E la morte
non avrà più dominio parte
VI
di Ljs
E' grigio, come quest'edificio, come la mia vita.
So di monasteri e chiese belli come sogni, intessuti d'architetture soavi
e ornati con opere che bloccano il respiro.. beh, anche la nostra casa
blocca il respiro, ma per la paura
-TREMATE? Ne avete tutte le ragioni! Siete PERDUTI, vivete nel peccato!
SIETE il Peccato! L'ABOMINIO! Ringraziate Dio per la possibilità che vi
ha lasciato di salvezza, ma TREMATE! Perché solo quando sarete al Suo
cospetto saprete se la vostra anima immonda sarà ritenuta degna
dell'espiazione nel Purgatorio. Che la vostra lordura non può essere
purificata da mano umana, nemmeno se innalzata dai santi sacramenti.
Tremate Veltragi! Siete i cani di Dio, ma sempre cani!
E tremiamo, i tempi in cui spauriti ci stringevamo nei banchi delle fredde
aule della Casa Madre sono finiti. Qui sono solo, i miei compagni sparsi
per i diversi monasteri, ognuno investito del pugnale e della croce..
simboli della nostra condizione, simboli che io ho perduto. Arrossisco e
lui lo vede, lui vede tutto
-Demetrio, il tuo imbarazzo è lecito, più che lecito. E' la tua prima
uscita, e torni ferito in un modo che ti rende inutile per un lungo
periodo e privo dei doni che la Chiesa ti ha fatto.. ma questo è il meno,
mio caro Demetrio, la cosa che non posso tollerare è la menzogna di cui
ti macchi..
-Padre, io non mento, era un vampiro, e mi ha risparmiato
-E in virtù di quale concessione ti ha risparmiato?
-Il crocifisso.. ha detto che mi lasciava la mia vita in cambio della
Croce..
-Mhm.. La tua vita in cambio della Santa Croce. E tu hai trovato questo
scambio lecito. Tu hai pensato che la tua vita fosse una cosa che potesse
valere la profanazione del simbolo della Passione di Nostro Signore.
-No.. no. Lui non mi ha lasciato possibilità di replicare. Ero a terra,
ferito e lui..
Cosa mi ha fatto lui? Come posso dirlo al Padre? Come posso parlare di
ciò che ho provato sotto le sue mani? Il suo corpo?
Il rossore aumenta è la testa gira, mi hanno medicato il polso, poi ho
dovuto attendere nella gelida cappella in ginocchio di fronte all'altare,
era mattina, e ora è di nuovo mattina, pregando e pregando, ma per cosa?
Per il terrore di essere punito? O per la colpa di cui sento di essermi
macchiato? Le colpe, ce ne sono diverse..
-Demetrio, trovo inutile ricordarti la tua condizione. Il tuo stato ti
mette in una condizione particolarmente delicata. Sai bene che ogni uomo
deve combattere strenuamente contro la tentazione per salvare la sua anima
immortale. Anima che attraverso il battesimo risulta immacolata, pura. Per
voi non è così, la vostra anima è condannata, le vostre speranze di non
passare l'eternità tra le fiamme eterne minime. E tu aggravi
ulteriormente la tua condizione mentendo! Se sei stato sorpreso e rapinato
comprenderò. E io sarò misericordioso.. ma credo che ora come ora sia
meglio che tu trascorra la tua convalescenza tra coloro che non hanno
speranza.
Ecco, ogni rossore scomparso, non riesco a non tremare
-Vi prego Reverendissimo Padre, vi prego, era un vampiro!
-Mhm, un vampiro che si è sentito in dovere di "pagare" un
qualcosa che avrebbe potuto facilmente sottrarti dopo essersi nutrito di
te. Demetrio! Quegli esseri non hanno scrupoli o morale! Che stai dicendo?
La verità, solo la verità.. ma come posso convincerlo? Se io per primo
non m i credo. Eppure, è così che sono andate le cose. E forse, forse
merito quello che vuole infliggermi
-Padre, io non mento, era un vampiro, mi ha strappato la Croce, dicendomi
che la prendeva in cambio della mia vita, e ha preso il pugnale, dicendo
che l'aveva pagato con il suo sangue. E mi ha lasciato prima che potessi
replicare in qualsiasi modo. Non ero in grado di seguirlo, è scappato
lungo i tetti.
Era un gigante, non ho mai incontrato un uomo del genere, anche da mortale
avrebbe potuto sopraffarmi senza il minimo sforzo, nonostante la mia
condizione e la vostra educazione. Aveva lunghi capelli neri, la pelle del
color del bronzo, occhi di ghiaietto scuro. Un volto severo e impassibile,
anche nella furia, anche con il ventre squarciato. Aveva la stessa
espressione di San..
Il colpo arriva con una durezza inaspettata. Padre Costantino ha i capelli
del color del metallo sporco e le rughe di una vita di costrizione, ma la
sua forza è quella di un uomo al massimo del suo vigore. Preso del
ricordo non ho fatto caso alla sua rabbia che montava. Ora a meno di un
passo da me stringe i pugni con i suoi occhi che urlando tutta la sua
indignazione mentre la mia bocca si riempie del sapore del mio sangue
-Paragonarli ad uno dei nostri Santi! Demetrio! Tu ne parli con..
Ammirazione! Tu ammiri uno di quei.. - respira, una maschera di pietra
cancella le emozioni- Vai, vai e raggiungili, passa il tempo che ci vorrà
a guarire dalle tue ferite tra quelle creature che ora ammiri, e cerca di
comprendere se quello che ambisci è una vita nella dissoluzione e nella
colpa, lordo di sangue e lussuria? O l'eternità di pace e gioia che
troveresti nelle braccia del tuo Signore?
Potrei mentire, potei mentire e forse salvarmi, e forse risparmiarmi
questa tortura, ma me la merito
-Secondo i Vostri desideri Padre
-Pregherò, pregherò tanto, perché il dolore porti chiarezza nella tua
mente, e luce. Sei perduto Demetrio, perduto nella nebbia vischiosa della
bestia che abita in te, devi espiare. Il tuo confessore è molto
preoccupato
Torno di brace. So bene che le nostre confessioni non sono legate dal
vincolo della segretezza. Ma ogni tanto m'illudo. E' più forte di me
-Ora vai, scendi e spiega ai miei fratelli cosa ti porta da loro. Accetta
con gratitudine il lavoro dei torturatori e osserva le pene inflitte a
quelle creature. Ci servi e nulla ti sarà fatto che lasci ferite che non
possono guarire. Non hai la loro forza, ma ricorda che quello che
infliggiamo a loro è ciò che dovrebbero subire nell'inferno da cui hanno
tentato di sfuggire. L'inferno che ti attende se continui su questa strada
Demetrio!
M'inginocchio come fanno gli infedeli, non ci è concessa la forma che
usano i monaci tra loro, m'inginocchio e sfioro con le labbra l'orlo della
veste liso e impolverato. Sussurro un "Grazie Padre!" e lo
lascio sentendo i suoi occhi che mi bruciano addosso. Il saio di lana
grezzo mi graffia la pelle e devo combattere contro il desiderio continuo
di spostarlo, di toglierlo: come mi mancano i miei vestiti da Vertragi..
ma non potrò averne altri fino a che non avrò espiato.
Il corridoio è buio, stretto, le finestrelle alte sono solo strette
ferite nel muro massiccio, piccole, per impedire che il calore sfugga in
inverno, calore che non ho mai percepito qui dentro.
Le torce anneriscono il muro e illuminano poco. Ma ora è giorno e sono
spente. Non mi piace l'odore che fanno.
Giù non ci sono finestre, e l'odore è terribile.
Lui ha ragione, non siamo puliti, possiamo fare il bagno raramente,
immergendoci nelle grandi vasche dove vengono lavati i paramenti. E senza
spogliarci, ma tenendo su ingombranti camicioni.
Lui aveva un buon odore, sotto il sangue, la tensione. Ho avvertito
chiaramente un buon odore. Non so cosa fosse, non ho mai sentito nulla del
genere, ma era buono.
Mi ha fatto pensare ad una foresta lontana e scura, richiami d'uccelli che
non ho mai visto, che non riesco ad immaginare. La luce del sole che
filtra tra gli alberi, dolcemente, creando spade luminose in cui vola e
galleggia un polline simile a polvere d'oro. Occhi felini tra le fronde,
che ti scrutano, che non ti abbandonano..
Mi fermo guardandomi intorno, spaventato all'idea di qualcuno che mi abbia
visto avanzare con un'espressione ebete e lievemente sorridente. Verrebbe
di sicuro riferita al Padre, è dopo il suo richiamo sarebbe di sicuro
interpreta con una colpa!
..E' una colpa.
Che mi è preso? Non l'errore, quello posso capirlo. Non potevo di sicuro
immaginare di trovarmi davanti una tale creatura, più simile ad un uomo
giunto dall'età dell'oro dei miti che a quegli esseri bellissimi ma esili
che soffrono sotto i miei piedi. Che presto raggiungerò..
-Provate compassione? Provate compassione? STUPIDI! Allora provate
compassione per la mano che uccide, per la loro bocca immonda che beve il
sangue dei figli di Dio, per le loro anime nere che si nutrono della luce
degli eletti! STUPIDI ANIMALI! Il loro dolore è la giusta espiazione
delle loro colpe! Nella Bibbia è detto di tagliare la mano che ha
compiuto peccato! Ed essi sono il peccato. Il loro dolore è giusto! La
loro sofferenza è giusta, attraverso i loro tormenti noi impariamo come
estirparli dal nostro mondo! Come estirpare il peccato! I nostri maestri
non hanno dubbi, non lasciano spazio ai dubbi. E' vero, non c'è ne sono.
Siamo abomini, dobbiamo essere estirpati.
Mi scuoto.
No, noi no, non siamo abomini, non completamente. Noi portiamo il seme, ma
non ha dato ancora frutto e potrebbe non darlo mai. La nostra resistenza,
le nostre capacità, i doni, sono sì dati dal maligno ma noi possiamo
sceglierli di dedicarli a Dio. Non devo dubitare, i maestri non sono
contaminati dalla colpa, e possono vedere la strada della salvezza con
chiarezza, cosa che a me è negata. Le mie passioni premono per essere
lasciate senza freno.
Il padre confessore è stato chiaro, il mio corpo è macchiato, se
assecondo le sue richieste non posso che cadere in tentazione. E la
tentazione è il maggior strumento del maligno, il più efficace.
Ecco la mia colpa, lui è uno strumento del maligno, e quello che ho
provato è stata pure e semplice Tentazione. E volevo abbandonarmi. Lo
volevo intensamente.
Sono rimasto vittima del suo corpo esposto.
A parte i corpi tormentati dai ferri e dalle tenaglie non ho mai visto un
corpo nudo. Nudo e non preda del dolore.. Beh, era ferito, l'avevo ferito,
ma non traspariva da lui. Pareva, semplicemente, a suo agio. Si muoveva
con una grazia inaspettata per uno gravato dalle sua mole. Si muoveva e io
vedevo solo quella pelle lucida e tesa sotto cui ci muovevano masse di
carne solida che si gonfiavano e si tendevano ad ogni movimento in una
danza che aveva del miracoloso.
Era l'incarnazione di un arcangelo.. dovrò confessarlo questo pensiero, e
scorticarmi la schiena come penitenza.
Devo applicarmi maggiormente, mortificarmi con più convinzione: non ho
mentito ma merito la mia pena. Lussuria.
Aiutami mio Dio, aiutami a difendermi da me stesso, qua questo corpo
debole e corrotto che trascina la mia mente in pensieri che mi allontanano
da Te.
Cosa ho provato sotto di lui? Cos'era quel vuoto allo stomaco? Quella
sensazione di una mano che mi afferrava il cuore e, impietosa, stringeva?
Sono ormai mesi che il mio corpo mi spinge verso al peccato. Il confessore
mi ha consigliato il digiuno, sostenendo che la debolezza avrebbe
scacciato il maligno dalla mia carne. Ha bruciato le mia palme con il
fuoco quando ho confessato di aver toccato la mia stesa carne. Ha lavato
il mio sesso con l'acqua benedetta e mi ha punito per la mia reazione alle
sue mani. E ha raccontato tutto al Padre..
Perché sono così debole?
Mi merito ogni singola stilettata, ogni ferita, ogni bruciatura che mi
verrà inferta. Sono debole, debole. Sì, merito tutto.
Forse mi hai messo alla prova mio Dio, hai mandato il demone per chiarirmi
quanto sono debole, esposto. E ho fallito.. Se non ho commesso peccato è
stato solo per lui, io ero pronto.. a cosa?
Mi fermo nel bel mezzo del corridoio, proprio all'inizio delle scale
anguste e tortuose che scendono fino al luogo dove trascorrerò in
penitenza le prossime settimane.
E sono sorpreso
Dei miei pensieri, ma ancor di più dell'assenza di paura. Sono arrivato
qui meccanicamente. E invece di tormentarmi ad ogni passo per quello che
mi aspetta.. non ho fatto che pensare a lui!
Rabbrividivo per la sua voce. Ora che ci penso era la cosa che più di
tutti mi ha colpito. Qui tutti urlano, o sussurrano. Gridano le loro
convinzioni, sussurriamo le nostre preghiere.. Lui parlava. E aveva una
voce calda e profonda, una voce che non ho mai incontrato. Penso che
ora, quando mi ripeterò nella mente le storia della bibbia, userò la sua
voce.. e forse è peccato. Dovrò parlarne al padre confessore, è sarà
terribile, ma so che non posso farne a meno.
Un arcangelo.. come posso essere così.. non trovo termine!
Comincio a scendere, il freddo si fa sempre più concreto, umido e
vischioso, Ma so che dopo la pesante porta di metallo mi attende il caldo
soffocante dei bracieri dove i ferri e le tenaglie sono messi ad
arrossare.
Ma non è quello.
Forse, cioè, sono qui per espiare, ma forse..
La tentazione risiede nel pensiero.
Ma penso ai momenti del riposo, a quella voce vellutata e calda, roca e
profonda. Può essere davvero pericolosa una voce? Una voce che ripete
calma e pacata le parole del Signore, venata di quello che penso sia
ironia, perché non l'ho mai incontrata l'ironia ma ne ho sentito parlare,
come un pericolo, ma immagino che se l'ironia ha un suono è quella della
sua voce Arrivo alla porta, arrivo di fronte al simbolo di ciò che sono:
lo stemma e il nostro motto "Per espiare vi cacciamo". Il cane
argenteo rampante si contrappone ad un fiero drago e lo azzanna alla gola.
Il vertragi, il cane di dio.
Sospiro.
E' un onore, il fatto di non essere stato affogato alla nascita ma avere
avuto questa possibilità. E' un onore.
Apro la porta, e l'urlo mi rimbalza contro ferendomi le orecchie. L'urlo
che si dilata e cresce, che vibra, si cheta e riprende con più vigore,
l'urlo che mi colma, mi porta a dischiudere le labbra come se volessi
unirmi a lui.
L'urlo che si scioglie in un pianto straziante, che mi fa sfuggire due
lacrime prima che abbia il tempo di fermarle.
Non voglio entrare, non voglio, non ho fatto nulla di così grave, di
così, orribile, sono un uomo, sono un animale, vi prego.. vi prego
-Vertragi? Che fai qui?
Mi guarda, alto, massiccio, una casacca di cuoio su pesanti pantaloni, per
proteggersi dal fuoco, il calore, il sangue e quant'altro. I torturatori
non sono monaci, i fratelli non si macchierebbero mai le mani di quel
sangue immondo..
-Allora? Demetrio!
Già, mi conosce.. mi conosce bene
-Mi manda il padre, ho peccato, e devo espiare.
Tremo, ma non posso fare altro, si son fermati tutti, mi guardano, solo i
monaci non fermano le loro preghiere ma i loro sguardi sono fissi su di
me.
Il torturatore mi posa una mano sulla spalla, ed è quasi affettuoso
-Vedrò di trovarti un posto
Alzo lo sguardo sul giovane inchiodato alla parete, sul suo ventre aperto.
lo guardo sollevare un poco il capo, voltarsi e fissarmi: le zanne
scoperte, il viso bellissimo stravolto dal dolore. E di nuovo mi
sorprendo, le lacrime di un vampiro non sono di sangue, ma di acqua e
sale. Come le mie. Come quelle dei figli di Dio
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