Disclaimer: i personaggi di questa fic non appartengono a me bensì a Kaori Yuki...come al solito gli autori hanno tutte le fortune ç___ç In questo capitolo ci sono degli spoiler del volumetto 7 quindi chi non lo ha ancora letto si regoli di conseguenza u__u

Dediche: alla mia dolce nipo Saya per il suo compleanno! Un infinità di questi giorni!^******^ Rifatti un po’ gli occhi con questi due puccini e ringrazia che la Yuki abbia avuto quella genialata nel 7 volumetto *____* (io ero pronta alla missione punitiva se mi faceva morire Casina è_____é)


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Cambiamenti

di Miyuki


 

Era notte fonda...fuori pioveva a dirotto e le gocce d’acqua battevano con insistenza contro i vetri della casa a causa del vento burrascoso.

Il dr. Disleery aveva appena portato a termine l’ennesima missione della Delilah, una cosuccia da nulla che per una volta non aveva trovato ostacoli da parte del suo odiato fratellastro Cain. Era stato un lavoro relativamente facile, che era riuscito a svolgere da solo in prima persona senza l’aiuto di alcun collaboratore…non che avrebbe chiesto aiuto in ogni caso…non c’era nessuno di cui si potesse fidare ciecamente nell’organizzazione…nessuno con il quale poteva condividere le sue idee e progetti…nessuno che era in grado di comprenderlo e riusciva ad eseguire i suoi ordini alla perfezione…nessuno a parte Casian…ma Casian purtroppo non era più accanto a lui e non sapeva neppure quando sarebbe tornato, se mai sarebbe tornato.

Era fuggito con la sua nuova identità per sottrarsi ai subdoli complotti della Delilah, probabilmente per non farvi più ritorno…in fondo che motivo aveva di farsi umiliare ancora…aveva ottenuto ciò che desiderava, un corpo adulto adatto alla sua natura che per troppo tempo era stata rinchiusa in un corpo da bambino.

Eppure aveva giurato che se mai avesse avuto bisogno di lui sarebbe tornato…e lui aveva continuato ad andare avanti per la sua strada tracciata col sangue aggrappandosi al pensiero del loro futuro incontro.

Aprì la porta della sua abitazione ed entrò barcollando sotto i colpi pesanti della pioggia e del vento, il suo impermeabile bianco era zuppo d’acqua. Una volta dentro chiuse fuori la forza delle intemperie sigillando la porta alle sue spalle e si inoltrò nel suo studio. Se le luci fossero state accese si sarebbe notata subito la sua camminata stranamente rigida ed affaticata ma invece si addentrò a passo sicuro nell’oscurità e quel segreto rimase celato ancora qualche istante.

Il giovane dottore si avvicinò alla sua scrivania e solo allora accese la luce della lampada da tavolo che vi stava sopra. La camera attorno a lui prese finalmente forma, creando sulle pareti dei suggestivi giochi di ombre che sembravano danzare davanti ai suoi occhi. Si levò lentamente il lungo impermeabile gocciolante, stando attento ad i suoi movimenti quando dovette sfilare il braccio sinistro dalla manica…ed una volta libero dall’indumento si spiegò il motivo di quella rigidezza nella postura.

La camicia, solitamente candida come la neve, quel giorno era striata di rosso…macchiata di sangue che proveniva da ferite aperte sulla sua schiena e nascoste da quel sottile tessuto…la spalla ed il braccio sinistro erano mollemente appoggiati lungo il fianco, segno che anche quella parte del corpo era stata abusata pesantemente da qualcuno.

Quelle, infatti, non erano ferite che si era inferto durante la missione…erano state il compenso ottenuto per il suo buon operato…compenso “gentilmente” concessogli dal suo amato padre, il Cardmaster.

Alexis quel giorno era particolarmente di buon umore e quando era così felice doveva intrattenersi con qualche passatempo creativo e perverso…tipo legare suo figlio Isabel al centro di una stanza con le braccia incatenate al soffitto e prenderlo a frustate. Quel giorno gli aveva anche slogato una spalla ma non era nulla che il dottore non potesse sopportare, aveva ricevuto trattamenti peggiori…anzi era felice di quelle “attenzioni” che il padre indirizzava verso di lui, perché lo rendevano più simile al suo odiato fratello…Cain che al contrario suo riceveva gratuitamente tutto l’amore, seppur perverso, di loro padre…amore che lui bramava ma riceveva solo in piccole parti e solo dopo esserselo guadagnato con fatica…la cosa ironica era che a lui riusciva a non lasciare alcuna cicatrice su quella pelle di porcellana.

Come aveva detto molte volte, lui non poteva sfuggire al controllo che suo padre aveva su di lui.

Sospirando abbandonò lo studio per dirigersi in camera da letto, con l’intenzione di levarsi quegli abiti ormai rovinati e di farsi un bel bagno caldo per ripulire le ferite. Il rituale fu lo stesso di prima…entrò nella stanza a luci spente ed avanzando poi nel buio verso il comodino accese l’abajour.

Il giovane dottore non si accorse di una seconda presenza tra quelle quattro mura…fosse stata una minaccia, farsi cogliere così di sorpresa si sarebbe rivelata la sua fine…ma fosse stata una minaccia per lui se ne sarebbe accorto di sicuro.

“Vedo che le cose non sono cambiate in questi mesi dottore…non siete ancora riuscito a sfuggire alla frusta del padrone.”

Isabel rimase gelato sul posto al suono di quella voce, quella voce così famigliare che aveva creduto non avrebbe più sentito. Gli ci vollero alcuni attimi prima di riprendere il controllo del proprio corpo e solo allora riuscì a voltarsi e ad affrontare il suo inaspettato ospite.

“Casian…” sussurrò con voce flebile, quasi temendo che il troppo rumore avrebbe potuto far fuggire il suo servo…oppure che quella presenza si rivelasse essere una mera illusione.

Davanti ai suoi occhi si stagliava la figura maestosa di Casian nel suo nuovo corpo…corpo che apparteneva una volta al gran sacerdote Cassandra…eppure c’erano così tante piccole differenze che lo distaccavano dal ricordo di quell’uomo spregevole.

I capelli per esempio…i capelli erano portati corti e scompigliati, non più a lunghezza spalle. Una sottile cicatrice bianca gli attraversava la fronte come ricordo dell’operazione subita e sapeva perfettamente che quella cicatrice continuava anche nella fitta capigliatura.

Il suo sguardo poi…la sua espressione non aveva più nulla della sicurezza e della superiorità tipiche di Cassandra, non sembrava fissare perennemente le persone dal basso in alto considerandole tutte esseri inferiori degni solo di essere calpestati…la sua espressione invece era calma e riflessiva, profonda e quasi impenetrabile…matura…come lo era sempre stato Casian a discapito del suo aspetto fanciullesco.

Ed infine i suoi vestiti…sempre rigorosamente neri ma non più eleganti e sofisticati bensì pratici ed in pelle.

Ora Isabel, fissando il corpo di Cassandra, non provava alcun disgusto ed alcun timore perché sapeva che al suo interno risiedeva il suo Casian.

“Sei tornato…” disse dopo alcuni attimi di profondo silenzio.

“Ve lo avevo promesso o sbaglio?”

“Hai ragione…sei sempre stato una persona di parola…” sorrise.

I due si studiarono a lungo prima che Casian si allontanasse dal muro contro cui era appoggiato e si avvicinasse al dottore, fermandosi a circa un passo da lui. Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che si erano visti che il trump fece esitare il suo sguardo sulla figura del suo superiore…gli faceva uno strano effetto fissarlo dall’alto…anche se in questi mesi si era abituato a vivere in quel nuovo corpo e si era allenato affinché ubbidisse istantaneamente ai suoi comandi. Era stato piacevolmente sorpreso di scoprire che Cassandra, nonostante tutto, non era un rammollito…il suo corpo era agile e forte, non come lo era lui quando aveva ancora l’aspetto di un ragazzo, ma con gli esercizi intensi a cui si era sottoposto aveva ripreso la forma che desiderava ed ora poteva muoversi come, se non meglio, di prima.

I suoi occhi però si rattristarono quando videro lo stato in cui era ridotto Isabel.

“Perché vi ostinate a farvi trattare così, dottore…non lo meritate…” mormorò posandogli una mano sulla spalla sana.

Isabel si scostò leggermente da quel tocco come se ne fosse rimasto scottato e si circondò la vita con il braccio destro in un gesto quasi autoprotettivo. Distolse lo sguardo da Casian prima di parlare.

“Lo sai che non posso negargli nulla…lui mi ha creato così…e questo è l’unico modo per essere amati da lui…”

“Questo non è amore…è solo crudeltà gratuita…e voi lo assecondate sempre…” disse afferrandogli il mento con le dita e costringendolo a fissarlo “Perché non volete porre fine a questo cerchio infinito…?”

Il dottore non rispose né volle fissarlo, al che Casian sospirò con rammarico.

“Avete paura di me? Vi disgusto con questo corpo?”

“No!” rispose di scatto tornando a guardarlo negli occhi, scosso al pensiero che il suo servo pensasse una cosa del genere “Non ho paura…ne provo disgusto…anche se sei nel corpo di Cassandra non sei lui…”

“Allora perché mi sfuggite?”

“Perché non capisco il motivo di tanta dedizione nel cercare di salvarmi…”

Casian sorrise vagamente a quelle parole e fece scivolare una mano sulla sua guancia…forse era quel corpo che lo faceva essere così ardito con il suo superiore o forse era l’espressione fragile che Isabel assumeva ogni volta che si trattava quel preciso argomento…in quei momenti il suo desiderio di proteggerlo e salvarlo diventava ancora più forte.

“Ve l’ho detto, in voi rivedo me stesso e poi ho le mie ragioni per farlo…”

Disleery sorrise tristemente e scosse il capo, allontanandosi di qualche passo da lui ed avvicinandosi alla finestra, per osservare la pioggia feroce che si abbatteva su quel vetro.

“Sei uno sciocco Casian…sprechi solo il tuo tempo…perché sei tornato? Eri libero, senza più alcun legame con la Delilah…perché non sei rimasto là fuori a goderti questa libertà?”

“Dottore…io non sono tornato per far di nuovo parte dell’organizzazione, non voglio avere più nulla a che fare con lei…” disse con voce seria e profonda senza muoversi da dove era stato lasciato “Sono tornato per voi, per continuare a servirvi nell’ombra ed aiutarvi nella speranza di riuscire un giorno a salvarvi…e ci riuscirò, ve lo garantisco, anche a costo della vita.”

“E’ troppo tardi ormai…”

“Invece non è mai troppo tardi, voi me ne avete dato la dimostrazione donandomi questo corpo quando ormai avevo perso ogni speranza…”

Isabel si limitò a fissare fuori dalla finestra senza dire nulla; Casian sapeva che non sarebbe stato facile convincerlo del contrario ma glielo avrebbe fatto capire con il tempo…non lo avrebbe abbandonato ad un destino che poteva essere cambiato.

Per il momento però decise di lasciar cadere quell’argomento di discussione e gli si avvicinò con altro per la mente.

“Dottore…dovrebbe curarsi quelle ferite…”

“Era quello che avevo intenzione di fare…” disse voltandosi appena a fissarlo “Potresti andare a riempirmi la vasca di acqua calda e far sciogliere la suo interno una manciata di sali che stanno nel barattolo verde?”

“Certamente…voi intanto levatevi quei vestiti…” e con questo si voltò e scomparve oltre la seconda porta presente in nella camera da letto, ovvero il bagno.

Il biondo intanto, dopo aver indugiato ancora un po’ a studiare la pioggia cadente, diede le spalle alla finestra e si avvicinò all’enorme letto. Iniziò a slacciarsi la camicia con una mano e poi se la sfilò delicatamente lasciandola cadere sul letto…i segni sulla sua schiena ora divennero più evitanti, tante piccole linee sottili gli attraversavano quella pelle di porcellana, non erano tagli profondi, solo lievi scalfitture della pelle ma sufficienti per far gemere di dolore una persone. Si levò anche i pantaloni, lasciandoli scivolare a terra per poi camminarvi fuori. Così, con addosso solo l’intimo, si diresse verso il suo armadio e prese un vestaglia in mano…qualche istante dopo uscì Casian dal bagno per avvertirlo che la vasca era pronta.

Isabel allora si diresse nell’altra stanza, passando al suo sottoposto la vestaglia mentre gli passava accanto come se nulla fosse, e toltosi anche l’ultimo indumento entrò nella vasca, sospirando di sollievo sentendosi avvolgere dall’acqua calda. Le ferite iniziarono a bruciargli ma con tutte le volte che aveva fatto quel processo non badava più al dolore. Quasi si dimenticò della presenza dell’altro uomo lì con sé.

Casian era rimasto affascinato a fissare il corpo nudo del suo padrone…mai prima di allora gli era stato concesso l’onore di essergli così vicino ed in momenti di tale “intimità”…anche se aveva avuto spesso l’occasione di ammirare la figura eterea del dottore nelle sue vestaglie che sembravano rendere quel corpo ancora più fragile di quello che sembrava già.

Qualcosa era decisamente cambiato, lo sentiva…per lui quel qualcosa era cambiato molto tempo fa senza che se ne accorgesse…ma non riusciva a capire cosa era cambiato per l’altro.

Senza pensarci troppo appoggiò la vestaglia su un cesto di vimini e si avvicinò alle spalle di Isabel, prendendo una salvietta in morbido panno bianco ed intingendola nell’acqua prima di appoggiarla delicatamente sulla schiena del dio della morte.

Quest’ultimo, che se ne stava quasi rannicchiato con un braccio e la testa sulle ginocchia, sussultò a quel tocco…

“Non ti ho chiesto di aiutarmi…” mormorò voltando appena il capo per fissarlo.

“Lo so…ma ho intenzione di farlo comunque…”

“Sei diventato un sottoposto insubordinato in questi mesi di lontananza.”

“No…mi sto solo preoccupando della vostra salute…”

Casian continuò a passare quel panno ormai macchiato di sangue sulla sua schiena, continuando ad intingerlo in quell’acqua che stava diventando vagamente torbida…le ferite a guardarle non erano gravi, però dovevano essere molto fastidiose…il suo sguardo si indurì di colpo quando scorse, oltre la fitta chioma adagiata su una spalla, il segno di un morso fatto da denti umani.

Serrò i denti in una smorfia di rabbia che fortunatamente il dottore non potè vedere…Casian rinnovò nuovamente la promessa che un giorno avrebbe salvato il suo padrone dalle grinfie di quell’uomo che osava farsi chiamare “padre”.

“Basta così Casian…le ferite dovrebbero essersi pulite a sufficienza…grazie a questi sali dovrebbero iniziare a rimarginarsi presto…”

L’uomo allora smise il suo lavoro e si rimise in piedi, afferrò un grosso panno asciutto ed aiutò Isabel ad uscire dalla vasca, avvolgendo poi il panno attorno al suo corpo ed asciugandolo stando attento alle ferite che ormai avevano smesso di sanguinare. Infine prese la vestaglia e gliela fece indossare.

“Sei bravo in questo genere di cose sai? Forse dovrei farti diventare il mio servo personale…e non solamente un mio sicario…” disse il biondo abbozzando un sorriso prima di tornare nella camera da letto e sedersi sul materasso.

Casian lo seguì e gli si avvicinò, restando in piedi accanto a lui.

“Come va la spalla?”

“Guarirà…”

“Posso controllarla?”

“Fai pure…” disse con indifferenza, al che l’uomo si sedette accanto a lui e scoprì la spalla dal morbido tessuto della vestaglia ed iniziò a tastarla con le dita, strappando un gemito all’altro ragazzo…sospirò.

“Non avreste dovuto lasciarla in questa condizione…potevate metterla almeno a posto…”

“Non ne ho avuto il tempo…ma ora che ci sei tu puoi farlo al posto mio…”

Casian scosse il capo…il dr. Disleery amava davvero il dolore per lasciarsi ridurre in questo stato volontariamente. Senza dire altro gli afferrò con una mano la spalla e con l’altra il braccio e poi tirò abilmente, fino a quando non sentì l’osso tornare al suo posto. Isabel strinse i denti ma non emise un suono.

“Ora dovrebbe andare meglio…”

“Grazie Casian…ma non ti facevo così ‘mamma chioccia’, sai? Ho scoperto un lato del tuo carattere che non conoscevo…”

“E’ perché lei non sa badare a sé stesso…”

“Hai ragione…anche se non è del tutto vero…” mormorò sporgendosi in dietro col capo, fino a quando non si posò sulla spalla dell’altro, e lo fissò con un sorriso divertito sulle labbra.

Casian lo fissò intensamente, colpito dal suo gesto. Potendo studiare così da vicino il suo volto sembrava davvero una creatura delicata ed eterea…così innocente ma allo stesso tempo così crudele. I loro sguardi rimasero incatenati più del dovuto, nessuno dei due si mosse per allontanarsi, il tempo sembrava essersi quasi fermato attorno a loro…alla fine l’uomo nel corpo di Cassandra fece qualcosa che non avrebbe mai pensato di poter fare.

Si chinò e baciò il dottore sulle labbra.

Fu un bacio dolce e casto…un leggero sfiorarsi di pelle…Isabel rimase immobile a ‘subire’ quell’ ‘aggressione’ per alcuni istanti…la sua mente completamente vuota ad eccezione di un'unica domanda: perché glielo stava lasciando fare? In teoria non avrebbe dovuto sopportare il tocco di altre persone che non fossero Alexis…lui odiava gli uomini, erano degli esseri corrotti che rovinavano qualsiasi cosa su cui posavano mano, rovinavano l’innocenza, per lui valevano meno di zero ad eccezione di suo padre…quindi perché il fatto di essere baciato da Casian non lo disgustava?

In verità sapeva già la risposta a quella domanda anche se era difficile ammetterla.

Il moro si scostò dalle sue labbra e lo fissò, in attesa di una reazione. Isabel invece si limitò a studiarlo con espressione calma ed impassibile, poi sollevò lentamente il braccio dolente e fece scorrere la mano tra i suoi corti ma soffici capelli…lo attirò a sé ed unì nuovamente le loro bocche in un bacio, questa volta con più partecipazione da parte sua.

Casian non si era aspettato una simile reazione da parte dell’altro ragazzo ma non si fece di certo pregare nel ricambiare il gesto…passò le braccia attorno alla sua vita e lo strinse a sé con fare protettivo mentre approfondiva quel contatto. La sua lingua scivolò nella bocca del compagno ed incontrò la sua, iniziando a giocarvi sensualmente. Isabel si girò nel suo abbraccio e gli si aggrappò al collo mentre si lasciava divorare le labbra in quel bacio passionale…poi si lasciò lentamente scivolare in dietro fino a quando la sua schiena non incontrò la morbidezza del materasso e sopra di lui non ebbe il corpo caldo e muscoloso di Casian.

I due continuarono a baciarsi a lungo ma alla fine si dovettero separare per riprendere fiato. Casian aprì lentamente gli occhi e fissò il dottore, rimanendo incantato a fissarlo nella sua bellezza quasi peccaminosa, con i capelli biondo platino sparpagliati su quelle lenzuola blu come la notte, la pelle candida e profumata ed il viso rilassato. L’uomo non sapeva ancora bene cosa pensare dalla reazione del suo superiore…se non lo aveva ancor respinto probabilmente era un buon segno ma non capiva cosa ciò rappresentasse. Lui stesso si stava dando dello stupido per essersi lasciato andare in questo modo alla tentazione, aveva rischiato di rovinare tutto per il suo gesto…anche se un bacio da quelle labbra valeva il rischio corso.

“Dottore…mi perdoni…forse non dovevo…” il resto della sua frase fu interrotto dalle dita di Isabel, che si posarono sulle sue labbra per zittirlo.

“Se avessi commesso un errore lo avresti già saputo e ne staresti già pagando le conseguenze…come se fosse stato qualcun altro a farlo, ora sarebbe già morto…” disse abbozzando un mezzo sorriso “Mi sei mancato Casian, lo sai?”

L’uomo lo fissò con espressione sorpresa non sapendo cosa dire…ed il dottore continuò a parlare.

“Tu sei l’unico di cui mi fido…solo con te riesco a discutere di tutto ed a confidare i miei piani più segreti…solo tu riesci ad eseguire i miei ordini alla perfezione, gli altri sono assai incompetenti…”

Il viso di Casian si scurì leggermente…era solo per quello che gli era mancato quindi. Il lavoro. Beh…non poteva lamentarsi di certo…almeno gli era indispensabile per qualcosa. E da quando in qua, poi, si stava aspettando qualcosa di diverso in cambio dei suoi servigi? Non aveva mai preteso altro prima di allora…qualcosa era decisamente cambiato.

“E poi…” aggiunse all’improvviso “…mi sentivo solo senza di te.”

Per la seconda volta tornò a fissarlo sorpreso. Questo era qualcosa che non si poteva fraintendere…ed andava ben oltre la semplice necessità lavorativa. Sentire quelle parole da un uomo che non teneva in considerazione nessuno se non il suo stesso padre e che viveva da sempre in solitudine anche se circondato da persone, valeva qualsiasi sacrificio che aveva fatto in passato e che avrebbe fatto in futuro.

Non riuscì a rispondergli in alcun modo se non con sincerità.

“Anche lei mi è mancato dottore…sono tornato per stare al suo fianco.”

Isabel sorrise, un sorriso lieve ed innocente come quello di un bambino. Strinse le braccia attorno a suo collo e lo fece abbassare nuovamente per condividere un altro bacio. Casian fu ben felice di concederglielo ed iniziò a sedurlo dolcemente sia con le labbra che con le mani, accarezzandogli lievemente la pelle morbida delle coscie.

“Casian…” sussurrò separandosi appena dalla sua bocca e socchiudendo gli occhi “Ad una sola persona è stato concesso di toccare questo corpo fin’ora…da adesso tu sei la seconda…saprai diventare l’unica? Sarai in grado di salvarmi?”

Il compagno lo fissò con occhi carichi di sentimento ma decisi nella loro convinzione.

“Gliel’ho detto dottore…sono disposto a dare la vita pur di liberarvi da questa maledizione.”

“Niente ‘dottore’ in questi momenti…solo Isabel…e non ti voglio morto…o sarò costretto a riportarti di nuovo in vita…”

Casian sorrise.

“Allora cercherò di risparmiarle questa fatica…” mormorò chinandosi e riunendo per l’ennesima volta le loro labbra.

Da quel momento non ebbero bisogno di parole, tutto ciò che doveva essere detto era stato detto. Era tempo di agire e di far dimenticare al dottore un po’ della sofferenza che lo attanagliava da tutta una vita…sarebbe stato un compito lungo e mieticoloso ma ce l’avrebbe fatta.

Lo baciò a lungo e fece incontrare più volte le loro lingue in un gioco sensuale, poi scivolò lungo la sua mandibola ed iniziò a cospargere di piccoli baci il suo collo mentre le sue mani andavano a slacciare la cintura della vestaglia, per scoprire quel corpo che desiderava da tempo ma non credeva di poter avere.

Isabel lo lasciò fare completamente fiducioso, godendosi quei tocchi dolci e delicati che rare volte aveva potuto sperimentare dal suo ‘padrone’. La sua pelle sembrava farsi incandescente man mano che le carezze di Casian si facevano più audaci…dapprima gli sfiorò il petto e giocherello con i suoi capezzoli con le dita, facendolo sospirare ed inarcare leggermente…poi prese ad accarezzargli di nuovo le coscie, risalendo dall’interno fino a raggiungere il premio più ambito.

Il dottore gemette e mosse il bacino quando sentì una mano avvolgere il suo sesso ed iniziare a massaggiarlo. Casian fissò rapito l’espressione stravolta di piacere del compagno mentre vagava verso il basso e prese tra i denti uno di quei bottoncini rosa per stuzzicarlo maggiormente.

Continuò a provocarlo per parecchio tempo, attingendo come un assetato ad i gemiti che uscivano da quelle labbra vellutate per poi decidere di passare oltre e scivolare ancora più giù, fino a quando la sua bocca non fu che a pochi centimetri dalla sua virilità.

Il respiro di Isabel si fece sempre più veloce come i battiti del suo cuore, divenne anche più irrequieto a causa del piacere che lo stava travolgendo…mai prima d’ora si era sentito così…Casian lo stava trattando quasi con riverenza, adorando letteralmente ogni parte del suo corpo e mettendoci anima e passione in ogni suo gesto…era una sensazione unica.

Un urlo roco si innalzò dalla sua gola quando sentì la bocca calda dell’uomo avvolgere il suo sesso ed iniziare a succhiarlo lentamente…con le dita giocherellò con le due sfere alla sua base mentre si godeva la sensazione delle dita affusolate del dottore tra i suoi capelli. Gli permise di guidare i suoi movimenti, lasciando che spingesse il bacino contro la sua bocca e la possedesse, e man mano che i gemiti e le suppliche si fecero più consistenti e bisognose spostò una mano tra i suoi glutei ed andò a stuzzicare la sua apertura.

Lo penetrò con un dito ed iniziò a prepararlo con minuziosa attenzione…voleva che Isabel provasse solo piacere da quell’esperienza, niente più dolore. Successivamente aggiunse anche un secondo ed un terzo dito iniziando a muoverli a ritmo della sua suzione, sulla quale aveva ripreso il totale controllo.

Pochi minuti dopo il ragazzo dai capelli argentei strinse con forza le mani tra i suoi capelli e si inarcò, gemendo il nome di Casian e svuotandosi nella sua bocca. Quest’ultimo non si perse una sola goccia di quel nettare sublime e lo lasciò andare solo dopo averlo completamente prosciugato. Poi si scostò da lui ed estrasse le dita dal suo corpo, con enorme dispiacere del dottore.

Casian lo osservò con espressione soddisfatta nel vedere le reazioni che era riuscito a generare nel suo superiore.

“Siete bellissimo…”

Isabel socchiuse gli occhi e lo fissò con un sorriso.

“E tu troppo vestito…” mormorò allargando le gambe per fargli capire che cosa desiderava.

Casian non se lo fece ripetere due volte, per troppo tempo si era trattenuto…si tolse con gesti frettolosi i suoi indumenti, gettandoli dove capitava, per posizionarsi poi tra le sue gambe, premendo lievemente con la sua erezione contro il suo orifizio.

“Isabel…” sussurrò con sguardo intenso.

Il compagno rabbrividì di piacere nel sentirsi chiamare per nome per la prima volta da lui.

“Muoviti…” fu la sua risposta ansimata mentre allacciava le gambe attorno alla sua vita e sollevava il bacino per dargli maggiore accesso…l’attimo dopo sentì la virilità dell’uomo scivolare nel suo corpo con estrema dolcezza.

Non vi fu alcuna traccia di dolore durante la penetrazione, solo piacere ed una strana sensazione di calore…un'altra sensazione che non aveva mai provata prima…mentre Casian si sentiva in paradiso. I due rimasero immobili in quella posizione per assaporare a fondo quella nuova esperienza che li stava travolgendo e rendendo quasi incapaci di pensare…ma entrambi sapevano che il meglio doveva ancora arrivare ed Isabel perse completamente la ragione nell’istante in cui sentì Casian cominciare a muoversi nel suo corpo.

I suoi movimenti erano profondi e passionali ma colmi di attenzioni nei suoi confronti, non feroci e violenti come quelli di suo padre…non sembrava essere solo sesso…era molto di più, sembrava quasi che stessero facendo l’amore e quel pensiero lo fece eccitare maggiormente e concedersi con il massimo abbandono.

Casian si spinse in lui con trasporto, non staccando per un solo istante gli occhi dal volto del dottore…cercò di controllarsi per il maggior tempo possibile non volendo che tutto finisse troppo in fretta ma nel sentire quella voce che invocava il suo nome in preda alla passione ed assecondava le sue spinte per avere di più, non ci riuscì…lo baciò con foga e gli afferrò i fianchi per iniziare a possederlo con più forza e decisione, trovando notevole apprezzamento nel compagno che si strinse a lui con disperazione, quasi stesse cercando di fondere i loro due corpi.

I due si amarono a lungo e totalmente…sentendo che Isabel stava ormai per raggiungere l’orgasmo intrufolò una mano tra i loro corpi ed iniziò a massaggiare il suo sesso allo stesso ritmo delle sue spinte e qualche minuto dopo il ragazzo si staccò dalle sua labbra per mettere un urlo roco ed inarcarsi contro di lui mentre si svuotava tra i loro ventri. Casian, sentendo i muscoli stringersi attorno alla sua virilità, si spinse in quell’altro caldo ancora qualche istante e poi lo marchiò con il suo seme in profondità. Alla fine, spossato, si accasciò sul corpo del dottore mentre cercava di riprendere fiato.

Isabel lo abbracciò, accarezzandogli con gesti stanchi la schiena…si sentiva bene anzi, sarebbe stato più corretto dire che non si era mai sentito meglio in vita sua. Sorrise leggermente sentendo dei piccoli baci venir depositati alla base del suo collo e sospirò contrariato quando sentì Casian scivolare fuori da lui.

Aprì gli occhi e si ritrovò davanti il volto del suo sottoposto, che lo fissava con espressione seria ed adorante…il dottore riuscì a leggere molte cose in quell’espressione…cose che lo riempivano di una strana gioia ma allo stesso tempo lo spaventavano a morte.

“Dottore…Isabel…c’è una cosa che le devo dire…” disse accarezzandogli il volto e cercando di dar fondo a tutto il suo coraggio “Io…l’am…”

“Shhh…non dirlo…” lo supplicò posandogli nuovamente le dita sulle labbra, l’uomo rimase ferito dal suo gesto ma il dottore parlò subito, prima che potesse fraintenderlo “So quello che volevi dirmi…lo so…e ne sono felice…ma è meglio che tu non dia voce a quelle parole…è più sicuro in questo modo credimi…”

Gli prese la mano che gli stava accarezzando la guancia ed intrecciò le loro dita.

“Per quanto riguarda me non posso ancora dirti di provare lo stesso…ci sono ancora troppe incognite…c’è ancora lui nella mia vita…ma sei sulla buona strada…” sorrise.

Casian ricambiò il sorriso, sentendosi ora molto più sollevato per non essere stato respinto alla fine…capiva quello che stava cercando di dirgli e se avesse mantenuto la sua promessa e lo avesse salvato, allora sarebbe stato libero di ricambiarlo…ed in quel caso gli avrebbe insegnato il vero significato della parola felicità.

“Per il momento me lo farò bastare…” disse prendendo le lenzuola e ricoprendo entrambi “Ora però è meglio che riposiate altrimenti le vostre ferite non guariranno mai…”

“Non sapevo che fossi anche tu un dottore Casian.” ridacchiò accoccolandosi al suo fianco “Immagino che quando mi sveglierò tu non sarai più in questo letto vero?”

La sua non era una vera e propria domanda perché in fondo sapeva già la sua risposta.

“Non posso rischiare a farmi vedere uscire di qui di giorno…ma tornerò presto da lei…ed in caso abbia bisogno di me, basta che mi chiami ed io accorrerò da lei.”

“Proprio come un bravo cavaliere dall’armatura scintillante…”

“Quasi”

Isabel non disse altro, non volendo rovinare il momento che si era creato tra loro, e ben presto si addormentò, rivelandosi più stanco di quello che aveva ammesso essere…il mattino dopo ovviamente trovò il letto accanto a sé vuoto e freddo ma non se ne rattristò più di tanto perché sapeva che Casian sarebbe tornato da lui.

Senza accorgersene anche lui aveva iniziato a cambiare…e chissà se quel cambiamento avrebbe potuto condurlo alla libertà tanto agoniata.

 

 

*Fine*