E la morte non avrà più dominio

parte VIII

di Ljs


Angelo scoppia a ridere e sprona il suo cavallo tra le fronde del piccolo viale che si apre in questo bosco addomesticato.
E' una figura chiara e solare. Il vestito di un grigio tenue risalta il luminoso candore della sua pelle e dei suoi capelli, si volta verso di me che lo seguo più cheto e furioso.
Odio le lenti scure che velano il suo sguardo e rendono nere le sue iridi. 
La luce lo ferisce, ferisce la sua pelle e i suoi occhi.
Io non ho bisogno di certe protezioni, necessarie a molti di noi.

-Sei ancora arrabbiato Ute?

-No, non sono arrabbiato Angelo

Volta il suo cavallo di cenere chiara, in un danzare di crini lunghi e splendidi, e si porta al mio fianco. I cani ci circondano con mugolii e gemiti a stento trattenuti. Angelo li ha addestrati a non abbaiare mai, se non in caso di pericolo. E loro gioiosamente lo fanno contento.

-Lo so che è un'idea che odi

-In questo hai ragione, tollero poco l'idea di lasciarti

-E' sempre stato così Ute: tutti penseranno che lei sia scappata con te e nessuno si sorprenderà se lascio la città per andare a vivere nei possedimenti che acquisirò con il mio matrimonio.
L'oriente ti piacerà: è caldo e languido come te.. 

Scoppia a ridere: immagino che la mia irritazione ai suoi occhi non sia altro che la conferma del potere che ha su di me. Ha ragione 
Il mio cavallo gli trasmette tutto il mio nervosismo scuotendo la testa con uno sbuffo seccato.
Gli occhi li brillano nonostante le lenti scure
Facciamo scena insieme, io sono l'unica macchia di colore del gruppo. Nero dalla punta dei capelli agli zoccoli del mio cavallo. Lui ha scelto di ammantarsi del grigio tenue delle tortore, del suo cavallo, dei suoi cani.
La gente non può che fermarsi e darci il passo, se non altro per il piacere di guardaci passare.
So di non essere bello: sono adeguato per un vicolo buio, per una bettola, per una foresta oscura e selvaggia. Non certo per questi abiti e questo ambiente. Sembro sempre fuori luogo, giusto un guardaspalle, un uomo di violenza.
Angelo è nobile. Non per stirpe, no. Lui potrebbe essere nato tra le baracche e la gente sarebbe stata comunque portata a fermarsi al suo passaggio chinando un poco il capo, e spiandolo da sotto in su, senza poterci fare nulla.
Io appaio come la nube oscura che circonda la sua luce, incuto timore e dubbio. Non mi stupisce se alle presentazioni le persone si portano istintivamente la mano al cuore.. o al portafoglio, a secondo di ciò che ritengono più importante.
La sua ammirazione viene da ciò che io incarno: non il suo opposto o il suo complemento. No, per lui, sono l'altro. Colui che nella sua diversità fa luce su se stessi. Amando me lui ama il se stesso che io adoro. Noi siamo un cerchio, sussistiamo solo insieme. Soli non possiamo più avere senso se non quello miserabile e pietoso di un frammento

-Non voglio separarmi da te

-Perché? Perché riesci a dire una cosa del genere senza apparire infantile o capriccioso!

Di fronte alla sua espressione imbronciata scoppio a ridere: non riesco a resistergli. Vorrei buttare la testa all'indietro e ridere forte, le zanne che scintillano al sole. Ma abbiamo troppi occhi puntati addosso. Angelo sorride soddisfatto mentre io chino la testa usando il bavero della giacca come scudo.
Voleva farmi ridere. C'è riuscito. Forse dovrei essere meno malleabile

-Ute.. Devi capire che è necessario. Ormai è troppo tempo che soggiorniamo qui. La gente comincia a mormorare. E il Padre è contrario a sparire senza fornire una spiegazione. Tutti i Padri sono contrari!

-No Angelo, non gradirò di ubbidire a quest'ordine. Lo farò, se me lo chiedi lo farò, ma non mi piace l'idea di separarmi da te per dei mesi. Non potrebbe tornare Silvano? Lui sarebbe perfetto

-Potrebbe, ma non tornerà. Lui ha i suoi compiti da svolgere. Ci sta preparando il terreno, un nuovo Nido. Siamo una famiglia piccola. Ognuno deve rivestire la parte che gli viene assegnata. Sei nuovo a queste esperienze. Fra due o trecento anni ne apprezzerai il lato avventuroso. E poi non sarai inattivo in quel periodo, sarai occupato dal prendere confidenza con il ruolo di signore dei tuoi possedimenti. Vedrai: ti piacerà!

Lo guardo interrogativo

-Il Padre suggerisce che tu sia il signore della nuova casa. Le cose saranno meno complicate. Io sono poco credibile al tuo fianco!

Ride divertito, a me la cosa non preoccupa. Sarà comunque Immanuel a tirare le fila.
Un lavoro di facciata non rappresenta grosse novità per me. Signore di una tenuta, suona noiosa come vita, se però non considero la presenza di Angelo al mio fianco

-E' già successo due volte

-In realtà tre, ma la prima volta tu eri troppo giovane per occuparti di ciò che ti circondava

Quel periodo è il più confuso nella mia mente.
Resto ancora interdetto di fronte alla consapevolezza che agli occhi dei miei familiari io sono un fanciullo. In questi ultimi cinquant'anni ho raggiunto le abilità che avevo come mortale e le ho superate. Ero un.. brigante analfabeta. Ora ho conoscenza e cultura. So parlare diverse lingue e parte della mia giornata è dedicata alla crescita costante della mia istruzione.
Dobbiamo evitare d'essere "personalità" ma abbiamo necessità che la nostra posizione, all'interno della società nella quale ci annidiamo, sia, praticamente, intoccabile.
I Padri sono per lo più eminenze grigie, impegnati strenuamente nella gestione e costruzione di questi rapporti. Ogni Padre ha i suoi personali strumenti, tra quelli del nostro c'è Angelo.
Non mi sono mai domandato del perché. Quando a poco poco costruivo la consapevolezza del se, di quello che mi circondava, Angelo era già.. Angelo. 
Sorridente tra le coltri del suo letto, tra le braccia degli amanti.
-Cosa fai? Con quegli uomini?
-Li pago - aveva riso di fronte al mio sguardo interrogativo - io sono il compenso che il Padre ha scelto per i loro servizi, per la loro "amicizia" nei confronti della nostra Famiglia. Oltre che un utile strumento di ricatto.
Ricordi cos'è un ricatto Ute? No? Beh, in questo caso è minacciare una persona di farla conoscere al mondo per quella che è e non per quello che vuol far credere di essere. La nostra fortuna è l'assoluta mancanza di libertà che regna nelle nostre esistenze
Ai tempi non capivo, poi con l'esperienza ho compreso. A stupirmi era che Angelo non nascondeva a nessuno la sua passione per gli uomini. Come potevano essere ricattati i suoi amanti? Poi ho compreso: quello che avveniva all'interno delle mura del nostro palazzo doveva nascere e morire lì, senza avere altra risonanza all'esterno dell'invidia e del desiderio degli esclusi.
Le malelingue potevano sputare il loro veleno. Ma sarebbero state facilmente zittite dal fatto che chi c'era stato negava i vizi altrui per nascondere i propri. E nessuno, di coloro che erano ammessi, avrebbe rischiato di rinunciarvi.
Nulla di quello che vi accade è illegale, solo deliziosamente immorale

-L'oriente ti piacerà! Una volta sistemati ci prenderemo una vacanza. Un lunga vacanza. Esploreremo paesaggi che puoi solo aver visto nei tuoi sogni e io li riscoprirò di nuovo inediti attraverso i tuoi occhi. Sarà bello.

Sorrido sorpreso: un viaggio? Angelo? Sa di miracoloso..

-Ute guarda! I bambini!

Angelo sprona il suo destriero in direzione di un piccolo gruppo di fanciulli che giocano nel prato antistante ai tavolini del Café all'aperto.
Vestiti come piccoli principi inseguono cerchi e palle urlando e ridendo. I cappelli delle ragazzine, già lunghi oltre la vita, riempiono l'aria come i crini dei nostri cavalli.
Angelo li raggiunge e ai bambini si mischiano i cani. Smonta da cavallo ed è tra loro dispensando baci ed abbracci. Io lo raggiungo più tranquillo scrutando tra i tavolini al riparo dei grandi ombrelloni. Immanuel è poco lontano. Il saluto tra noi è un semplice cenno del capo

-Buona giornata messere Ute

Mi volto trovandomi costretto ad una riverenza esagerata per dare il giusto valore a Claudia
-Buona giornata a lei madamigella. Spero che il caldo non sia molesto per i vostri impegni

-No, è una giornata ideale per il gioco degli anelli.. ma immagino che voi siete qui per salutare il mio tutore e non mi onorerete della vostra compagnia

-In realtà mi nascondo dietro ad Immanuel per fuggire alla vostra abilità

Claudia scoppia a ridere e deliziosamente rivolge una riverenza ad Angelo.

-Salve Claudia, sei elegantissima come al solito. Ma lo sai che io sono l'unico proprietario della mani di Ute?

-Non essere geloso Angelo, non posso rubartelo. Ma concedimi che sia il mio innamorato quando lo incontro.

Angelo ride per il mio imbarazzo. Io resto sempre vittima della schietta giocosità di Claudia. La sua mano è minuscola nella mia e mentre camminiamo i suoi capelli volano nell'aria calda del pomeriggio, con il colore del miele di castagno e le sfumature della tela di ragno. Mi scorta fino al tavolo dove Immanuel intrattiene due ospiti e si accomoda tra me ed Angelo dividendoci
C'inchiniamo brevemente alle presentazioni: io riesco a non muovere un muscolo che non sia necessario, poi far accomodare Claudia mi da' il tempo per cancellare anche la curiosità che mi ha dato trovarlo lì. E' possibile che l'efficienza di Immanuel arrivi a questo punto?
Quando mi siedo posso osservarli certo che nessuno, che ci stia guardando, sia in grado di dire se ci conosciamo o meno. Angelo si è già immerso nella conversazione.

-Demetrio.. Venite anche voi dall'Italia?

-I nostri nomi sono stabiliti dalla congregazione messere

-Scusate Angelo, Padre, la sua curiosità è pari solo alla sua bellezza

Angelo ride mentre il mio sguardo si sposta, dall'uomo grigio, che accompagna il monachello, a lui: Demetrio.
Sorrido e lo vedo farsi di brace. Lo fisso tranquillo mentre ascolto distrattamente la conversazione tra Immanuel, il frate e Angelo.
Poi mi volto e inchiodo il frate con uno sguardo che vorrei avesse il potere di ucciderlo

-Mi ripeto Nobile Immanuel: non dovreste beare il vostro protetto con complimenti a doni che derivano dal maligno. Il corpo e il mondo sono il carcere dell'anima e la bellezza non è altro che la lusinga del demonio che cerca di sviarci dalla metà. Anche la natura della curiosità è sempre demoniaca. Dio ci ha dato tutte le risposte che ci necessitano nella fede..

Finalmente il mio sguardo richiama la sua attenzione su di me.
Immanuel l'ha ascoltato garbato e annoiato. Angelo sbattendo rapido gli occhi dietro le lenti scure. Claudia sottolineando ogni parola con un giro di cucchiaio nella tazza colma di cioccolata scura e densa.
Io con l'odio.
Feroce e totale.
Come osa? Come osa definire Angelo demoniaco?
Piccolo uomo rinchiuso e schiacciato dal suo desiderio! Crede che non sia visibile la sua brama? Come beve ogni centimetro di Angelo, ogni suo gesto!
Se potesse si getterebbe ai suoi piedi e supplicherebbe per una sua carezza.
Mi fissa, e pare improvvisamente capace di leggermi il pensiero. Poi capisco, non sta guardando il mio viso, sta guardando la croce che mi orna il petto. La croce di Demetrio

-Dio è bello Padre Costantino?

Annaspa: si volta verso Angelo che ha posto la sua domanda con un sorriso fanciullesco, e terribile.

-Io.. io.. Perdonatemi, temo di avervi offeso in qualche maniera. Vi assicuro che non era mia intenzione. E perdonatemi anche voi messere. Mi è sfuggito il vostro nome e il vostro titolo. Avete.. un volto che mi pare conosciuto.

Scusa banale: sa bene che non ci siamo mai visti. E sa pure chi sono, cosa sono

-Mi spiace, è possibile che siamo già stati presentati. Tendo a dimenticarmi in fretta delle persone che non suscitano il mio interesse, mentre ho già incontrato il vostro giovane accompagnatore, anche se in un'occasione più.. oscura. Siete un novizio?

Il suo modo di arrossire non è mutato. Ma pare più smagrito e provato. E sono certo che il polso che gli ho rotto dovrebbe essere ancora tale. Cosa che invece non è. La sua marsina è ridicolmente troppo piccola e le mani e parte delle braccia sono ben in mostra. Alla luce del sole appare più patetico e fragile di quanto abbia colto durante il nostro scontro. Com'è possibile che una tale creatura mi abbia dato del filo da torcere?

-Demetrio è a servizio nella mia congregazione.

Il tono è secco, deciso: non ci saranno altre informazioni.

-Padre Costantino ha affrontato un lungo viaggio, è da poco in città. Pare che sia stato inviato qui per occuparsi di anime.. particolarmente a rischio

-Vi prego di non prendervi gioco della mia missione Nobile Immanuel

-Vi assicuro che pochi, in questa città, la considerano con altrettanta serietà. E questo di là dall'amicizia che lega il Vescovo alla mia Famiglia. Ma dubito che potrete trovare il sostegno che cercate a corte.

-Ho riscontrato una rilassatezza morale davvero preoccupante tra coloro che dovrebbero invece essere d'esempio e guida per il popolino.
Pochi seguono il vostro esempio Nobile Immanuel, ma mi trovo a domandarmi se vi rendiate di quanto la vostra anima sia in pericolo. Spesso la nostra attenzione verso il prossimo e le sue necessità ci spingono ad abbassare la guardia per quello che ci riguarda

Se conoscesse Immanuel riconoscerebbe il suo divertimento.
Lo sta mettendo in guardia da me! Provo l'incredibile tentazione di sorridere, con le zanne ben in mostra.  La mano di Immanuel si posa decisa sul mio braccio

-Il nobile Ute, che ha suscitato la vostra curiosità, è un esempio di rettitudine. A lui è affidata la protezione del mio favorito. La sua sicurezza fisica e morale.

Padre Costantino sbianca. Ma davvero crede che Immanuel sia tanto sprovveduto? Ma come può lanciarsi in giudizi tanto affrettati? 
Non capisco il gioco di Immanuel. Ho visto gli occhi di Costantino accendersi di fronte al termine che ha usato per definire Angelo: mi pare che l'attenzione del frate sia fin troppo accesa!
Questi, anche se parla con Immanuel, non manca di controllare le reazioni di Angelo alle sue parole.
Mi ricorda quei bacchettoni che, alle mostre d'arte, fanno scivolare rapidi gli sguardi sui dipinti o le statue che esplicitano un rapporto, si allontanano scuotendo il capo sdegnati, per poi aggirarsi nelle vicinanze per tornarci decine di volte con lo sguardo, i volti arrossati, il respiro trattenuto. Ridicoli.
E tale è ai miei occhi Padre Costantino.
Non sa cosa replicare, e probabile che pensi che tirando in ballo la storia dei vampiri, così, di punto in bianco, passerebbe, semplicemente, per un pazzo visionario.
Sarebbe divertente. Mi piacerebbe. Vederlo umiliato, ridicolizzato. Ma poi mi rendo conto di quanto siano sprecati i miei sentimenti.

-Immagino che la vostra fiducia sia stata più che motivata

-Il Nobile Ute mi ha sempre servito con solerzia e cura. Si può dire che non sia meno che pronto a morire per me. Non riesco a pensare a nessuno altrettanto pronto al sacrificio per me.
E' mia cura che possa avere tutto ciò che desidera da me per essere ripagato della sua dedizione. Diciamo che la coltivazione del suo piacere è tra i miei impegni quotidiani.

Risponde tranquillamente Angelo, mentre si accarezza distratto il bavero della marsina ricamata d'argento. Costantino segue attento i tocchi lievi di quella mano. Chissà se ha abbastanza immaginazione per sentirli sulla pelle?

-Non dovreste prendervi tanto impegno per il suo piacere quanto per la salvezza della sua anima. Ma credo che il vostro Padre confessore vi abbia già istruito sui rischi che correte.

-Purtroppo il Vescovo non sempre ha tempo per ascoltare la mia confessione..

Per poco non arrossisco, un'immagine mi ha riempito la mente. Angelo inginocchiato di fronte al Vescovo, le sue mani che sfiorano lievi, come prima accarezzava la stoffa, la pelle delle sue gambe, il volto rosso del Vescovo che concorre con quello del suo abito. Se quello è il finale tipico di una confessione di Angelo immagino senza troppo fatica la facilità con cui si guadagna l'assoluzione.

-Il Vescovo è il vostro Padre Confessore?
Padre Costantino è stupito.
A volte sono stupito pure io. Il modo che Immanuel ha di gestire la nostra sopravvivenza ha del folle in alcuni casi.

-Ve l'ho detto, i nostri rapporti con il Vescovo sono molto intimi. La mia Famiglia può vantare la sua amicizia, l'amicizia dell'uomo oltre che della sua protezione in quanto prelato.

Immanuel potrebbe anche smettere di sottolineare certi termini con tanta enfasi. Padre Costantino è troppo turbato per rendersi conti del minimo sottinteso. Ho l'impressione che sia vittima di una fascinazione. Chissà come reagirebbe a qualche "accenno" alle mie attività di cacciatore?

#No

Mi piego in avanti sussultando con un gemito strozzato. Un po' di caffè trabocca sul piattino nonostante la tazza fosse quasi vuota. Claudia è subito al mio fianco le sue piccole mani strette intorno al mio braccio, gli occhi colmi di lacrime e il mio nome ripetuto a litania. Le sfioro le mani mentre la vista torna a mettersi a fuoco. Ho gli occhi puntati su Angelo che immobile, pietrificato, mi osserva in attesa. Tiro le labbra in una parodia di sorriso mentre il dolore si scioglie e scivola via. Se il cervello fosse un muscolo direi che ho appena avuto un crampo, violentissimo e inaspettato Mi ricompongo

-Perdonatemi. Ho avuto.. un malore

-Forse è meglio che rientriamo Ute

Angelo si porta al mio fianco, io esisto, ho paura ad alzarmi

-Trovo che sia una buona idea. Volete prendere la mia carrozza?

Guardo Immanuel e capisco. E' stato lui. I Padri hanno poteri. I vampiri hanno poteri. Io ho raggiunto un buon livello per un mortale, ma non certo per un vampiro. Non sono ancora pronto per certe pratiche. Mi domando se Angelo e Immanuel parlino tra loro con quel sistema. E come possano farlo senza impazzire per il dolore. Una parola, due lettere, e mi sono sentito la testa spaccata in due da un colpo di scure.
Mi alzo e faccio per inchinarmi alla volta del monaco che rigido mi saluta con un segno di croce lento fino ad essere offensivo.
Si sono alzati. Demetrio un passo più indietro, come se trovasse inconcepibile porsi di fronte al frate. Ho sentito i suoi occhi addosso tutto il tempo e quando non erano su di me si incatenavano a Angelo.
Può capire che ha di fronte tre vampiri? E' tanto confuso che non lo credo possibile. E' nervoso e teso, aspetta il mio saluto, lo vuole. Non gli ho nemmeno rivolto la parola. Dopo che il padre mi ha fatto intuire che Demetrio è una sua proprietà.

-E' stato piacevole rivedervi alla luce del sole, e in un clima più disteso. Spero che i nostri prossimi incontri siano tutti così lievi

Apre la bocca come per dire qualcosa, ma poi si limita a un gesto del capo e delle spalle, simile ad un inchino, ma incerto, come se fosse insicuro sul da farsi.

-Torniamo a cavallo Ute?

Annuisco
-Ora è passato

-Posso accompagnarti fino a casa?

M'inginocchio in modo che Claudia possa guardarmi negli occhi senza troppa fatica. Le mie dita sfiorano la sua guancia che mantiene i tratti dell'infanzia. Lei china un poco il capo per aumentare la pressione e sospira dischiudendo un poco le labbra. Sa di fiori. Fiori freschi di un prato illuminato dal sole estivo.

-Un giorno cavalcheremo insieme. Ma non oggi. Voglio che la mia compagnia rimanga un piacere per te. Ora sorridimi e concedimi di baciarti la mano.

Riprende la sua aria da perfetta damina e la sento fremere come una donna quando le mie labbra si avvicinano al guanto candido che vela la sua pelle.
Mi alzo e rivolgo una riverenza discreta ad Immanuel che l'accoglie con un bagliore divertito negli occhi. Spero che avrò presto l'occasione di confrontarmi con lui senza pubblico

-Spero di rincontrarvi presto signori. Mi auguro che diveniate ospiti abituali della nostra casa

Angelo dispensa tutto il suo fascino per poi accogliere con un sorriso le briglie che uno degli inservienti del Cafè gli tende dopo un mio gesto. Lo raggiungo presto in sella, mentre i bambini che compongono il seguito variopinto del padre si accalcano intorno a noi per salutarci educati e chiassosi.



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