Natale…non avevo ancora scritto di questa festa, la mia preferita in assoluto, e questo perché è un argomento difficile da trasportare in un’ambientazione giapponese soprattutto per chi come me non sopporta l’aspetto consumistico di cui è stata rivestita…alla fine ho voluto provarci e ne è venuta fuori questa piccola HanaRu natalizia…cronologicamente si potrebbe considerare il primo Natale che passano insieme Hanamichi e Kaede, volendo per forza collocarla, ma non so…una dedica a Calipso, Greta e Ria con l’augurio di un vero buon Natale…
Merry Xmas
di Nausicaa
È la vigilia di Natale.
Forse potrà sembrare strano che ci tenga a questa ricorrenza, ma quest’anno mi sono documentato; in fondo andremo a vivere in un paese occidentale, no? E a Kaede piacciono i film americani, anche quelli vecchi, in bianco e nero…titoli di cui non sapevo neanche l’esistenza…per farla breve: me li sono visti tutti!!! Ok, forse tutti no, ma abbastanza per chiarirmi le idee…
Qui in Giappone il Natale è una festa consumistica praticamente e il principale scopo dei ragazzi è quello di avere un appuntamento per la sera del 24; in Occidente è, o dovrebbe essere, una festa religiosa…mentirei se dicessi di aver capito perfettamente questo punto in particolare, ho una conoscenza superficiale, lo ammetto, ma una cosa mi ha colpito dei film che ho visionato, specie in quelli più vecchi: l’atmosfera intima, di una gioia raccolta da condividere con le persone che si amano…un dono fatto con affetto e cura, per dire ‘ti penso’, biglietti scritti per comunicare amore, un albero decorato luminosamente, con palline luccicanti a simboleggiare la luce…e poi il buio della sera, magari un po’ di neve, delle candele sulla tavola…
Sapete una cosa? Tutto questo non appartiene alle nostre tradizioni ma mi piace! Percepisco che è una giornata speciale, soprattutto questa vigilia carica di attesa…sì, la sera del 24 ha un’attesa che non avrei avvertito se non avessi provato a guardare a questa giornata con gli occhi di un occidentale…
Ho proposto a Kaede di starcene a casa, noi due soli, magari di cenare in salotto, con le candele, perché noi non abbiamo bisogno di avere appuntamenti; gli dico di aver visto i suoi film, approfittando di tutte le domeniche mattina in cui lui dormiva fino a tardi (a volte fino all’ora di pranzo, è stato il suo record…), e lui ne è contento.
"Ti sono piaciuti?" mi chiede, tranquillo.
"Sì sì! Mi hanno dato anche un sacco di idee".
Ora sembra meno tranquillo…
"Ad esempio?" chiede sospettoso.
Io mi guardo intorno, abbracciando con lo sguardo l’ampia stanza: "Ad esempio mi piacerebbe molto sistemare un po’ di decorazioni! Alla luce delle candele sarebbero bellissime!!! E magari fare un bell’albero di Natale!!!- mi sto lasciando andare all’entusiasmo, ma mi fermo subito, deluso- Ah, ma avrei dovuto pensarci prima…ormai è tardi per andare a comprare quello che ci servirebbe…" concludo un po’ tristemente; a quest’ora i negozi stanno per chiudere, non c’è il tempo per arrivare in centro e poi, chissà, probabilmente non troverei più nulla! Penso che ci rifaremo in America, ma mi dispiace ugualmente.
"…in soffitta" mi accorgo che Kaede sta parlando soltanto quando finisce la sua frase.
"Eh?" lo guardo con aria confusa e lui se ne accorge.
"Do’aho, ma mi ascolti?!" si acciglia, irritato.
"Parlavi con me?" me ne esco con la prima scemenza che mi viene in mente e in un altro momento ne avrei ricavato una risposta sarcastica, ma non stasera.
Kaede sorride leggermente, con indulgenza: "Stavo dicendo che io le decorazioni le ho già e anche l’albero…uno di quegli alberi finti…sono in soffitta".
L’entusiasmo mi torna in un baleno!!!!
"DAVVERO???!!! Che stiamo aspettando, allora?! Andiamo, Kaede!!" e gli prendo la mano, tirandomelo dietro.
Nella vasta soffitta (in questa casa è tutto grande…) il mio volpacchiotto mi indica un cumulo di scatole, ben impilate e coperte da teli per proteggerle dalla polvere; io mi avvicino, scoprendole e dando una prima occhiata.
"Quanta roba…perché non me l’hai detto prima?" gli chiedo.
"Non credevo ti interessasse…io saranno tre anni che non decoro più la casa per Natale…" mi risponde lui, a bassa voce. Ma non mi sfugge una nota triste.
"Come mai?".
"Mi stancavo a farlo per me solo…" mi spiega Kaede e io ci rimango male per lui, per i Natali degli anni passati, ma stavolta è diverso, ci sono io con lui e tutto ha un’altra luce…
"Ok, ma quest’anno siamo NOI!!! Dai, portiamo giù qualche scatola!" lo esorto vivacemente e sono contento quando lo vedo annuire con il viso disteso.
Ma sono veramente troppe decorazioni, dobbiamo fare una cernita!!! Decidiamo prima di tutto per l’albero…del resto, vi pare possibile lasciare in soffitta, alla vigilia di Natale, un albero che praticamente invoca ‘addobbatemi’?! Poi ci sono tre ghirlande, sempre artificiali ma molto belle…e candelabri natalizi…
"Dove hai comprato tutta questa roba?!" non posso fare a meno di chiedergli, notando che da ogni scatola esce sempre qualcosa di nuovo e diverso.
"A Tokyo…ma alcune cose le ha comprate mio padre in America…" risponde lui; poi le sue mani aprono l’ultimo scatolone, quello che sembra il più vecchio e polveroso, come se stesse lì da più anni degli altri.
Ci sporgiamo sopra e notiamo un po’ di nastri dorati e argentati e una scatoletta di cartone con su scritto qualcosa; Kaede la apre e resta lì a fissarne il contenuto. Io chino addirittura il volto per osservare meglio quelle figure poco familiari.
"Cosa sono, kitsune?" non posso fare ameno di chiedere.
"Statuette della Natività…c’è scritto sul coperchio…le comprò mia madre durante un loro viaggio in Europa" mormora lui, con un tono di voce strano.
"Quindi prima che tu nascessi…".
"No, io ero già nato…ma loro viaggiavano da soli, mi affidavano alla governante". Improvvisamente sembra che nessuno dei due abbia molta voglia di parlare; ce ne restiamo in silenzio ad osservare le tre figure…un uomo con la barba, una donna con un velo ed un sorriso, un bambino… le trovo belle, mi dico che capisco come mai molti occidentali debbano amare tanto questo periodo dell’anno, per la prima volta posso cogliere anche se da lontano la commozione che suscita questa festa…
Ma poi mi cade l’occhio sull’orologio e scopro che si sta facendo tardi; mi guardo intorno e conto che dobbiamo portare in salotto tre scatoloni più l’albero: sarà meglio sbrigarsi!!!!
"Oi Kae…cosa c’è?" gli domando, stupito.
Sta ancora fissando le statuette e il suo sguardo è indecifrabile: è serio, un po’ triste, perso in pensieri a me sconosciuti…ma io non voglio che sia così, non questa sera… Gli poso una mano sulla spalla: "Amore…cosa c’è? Perché guardi ancora queste figure?" sono belle e importanti, ma per noi sono anche qualcosa di lontano… Non so immaginare cosa possano rappresentare per lui, ma mi accorgo che le scruta come se ci vedesse qualcosa.
Lui si riscuote e si volta verso di me: "Niente…non c’è niente…stavo pensando a quello che vedo in questa scena…".
Gli accarezzo i capelli e poi una guancia: "Che cosa ci vedi?".
"Una famiglia" e poi Kaede non dice altro, ma non ce n’è bisogno.
Scuote la testa, come a voler mandare via sensazioni malinconiche, e chiude la scatola; ma non la ripone dove l’avevamo trovata: si alza da terra e la sistema su uno scaffaletto appoggiato al muro. A suo modo, credo sia un segno di rispetto. Infine, torna a guardare me: "Oi do’aho, portiamo giù le decorazioni, che aspetti?".
"Be’…aspettavo te, tu che dici?" lo rimbrotto con la mia voce da tensai offeso, perché so che lo mette di buon umore e infatti il mio volpacchiotto mi sorride e si concentra sulle confezioni da prendere.
Finiamo di fare questo trasporto con me che ripenso alla sua frase; passando per il corridoio sbircio la busta rossa che mi ha dato mia madre e che io ho lasciato in un angolo, senza che lui se ne accorgesse, e mi viene da sorridere…
"Oi do’aho, che hai da sorridere da solo?" mi dice lui, richiamando la mia attenzione. Il mio sorriso si fa ancora più ampio: tra un po’ lo saprà anche il mio volpacchiotto adorato!!!! Ma ora non ho la minima intenzione di rispondergli.
"Niente, kitsune! Allora, dove piazziamo l’albero?".
Grazie all’entusiasmo di Hanamichi non impieghiamo tutto il tempo che temevo per addobbare l’albero di Natale. È stato divertente: ovviamente io e il do’aho avevamo criteri diversi per sistemare le palline colorate e lui non voleva capire che, per una semplice questione estetica, è meglio che quelle più grandi stiano sui rami più bassi e quelle piccole su quelli più alti…è vero che nella discussione ne abbiamo quasi distrutto una intera confezione, ma alla fine gliel’ho fatto comprendere!!! Poi è stato lui a collocare una stella dorata sulla cima, ridacchiando di essere il più idoneo in quanto il più alto… do’aho!!!!!
Ma non ci siamo limitati a questo: le ghirlande ora fanno bella figura alle pareti e i candelabri natalizi sono stati posati sulla tavola…anche a quella ha voluto pensare il mio do’aho… abbiamo apparecchiato qui in salotto, con una tovaglia rossa, cercando di far assumere al tavolo un aspetto il più possibile festoso e credo che ci siamo riusciti; così, anche se non mangeremo niente di speciale, avremo dato un tocco particolare alla serata.
Mi avvicino alla finestra e osservo le strade buie e deserte…a quest’ora saranno tutti al ristorante o in centro per gli appuntamenti di rito…le luci accese nelle altre case qui intorno sono poche…e poi non mi curo più delle luci e delle finestre, ma inizio ad osservare i fiocchi di neve che scendono leggeri.
Sono piccoli e non sembra che sarà una nevicata alla grande, come piace a me e tuttavia la neve c’è e porta con lei la sua atmosfera; respiro profondamente e penso che mi sento bene, che è la prima volta dopo tanto tempo che posso essere sereno la sera della vigilia. Prima la casa era triste e vuota, sulla segreteria telefonica trovavo gli auguri sbrigativi di mio padre e magari mi arrivava un pacco regalo se si era ricordato di comprare qualcosa durante uno dei suoi viaggi…
"Le candele dove le metto?".
La voce del mio do’aho mi fa sorridere.
Ora questi ricordi mi sembrano lontani anni luce, quasi non mi sembrano neanche più miei! Hanamichi ha portato gioia e amore e calore nella mia vita e, per la prima volta, dopo tanti film americani, dopo tanti libri e articoli letti sulla società occidentale, dopo tante canzoni ascoltate, capisco il desiderio di trascorrere questa serata con le persone che si amano. E capisco che in fondo non è retorica.
"Oi volpacchiotto, perché non mi rispondi?!" strepita lui.
"Mettile dove vuoi, do’aho, basta che non fai scoppiare un incendio" rispondo io, ottenendo, in cambio, di farlo borbottare ancora di più!
"Stai insinuando che un genio come me non sa accendere qualche candela?! Ah, ma ti ricrederai, Kaede, quando vedrai quale atmosfera riuscirò a creare!".
Io non rispondo, continuo ad osservare i fiocchi di neve che scendono in modo quasi ipnotico; talvolta mi diverto a spiare le sue mosse dal riflesso del vetro e mi si scalda il cuore a vederlo così indaffarato, perché so che non si sente obbligato a farlo, lui è così, vuole vedere felici le persone a cui tiene e si fa in quattro ed è contento di farlo e quando, di notte, mi bisbiglia all’orecchio che per me si butterebbe nel fuoco o mi porterebbe la luna io lo so che dice sul serio…
"Fatto!- esclama in tono esultante- Ma non ti voltare adesso, eh kitsune!!! Per una volta, obbedisci…" e me lo dice implorante tutto sommato, anche se probabilmente voleva sembrare imperioso.
Ma è Natale e io voglio essere clemente…
"Non mi volterò, te lo prometto".
Lo sento uscire dalla stanza e recarsi in corridoio, come se dovesse prendere qualcosa e forse è proprio così; quando torna, spegne la luce elettrica, così che restiamo avvolti da quella delle candele…una luce riposante per gli occhi…
Avverto i suoi passi che lo portano alle mie spalle e quando arrivo a percepire il calore del suo corpo lui si ferma e mi dice allegramente: "Ora puoi voltarti, Kaede!" e io lo faccio.
Hn?
Ma cosa…
Non ho fatto neanche in tempo a voltarmi del tutto che lui ha calato qualcosa sulla mia testa!!! Qualcosa di morbido e caldo e adesso il mio do’aho è di fronte a me e mi fissa sorridendo dolcemente, ma anche divertito quando vede che finalmente noto il pon- pon bianco che poggia sulla mia spalla.
E sorrido anche io quando capisco che mi ha infilato un berretto rosso da Santa Claus uguale a quello che ha in testa lui!!!
"Ti sta proprio bene, kitsune!!! Rosso, bianco e nero fanno contrasto…" ride.
Io guardo di sfuggita il vetro per studiare il mio riflesso e mi trovo buffo e questo mi fa stare bene…
"Nel tuo caso, invece, se non fosse per il bianco si confonderebbe con i capelli!!" lo punzecchio io, ma questa dev’essere davvero una serata speciale perché lui non se la prende e ride, contento.
"Ti piacciono?" mi chiede dopo aver ripreso un po’ di fiato.
"Sì…dove li hai comprati?".
"Non li ho comprati io: sono un regalo di mia madre…li trovava divertenti! Me li ha dati ieri, quando sono passato a casa…" mi spiega Hanamichi.
Io annuisco: "La prossima volta verrò con te per ringraziarla".
All’improvviso Hanamichi diventa serio, mi accarezza una guancia e mi fa una domanda, parlando quasi timidamente, come se avesse paura di varcare un confine senza permesso.
"Kaede, ti manca una famiglia?".
Io lì per lì mi irrigidisco, poi comprendo che è stata quella mia frase in soffitta a ispirarlo. Forse il mio sguardo. Mi ritrovo a pensarci, anche se non mi andrebbe. Mi manca una famiglia? La MIA famiglia? Qualcosa che mi ricordo a malapena di aver avuto?
"Non lo so" rispondo sinceramente.
Lui di nuovo mi accarezza una guancia con il dorso della mano, con un silenzio che non è da do’aho.
"Perché?" gli chiedo io.
Ora Hanamichi sorride : "Perché…stavo pensando…ecco, a noi due e poi a mia madre e a questo suo regalo per tutti e due e… insomma, stavo pensando che, dopotutto, noi SIAMO una famiglia…e mi chiedevo se facesse piacere anche a te pensarlo…".
Do’aho!!! Non ti sopporto quando mi fai commuovere!!! Giuro che in questo momento vorrei solo prenderti a pugni!!! Ma, come dici tu, io sono uno stupido volpino e devo essere stupido davvero, perché invece ti abbraccio e ti stringo forte forte, più che posso…
Hanamichi ricambia la mia stretta, poi quando ci scostiamo mi bacia delicatamente le labbra: "Sai, Kaede, vorrei che questo berretto mi rendesse davvero in grado di regalarti tutto quello che tu vuoi…" e nel dirlo continua a cingermi la vita per tenermi addossato a lui.
"Do’aho! Io ho già tutto quello che voglio!" gli dico con un finto tono di rimprovero, perché dovrebbe saperlo già; e poi mi sporgo appena verso il suo orecchio e gli mormoro in un soffio: "Ti amo, Hanamichi" e lui affonda il volto nell’incavo della mia spalla.
Mi giungono parole soffocate: "Ti amo anch’io!".
Per un po’ rimaniamo così, poi decidiamo che dobbiamo riprenderci e il primo a ritrovare la voce sono stranamente io.
"Oi do’aho, e il mio regalo?".
Lui mi guarda ansioso: "Eh? È il berretto…" si agita.
"No- lo correggo- Questo è il regalo di tua madre! Io sto parlando del tuo!!!" e mi diverto troppo a guardare la sua faccia sempre più rossa e sempre più ansiosa. Ma poi ritrova ben presto la sua vena polemica.
"E il tuo, allora, di regalo?!" replica, credendo di mettermi in difficoltà.
Ma io ho la risposta pronta: "Ti ho detto che ti amo, no?".
"Be’, ma…se è così, anche io ti ho detto che ti amo!!!" si impunta lui e alla fine io scuoto la testa e lo rassicuro: "Stavo solo scherzando, Hana!!! Volevo punzecchiarti!".
Lui ride alternando le risate alle tirate contro le stupide volpi che si credono molto furbe e spiritose…tra una provocazione e l’altra ceniamo piuttosto rapidamente. La luce delle candele è bella, rende tutto soffuso e più leggero e allo stesso tempo più profondo…una sensazione strana che non so spiegare…
Hanamichi si avvicina al mio scaffale con tutti i cd musicali e inizia a scorrere i titoli: "Vorrei metter su un po’ di musica, ma…Kaede, è mai possibile che ti piaccia tanto il rock americano?! Non trovo niente di adatto all’atmosfera!" mi rimprovera, come se poi lui fosse un intenditore di musica!!
Hn.
"Aspetta, qualcosa c’era…" un ricordo improvviso…
Lo raggiungo e sposto qualche cd, per poterne tirare fuori uno in particolare. Glielo mostro.
"Cos’è?" mi chiede lui.
"Alcune di quelle videocassette in bianco e nero le ho comprate in un negozio americano, ecco perché non hanno i sottotitoli… "White Christmas" era venduto in un cofanetto, con allegato questo cd".
Sono canzoni di Natale della tradizione anglosassone, cantate da Bing Crosby; prima di avere questo cd fra le mani, non sapevo neanche chi fosse.
Io e il mio do’aho leggiamo i titoli inglesi delle canzoni e decidiamo di ascoltarle; il primo titolo è "Silent night".
Noi ci sistemiamo sul divano e Hanamichi mi abbraccia stretto, in silenzio, dandomi piccoli baci sulla gota e sulla guancia; fuori la neve sta ancora fioccando e qui abbiamo ancora la luce delle candele e ora c’è questa melodia…
È dolce e spalanca di fronte ai nostri occhi una scena notturna, di una notte stellata e piena di pace…come un velo di calma steso su questa stanza…
Mi appoggio meglio contro il petto di Hanamichi, ci rilassiamo insieme, sento il suo respiro regolare e poi la sua voce sussurrata, come se avesse paura di rompere un incantesimo.
"Merry Christmas, Kaede…".
Un altro sussurro.
"Merry Christmas, Hana…".
Fine ^^