Nota
dell’autrice
I
personaggi appartengono agli aventi diritto.
Moon
di Minako
Shun
entrò nella sua stanza e si sedette stancamente sul letto.
Si
posò un braccio sugli occhi e sospirò.
Poteva
sentire i festeggiamenti dei suoi compagni al piano di sotto. Erano appena
tornati dalla battaglia al Santuario e avevano vinto!
Eppure
lui non aveva la minima voglia di festeggiare.
Sentì
il cigolio della porta che si apriva e si alzò di scatto.
-
Tutto bene, Shun?- domandò un ragazzino dalla carnagione scura.
-
Sì, Ikki! Sto benissimo!- rispose l’interrogato, cercando di
sorridere.
-
Non sembra…
-
Perché dici così Niisan?
Il
ragazzo chiuse la porta e si sedette su una sedia accanto al letto. I suoi
occhi grigi scrutavano il ragazzino castano.
Alzò
una mano e gli arruffò affettuosamente i capelli.
-
Cosa ti preoccupa?- chiese dolcemente.
-
Niente!- ripete ostinato Shun.
-
Puoi ingannare tutti, ma non me.- Shun sospirò e si sdraiò sul
letto.
-
Non è niente, non preoccuparti.
Ikki
guardò fuori della finestra della piccola stanza. Tutto era buio.
-
Non credevo sarebbe mai successo…- mormorò tra sé.
-
Cosa?- domandò Shun senza guardarlo.
-
Non vuoi confidarti con me e preferisci soffrire da solo… non
credevo sarebbe mai successo…- spiegò Ikki con un tono triste.
-
Ho solo bisogno di stare un po’ da solo a riflettere…- mormorò
fissando con i suoi grandi occhi verdi il fratello maggiore.
-
Come preferisci.- concluse Ikki alzandosi e uscendo dalla stanza.
Shun
guardò la porta che si era appena richiusa… sentiva risuonare le parole
d’Aphrodite… “…La pace sulla Terra è stata garantita dalla forza
del Gran Sacerdote… la forza è la giustizia…”.
Aveva
ragione? Atena sarebbe riuscita a mantenere la pace…?
…
I
festeggiamenti dei cavalieri durarono fino il giorno dopo, ma Shun non si
mosse dalla sua stanza.
Solo
verso l’ora di cena decise di unirsi a loro.
Fuori
stava cominciando a piovere…
-
Buona sera.- esordì entrando e dirigendosi al suo posto a tavola
vicino a …
Ma
dov’era Ikki?!
Shun
s’immobilizzò.
-
Dov’è Ikki?- chiese, con la voce che gli tremava.
-
È andato via circa un’ora fa- rispose Seiya- sapeva che volevi
riposarti e non è salito a salutarti…
Shun
non gli lasciò il tempo di terminare la frase e si fiondò fuori della
porta.
-
Shun!- lo chiamò Shiryu alzandosi di scatto.
I
tre Saint si guardarono interrogandosi sul da farsi, poi si gettarono
all’inseguimento del ragazzino.
…
Shun,
sconvolto com’era, iniziò a vagare per la città e celò,
inconsciamente, il suo cosmo.
La
pioggia continuava ad aumentare d’intensità, ma lui sembrava non
accorgersene.
Continuava
a correre, ma d’Ikki non c’era traccia da nessuna parte.
-
Ikkiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!- urlò Shun ampliando il suo
cosmo sino ai limiti della costellazione
…
Era
ormai l’alba ed i Saint erano tornati alla villa Kido, quando…
-
Questo è Shun!- esclamò Hyoga alzandosi di scatto ed infilandosi
le scarpe per poi uscire di corsa.
…
Hyoga
trovò Shun che camminava traballando sul marciapiede.
Lo
afferrò per le braccia:
-
Santo cielo, Shun, mi hai fatto preoccupare! Stai bene?
Shun
non rispose ma si accasciò tra le braccia del ragazzo come una bambola
rotta.
-
Shun? Ma tu hai la febbre alta!- esclamò Hyoga sollevandolo; era
logico era stato tutta la notte sotto la pioggia.
Pochi
minuti ed erano di nuovo alla villa.
…
-
Come sta?- domandò Seiya visibilmente preoccupato.
-
Ha la febbre alta! Chiamate un medico!
Subito
Seiya si precipitò al telefono, mentre Hyoga, accompagnato da Shiryu,
portava Shun in camera.
-
Dobbiamo mettergli dei vestiti asciutti- mormorò Shiryu aprendo un
cassetto.
-
Ik…ki…I…kki…- continuava ad invocare Shun nel suo delirio.
-
Poverino.- sospirò Shiryu- Non se l’aspettava proprio che Ikki
se ne sarebbe andato senza neanche salutarlo…
Hyoga
annuì in silenzio mentre appoggiava i vestiti bagnati su una sedia.
…
Il
medico arrivò poco dopo, visitò Shun e prescrisse delle medicine e tanto
riposo.
…
Ikki
era appena salito sul treno quando aveva avvertito l’esplosione
disperata del cosmo di Shun. Sarebbe voluto scendere dal treno, ma ormai
era partito e lo portava nella direzione opposta…
Alla
prima stazione, Ikki scese e prese un taxi per dirigersi alla villa Kido.
Poteva sentire il cosmo di Shun indebolirsi piano piano.
…
Il
cavaliere d’Andromeda continuava ad invocare il fratello e si rifiutava
di mangiare.
La
sua mente era invasa dai volti di coloro con cui si era battuto….
“Niisan, dove sei?! Ho bisogno di te…”
…
Il
taxi su cui sedeva Ikki era rimasto imbottigliato nel traffico.
-
Dannazione!- disse Ikki pagando il tassista e scendendo dall’auto.
Doveva fare presto e sarebbe arrivato prima a piedi, ormai non mancava
molto.
…
Improvvisamente
la porta della villa si spalancò con violenza; Saori e i suoi Saint erano
nella stanza di Shun.
-
Sarà più facile del previsto!- ghignò una voce sconosciuta.
-
Latmos, muoviamoci.
-
Va bene, dobbiamo prendere Atena!
I
due colsero di sorpresa i Saint: Latmos afferrò Atena ed uscì dalla
finestra, Endimione (questo era il nome dell’altro individuo) guardò
divertito i tre Saint feriti, poi scorse il fanciullo che riposava nel
letto… era così bello… la sua dea l’avrebbe gradito come regalo!
Si
avvicinò, gli accarezzò i capelli, lo prese tra le braccia ed uscì.
-
… Shun…- mormorò Hyoga, tendendo una mano verso la finestra,
prima di svenire.
…
-
Che è successo?!- esclamò Ikki entrando in quel momento nella
stanza.
-
Hanno rapito Saori e Shun…- rispose Seiya con lo sguardo
abbassato.
-
Che cosa?!- mormorò Ikki tra l’incredulo ed il preoccupato.
-
Hai capito bene…- rispose Seiya massaggiandosi la testa.
-
CHI? CHI HA RAPITO SHUN?- urlò il cavaliere della Fenice in preda
all’ira.
-
Endimione e Latmos… non abbiamo idea di chi siano, né di cosa
vogliano.- rispose Shiryu, prevedendo anche la futura domanda di Phoenix.
-
Se osano fargli del male io….
-
Parli bene tu!- lo interruppe Hyoga alzandosi- È colpa tua se Shun
ha la febbre ed è una facile preda! Perché te ne sei andato senza dirgli
niente?!- domandò Hyoga irato.
-
…- Ikki non rispose, cosa avrebbe dovuto dire?
-
Smettetela di litigare!- s’intromise Shiryu- Ora dobbiamo
concentrarci sui nostri nemici!
I
due annuirono.
-
Io chiederò consiglio al mio maestro…
-
Cosa vuoi sapere Shiryu?- disse il maestro Dauko, parlando
direttamente al cosmo del suo allievo.
-
Maestro, chi sono quegli uomini che ci hanno attaccato?
-
Endimione e Latmos sono i cavalieri di Selene.
-
Selene? La sorella di Helios?
-
Già. Athena è stata costretta ad ucciderlo durante una delle
vostre battaglie… ricordate…?
-
Ed ora è tornata per vendicarsi.- concluse secco Ikki.
-
Già!- disse una dolce voce femminile- Se la giustizia esiste
davvero esigo che Atena me ne dia una prova!
-
…- i cavalieri si guardarono stupiti, Selene stava parlando loro
tramite il cosmo.
-
E cosa c’entra mio fratello?- domandò Ikki, con la sua solita
freddezza.
-
Oh, quel ragazzino è un regalo di Endimione… potrei farlo
diventare un semidio… è molto bello ed ha un aspetto così dolce…
troverò di certo qualcosa da fargli fare.- concluse la divinità con voce
maliziosa.
-
Aspetta!- tuonò Ikki, ma la divinità era tornata dai suoi
guerrieri.
…
Shun
si risvegliò in un gran letto con le lenzuola di seta:
-
Dove sono…?- mormorò cercando d’alzarsi.
-
Sei ancora debole, riposati.- disse un uomo accomodandogli le
coperte.
-
Chi sei?
-
Io sono Endimione, guerriero di Selene e suo amante. Questo è il
mio tempio e tu sei mio ospite.
-
Do… dove sono i… miei compagni…?
-
Sono alla villa Kido.- rispose il biondo giovane alzandosi.
Shun
avrebbe voluto fare tante altre domande a quel giovane misterioso, ma si
sentiva così stanco ed indebolito… s’addormentò quasi subito…
…
-
Come sta il nostro giovane ospite?- chiese Latmos uscendo dal suo
tempio.
-
Si è svegliato, ma è ancora molto debole.- rispose Endimione
voltandosi verso l’amico.
-
Andiamo dalla dea…
…
Selene
era seduta sul suo trono, pensierosa.
-
Cosa c’è dea?- domandò Endimione entrando con il suo passo
elegante.
-
Stavo pensando…
-
Ad Atena?
-
Sì. Vedi amore mio, io amo la bellezza e la vendetta è tutto
fuorché quello…
-
… anche la guerra non lo è.- disse Latmos inginocchiandosi in
segno di rispetto, qualche ciuffo dei dispettosi capelli turchini gli
cadeva sugli occhi.
-
Hai ragione… dite che dovrei lasciar perdere…?
-
Dopotutto voi siete l’emblema dell’amore, non dell’odio…-
continuò Endimione- e i voti d’amore si fanno a voi...
-
Grazie per essere stati sinceri con me, miei cari.- disse
sorridendo la divinità.- Portate qui Atena!
Pochi
istanti dopo la porta del salone si spalancò ed entrò Latmos, tenendo
Atena per un braccio.
-
Cosa vuoi da me, Selene?- chiese Saori contrariata.
-
Niente.- rispose sorridendo la divinità.
-
Allora perché mi hai fatta rapire?
-
All’inizio volevo vendicarmi di te, poiché hai ucciso mio
fratello…- iniziò a raccontare la bellissima ragazza- ma poi mi sono
accorta che non me ne importava niente, perciò sei libera.
-
Non… capisco…
-
Atena, sei abituata a combattere contro divinità che amano la
guerra, ma io non sono così! Io amo la bellezza e l’amore… non voglio
combattere né far combattere i miei fedelissimi!
-
Riportatemi alla villa!- disse Saori scrutando l’espressione dei
suoi carcerieri.
-
Non è meglio far venire qui i tuoi Saint?- domandò Endimione
intromettendosi.
-
Perché mai dovrei scomodare i miei combattenti?- rispose Atena
stizzita.
-
Perché il Santo d’Andromeda ha bisogno di qualche tempo per
riprendersi e qui ci sono molte piante curative…
-
…SHUN?!- domandò incredula Atena- Dov’è?
-
Seguitemi.- rispose dolcemente Endimione. Si congedò dalla divinità
inginocchiandosi e condusse Atena al suo tempio.
-
Shun…- sospirò Atena accarezzando dolcemente i capelli del
ragazzino.
-
… Atena…- mormorò il giovane Santo- av…avete bisogno di me?-
chiese con il suo solito tono dolce e referenziale.
-
No, riposa tranquillo.- la ragazza accarezzò il volto del
fanciullo, poi si rivolse ad Endimione- Devo mettermi in contatto con gli
altri.
…
Alla
villa Kido, i Saint stavano organizzando un attacco per salvare Atena ed
il giovane Shun…
-
Allora è deciso- concluse Seiya- utilizzeremo i potenti mezzi
della Fondazione e li troveremo.
-
Tasumi! Inizia le ricerche!- lo spronò Hyoga, preoccupato per la
sorte dei due.
Poco
prima che il fedele maggiordomo iniziasse le ricerche, nelle menti dei
Saint risuonò la melodiosa voce di Saori.
“Miei
cavalieri, non dovete preoccuparvi. Io sto bene e sono gradita ospite di
Selene.”
-
Gradita ospite?- domandò Hyoga alzandosi.
“Tra
poco i cavalieri di Selene verranno a prendervi per condurvi qui”.
-
E Shun?- chiese
acido il cavaliere della Fenice.
“Anche
lui è qui ed è in bune mani. A presto!”
Detto
ciò Saori interruppe la comunicazione e riprese a chiacchierare
amabilmente con Selene.
-
Mi spiace Selene… mi spiace veramente per ciò che è successo a
Febo…
-
È stato un dolore enorme per me, però - sospirò- il mio amato
fratello ha commesso un errore…- un velo di lacrime si dipinse sui suoi
occhi grigio chiaro- Parliamo d’altro.- aggiunge cercando di sorridere.
-
Sì…- acconsentì Athena ricambiando il sorriso.
Dopo
pochi istanti Endimione e Latmos varcarono l’entrata del salone per
condurre i Sanit da Selene ed Athena.
…
Lì
trovarono le due dee ad aspettarli.
Latmos
condusse Ikki al tempio di Endimione, dove il suo fratellino stava
riposando.
Endimione
era seduto su una sedia posta accanto al letto e stava rinfrescando la
fronte di Shun con un panno bagnato.
Mentre
si avvicinava al letto, Ikki riuscì ad udire la flebile voce del
ragazzino che invocava il suo nome… gli si strinse il cuore…
Si
sedette sulla sedia che gli porse Endimione e prese tra le sue mani quelle
piccole, delicate e candide di Shun, poi, per fargli avvertire la sua
presenza, ampliò leggermente il suo cosmo e il giovane santo d’Andromeda,
avvertendolo, si tranquillizzò e si lasciò andare al sonno con un
leggero sorriso che increspava le sottili labbra rosee.
Sorrise
anche il durissimo cavaliere di Phoenix, solo quel fragile ragazzino
riusciva a farlo sciogliere…
-
Shun….- mormorò stringendo al suo petto la manina diafana- Devi
rimetterti presto, non devo preoccuparmi per te, chiaro?
La
commozione lo invase nuovamente.
…
Due
giorni dopo Shun sembrava stare molto meglio, ma Ikki gli impedì
d’uscire dalla stanza.
-
Devi riposarti, o non sarai in grado di rimetterti in viaggio!-
aveva detto porgendogli un vassoio colmo di cibo.
-
Ma niisan!
-
Niente ma!- aveva esclamato uscendo dal tempio
-
Uff! Che carattere impossibile!- esclamò il Santo d’Andromeda
alzando gli occhi al cielo.
-
Ha ragione.- disse una voce conosciuta.
-
Hyoga!
-
Ciao Shun, come stai?
-
Bene, grazie!
-
Ne sono contento.- disse sfoggiando uno dei suoi rari sorrisi.
-
Mi fai un po’ di compagnia?- domandò il giovane santo puntando i
suoi occhi verdissimi in quelli del russo.
-
Certo…- e così dicendo Hyoga si sedette al suo fianco.
Passarono
un tempo infinito parlando di tutto, anche del semplice colore del cielo.
-
Vedi, qui il cielo è molto più azzurro! E di notte deve essere
uno spettacolo ancora migliore!
-
Eh?- comandò il Cigno riscuotendosi dai suoi pensieri.
-
Dico che di notte il cielo dev’essere bellissimo… a cosa pensi
Hyoga?
-
A niente.- rispose in fretta. Come poteva dirgli che stava pensando
a quanto era bello mentre i raggi del sole colpivano di sbieco il suo
volto?
-
Non è vero, non m’inganni!
-
Tu mangia intanto, sennò me ne vado!
-
Eh?
-
Da quando sono qui non hai toccato niente…
-
Oh! Hai ragione! Il mio niisan s’infurierà!- e così dicendo
iniziò a mangiare con gusto.
-
Senti Hyoga… perché non mi parli della tua terra? Sai, stando
qui ho visto un sacco di fiori che non conoscevo e mi domandavo se anche
da te ce ne fossero.
-
Veramente non ciò mai fatto troppo caso…- rispose il ragazzo
imbarazzato- Ma ricordo che mia mamma mi parlava della Malinka…
-
Malinka?- ripeté Shun.
-
Sì. È un fiore che cresce in Manciuria, ha un aspetto delicato ma
riesce a resistere al clima gelido di quella regione.
-
Malinka…- ripeté per ricordarselo.
-
È un po’ come te…- mormorò.
-
Ah, il bellimbusto è venuto a tenere compagnia al mio fratellino.-
esclamò Ikki entrando- Allora non c’è più bisogno di me…- e fece
per voltarsi.
-
Niisan!- lo chiamò Shun disperato.
-
Non preoccuparti, non me ne andrò questa volta…- detto ciò uscì.
-
Niisan…
-
Lascialo andare a riposare, è due giorni che non ti lascia per un
momento… sarà stanco…
Shun
annuì con il capo, il fratello aveva promesso di non andarsene.
-
Ora dormi un po’.- disse Hyoga sistemandogli le coperte di seta.
-
Ma io non ho sonno!- brontolò il Santo d’Andromeda.
-
Non fare i capricci ora.
-
Guarda… - mormorò Shun avvicinandosi alla finestra- è proprio
come pensavo…- Hyoga gli si avvicinò incuriosito.
-
Fa… fantastico…- mormorò contemplando le costellazioni che si
distinguevano con enorme facilità.
-
Qui non c’è inquinamento luminoso...
Hyoga
guardò le costellazioni che si specchiavano in quei grandi occhi
speranzosi e sentì sciogliersi qualcosa dentro di sé…
-
Shun…- mormorò avvicinando il volto a quei capelli profumati.
-
Sì amore?- domandò, poi si voltò senza accorgersi di cosa avesse
appena detto.
-
Shun?!
-
Si può sapere cos’hai? Perché mi guardi con quegli occhi
sbarrati?
Hyoga
l’abbraccio senza parlare, poi gli decorò il collo con una serie di
piccoli morsi.
Leccò
l’incavo di quel collo delicato risalendo sino all’orecchio sinistro.
-
La mia piccola Malinka…- gli sussurrò, poi baciò quegli
occhioni aperti su universi che solo lui vedeva.
-
Hyo… Hyoga…. - gemeva Shun mentre lo sentiva esplorare il suo
corpo con una passione sempre crescente
Hyoga
lo prese i braccio mentre le loro labbra si univano e lo appoggiò
delicatamente sul letto senza smettere di baciarlo.
Si
staccarono giusto il tempo per respirare, poi Hyoga iniziò a spogliare il
compagno più giovane…
-
Hyoga…?- domandò Shun mentre un senso d’insicurezza si faceva
largo nella sua mente.
-
Rilassati Shun… lascia che io ti mostri ciò che ancora non
conosci…- mormorò togliendogli definitivamente i pantaloni, poi spogliò
se stesso.
Shun
intravide una cicatrice che attraversava il torace del russo in diagonale
ed iniziò a baciarla, solleticando con la lingua la pelle che in quella
zona era più sensibile.
Hyoga
tremò di piacere, poi mosse le mani dove l’erezione del compagno
premeva ed iniziò a giocarci con mani esperte.
Il
viso di Shun era arrossito mentre ansimava.
Poi
venne, in bocca al compagno che ingerì il frutto della loro passione.
Anche
Hyoga era eccitato, riprese a baciare il petto di Shun, poi gli sussurrò:
-
Rilassati… ti farò provare il puro piacere.
Shun
era confuso… non era quello il puro piacere?
Sentì
Hyoga prendergli le gambe e le posizionarle sui fianchi.
-
Rilassati…- ripeté, mentre la sua erezione iniziava a premere
contro l’apertura del compagno.
Poi
lo baciò mentre iniziava a penetrarlo.
Shun
cercò d’urlare e fu preso dal panico, poi senti crescere un piacere che
non credeva potesse neanche esistere.
Hyoga
era dentro di lui e si muoveva ad un ritmo costante cui il suo corpo
s’adattava.
-
Hyoga…- mormorò sentendolo venire dentro di lui.
Hyoga
iniziò a baciare quelle guance (solitamente pallide ma ora gentilmente
arrossate) che si erano coperte di lacrime.
-
Scusami amore…- mormorò uscendo da lui.
-
Scusami…- ripeté continuando a baciarlo.
-
Hyoga… è… è stata la cosa più bella che abbia mai
vissuto…! Perché mi chiedi scusa…? Sono io a doverti dire grazie…!-
mormorò appoggiando la testa arruffata al petto del compagno.
-
Ti amo Shun…
-
Anch’io…
Hyoga
lo strinse a sé con dolcezza.
-
Riposa ora…
-
E tu?
-
Tra un po’ tornerò nella mia camera…
-
Perché?- domandò con un singulto.
-
Non vorrei che Ikki ci scoprisse ora…
-
Abbiamo fatto qualcosa di male?
-
No… tranquillo cucciolo! Dovremo spiegarglielo con calma, ma ora
riposa…
-
Sì…
…
Hyoga
sentiva il respiro regolare di Shun a poca distanza dal suo viso, si alzò
lentamente stando attento a non svegliarlo.
Poi
gli scoccò un leggero bacio sulla fronte.
“Domani
ci sarà da parlare…” pensò,
poi si diresse verso la sua stanza.
Guardò
la luna che brillava in cielo “L’essenza
del romanticismo…” pensò “E
cosa c’è di più romantico dell’amore che Shun prova per me e che io
ricambio?”
…
-
Hai visto tesoro?- domandò un uomo sulla spiaggia alla donna che
teneva tra le braccia
-
Sì, avevi ragione tu, quel russo e quel ragazzino si amano…
portarlo qui ha risolto le cose tra i due. Mi domando come ho fatto a non
capirlo prima.
-
Eri troppo occupata da pensieri stupidi come la vendetta…
-
Già… scusami Endimione. Tu mi hai sempre sconsigliato di pensare
alla vendetta ed io ti ho trascurato…- la ragazza accarezzò
sensualmente il capo turchino dell’amante.
-
Ora possiamo recuperare Selene…- disse baciando la donna
gentilmente sulle labbra mentre la luna li illuminava con la sua luce
quasi irreale, il ragazzo intrecciò le dita nei capelli nerissimi della
donna; lei sorrise gentilmente socchiudendo leggermente i grandi occhi
grigio chiaro.
FINE
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