E la
morte non avrà più dominio
parte IX
di Ljs
Non mi ha quasi guardato.
Per tutto il tempo non mi ha quasi
guardato.
Angeli del Paradiso, com' è
possibile?Non riuscivo a crederci. Già quando Padre Costantino mi ha
detto che l'avrei accompagnato fuori la cosa mi è sembrata assurdamente
meravigliosa. E io ho paura delle cose che appaiono meravigliose.
Quando abbiamo raggiunto il parco mi
sentivo.. lieve. Camminavo ad un passo dal padre e potevo anche immaginare
d'essere solo, di passeggiare da solo per quel parco immenso, colmo di
gente che vagava lieve, carrozze, cavalieri. Il sole era caldo sulla
pelle. C'erano bambini che ridevano.
Non ho mai visto tanti bambini felici,
tutti insieme. Saranno stati dieci o forse di più. Correvano e giocavano.
Io non ho mai giocato e tanto meno i miei
fratelli. Ogni tanto ci raccontavamo storie. Era quello il massimo del
divertimento. Nei nostri giacigli, al buio. Ci bisbigliavamo storie e
fantasie. Molte nascevano dalle storie della Bibbia. Ma spesso seguivano
poi vie autonome. I padri confessori ci punivano duramente definendo quel
gioco una blasfemia. Ma non resistevamo.
Mentre passeggiavo mi raccontavo una
storia. Tornavo bambino e correvo su quel prato. I ragazzi più grandi
m'insegnavano quei giochi sconosciuti: come far correre un cerchio, come
calciare una palla, far volare un aquilone,
infilare un anello nel paletto piantato a
terra. E tutto con un sorriso, un tono di voce lento e pacato, forse
troppo maturo per quei ragazzini imberbi.
Ma era solo una storia..
-Quindi quello era il Vampiro che ti ha
sottratto il crocefisso e il pugnale
-Sì Padre Costantino
E' la terza volta che me lo chiede, per
poi tornare a chiudersi in un mutismo pensieroso e duro.
Abbiamo affittato una carrozza per il
ritorno.
O meglio abbiamo accettato l'offerta del
Nobile Imanuel.
Comincio a credere che il mondo, al di
fuori delle gelide mura del monastero, sia un posto pieno di luce e
calore, abitato da creature fantastiche.
Padre Costantino mi aveva spiegato che
andavamo ad incontrare un uomo che poteva essere utile alla causa,
finanziandola. Un uomo che pareva provare una spiccata simpatia per i
giovinetti.
Al momento volevo far notare al Padre che
forse non avevo più l'età per essere definito tale. Ma poi ho riflettuto
sul fatto che avrei perduto l'occasione di uscire e soprattutto sul fatto
che, paragonato agli altri abitanti del convento, io ero un giovinetto..
Così mi sono trovato presentato al nobile Imanuel
Al momento non capivo tutti quei bambini
che giocavano nelle vicinanze e ci raggiungevano, ridenti ed entusiasti,
per interrompere la conversazione tra il Padre e il Nobile, per chiedere o
mostrare, o semplicemente portare la richiesta di un bacio e un sorriso.
Il Nobile Imanuel mutava sotto i miei
occhi: da distaccato e distante si faceva sorridente e attento. Una mano
alzata a bloccare il fiume di parole di Padre Costantino, e tutta la sua
attenzione a quei piccoli gioiosi che parevano non racchiudere tra le mani
insetti e foglie ma il mondo intero.
Non riesco tuttora a capire.
Appariva così.. freddo, distaccato. Mi
ha osservato attento, mandandomi un brivido lungo la schiena, quando ci
hanno presentato.
Alto e sottile, le spalle dritte e il
volto affilato. I capelli di un castano caldo e lucente. Gli occhi neri e
vellutati gli davano qualcosa di dolce che si annullava sulla linea dura
della bocca e del mento. Mi hanno colpito soprattutto le mani sottili e
lunghe, affusolate e nervose, che i guanti avvolgevano tendendosi ad ogni
movimento. Riposavano spesso una sull'altra appoggiata sulla gamba sottile
e forte.
Il Nobile Imanuel è una persona a cui
non riesco a dare un'età. Ad un esame superficiale ha qualcosa di lieve,
che spinge a giudicarlo come una persona frivola e leggera. Ma poi
qualcosa nel suo sguardo gela e il suo distacco si avvicina molto alla
noia, una noia data da cose già sentite, già viste, già vissute.
L'unica cosa che pare risvegliare la sua attenzione e il suo interesse
sembrano i suoi bambini. I bambini che infastidivano Padre Costantino con
le loro continue interruzioni
-Siete molto generoso ad occuparvi
personalmente di questi orfani
Il Nobile Imanuel lo ha guardato quasi
stupito. Poi ha sorriso, estremamente divertito
-Vi sbagliate, non credo che esista gesto
più egoistico Padre. La loro vitalità è una gioia per i miei occhi. E
sinceramente mi aspetto, in cambio di quella che voi chiamate generosità,
che essi mi ripaghino con affetto, fedeltà e gratitudine. I loro servizi
mi saranno preziosi una volta cresciuti
A quel punto ho scoperto che anche Padre
Costantino può essere sorpreso.
Un'espressione inedita che non avevo mai
avuto occasione di vedere sul suo volto. Mi piacerebbe averne colto il
motivo. Pareva fortemente infastidito dall'allegra spensieratezza di quei
bambini. Come se la trovasse una colpa, un peccato. E forse non riusciva a
capire come il Nobile Imanuel potesse trarne piacere. Ma non ne sono
certo, era come trovarsi di fronte ad una conversazione in una lingua che
non è la propria. Di cui comprendevo il senso ma non le sfumature
-Dovreste essere più rigoroso nobile
Imanuel, i bambini sono anime acerbe aperte alla tentazione e al vizio. Il
rigore è l'unica cosa che può difenderli dalla colpa e dal peccato, il
rigore e la disciplina
Ha osservato i bambini che giocavano
ridendo, per un lungo istante, lunghissimo, tanto che padre Costantino si
è mosso nervosamente sulla sedia
-Forse avete ragione, ma non mi pare che
siano maleducati e selvaggi i miei piccoli germogli
Padre Costantino si è fatto di brace e
io sono rimasto stupito ad osservare quella reazione
-Non dovete fraintendermi! Non volevo
assolutamente intendere che i vostri protetti fossero vittima di
un'educazione imperfetta!
-Non l'ho vissuta come un'accusa Padre
Costantino, ma solo come un consiglio. Ma ai miei occhi sono soggetti a
tutto il rigore e la disciplina necessari. E vi assicuro che non sono né
un tipo accomodante né tanto meno debole.
Il suo sorriso pareva voler dire il
contrario.. ma i suoi occhi! Come ho potuto trovarli dolci solo poco tempo
prima?
Padre Costantino si è di nuovo mosso a
disagio.
E' strano, strano come mi appaia tremendo
e inattaccabile quando mi trovo ad affrontarlo da solo, qui come
nell'oscurità umida del monastero. E come mi appariva umano e fragile
nella luce di quel parco.
-Pare che il Nobile Imanuel non abbia il
minimo dubbio circa la lealtà di quell'abominio. Evidentemente è sotto
una qualche forma di malia. Anche se nessuna delle bestie che abbiamo
catturato pare avere questo dono non è detto che i vampiri maggiori non
ne siano provvisti. Satana è stato generoso nei loro confronti
I vampiri maggiori.. Ute è uno di loro?
So che è possibile. Guardo fuori dal finestrino e osservo la città che
scorre rapida dopo di me. Sarà sempre così.
Io non ne faccio parte, posso solo
osservare da lontano. Io rappresenterei una macchia, un'ulteriore macchia.
E' strano però, strano che nonostante questa mi sia data la possibilità
di cancellare altre macchie, diverse e più simili a me di queste persone
che passeggiano ignare. Mi domando cosa si possa provare. A passeggiare
con nulla in testa se non ..cosa? Che pensieri abitano le loro menti? Come
è possibile immaginarli per me che sono tanto diverso da loro, con una
vita tanto diversa dalla loro.
Cosa penserei se fossi lì fuori? Senza
il mio passato di parole di condanna e senza il rigore del Monastero e
dell'Ordine. Non ci riesco, ogni tentativo si colma di preghiere,
ammonimenti, la luce spezzata dalle feritoie, il rumore dei passi
amplificati dai corridoi infiniti. I suoni orribili ed ammalianti che
colmano i piani inferiori. Quelli dedicati all'espiazione e alla
purificazione.
Ormai la mia vita è loro, modellata e
formata su esigenze che non sono le mie. Desideri che non sono i miei. Le
cose potrebbero cambiare? Forse, ma non conosco il modo, e il prezzo
sarebbe la dannazione. Tutte le volte che ho tentennato mi sono ricordato
che la mia vita è breve. Nessun vertrago vive mai a lungo. Quindi questi
decenni di sacrificio potrebbero valere un'eternità di pace e gioia.
Ma allora cos'è questo continua
sensazione di stare sprecando momenti preziosi? Questa sensazione di
perdita? E' il Maligno che mi parla?
-Sei distratto Demetrio
-Mi scusi Padre Costantino
-Devi renderti conto che ora la
situazione sì è fatta grave. Il Nobile Imanuel avrebbe dovuto
rappresentare una fonte di sicurezza per noi. E ora abbiamo scoperto che
il vampiro contro di cui ti sei scontrato abita in casa sua e si occupa di
colui che, oltre ogni ragionevole dubbio, sarà il suo discendente.
-Il nobile Angelo non è suo figlio?
Questo non mi è chiaro.
Quando sono arrivati il mio cuore si è
fermato, letteralmente. Mi sono sentito bruciare, come vittima di una
febbre improvvisa. E ho desiderato essere ovunque tranne che lì.
L'ho riconosciuto da lontano.
Ute. Il suo nome. Ora possiedo il suo
nome e ho intenzione di coccolarlo e vezzeggiarlo. Ute, Ute, Ute. Com'è
strano. Come lui.
Lui è strano e diverso. La sua pelle, il
suo volto. Il modo di parlare. Quella notte ho potuto notarlo, ma alla
luce del giorno, tra noi, quella stranezza m'impediva di staccargli gli
occhi di dosso. Com'era scura e brunita la sua pelle. Appariva come il
rame più pregiato quando a contatto con l'aria si scurisce ancora ma non
tende al nero. I capelli erano lunghi, ma non quanto mi ricordavo,
ordinati e legati in una coda severa che gli lasciava libero e scoperto il
volto.
Ha un volto duro, non fine. Mi ricorda
certe statue abbozzate nel legno. Certi santi severi e terribili che hanno
guadagnato la loro santità attraverso il dolore e il rigore. Asceti che
nutrivano le loro anime nella regola e nel silenzio.
Ma poi i suoi occhi parlavano di passione
e la sua bocca.. ha un disegno morbido e pieno. Sembra soffice, si tende
nel sorriso come nella rabbia senza minimamente rivelare le zanne che ho
visto terribili a meno da un palmo da me.
Spiccava con la stessa gelida dissonanza
di un pugnale tra un mazzo di fiori. Assurdo. Seduto a quel tavolo, o
anche solo lungo il viale. Una nube oscura foriera di tempesta.
E accanto il nobile Angelo. Un nome da
messo celeste, creatura ultraterrena. E nessuno avrebbe potuto portarlo
con tanta grazia.
E' un raggio di luce, accecante. Che
spingeva a chiudere gli occhi, ad un passo dal dolore.Non ho mai visto
qualcuno tanto giovane coi capelli candidi, non il bianco spento e grigio
di certi anziani ma un candore che mi ricordava le vesti della Madonna.
Gli circondavano lievemente il viso, accarezzandolo come se non potessero
fare altro. Quando ha raggiunto il tavolo mi ha sorriso, un sorriso a cui
non sono riuscito a non rispondere. Mi sono ritrovato confuso sotto quello
sguardo incredibile, di un blu che risultava chiaro e liquido.
Come era chiara la sua pelle! E come
era.. bello. Bello in un modo che mi ha colpito lo stomaco. Il corpo
sottile ed elegante, i movimenti aggraziati e quell'espressione che pareva
sempre sul punto di sciogliersi in una risata.
Era..felice, felice come i bambini che ci
circondavano, con la stessa spontanea spensieratezza. E aveva Ute al suo
fianco.
Ute era l'oscurità che lo faceva
brillare? O di cui si nutriva?
Come lo cercava con lo sguardo! Come era
certo del suo sguardo su di sè di fronte a Padre Costantino. E come si
comportava.. come se.. se Ute fosse stato suo.
Ho visto come erano vicini prima di
andarsene, come uno accanto all'altro decidevano di una cosa di cui io non
faceva parte, assolutamente. Angelo era parte della vita di Ute, io no.
-Il nobile Angelo è uno degli orfani di
cui il Nobile Imanuel si occupa. Il maggiore a quanto ne so. Sembra che il
nobile non possa avere figli suoi e che cerchi tra i trovatelli di cui ama
circondarsi il suo successore. E che la scelta sia scesa su di lui. Ma è
molto riservato. Ci sono molte voci su di lui e poche certezze
Osservo Padre Costantino. Ora guarda
anche lui fuori dal finestrino, assorto nei suoi pensieri. Credo che stia
analizzando minuto per minuto, parola per parola. Forse per quello è
così furioso. Ma la cosa mi tocca poco perché per una volta non né sono
responsabile né vittima. Chissà perché mi pare che nulla sia andato
come si era prefissato.
Io non mi aspettavo nulla. Nulla. E
quanto ho avuto!
Non so cosa sto provando. E' gioia o
dolore? Vorrei che fosse durato di più. Forse ora capirei. Perché solo
la sua presenza mi sconvolge tanto?
E mi sento bruciare. Sono forse le fiamme
dell'inferno? Un assaggio di quello che avrò? Allora perché mi danno
piacere? Perché le desidero?
-L'unica soluzione che vedo perseguibile
è che tu vada nella casa dove risiede il Nobile Angelo e lì t'impegni a
trovare una soluzione per sopprimere la bestia senza attirare il sospetto
e l'ira del Nobile Imanuel.
Ideale sarebbe trovare le prove di una
delle nefandezze delle quali sicuramente si macchia. Trascinalo in
tribunale e una volta condannato sarebbe facile privarlo della vita,
facile e giusto. Salveremmo così l'anima del Nobile Angelo.
Mi blocco, non respiro, non mi muovo.
Cosa ha detto? Cosa sta dicendo? Io in
casa del Nobile Angelo? Cioè io in casa del Nobile Ute!
Mi blocco, non è razionale.
No, la mia anima grida di non mettermi in
un pericolo tanto grande, davanti ad una tentazione che non ho la forza di
scacciare. Ma c'è altro, dentro me c'è qualcosa di abominevole che
gioisce al pensiero di trovarmi vicino a lui, di vivere con lui, fuori dal
monastero.
-Quell'immondo ti conosce, ma sa che non
può eliminarti senza mettersi in una posizione rischiosa. Una posizione
che lo spingerebbe allo scoperto. Se tu diventassi una sua vittima la
congregazione gli sarebbe addosso..
Cerco di non notare il tono lieve di cui
parla della mia dipartita. Anzi, non m'illudo, so che per lui quella
sarebbe una soluzione. Mi giudica già un inetto, forse come esca sono
più utile che come vertrago.
-Dovresti essere i nostri orecchi e i
nostri occhi. Forse riusciremmo a scoprire nuove informazioni, utili ad
estirparli definitivamente dal regno che Dio ci ha affidato. Ma possiamo
fidarci di te Demetrio?
E mi punta gli occhi addosso, e sono
lame, lame che affondano e da cui io non posso scappare. Devo mentire, non
m'importa della mia anima, non credo di averne una visto i miei pensieri,
i miei desideri. Devo mentire e andrò nella sua casa. Sarò al suo
fianco.
-Non credo Padre Costantino
Non credo! Chi ha parlato? Chi ha
parlato?
Santissimo, chi ha parlato usando la mia
voce?
Vedo Padre Demetrio sospirare, ma con un
sorriso negli occhi, un sorriso che tutto mette tranne che allegria
-E' quello che pensavo anch'io. Tutto si
può dire di te tranne che tu sia affidabile in questo frangente. Troppo
subisci il fascino di quel mostro.
Troppo sei scoperto alla sua influenza.
Ma sei sincero. Almeno questo te lo devo riconoscere. Non hai capacità di
menzogna. E quindi potresti esserci comunque utile. La tua identità gli
è nota. Immaginerà che sei lì per vigilare su di lui. Queste bestie non
sono stupide ma hanno la furbizia del demonio dalla loro. E una volta alla
settimana tornerai al monastero per vederti con il tuo padre confessore. E
con me.
Tremo, mi copro di un sudore gelido e
rovente insieme. Dischiudo le labbra alla ricerca di aria. Sento che è
una condanna, che è la fine.
Cosa posso fare? Dove posso scappare?
Io appartengo alla congregazione. Loro mi
hanno giudicato degno di una possibilità e mi hanno allevato con la
speranza di poter salvare la mia anima immortale. Sempre che ne abbia una.
A loro devo ogni respiro. Ogni giorno di vita.
Potrei tradirli? Il mio cuore potrebbe
tradirli? Non ne ho idea. Ma credo di no.
Credo.
E' tutto ciò che ho. Tutto ciò che
sono. Forse di più. Perché trovo più facile tradire me stesso.
-Vi servirò Padre Costantino
Scuote il capo, un gesto quasi dolce se
fosse compiuto da un altro
-Tu servirai Dio, Demetrio. Ma Dio ci
chiede prove e sacrifici per dimostrarGli la solidità della nostra fede.
Non temere Demetrio non ti chiederemo qualcosa di atroce come la richiesta
che fu posta ad Abramo. No, tu dovrai dimostrarci d'essere degno
consegnandoci il cuore e la testa di una di quelle creature
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-Il banchiere Kummel ha appena finito di
tediarmi circa la tua mancanza di rispetto nei suoi confronti Ute
-Non sono dovuto a mostrargli rispetto
Imanuel
-Nemmeno a me?
Cerco di capire se è serio.
Questa festa non è altro che la replica
della decina di feste a cui partecipiamo in un mese. Non ho trovato
nemmeno uno spunto utile o un suggerimento per la prossima che terremo
noi. O forse sì, uno. Quello di non fare nulla che sia stato fatto
stasera.
Cerco Angelo con lo sguardo, quasi non me
ne rendo conto. Circondato da un folto campanello di fanciulle pare
intensamente occupato nel rallegrarle. Vorrei sentire la sua voce. Ma ho
lo strano potere di mettere a disagio le fanciulle. Vorrei che ce ne
andassimo a casa.
E' vestito di nero, a parte la ricca
cravatta di un grigio tenue e cangiante, bloccata da un brillante grande
come una nocciola e scintillante come una stella.
Mi ha sorpreso.
Quando è apparso sulla cima dello
scalone, avvolto nel mantello del colore delle ali del corvo l'ho guardato
stupito. Mi ha raggiunto sorridente, ha arrotolato una ciocca dei miei
capelli intorno ad un dito obbligandomi a piegarmi verso di lui e mi ha
baciato, a lungo, succhiandomi le labbra, bevendomi come se avesse sete.
Mi ha morso, prima di lasciarmi, un morso doloroso che mi ha fatto
sanguinare. E mi ha liberato sempre sorridente
-Ute?
-Non ti mancherei mai di rispetto Imanuel
Sorride
-Lo fai continuamente.
Hai visto chi c'è?
Mi volto un poco e sento la tremenda
voglia di lanciare il sibilo minaccioso che mi sfugge quando uccido
-Che diavolo ci fa qui!
-Padre Lucile ha la libertà di mandare
dove preferisce i suoi figli. Ma trovo maleducato il fatto che non mi
abbia messo al corrente di questa.. visita.
Fammi un piacere Ute, cerca di capire se
Balgast è qui per portare i suoi omaggi o uccidermi. Se è possibile
senza sfoderare artigli e zanne. -Mi passa un bicchiere tra le mani- Porta
questo alla fidanzata di Angelo ed evita che diventi l'aperitivo del
nostro amico.
Cerco di controllarmi.
Balgast non mi ha mai fatto nulla in fin
dei conti.
Tranne che umiliarmi ad ogni occasione.
Non è alto quanto me, ma è altrettanto
massiccio e conosco bene la forza delle sue braccia. Ricordo quando
all'ultimo Raduno mi ha piegato come un fuscello afferrandomi per i
capelli. Angelo è dovuto intervenire. L'avrei ucciso. Mi pare ancora di
sentire le sue dita che accarezzano la mia gola mentre disquisiva coi suoi
fratelli del punto più "produttivo" dove incidere.
Già, ricordo. Come ricordo le frasi
sussurrate a mezza bocca, su me e Angelo, e su lui e Angelo.
No, non mi ha fatto nulla in fondo, ma
non ho mai avuto bisogno di validi motivi per desiderare la morte di
qualcuno.
-Buona Serata nobile Balgast. Duchessina
vi ho portato qualcosa di fresco
La ragazza alza il viso un po' sorpresa
fissando il bicchiere che le tendo. Ci mette un attimo di troppo a
prenderlo. Balgast la guarda come si potrebbe guardare un'idiota che ha
appena dato prova di se al mondo.
La ragazza non è una figlia prediletta
di madre natura. E' una scopa vestita con la faccia da pesce. E sono già
clemente.
Angelo le ha sorriso dolcemente come se
si trovasse di fronte ad una ninfa dei prati e lei è arrossita con la
stessa timidezza. Non ha mai aperto bocca, non quando io ero nei paraggi
almeno, e dopo il ballo di rito è rimasta seduta in disparte mentre
Angelo veniva richiesto dal bel mondo.
Ho visto suo padre richiamarla spesso
perché si unisse ai piccoli gruppi che chiedevano informazioni o
porgevano i loro
auguri. E altrettanto rapidamente l'ho
vista defilarsi per tornare nel suo angolo.
-Ute! Mi sembrava strano che non fossi in
qualche angolo buio a fissare la schiena del nostro Angelo
-Forse eravate distratto. Non ero in
nessun angolo buio ma stavo conversando con il Nobile Imanuel. Credo che
stia ancora attendendo i vostri omaggi.
Non fa un gesto per cercarlo, ma qualcosa
mi dice che la notizia non gli è gradita, e non gli è gradita la mia
intromissione. Io vorrei sapere se è solo o meno. Chissà se Imanuel ha
la possibilità di leggergli nella mente, di dargli un po' della
"medicina" che mi ha servito al Café. E' con un moto di stizza
che penso che forse Balgast non ne avrebbe alcun danno.
-Non mancherò di porgere i miei omaggi
al "signore del quartiere". Intanto mi sembrava più urgente
portare i miei auguri alla futura sposina. Non credo che potesse avere
fortuna più grande che quella di trovarsi al fianco del nostro Angelo.
Strano come le pause, i silenzi, diano
senso e si rivestano di significato.
Certo, una fortuna per lei, non di sicuro
per Angelo. Quanto disprezzo e quanta pietà. Eppure sono certo che anche
lui veda la scintilla che anima questa ragazza, che la rende preziosa ai
nostri occhi. E la brama.
Ma è mia.
Ho voglia di spezzarli il collo, di
sentire il suono secco delle sue ossa che si spezzano. Non gli farei
torto. Non sono più quello di trent'anni fa. Anche lui, sicuramente è
migliorato, ma l'ho sempre considerato e visto come un idiota. Un tronfio
pavone che si beava dei suoi successi senza tendere minimamente a
migliorarsi, se non quel tanto che era necessario a schiacciare sotto di
se i giovani che vedeva come una minaccia. Ora riconosco che la famiglia
di Lucile è più antica e numerosa della mia, ma questo non vuol dire che
sia migliore, anzi.
-Mi stupisco di trovarvi qui solo, senza
il vostro fedele seguito. Quanto coraggio..
S'irrigidisce e i suoi occhi scintillano
minacciosi
-Sono più che sufficiente per
rappresentare la mia Famiglia.
-Madonna Lucile ha sempre un ottimo gusto
nello scegliere i suoi rappresentanti
Ora mi sto proprio divertendo
-Madonna Lucile?
Ci ricordiamo improvvisamente entrambi
della fidanzata di Angelo. La guardiamo un po' infastiditi per la sua
intromissione e lei si fa, molto educatamente, di brace
-Lady Lucile Montrang. Il Nobile Balgast
è qui per portarvi i suoi omaggi. Evidentemente l'ho interrotto prima che
potesse fare la sua ambasciata.
La ragazza arrossisce come per farmi
intendere che tutto stava facendo tranne che portare ambasciate. Chissà
se è tanto cretino da offendere pubblicamente la fidanzata di Angelo?
-Ora è meglio che porti i miei omaggi al
Nobile Imanuel, non vorrei mai che pensasse che voglio mancargli di
rispetto.
-Anche perché, visto il vostro ruolo,
sarebbe come se fosse Madonna Lucile a mancargliene
Si fa vicino, troppo per i miei gusti.
L'idea che ci sia un contatto tra noi m'infastidisce. Non la tollero, ma
so che è inevitabile. Le nostri mani si stringono e trovo confronto per
la barriera discreta offerta dai guanti. Poi vedo la sua testa farci
vicina, troppo vicina, e quel sussurro, la sua firma. Una frase che io
posso sentire ma non certo la giovane donna a pochi passi di distanza
-Credi davvero che per Angelo faccia
qualche differenza se il sesso che lo fa gridare è il mio o il tuo? A lui
importa solo che sia abbastanza grosso per riempirlo fino al sangue. Al
prossimo Raduno lo reclamerò per me e tu non potrai che chinare il capo
caro il mio Ute. Forse chiederò al Padre di chiederlo come omaggio per la
nostra famiglia. Come dono per dimenticare i nostri dissapori. E lei lo
chiederà, cosa credi che risponderà Imanuel di fronte agli Antichi?
E mi lascia con una risata che potrebbe
avere mille ragioni ma posso scommettere che quella reale non stia
passando nella testa di nessuno dei presenti. Sento un fruscio e un
bicchiere colmo mi scivola tra le mani
-Pare che ora siate voi ad averne
necessità
La guardo stupito. Ha una voce.. beh, è
più che gradevole, è bella. Pacata e piacevole da ascoltare. E
improvvisamente mi pare non tanto idiota come mi era parsa inizialmente.
Poi, sotto il mio sguardo diretto, arrossisce e china rapidamente il capo
-Non intendevo essere sfacciata
Sorrido divertito
-Non lo siete, Perdonatemi, devo esservi
parso sul punto di compiere un atto violento
-Quell'uomo ha il dono di accendere certe
desideri
Arrossisce ogni volta che riesce a tirare
fuori un'idea che non sia una convenzione o una banalità. Però trova il
coraggio di tirarle fuori, è già qualcosa
-E' così riuscite a comunicare anche
senza essere in stretta simbiosi con il cervello di vostro padre!
Forse ho esagerato, si volta e torna a
sedersi sul suo divano. Pare sul punto di piangere.
Ecco, io riesco la dove Balgast
fallisce..
-Se io fossi un uomo vi sfiderei a
duello.
-E io declinerei
-E' da vigliacchi!
Lo sussurra sorpresa, questa rivelazione
l'ha presa alla sprovvista e le ha fatto scordare la mia precedente
scortesia
-E' da vigliacchi accettare una sfida da
un avversario evidentemente in svantaggio, a meno che questi non dimostri
che il duello sarebbe tra due contendenti che possono portare sul campo la
stessa possibilità di riuscita
-Se quello in svantaggio ha dalla sua la
ragione vincerà comunque, per volere di Dio
-Qualcuno mi ha insegnato ha confidare in
Dio ma a controllare poi sempre il filo del mio pugnale
Mi fissa attenta, pare voler riflettere
se quello che ho detto è una blasfemia, la sua risata pare avermi
assolto. Un'assoluzione sottovoce è sempre più accettabile di una furia
indignata che spinga il padre a sciogliere il fidanzamento con certi..
barbari incivili!
-Siete meno tremendo da come mi siete
apparso all'inizio
-E voi più spigliata
Arrossisce e pare davvero felice per
quella che non era altro che una constatazione
-Dovete capire che la mia educazione mi
spinge a cercare di divenire trasparente. Io non sono cresciuta in un
ambiente dove una donna non è un individuo ma una proprietà. E non mi
pare di avere tante prove dalla vita che mi dimostrino il contrario
E fissa Angelo che, rapito dalla danza,
volteggia lieve con una creatura tra le braccia trasformata in una campo
fiorito dal suo abito. Trovo che Balgast abbia ragione
-E' molto bello
-Anche qualcosa di più signorina
-E ha qualcosa di languido, un languore
che solitamente non si vede in un ragazzo così giovane. Tipico in
dissoluti libertini che hanno succhiato con vigore il midollo della vita e
ora, sazi, lasciano che la spossatezza dilaghi nelle loro membra
Sono stupito, altro che il piccolo
Demetrio, l'intuitività di questa ragazza è impressionante.
-Vi scandalizzerei con una domanda poco
consona?
-Credo che sia una cosa difficile,
provateci
-Siete l'amante del mio futuro sposo?
D'accordo, lo ammetto, non mi ha
sconvolto ma poco ci manca.
-Scusate?
-No, avete capito. E credo che la
risposta, a questo punto, sia inutile.
Voi pensate che sia quindi impossibile
che il Nobile Angelo si possa affezionare a me? Cioè, non sono stupida,
di là dall'impressione che posso dare. Eppure, la mia vita è stata
incredibilmente..dolce. L'India, nella quale ho trascorso la maggior parte
dei miei anni, è stata una madre severa, ma generosa. E mi ha dato tanto,
troppo. Questa grigia città, questa fredda città.. E' triste ai miei
occhi. Triste e vuota. Speravo che nella mia nuova casa potessi trovare un
motivo di gioia.
-Angelo non è tipo da affezionarsi con
leggerezza duchessina
-E voi gli somigliate
Sono sincero
-Non sono incline a sentimentalismi
-Non so, io andrei oltre, da quello che
ho potuto vedere credo di poter affermare che non vi affezionereste mai a
qualcuno che non sia il Nobile Angelo e forse le persone che sono care a
lui. Chissà, forse come sua moglie, un giorno sarò cara al vostro cuore
Per un attimo spreco un paio di pensieri
cercando di capire il senso di quello che mi sta dicendo.
Poi sono distratto.
Balgast si è avvicinato ad Angelo. Li
guardo e mi accordo che il ritmo del mio respiro è mutato. Angelo sorride
inclinando un poco il capo, i capelli che scivolano a coprirgli il volto.
Non vi è traccia di Imanuel. Spero di riuscire a trovare il tempo di
parlargli con un po' di calma altrimenti non potrò che comunicargli la
morte del vampiro.
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