DISCLAIMER: Non so se sono molto fortunati, ma i personaggi appartengono tutti alle Clamp… per una volta li compatisco! :P

NOTE: La storia prende spunto dalla side story presente alla fine del terzo volume, ho pensato che sarebbe stato interessante vedere come esattamente Kokuyo ha capito e deciso di vivere con Hisui… nella testa di Hisui manco provo a mettermici! ^^’’’

Tutti i dialoghi tra Kokuyo e Hisui sono tratti dal manga.

DEDICHE: Buon S.Valentino amoreeee!!! *_* Auguri tesoro, spero che questa sciocchezza (schifezza, a dire il vero ç_ç) possa piacerti almeno un po’ e strappare un sorriso alle tue labbra dolci… lo spero con tutto il mio cuore… che è tuo, lo sai vero? Ancora auguri piccola ^*^


 

MY ANGELIC WISH

By Sakuya

 

 

POV KOKUYO

 

Nella testa continua a ronzarmi il viso di quell’angelo, non faccio altro che pensarci.

Gli ho dato appuntamento alla prossima riunione, riuscirò a resistere senza impazzire?

Non mi era mai successo niente del genere, pensare così tanto a qualcuno… davvero no…

I suoi capelli biondi mi sono sembrati fatti di seta, non so proprio perché. Alcuni angeli sono indiscutibilmente belli, è nella loro natura, così come in quella di alcuni di noi (non si dice “Bello come il peccato” senza motivo), alcuni sono anche molto ben disposti verso di me e verso il peccato che si cela nell’unirsi carnalmente ad un diavolo, ma…

Quell’angelo aveva qualcosa in sé che mi ha ipnotizzato, erano forse i suoi capelli? Oppure i suoi occhi che sembrano infinitamente ingenui eppure ricolmi di infinita malia?

Nou, questo è il diminutivo del mio servitore-gatto (il nome intero non sono mai riuscito ad impararlo, forse perché non mi interessa?), mi sta parlando di quanto sia stato divertente vedere due diavoli di categoria infima arrivare quasi ad uccidersi per una semplice anima umana, eppure non mi interessa niente… e non solo perché ogni racconto del mio fedele servo è infarcito di lodi ed ammirazioni per le due serve di Koryou.

Mentre parla e gesticola lo osservo con attenzione: è indubbiamente bello, altrimenti nemmeno lo avrei preso a mio servizio, i capelli e gli occhi di un nero intenso, i lineamenti stranamente delicati. Però… fino a poche ore fa stavo meditando di portarmelo al letto… adesso la prospettiva non racchiude in sé più alcuna attrattiva.

Mi alzo dallo scranno in legno rifinito che mi ospita e mi dirigo verso le mie stanze senza dare spiegazioni né proferire parola. Sento Nou chiedermi se ha fatto qualcosa che non va, ma nemmeno gli rispondo, sono troppo preso in altro, già, ma cosa?

Quegli occhi… ecco cosa mi distrae da tutto il resto e mi imprigiona in maglie di incantesimo.

Mi chiudo la porta alle spalle e  sbuffo irritato da questa situazione. Il letto è ampio, mi piace così, posso farci quello che mi pare…

Che effetto farebbe vedere la pelle di quell’angelo risplendere su queste lenzuola color del sangue? No, forse per lui sono più adatti il cielo ed il profumo degli alberi del Ponte.

“Basta! Dannazione!” Sbatto un pugno contro uno dei sostegni del baldacchino e questo traballa sotto la forza della mia mano. La sollevo e ne guardo il palmo aperto osservandolo con attenzione… potrei ucciderlo con un sol dito se volessi… almeno quest’ossessione finirebbe!

Già, un’ossessione. Passeranno mesi prima della prossima riunione. Potrò aspettare? Non lo so… in ogni caso DEVO farlo visto che in Cielo non posso entrarci.

Chissà se esiste un modo per mandare un messaggio lassù…

Chiudo gli occhi e mi sbatto una mano sulla fronte. Si può essere più stupidi? No, non credo! Ma che me ne importa di quell’angelo?

Adesso prendo Nou o chiunque altro, magari un paio di diavoletti insieme, e di certo mi passerà ogni pensiero, altrochè!

 

Non ci credo.

Non è possibile.

Non è successo davvero.

Non a me!

Ho fallito miseramente, non solo non ho portato a termine la mia missione, ma non l’ho nemmeno iniziata!

Me ne sono andato da Nou, ho preso un altro diavoletto con un culetto da urlo e li ho portati in camera. Mi sono seduto sul letto e… li ho mandati via.

Quel dannatissimo angelo deve avermi lanciato un hogan di nascosto! Però non me ne sono affatto accorto! Che stia invecchiando?

I suoi capelli biondi… gli occhi di quel verde così scuro… non riesco a togliermeli dalla mente in alcun modo. Mi sono chiesto cosa stavo per fare.

Del sano sesso, ecco cosa! Questo mi è bastato per mandarli via.

Non so neanche il suo nome, dannazione! Continuo a ronzare dietro ad un tizio che, oltre ad essere un angelo, è anche senza nome! Sicuramente però sarà solo perché voglio portarmelo a letto, certo, non c’è altra risposta. Non appena mi sarò tolto la voglia, e lo farò, lui uscirà per sempre dai miei pensieri e sarò di nuovo libero, smetterò di essere il prigioniero impotente di un angioletto giovane ed innocente.

 

Tre mesi. Sono passati tre mesi dall’ultima, l’unica, volta in cui ho incontrato quel maledettissimo angelo.

Mio padre e tutti i miei servi, sudditi, sottoposti, non hanno fatto altro che chiedermi perché fossi così nervoso… almeno per i primi giorni… poi hanno smesso. Hanno capito che non era aria, che il mio nervosismo doveva essere dovuto a qualcosa di grave ma che riguardava solo ed esclusivamente me.

Non ho pensato nemmeno per un momento, dopo quel primo giorno, di distrarmi con qualcun altro. Ho passato le mie giornate da solo, senza la benché minima intenzione di avere qualcuno accanto. A che sarebbe servito?

Non solo non faccio altro che pensare a lui, non riesco nemmeno ad eccitarmi al pensiero di qualcun altro! Decisamente deve avermi lanciato un hogan, sì, sono certo che lo abbia fatto, dev’essere un nuovo metodo del cielo per combatterci!Farci colpire di nascosto da angeli che sembrano puri ed innocenti, così che smettiamo di aver voglia di far sesso e diventiamo irritabili, intrattabili e litighiamo tra noi! Che bel piano che hai eh Signore? Ah! Ma ora che ci hai provato vedrai anche che non avrà più effetto su nessuno perché ho scoperto il tuo sporco trucchetto! Mi sarei aspettato qualcosa di molto di più da uno intelligente come te!

Ma che diavolo sto facendo, parlo con il nemico? Argh! Sto impazzendo! Sì, non c’è altra risposta.

Mi butto a peso morto sul letto e comincio a fissare il soffitto.

Lui è là sopra, chilometri di distanza oltre le nuvole, in un cielo terso e limpido in cui non potrò mai entrare. E non che vorrei, per carità!

Mi piacerebbe solo andare da lui e rompergli tutti i denti bianchi e candidi che spuntano dal suo sorriso delicato d incantatore con un bell’hogan di attacco.

Peccato solo che non possa entrare nel suo regno.

E lui non può farlo nel mio…

Dovrò per forza prenderlo sul ponte… davanti alla fontana, sotto quell’albero che ci ha visti l’uno di fronte all’altro la prima ed unica volta in cui ci siamo incontrati.

 

La riunione è stata una vera noia, come sempre del resto. Si dicono sempre le stesse cose e non posso nemmeno vedere la faccia degli arcangeli, almeno potrei vedere se sono belli come dicono. Koryou, la volta scorsa, mi ha detto che il più bello di tutti è Hisui, l’angelo del vento. Mi chiedo cosa abbia di particolare questo tizio per essere il più bello di tutti, sarei curioso di saperlo.

Dio me lo immagino con un barbone e la faccia severa. Che razza di idee! Sarà il vento che soffia leggero o il sole che filtra attraverso le fronde degli alberi a rendermi sonnolento…

Starmene qui sdraiato mi sta facendo fare pensieri assurdi…

“Ti stai riposando?”

“Eccoti!”

Possibile che sia così bello? Non credo che nessuno in cielo, compreso quell’Hisui possano essere più belli di questo angioletto fresco di nomina.

“Non hai paura di me?”

“Perché dovrei?”

“Sono un diavolo.”

“Si vede.”

Mentre mi alzo e mi avvicino a lui, ancora in piedi a pochi passi da me, il suo sorriso radioso riesce a rapirmi il cuore, di nuovo. Come fa ad essere così? Sarà la bellezza dell’essere un anima candida? Forse è la purezza delle sue ali ad attrarmi così irresistibilmente…

“Io sono Kokuyo.”

“Allora sei il figlio di Satana!”

Batte le mani come un bambino umano che abbia appena ricevuto un giocattolo… e di nuovo il suo sorriso… gli catturo una mano e sorrido malizioso. Lui sembra non capire nemmeno mentre gli bacio il palmo e quando riapro gli occhi, dopo aver assaporato il miele della sua pelle, mi sorride di nuovo, come se fosse felice di ciò che ho fatto. Non capisce che lo voglio?

Oppure… forse lo sa ciò che desidero…

“Tu mi piaci. Ti aspetto qui anche alla prossima riunione.”

Non risponde. So che verrà. Mi allontano salutandolo solo con un sorrisino, il mio cavallo mi aspetta e di certo qualche angelo che gli fa da guida lo starà cercando. Per questa volta lo grazierò, non mi prenderò la sua innocenza, lo mangerò e gusterò con calma la prossima volta… ho atteso tanto, posso aspettare un altro po’… e poi…

Mi piace la sua purezza, la prenderò ed allora sarò di nuovo me stesso, sì, sarà così.

 

“Vieni tutte le volte che ti invito. Nonostante tu sia un angelo.”

Sono stato sdraiato qui per diversi minuti prima che un corpo caldo ed aggraziato si sedesse al mio fianco, senza parlare né far rumore, come se sapesse che non poteva essere altrimenti. In silenzio.

Non c’è bisogno di parole.

Ho continuato a pensarlo per tutto il tempo che è trascorso, continuamente il suo sorriso negli occhi ed il suo sapore sulle labbra. Quante volte mi sono ritrovato a leccarle in cerca del suo sapore? Ed ogni volta sono sempre riuscito a richiamarlo ai sensi proprio come se lo avessi assaggiato in quello stesso istante. Comincio ad avere il sospetto che non sia un angelo così giovane se è riuscito a lanciarmi un hogan così potente. Dev’essere stato per forza un hogan, perché certi sentimenti li potrò provare solo quando troverò il mio compagno… e non posso certo prendere un angelo come compagno, è assolutamente impensabile.

Mi basterà portargli via l’innocenza e poi potrò tornare a vivere la mia vita come se quest’angelo non l’avesse mai interrotta.

Sì, interrotta, perché da quando l’ho conosciuto non posso far altro che pensare a lui, ed è vivere questo?

“E’ l’ora della riunione. Non devi andarci?

“Mi scoccia.”

“La riunione è importante per tutti e due i modi.”

Al diavolo la riunione ed i nostri mondi? Come faccio a pensare ad altro che il vento mi porta il tuo profumo?

Lo afferro per un braccio e me lo faccio sdraiare sopra. E’ caldo come il sole d’estate ed anche se non amo particolarmente quella sua luce, questo calore è diverso, questo calore è unico… devo ammettere che in questo momento mi sta piacendo il sole… ma non quello che splende durante il giorno… no… quello che si irradia da quest’angelo…

“Ma io preferisco stare con te.”

“Anch’io.”

Come fa a dire una cosa del genere con quel sorriso puro su quelle labbra morbide? E’ un angelo! Ed io un diavolo… dovrebbe aver paura di me! Dovrebbe scappare lontano da me, prima che mi prenda tutto ciò che custodisce il suo cuore.

“Allora posso averti tutto per me?”

“Sì.”

“Sì…”

Gli bacio il collo, comincio ad assaporare la sua pelle lentamente e sento sempre più caldo, un calore che non mi aveva mai avvolto prima, qualcosa che non avevo mai provato. Tutto di lui mi rapisce, ogni suo gesto, ogni mugolio, il modo in cui si lascia andare tra le mie braccia, il modo in cui si arrende ai miei assalti, ai miei baci sempre più intensi. Ed io non riesco a pensare a niente se non a lui.

Quando mai mi sono preoccupato di far star bene la persona con cui ero?

Mai.

Ed invece ora… solo lui… solo il suo piacere ed il mio viene automaticamente, quando lo vedo cedere ed abbandonarsi, donarmi tutto se stesso come se fossi il suo padrone…

Non è così, non lo è affatto, è vero invece il contrario. Io gli appartengo. Quest’angelo di cui non conosco nemmeno il mio mi ha completamente fatto suo, sono suo prigioniero incondizionato, sono caduto senza opporre resistenza e sono felice di averlo fatto, felice come non sono mai stato, completo come non mi era mai accaduto…

Il vento si è fatto improvvisamente quieto dopo un turbinio che ci ha avvolti nel momento stesso in cui entrambi abbiamo raggiunto un piacere senza pari.

Due foglie hanno toccato il pelo dell’acqua della fontana e due cerchi si allargano intrecciandosi ed unendosi, come abbiamo appena fatto noi.

L’angelo è steso al mio fianco, sul mio mantello che ha fatto da coperta per entrambi, i suoi capelli sono sparsi tutt’attorno al suo viso, creando un gioco meraviglioso di contrasti e scintille di mille colori quando il sole si riflette su di essi e sui fili d’erba che fanno da sfondo a questa visione meravigliosa.

La mano si muove quasi da sola e comincio ad accarezzargli la nuca e ad intrecciare le dita con i suoi capelli. Rimango così per parecchio prima di decidermi a parlare di nuovo.

“Non avevo chiesto il tuo nome.”

Apre gli occhi assonnati e mi guarda con un’espressione beata e pacifica che mi fa stare in pace con me stesso.

“Mi chiamo Hisui.”

“Hai lo stesso nome dell’angelo del vento.” Però tu sarai di certo più bello penso, anche se non lo dico.

“Io sono l’angelo del vento!”

No. Non credo di aver capito bene. Decisamente no. Non è possibile. Beh, in questo modo si spiegherebbe perché è così bello e perché mi sono sentito subito attratto da lui… un arcangelo… No! Mi rifiuto di crederci!

“Vuoi dire che sei uno dei quattro arcangeli?” Adesso mi dirà che stava scherzando e…

“Sì.”

Ecco, è la fine. Ma perché dico io? Che ho fatto di male per scegliere, fra tutti gli angeli del Regno dei Cieli, proprio uno dei quattro arcangeli? Sono quattro, cavolo! Ed io che ho fatto? Sono andato a cogliere una della quattro rose preferite del Signore… perfetto..

Mi copro gli occhi con una mano, più che altro mi spalmo la mano in faccia in segno di assoluto biasimo nei miei stessi riguardi. Sono un idiota!

“Ho detto qualcosa che ti ha messo in difficoltà?”

I capelli di Hisui gli ricadono sulle spalle e lungo quella meravigliosa e liscia schiena che si ritrova… solo pochi minuti fa l’ho vista inarcarsi sotto i miei tocchi, ed ora…

Mi guarda spaventato, crede di aver detto qualcosa che non va. Non capisce come mi sento io? Come posso fare ora? Non so se mi basteranno questi incontri fugaci sul ponte una volta ogni tanto…

“Ho deciso! Verrai con me nel mondo degli umani!”

Gli prendo il meno con un amano e mi faccio guardare negli occhi. Vedi, Hisui, cosa mi hai fatto? Vedi nei miei occhi? Non ci sei altro che tu, solo tu.

“I diavoli non possono entrare nel vostro regno… e gli angeli non possono venire da noi. A questo punto non ci resta che andare sulla terra.”

“Vieni con me?”

Non chiedermi spiegazioni, dimostrami che anche per te non c’è bisogno di parole tra noi, che anche tu sai quello che voglio, come io credo di aver capito quello che desideri tu.

Ci siamo trovati, non trovi? E le mie parole racchiudono molto più di quello che sembra. E’ sottinteso qualcosa, lo sai, vero?

“Sì.”

Sorride tranquillo e sereno, ora sa, come me, che non c’è altra strada per noi. Già, noi, perché non possiamo essere altro che NOI dal momento stesso in cui ci siamo incontrati. Non mi importa che la nostra sia un’unione proibita, non mi interessa di quello che diranno e se ci cercheranno.

La sola strada che possiamo percorrere è quella che ci si prospetta davanti, una strada fatta in modo da poter essere percorsa solo insieme.

Mi alzo in piedi e richiamo i miei poteri dalle Tenebre, sulla fonte compare il segno distintivo della famiglia reale ed anche il disegno che racchiude in sé l’espressione della mia potenza, quando questi segni mi adornano la fronte vuol dire che sto per utilizzare uno dei miei poteri.

Mi tolgo l’occhio sinistro, non fa male come ho sempre creduto, è un’azione piuttosto naturale e non sento la mancanza di una parte di me, è come se mi fossi tolto un indumento.

Non mi serve l’occhio, non ora che ho chi vedrà anche per me, non ora che so cosa devo fare del mio futuro. Privarsi di una parte di se stessi e donarla a chi si ama. Un gesto simbolico, ma carico di significati. Ora la mia vita è completa, ora il cerchio si è chiuso, e Hisui è con me, al centro della circonferenza che le nostre vite, ora unite, sono divenute.

Lo osservo per un attimo sul palmo della mano e poi lo appoggio sul suo orecchio, come fosse un orecchino. Forse è un po’ macabro, ma che ci si poteva aspettare dal figlio di Satana?

Hisui mi guarda senza capire ed osserva le mie dita che stringono il mio stesso occhio ed il lobo del suo orecchio sinistro.

“Affido a te la metà della mia potenza.”

I suoi begl’occhi si allargano per lo stupore e mi fissano increduli mentre la voce si alza impaurita. Pensi che non sappia quello che faccio mio bellissimo arcangelo?

“Ma… una cosa così importante…”

Faccio smettere le sue proteste sul nascere e con un mezzo sorriso gli accarezzo la guancia delicata, la sua pelle ha il potere di rendermi completamente suo schiavo.

“E’ un’usanza della Famiglia Reale delle Tenebre affidare l’occhio sinistro al compagno della vita.”

Ora capisci, vero Hisui? Sì che capisci, ed infatti ti sollevi sulle punte dei piedi e le tue labbra fresche come il vento che governi mi sfiorano l’occhio sinistro, in un gesto pieno di dolcezza a tenerezza che mi stringe il cuore ed al contempo lo fa esplodere per i mille sentimenti che ogni tua parola ed ogni tuo gesto sono in grado si suscitare in me.

Ti stringo forte tra le braccia e tu, di nuovo, ti abbandoni a me e ti lasci serrare, appoggiandoti completamente contro il mio petto.

“Vengo con te.”

Non poteva essere altrimenti, non credi amore mio? Se l’abbia deciso il tuo Signore, o mio padre od il Fato, non mi interessa, io e te eravamo destinati l’uno all’altro e senza bisogno di parole abbiamo compreso che non c’era altra via d’uscita, che non potevamo far altro che assecondare i nostri cuori… beh… forse io sono stato un po’ restio all’inizio… ma solo un po’!

“Insomma… Hisui è più grande di me?”

Questo pensiero sfugge alle mie labbra mentre ancora lo stringo, e lui ride divertito con gli occhi chiusi ancora appoggiato al mio petto.

Utilizziamo, senza dire una parola, nello stesso istante l’hogan che ci porterà sulla terra, verso la nostra nuova vita, verso la NOSTRA vita, quella che ci terrà uniti per sempre e ci legherà l’uno all’altro come il filo rosso del destino ha legato le nostre mani.

 

FINE ^_^