SALVE, QUESTA E' UNA STORIA AUTOCONCLUSIVA A CUI
TENGO PARTICOLARMENTE. RIASSUME TUTTO CIO' CHE CREDO SIA PIU' VERO
NELL'AMORE...SPERO VI PIACCIA E CHE LO COMMENTIATE. VI RINGRAZIO IN
ANTICIPO, LA VOSTRA VIKY.
Mio Immortale
di Vikysweetgirl
Sarebbe fantastico vivere al fianco di qualcuno che ci capisce e non ci biasima, ci ascolta e comprende e non ci giudica. Si sta bene con lei. Ci tratta gentilmente. Ci ama. Si inizia ad amare quella persona, si inizia ad affidarsi a lei, a non poter vivere senza. A vivere della sua vita. Ma spesso anche la persona oggetto dei propri sogni e desideri ci viene strappata, da qualcosa che va oltre la nostra comprensione, da qualcosa che ancora non riusciamo a capire pienamente… E quando è notte ci si chiede il perché di tante cose… Ci si domanda se ha senso aver vissuto fino a questo momento in questo modo e se invece c’era altro da fare, da provare… La gente in questo non aiuta. Non da risposte, ma anzi è la prima causa di dubbi e incertezze, di problemi e complessi. Ognuno dovrebbe poter fare a meno del giudizio degli altri, ma nella maggior parte dei casi questo non è possibile. Ci si continua a condannare, a giudicare, a pensare troppo, proprio come fanno loro nei nostri confronti… E l’odio per loro cambia bersaglio. Siamo noi ad odiarci. Qualcosa spesso s’intromette nella nostra vita, qualcosa di ben più grande, potente e misterioso da poterlo fermare… Il destino…
Questa notte lui sta aspettando. Sta aspettando qualcosa e forse nemmeno lui sa bene cosa. Appoggiato a quel muro, con le mani in tasca, è circondato da rumori, suoni, dalla musica che proviene da quella discoteca a cui è accostato. Le auto sfrecciano nel buio come dardi lanciati da qualcuno che non vedrà mai dove finiranno. Le persone, di ogni specie, camminano per le strade, sui marciapiedi, entrano ed escono dai bar, dai locali ancora aperti, da quella discoteca… Ma lui non sente altro che il silenzio che c’è dentro di lui. I rumori sono attutiti dai suoi silenziosi pensieri e le voci sono solo un brusio alle sue orecchie velate. Guarda in alto. Le stelle sono sopraffatte dalle miriadi di luci della città, che di notte sembra svegliarsi dal torpore, dalla tranquillità, dalla monotonia. Si mette a camminare. E quel ricordo torna dirompente a riempirgli la mente e il cuore… Lo conosceva da poco Andrew e più che altro di vista. Lui faceva il primo anno delle scuole superiori ed era un ragazzino timido e chiuso, che aveva pochi amici. L’altro, frequentava il terzo anno ed era lo studente più brillante di esso…
Erano entrambi capiclasse e si incontravano spesso per discutere e parlare di progetti e chiarire questioni scolastiche. Non si erano mai rivolti altre parole all’infuori dell’argomento “scuola”. Un giorno però, rimasti soli…
Cerca di scacciare quei ricordi ancora dolorosi. Lui, il tenebroso dello sguardo imperturbabile messo in difficoltà da un ricordo. Un inconsistente pensiero rivolto al passato. Eppure quello torna a farsi più vivo ad ogni tentativo di Sederic di scacciarlo…
_Domani i fogli compilati per la gita scolastica dovranno essere pronti. _Si, ricordalo a quelli del tuo anno. Sai, quelli più giovani non danno troppo peso a queste cose. _Lo farò._ sorrise. Il bacio era arrivato inaspettato e folgorante come un colpo di luce in pieno viso. Sederic tuttavia era rimasto imbambolato, immobile, non sapendo bene cosa dire o cosa fare. Quando l’altro s’era staccato dalle sue labbra, il giovane lo aveva guardato imbarazzato e sconcertato, coi bei occhi castani, dolci e acquosi. Non gli era dispiaciuto, non sapeva cosa pensare in verità. _Andrew… L’altro gli aveva sorriso e gli aveva preso la mano.
_Scusami, sono stato troppo sfacciato? Ridicolo davvero. Ma non per lui. Lui, non faceva altro che usargli gentilezze e Sederic sentiva senza un perché di volergli bene…
Di nuovo… No. Vuole stare solo. Vuole ascoltare il silenzio anche fuori di sé se stesso e sentire il tocco del vento sulla pelle, unica, breve consolazione che gli è rimasta da allora… Raggiunge un boschetto fuori mano. Uno di quei posti isolati dove le coppiette si appartano per amoreggiare tra loro. Magari senza nemmeno conoscersi… Sorride amaramente. Invidia Sederic?
Quella Pegeout blu… _no…Andrew…e se ci vede qualcuno? Non possiamo…ti prego… _Non preoccuparti, non verrà nessuno. Abbandonati alle mie braccia…senti, sei gia eccitato bellissimo…
Stasera però sembra non esserci nessuno. Si mette a sedere su quel prato e appoggiata la schiena ad un albero guarda in su. Ora riesce a vedere le stelle. È proprio come quella notte… Loro due, soli sulla terrazza della scuola, a quell’ora tarda…
_Ti imbarazza stare solo con me?
_Bugiardo. Lo sai che io ti leggo dentro? Non
hai segreti per me piccolo!_ Tirò una folata di vento e il moretto si strinse
nelle spalle._ Hai freddo? Allora l’altro gli si era avvicinato, gli aveva messo sulle spalle la giacca della sua divisa e l’aveva stretto a sé, testa a testa e lui adesso sentiva davvero un calore confortevole e dolce, tanto fortemente da fargli dimenticare il fresco venticello di quella notte stellata. Anche allora aveva guardato al cielo ma aveva sorriso nel farlo…sentiva di non avere problemi al mondo…
I suoi pensieri sono interrotti dal rumore di passi sull’erba. Si volta a vedere chi è. Anche se c’è molto buio, riesce a scorgere la figura di un ragazzo poco più che bambino, esile, ma abbastanza alto. Si è fermato spaventato nel trovare qualcuno in quel posto, seduto e inquietante come lui, ma non avvertendo alcun pericolo si sta avvicinando ed ora il misterioso moro può vederlo meglio. Riesce ad affibbiargli 15 o 16 anni al massimo. Un ragazzino snello e slanciato per la sua età. I capelli corti e mossi gli si scompigliano al soffiare del vento. Sono dorati e lucenti, molto simili a quelli di…
Non faceva altro che guardargli i capelli. Dovunque fossero, al mare sotto i riflessi del sole, sdraiati sul chiaro di quel cuscino o sul verde rigoglioso dell’erba, a scuola scompigliati dal vento impertinente che entrava senza permesso…quei capelli chiari, dorati, quasi arancioni, magnifici. Vivaci, scompigliati, morbidi. Tutti da accarezzare…
_Ciao. Non risponde, come suo solito. L’altro, pur sentendosi a disagio per questa incomprensibile reazione, si avvicina, si siede accanto a lui e si mette a guardare il cielo, inconsapevole che l’altro lo sta guardando. Gli guarda quegli occhi chiari, chiarissimi, come pozze di acqua cristallina. E di nuovo ripensa, ricorda…
Sorrideva sempre mentre lo guardava e anche se non lo faceva erano i suoi occhi a farlo. Quegli occhi chiari, limpidi, come se non potessero mantenere alcun segreto, come se potessero penetrare chiunque, come se sapessero leggere dentro gli altri, dentro lui, piuttosto che farsi leggere…
_Anche a te piace stare da solo? _Anche a me. In città c’è troppo chiasso, le orecchie fanno quasi male, non trovi? Qui è tranquillo, silenzioso…scusa parlo troppo. Ma quando sono nervoso parlo sempre così tanto, è per esorcizzare credo. È timido. Lo capisce subito. Timido come era anche lui alla sua età…
_se sei nervoso a stare qui perché ti ci sei
fermato? _...bhe…credevo che non ci fosse nessuno. Di solito sono solo io a venire qui. I miei amici stanno con le ragazze, sai com’è… Imbarazzato. Sembra il suo specchio di qualche anno fa e forse è per questo che gli sta parlando invece di ignorarlo come fa con tutti. _Se ti metto soggezione potevi andartene subito. _Oh! Ma io non…non volevo scocciarti, se vuoi me ne vado… _Non devi andartene per forza. Quel ragazzino non lo scoccia. Anzi sembra come avere di fronte il sé stesso di una volta, un ragazzino impacciato e timido. Ingenuo e probabilmente innocente. Come lui prima che…
Era una giornata di primavera. La sua casa era vuota. I suoi erano in viaggio di lavoro e avevano tutto per loro…
Dopo essersi fatti una doccia, separatamente,
Andrew l’aveva baciato e l’aveva fatto sedere sul letto a due pizze dei suoi
genitori e poi l’aveva fatto sdraiare. _Shhh…non aver paura. L’aveva baciato di nuovo e lui gli aveva cinto il collo con le braccia,arrendendosi, permettendogli di toccarlo sotto la maglia, dentro i pantaloni… Quando gli aveva infilato una mano nei boxer l’aveva bloccato e l’aveva fissato con gli occhi spaventati, il viso completamente arrossato.
_Vuoi che mi fermi? Ma non aveva opposto resistenza e l’aveva lasciato continuare nell’esplorazione del suo corpo. Ormai l’altro aveva visto, toccato, assaporato ogni centimetro della sua pelle e aveva osservato e gustato ogni espressione di lui…e a Sederic questo non dispiaceva, ma ne era spaventato.
La sua prima volta…
Non è strano questo tra due ragazzi? È gia qualcosa di complicato e imbarazzante di per sé.
E se in più lo fanno due ragazzi, due persone
dello stesso sesso?
Andrew…
_Come ti chiami? Di nuovo alla realtà. Quell’essere strappato ai ricordi era doloroso ogni volta quasi come entrarci. _Sederic. _Sederic…che nome particolare! Il mio è Jack. I loro sguardi si sono uniti per un attimo. Uno strano e incomprensibile attimo. Come quando quegli stessi occhi erano uniti a quelli dell’unica persona che avesse mai amato…
Così chiari da potercisi specchiare dentro e perdercisi…
_Sederic?
Il cuore salta un battito.
Il respiro si mozza.
La bocca si apre senza pronunciare parola…
Gli occhi brillano dopo tanto di luce propria…
Quel nome…da quanto tempo non sentiva pronunciare da qualcuno il suo nome. E per di più da una voce così gentile…
_Sederic?
_Andiamo al cinema oggi? Ti va? _Non importa, la sala è buia, nessuno ci vedrà se ti terrò per mano. Arrossito. Sorridente. Innamorato.
Innamorato…
Quel nome pronunciato dalla sua voce, dalla sua bocca, dalle sue labbra, dolci invitanti petali…
_Ehi? Sederic, mi ascolti? L’altro torna a guardarlo stravolto da quel ricordo, gli occhi leggermente sbarrati.
_Cosa? _No. Non sto aspettando nessuno. _Ah. _E tu?_ Si sorprende della sua stessa loquacità questa sera._ come mai non sei con qualcuno? _Non ho veri e propri amici in verità. Mi credono uno…strano…non credo abbiano tutti i torti…è perché non ho mai avuto una ragazza. Sai, non mi sono mai innamorato e nemmeno mai preso una cotta per nessuna. Spesso mi faccio talmente tanti problemi esistenziali da rimanerci secchi, veramente…ma chissà perché ti sto dicendo queste cose… Un giovane confuso, solo, triste… Si sente così vicino a lui… Gli sembra proprio di parlare con sé stesso.
_Non c’è bisogno di affrettare i tempi per
assecondare gli altri. La massa di gente si è creata un proprio stile di vita,
emarginando chi non lo segue. Ma hai due braccia e due gambe, una testa e
un’anima. Allora perché innamorarsi per forza? Aspetta. L’amore vero arriva
quando meno lo si aspetta. È una di quelle poche cose nella vita che accadono
per coincidenze. Cosa c’è? _Hai parlato tanto stavolta. Gia, chissà che gli è preso. Forse ha voluto dare un consiglio a quel ragazzino, nessuno ha mai rassicurato lui… A quell’età si è così sensibili e pieni di problemi, domande, paure… Forse se lui fosse stato aiutato ora sarebbe tutto diverso… Ma non ci crede molto in fondo… _Comunque grazie. Mi sento meglio sai? mi piace parlare con te._ Il moro si passa una mano fra i capelli lisci._ A volte sai com’è, pensi che non ti meriti la felicità, ed è per questo che a tutti i ragazzi della tua età arriva e a te no. Forse sei diverso e non puoi farci niente. Forse non vali molto in questo mondo_ dice tristemente abbassando lo sguardo.
…questa vita…
Un lampo
Su quel marciapiede la notte era attutita dai
lampioni che ospitavano falene chiare e svolazzanti. Sederic era arrossito come suo solito. _Scusami…è che io ho paura…non so come la prenderà la gente. I miei, tutti. Gli aveva posato una mano sulla spalla. _Lo so. Ma quando vorrai io sarò pronto. Non rattristarti. Il tuo sorriso è così adorabile. Rassicurante, comprensivo, dolce, come sempre. Allora sorrise e gli passò una mano sulla guancia, dimenticandosi persino che qualcuno potesse vederli. Gli accarezzò la pelle profumata, calda, soffice, guardò in quegli occhi limpidi, dolci, cristallini…quello sguardo che lo faceva impazzire…
Senza rendersene conto si avvicina al giovane Jack e gli accarezza il viso. La pelle liscia, calda, quella guancia così morbida…quegli occhi chiari, tersi… _...Sederic, cosa…?_ chiede sconcertato e imbarazzato il ragazzo. Ma lo sguardo del moro è perso, guarda quel viso ma sembra guardare altrove, toccare e vedere un altro volto…
Occhi persi, velati di nostalgia.
Occhi perduti, tornati ai due anni più felici della sua vita, alla fine dell’adolescenza…
Alla fine dell’amore…
_Domani sera vieni a casa mia. Dormiamo insieme. Intendo proprio dormire. Non lo abbiamo mai fatto. _si…mi piacerebbe.
_D’accordo allora. Non farti aspettare eh? _Allora ciao.
Allora ciao…
_Ciao. Andrew si guardò intorno e assicuratosi che intorno non ci fosse nessuno a sorprenderli, baciò teneramente e dolcemente Sederic sulle labbra calde d’amore. Gli sorrise e si voltò per andarsene…
Chi l’avrebbe detto…
Guardò anche bene prima di attraversare. Si voltò a salutare Sederic con la mano. Sederic ricambiò il saluto.
Momento meraviglioso…
Andrew si mise ad attraversare… Non arrivò mai dall’altra parte. Un camion. Un camion guidato da un fottutissimo autista sfrecciò alla velocità della luce.
Andrew fu schizzato via.
Sederic con gli occhi spalancati di fronte a sé. Uno sguardo inorridito in quella direzione maledetta. Li c’era… Un grido terrificante nel buio, che udirono anche i demoni dell’inferno.
Sederic ed Andrew non trascorsero mai quella notte abbracciati…
Il tempo non glielo permise.
_Andrew…
_Sederic!! Da un anno a quella parte le solite emozioni, i soliti sentimenti, quelle sensazioni… è cambiato così tanto in un anno, sia interiormente che esteriormente, nel modo di apparire, di mostrarsi. Da timido e ingenuo è diventato più duro e realista, consapevole di tante cose…
Quelle atroci consapevolezze…
Non avrebbe più rivisto brillare quegli occhi… Non avrebbe più sentito il profumo di quella pelle… La sua voce fantastica, meravigliosa ed unica non la potrà mai più ascoltare… Non avrebbe più potuto scompigliare quei morbidi capelli… Non avrebbe più potuto abbracciare quel corpo caldo... Le sue braccia non lo avrebbero più potuto stringere a sé dolcemente e quella voce non gli avrebbe più sussurrato all’orecchio quei “ti amo” che aveva amato da subito… Lui non sarebbe stato lì ad aprirgli quella porta una volta che i suoi fossero usciti. Quella notte a casa sua non ci sarebbe mai stata e si ritrova a rimpiangere ancora una volta più di ogni altra cosa di non aver potuto dormire accanto a lui quella volta e potuto sentire il suo respiro mentre era nel mondo dei sogni…dormirgli addosso…
Consapevolezza, rimpianto, angoscia… Suoi migliori amici da un anno. Senza pensarci troppo si avvicina al viso di Jack e gli posa un bacio gentile e dolce sulle labbra. L’altro rimane sconvolto e arrossisce visibilmente. Il buio non riesce a nascondere quel rossore. Quando Sederic si stacca, Jack si tira un po’ indietro, sospira e si tocca le labbra. Gli occhi lucidi di emozione. Evidentemente l’ha spaventato ma emozionato. Quelle belle labbra rosse, piene, carnose, in fondo sono diverse da quelle sottili e sensuali di Andrew. Quelle labbra non potranno mai più esistere Sederic e lo sai. Le rimpiangi ancora. Quando passavano erotiche ma dolci sul tuo corpo e quando le baciavi teneramente. L’amore Sederic… Quell’amore che mai più rinascerà in te. Un altro corpo toccherà ancora il tuo? Una voce… Non la sua…
_Ma…cosa? Chi è Andrew? Sembra il miagolio di un gattino. Forse l’hai fatto eccitare Sederic… No, non sei così malizioso. L’hai stupito ed agitato. È carino.
Andrew
Quel nome, il suono di quel nome, ancora, potrebbe raggiungere l’orgasmo solo con quel nome… E raggiungere il paradiso degli innamorati, laddove ancora c’è un posto per loro… _Jack…puoi trovare la felicità se la desideri. E quando l’avrai trovata…goditela fino in fondo giorno dopo giorno. _...? Gli mette una mano leggera sui capelli e poi si alza allontanandosi di qualche passo, in modo da poter scorgere la luna calante di questa stellata notte.
Sorride consapevole. O rassegnato. Non potrà mai più amare nessun altro. Fare l’amore con qualcun altro gli sarebbe impossibile anche con una donna, anche dopo 100, 1000 anni. La morte non li ha separati. Andrew nella sua mente sarà immortale… Meglio darsi all’amore solitario in una stanza, al buio, con nella mente il suo viso e venire con il ricordo delle sue mani sul suo corpo. In una breve e illusoria felicità. Il ricordo di quel viso piano piano perde i suoi contorni, divenendo un’immagine sfocata. Ti assale la paura di dimenticarlo, di poterlo ricordare solo guardando una fotografia. Ma quegli occhi non li scorderai mai… Quei baci non li dimenticherai… Il tatto terrà sempre conservato il ricordo delle sue carezze…
Guarda in alto. Eppure nella sua mente, lassù in quel cielo trapuntato di stelle, sotto questa magica luna che sembra uscita da una favola, crede ci sia ancora un posto… Dove quella sera a casa sua c’è stata. E dopo aver fatto l’amore hanno dormito insieme abbracciati, coi capelli mescolati e i respiri caldi ad accarezzarli. E le sue dita ancora lo sfiorano. E la mattina seguente con quegli occhi cristallini si è svegliato sorridendogli e lui, semplicemente, nell’attimo più sconvolgente e meraviglioso della sua vita, gli ha sorriso a sua volta…
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