SERIE: Fruits Basket
PARTE: 2/5
RAITING: boh... facciamo R, una via di mezzo
PAIRINGS: YukiXKyo (giuro!) HatsuharuXAyame
HatoriXShigure e in questo cap
c'è anche un accenno di Kazuma+Yuki (di passaggio,
tranquille!)
DISCLAIMERS: i pg appartengono a Natsuki Takaya e la fic vuol essere un rifacimento scherzoso della commedia "Molto rumore per nulla" di W.Shakespeare. La fic è dedicata al compleanno della mia dolcissima cucciola Saya. Auguri amore di mamy!!!!!! Un grazie alla mia sori Miyu per avermi fatto da consulente (a te dedico il pair HatoriXShigure)
NOTE: ovviamente alcune cose e alcuni
personaggi ho dovuto modificarli per esigenze 'di copione' (vedi Akito e Kazuma che qui diventano fratelli). Gli accostamenti con i pg dell'opera originale sono i seguenti:
Don
Pedro - Kazuma Soma Carruba
- Momiji Soma
Don
Juan il bastardo - Akito
Soma Sorba
- Kagura Soma
Claudio
- Hatsuharu Soma Guardia
- Kisa Soma
Benedetto
- Kyo Soma Cancelliere
- Kyoko Honda
Leonato - Shigure
Soma Ero
- Ayame Soma
Antonio/Frate Francesco - Hatori Soma Beatrice - Yuki Soma
Borraccio
- Arisa Uotani Margherita
- Ritsu Soma
Corrado
- Saki Hanajima Orsola
- Toru Honda
Messaggero - Hiro Soma
MUCH ADO ABOUT SOMAS
FAMILY
ATTO II
di Yurika
Quella
sera il palazzo dei Soma era un profluvio di luci e animazione.
Shigure aveva organizzato una gran festa in onore dei
suoi illustri ospiti. In quell'occasione avrebbe
anche mostrato uno degli spettacoli più ricercati e rari del regno: la Sacra
Danza eseguita da Yuki.
I
preparativi erano ormai quasi completati. Il giardino era stato ornato da
lanterne di carta di svariati colori, lo stagno artificiale, poco discosto
dalla casa, brillava dei piccoli lumini che galleggiavano sullo specchio scuro
dell'acqua. Una musica allegra suonava discreta per ogni angolo della tenuta.
Uno dei saloni che davano direttamente sull'esterno dell'edificio
era stato preparato per ospitare l'attrazione della serata e leggeri tendaggi
del colore della notte ne celavano alla vista la scenografia di stoffe colorate
che vi era stata approntata.
"Allora,
come sta il nostro artista?" domando' Shigure entusiasta entrando nella
stanza che era stata riservata come camerino.
"Se
non mi costringeste a vestire come un cretino andrebbe ancora meglio" sbuffo' Yuki mentre Ritsu cercava disperatamente di
truccargli gli occhi.
"Andiamo
cugino! Avrai tutti gli sguardi puntati su di te e con il vestito che ho cucito
appositamente per questa occasione sarai un vero
schianto!" esclamo' Ayame
con strane scintille che gli sprizzavano dagli occhi dorati.
"Io
era proprio a quello che mi stavo riferendo" borbotto'
Yuki aggiustandosi una delle ampie maniche che
continuava a spostarsi.
Ayame nemmeno lo stava ascoltando, troppo
impegnato a dare gli ultimi ritocchi alla lunga veste riccamente decorata e a
mandare gridolini d'estasi per la sua creazione.
"Ah,
Yuki! Sei uno dei ragazzi più corteggiati e ambiti
del feudo e sembra che a te non importi proprio nulla! Hanno persino scritto
una ballata che decanta le tue forme perfette e il tuo cuore di ghiaccio! Se
non impari a sorridere di più non si farà avanti mai
nessuno per una proposta seria!"
Shigure era davvero preoccupato per il cugino.
Non che gli dispiacesse il fatto di poterlo tenere in casa il più a lungo
possibile! Anzi, spesso era un vero sollievo averlo attorno. Ayame era un bravo ragazzo, ma a volte perdeva il senso
pratico lasciandosi trascinare dai voli pindarici della sua fantasia. Del resto
non voleva sempre fare affidamento su Hatori. Per
colpa sua era stato ferito e non avrebbe permesso gli
succedesse qualcos'altro. Pero' il piccolo Yuki si prendeva sulle spalle responsabilità che non
competevano a lui e dalle quali non avrebbe potuto avere nulla in cambio.
Purtroppo era orfano e la sua linea non era quella diretta per la successione
del feudo. Il suo destino poteva essere solo quello di entrare come sposo in una famiglia che lo accettasse nonostante una dote
alquanto misera, la poca eredità che gli avevano lasciato i suoi genitori prima
di morire. Shigure non poteva fare niente per questo.
Poteva solo farlo rimanere fra gli agi e i lussi di Villa Soma, almeno finché fosse rimasto sotto la sua tutela. Malauguratamente non
poteva sottrarre nulla di cio' che sarebbe spettato
ad Ayame in favore dell'altro cugino. Se, in più, Yuki continuava a rifiutare anche le offerte più
vantaggiose che gli venivano presentate, Shigure non sapeva proprio dove sarebbe andato a finire.
Yuki si alzo',
lasciando che Ayame e Ritsu
gli sistemassero il velo che gli ricopriva il capo scendendogli sulle spalle
per poi attorcigliarsi sull'avambraccio destro.
"Apprezzo
il tuo interessamento Shigure, ma non m'interessa
ricevere una proposta seria".
"Non
essere cosi' precipitoso Yuki!
Se ti guardi attorno magari potresti trovare qualcuno
che sembra rispondere ai tuoi gusti. Per esempio, cosa mi dici a proposito del
principe Akito? Ora che si è riconciliato con il
fratello ed è tornato nelle sue grazie sarebbe un
ottimo partito! Non sarebbe splendido se si facesse avanti?"
Yuki si volto'
verso Shigure di scatto fissandolo con un'espressione
di puro orrore.
"Splendido
dici? E cosa ci sarebbe di splendido nel passare la vita
accanto ad un uomo dal sorriso falso e dalla mano pronta a pugnalarti alle
spalle. Hai guardato bene i suoi occhi? Sono pozzi d'inferno senza
fondo. Chi, per sua sfortuna, dovesse venirne
intrappolato verrebbe risucchiato in una spirale di odio e disperazione dalla
quale non potrebbe più uscire. Invocherebbe la dannazione del fuoco eterno
piuttosto di quel freddo nero senz'anima che fa rabbrividire" termino' il giovane scosso da un brivido reale.
Ayame lo osservava con apprensione.
All'apparenza, il bell'erede della fortuna dei Soma poteva sembrare un cuore gioioso privo di
preoccupazioni d'alcuna sorta, ma la verità era che non c'era nessuno che
amasse e si preoccupasse più di lui dell'introverso cugino.
"Sei
sempre troppo categorico nei tuoi giudizi" disse Shigure
dopo qualche secondo di silenzio "proprio come nel caso del nobile Kyo".
Yuki ridacchio' spianando la fronte corrugata.
"Non
potevi scegliermi persona più antitetica di quella di cui stavamo parlando! Kyo ha gli occhi di una triglia lessata,
non un barlume d'intelligenza traspare da quelle sciocche pupille
innaturalmente allungate!"
"Yuki, stai di nuovo esagerando, sai benissimo che non è
come dici!" lo rimprovero'
Shigure.
Yuki abbasso' lo
sguardo e si mise a giocare distrattamente con uno dei barattolini usati da Ritsu per il suo trucco.
"No,
hai ragione, non è cosi'. In verità Kyo ha degli occhi molto belli".
La
strana ammissione da parte del ragazzo lascio' tutti senza parole.
"Ma
vero è che l'uomo perfetto sarebbe quello con gli occhi di Kyo
e l'intelligenza di Akito!"
aggiunse poi con tono categorico tornando a sedersi per gli ultimi ritocchi e
atteggiandosi come se per lui il discorso fosse concluso.
"Ahhh... Yuki
ho già capito che ti dovro' sopportare qua dentro
fino alla fine dei miei giorni! Aya, almeno tu, cerca
di fare il tuo dovere. Se il principe Kazuma si dovesse dichiarare vedi di accettare di buon grado e lascia
perdere il nobile Hatsuharu!" esclamo' esasperato il giovane padrone della tenuta.
"Oh,
non preoccuparti cugino, Aya sa benissimo cosa
fare" disse Yuki interrompendo Ayame che stava già per protestare "eseguirà alla
lettera le tue richieste e appena gli volterai le spalle fuggirà via con il suo
amante".
Shigure sussulto' e corse ad afferrare le mani di Ayame
guardandolo con occhi pieni di lacrime.
"Tu
non lo farai, vero Aya? Non faresti mai una cosa del
genere al tuo adorato cuginetto!"
"Nooooooo, non potrei maaaaaaaaai!"
affermo' il ragazzo dai bianchi capelli con gli occhi
rivolti verso il cielo e il colorito un po' verdognolo.
"Il
mio Ayamuccio!!!" disse
Shigure mentre stritolava e sbaciucchiava il cugino
che, da parte sua, ridacchiava con poca convinzione.
"Smettetela!
Ho il voltastomaco" eslcamo' Yuki
premendosi l'addome diventando improvvisamente cinereo.
"Va bene, allora noi cominciamo ad andare! Aspettiamo con
ansia l'inizio del tuo spettacolo. Forza e coraggio Yuki!"
lo incoraggio' Shigure
mentre si trascinava via Ayame
che si aggrappo' a Ristu
con aria implorante.
Il
giardino era già gremito d'invitati. Gli ospiti più importanti, il principe Kazuma e il suo seguito, avevano indossato delle preziose
maschere, una particolarità pregiata delle loro terre.
Ad
un tratto, la musica cesso' e alcune luci vennero accese dietro i tendaggi che
nascondevano il palcoscenico improvvisato. Le conversazioni andarono a mano a
mano scemando e, quando tutti si fecero silenziosi e attenti, un aiutante
invisibile scosto' il sipario scuro mostrando una
delle visioni più sublimi cui gli astanti avessero avuto
modo di assistere.
Al
centro della scena, che riproduceva, tramite stoffe svariatamente drappeggiate,
un paesaggio lacustre, Yuki era immobile in una posa di estrema eleganza e compostezza. La lunga veste smanicata che lo fasciava era di raso lilla cangiante a seconda di come vi battesse sopra la luce. Essa era poi
ricoperta da un'altra sopraveste d'organza bianca trasparente, con ricami
argentati, che andava a formare due ampie maniche che,
alla brezza notturna, si muovevano con la delicatezza di ali di farfalle. Il
velo argentato, che prima era raccolto attorno al braccio di Yuki, pendeva ora libero sulle sue spalle e lui se lo
teneva per coprirsi, in parte, il volto. Al collo, sulla fronte, sulle braccia,
ai polsi e alle caviglie spiccavano gioielli d'argento dai bagliori lunari.
Appena
i musicisti intonarono i primi accordi di una melodia lenta e conturbante, gli
spettatori trattennero il fiato, non lasciandolo andare se non a ballo
inoltrato.
I
pendagli dei gioielli di Yuki tintinnavano ad ogni
suo movimento sottolineando ogni saltello, giravolta,
contorsione che compiva. Gli ampi gesti delle braccia e le sobrie divaricature delle gambe si sposavano perfettamente con il
ritmo singhiozzante e struggente della musica. Quando poi effettuava
una coreografia di particolare sensualità, puntava gli occhi grigi illuminati
da un barlume di malizia direttamente sulle persone che non potevano fare a
meno di rabbrividire con un vago senso di turbamento.
La
fine della danza arrivo' anche troppo presto e, dopo alcuni istanti di puro
silenzio, partirono fragorosi applausi e sonore richieste di bis che vennero
comunque ignorate.
Ayame stava ancora applaudendo e saltellando
gridando "facci rivedere il vestito!!!"
quando venne avvicinato dal principe Kazuma che
indossava la maschera di un volto riccamente truccato, ma dall'espressione
inguaribilmente malinconica.
"Mi
permettete di invitarvi ad una passeggiata al chiaro di questa splendida
luna?" domando' facendo un piccolo inchino.
"Oh
ma non so se sia il caso per un giovane, innocente, bellissimo e irresistibile
ragazzo come me accettare una tale proposta" mormoro'
con vocetta melodiosa Ayame
portandosi una mano alla gota velata di un lieve porpora.
Kazuma ringrazio' la maschera che gli nascondeva l'espressione, altrimenti si
sarebbe notata subito la sua perplessità. Certo che quell'Ayame
era carino, ma anche proprio deficiente! La guerra aveva provocato strani
mutamenti di gusto nel suo povero amico.
"Ehm...
non temete, le mie intenzioni sono più che
oneste..." mormoro'
cercando di tranquillizzare l'altro.
"Allora
non c'è niente da temere! Forza, andiamo!" esclamo'
Ayame ad alta voce prendendo sotto braccio il suo
interlocutore sempre più stranito.
Yuki, intanto, si era seduto sull'ingresso
che portava la stanza che lo aveva visto protagonista della Sacra Danza al
giardino, per godersi un po' di fresco dopo la fatica del movimento. Aveva la
schiena appoggiata alla parete e dopo poco la testa ando'
a farle compagnia. Sembrava quasi addormentato, con gli occhi chiusi e il
respiro regolare, mentre si godeva le lievi carezze del venticello che gli
spirava addosso.
"E
cosi' voi
sareste il famoso ballerino..."
Yuki apri' di
malavoglia un occhio. Ecco un altro scocciatore che veniva a farfugliargli i
suoi complimenti! Per questo odiava tanto esibirsi in
pubblico, anche se la danza, di per sé, non gli dispiaceva.
Quando
riusci' a focalizzare lo sguardo sul suo
interlocutore, pero', rimase piacevolmente stupito. In piedi davanti a lui c'era un
ragazzo che indossava una buffa maschera da gatto ghignante che lo mise
immediatamente di buon umore.
"Sono
Yuki Soma" disse il giovane facendo cenno
all'altro di sederglisi di fianco.
Il
ragazzo con la maschera da gatto segui'
immediatamente il consiglio e gli si mise a pochi millimetri di distanza.
Per
qualche momento rimasero in silenzio senza alcun'ombra
d'imbarazzo. Alla fine il ragazzo mascherato si schiari' la voce, pronto a parlare.
"La
vostra danza era assolutamente insulsa!"
"Come,
prego?" domando' Yuki, incredulo di cio' che aveva appena sentito.
"Ah...
questo... è un giudizio che mi ha espresso un... grande
cavaliere... uno dei favoriti del principe!"
Per
un attimo lo sconosciuto era sembrato a disagio, ma poi si era ripreso
riportando il giudizio di quest'altra persona.
"E
questo 'grande cavaliere'
avrebbe detto che la mia danza è insulsa?"
"Esatto!
Dice che un uomo dotato della vostra agilità non dovrebbe sprecarla per balli
da donnicciole, ma dovrebbe
esercitarsi nelle nobili arti guerriere!"
Yuki sferro' un
pugno contro il pavimento che fece sobbalzare il suo interlocutore.
"C-calmatevi, vi prego... in fondo puo' essere un giudizio
corretto..."
Yuki si volto'
verso di lui con espressione di puro furore e gli occhi ridotti a lame di
metallo.
Inconsciamente il ragazzo mascherato si appiatti' contro la parete.
"Corretto?
Ma cosa puo' saperne questo... cavaliere -e disse questa parola come se
la stesse sputando- o chiunque altro della mia situazione? E' facile giudicare
quando si è nati con l'unico dovere di morire seguendo il proprio signore! Vieni esaltato e osannato da tutti! Ma poi, una volta che
questi valorosi guerrieri sono periti nella loro gloria, che cosa succede a
quelli che sono rimasti a piangere le loro morti? A
loro chi ci pensa? Non si puo' sfamare il popolo con
le virtù dei cadaveri!"
Lo
sconosciuto rimase senza parole per qualche istante.
"Questo
è giusto... pero' ci sono anche altri... altri che
non abbiano le stesse potenzialita'
per le arti marziali... che potrebbero..."
"Altri?
Ah, ma per piacere! Il vostro 'grande cavaliere',
come lo definite voi, non è altro che un bambino che
si è appassionato al gioco della guerra e ora non vede altra realizzazione se
non in quello. Non ha idea di cosa sia la vita reale e gli auguro
di non saperlo mai, altrimenti non sopravvivrebbe. E' evidente che non ha le capacita' per essere altro che carne da
macello!"
"MA COME DIAVOLO TI PERMETTI??!!" salto'
su l'altro levandosi la maschera.
Yuki lo guardo' freddamente, per nulla stupito di vedere proprio
quella persona nascosta sotto il travestimento da gatto.
"Kyo... sapevo che eri tu" si limito'
a sibilare.
"Ma
davvero signor saputello? Allora ti consiglio di
ritirare subito quello che hai detto, altrimenti io..."
"Altrimenti
cosa?" domando' Yuki con indifferenza.
Kyo strinse i pugni tremando di rabbia.
Gli occhi gli s'incendiarono di scintille infuocate.
"Ti
sfido Yuki Soma!"
Il
giovane dai capelli argentati sospiro' con
rassegnazione e per un brevissimo attimo - talmente breve che Kyo si domando' se fosse reale cio' che aveva visto - il suo sguardo divenne cosi' triste da far male al cuore.
"E va bene, cavaliere del principe Kazuma"
disse poi alzandosi con gesti solenni.
"Accetto
la vostra sfida".
"Perfetto!"
esclamo' Kyo al settimo cielo, mettendosi in posizione di difesa.
Yuki rimase immobile osservandolo
freddamente.
La
festa, intanto, aveva subito un netto arresto. Tutti si erano improvvisamente
zittiti guardando nella loro direzione per vedere come sarebbe andata a finire
quella disputa.
Hatori era già pronto per intervenire e
dividere i due, ma una mano di Shigure che gli si poso' con decisione sul petto lo fece fermare.
"Ma Gure..." mormoro' usando di proposito il
nomignolo che solitamente era riservato alla loro intimità.
"Aspetta,
vediamo come va a finire. Se li interrompessi adesso nessuno dei due ne sarebbe soddisfatto".
Shigure era terribilmente serio, lo sguardo
era fisso sui due contendenti che ancora non avevano mosso un muscolo. Improvvisamente si volto' verso il suo
compagno con il solito sorriso spensierato.
"E poi sarà uno spettacolo molto divertente!" disse con
entusiasmo.
Hatori scosse la testa, ma non poté impedirsi
di sorridere leggermente.
Kyo stava dando segni d'impazienza. Il suo
avversario si limitava ad osservarlo con quei suoi occhi irritanti e non
accennava a compiere alcun movimento.
"Insomma,
ti decidi o no a metterti in posizione?" sbotto',
alla fine, esasperato.
"Sono
pronto cosi', puoi attaccare quando vuoi"
rispose l'altro in tutta tranquillità.
"Maledetto!
Ti faro' passare la boria!"
Cosi' dicendo, Kyo
attacco'. Carico' Yuki con tutta la sua forza sicuro
di una facile vittoria, ma proprio all'ultimo istante il suo avversario si scanso' con una rapida mossa, portandosi alla sua destra. Kyo non si fece scoraggiare e fu pronto a partire di
sinistro, ma di nuovo fu evitato. Andarono avanti cosi'
per un po' con Kyo che caricava alla massima potenza
e Yuki che usava movimenti agili e veloci per
spiazzarlo. Il rosso percepiva a malapena i gesti dell'altro, riuscendo appena a
sfiorarne i capelli d'argento o la leggera sopraveste svolazzante.
'E'
come quando danzava... sta ancora danzando!' realizzo'
ad un tratto il focoso cavaliere 'Mi sta prendendo in giro!'
Questo
pensiero lo mando' su tutte
le furie e decise di giocarsi il tutto per tutto.
Con
un urlo spaventoso preparo' il suo colpo puntando
direttamente al bel faccino impassibile di Yuki. Tiro'
indietro il braccio dandosi lo slancio correndogli incontro. Il
pugno in cui aveva riversato tutta la sua rabbia e la sua frustrazione parti' con un sibilo udibile anche per gli spettatori
assiepati nel giardino. Tutti pensarono che, quella volta, per Yuki fosse giunta la fine, ma, proprio mentre il colpo
sembrava andare a segno, il giovane cugino del padrone di casa scomparve dalla
vista del suo assalitore.
Kyo rimase allibito guardandosi intorno
con confusione e un vago senso di disperazione. Dove
diavolo si era cacciato ora quello?
"Sono
qui".
Un
soffio solleticante al suo orecchio, un calore intenso sulla schiena. Il
respiro gli si mozzo' e le pupille gli si dilatarono,
mentre tutti i peli del corpo gli si rizzarono all'istante rispondendo al
tacito ordine del brivido che gli aveva percorso le membra.
Il
tempo si dilato' all'infinito mentre si voltava verso
quella voce.
Occhi
di metallo incandescente lo guardavano con... no, non derisione...
divertimento, piuttosto.
Kyo conosceva l'inevitabilità di cio' che stava per accadere e non fece nulla per sottrarvisi. Pochi istanti e un lampo di dolore gli
investi' la mascella. Si senti'
sollevare e, per un attimo, provo' una sensazione di incredibile leggerezza. Poi lo schianto, altro dolore e
silenzio.
"Signor
Kyo!!! Sta bene?"
Toru si precipito'
su Kyo scuotendolo violentemente.
"Signor
Kyo! Signor Kyo! La prego,
mi risponda".
Gli
sguardi di tutti erano, invero, ancora puntati su Yuki
che si stava riaggiustando una delle maniche che, nel contraccolpo, gli era
scivolata, mostrando una candida spalla. Il ragazzo,
terminata quest'operazione, si porto'
al centro del palcoscenico improvvisato e si sprofondo'
in un elegante inchino.
"Perdonatemi,
vado ad indossare vesti più comode".
Detto
cio', usci' dalla stanza.
Nello
stesso istante in cui Yuki scomparve, Kyo si tiro' in piedi di scatto
spaventando la povera ragazza che si preoccupava per la sua salute.
"Kyo... va tutto bene?" domando'
con aria apprensiva il principe Kazuma che si era
avvicinato in compagnia di Ayame.
Il
bel guerriero non rispose, si volto' verso il suo
signore con gli occhi resi rossi a causa dell'ira prorompente. Kazuma rabbrividi' senza osare aggiungere altro e quando il suo
giovane amico si allontano' rapidamente verso la
parte di giardino non illuminata, non provo'
nemmeno a fermarlo. In quel caso, l'unica cosa che poteva fare era lasciarlo
solo a leccarsi il suo orgoglio ferito.
In
un'altra zona della festa ben altri misfatti venivano
compiuti.
L'accidioso
Akito aveva stabilito che ormai era giunto il momento
di mettere in atto il suo losco intento.
Aveva
notato che il nobile Hatsuharu se ne stava discosto
dagli altri invitati, celando il suo evidente nervosismo dietro una maschera
che raffigurava le fattezze di un muso bovino.
Si
scambio' un cenno d'assenso con i suoi tirapiedi e il
gioco ebbe inizio.
"Perdonatemi...
non siete voi il signor Kyo?" domando' appena gli si fu accostato.
Hatsuharu si nascose maggiormente all'ombra
dell'albero vicino al quale era seduto. Ci mancava solo quella faccia da
malaugurio del principe Akito! Come se non fosse già
stato abbastanza agitato per conto suo! Il suo signore aveva detto che avrebbe
chiesto per lui la mano di Ayame
Soma quella sera stessa. All'inizio la cosa lo aveva divertito, poi gli aveva
fatto stranamente piacere e, appena si era alzata la luna ed era stato dato il
via all'inizio dei festeggiamenti, aveva ritenuto che non ci fosse cosa più
desiderabile al mondo della sua unione con l'erede del loro gentile ospite.
Erano ormai parecchie ore che si rigirava le mani mordicchiandosi le labbra in attesa del suo verdetto di assoluzione o condanna. Si perché, ormai, era giunto alla conclusione che la sua
vita senza il bell'Ayame al suo fianco non avrebbe
più avuto alcun senso! Eppure, nonostante quello che poteva dire Kyo, non c'era l'assoluta certezza che l'oggetto di tanto
patire ricambiasse il suo novello spasimante. Magari
era già innamorato di qualcuno o, più semplicemente, lui non rappresentava il
suo tipo. Se una tale evenienza fosse intercorsa, Hatsuharu promise che sarebbe partito per una nuova guerra
cercando una gloriosa morte in combattimento. Non gli restava altro da fare!
E ora, cosa voleva l'irritante fratello
del loro signore? In più l'aveva scambiato per Kyo,
l'allocco! Di certo, non poteva farsi perdere l'occasione di prendere un po'
per i fondelli lui e la sua cricca di sventura!
"Si,
sono proprio io. Avete l'occhio lungo e l'ingegno pronto" disse camuffando la voce.
Akito stava già facendo un passo verso di
lui con il braccio alzato pronto a colpire quando venne
prontamente fermato da Uotani e Hanajima.
"Mio
signore... illustrate al nobile Kyo il problema,
prego".
"Si
Uo, grazie" disse l'ex rinnegato della famiglia
reale ricomponendosi.
"Mio
fratello parla spesso di voi come di un amico fidato".
"Ebbene?" chiese Hatsuharu che
cominciava a perdere la pazienza.
"Cercate
di dissuaderlo da un insano proposito" disse Akito
con fare cospiratorio.
"Quale
proposito?"
Senza
conoscerne il motivo, Hatsuharu cominciava a sentirsi
agitato.
"Vuole
sposare Ayame Soma".
"E voi come lo sapete?" domando'
il cavaliere sussultando.
"Notizia
terribile, eh?" mormoro' Akito con finta contrizione.
"Ma, ahimè, veritiera. L'ho udito con queste orecchie
giurargli il suo eterno amore".
"E io l'ho appena sentito promettergli di sposarlo entro il
tramonto di domani" intervenne Hanajima.
"Lasciamo
tutto nelle vostre mani esperte" disse Akito
mentre si allontanava in compagnia delle due ragazze.
Hatsuharu rimase immobile parecchi minuti
guardando nel vuoto. Alla fine si alzo'
in piedi scaraventando rabbiosamente per terra la sua maschera e si allontano' da quell'infausto
luogo con ampie falcate.
La
sorte volle che il giovane amante disperato finisse a celare il suo dolore
proprio nella locazione che aveva stabilito anche Kyo.
"Haru! Che ci fai qu... ma cos'è successo? Hai una faccia peggiore di quella che avevi quella volta in cui ti hanno trafitto la spalla!"
Kyo raggiunse l'amico che aveva,
evidentemente, tutte le intenzioni di allontanarsi da lui senza dare
spiegazione alcuna.
"Non
sono cose che ti riguardano" disse cercando di liberarsi dalla stretta del
compagno che lo teneva saldamente per le braccia "o forse si, se accetti
un consiglio. Guardati dall'amicizia del principe, essa è
dolce all'apparenza, ma se gustata a fondo provoca la morte come il più letale
dei veleni!"
"Ma
di che stai blaterando... ehi!" esclamo' mentre l'altro, riuscito a scappare alla sua presa, correva
via come inseguito dalle Furie.
"Ah!
Qui sono tutti pazzi!" soffio' come un gatto
infuriato.
"Kyo tutto bene?"
Il
ragazzo si volto' e vide sopraggiungere il principe Kazuma in compagnia del loro ospite e del suo erede.
"Si,
ma non posso affermare altrettanto per il nostro Hatsuharu".
Gli
occhi dorati di Ayame si
tinsero dei colori cupi della preoccupazione.
"Cos'è
successo ad uno dei migliori tra i miei cavalieri ed
amici?" domando' sorpreso il principe.
"E'
scappato via correndo..."
Kyo non potè
terminare la frase in quanto un demone bianco gli si avvento' contro afferrandolo per il colletto e
strattonandolo avanti e indietro con forza.
"Se
gli hai fatto qualcosa giuro che te la faccio pagare
cara! Cosa gli hai combinato, muso da gatto che non sei
altro? Confessa!!"
"Aya datti una calmata!!!" urlo' Shigure sull'orlo di una
crisi isterica.
"Ancora
non abbiamo stipulato il contratto di nozze, se ti comporti cosi'
potrebbero mandare a monte tutto, lo capisci?"
gli bisbiglio' poi all'orecchio una volta che gli si
fu avvicinato cercando di trattenerlo.
Ayame lascio' andare Kyo all'istante che, ormai
privo di sensi, cadde per terra con un pesante tonfo.
Notando,
poi, lo sguardo allibito del principe Kazuma, l'irruento Soma raccolse quello che rimaneva del povero Kyo e lo ripuli'
dalla polvere ridendo come se avesse appena fatto uno scherzo molto spassoso.
"Oh
andiamo signor Kyo! Non mi dirà che è andato k.o. per cosi' poco! Io stavo
solo cercando di sdrammatizzare! Ohohohoh!"
"Ma quanti bei micini mi corrono
intorno alla testa! Come sono carini!!!"
mormorava Kyo che riprendeva lentamente coscienza di sè.
"Ohohohoh! Ma com'è spiritoso
signor Kyo! Qui non ci sono
gatti!" disse Ayame dandogli delle gomitatine.
"Mi
domando se gli abbia fatto peggio il pugno di Yuki o
il trattamento di Ayame"
borbotto' Kazuma perplesso.
A
quelle parole, Kyo si riprese immediatamente
divenendo la personificazione della serietà.
"Le
'carezze' di un giovane che si dedica più alla danza che agli esercizi militari
non possono farmi nulla!" esclamo' con
sicurezza.
"Quanta
baldanza per uno che è appena stato steso da una di queste carezze..." riflettè
Shigure.
"Questo
non c'entra! Mi sono lasciato colpire apposta per saggiare la sua forza!" protesto' Kyo.
"Non
esagerare Kyo! Anch'io ho notato una tua leggera
esitazione proprio un attimo prima che il signor Yuki
ti colpisse, ma..."
"Yuki è un perdente!!!" urlo' Kyo sfoderando un pugno
contro il tronco dell'albero vicino e facendosi cadere sulla testa un micio che
vi stava beatamente appollaiato sopra.
"Oh
ma guarda! Dopotutto un gatto c'era!" esclamo' Ayame.
"Hai
ragione! Chissà da dov'è entrato" concordo' Shigure.
"Kyo senti..."
"No,
principe! Non provate nemmeno a difenderlo! Quello è solo un ragazzino che
crede di conoscere tutto, ma che in realtà è sempre vissuto all'interno delle
protettive quattro mura della sua casa! Come puo'
emettere giudizi su persone che invece hanno conosciuto gli orrori che ci
possono essere al di fuori di questo pacifico regno? Come osa??!!"
"Si
Kyo, capisco cosa intendi, ma quello che cercavo di
dirti era che forse dovresti far scendere quel gatto
dalla tua testa. Sai, sei poco credibile se parli di argomenti
seri con un felino attaccato ai capelli".
Kyo sollevo' lo
sguardo incontrando un musetto baffuto che ammiccava sornione e che lo saluto' con un tenue miagolio.
"FILA
SUBITO VIA DI QUI!!!"
Il
ragazzo comincio' ad urlare e a dimenarsi come un
ossesso nel tentativo di liberarsi dello scomodo peso che gli gravava sulla
testa, ma il suddetto peso non sembrava molto propenso ad abbandonare la sua
comoda postazione sopraelevata.
Nel
frattempo, la chiassosa compagnia fu raggiunta da uno scontroso Hatsuharu trascinato per un polso da Yuki.
"Ho
trovato un uccelin fuggiasco che ritengo appartenere
alla vostra covata, principe" disse Yuki con un
cenno rispettoso del capo.
"AAAHHHHH!!!!" urlo' Kyo che spunto' fuori da un
cespuglio nel quale era finito in seguito alla colluttazione con il suo amico
felino. Pareva piuttosto malridotto con rametti che gli spuntavano fra i
capelli, la camicia a brandelli e graffi sparsi per tutto il corpo.
"Sapevo
che dovevi esserci tu nei paraggi!!! Ha cominciato a
prudermi dappertutto come se avessi la rogna!!!"
Il
rosso sottolineo' la sua
affermazione cominciando a grattarsi furiosamente.
"Non
sarà piuttosto colpa della coltivazione di ortiche in
cui ti sei rotolato?" disse Yuki senza degnarlo
di uno sguardo.
"Neppure
le ortiche sono irritanti quanto lo sei tu! Io me ne vado!"
Il
cavaliere si volto' incamminandosi verso il palazzo
mostrando di avere ancora il gatto aggrappato alla sua schiena.
"Il
suo orgoglio di combattente n'è uscito ferito, lo dovete comprendere"
disse Kazuma rivolgendo un sorriso a Yuki.
"E'
il mio orgoglio quello che non puo' ritenersi
soddisfatto. Mi sfida ogni volta dicendo che vuole battermi, ma..."
"Ma?"
lo incoraggio' il principe
notando la sua reticenza.
Yuki scosse la testa facendo fremere i fili
d'argento che alla luce della luna sembravano emanare un bagliore proprio. Gli
occhi gli si riempirono di tristezza.
"Di
lui si racconta che in battaglia ha uno sguardo fiero e indomito, il suo essere
esprime forza e determinazione, nessun nemico gli è pari per destrezza e
abilità. Pero' io... quello sguardo non gliel'ho mai
visto. Quando mi sfida l'unica cosa che leggo in lui è
solo il disprezzo. Non sono nemmeno degno di essere considerato un suo
avversario alla pari".
"Non
dovete dire cosi', credetemi, lui riconosce il vostro
valore. E poi lo avete sempre battuto".
Yuki guardo' il
principe con impenetrabili occhi grigi e fece un sorriso enigmatico che non
esprimeva la minima gioia.
"Ha
sempre esitato nel momento decisivo. Sempre".
"Nobile
Yuki" mormoro' il
principe con sguardo ricolmo di dolcezza.
"Ma, come vi dicevo, vi ho riportato il vostro cavaliere. A quanto pare di recente ha subito un grave lutto o non si
spiegherebbe un'espressione cosi' triste sul suo
volto" disse, riprendendosi subito, il ragazzo lanciando un'occhiata
divertita verso Hatsuharu.
"In effetti sembra pallido. Haru
stai bene?" domando' il principe preoccupato.
"Perfettamente,
a meno che il mio signore non pensi che io debba avere qualche motivo per non
essere in ottima salute" rispose Hatsuharu
fissando il suo interlocutore con sguardo feroce.
"Non
capisco di cosa parli" disse Kazuma aggrottando
le sopracciglia.
"No,
certo, è naturale che non capiate, essendo voi il ritratto dell'onestà!"
Kazuma non capiva il perché di un
comportamento tanto offensivo nei suoi confronti. Non era degno del suo amico
un atteggiamento cosi' indisponente, non poteva accettarlo dall'uomo che aveva
proclamato e dimostrato a più riprese che avrebbe dato la vita per il suo
signore! Che la follia di Ayame
Soma lo avesse già colpito ancora prima che i due si unissero in un vincolo
ufficiale?
Ayame e Shigure si
guardarono l'un l'altro con aria preoccupata. Il primo
temeva di aver perso l'occasione di poter diventare il compagno dell'uomo che
aveva popolato i suoi sogni fin dalla prima volta che l'aveva incontrato e il
secondo temeva di aver perso l'occasione di liberarsi... ehm... di poter far
sistemare degnamente il cugino.
"Non
conosco la ragione, ma sembra che il nostro bel cavaliere stia ringhiando come
un cane a cui abbiano portato via il suo osso preferito" commento' Yuki che si era messo
un po' in disparte per osservare con compiacimento la scena.
Kazuma spalanco'
gli occhi, fulminato da un'improvvisa comprensione e Hatsuharu
si limito' a storcere la bocca e a voltare il viso da
un'altra
parte.
"Dunque è cosi'? Allora sappi, mio
caro amico, che ho appena chiesto, a nome tuo, la mano del nobile Ayame e il nostro gentile ospite ha accettato di buon
grado. Ora tocca a te dirci se hai cambiato idea o intendi ancora perseguire
nell'intento" disse il principe con solennità.
"Spero
proprio che cio' non avvenga! Non potrei
immaginare uomo più adatto di voi per stare al fianco di mio cugino" disse
Shigure facendosi avanti e dando una forte pacca
sulla spalla destra di Hatsuharu.
"Avanti
cavaliere! Non avete proprio nulla da dire?" domando'
Yuki con il migliore dei suoi toni ironici.
Hatsuharu passava lo sguardo sui visi dell'uno e
dell'altro come a cercare conferma di cio' che le sue
orecchie avevano appena udito. Era stordito e non riusciva a fare altro che
sbattere le ciglia scure e a boccheggiare parole prive di senso compiuto. In
troppo poco tempo aveva scoperto le delizie dell'innamoramento, l'asprezza
della gelosia, la crudescenza del tradimento e poi di
nuovo la scossa della felicità. Non riusciva davvero a credere a tutto cio' che gli stava capitando!
"Io...
non... non ho parole per esprimere..." balbetto' sconnessamente.
"Cugino,
ritengo che al tuo fidanzato occorra una buona dose di decisione in più" suggeri' Yuki con un sorriso
malizioso.
"Se lo dici tu!" esclamo' Ayame che non aspettava altro e coinvolse il guerriero in
un profondo bacio passionale.
Shigure tiro' un
sospiro di sollievo e Kazuma si avvicino'
a Yuki sorridendogli.
"A quanto pare è andato tutto per il meglio" sentenzio' il principe.
"A
quanto pare si. Certa gente nasce per essere arrisa dalla
fortuna" rispose Yuki tranquillamente.
"Non
vi considerate una persona fortunata?"
"Oh
no, mi considero molto fortunato! Tuttavia, cio' non
fa di me una persona felice" disse Yuki incamminandosi verso una panca sulla quale si sedette
raggiunto subito da Kazuma.
"Sono
orfano, mio signore, ma sono stato cresciuto con amore dalla generosità dei
miei cugini. I miei genitori non erano molto avveduti e non mi hanno lasciato
un gran patrimonio. Se non fossi stato ospitato alla tenuta dei
Soma avrei vissuto in mezzo ad una strada e chissà che fine avrei fatto.
Ma questa non è la mia vera casa".
"Potreste
trovare uno sposo e andarvene di qui".
Yuki sorrise con amarezza.
"Probabilmente
quello sarebbe un giorno molto triste. Io non ho voglia di lasciare loro tanto
quanto loro non vogliono lasciare me. Anche se sappiamo tutti molto bene che
non potro' restare in eterno".
"Siete,
dunque, tanto indispensabile?" domando' Kazuma incuriosito da quella
storia e dal tono allegro che sfidava lo sguardo triste con cui Yuki la raccontava.
"All'apparenza
no. Nessuna mansione ufficiale mi è mai stata
affidata. Questi, pero', sono tempi di pace apparente
e persino un feudo tranquillo come questo rischia, da un giorno all'altro, di
essere investito dalla furia della guerra. Shigure è
sempre stato un uomo colto, bravissimo per quanto riguarda la gestione del
territorio e delle sue risorse, ma di sicuro non puo'
essere definito uno spirito avventuroso. Il suo compagno, Hatori,
ha già perso l'uso di un occhio in battaglia e mio cugino ne morirebbe
se dovesse ancora capitargli qualcosa. Ayame è la
creatura più dolce e allegra di questo mondo, è un buon anfitrione, si occupa di arte e ha un gran cuore che lo spinge a soccorrere i più
bisognosi, ma non saprebbe tenere in mano una spada senza ferirsi con le
proprie mani".
"State
dicendo che..."
Yuki si volto'
verso il nobile signore e gli sorrise.
"Io
sono stato cresciuto per difendere queste terre" mormoro'.
Kazuma abbozzo' un
sorriso di comprensione.
"Finalmente
ora mi è chiara la motivazione per cui non vi siete
mai unito alle mie spedizioni".
Yuki annui'.
"Non
che me l'abbiano mai proibito. Sono io che non me la sentivo di lasciarli
soli".
"Avete
un animo generoso".
"Credete?
Forse la mia è solo una forma di vigliaccheria. In fondo temo che se me ne andassi loro potrebbero scoprire di poter benissimo
andare avanti anche senza di me" disse Yuki con
un sorriso alquanto stiracchiato.
"Di
sicuro c'è qualcuno che ha bisogno solo di voi, anche se ancora non ve ne siete accorto".
Yuki rise tornando di buon umore.
"Oh
si! Qualcuno che puo' avere bisogno di un ragazzo
dalla bocca piena di cattiverie e dalla borsa vuota di ricchezze".
"Potrei
trovarvi io la persona adatta".
"Ma dovrebbe essere qualcuno che abbia la vostra stessa
generosità".
"E
se fossi direttamente io la persona adatta?" chiese Kazuma
improvvisamente serio guardando Yuki
significativamente.
Il
ragazzo dai capelli d'argento prese una mano del
principe cercando di esprimergli tutta la sua gratitudine.
"Sarebbe
un onore che mi soverchierebbe. Una formica non puo' reggere sulle spalle una montagna senza perdere la
vita nell'intento".
Kazuma gli sfioro' una guancia.
"Vi
sottovalutate troppo".
Yuki scosse la testa.
"No,
credetemi. E' meglio che certe cose rimangano cosi'
come sono".
"Va
bene. La mia bocca non indulgerà ulteriormente su questo argomento".
"Vi
ringrazio mio signore" disse il giovane sfiorando la gota del principe con
un bacio, prima di correre via con un sorriso imbarazzato.
Kazuma rimase a guardarlo finché non
scomparve dalla sua vista. Non aveva mai pensato
all'eventualità di accasarsi, tanto meno aveva mai pensato a Yuki Soma. Ma quello sguardo triste e sincero, quel modo di
parlare pacato mostrando il proprio cuore sanguinante
lo avevano reso ebbro e lo avevano spinto, sulla scia dell'entusiasmo di quella
notte particolare, a fare quella proposta improvvisata.
Mentre il principe s'interrogava sulla scena
che lo aveva appena visto protagonista, Hatsuharu e Ayame si trovavano in disparte a guardarsi negli occhi e a
sospirare pensieri d'amore.
"Non
credo ancora alla fortuna di poterti stringere tra le braccia!" mormoro' il cavaliere accostandosi al suo promesso.
"Di
potermi 'quasi' stringere tra le braccia, vorrai dire. La cerimonia non è stata ancora approntata" disse Ayame
con sguardo malizioso, ma tenendolo a distanza posandogli una mano sul petto.
Hatsuharu sorrise prendendo quella mano e
portandosela alle labbra.
"Non
temere, nei miei slanci non c'è intenzione men che
onesta. Sono un uomo di valore".
"Non
dubito del tuo valore, ma non è altrettanto valoroso riuscire a sottomettere
una preda ambita?" domando' Ayame
sporgendosi su di lui e facendolo ritrarre leggermente mentre con la mano
andava a giocare con il primo bottone della scollatura e protendeva le labbra
rosse e gonfie, lasciate semi aperte, verso di lui.
"N-non ti ho mai considerato come una preda..." balbetto'
Hatsuharu che cominciava ad essere in difficoltà,
troppo inebriato dal dolce profumo che emanava dalla pelle dell'altro ragazzo.
"Quindi non proverai a scalfire il mio candore con qualche
avance disonesta?" continuo' a chiedere Ayame afferrando Hatsuharu per i
bordi del colletto e spalmandoselo addosso facendogli saggiare ogni sua morbida
curva e sensuale incavo.
"A-assoluatamente no!" gemette il cavaliere che sudava
copiosamente e mulinava con le braccia alla disperata ricerca di un appiglio
che lo aiutasse a non cedere.
"Quindi...
resisterai fino al giorno delle nozze per me?"
gli soffio' Ayame
nell'orecchio strusciando il bacino contro il suo.
"AAAHHHH!!!!" urlo' Hatsuharu scostando bruscamente il suo promesso e
allontanandosi da lui di alcuni passi.
"Se
è cosi' che devo provare la forza del mio amore,
n-non ti sfiorero' nemmeno con un dito fino al giorno in cui le nostre vite non saranno invincolabilmente unite! Anzi, vado subito a concordare con
tuo cugino la data per il lieto evento!"
Cosi' dicendo, scappo'
via con stupefacente velocità.
"Haru, aspetta! Non mi chiedi nemmeno una
palpatina??!!" gli urlo' dietro il provocante Soma con tono alquanto deluso.
Non
ricevendo alcuna risposta, Ayame schiocco'
le dita in un gesto infastidito e si accinse a seguire la direzione presa dal
suo promesso.
Lo
raggiunse che stava già parlando con Shigure e il
principe Kazuma stabilendo che le nozze sarebbero
avvenute alla distanza di una settimana a partire da quel giorno.
"Cosa? Ancora una settimana? Finiro'
col diventare un vecchio rugoso e artritico se andiamo avanti di questo
passo!" protesto' Ayame vivacemente.
"Su,
signor Ayame! Capisco la vostra impazienza, ma una
settimana è un tempo più che ragionevole d'aspettare" disse
Kazuma con un sorriso.
"E
poi vedrai che non ci annoieremo nell'attesa, caro cugino!" esclamo' Shigure con sorriso furbetto.
"Cos'hai
in mente?" gli domando'
il cugino squadrandolo sospettosamente.
"Il
principe ed io stavamo parlando di come il nostro caro
Yuki e il nobile Kyo siano
entrambi nemici giurati delle unioni pur, in verità, essendo persone
fondamentalmente sole e alla ricerca di un proprio posto. In quel momento è
venuta ad entrambi la stessa idea! Perché non fare in modo che quei due trovino la propria strada... assieme?" disse Shigure con fare cospiratorio.
"Divertente!"
esclamo' Ayame con occhi
che emanavano bagliori dorati e le mani giunte. Sembrava il ritratto di un
qualche santo rapito dall'estasi mistica e Hatsuharu
s'imbambolo' a fissarlo, pensando a quale straordinaria creatura fosse.
"Haru? Haru, dico a te!"
"Eh?
Si? Desidera qualcosa mio signore?"
"Chiedevo
se anche tu sei disposto a darci una mano".
"Ma certo, contate pure su di me!".
Kazuma sorrise soddisfatto.
"Bene!
Allora permettete che Shigure ed io vi illustriamo il nostro piano".
Quella
stessa notte, nelle stanze riservate al principe Akito,
un'anima in gran pena si aggirava percorrendo il pavimento avanti e indietro
senza sosta come un animale in gabbia.
"E cosi'... alla fine il...
nobile... Hatsuharu potrà coronare il suo sogno
d'amore sposando Ayame Soma!"
Akito era furibondo, il tono era basso e
trasudava tutta la sua ira, i denti gli stridevano tanta era la forza con cui
serrava la mascella.
"Si mio signore, il risultato sembra essere questo"
disse Uotani in piedi al centro della camera,
immobile e imperscrutabile come sempre.
"Dovremo
subire i loro impeti di gioia e inchinarci di fronte ai loro volti raggianti
mentre noi internamente ci rodiamo il fegato fino a farlo diventare un grumo di
sangue infetto e bile?" domando' il principe
stracciando la maschera che aveva indossato alla festa, il volto di un uomo per
una metà sorridente e, per l'altra, disperato.
"No,
se non vogliamo, mio signore".
Akito arresto' il
suo continuo errare e fisso' attentamente la fida
confidente.
"Hai
in mente qualcosa?"
Era
raro che ella prendesse l'iniziativa e proponesse di
sua sponte un piano per il raggiungimento dei suoi desideri.
Uotani si volto'
per guardarlo direttamente negli occhi. Lucide opali
contro abissi di tenebra.
"Siete disposto a rovinare la vita ad uno dei migliori amici
del principe Kazuma e a guastare la fiducia che
vostro fratello ripone nei suoi vassalli?"
"Dimmi
solo in che modo e io lo faro'
con il più grande piacere di questo mondo" mormoro'
Akito pregustando già quel momento tanto agognato.
"Allora
vi rivelero' i miei pensieri. Di recente ho saputo
che uno dei servitori di questa casa, il pacifico Ritsu,
è stato compagno d'infanzia di Hana".
"Si, l'ha detto anche a me e con questo?"
"Hana, con profferte di rinnovata amicizia e gesti
melliflui, atti a far sciogliere un po' il suo vecchio conoscente, è riuscita a
scoprire un segreto che potrebbe rivelarsi molto utile ai nostri scopi".
"Vai
avanti" disse Akito avvicinandosi alla ragazza,
con occhi che facevano trapelare tutto il suo interesse per quella storia.
"Ritsu è da tempo immemorabile
segretamente innamorato del giovane erede dei Soma. Non che pensi di farsi
avanti o che speri alcunché, ma non c'è niente che non
farebbe per il bene del suo amato".
"Mh, affascinante! E cos'è, esattamente, che noi vorremmo
che facesse?" domando' Akito
baciando una ciocca dei lunghi capelli di Uotani.
"In
questo momento Hana sta convincendo Ritsu che il nobile Hatsuharu non
è realmente innamorato di Ayame,
ma che è solo attratto dalla sua smisurata ricchezza e che lasciare che questo
matrimonio abbia luogo sarebbe come condannare il suo padroncino all'infelicità
eterna. Ovviamente Ayame ora è troppo innamorato per vedere la realtà delle cose e Hatsuharu
troppo furbo per lasciarsi cogliere in fallo facilmente. L'unica soluzione,
dunque, è ricorrere ad un piccolo stratagemma che possa
permettere al Soma di salvarsi da un'infausta unione".
Akito scoppio' in
una fragorosa risata.
"Sei
diabolicamente geniale Uo! Come hai intenzione di
impedire la cerimonia?"
La
ragazza s'inchino' al complimento del suo signore.
"Ritsu ha la possibilità d'accesso alle stanze di Ayame. Se voi riusciste a
convincere il signor Hatsuharu e vostro fratello a
seguirvi sotto le finestre della stanza del promesso sposo, Ritsu
potrebbe vestirsi e atteggiarsi come il suo padrone e dichiarare che è suo
cugino a volere la sua unione con Hatsuharu, ma che
lui, in realtà, ama già un altro e alla prima occasione scapperà insieme a lui lasciando tutti di sasso!"
Di
nuovo Akito si lascio'
andare alla sua perfida risata abbracciando Uotani.
"Il
povero innamorato ferito avrà un colpo e mio fratello manderà a monte le nozze in un battibaleno! Ah Uo,
cosa farei senza di te!"
Cosi' dicendo l'oscuro principe trascino' la sua compagna d'astuzie in una danza forsennata
al ritmo delle loro perfide risa.
La
mattina seguente, il sole splendeva alto e gioioso. Il giardino era già stato
sgombrato dai resti che testimoniavano i bagordi della festa dei
Soma.
Kyo passeggiava pensieroso sulla riva
dello stagno artificiale prendendo a calci ogni
malcapitato sassolino che, per sventura, gli capitava di finirgli tra i piedi.
Sulla sua testa riposava acciambellato il piccolo micetto
tigrato che si era talmente affezionato a lui da non volerlo più lasciare.
Il
ragazzo era pensieroso. La conferma delle nozze tra Hatsuharu
e Ayame lo aveva sconvolto, anche se non riusciva a
spiegarsene il motivo. O meglio, ci riusciva solo in
parte.
Di
certo lo irritava che il suo amico, che si era sempre dichiarato un nemico
giurato del matrimonio, benché non al pari di lui,
fosse diventato tutto languori e sospiri e non riuscisse a parlare d'altro che
della bellezza di Ayame, dello spirito di Ayame, della malia di Ayame ecc.ecc.
Vederlo
ridotto in quello stato era davvero una pena! Possibile? Proprio lui che una
volta aveva sbattuto sulla testa un mazzo di fiori ad un suo superiore che
aveva avuto l'ardire di gettarsi ai suoi piedi, adesso stava
ore a scegliere quale casacca indossare per non sfigurare di fronte al
suo fidanzato, uomo, per altro, riconosciuto universalmente per i suoi
eccentrici gusti in fatto di vestiario. E quella volta
che, durante uno dei banchetti per festeggiare una loro vittoria, una ragazza
semi svestita gli si era gettata in braccio e lui l'aveva scaraventata in una
fontana dicendole che quello era il metodo migliore per riprendersi
dall'ubriachezza? E ora diventava tutto un fremito solo a
ricordare quanto fosse morbida e profumata la pelle lattea del Soma
ammaliatore di poveri cavalieri indifesi!
Eppure, negli occhi di Hatsuharu
c'era una nuova luce che non gli aveva mai visto prima. Da lui traspariva una
felicità cosi' pura e incontaminata da farlo arrossire e da non
permettergli di resistere per più di pochi secondi in presenza dell'amico.
Kyo scosse il capo disturbando il sonno
del micio che emise un basso miagolio in segno di protesta.
Era
questo che succedeva a chi si lasciava irretire dalle spire tentatrici dell'amore?
Bel destino davvero! Per fortuna, lui non aveva ancora incontrato nessuno che potesse anche soltanto minare i suoi propositi di celibato a
vita e chissà mai se lo avrebbe incontrato! Solo un essere che rasentasse la più perfetta delle perfezioni poteva ambire a
tanto, ma dubitava che sulla terra esistesse una tale persona.
All'improvviso
e non voluta, nella sua testa comparve l'immagine di un corpo che danzava con
la leggiadria di una ninfa boschiva e un volto
d'angelo sfigurato, per il tempo di un battito di ciglia, dall'espressione più
triste che avesse avuto modo di conoscere.
Il
rosso afferro' il micetto
facendolo scendere dalla sua testa e scosse violentemente il capo per togliersi
quella visione da davanti.
"Sai
cosa ti dico amico mio?" disse rivolto al gatto che teneva sospeso
all'altezza dei suoi occhi.
"L'amore
è una malattia dalla quale, per fortuna, sono stato vaccinato da piccolo!"
Il
micio gli rispose sbattendo gli occhi verdi e sonnacchiosi.
D'un tratto, l'attenzione del ragazzo fu
richiamata da un gruppo di voci che si stava avvicinando tra le quali spiccava
la risata di Hatsuharu.
"Aaaah!! Possibile che non si possa stare in pace qualche
minuto senza essere coinvolti nei preparativi di queste assurde nozze? Non c'è
un posto dove potermi nascondere?"
Kyo si guardo'
intorno alla ricerca di un possibile rifugio. Il gattino, che sembrava aver
inteso il problema dell'umano che aveva deciso di adottare, salto'
per terra e trotterello' verso un salice che stendeva
i suoi rami proprio sullo stagno arrampicandovisi sopra.
"Grande
idea!" esclamo' Kyo che si affretto'
a raggiungere l'amico a quattro zampe.
La
compagnia, formata da Shigure, il promesso sposo e il
principe Kazuma, era giunta, intanto, in vista dello
stagno. Hatsuharu diede una lieve gomitata al suo
signore.
"Avete
visto dove si è nascosto Kyo?" bisbiglio'.
"Perfettamente"
rispose Kazuma.
"Possiamo
dare inizio allo spettacolo!" affermo' Shigure con gran soddisfazione.
Gli
altri due annuirono e insieme si portarono nei pressi del salice su cui si era
arroccato Kyo.
"Vi
state burlando di me!" declamo' ad alta voce il
principe.
"Vi
assicuro di no, mio signore! Questa è la più vera delle verità!" sentenzio' Shigure con sicurezza.
"Anch'io
stentavo a crederci quando me l'hanno riferito, ma poi ho visto coi miei stessi occhi che cio' di
cui mi avevano parlato corrispondeva alla realtà" rincaro'
Hatsuharu.
Dall'alto
Kyo comincio' ad
incuriosirsi dello strano argomento di cui quei tre parlavano.
"E'
dunque cosi'? Non riesco a capacitarmene!" si corruccio' il principe.
"Non
sappiamo più che fare per alleviare le sue pene" disse Shigure
con cordoglio.
"Anche Ayame soffre per questa
situazione. Ama molto il cugino e vorrebbe poterlo
aiutare" disse Hatsuharu battendo una mano sulla
spalla del suo futuro parente.
Dunque parlavano di Yuki!
Chissà cosa poteva essergli successo di tanto grave da mettere in ambasce i
suoi amici! Kyo si sposto' in avanti, facendo attenzione
a non essere notato, per seguire meglio il discorso.
"Allora
è proprio vero! Yuki è innamorato di Kyo!" esclamo' Kazuma a voce particolarmente
alta.
La
presa di Kyo ebbe un attimo di esitazione
che gli fu fatale e soltanto grazie alla sua abilità e ad una contorsione
estrema riusci' a mantenersi appeso al ramo senza
farsi vedere.
"Ma cos..." si guardarono
intorno i tre investiti da una pioggia di foglie.
Il
ragazzo, ancora in posizione precaria, riusci'
prontamente a stringere con la mano la coda del micio e a fare in modo che
questi miagolasse ferito e mortalmente offeso.
"Ci
dev'essere un'invasione di gatti in questo
giardino" mormoro' Shigure.
"Ma come potete affermare con sicurezza che la passione di Yuki sia vera?" domando' Kazuma non lasciandosi sviare dall'argomento principale.
"Ayame dice che la notte non dorme e sospira il nome di Kyo" disse Hastuharu.
"Più
volte, ormai giunto al limite della sopportazione, si
è rifugiato in camera scoppiando in singhiozzi e confidando il suo amore
impossibile alla luna" aggiunse Shigure.
"Anch'io una volta ho assistito ad un tale sfogo" incalzo' il cavaliere.
"Un
amore impossibile davvero, perchè Kyo,
per quanto l'abbia sempre reputato un ragazzo intelligente, è anche alquanto
ottuso e non riesce a riconoscere una vera fortuna quando se la ritrova
davanti" disse il principe.
Uno
dei protagonisti del loro parlare, intanto, digrignava i denti rischiando
nuovamente di cadere.
"E' per questo che Yuki ha deciso
che negherà sempre i suoi veri sentimenti verso di lui. Mio cugino dice che una
volta l'ha sentito giurare che se anche il nobile Kyo
dovesse farsi avanti per primo, lui lo rifiuterebbe
con sgarbo per paura che quella del suo amato sia solo pietà" disse il
padrone di casa con le lacrime agli occhi.
"Ah,
quel giovane mi farà disperare! Fossi io al suo posto
non ci penserei su un attimo e chiederei ad una creatura tanto speciale di
rimanere al mio fianco per tutta la vita" disse il gran signore
esasperato.
"Avesse
voluto il destino beffardo che s'innamorasse di voi! Invece non fa che
tormentarsi, dilaniato tra il modo in cui è solito trattare l'oggetto del suo
desiderio e cio' che realmente prova per lui, tanto che temo che morirà se
va avanti cosi'!" singhiozzo'
Shigure sulla spalla del principe.
"E se raccontassimo tutto a Kyo?
Non puo' essere cosi' cieco
da non rendersi conto di quali gioie andrebbe perdendosi rifiutando Yuki Soma!" azzardo' Kazuma.
"Oh
no, è da escludersi! Anche qualora Kyo
non si dimostrasse cosi' sciocco come ha sempre
dichiarato di essere, in alcun modo Yuki lo
accetterebbe! Ayame dice che il cugino si ucciderebbe
se venisse a sapere che i suoi sentimenti sono giunti all'orecchio del suo
amato, perchè non potrebbe sopravvivere alla vergogna
della sua debolezza" disse Hatsuharu
con forza.
"Yuki... togliersi la vita!" mormoro' Kazuma
spalancando gli occhi inorriditi.
Anche gli occhi ambrati di Kyo si dilatarono all'impossibile e le sue nocche divennero
bianche tanta era la forza con la quale si teneva aggrappato al ramo.
"Per
ora sarà meglio tacere della cosa, sperando che la passione scemi col
tempo" disse saggiamente il principe.
"Temo
che questo non avverrà. Essa si è ormai radicata a tal punto nel cuore del mio
povero cugino che sarà impossibile estirparla senza spezzare anche l'organo che
la racchiude" disse sconsolatamente Shigure.
"Andiamo
a pranzo intanto, poi studieremo meglio il da farsi" disse Hatsuharu incamminandosi per il sentiero.
Appena
si furono allontanati abbastanza da non essere più uditi dal nascondiglio del fuggitivo scoppiarono tutti e tre in una fragorosa risata.
"Se Kyo non cede nemmeno questa
volta affermo che è pronto per entrare in convento" riusci'
appena a mormorare il cavaliere tra i sussulti d'ilarità.
"Adesso
Ayame preparerà la stessa trappola per nostro cugino
e cosi' il gioco sarà fatto!" disse Shigure con entusiasmo.
"Perché
intanto non gli mandiamo il nobile Yuki a chiamarlo
per il pranzo?" domando' Kazuma prima che ricominciassero
a ridere a crepapelle.
Il
povero Kyo, nel frattempo, era sceso dal suo albero con in braccio il micetto che
teneva gli occhietti ancora diffidenti puntati su di lui.
"E'...
innamorato... di me?" si domando' per la
centesima volta con aria ebete.
Non
poteva proprio crederci! Eppure erano in tre a
sostenerlo! D'accordo che il suo signore e Hatsuharu
non erano fra i più affidabili, ma che pure il loro ospite, conosciuto in tutto
il regno per la sua pronta intelligenza, potesse
sbagliarsi? No di certo!
E poi, cosa c'era di tanto strano? Amare
lui non poteva far altro che andare ad aggiungersi agli innumerevoli pregi di Yuki. E Kyo
sapeva che essi erano già molti, anche se avrebbe preferito mozzarsi una mano
da solo piuttosto che ammetterlo con qualcun altro. In più, sotto la sua guida
non avrebbe fatto altro che migliorare ulteriormente!
Già
si pregustava le loro cavalcate assieme, le lezioni di scherma, le sfide a mani
nude, Yuki che danzava solo per lui, Yuki che si spogliava... no! Stava divagando.
Il
punto era che non riusciva a trovare alcun motivo per rifiutare una tale
unione.
"Dunque, sia! Se è questo che il destino ha tenuto in riserbo
per me, lo affrontero'
uscendone nuovamente vincitore!" dichiaro' con
orgoglio.
"Adesso
ti metti a parlare con i gatti? Capisco che siano gli unici che ormai riescano
a sopportarti, ma questo rientra sempre nelle sevizie sugli animali. Anche se è
ancora da stabilire quale dei due sia l'animale..."
Kyo sussulto'.
Avrebbe riconosciuto quell'adorabile, melodiosa voce
pungente e ironica ovunque!
Si
volto' con il più affascinante dei suoi sorrisi e si scosto' la frangia che gli ricadeva sulla fronte.
"Hai
sempre parole dolci nei miei riguardi. Ti preoccupi che possa sentirmi solo in
compagnia di un gatto?"
Yuki sollevo' un
sopracciglio guardandolo allibito.
"Di
sicuro non sono più preoccupato di quanto lo possa essere il tuo gatto".
Kyo rise e circondo'
le spalle di Yuki con un braccio accostandogli la
bocca all'orecchio".
"Certamente
ci sono modi più divertenti con cui possiamo intrattenerci tu ed io".
Yuki gli rivolse uno sguardo disgustato.
"Kyo... mi avevano mandato qui per invitarti a pranzo, ma è
evidente che, in un attacco di fame improvvisa, hai
fatto incetta di funghi velenosi che hanno fatto collassare
anche quel poco di cervello che ti rimaneva. Ci vediamo Kyo!"
Cosi' dicendo si scosto'
dall'abbraccio dell'altro e s'incammino' verso il palazzo.
Kyo strinse al petto il micio con occhi
luccicanti ed espressione estatica.
"Si
preoccupa per la mia salute! Quant'è caro! E'
evidente che è cotto di me! Non posso di certo lasciare una
persona in quelle condizioni, non sarebbe umano! Oh! Sarà meglio che ora
vada a scegliere la casacca da indossare questa sera".
Il
rosso saltello' via strapazzando il povero micetto, facendolo volteggiare allegramente in aria.
FINE
II ATTO