male io per primo per la sorte del piccolo Kohaku.

Dopo aver sigillato Kohaku ritornammo nel nostro Regno e lo portai sotto l’albero, vicino al ruscello in cui parlammo seriamente la prima volta. Cercai di abbracciarlo e lo strinsi, avevo paura che ce l’avesse con me perché non avevo fatto nulla per Kohaku, invece, si appoggiò a me e mi disse che era triste, triste per Kohaku, per il dolore che aveva provato nel perdere l’uomo che amava, triste per Ryuki, perché sapeva che il non poter più vedere Hisui lo avrebbe segnato per tanto, ed in tutto questo sembrava che solo un barlume di felicità potesse esserci, ossia quella per lo stesso Hisui, perché il Signore era stato buono con lui e gli aveva permesso di vivere con Kokuyo. In realtà lo è stato anche con Kohaku, permettendogli di dormire fino a quando quell’uomo non ritornerà da lui. Toki è così sensibile che aveva sentito tutto il dolore che c’era nell’aria, tanto da farlo suo, ed io mi sentivo assolutamente inutile, non potevo far altro che abbracciarlo sempre più forte.

“Per fortuna io ho te…”

Me lo disse con un fil di voce, completamente rosso in viso, affondato completamente tra le mie braccia, per qualche istante mi chiesi se avevo sognato o se Toki aveva pronunciato davvero quelle parole.

Gli sollevai il viso ed appoggiai le labbra sulle sue… quello è stato il nostro primo ed unico bacio, un tocco lieve durato poco meno di un istante, perché proprio quando mi stavo decidendo a tirare fuori la lingua per infilarla nella sua boccuccia che sa di fresco (almeno credo), Usagi mi è comparso davanti svolazzandoci intorno con un fiorellino in mano, messaggio che il Signore mi mandava e che dovevo ‘leggere’ immediatamente.

Toki si è alzato in fretta e furia ed è scappato via avvolto da un vortice d’acqua. Quella è stata la prima volta in cui avrei voluto staccare i peli della barba del Signore uno per uno!

Da allora il mio piccolo e delizioso bonbon non fa altro che sfuggirmi ogni volta che mi avvicino.

Ho vinto le sue resistenze, è chiaro che anche lui tiene a me, ed allora perché non mi vuole baciare?? So perfettamente che passare tutto su un piano più strettamente fisico non sarà affatto facile, dovrò lottare ancora parecchio, ma almeno un bacetto! Un pezzettino di lingua in quella sua zuccherosa bocca da cioccolatino, perché non me lo fa mettere?? Che ho fatto di male nella vita dico io??

L’acqua del lago comincia a ribollire ed anche io mi alzo in piedi, dopo esser stato seduto sull’erba fino ad ora, per accogliere al meglio il mio bonbon. Come al solito, quando l’acqua che lo avvolge scompare, ha un’aria burbera in viso ed uno sguardo scontroso, ma ormai so perfettamente che non è affatto duro come sembra!

“Ciao Toki! Ce l’hai fatta finalmente a tornare!”

“Ero dal Signore.”

“Lo so, me lo ha detto il lago…”

Mhh…”

Mi muovo verso di lui, ho già bene in mente cosa accadrà. Faccio un passo verso di lui e lui non si muove, mi avvicino, lo abbraccio, gli do un bacio sulla fronte, gli sorrido, lui accenna una mezza specie di movimento con le labbra in risposta ed io mi chino su di lui e… puff! Mi ritrovo con la faccia a terra come minimo.

Passo, abbraccio, lui si appoggia a me, bacio sulla fronte, sorriso, tenerissimo sgorbietto in risposta, mi chino… et voilà! L’aria è assolutamente buonissima da assaggiare!

Toki mi volta le spalle ed è diversi passi davanti a me.

Toki…”

“…”

“Guardami…”

Si volta e mi fissa con lo sguardo duro, come non faceva da tanto. Ma che ho fatto adesso di sbagliato? Se mi sta mettendo alla prova e pensa che rinuncerò per così poco, si sbaglia di grosso! Lui sarà anche testardo, ma io lo sono molto più di lui! Ho sempre lasciato correre aspettando che lui fosse pronto, ma adesso mi sono stancato!

Perché?”

Cosa?”

“Perché ti tiri sempre indietro quando voglio baciarti?”

“Che ti importa?”

“Come che mi importa? Ma che dici? Io voglio baciarti! Perché tu no?”

Perché no!”

Ma che risposta è?”

“Non ti permetto di prendermi in giro!”

“Eh?” Lo guardo davvero stupito, perché dovrei prenderlo in giro? E di cosa poi?

“Hai capito!”

“No! Affetto! Che vorresti dire?”

“Chissà quanti angeli hai baciato già, io nessuno e quindi non ti permetto di… mmmffppmmmhhh...”

Stupido, stupido bonbon! Credevi davvero che avessi baciato altri prima di te? Che Cioccolatino sciocchino e tenero!

L’ho afferrato per le braccia e mi sono preso il bacio che lui non voleva ancora darmi, accarezzandogli le labbra e poi facendogliele aprire a forza. Ha ceduto subito, perché anche il mio angioletto voleva, finalmente, dimostrarmi quanto mi ama e soprattutto vedere che sapore hanno terra ed acqua mischiate fino a diventare una cosa sola. La sua bocca sa di acqua fresca e di miele. Che strano sapore… tutto suo… tutto mio…

Per tutta risposta, quando finiamo di baciarci e mi separo da lui guardandolo con un sorriso e tenendogli ancora le braccia… mi ritrovo completamente bagnato dalla testa ai piedi! E che noia!

“Uffa!! Ma che ho fatto ora?

“Stupido! Non mi piaci per niente!”

“Tu invece mi piaci da morire… ed io piaccio a te!”

“Non è vero!”

Altra doccia… va bene, tanto ormai ero già zuppo…

Toki… perché fai così? Noi ci amiamo… perché non vuoi baciarmi?”

Perché continui a prendermi in giro?”

Ma non ti prendo in giro!”

“Sì invece!”

Ma perché ti sei messo in testa questa cosa?”

Perché… perché… baci troppo bene ecco perché! E poi sapevi come fare, cosa dire… quanti altri angeli hai corteggiato?”

Nessuno Toki! Solo te mio dolce bonbon!”

“Non sono un bonbon!”

Ha continuato a farmi piombare acqua in testa ma non ha tolto le mie mani che stringevano le sue braccia. Sei geloso cioccolatino mio? Male, non dovresti… non ho occhi che per te…

Toki… guardami… prima di conoscerti… non pensavo nemmeno per sbaglio all’amore… poi invece… da quando sei arrivato tu…”

E allora come fai a saper baciare?”

Ma non so farlo!”

Lui mi fissa con lo sguardo contrariato, come a dire che sto mentendo, ma quello era davvero il mio primo bacio!

E’ stato l’istinto… volevo troppo… assaggiare le tue labbra…”

Lui arrossisce fino alla punta delle orecchie e gira il viso di lato ma mi si fa più vicino, appoggiandosi completamente a me anche se continua a tenere le braccia lungo I fianchi. Sorrido e gliele faccio mettere attorno al mio collo poi lo stringo a mia volta.

“Ti va di fare pratica insieme?”

Lui annuisce e basta, fissando ancora un punto non ben precisato alla sua destra, con l’aria burbera e le guance rosse come due mele mature.

“Sei proprio un bonbon…”

Lui prova a ribattere e per far questo si volta verso di me… proprio quello che volevo…

Lo bacio ancora ed un pensiero mi colpisce improvviso, tanto da obbligarmi a far diventare questo bacio molto più passionale. Non sarà affatto difficile vincere la guerra… Toki è già capitolato!

E sapere che ho visto mi fa sorridere mentre continuiamo a baciarci e svolazziamo via, dove occhi indiscreti non possano vederci… insieme per sempre.

Alla fine sono stato io il più testardo!

 

 

FINE (Per fortuna… ^_^)