Spoiler: sì, soprattutto sul terzo libro

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Lynn Flewelling. Io non ci guadagno nulla!

Buona lettura!


Montagne verdi

di Bombay

E’ una giornata limpida e tersa nonostante sia molto fredda. Cammino senza una meta precisa per le strade affollate di Rhìminee, fino al porto.

Il legno umido del pontile scricchiola sotto i miei stivali. Fisso l’orizzonte luminoso e sereno.

In giornate come queste, un occhio acuto come il mio, vede la costa di Aurënen.

La mia terra.

 

Mi ricordo montagne verdi

e le corse di una bambina

con l'amico mio più sincero

un coniglio dal muso nero

 

La nostalgia per la mia terra natale mi coglie all’improvviso come le onde che di infrangono sul porticciolo.

I verdi e sterminati prati, ero un bambino allora, quando correvo giù per il pendio con le mie sorelle.

Ero solo in ragazzo arrogante e viziato, quanto incontrai Ilar per la prima volta.

Come uno stupido mi feci incantare e lui si approfittò di me per i suoi scopi.

Rimpiango di non aver dato ascolto ad Adzdriel ed a i miei amici che mi mettevano in guardia sul suo conto.

Stupido, sciocco, innamorato.

 

Poi un giorno mi prese

il treno

l'erba, il prato e quello

che era mio

scomparivano piano piano

e piangendo parlai con Dio

 

La condanna. L’esilio. La nave che mi condusse via.

Per quello che era successo potevo solo biasimare me stesso.

Mano a mano che la nave si allontanava e la terra si affievoliva tutto ciò che avevo sempre amato scompariva all’orizzonte, forse, per sempre.

Lacrime silenziose scivolarono infine sul mio volto.

Pregai Aura di darmi la forza di continuare ad andare avanti, ma era difficile.

 

Quante volte

ho cercato il sole

quante volte

ho mangiato sale

la città aveva mille sguardi

io sognavo montagne verdi

 

Rhìminee: capitale di Skala. Immensa, pericolosa, sconosciuta.

Così diversa dal mio mondo.

Sfruttai tutte le mie capacità per sopravvivere nella capitale. Ci furono periodi non tanto rosei per me, all’inizio.

A volte guardavo il sole e mi chiedevo come fossero le montagne, in quel momento, ad Aurënen. Non le avrei mai più riviste. Era questo che mi faceva soffrire di più. Non mi sono accorto di ciò che avevo fino a quando non l’ho perduto per sempre.

 

Il mio destino

è di stare accanto a te

con te vicino

più paura non avrò

e un po’ bambina

tornerò

 

Ero convinto di amarlo. Che lui mi amasse. Ilar aveva scelto me e non qualcun altro. Tutti erano lusingati delle sue attenzioni, ma solo io avevo tutto il suo interesse.

Quando lui mi guardava non mi sentivo più un bambino, ero un adulto ai suoi occhi, mi trattava da tale, incoraggiando i miei talenti.

 

Mi ricordo montagne verdi

quella sera negli occhi tuoi

 

Vivevo solo per ascoltare le sue lusinghe, senza rendermi conto di quanto fossero sbagliate certe cose che lui mi chiedeva di fare, ma per me bastava guardarlo negli occhi che tutto scompariva.


Quando hai detto:

“S'è fatto tardi

t'accompagno se tu lo vuoi”

 

Era notte fonda e sulle colline era salita la nebbia, ma a me non importava. Con me c’eri lui.

Le sue labbra sul mio collo ed il sussurro delle sua voce calda e suadente.

“Andiamo, ti accompagno a casa, è molto tardi”

Non mi importava, non quella notte. Ero ebbro di gioia per essere il suo favorito, quella notte volevo molto di più.

“Non voglio andare a casa” mormorai, cercando le sue labbra dolci come il miele. Lui mi prese per mano conducendomi verso il tupa dei Chyptaulos.

 

Quella nebbia le tue parole

la tua storia e la mia storia

 

Non sapevo quasi nulla di lui, ma non mi importava. Non avrei mai pensato che mi stesse usando: per il suo piacere, per i suoi biechi scopi.

 

Poi nel buio senza parlare

ho dormito con te sul cuore

Io ti amo mio grande amore

io ti amo mio primo amore

 

Era tutto buio e questo mi eccitava ancora di più, non lo vedevo, ma lo sentivo. Le sue labbra e le sue mani sul mio copro sudato e desidero di carezze e baci.

Quella notte per me è stata la prima volta, fino ad allora ci eravamo limitati a sfiorarci e scoprirci, ma nulla di più.

Quando entrò in me provai sia dolore che gioia, credevo che nulla avrebbe potuto rendermi più felice. Mi illusi di contare qualcosa per lui, ho creduto alle sue parole.

Ilar aveva tutto di me: il mio amore, il mio cuore, il mio corpo.

Io, solo una manciata di menzogne ben camuffate.

Ho gridato il mio amore per lui, mentre raggiungevo il piacere, poi Ilar si addormentò con la testa appoggiata al mio petto.

Mi aveva incatenato, mi aveva stregato, mi aveva ingannato.

 

Quante volte

ho cercato il sole

quante volte ho cercato il sole

 

“Ti ho trovato finalmente” la voce di Alec mi desta dai miei ricordi.

“Potevi anche avvertimi che venivi al porto, ho impiegato mezza mattina a cercarti” mi sgrida bonariamente.

Mi volto e sorrido. Il suo volto muta dal rimprovero alla preoccupazione.

“Stai bene?” domanda scrutandomi in viso.

“Ora sì, talì” rispondo, gli prendo il viso tra le mani, fisso i suoi occhi azzurri come il cielo.

“Ora sì” ripeto e bacio le sue labbra.

 

Il mio destino

è di stare accanto a te

con te vicino

più paura non avrò

e un po’ più donna

io sarò

montagne verdi

nei tuoi occhi rivedrò.

 

Aura mi ha indicato la via: padre, fratello, amico, amante.

Tu sei tutto questo per me Alec ed io per te.

Talìmenios.

Un legame indissolubile. Che si è creato e consolidato tra noi in questi anni.

Non sono più il ragazzo di allora, non potrò mai più esserlo.

Sono un uomo ora. Però nei tuoi occhi chiari, limpidi e privi di ombre, rivedrò le mie montagne ed i luoghi dove sono stato felice.

Con te accanto non avrò paura di andare avanti.


 
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