Ciao a tutti ^__^ sono di nuovo qua…._ beh, cosa sono qll facce? Dovreste essere qnt meno felicissimi…
Ru: con l’ultima FF che hai scritto e ovvio che siano incerti…
Hana: Già…già…
Ery: Ma Hana-amore ç__ç anche tu contro di me…E va bene niente seguito di Mio amore, mio tormento… così imparate…
Hana e Ru: *____* noooo dai non ti arrabbiare…fai il seguito…*ç*
Ery: _’’’ Hentai…tutti e due…
Bene vado a incominciare….
Note: scusate se la posto in ritardo! Nelle mie intenzioni doveva essere pronta per l’HanaRu-day, ma non ce l’ho fatta! Perdono!
Desclaimers: Ovviamente Hana e Ru non sono miei personaggi ma di Inoue-sensei…Per Ru non c’è nessun problema, per quanto riguarda Hana me ne farò una ragione…ç__ç
Dediche:, Come sempre alla mia sore Naika che sopporta le mie interminabili mail e mi risponde pure nonché alla sua coscienza Pippis nella speranza che stia soffrendo tantissimo per il suo fallimento, a Urdi a cui ho sconvolto la vita, alla mia Little Sister Enlil che mi usa come cavia, a Reika la mia gemellina con la promessa di farmi sentire + spesso (chiedo venia è stata una settimana infinita…), a Emi-chan che mi ha fatto scoprire la mitica Anne Rice, ad Alexiel e a Parsifal che mi hanno chiesto il seguito di Mio amore…ecc visto ho mantenuto la promessa e infine alla MIA MITICA, MERAVIGLIOSA NONCHE’ GRANDE SENSEI RIA-CHAN UN INCHINO ALLA MAESTRA … ovviamente mi sarò sicuramente dimenticata di qlc…chiedo umilmente perdono…

 


Mio amore, mio tormento II

di Ery-chan

 

 
<No, toglitelo dalla testa kitsune!> sbottò Hanamichi, parlottando sotto voce con Rukawa in modo che gli altri non lo sentissero
<Ma se non sai nemmeno cosa voglio chiederti, do’hao!> s’infervorò Kaede
<No, ma lo immagino!>
<E allora illuminami, tensai!> lo canzonò l’altro.
<Ehi, volpaccia cerchi rogna! Guarda che non chiedo di meglio!> urlò
<Da come lo dici sembri quasi convinto di potermi battere!> disse guardandolo con i suoi occhi di ghiaccio.
<Mi congratulo per la battuta kitsune, ora ti ammazzo!>
Ma non fece in tempo a mettere in atto le sue parole, perché un pugno del Gorilla calmò i suoi bollenti spiriti:
<Sakuragiiiii…> gli urlò a un centimetro dalla faccia <Possibile che tu non possa comportarti da persona adulta una volta ogni tanto!! Io non ce la faccio più con te!! Mi farai morire giovane!>
Si fermò di colpo osservando Hanamichi che lo fissava in faccia con aria insolitamente seria:
<Gori…> la tensione aleggiava nell’aria, tutti in trepidante attesa di ciò che il do’hao avrebbe detto <Ma allora Maki aveva ragione…porti la dentiera!> terminò con la sua solita faccia da beota <Aahahahahaha…>
L’intero team dello Shohoku trattenne il respiro!
Poi fu come se tutt’intorno calasse il silenzio in reazione all’imminente esplosione del Gorilla.
<Sakuragiiiiiiiiii!!!!!!!!!> urlò il capitano cominciando a rincorrerlo
<Stavolta lo uccide!> fu la constatazione di Ryota.
<Speriamo, così forse avremo un po’ di pace!> gli fece eco Mitzui.
<Guarda che ti ho sentito Baciapiselli!> gli urlò di rimando Hanamichi ancora tallonato da Akagi.
<Baciapiselli a chi impedito di un principiante!>
<Osi dare dell’imbranato al grande Tensai, teppista da strapazzo!> disse saltandogli addosso.
Poco dopo alla mischia si aggiunse anche il Gorilla che nel frattempo li aveva raggiunti.
<Ragazzi vi prego ora smettetela!> s’intromise Kogure <Vi farete male! Per favore!> non voleva neanche pensare a come sarebbe venuto fuori il suo Mitchi da quello scontro tra titani.
<State forse litigando!> domandò Anzai-sensei con uno strano scintillio negli occhiali.
Scattarono tutti sull’attenti, tranne Akagi che assestò un cazzotto in testa sia a Sakuragi che a Mitsui.
<Ohohohohoh…> fu il commento dell’allenatore.
Ristabilita quanto meno una sorta di calma apparente tutti ripresero ad allenarsi, anche se Mitchi e Hanamichi non potevano fare a meno di punzecchiarsi di tanto in tanto.

Come Kami volle gli allenamenti finirono e ognuno se ne tornò a casa, tranne il Tensai e la Kitsune che si fermarono per gli esercizi supplementari.
<E…200!> contò Hanamichi abbandonandosi sul parquet
<Hai già finito Hana-chan!>
<Certo! Io sono il Tensai!>
<Do’hao!> disse dirigendosi negli spogliatoi
<Ehi, Kitsune!> disse seguendolo.
Erano tutte e due sotto la doccia quando Rukawa si avvicinò di soppiatto alle spalle di Sakuragi disegnandosi contro il suo corpo.
<Ru…non…> cercò di opporsi il rossino.
<Shhhhhh..Hana-chan…lasciati toccare…> lo tentò facendo scorrere la mano ossessiva lungo il torace del ragazzo, fino a imprigionare la sua erezione tra le dita.
Sakuragi s’inarcò, teso, contro l’eccitazione del suo ragazzo cingendogli il collo con braccia:
<Kae-chan…> sospirò
<Si…così Hana-chan…fammi sentire quanto ti piace…> ma su quelle parole l’incanto si spezzò, perché Sakuragi, la mani puntate contro il petto di Rukawa, lo allontanò da se fissandolo con sguardo accusatore.
Rimasto solo nelle docce la kitsune poggiò la testa contro il muro lasciando che il getto d’acqua lo investisse all’infinito: Hanamichi l’aveva sconfitto ancora! Con un solo sguardo l’aveva annientato.
Da quando avevano fatto “pace” tutto era tornato alla normalità, o almeno la facciata che mantenevano davanti agli altri era quella di sempre, pugni, insulti ecc…infatti nella vita privata il do’hao era decisamente indifferente, come quella sera in cui si erano ritrovati. Non gli permetteva di avvicinarsi, a meno che non fosse lui a volerlo, le coccole, i pensieri gentili erano banditi dal loro rapporto.
Rukawa si sentiva tagliato fuori, estraniato dalla loro vita insieme. Sapeva di meritarselo per tutto ciò che gli aveva fatto, ma voleva trovare anche una soluzione! Erano mesi che giravano intorno al problema senza risolverlo. Che diavolo poteva fare! Qual’era il modo migliore per riconquistare la fiducia del suo Hana-chan! Se lo domandava praticamente ogni volta che posava lo sguardo su di lui. Si chiedeva quale potesse essere la soluzione migliore! Sapeva di dover espiare, ma…
Un lampo gli attraversò il cervello portandolo indietro fino a quel giorno…

<Perché non reagisci Kitsune!?> gli domandò
<Devo espiare!>
<Bene, allora fai tu la bambola adesso!> disse Hanamichi trascinandolo in camera.

Ma certo!
Come cavolo aveva fatto a non pensarci prima! La soluzione era sempre stata lì sotto il suo naso e lui non era stato capace di vederla; inoltre la notizia che doveva dare al Do’hao capitava proprio al momento giusto.
Come se niente fosse successo entrò negli spogliatoi dicendo:
<Prima ti volevo chiedere se questo fine settimana ti andava di…>
<Toglitelo dalla testa kitsune!> ripeté
<Stai cercando di irritarmi…almeno lasciami finire di parlare.>
Hanamichi volse verso di lui il palmo della mano invitandolo con poco interesse a terminare.
Rukawa lo guardò storto, poi decise comunque di parlare:
<Ti volevo chiedere se ti andava di venire con me nella nostra villetta al mare…>
Sakuragi lo guardò non molto convinto dalla proposta.
<Che significa quello sguardo…guarda che non saremmo soli… mia nonna abita lì… Diffidente!>
<Tsz, conoscendoti…e poi non osare offendere il Tensai!>
<Ok, “tensai”…che mi dici?>
Hanamichi, indispettito, uscì senza degnarlo di una risposta.
Cercando di mantenere la calma la Kitsune lo tallonò fuori degli spogliatoi con indosso solo i pantaloni della tuta, causando l’immediato svenimento di RU, KA e WA che aspettavano il loro idolo appena fuori dalla palestra.
<Ehi, Teme Rukawa…torna negli spogliatoi e finisci di vestirti…>
<Sei geloso, Hana-chan…> lo guardò ammiccante la kitsune
<Figurati! Il Tensai non sa cosa sia la gelosia!>
<Allora che problema c’è, posso stare qui anche tutta la serata, no?> lo punzecchiò ancora.
<No!>
<Allora rispondimi!>
<Va bene, va bene…vengo con te… ma ora va di là…>
E così fece camminando con aria trionfale.

Il sabato arrivò anche troppo presto per Hanamichi. Infatti temeva non poco questo viaggio con la Kitsune perché non sapeva quanto ancora sarebbe riuscito a resistere alle sue attenzioni. Le poche volte che si era lasciato andare gli aveva fatto capire che era lui a volerlo e non viceversa. Kaede doveva capire una cosa molto importante, doveva ritrovare qualcosa che aveva perso. Hana lo vedeva sforzarsi per capire, ma il suo infinito orgoglio lo bloccava un attimo prima di comprendere. Molto spesso si chiedeva se dovesse smettere con questa storia prima di perdere Ru, ma ogni volta che ripensava al passato, ogni volta che quelle sensazioni tornavano, sentiva che non poteva, che doveva resistere per entrambi, perché la loro storia potesse continuare per sempre, senza più dubbi o ripicche.
<Hana-chan è arrivato Rukawa-kun, sei pronto?>
<Si, arrivo!>
Mentre scendeva le scale Sakuragi sentì sua madre che parlava fitto con la kitsune:
<Hana-chan è un terremoto, ma è un bravissimo ragazzo, perciò se dovesse fare qualcosa di sconsiderato ti prego di non badarci tanto. Dillo anche alla tua famiglia.> sospirarono entrambi <Ti affido mio figlio!> e scoppiarono a ridere entrambi.
Sakuragi entrò nel soggiorno scuro in volto:
<E bello sentire la propria madre tramare alle tue spalle!>
Ru e Reika (il nome della mamma di Hana-pucci…un mio regalo per la mia gemellina Reika che ho trascurato qst settimana…chiedo perdono…ndEry) si voltarono a guardare il rossino scoppiando a ridere di nuovo.
<Ehi, teme kitsune piantala di ridere che mi fai venire la pelle d’oca e andiamo.>
<Non parlare in questo modo, figlio maleducato!> lo sgridò la madre tirandogli uno scappellotto.
<Brava ora passa anche alla violenza!>
<Perché ho un figlio così scemo!> disse con aria melodrammatica Reika poggiandosi al piano della cucina.
<Andiamo Ru!> e si diresse verso la porta con Kaede alla calcagna.
Erano appena arrivati al cancelletto, quando sentirono la voce squillante della madre di Sakuragi echeggiare alle loro spalle:
<Ciao Hana-chan tesoro! Fa il bravo e divertiti!>
<E piantala di urlare in mezzo alla strada!> gridò a sua volta agitando le mani in quel suo modo convulso che lo contraddistingue.
Come tutta risposta la donna gli mandò un bacio con le mani. Sconfitto Hanamichi riprese a camminare a testa bassa, la faccia in coordinato con i capelli.
<Tu e tua madre siete identici!>
Hanamichi non lo considerò.
<Tu credi che abbia capito!>
<Che cavolo dici, kitsune!>
<Beh, prima mi dice “ti affido mio figlio”… e poi…”divertiti”…>
<Mia madre non è un hentai come te stupida kitsune!>
<Ma se ti piaccio proprio per questo!>
Continuando a parlare di niente in particolare arrivarono alla stazione giusto in tempo per prendere il treno.
<Tutta colpa tua che sei sempre in ritardo, do’hao!>
<Il tensai è sempre in perfetto orario teme kitsune!>
Nello scompartimento scese immediato il silenzio! Quei due giganti che litigavano facevano paura. Solo due ragazze ebbero il coraggio di ammiccare sornione all’indirizzo di Rukawa che lanciò loro uno dei suoi sguardi di ghiaccio, ma quell’aria da bel tenebroso ebbe solo l’effetto contrario. Infatti le due tipe si misero ancora più in mostra, finché da dietro la spalla di Kaede non fece capolino lo sguardo torvo di Hanamichi che afferrato per mano il suo ragazzo se lo tirò dietro fino a trovare due posti liberi.
Il viaggio proseguì tranquillo con Ru letteralmente collassato sul sedile e di fronte Sakuragi che si ingozzava.
Arrivati a destinazione trovarono ad attenderli la nonna di Kaede, Tomoe, una vecchietta adorabile dall’aria e dal portamento aristocratici. Hanamichi si sentì subito in soggezione: quella donna assomigliava in maniera incredibile al suo Ru. Ma la cosa che lo sconvolse di più fu vedere Kaede che, abbandonando la sua aria glaciale, si chinò ad abbracciarla affettuoso con un magnifico sorriso sulle labbra.
A quel punto la donna si voltò verso il rossino che sentendosi squadrato dalla testa ai piedi s’irrigidì come un baccalà:
<Così questo sarebbe Sakuragi-kun!> sorrise <Il tuo fidanzato! Molto carino!>
Hanamichi collassò sul posto.
<Si!> rispose Rukawa con una nota d’orgoglio nella voce che non gli aveva mai riconosciuto.
<Bene, bene!> costatò la donna <Ora andiamo c’è gia un taxi che ci aspetta!>
Sakuragi li seguiva da lontano un po’ intimorito da quegli alieni. Solo quando furono nella loro stanza a sistemare i bagagli ebbe il coraggio di affrontare l’argomento:
<Avresti anche potuto dirmelo, kitsune!>
<Che cosa?>
<Che tua nonna sapeva!>
<A quello…E’ più corretto dire che mia nonna l’ha sempre saputo!>
Hanamichi sentì un groppo allo stomaco:
<Vuoi dire che io non sono stato il tuo primo ragazzo? Come hai potuto farlo teme kitsune!>
<Ti rendi conto della stupidità della cosa do’hao?>
<Non è affatto stupida! Avresti già dovuto saperlo che saresti stato del tensai per sempre!>
Rukawa si avvicinò baciandolo lievemente sulla punta del naso:
<Certo che lo sapevo per questo non ho voluto nessun’altro che te!> disse abbracciandolo <Mia nonna sapeva solo che sono gay! Ed è anche l’unica che mi accetta non limitandosi a sopportarmi!>
<Capisco!> Hana sapeva quanto fossero duri i rapporti tra Ru con i suoi genitori.
<Ok, ora andiamo al mare!> disse trascinandolo per un braccio.
<Aspetta almeno che mi metta il costume e dovresti farlo anche tu kitsune!>
<Perché! Potremmo sempre fare il bagno nudi!>
<Hentai!>

Passarono l’intero pomeriggio sulla spiaggia divertendosi come matti, tornando a casa solo per cena. Risultato: Rukawa aveva la schiena dello stesso colore dei capelli di Hanamichi.
<Ah…ah…ah…Kitsune, sembri un’aragosta…ah…ah…mentre guarda me! Perfettamente abbronzato senza l’ombra di una scottatura…Sono il tensai della spiaggia…ahahahah…>
<Già sono d’accordo!> Sakuragi si voltò a guardarlo stupefatto <Infatti non vedo l’ora di toglierti quel costume per vedere l’effetto abbronzatura. Tensai!> a un soffio dalle labbra, entrando poi in casa.
Hanamichi prese a tremare, urlando subito dopo:
<HENTAI DI UNA VOLPE!>


CONTINUA…

 


Ebbene, visto che a qlc è piaciuta posto la seconda parte di “Mio amore…ecc” quindi nessuna lamentela con l’autrice…^^

Parte II


Desclaimers: Ovviamente Hana e Ru non sono miei personaggi ma di Inoue-sensei…Per Ru non c’è nessun problema, per quanto riguarda Hana me ne farò una ragione…ç__ç
Dediche:
Alla mia sore Naika a cui prometto di leggere al + presto possibile il nuovo cap di My blood 2 scusa ma dovevo finire di scrivere la seconda parte… e come puoi vedere se n’è aggiunta una terza ç__ç
a Urdi che mi ha praticamente minacciato di far soffrire Ru xché se lo merita..,
alla mia Little Sister Enlil che non è poi così cattiva con me…
a Reika la mia gemellina che per ora interpreta la parte della mamma di Hana
a Emi-chan scusandomi perché non ho potuto ancora leggere il cap 9 per lo stesso motivo di cui sopra,
a Parsifal che non vedeva l’ora di vedere Ru soffrire…_ dovresti prenderti a braccetto con Urd…
ad Alexiel che attendeva il seguito…
e infine alla MIA MITICA, MERAVIGLIOSA NONCHE’ GRANDE SENSEI RIA-CHAN … INCHINO

Note: OVVIAMENTE NON POTEVA MANCARE LA LEMON…è__é
Note2: X Parsifal visto i precedenti con la mia FF Originale ti avverto che sarà fortina anche qst così non mi collassi…^^

 


<Nonna era tutto buonissimo!> esordì Rukawa
<Si, Kaede ha proprio ragione Tomoe-san lei è una maga ai fornelli!> confermò Hana
<Dubito che il tuo giudizio possa essere attendibile, do’hao, visto che hai ingurgitato tutto senza aver il tempo di assaporare nulla!>
<Ehi, kitsune guarda che stai parlano con il genio della cucina!>
Rukawa si diresse in salotto senza degnarlo della benché minima attenzione, seguito subito da un Sakuragi strepitante. Si misero a guardare la tv, senza molta attenzione, troppo presi a divertirsi stuzzicandosi come due bambini dell’asilo.
La nonna, ferma davanti alla porta, li guardava con un sorriso bonario, felice di vedere Kae-chan così spensierato; non che si fosse scatenato, questo no, perché infondo il suo nipotino era pur sempre un lupo solitario, ma i suoi occhi erano, decisamente, più vitali. Quel terremoto dai capelli rossi doveva avere qualcosa di veramente speciale dentro di se per riuscire a scuotere quell’animo introverso.
<Certo che ne avete di energia voi due!> esordì entrando nella stanza
Hanamichi scattò sull’attenti, imbarazzato.
<Per me si è fatto tardi! Buona notte, Kae-chan.> e gli posò un bacio su di una guancia poi si voltò verso Sakuragi e fece lo stesso <Buona notte anche te Hana-kun!>
Il rossino sarebbe volentieri sprofondato nel divano; era abituato all’irruenza di sua madre, che prima di un qualsiasi gesto d’affetto ingaggiava con lui una strenua lotta all’ultimo sangue, perciò quella dolcezza lo faceva sentire a disagio:
<Perché sei così hentai!> disse Hanamichi studiandolo con aria significativa <Perché non sei tenero come la tua nonnina!>
<Perché ho a che fare con un maniaco come te!>
<Ok, kitsune l’hai voluto tu! Ora…>
<Ci facciamo un bagno insieme?>
La domanda spiazzò del tutto Sakuragi, il cui viso era a dir poco furente:
<Rukawaaaa…>
<Non ho cattive intenzioni!>
<Perché non mi fido!>
<E che ne so io! Sei tu il tensai!>

Incredibilmente la kitsune mantenne la promessa e, persino quando furono a letto non tentò nessun approccio.
<Beh, che c’è?> chiese Rukawa
<Nulla! Solo…non capisco…>
<Cosa, non capisci!?>
“Quando fa il finto tonto in questo modo giuro che l’ammazzerei!” pensò Sakuragi <Niente! E’ tutto a posto!> disse mummificandosi nel futon.
Kaede lo vide sistemarsi il più comodamente possibile sotto le coperte, da lì a poco avrebbe preso sonno e a quel punto il suo piano avrebbe preso il via.

Hanamichi stava sognando qualcosa di bellissimo questo era certo! Anche se non riusciva a definirlo, davanti aveva tante luci colorate e calde che si accavallavano l’una all’altra, un’orgia di sensazioni si stava scatenando nella sua testa. Si sentiva galleggiare, cullato da qualcosa che non riusciva a identificare. Più cercava di afferrarlo, più il significato gli sfuggiva.
Poi il suo corpo, dalla realtà, prese a chiamarlo, sempre più ossessivo, mettendolo in guardia: qualcosa non andava. Era tutto stupendo, ma non doveva accadere.
Piano piano la nebbia tutt’intorno cominciò a dissolversi, lasciandolo libero!
I suoi sensi scattarono all’unisono, travolgendolo. Con la sola forza degli addominali, s’inarcò sedendosi sul futon e abbassando lo sguardo vide la testa di Rukawa affondata nel suo inguine che lo torturava.
<Kaede, ma che diavolo…> ma non riuscì a dire altro ancora troppo stordito.
La kitsune sollevò lo sguardo:
<Finalmente ti sei svegliato Hana-chan!> e, movendosi sensuale come un felino, gli si mise a cavalcioni.
<Mi sembrava strano che tu non facessi l’hentai!> lo accusò voltando il viso dall’altra parte.
<No, Hana-chan!> disse afferrando il sesso del suo ragazzo <Non questa volta!>
Una smorfia di dolore contrasse i lineamenti perfetti del viso della kitsune, mentre inesorabile faceva penetrare Sakuragi dentro di se. Lacrime cominciarono a rigargli le guance: il dolore era insopportabile. Era come se del fuoco liquido avesse preso a scorrere dentro di lui, ma doveva arrivare fino in fondo, voleva che Hana-chan lo amasse completamente.
Il rossino, dal canto suo, era a dir poco sconcertato, ma ogni reazione gli era impossibile, sopraffatto com’era dal piacere. Kae-chan era deliziosamente caldo, invitante, e quel viso tirato quando ebbe raggiunto il suo scopo, ebbe il potere di travolgerlo.
Prese a muoversi a piccoli scatti, saggiando l’intimità del suo compagno.
<Hana…ti prego…> si morse il labbro per impedirsi di parlare; voleva chiedergli di fare piano, che gli faceva un male dannato, ma non poteva permetterselo. Era giusto che provasse lo stesso dolore che aveva inflitto al suo Do’hao.
Nel tentativo di ricevere un po’ di dolcezza, incorniciò il viso di Sakuragi tra le sue mani e disse:
<Lo stesso dolore…ora sto provando il tuo stesso dolore…forse così potrai perdonarmi…>
Hanamichi s’irrigidì sotto di lui, il viso tramutato in una maschera di furore, quasi folle, la testa un turbinio di suoni indistinti. Senza il minimo preavviso piantò un pugno dritto in faccia a Rukawa, che volò oltre il futon, piombando sul pavimento freddo. Non gli diede nemmeno il tempo di reagire che gli fu addosso tempestandolo di colpi. Quando ritenne che fosse abbastanza si sollevò e con lo sguardo carico d’odio gli disse:
<Non capisci proprio un accidente, teme do’hao!> urlò <Pensi davvero che questo rimetterà a posto le cose? E’ questa l’unica soluzione che hai trovato in tutto questo tempo! Significa che questi mesi non ti sono serviti a niente!>
Raccattò le coperte e gli intimò:
<Io vado a dormire sul divano! Non provare ad avvicinarti, perché ti garantisco che non te la caverai con così poco!>
Rukawa lo vide uscire dalla stanza. Meccanicamente si alzò massaggiandosi la mascella contusa.
<Che cosa devo fare Hana-chan. Che cosa vuoi! Io non riesco a capire!> e così dicendo assestò un pugno all’armadio.

La mattina si trascinò lenta e rovinosa, con la sola Tomoe-san che manteneva viva la conversazione. Rukawa e Sakuragi si limitavano a seguirla nei suoi discorsi, cercando di non impensierire la donna. Ogni tanto si fissavano e ogni volta Kaede incontrava lo sguardo disgustato di Hanamichi. Perché quel do’hao non gli diceva cosa voleva che facesse; in fondo si era scusato in più di un’occasione! Che altro poteva fare? Che altro gli restava da fare?
<Kae-chan, io esco! Devo fare visita ad una conoscente, starò fuori tutto il pomeriggio!>
<Va bene, nonna!>
<Cercate di fare pace!>
Rukawa si limitò ad annuire.
Quando la donna fu uscita la kitsune entrò nella stanza di Hanamichi e senza mezzi termini gli chiese:
<Che cos’è che vuoi, Hana-chan?>
<Ru non è aria! Lasciami in pace!>
<No, ora devi dirmi cosa vuoi che faccia!>
<Sei tu quello che ha sbagliato! Arrivaci un po’ da solo!>
<Spiegamelo!>
<Ti ho detto di non scocciarmi, teme kitsune!>
<Non sperarci!>
Di nuovo quello sguardo folle s’impossessò del viso di Hanamichi! In due falcate lo raggiunse e afferratolo per un braccio lo scaraventò sul futon:
<E sia!> sentenziò spogliandosi. Poi calando come un falco sulla sua preda strattonò i vestiti di Rukawa lasciandolo nudo sotto di lui.
Afferratolo per i capelli lo premette al suo inguine spingendo la sua testa avanti e indietro avanti e indietro, guardandolo fisso, godendo dritto nei suoi occhi.
<Sei anche più bravo di me Ru, lo sai…> la voce si ruppe mentre si scioglieva nella sua bocca. Ma non lo lasciò andare. Stesolo sul futon gli si mise a cavalcioni della faccia penetrando nuovamente tra le sue labbra. Ricominciò a salire e scendere, facendo l’amore con la sua bocca in quel modo bizzarro. Rukawa stava immobile, sentendosi soffocare ad ogni spinta; lo sentiva premere urgente contro la sua gola. Strinse forte i fianchi di Hanamichi nel tentativo di rallentare quell’incalzante movimento, ma il ragazzo non parve avvedersi della cosa e continuò imperterrito, fino a che, con un’ultima oscillazione più decisa delle altre, venne nuovamente obbligandolo a deglutire.
La kitsune annaspò in cerca di aria e di conforto, ma, senza degnarlo della minima attenzione, il rossino gli cacciò due dita in bocca e quando furono sufficientemente lubrificate dalla saliva del ragazzo gliele mise sotto il naso:
<Giusto per non sentirmi in colpa! Ricordi Kitsune?> lo fissò intensamente <Solo che stavolta sarà un po’ diverso!>
Così dicendo le fece penetrare dentro di lui, muovendole in modo da abituarlo alla sua presenza. I gemiti di Rukawa viaggiavano sul sottile filo tra il piacere e il dolore. Voleva poter guadare verso Hana-chan e sorridergli nonostante tutto, ma non ci riusciva. Anche per lui era stato così? Questo senso di vuoto che lo circondava, era passato anche nel cuore del suo do’hao?
Non ebbe tempo di porsi altre domande, perché Hanamichi, dolce, ma deciso penetrò dentro di lui.
Kaede spalancò gli occhi, cercando di avvinghiarsi a lui per trovare un po’ di conforto, ma Sakuragi glielo impedì serrandogli i polsi.
<Allora Kae-chan com’è farsi scopare così, eh!?> chiese sarcastico <Ti piace? Ti fa sentire meno colpevole!>
“No!” voleva rispondergli, ma era troppo intento a urlare per il dolore e riuscì solo a scuotere la testa,
<No, certo che no! Ma dovevi provarlo sulla tua pelle per capirlo, non era sufficiente arrivarci con il semplice ragionamento!>
Prese a spingere con più foga, penetrando in lui il più possibile, ora voleva solo continuare a godere e nulla più; sentiva i gemiti di Rukawa distanti nella sua mente totalmente perso nel suo piacere.
Stanco di quella posizione lo girò a pancia in giù e, costringendolo a quattro zampe, continuò a farlo suo, possente, ossessivo!
Piano piano la kitsune perse coscienza di ciò che lo circondava, conscio solo del dolore pulsante tra le natiche. Sentiva se stesso gridare e pregava che quelle urla smettessero di tormentarlo, di rimbombargli nel cuore a riflesso dei suoi battiti furiosi. L’altra parte della barricata era dolorosa, ora lo sapeva, la notte prima non ne aveva provato che una briciola. Hana-chan non si curava più di lui! Godeva e basta. Il paradosso era che lui stesso l’aveva modellato con le sue sapienti mani, torturandolo fin nel profondo del suo animo:
<Perdonami…> riuscì a soffiare tra le labbra <Perdonami se puoi … amore…>
Il rossino non diede segno di averlo sentito.
<Aspetterò che tu mi perdoni…finché vorrai…>
Continuò a chiedere venia per il suo animo straziato, finché piano piano si rese conto che il dolore era svanito. Sakuragi stava di fronte a lui, fissandolo indifferente.
<Hana…>
<Non abbiamo ancora finito kitsune!> disse trascinandoselo dietro fino in bagno.
Lasciando scorrere l’acqua dalla doccia, si sedette sotto il suo getto, facendo segno a Kaede di avvicinarsi. Strisciando carponi il ragazzo fece ciò che gli era stato detto.
<Avanti Kae-chan, prendilo di nuovo in bocca, così ricominciamo! Se non ricordo male ti piaceva un casino farlo sotto la doccia!>
Lo prese ancora una volta appoggiato al bordo della vasca e ancora quelle sensazioni tornarono a farsi strada nell’animo di Rukawa.

Quando tutto fu finito, giacevano entrambi sul linoleum del bagno, sfiniti.
<Conviene tornare in camera tua kitsune, prima che torni Tomoe-san!>
Così dicendo afferrò il ragazzo nel tentativo di portarlo di là, ma Kaede crollò al suolo stringendosi il ventre. Hanamichi lo sollevò e lo riportò nella stanza accanto adagiandolo sul futon, coprendolo di modo che stesse al caldo.
<Io torno a casa Kitsune!> disse semplicemente, cominciando a stipare i vestiti dentro il borsone da basket.


Continua….

ç__ç scusate lo so che inizialmente doveva comprendere solo 2 parti, ma come al solito gli eventi hanno preso una piega diversa dalle mie aspettative…Vi chiedo di essere clementi, infondo ho fatto soffrire Ru, no? Domani finisco la terza parte, la conclusiva…sempre che la mia mente bacata non ne combini un’altra delle sue…


Inchino
Eccoci alla fine tanto agognata…chiedo perdono lo so di essere lunga come la quaresima ç__ç ma me tanto impegnata…
Cmq bando alle ciance…

Parte III


Desclaimers: Ovviamente Hana e Ru non sono miei personaggi ma di Inoue-sensei…Per Ru non c’è nessun problema, per quanto riguarda Hana me ne farò una ragione…ç__ç
Dediche:
Alla mia sore Naika ti giuro sto leggendo la tua fic…domani cerco di postarti la risposta…
a Urdi a cui dedico l’ultima frase (mi raccomando leggila alla fine sennò ti rovini la sorpresa)
alla mia Little Sister Enlil che cercherò di chiamare domani…
a Reika la mia gemellina che sarà costretta a sopportarmi alla fiera di Milano…poverina
a Emi-chan facendole la stessa promessa di Naika,
a Parsifal che temo di aver sconvolto un tantino…ç__ç tutto bene?
ad Alexiel che attendeva il seguito…
e infine alla MIA MITICA, MERAVIGLIOSA NONCHE’ GRANDE SENSEI RIA-CHAN … INCHINO
Note: qst sarà un capitolo un po’ più tranquillo….^.^ ’’’ beh che sono quelle facce non mi credete _…
Ru e Hana: visti i precedenti!
Ery: zitti voi due che andiamo a incominciare.


“No!” pensò Rukawa agitandosi nel sonno “No!”
Sentiva urla e dolore contorcersi nella sua mente, avvinghiarla, stritolarla fino a soffocarlo.
<NOOOO!> urlò scattando a sedere sul futon. Si guardò in giro alla ricerca di Hanamichi, ma lui se n’era andato da tanto tempo ormai. Avrebbe voluto seguirlo, fermarlo, ma il dolore al ventre e la confusione in cui si trovava non glielo avevano permesso.
Il suo do’hao l’aveva lasciato lì, senza una parola, eccitato all’inverosimile, confuso e…
Ma che si aspettava dopo tutto! Lo sfogo di Han-chan era stata ben poca cosa in confronto a tutto ciò che lui gli aveva fatto passare e, se per riconquistarlo, doveva subire quel supplizio per altre 100 volte che tutto il dolore tornasse pure a tormentarlo. Poi, di nuovo sconfitto, si lasciò cadere sul futon fissando il soffitto, seguendo le macchie di sole che, melmose, oscillavano di riflesso.
Rimase in quella sorta di dormiveglia fin quando sentì sua nonna alzarsi e scendere in cucina per preparare la colazione. Non sopportando più quell’immobilità che, sembrava regnare nella stanza, decise di alzarsi e fare una doccia ristoratrice. Il getto dell’acqua lo colpiva lento e ossessivo, scivolando lungo il suo corpo ben modellato, accarezzandolo. Sembra quasi volerlo rassicurare, cullarlo nel suo abbraccio. Poi, come per negarsi anche quel piccolo conforto, ruotò completamente il rubinetto dell’acqua fredda, che come una frustata schioccò gelida sulla sua pelle. Si obbligò a resistere a quella tortura, voleva essere vigile da quel momento in avanti, perché tra poco avrebbe dovuto affrontare il suo do’hao.

Con mala grazia lasciò cadere lo zaino accanto al divano del salotto.
<Kae-chan! Quante volte ti ho ripetuto di accompagnare gli oggetti fino a terra, e non di lanciarli!> cantilenò Tomoe-san dalla cucina.
<Scusa nonna!> disse entrando nella stanza.
<Hana-kun?!>
<E’ tornato a casa prima!>
<Avete litigato?>
<Si!> tagliò corto Rukawa
<Tranquillo, se ci si vuole bene, tutto si aggiusta!>
<Non credo che questa volta basti!> disse amaro.
<Io sono sicura che se gli parli con sincerità troverete il modo di…>
<Nonna, gli ho fatto delle cose… che…Non voglio neanche pensarci!> poi, come per scagliare lontano quel dolore che gli turbinava in testa, continuò <L’ho umiliato, deriso, usato, perfino accusato di tradirmi e…fatto cose che non riesco neanche a pensare in questo momento! Come può perdonarmi! Non lo farà mai!>
<Parla con Hana-kun come hai fatto con me, ora! Spiegagli il tuo dolore!>
<Non serve parlare! Per quello che ho fatto devo solo soffrire quanto lui! Non ci sono altre strade, né vie d’uscita!>
La donna sospirò:
<Ti rendi conto di quanto è assurdo quello che stai dicendo!?> gli disse posando una mano gracile sulle sue <Come potrai mai soffrire quanto lui, Kae-chan, tu non sei lui! Con quale metro potrai misurare il suo tormento! Con il tuo?!>
<Dovrò solo subire lo stesso trattamento e poi saremo pari!>
<No, non farete altro che sentirvi in colpa per sempre e vi costringerete a farmi del male l’un l’atro fino a logoravi!>
<NO!>
<Kaede, prima o poi, il rancore deve fermarsi da qualche parte! Deve trovare un luogo dove sopirsi, altrimenti non ci sarà concesso di vivere sereni!> gli sorrise <Ora va da lui e fai del tuo meglio per riconquistarlo.>
<Grazie nonna!>
Lei si limitò a dire:
<Tieni, non scordarti il cestino del pranzo!>
Mentre la salutava, capì quanto bene le voleva. Solo lei sembrava capire il suo animo riservato e scendere a trattative con esso.
Era la sua nonna tensai!

Il tempo del viaggio passò veloce, perché in un ambiente neutro e senza ricordi dolorosi circondato solo da estranei, poté chiudere gli occhi e riposare.
Ma Kanagawa arrivò anche troppo presto e con essa la prova che doveva affrontare.
Non perse tempo e come un fulmine si diresse subito a casa di Hanamichi. In una folata di vento attraversò il cortiletto dove Reika stava dedicandosi al giardinaggio:
<Oh, buongiorno, Rukawa-kun, Hana-chan è…> la sorpassò senza nemmeno vederla <…in camera sua!>
Spalancò la porta della camera del rossino urlando:
<Hana-chan, dobbiamo parlare!> ma la stanza era vuota.
<L’ultima volta che ti sei rivolto a me con quel tono non è finita troppo bene!> gli rispose Sakuragi entrando a sua volta <Almeno per te!> terminò guardandolo di sottecchi.
Rukawa si ritrasse impercettibilmente.
<Tranquillo non ho cattive intenzioni. Mi faccio già abbastanza schifo così!> lo rassicurò, sedendosi a gambe incrociate sul futon. Soltanto allora la kitsune si accorse che indossava solo un asciugamano intorno alla vita; doveva essere appena uscito da sotto la doccia.
“Perché non ho incontrato Reika-kun per casa! Almeno l’avrei trovato un po’ più vestito! Di certo questo non aiuta la mia concentrazione!” pensò
Sakuragi stette a guardarlo, fisso, aspettando che si decidesse a parlare.
“Come cavolo comincio il discorso!” tossicchiò <Ecco, Hana-chan…io! Insomma non so come fare, che altre parole poter usare per ottenere il tuo perdono…Se c’è..!>
Il rossino rise amaro:
<E io che pensavo che con la stessa medicina saresti riuscito a capire!> abbassò la testa sconfitto <Proprio non ci arrivi da solo. Non riesci a vedere cosa ti sfugge?>
<Ci deve essere un modo…>
<Non c’è Kaede! Non esiste niente che tu possa dire o fare per cambiare le cose, niente!>
<Quindi è questa la conclusione: è finita! Non c’è perdono!>
<Basta! Basta, parlare di perdono, basta chiedere scusa, sono stufo! Possibile che tu pensi solo a trovare il modo migliore di mettere a tacere la tua coscienza? Mi hai fatto del male, invece di pensare solo a te stesso, prova a comprendere un po’ di più i miei sentimenti, do’hao!>
<E’ questo che pensi? Credi che lo faccia per questo motivo?>
<Quello che vedo è che sei alla costante ricerca di una sofferenza più grande della mia, ecco cosa credo!> gli urlò di rimando <Quanto servirà kitsune, eh? Pensi davvero che sia questo il modo di riavvicinarsi. Ti ho già detto che io non sono come te!>
<E lo stesso vale per me!> si difese <Nemmeno io sono come te! Subire il tuo stesso dolore è l’unico modo che ho trovato per tornare da te, per capirti. Non ho altri mezzi…le parole non sono il mio forte e non sono capace di esprimere i sentimenti come fai tu anche con le semplici azioni! Vuoi condannarmi per questo?>
<No, non è questo il punto! Io apprezzo i tuoi tentativi, ma non portano a nulla! Così non c’è soluzione! Perdi di vista la cosa più importante!>
<Allora dimmelo tu, Hana-chan! Cos’è che non capisco!> si esasperò
<Se te lo dico non potremo più tornare insieme!>
<Credi che non sia capace di accettare quello che mi dirai e questo che pensi!?> lo guardò fisso <Perché non riesci a fidarti di me…>
BHAM…fu come un lampo dritto nel cuore!
Lo fissò incredulo, ormai consapevole.
Hanamichi gli sorrise di rimando.
<E’ questo, Hana-chan! E’ a questo, a cui ti riferivi! Non hai più fiducia in me?!>
<E come potrei dal momento che tu per primo non l’hai fatto!> si morse il labbro in segno di stizza <Con tutto il dolore che mi hai causato, dimmi come potrei!> urlò, gli occhi lucidi.
Rukawa fece un passo avanti:
<Non venire qui!> gli intimò <Se ti avvicini ora finirai per fare lo stesso errore. Tornerai a consolarmi, a chiedermi perdono per l’ennesima volta!>
<Ora ho capito, Hana-chan, sta tranquillo!>
<No, c’è una cosa che voglio sapere! Ora ti senti a posto con te stesso, sei libero dai tuoi tormenti!>
Rukawa annuì.
In quel momento qualcosa pesante come una pietra scivolò via dal suo cuore: (*)
<Allora adesso pensa solo ad occuparti di me!> singhiozzò <Vieni qui e riconquistati la mia fiducia, kitsune!>
Non se lo fece ripetere due volte e corse subito da lui, travolgendolo in un abbraccio soffocante:
<Vedrai, ti costringerò di nuovo a fidarti di me!> sentenziò <Anzi comincio già da adesso!>
Spalancò la finestra e, preso fiato a sufficienza, urlò:
<Io sono Kaede Rukawa, asso dello Shohoku, e sono pazzamente innamorato di Hanamichi Saku…>
Il rossino lo riscaraventò dentro la stanza:
<Teme kitsune, ma che cavolo volevi fare!?> gli chiese perso nel più completo imbarazzo
<Volevo che tutto il mondo sapesse della promessa che ti ho fatto, così non potrò permettermi di fallire!>
<Si, lo sa il mondo e tutti i vicini!>
<Cos’è, do’hao, ti vergogni!>
<Il tensai non si vergogna di nulla!> poi, con la sua solita faccia da beota <E poi, cos’è questa storia dell’asso…la stella dello Shohoku sono io!>
<Ma davvero!> lo provocò
<Kitsune cerchi rogne!>
<Non chiedo di meglio!>
E cominciarono a suonarsele di santa ragione.
Dopo una buona mezz’ora di pugni e calci, decisero di comune accordo che il match, per questa volta, era pari e optarono per una lauta merenda.
Ma proprio sulla porta Rukawa l’afferrò per il braccio, fermandolo:
<Solo una cosa, do’hao, ma ascoltami bene perché non credo di riuscire a dirlo un’altra volta!> si fece coraggio <Tu sei davvero speciale Hanamichi, perché sai mitigare questo mio carattere schifoso e insopportabile. Pensi di riuscire a farlo per tutta il resto della vita?> arrossì
Sakuragi lo fissò a lungo con gli occhi lucidi:
<Che domanda scema, kitsune! Certo che si!> poi piegando la testa di lato <Poiché sono un genio!> (**)

Fine


(*) Questa frase è stata deliberatamente copiata dal n° 2 di “New York, New York” della Marimo
Ragawa

(**) Quest’altra, come avrete capito, è stata spudoratamente copiata dall’ultimo numero di “Slam
Dunk” di Inoue-sensei! Mi sembrava un finale perfetto…^^


Bene questa è davvero la fine, spero che ora risulti meno incerta e un po’ più giusta nei confronti di Hana-chan…

Ho terminato di scriverla alle ore 1.22, quindi per qualsiasi strafalcione prendetevela con l’orario.

Attendo commenti…

Inchino

 

 


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