Musica
di Naika
Dita candide.
Sfiorano il tasto.
Quel tasto azzurro dello stereo.
E il cd gira.
Un piccolo ansito e poi... musica.
Scuoti le spalle e l’accappatoio scivola a terra
lungo il tuo corpo.
Ne seguo il lento precipitare sapendo che alla
sua caduta seguirà la mia.
Vieni...
Il ritmo della musica sale.
Il volume è alto ma le prime note sono titubanti
e lente.
Così come il tuo passo fino al letto.
Così come il mio respiro nel vederti chinarti su
di me.
Baci.
Palpiti leggeri e mani...
Mani come ali di farfalla a seguire l’ipnotica
danza delle note che velano i nostri primi sospiri.
Musica.
La nostra maliziosa complice ed amante.
Impedirà ai tuoi di sentirci.
Di sentirmi.
Baciami.
Sento il tamburo rullare rincorrendo il ritmo del
mio cuore.
Conosco questa canzone.
Ne conosco ogni nota e sfumatura.
Così come le mie mani conoscono il tuo corpo.
Spogliami.
La chitarra già schiaffeggia le prime note e io
voglio sentire la tua bocca sulla mia pelle.
La tua lingua marchiare la mia bocca.
Scivolare sulla mia gola.
Così.
Sì.
Così.
Toccami.
La musica cresce.
Così come il nostro calore.
Così come i nostri respiri.
Così come le nostre eccitazioni.
Non farmi aspettare.
La musica non attende.
Scorre veloce.
Come il mio respiro.
Alta.
Come i miei gemiti, ora.
Prendimi.
Convulsa.
Come le spinte di un’amante prossimo all’orgasmo.
Fammi tuo.
Forte.
Come la sensazione del tuo corpo che affonda nel
mio.
Sì.
Così.
Così... ti prego...
Intensa.
Come il piacere che m’inarca il corpo.
Spingi.
Ancora.
Voglio di più.
Voglio l’annullamento totale.
Il piacere.
Senza freni.
Senza ragione.
Voglio la luce.
Nessun ombra tra noi.
Nessun confine in noi.
Nessuna legge per noi.
Distruggimi.
Non aver paura di farmi male.
Non puoi.
Nemmeno se volessi.
Cancellami.
E poi plasmami con le tue mani candide.
Creami.
Sarò come tu mi vuoi.
Sarò ciò che sei.
Griderò solo il tuo nome.
Ancora.
Senza paura che la mia voce sovrasti questa
musica.
Essa stessa sarà melodia.
La nostra.
Con la forza del battito della cassa.
Il pulsare del mio cuore contro il tuo.
Con la languida carezza del violino.
La tua lingua sulla mia.
Con l’elettrica arroganza della chitarra.
Il tuo sesso nel mio corpo.
Ancora.
Di più.
Fino alla linea di confine e poi.... oltre.
Non mi spaventa il baratro.
Non temo il vuoto.
Perchè tu mi hai insegnato a volare.
Batti il tempo nel mio
corpo.
Sarò il tuo strumento.
La tua cassa di risonanza.
Il grido della tua chitarra.
Toccami.
Pizziccami.
Sfiorami.
Mi tenderò per te emettendo suoni che non hai
udito mai.
Ancora.
Più forte.
Più a fondo.
Dove non sei arrivato mai.
Mordimi.
Sono la mela del peccato.
Ti prometto la luce del paradiso e la fiamma
dell’inferno.
Ansiti.
Gemiti.
Fondimi.
Ancora.
Fino alla fine.
Il tuo nome sulle mie
labbra.
La tua lingua vogliosa a
rubarmelo insieme al respiro.
Ancora.
Fino alla fine.
Il tuo piacere nel mio
corpo.
Lava incandescente che
brucia.
Ancora.
Fino alla fine.
Il mio grido.
L’ultima nota di questa
melodia che spira accasciandosi insieme a noi.
E poi... silenzio.
Caldo.
Stremato.
Come noi.
Dolce.
Come l’abbraccio con cui mi attiri a te,
avvolgendomi nel lenzuolo.
La musica è finita.
Il cd gira vuoto nel lettore mentre le tue mani
passano silenziose tra i miei capelli rossi.
Restano solo i nostri respiri.
A scindersi e rincorrersi in questo nido ovattato
che ci culla al sonno.
A creare per noi una nuova,
conosciuta, melodia.
fine....
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