Buongiorno, buon pomeriggio, buonasera e, se per caso non dovessimo rivederci… buonanotte.

Sto scherzando perché in questo periodo scrivo solo cose tristi e volevo rallegrarvi, ma non vi preoccupate, è un periodo passeggero, infatti la mia testolina sta già pensando a una fan fiction veramente esilarante.

Un saluto speciale alla mia Senpai che mi segue con tanto amore a cui voglio ricordare il nostro caro “manco cin cin” e alla fumettara di fiducia a cui non ho ancora spiegato il significato di “manco cin cin”.

Ora vi lascio alla lettura dicendovi che i personaggi non sono miei.

Baci baci.

 

 

 

Monologo

Di Mitchi131421

 

 

Non ho mai chiesto nulla d’importante al mondo. Chiedevo solo lo stretto necessario, poter giocare a basket per sempre e invece… sono disteso su un letto d’ospedale che metterebbe in crisi anche il più positivista.

Avevo degli amici che mi venivano a trovare e mi facevano sentire meno solo, ma si sono fatti vedere la prima settimana e poi… chi gli ha più rivisti? Ora rimango qui a guardare il cielo dalla finestra posta alla mia destra, aspettando che quella stramaledetta porta venga aperta, non mi aspetto chissà chi, mi basta una persona sola, un amico, anche quel ragazzo con i capelli rasati che non ho mai sopportato, ma vi prego, non lasciatemi nella solitudine, non la sopporto, è una squallida donna che mi stringe tra le sue braccia e mi succhia la linfa vitale, vi prego, anche un’infermiera, ma non lasciatemi solo.

Finalmente qualcuno alla porta, riesco a scorgerlo dal separé, ma chi sarà? Kogure! Il suo nome per me significa salvezza. Adoro questo ragazzo, ma una domanda mi sorge spontanea… lui è qui ogni giorno, arriva sempre alla stessa ora e dopo due se ne va. Mi fa compagnia, non mi fa sentire un vegetale, non mi chiede niente del ginocchio e per tutto questo lo ringrazio, ma… non ha niente da fare durante il giorno? Non ha una famiglia? Degli amici? Una vita sociale? Probabilmente no e io, sarò egoista, ma sono felice, perché così viene a trovarmi e in quelle due ore non scivolo nella solitudine.

 

Lui è sempre qui, anche adesso che mi sono rotto il ginocchio per la seconda volta, mi ha anche rimproverato, ma io non mi sono sentito afflitto, anzi… ero felice! Perché ciò voleva dire che lui a me ci tiene.

Grazie per avermi salvato.

 

Per questo oggi, ha distanza di due anni dall’ultima visita all’ospedale, ti consegno questo foglio con il mio monologo scritto all’epoca e con esso ti dono il mio cuore… accettalo se vuoi, perché io mi sono innamorato di quell’angelo che veniva a salvarmi ogni pomeriggio.

Ti amo Kiminobu!

 

Owari

 

 

Mitchi: lo ammetto, è un po’ cortina, ma ho messo dentro tutto l’amore che sono riuscita a trovare nel mio cuore. Quindi perdonatemi se vi aspettavate qualcosa di più lungo, ma non ci sono riuscita e non voglio neanche modificarla aggiungendo cose banali o frasi venute in mente tanto per. Accettatela così. Grazie. Un bacio a tutti quelli a cui piace come scrivo e mi leggono apposta per quello. Kiss!!