SALVE! Un paio di righe sono d'obbligo per presentare questa mia opera.
Mi sono impegnata davvero tanto -più di quanto non abbia mai fatto per un lavoro -e ho scomodato Afsaneh (per farmi da beta) e addirittura Snatch (per questioni tecniche di competenze che devo ancora acquisire)
Grazie mille ad entrambe, in particolare alla bravissima b-reader!
Chi capisce cosa significa il titolo (che non ha ASSOLUTAMENTE NULLA a che fare con i contenuti del racconto) riceverà un uke in regalo! Sempre che lo accetti, come regalo. Sennò l'immensa soddisfazione di aver capito una pazza come la sottoscritta.
Ah, quasi diementicavo, ringrazio anche Erychan per aver trovato i nomi dei protagonisti!
Ora vi lascio al racconto :**




 

 

 

Mille anni per un suo bacio

 

di Dark Syria

 



Mi domando come mai l'amore possa rendermi così cieco e stupido...
E dire che sono sempre stato razionale e deciso...
Ma quando sono con lui, perchè ho sempre l'impulso di compiere azioni stupide?
Non riesco a non guardare il suo dolce sorriso e a non desiderare di baciarlo...
Mi è impossibile guardare quei meravigliosi occhi, simili a laghi di montagna, capaci di emanare riflessi iridescenti se colpiti dalla luce del sole, senza sentire il mio corpo bruciare di desiderio e il mio cuore ardere d'amore...
Non ce la faccio a guardare le sue mani, così forti e curate come le mie, senza sentire una voglia struggente di sentirle su di me...
E non riesco a non guardare il suo petto scolpito, messo in mostra dalle magliettine aderenti che di solito indossa, senza desiderare di posarvi il mio capo...
Ma perchè?
Proprio di te, Ken mi dovevo innamorare?
Proprio del mio migliore amico?
Un ragazzo dal cuore generso, malgrado i suoi modi di fare da sbruffone, che tuttavia non potrà mai corrispondere a quello che sento...
E' fidanzato. Con una ragazza.
E presto si sposeranno.
Quando me lo ha detto e mi ha chiesto di venire al suo matrimonio, mi sono sentito morire...
Mi è sembrato che il terreno mi mancasse sotto i piedi e la testa mi scoppiasse a causa di un rumore fastidioso.
Deve essere stato visibile all'esterno, tanto che mi ha chiesto, preoccupato: -Ti senti poco bene?-
Che dovevo risponderti? Che il mio cuore si era spezzato alla notizia del tuo matrimonio? Che desideravo essere al posto della ragazza che avevi scelto di sposare?
-Non preoccuparti amico mio... Credo di avere una tremenda emicrania...- ho risposto. Ero sull'orlo delle lacrime e non so come ho fatto a mantenere il mio solito autocontrollo...
Mi ha solo sorriso e mi ha detto: -Va bene e vai a riposarti.-
L'ho ringraziato e me ne sono andato nella camera degli ospiti, nella stanza superiore e, dopo che ho chiuso la porta a chiave, ho lasciato che le lacrime scorressero veloci sulle mie guance. In quel momento la mia vita era finita, lo sentivo...
Il giorno dopo ho conosciuto la sua fidanzata. Una bella ragazza indiana, figlia di amici dei suoi genitori...
Sundari era il suo nome...
Un nome che rispecchiava in pieno la sua bellezza e, benchè mi costi ammetterlo, la sua bontà e la sua intelligenza...
Sempre così dolce con Ken, talmente premurosa da arrivare a metterlo in imbarazzo...
E io, benchè sentissi l'inferno nel mio cuore, non riuscivo a fare a meno di sorridere sinceramente dinanzi alla sincerità dei sentimenti che lei provava per l'uomo che amavo...
I suoi occhi neri brillavano d'amore per lui...
Chi ero io per odiare una persona così gentile?
Che diritto avevo di portarle rancore?
Sundari era una bella fanciulla nell'aspetto, simile a quello di una odalisca dell'impero turco, e nell'animo.
La persona adatta per Ken...
Avrebbe potuto renderlo felice...
-Vieni con me.- mi ha chiamato una volta che eravamo da soli. Dovevano essere passati sei mesi, non lo so.
-Tu ami Ken?- mi ha chiesto semplicemente, pacatamente.
Io mi sono sentito spiazzato. Eppure avevo rinchiuso le mie emozioni in un angolo remoto del mio cuore... Come aveva fatto a capire quali fossero i miei sentimenti?
-Lo immaginavo.-Un lieve sorriso che mi trafisse l'animo. Tutto mi sarei immaginato, grida, minacce, ma non un sorriso così dolce...
-Non preoccuparti, non ti considero un deviato. Solo ti chiedo, non rovinare questo momento. Ken è affezionato tantissimo a te e non oso pensare come si sentirebbe se sapesse che il suo migliore amico prova per lui sentimenti diversi dall'amicizia.-
Tacque e continuò, osservando il mio viso pallido, dall'espressione preoccupata: -No, non ti preoccupare. Non credo ti escluderebbe dalla sua esistenza, ma ne soffrirebbe. Starebbe malissimo nel vederti patire per un sentimento che sa di non potere provare.-
Ho sentito le lacrime scendermi dagli occhi e ho replicato: -Non potrei mai fare una azione così terribile nei confronti di un amico e di una ragazza così generosa...-
Le ho fatto una carezza, sorridendo, malgrado il pianto che scendeva lento sul mio volto, e ho continuato: -Tu... Tu sei la persona più adatta per Ken e lui ti ama... Ti ama e ti amerà per sempre... Ti chiedo di renderlo felice... Malgrado faccia lo sbruffone, è buono e ha un cuore puro...-
-Il tuo sentimento è sincero, Ken è fortunato ad avere una persona come te che nutra per lui un tale affetto. Sei una perla rara... Vedrai, anche a te il cielo riserverà amore...-
-Grazie...- E mi sono allontanato. Mi sentivo una persona orribile... Malgrado le mie parole, il mio cuore non riusciva a non invidiare Sundari, che pure si era dimostrata così generosa e comprensiva con me, e a non gridare per la sofferenza... Ma, nonostante tutto, sentivo un lieve palliativo al mio tormento... La consapevolezza che il mio amato sarebbe stato sereno, con quella stupenda creatura al suo fianco...
Il giorno più doloroso è stato il suo matrimonio. Sentivo il mio animo lacerato dalla sofferenza. Un dolore che si quietava solo pensando che Sundari lo avrebbe reso felice.
Sono tornato in Giappone dopo sei giorni. Era iniziato il torneo tra le varie scuole giapponesi di karate e io ero stato convinto a partecipare.
Una occasione propizia per dimenticare il mio amore impossibile, pensavo!
E apparentemente l'adrenalina che elettrizzava il mio corpo durante gli scontri e gli allenamenti massacranti mi faceva dimenticare la sofferenza e la stanchezza mi impediva di pensare durante la notte.
Illuso! Illuso! Illuso!
E' bastato guardare questa notte stellata per ripensare a lui e ai suoi splendidi occhi chiari, che diventano blu quando il suo corpo è attraversato da una emozione violenta...
Non è servito a nulla massacrarmi di esercizi, impegnarmi in combattimenti sempre più complessi.
Lui è sempre nel mio cuore, con i suoi occhi, il suo sorriso a ricordarmi che un amore non svanisce facilmente.
Specialmente quando è sincero, come quello che io provo per Ken.
Anzi, nel mio caso direi che è impossibile che svanisca.
E' troppo forte, come un'edera aggrappata tenacemente all'albero suo tutore con le radici.
Non ce la faccio.
Non riesco a dimenticarlo!
Anzi lo sento ancora più vivo che mai.
E sento che darei mille anni...
Mille anni per un suo bacio.


E' scesa la notte sulla città sacra di Benares.
Cammino sulle rive del Gange, immerso nel silenzio notturno.
La luna accarezza con le sue dita d'argento il fiume, che scorre placido, quasi non avesse fretta di portare nell'oceano le sporcizie dell'uomo e dell'inquinamento.
Mi passo una mano tra i capelli. Mi piace questa atmosfera così calma e silenziosa. Mi permette di lasciare danzare nella notte i miei pensieri, durante il giorno troppo distratti dal chiasso assordante di devoti e santoni che qui si immergono alla ricerca di una illusoria purificazione.
D'un tratto un dolce raggio di luna illumina la figura di un giovane uomo, alto, slanciato, dai lunghi capelli dorati raccolti in una coda, chino sul fiume, con in mano una barchetta fabbricata con una foglia di loto, sulla quale svetta una candela che getta timidi bagliori dorati.
-Ken...- balbetto. Il mio cuore si stringe in una morsa. E' lui, in tutta la sua meravigliosa bellezza da dio nordico... Ma che cosa fa qui? E perchè ha in mano una barchetta di quelle che si usano per la cerimonia delle lanterne?
Guardo meglio il suo viso. Ha uno sguardo che pugnala la mia anima... I suoi splendidi occhi azzurri, simili a due polle di acqua sorgiva, sono spenti e gonfi, evidentemente per le lacrime...
-Sundari...- Il vento porta alle mie orecchie il suo sussurro disperato e il fiato mi si mozza in gola. Quella candela... Quella candela è per Sundari?
Lui osserva la candela che si allontana, poi fa per allontanarsi, piegato in due dal peso di una lacerante sofferenta dal metallico sapore d'agonia.
Corro e lo raggiungo. No amore mio! Non ti farò allontanare da me! Non ora che il tuo cuore è distrutto dalla sofferenza! Non sopporto il viso segnato dalle lacrime e le labbra sempre piegate in una smorfia angosciata! Senza considerare che non ti si addicono, tu non ti meriti tanto dolore! Sei una persona dall'animo limpido e sincero... Chiunque acceda al tuo cuore, scopre, racchiusi dentro di esso come in uno scrigno, tantissimi gioielli sfolgoranti, che irradiano con la loro luce iridescente il tuo viso, già splendido come quello di un dio greco...
E considerare che non vedevo in te nient'altro che un bamboccio viziato, solo per la tua ricchezza...
-Ryu...- mormori e si volti. La tua voce è bassa e stanca. Non ha neanche una esclamazione di sorpresa nel vedermi qui, in India.
Restiamo immobili per qualche istante. Il lieve vento continua a muoversi e i tuoi lunghi capelli d'oro solleticano il mio viso e al naso arriva il tuo inebriante profumo...Ylang ylang e sandalo, un odore che mi fa impazzire...
-Calma!- penso. Ora non è il momento di fare parlare i miei ormoni... Ken ha bisogno di aiuto! L'uomo che amo sta lentamente morendo!
-Ehi... Cosa è successo?- domando e gli circondo le spalle con le mie braccia.
Alza i suoi occhi, oscurati dalle nubi della tristezza, e d'improvviso le sue lacrime erompono disperate, come una tempesta improvvisa.
-Basta! Basta! Io non l'ho uccisa! Non l'ho uccisa!- grida con forza, mentre le gocce di cristallo scendono dalle sue guance posandosi sulle mie spalle.
-Ryu... Ryu... Ho bisogno di credere che tu...che per te non sia un assassino... Dimmi che per te non sono un assassino...- singhiozza, seppur più debolmente. Ma quanto dolore aveva soffocato dentro di sè?
-Un assassino? Non capisco...- mormoro accarezzandogli i capelli dorati.
-Saresti disposto ad ascoltarmi? Credimi, sto passando un periodo di inferno. Coloro che pensavo fossero la mia famiglia mi hanno lasciato solo... Ho bisogno di una persona amica... Ne ho bisogno...- singhiozza disperatamente.
-Non devi neanche chiedermelo. Io per te ci sarò sempre.- sorrido massaggiandogli le spalle scosse dai singulti.
Si scosta da me. Sorride, malgrado il dolore che cupo regna nei suoi occhi.
-Grazie.-


-Allora, cosa è successo?- domando.
-Qualche mese dopo il nostro matrimonio, Sundari scoprì di essere incinta...- comincia con voce lenta e triste.
-Capisci Ryu? Sarei diventato padre... Un'esperienza che mi riempiva di ansia e felicità...-
Una luce intensa e dolce brilla nei suoi occhi per un attimo. Un solo attimo che però mi sembra un'eternità e che mi brucia nel petto. Non so cosa darei perchè quella luce brillasse sempre nel suo sguardo...
Gli sfioro con la mano il viso. E' caldo di lacrime antiche e nuove e io mi sento in colpa. Perchè durante questi momenti non sono stato con lui? Perchè?
-Nove mesi e presto avrei stretto tra le mie braccia il mio primo figlio... E lo avrei fatto conoscere anche a te Ryu... Uno dei pochi amici sinceri che ho... E per la sincerità dimostrata, avrei voluto condividere con te questa gioia...- sorride dolcemente e socchiude gli occhi. Evidentemente la mia carezza ha riscaldato il suo cuore gelido, anche se per poco.
Tace. La tristezza incupisce i suoi occhi e lacrime silenziose scendono sul suo viso, simili a gocce d'argento illuminate dalla luce della luna.
-Una gioia che mai sarebbe arrivata!- grida coprendosi gli occhi con le mani per un istante.
Io lo osservo senza capire.
-Il giorno del parto... Trenta minuti dopo avere dato alla luce nostro figlio... Sundari, la mia dolce Sundari, è morta...- sussurra e io sento il fiato che mi manca.
Quella creatura splendida originaria di queste terre è... è morta?
E' morta.
E io mi sento devastato.
Dovrei essere felice, perchè lei era un ostacolo tra me e Ken, eppure sto male.
E per due motivi.
Non riesco ad essere così meschino da provare gioia per la morte di una persona, specie se questa era così gentile e dolce, malgrado questa mi avesse fatto del male, pur soffrendo.
In fondo, che colpa ne aveva lei se io mi ero innamorato di Ken?
Inoltre, Ken sta morendo lentamente per il dolore e la sua sofferenza mi uccide.
-Ma non... non è finita...- balbetta.
-Cosa?- domando io.
-Sì... Mio figlio ha avuto complicazioni polmonari che... che...- Le sue parole muoiono nel dolore.
-Ho capito... Non c'è bisogno che continui...-sussurro abbracciandolo e accarezzandogli i capelli dorati. In poco tempo ha perso sua moglie e suo figlio...
-Grazie... Ma credimi, non è ancora finita...- mormora contro la mia spalla con voce bassa.
-Eh?- Solo questo suono esce dalle mie labbra. Ancora non è finita? Ma non è stato troppo il dolore che ha dovuto sopportare?
-Sì... I genitori di Sundari hanno iniziato ad accusarmi di averla uccisa... Lei sarebbe morta perchè... perchè io mi sarei stufato di lei...- sussurra disperato.
-Scusami, ma non ti capisco.- mormoro sentendo un brivido trafiggermi la schiena.
-Semplice. Io avrei avvelenato lei e mio figlio con il curaro perchè non volevo prendermi le responsabilità di un matrimonio lungo e mi ero stufato...-
Nessun suono esce dalle mie labbra, congelate dalla meraviglia e dal disgusto. E' comprensibile che il dolore porti a compiere cattiverie, ma fino a tale punto no! Non lo accetto! E'... E' una assurdità... Ken era felice con lei, perchè...
Ma anche se non avesse voluto stare con lei, non avrebbe scelto mezzi così disumani... E' troppo sincero e leale per farlo.
-E... E a queste cose... credono anche i miei genitori... Mio padre mi ha detto che, se gli avessi confessato tutto, avrebbe fatto tacere con il denaro ogni cosa... Capisci? Mio padre!-
Resto ancora più scioccato. Non solo il dolore per la perdita della moglie e del figlio, ma anche l'ottusa idiozia di una famiglia che non lo merita! A cui interessa conservare una immagine di perbenismo!
-Che ipocrisia...- sibilo.
-Ryu...- mi guarda angosciato. Che gli succede?
Poi capisco.
-No, non parlavo di te. Tu sei troppo sincero e leale per ricorrere ad un comportamento disumano. Gli ipocriti sono loro, che non riescono ad avere fiducia nel loro unico figlio, un ragazzo dal cuore sincero e generoso, incapace di fare del male a persona indifesa.- sorrido dolcemente.
-Quanto ai genitori di Sundari... Beh, almeno loro hanno dimostrato, seppur in modo distorto, amore sincero per la loro figlia, al contrario dei tuoi... Anche se il loro comportamento è meschino, è comprensibile. Non accettano la morte della loro unica figlia.-
Lui annuisce tristemente.
-Lo so e mi fa stare male... Li amo ancora... Sono mia madre e mio padre...-
-Capisco, ma devi allontanarti. Quell'ambiente ti ucciderà lentamente.-dico.
-E allora? Cosa devo fare?- domanda lui.
-Vieni con me. Sto partendo per un giro intorno al mondo. Voglio perfezionare il mio stile di combattimento. Ci sono persone che aspettano di conoscere ragazzi come te.- rispondo.
Lui esita, poi sorride e mi abbraccia, commosso dalla mia amicizia.
-Mi hai convinto. Affronterò il mondo con te... E grazie per l'amicizia che stai dimostrando verso di me.-
-Che amico sarei?- mormoro e una leggera felicità pervade il mio animo. Chissà... Forse...
Forse è un nuovo inizio.
Per noi.
Solo per noi.